Il tempo di un Bubble Tea
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Giocata del 30/03/2021 dalle 16:44 alle 19:50 nella chat "Piazza Centrale [Kusa]"
Siamo giunti al momento della verità. La notte precedente ha più o meno chiarito il punto con Fuji, non che capisca davvero qualcosa sia chiaro, ha solo deciso di smettere di evitarlo, di riprenderlo nella sua vita. Quindi eccola godersi il pomeriggio in quel di Kusa, nella sezione che è stata casa sua per quel periodo di transizione, indecisa ancora se ritrasferirsi alla piccola Oasi o annullare il contratto e vivere nella sede di clan. Vorrebbe confrontarsi con Haru, parlare con lui le permette sempre di leggersi dentro con maggior chiarezza ma non l’ha più incontrato, quindi tanto vale provarci da sola. Se ne sta seduta su una panchina lei, in mano un bubble tea, la cannuccia che viene portata verso quelle labbra appena schiuse. Un piccolo sorso con gli occhi rivolti davanti a lei, al centro, vuoti non stanno davvero fissando qualcosa, per quanto la sua immobilità possa invece suggerire il contrario e la concentrazione. I capelli sono sciolti, risplendono in quel caldo sole di inizio primavera donando una luce rosa a tutta la sua testa, un biondo fragola alquanto particolare che dona colore anche alla pelle, altrimenti estremamente pallida. Il suo vestiario può ricordare quello tipico di un uomo attaccato alle tradizioni, giusto qualche accorgimento per renderlo più moderno e femminile come suo solito. Gli abiti permettono a chiunque la conosca di comprendere cosa stia pensando, ed oggi che è divisa tra modernità e tradizione, tra la vita da sola e il clan la si vede optare per una soluzione che vada ad unire, almeno stilisticamente, i due tempi differenti. Un largo hakama nero sulle gambe, leggero il tessuto ricade lì dove le ginocchia sono sedute, lasciando intravedere solamente le caviglie prima di mostrare quelle decolté lucide e nere ai piedi. Una cintura in vita a sottolinearle il punto, la fibbia dorata a scontrarsi con la classicità dei pantaloni e poi sul petto quella specie di Kimono rivisitato. Il tessuto e la fantasia è tipica di quel periodo, un blu molto scuro con dei fenicotteri disegnati. La differenza è che è stato infilato sotto ai pantaloni e non allacciato, morbido le ricade lungo le braccia e il busto lasciando che la scollatura si delinei proprio per la semplice sovrapposizione dei due lembi dell’abito. Non c’è traccia di trucco su quel volto giovane e dalla pelle di porcellana, si sa tenere bene proprio grazie al suo lavoro, non troppo lontano da lei alle sue spalle a dirla tutta c’è il cartellone con l’ultima pubblicità sugli occhiali che ha scattato, non ci fa nemmeno caso lei, vivendo in quel limbo tipico delle comparse: il suo volto è spesso sugli schermi altrui ma sempre per così poco tempo che difficilmente viene memorizzata [abiti: https://www.pinterest.it/pin/819936675909418018/] E' un conto alla rovescia quello che sta vivendo da alcuni giorni, dove il tempo degli allenamenti e delle lezioni sta lentamente volgendo verso il proprio inevitabile termine, si spera, lasciando cosi che a farsi spazio siano rischi e responsabilità di una vita che, tutto sommato, nemmeno ha davvero scelto ma accettato e fatta propria al meglio della proprie possibilità. Quale luogo migliore, dunque, se non quella particolare fontana di cui spesso sente parlare in termini di fortuna e buon auspicio. Non è che Hirokumi, il giovane che ora si può vedere muoversi lentamente all'interno della piazza, abbia mai creduto molto in queste cose ma piuttosto che privarsi di un possibile ulteriore aiuto ha preferito tentare e venire lui direttamente qui, personalmente, per vedere e capire se tutto questo può portare a qualcosa di buono. Un giovane dalla figura longilinea gonfiata unicamente dalle ampie vesti che indossa e che avvolgono interamente la sua figura lasciando unicamente scoperto il volto e le mani. Un ampia e larga giacca ne copre il corpo colorata per metà completamente di nero e per metà da una fantasia gialla e verde cosi da dargli un minimo di colore. Subito sotto delle vesti scure, strette, perfettamente abbottonate e con tanto di colletto ben alzato, lunghi pantaloni scuri e quelle che sembrano delle scarpe basse dalla pianta di colore bianco. <Mh..