Ombre dal passato
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Giocata del 30/03/2021 dalle 14:19 alle 18:48 nella chat "Bosco Centrale"
Nonostante le nuvole in cielo, la giornata si palesa piuttosto calda, la primavera ha ormai cominciato