> Il volto si caratterizza per quelle pelle dalla tonalità molto chiara, lineamenti delicati e un'inespressività che quasi tende a nascondere ogni sua emozione o tensione che potrebbe, o meno, provare al momento. Folti capelli color pece che arrivano all'altezza delle proprie spalle, occhi grandi di un colore azzurro particolarmente spento e labbra sottili e ben strette al momento. La mano mancina appare stretta in un pugno mentre la destra è poggiata sull'elsa di una spada in legno, più piccola di una normale, che tiene costantemente con se. <Dovrebbe essere qui..> Mormora muovendo ancora qualche lento passo proprio verso quella stessa fontana andando poi lentamente ad aprire la mano e [Tlin!..] sollevarla in modo tale da saltare verso l'alto la moneta prima di riprenderla subito in fase di discesa. Una rapida occhiata ai dintorni, spera di non essere davvero l'unico a tentare la fortuna in quel modo, oggi... Una bella bolla che entra nella sua bocca attraverso la cannuccia. Stacca appena la cannuccia dalle labbra e si da alla fantastica sensazione che si trova giochicchiando con quei semi all’interno della bevanda che si è presa poco più in là. Quel semplice gesto le impone una necessaria attenzione per evitare di finire soffocata motivo per cui sbatte un paio di volte le palpebre così da rimettere a fuoco il mondo intorno a lei. Così dovrebbe intravedere una figura vestita come qualcuno che arriva direttamente da un’altra epoca, sono passati solo dieci anni e sa che molti ancora rifiutano la modernità a cui sono giunti in così poco tempo ma quegli abiti lei li ricollega sempre al suo clan, solo loro mantengono così tanto viva quella fiamma. Per cosa poi? Nemmeno si conoscono le origini del loro potere, potrebbero essere solo un brutto scherzo del finto Dio per quel che ne pensa lei. Scuote appena il capo a quei pensieri mentre gli occhi si fissano sulla figura armata di una spada di legno, piccolina. Uno spadaccino o aspirante tale ai suoi occhi. Persa nuovamente in quel flusso libero nella sua mente va ad ingoiare quello che le era rimasto in bocca mentre osserva con una rinnovata attenzione il ragazzo. Non che l’attiri o cose simili, è semplicemente curiosa, perché tanto movimento? Perché la spada in legno? Perché la fontana? Ha tante domande per lui ma nessuna di queste è abbastanza impellente da farla alzare. Resta lì dunque mentre le gambe vanno ad accavallarsi, la destra sopra alla gemella con la schiena che si sbilancia appena indietro alla ricerca dello schienale della panchina per mettersi più comoda. Eccolo infine il motivo dei suoi gesti, una monetina che viene lanciata proprio nelle acque, inclina il capo verso destra confusa quando lo osserva. Si porta nuovamente la cannuccia tra le labbra e va ad inspirare così da far salire il contenuto del bicchiere di plastica. Non è interessata ad intervenire, lo sta semplicemente fissando. Lui poi andrebbe a voltarsi come per controllare la situazione, cogliendo quel gesto lei invece sorriderebbe divertita, deglutendo <se devi buttare i soldi così almeno dalli a me> la voce è abbastanza alta per giungere fino a lui. Certo non lo chiama o altro ma ora gli occhi rossi sono puntati sul ragazzo con insistenza <ho due case da mantenere> spiega poco dopo. Effettivamente fino a quando non deciderà casa fare dovrà mantenersi sia vicino alla sede del clan che in quel mega attico alla piccola oasi. Una vita decisamente dispendiosa la sua, certo lavora come comparsa da quanto era piccola e ha messo da parte parecchio, ma ultimamente gli ingressi si sono ridotti Modernità? Preferisce osservarla attraverso gli occhi di chi la vive e l'apprezza, sicuramente. Non che la rinneghi o altro ovviamente, anzi è convinto che ogni passo avanti permetta il miglioramento delle condizioni di vita di tutti ma ci tiene a non perdere di vista quelle tradizioni che sono state tramandate di generazione in generazione. Dopotutto, a pensarci bene, se tante cose sono arrivate e sono sopravvissute fino ai giorni nostri, vuol dire che qualcosa di buono devono pur significare, no? Pensieri ovviamente, modi di vivere e di pensare che confida possano intrecciarsi sempre di più nel tempo arrivando a creare quella società unita di cui il mondo ha ancora bisogna, nonostante il tempo trascorso dall'ultima grande guerra. Questo passaggio, questo miglioramento, passa anche piccoli gesti come quello di buttare qualche moneta nella fontana. Prosegue infatti ad avvicinarsi alla fontana, purtroppo guarda molto poco pubblicità o cartelloni per riconoscere eventuali volti già noti. Si andrebbe a fermare a circa un paio di metri da quella fontana andando ad alternare rapidamente lo sguardo tra la moneta stretta in mano e la struttura colma d'acqua. <Mh?..> Neanche il tempo di far tornare alla mente come dovrebbe lanciare quella moneta che una voce giunge alle proprie orecchie. Un semplice mugugno da parte propria prima di voltarsi verso la figura di Saigo, ascoltandone la richiesta. <Oh..> Confuso, pare per un istante, andando ad inarcare leggermente il sopracciglio destro. <Devono essere case molto piccole se vi basta cosi poco per mantenerle..> Non una critica ma una semplice constatazione da parte propria immaginando, banalmente, che mantenere anche una modesta casa costi molto di più di qualche moneta. <Posso darvene una però..> Non pare negarle comunque la gentilezza di quel gesto. <L'altra mi serve per la fontana..> Indicandola con un semplice cenno del capo. <Dicono porti fortuna e voglio capire se sia vero oppure no..> Rivela senza particolare mistero le proprie piuttosto palesi intenzioni. <Potreste lanciarla anche voi, magari vi aiuta a trovare qualche soldo in più..> Il tono di voce è basso, leggero ancora molto giovane e privo di qualsivoglia inflessione. Non pare nelle maniera più assoluta ostile nei riguardi dell'altra, cosi come non lo sono quelle stanche e spente iridi blu... Interrompe ed irrompe nella vita altrui con la cannuccia che torna tra le labbra e lo sguardo sempre puntato sullo sconosciuto. Non commenti in merito alla grandezza delle sue abitazioni ma si stupide di come le persone lì intorno possano essere ingenue. Non che le dia fastidio sia chiaro, attribuisce la gentilezza altrui solo alla sua bellezza, sa di avere un aspetto piacevole e a volte è fermamente convinta di ottenere ciò che vuole principalmente grazie a quel viso. Allora perché tutti la rifiutano? Ignora il passeggero dubbio e si limita a sorridere <una moneta non può certo cambiare le cose ma male non fa> in qualche modo accetta, senza alcun riguardo per l’altrui figura che potrebbe anche patire la fame a causa di un gesto simile. Lei prende non è importante da chi o cosa <se ti serve la fortuna vuol dire che con le tue forze non potresti farcela?> non ha idea di cosa voglia effettivamente fare il ragazzo, perché sia disposto a buttare una moneta nella fontana ma comunque decide di intervenire, di perdere tempo e riflettere sulle altre persone piuttosto che continuare con quella sfiancante analisi di sé stessa. Abbassa lo sguardo così da portarsi sul tappo di plastica di quella bevanda. Osserva il liquido rispondere al richiamo del suo fiato e salire lungo la cannuccia. Fa una piccola pausa dai problemi altrui. I capelli scivolano appena in avanti andando a contornarle ancora quel perfetto volto, quei lineamenti semplici ma affilati, riuscendo a lasciare che in sé convivano delicatezza e forza, perfetta per interpretare qualsiasi tipo di ruolo. Deglutisce nuovamente <se dovessi ottenere ciò che vuoi quindi sarebbe solo merito della fortuna e non tuo, riusciresti ad accettarlo?> sorride, sì si sta divertendo. Cerca di comprendere la mente altrui, pone quesiti non richiesti, domande che potrebbero anche venir viste come molto scortesi per il solo motivo di giungere al suo punto di rottura. Quando smetterà d’essere gentile? Quando le lancerà in faccia la moneta? Tutte domande che nella sua mente si rincorrono mentre ancora testa, impara ad essere manipolatoria, vuole solo condurre le persone dove vuole lei, poterle comandare ed esercitare il potere su di loro. Alla fine quello è sempre il fulcro: avere potere. Sorride però gentile e lascia che il tono più dolce esca dalla sua gola mente fa queste domande, apparentemente indifesa, apparentemente innocua Un mezzo, accennato e debole sorriso quello che andrebbe a rivolgere all'altra quando questa pare accettare anche solo una singola moneta come contributo al mantenere due case. Rapido con la mano mancina dall'ampia tasca del giaccone andrebbe a recuperare una seconda moneta, probabilmente portata come scorta nel caso in cui la prima venisse persa o magari il rito non venisse eseguito al meglio. <Al volo..> Mormora andando dunque a distendere cosi da lanciare, debolmente, quella moneta verso la figura dell'altra augurandosi che questa l'afferri al volo nonostante l'impegno di lei nel godersi quel Bubble Tea. Forse si sarebbe dovuto avvicinare e porgergliela molto più semplicemente senza tutta questa scena ma ormai il dado è tratto e confida solo che i riflessi dell'altra siano tali da permetterle di riuscire rapidamente nell'impresa, ignorando completamente con chi sta avendo a che fare. <In realtà non lo so..> Fa appena spallucce alla successiva affermazione dell'altra. <Con le mie forze arrivo li dove so di potermi spingere ma non so se sono pronto ad affrontare l'imprevisto e l'ignoto..> Affrontare un esame attraverso il solo studio potrebbe non essere abbastanza qualora venisse messo davanti a quesiti e situazioni nelle quali mai è stato messo prima. E li cosa dovrebbe fare? Arrangiarsi? Improvvisare? Ecco perchè chiedere aiuto ad un pò di Fortuna, divenendo una sorta di effetto placebo per dargli quella sicurezza di cui pare mancare. <Non ho mai provato a ricercare fortuna ma vedendo in quanti lo fanno, ho voluto provare anche io e vedere a cosa porta..> Mormora ancora tornando a concentrare lo sguardo sulla moneta. Distratto dalle parole dell'altra ancora non ha mosso un dito per adempiere al rituale di cui gli hanno parlato ma confida ci sia tempo a sufficienza per farlo non appena il dialogo con la donna terminerà. <Se è una forza accessibile come altre, perchè privarsene?..> Insomma, banalmente, se davvero esiste perchè mai qualcuno dovrebbe farne a meno? E' come avere la possibilità di trovare una spada di ottima qualità e rifiutarla per accontentarsi di una meno affilata. <Non vivo per il mio merito personale..> Precisa. <Voi ad esempio..> Tanto per metterla in mezzo. <Siete stata fortunata ad incontrare qualcuno che vi ha dato una moneta senza che ve la siate guadagnata..> Non che quella moneta cambi la sua vita, ma, come ha detto lei, è sempre qualcosa in più su cui contare. <Riuscite ad accettarla ugualmente?..> Domanda ma, anche adesso, non c'è giudizio o presunzione ma solo un confronto di idee e di posizioni. <Se riuscirò in quelle imprese anche attraverso la fortuna, lo accetterò e la ringrazierò..> In troppi hanno vissuto unicamente in funzione di se stessi, delle proprie uniche capacità e, da quel che ha studiato, non sono finiti affatto bene. Non vuole permettere all'orgoglio di distruggerlo, no... La sinistra regge il bubble tea, mentre la destra è libera, riposta dolcemente tra le gambe, a farsi accarezzare dal soffice tocco del tessuto nero. Lascia che le candide dite vengano schermate dal sole e dalla vista di chiunque restando semplicemente lì, molto composto il suo modo di sedere per quanto non così rigido da apparire estremamente formale. Si intrattiene in quelle chiacchere e appena lui accenna a coler fare quel lancio lei semplicemente alza il braccio destro, sfilandolo dai pantaloni. Il movimento è sinuoso per quanto non estremamente veloce, dovrebbe comunque riuscire ad intercettare quel lancio essendo fatto con l’esplicito intento di farle acchiappare l’oggetto. La mano destra si apre, il palmo da a rivelarsi e si contrappone al tiro avversario così che la moneta vada ad impattare sulla sua pelle. Appena ciò avviene lei andrebbe solo a richiudere le dita. Alzando il braccio il kimono indossato scorre lungo il braccio, non si rende nemmeno conto ma sta mostrando a lui proprio l’interno, quella porzione che si è bruciata qualche giorno fa e che ora è coperta da una fasciatura. Candida garza che protegge la parte di pelle viva esposta, le ustioni sono lunghe se non si va dai medici per farsele curare con l’ausilio del chakra. Ha ormai fatto pace con sé stessa quindi non si rende nemmeno conto di quella ferita così esposta, mostrata agli occhi di chiunque. Osserva adesso la moneta, riaprendo la mano davanti al suo vico, occhi rossi che fissano con attenzione <viviamo in un mondo ignoto> replica solamente fissando il bagliore sotto ai raggi del sole <domani potremmo venir spazzati via a prescindere dai nostri sforzi. Un assassino è in giro libero> scuote appena le spalle lasciando che gli occhi tornino a scivolare sullo sconosciuto <saper affrontare gli imprevisti è ciò che ci permette di sopravvivere sai?> sorride ancora. Il discorso dell’altro continua mentre lei pian piano cerca di indagare nell’altrui mente, comprenderlo meglio. Richiude la mano destra e la porta semplicemente in tasca abbandonando lì la moneta e le dita per ora <beh questa moneta me la sono guadagnata non è fortuna> no la fortuna deve dimenticarla, non può sopportare d’essere viva solo per quella, per quanto sia la realtà dei fatti <se fossi stata aggressiva o avessi certo di rubarla non l’avrei ottenuta. Ho semplicemente usato le mie armi nel migliore dei modi> sorride. Sembrare docile ed indifesa, ecco quali sono le sue armi, sfruttare il suo aspetto e la sua età solo per farsi sottovalutare ed ottenere ciò che vuole <il problema della fortuna è che è instabile, alla fine ti gira sempre le spalle nel momento del bisogno> un po’ come le amici, muoiono sempre quanto più si avrebbe bisogno di loro Osserva il gesto con il quale l'altra riesce a recuperare la moneta da lui lanciata ma ad interessarlo maggiormente è la garza che l'altra pare indossare attorno alla propria pelle. <Oh, mi spiace..> Immediatamente si scusa, andando a spalancare leggermente quelle stanche iridi. <Non sapevo foste ferita..> Dubita siano un indumento anche quelle e ricorda di averne viste molte altre da chi ha subito varie ferite sui propri corpi. Lui ancora non ne ha, no, eccetto qualche livido procuratosi in allenamento o durante qualche lezione. Cosi candido ed ancora innocente mentre gli altri, come quella donna, già si adoperano per il bene del villaggio e non solo. <Se lo avessi saputo vi avrei evitato lo sforzo fisico..> Si scusa, con tanto di cortese cenno del capo in direzione dell'altra. Non chiede della ferita, di come si senta o di come se la sia procurata immaginando che, se cosi avesse fatto, si sarebbe introdotto in un ambito fin troppo personale che molti tengono distante da chi hanno appena conosciuto. <Vero..> Mormora ancora alle successive affermazioni dell'altra. <Ma ammetto di essere ancora inesperto nell'affrontare gli imprevisti..> Ammette senza la minima vergogna. <L'accademia mi sta preparando a ciò che conoscono, a ciò che hanno affrontato ma non a ciò che potremo incontrare una volta fuori da queste mura..> Non gliene fa una colpa, ma si rende conto da sollo di non essere ancora pronto ed è per questo che, all'esame, si aspetta di poter affrontare qualcosa che lo metta in condizione di avere a che fare con qualcosa che lo spinga a saper dar fondo a tutte le proprie forze proprio perchè si tratta di qualcosa di ignoto. <Non potendo fare molto, contro l'assassino, spero solamente di non incrociare il suo percorso per ora..> Non ha mezzi ne autorizzazioni per affrontare una simile minaccia al momento visto anche quanti Shinobi vi sono alla caccia di questo. <Oh..> Sorpreso invece appare della successiva risposta dell'altra. <Le vostre armi?..> Non ha ben colto a cosa l'altra si riferisca e, ingenuamente, non ha pensato minimamente ai modi di fare docili dell'altra. <Parlate per esperienza?..> Domanda circa l'ultima affermazione di lei. Forse se la sarebbe potuta risparmiare ma, da parte sua, quelle parole non sembrano affatto dette tanto per dire... Mentre ritira quel braccio sente le parole del ragazzo, lo ascolta non comprendendo inizialmente a ciò a cui si riferisce, dimentica del momento in cui si è ferita ripetutamente per sopportare il caos nella sua mente, non ricollega subito a quella benda perfettamente legata intorno alla scottatura. Ci mette qualche secondo prima di scuotere il capo e lasciar stare la questione, come se non volesse nemmeno sentirle quelle scuse. Si muove elegante, nonostante tutto, attenta ad ogni minimo gesto da lei compiuta, controlla la realtà, manipola quello che ha intorno, solo così potrà continuare a reggere l’armatura indosso ai suoi sentimenti, solo così potrà evitare tutti i colpi diretti al suo cuore, o almeno questa è la sua illusione <sei un ragazzo fortunato se è l’accademia a formarti su ciò che ci aspetta fuori> commenta appena decidendo a questo punto di riportarsi la cannuccia tra le labbra, il suo tea è quasi finito così come quella conversazione che segue il ritmo del tempo che passa, del tempo necessario per bere quella semplice bevanda dolce e ristorante, prima che i pensieri tornino a farsi così impellenti <quindi lanci la moneta per la tua prima missione o per l’esame?> lecita domanda la sua a questo punto che pian piano si cerca di accumulare informazioni su quel ragazzo educato, probabilmente genuinamente buono o almeno così appare oggi ai suoi occhi. Lo osserva tenendolo sempre sotto controllo, memorizzando i movimenti e i gesti dello sconosciuto come se questo potesse aiutarla a scoprire qualcosa in più <le mie armi. Se avessi avuto un aspetto differente, più minaccioso magari, non saresti semplicemente scappato?> non ha bisogno di tenerle nascoste, che lui conosca o meno cosa intende per armi non cambia il loro funzionamento, finché potrà farlo vacillare davanti alla certezza di conoscere cosa sia la realtà potrà muoversi agilmente e se necessario colpire. Che lo sappia pure, anzi che la sottovaluti ancora credendo una simile rivelazione come stupida, che si adagi. Non risponde al resto, serbando per sé i suoi segreti e limitandosi ad accogliere quel dubbio finale con un dolce sorriso, no non parlerà di quel giorno ne a lui ne a nessun altro, mai più. Curiosa senza ombra di dubbio la persona davanti a lui, decisamente più navigata in un mondo che lui si sta apprestando a conoscere solo tra breve tempo. L'ascolta, con rispetto e nel pieno di quella volontà di condivisione e di scambio di idee. <Concordo che l'Accademia abbia i propri limiti..> A quanto pare ha completamente glissato l'argomento sulla propria ferita, evidentemente deve far più male di quanto non sembri oppure semplicemente vuole celare altro. Non indaga, poichè non vede interesse alla condivisione di quell'argomento. Sa stare al proprio posto Hirokumi, sa quando tacere e quando poter parlare, l'educazione passa anche da questo, un pò come quando si deve imparare a riconoscere i momenti esatti in cui estrarre la propria arma e quelli in cui è bene invece tenerla ben riposta e pulita dal sangue del proprio avversario. <Per questo lancio la moneta..> Banalmente insiste, prendendo come ironico riferimento la loro precedente discussione sulla fortuna e il fatto che l'accademia non lo prepari a cosa c'è li fuori oltre le mura. <Per l'esame..> Risponde senza altre particolari sfaccettature di tono di voce. <Confido per la prima missione di ricorrere a qualche strumento decisamente più affidabile come dei buoni compagni..> La vuole mettere alla prova adesso, conscio che il ruolo della fortuna, in tal senso, è decisamente più limitato e meno influente rispetto ad una missione dove in gioco c'è la propria vita. <Uhm..> Mormora all'affermazione successiva dell'altra circa le sue armi, ovvero il suo aspetto. <Mi sarei potuto difendere..> Banalmente risponde andando a mostrare, bonariamente, la spada in legno che porta con se. <Ma personalmente sono dell'idea che non sia il mero aspetto a determinare le intenzioni..> Puntualizza con semplicità verso di lei. <Un senza tetto ha un aspetto poco curato, brutto e sappiamo che la disperazione può portare a gesti estremi..> Quando non hai più nulla, giochi tutto per tutto pur di guadagnare qualcosa. <Eppure non sarei scappato e quello si sarebbe comunque guadagnato la sua moneta..> Sull'argomento intenzioni ci sarebbe da aprire un bel dibattito ma comprende il punto dell'altra. <Usate spesso queste armi?..> Quel volto docile e l'aria da indifesa? Curioso di capire che tipo di persona abbia davvero davanti a se. Ancora non si rende completamente conto di questo vasto e complesso sia il mondo in cui sta per avere accesso e da quali armi debba imparare a difendersi... Annuisce a quel discorso, lasciando semplicemente che quell’informazione venga memorizzata. Potrebbe aiutarlo, potrebbe prepararlo ai nuovi esami ma la verità è che lei era denshi a Suna e la promozione di grado l’ha ottenuta per il semplice fatto d’essersi salvata davanti ad una bestia, la sua sì che è stata davvero fortuna. Il campo di battaglia le ha dato il grado, qualcosa a cui aveva smesso di ambire ma che continua a tormentarla. Il potere è l’unico interesse e detesta l’idea che presto dovrà uscire per potersi avvicinare di un solo minuscolo passo proprio alla forza. La conoscenza, il consiglio, fino a quando sarà disposta a frenare il suo essere? Limitarsi e fingersi una persona diversa? Non lo sa nemmeno lei e per ora lascia correre i pensieri nella sua mente allontanandoli <una volta genin non torni indietro. Non aspettarti d’essere trattato come un eroe> lo avvisa. Infondo i ninja hanno fallito, dimostrando al mondo intero quanto inutili siano, chi ora intraprende quella strada deve essere pronto anche a degli inulti, difendere la propria decisione di rischiare la vita nascondendosi dietro agli ideali. Lei non è genin perché vuole proteggere ma solo perché ha bisogno di sopravvivere a sé stessa e alle sue paure, diventare più forte è l’unico modo per farlo <se incontrassi una bestia non l’attaccheresti? Il suo aspetto ti indurrebbe a ritenerlo un nemico sulla base delle conoscenze e delle esperienze> spiega semplicemente andando ora a fare l’ultimo sorso da quel bicchiere di plastica. Deglutisce con calma e si gode quel momento <si chiamano stereotipi e non siamo in grado di farne a meno> lo sa. Li usa ogni santo giorno a suo vantaggio, ignorando in base a dei preconcetti situazioni che pensa esserle inutili, oggetti che non le interessano, categorizzando chiunque la circondi secondo gli stereotipi. Così come si fa forza di quelli di genere o di età in modo da apparire il più indifesa possibile, adora quando i cavalieri corrono in suo aiuto, le permettono di non far fatica ed ottenere ciò che vuole, manipolare. La conoscenza di quelle semplici basi del ragionamento è necessaria per vivere come lei <se dovessi passare di grado vorrei saperlo, ma solo se lancerai quella moneta> lo ha fermato e adesso lo invita. Affidati alla fortuna, quasi lo sfida a dimostrarle che potrebbe avere torto Lento lo scuotere del capo al dire dell'altro. <Eroe?..> Sa bene che non deve aspettarsi nulla del genere, poichè nemmeno era una intenzione diventarlo. <Non penso sia la strada giusta per ambire ad un simile titolo..> Uno Shinobi non è un Eroe, non nella visione classica del termine sicuramente, non certamente quello che raccontano ai bambini prima di farli addormentare. <Mi interessa unicamente svolgere il mio ruolo come ho desiderio e volontà di fare..> Conscio di dover rispondere ad ordine che potrebbe non gradire, a persone che potrebbe mal sopportare poichè il tradimento sarebbe un disonore troppo grande da sopportare e con il quale davvero non potrebbe convivere. <Anche voi una Shinobi, dunque?..> Domanda, piuttosto convinto della risposta ma non abbastanza da averne totale certezza. Il modo di parlare di lei è piuttosto eloquente, come di chi ci è già passato e non vuole che altri restino banalmente delusi ma potrebbe essere tutto completamente errato. <Curioso scenario..> Quello che l'altra gli mette davanti. Una bestia, vago certamente, ma non per questo ci deve essere un solo modo per affrontare la questione. <Conoscenza ed esperienza potrebbero portarmi a pensare che si tratti di una bestia affamata che potrei facilmente evitare attirandola con del cibo lontana da me..> Una possibilità non certo l'unica soluzione, cosi come il decidere di attaccarla. <E' vero..> Concorda con quanto detto subito dopo. <Gli stereotipi ci aiutano a definire il mondo e le sue persone negli aspetti generali..> Proprio perchè si tende a generalizzare molto, cosi da avere una conoscenza quasi completa di tutto. <Ma se diventano l'unico metro di giudizio possono essere deleteri tanto in una missione quanto nella vita di sempre..> Non vuole peccare d'arroganza ma piuttosto dialogare e comprendere confidando sempre che, dal dialogo, ognuno, anche il più saggio, possa imparare qualcosa. <Preferisco basare il mio giudizio su chi ho davanti in quel preciso momento..> Tace poi all'invito ultimo di lei. Lanciare la moneta, confidare nella fortuna e riportarle i risultati. <Un'esperimento interessante..> Per la prima volta un luccichio negli occhi stanchi di lui. <Sarà mio piacere riferirvi l'esito..> Non c'è sfida con lei direttamente ma verso l'idea da lei proposta. <Con permesso..> Lentamente andrebbe a dare le spalle tanto alla donna quanto alla fontana. Gli occhi si socchiudono appena, una silenziosa preghiera prima di andare a lanciare la moneta verso la fonata alle sue spalle. [Splash!..] Ora bisognerà vedere come andrà l'esame, giusto?... Si alza a questo punto, slega le gambe e si mette in piedi, mostrando per interezza non solo i suoi abiti ma anche il suo fisico, asciutto ed allenato. Nella sinistra il bicchiere di plastica ormai vuoto, se non per quei pochi rimasugli. Ondeggia il mare rosa sul suo corpo, la lambisce come una la vira di una spiaggia. Sfiorata e coccolata da quel semplice sfiorarsi tra capelli rosa e pelle del volto candida. Torna dunque ad osservarlo <tra le varie cose> replica a quella domanda. Prima di tutto è un’attrice, il reale sostentamento arriva da quel lavoro, poi è membro della Shinsengumi, un agente scelto che presto verrà mandato in quella che per lei è una missione suicida e solo alla fine è una kunoichi <non intendo un animale qualsiasi, ma le bestie divine contro cui combattiamo da anni> un po’ di invidia illumina i suoi occhi. Che vita tranquilla deve aver avuto quel ragazzo per pensare ad animali affamati e non comprendere subito il riferimento. Cogliere il pericolo nelle parole, è un’abilità che sembra mancare all’altro e questo la porta non tanto a compatirlo ma proprio ad invidiarlo, se anche lei potesse abbassare la guardia, se solo anche a lei avessero donato quella fortuna. Sì perché alla fine si riduce ancora una volta tutto a quel termine, lei le bestie le ha incontrate dieci anni fa e ci è quasi morta <cercami su Ninjagram> sorride quindi alla fine, dopo averlo osservato con attenzione mentre lanciava la moneta <mi trovi come Nai underscore Manami> e in modo indiretto si presenta, rivelando almeno parte della sua identità <sono proprio curiosa> e con queste parole si limiterebbe ad ondeggiare via serena, come una modella alla sfilata, verso il primo cestino che trova così da buttare il contenitore della sua bevanda. Il tempo di un bubble tea, ecco quanto è durato quello scambio di opinioni, non si ricorderà davvero di lui con tanta facilità, ma lo ha studiato, le piacerebbe almeno sapere per quanto riuscirà a sopravvivere affidandosi alla fortuna [end] Ingenuo? Non ha mai celato di esserlo poichè sono anni che non lascia le mura e perchè non ha mai avuto modo di affrontare ciò che si trova oltre queste. Quella spadina in legno non è soltanto strumento dei propri allenamenti ma vero e proprio simbolo della sua immaturità rispetto a persona come appunto Saigo o anche a Dyacon incontrato la volta scorsa. Il suo è un cammino che deve ancora cominciare mentre quello di lei è già avviato da diverso tempo. <Beste, divine?..> Ovviamente ne ha sentito parlare, durante i suoi studi all'accademia, ma non aveva idea che l'altra potesse riferirsi proprio a queste ultime. Chi è davvero la donna che ha davanti per parlare di simili creature? E' davvero cosi tanto forte da averne mai affrontata una? Non ha modo di valutare, cosi, la forza dell'altra e dubita si tratti di una bugiarda ma di certo i dubbi e le curiosità su di lei aumentano esponenzialmente. Possibile che abbia avuto a che fare con un alto rango Shinobi facendo la figura di quella che si affida unicamente alla fortuna. <Io..> Si blocca, non riuscendo nemmeno ad esprimersi correttamente tanto è il disagio e la sorpresa davanti a tale figura. Ingenuità, come appunto dicevamo poco prima, in tutto il suo massimo splendore. Ha bisogno di fare quell'esame, superarlo e dunque partire in missione cosi da rendersi conto di cosa ci sia là fuori e chi sono coloro che gli permettono di poter godere di tanta superficialità sulle cose. <Va bene, ti cercherò..> In realtà lo farà fare a qualche suo compagno più esperto cosi da farsi guidare. <E' stato un piacere..> Uniche parole che riesce a far uscire dalla bocca mentre l'altra si allontana. <Mpf..> Un sospiro, lo sguardo per un attimo perso che si rivolge verso la fontana. La fissa per un paio di istanti prima di riprendere poi a camminare allontanandosi anche lui dalla zona...[Exit]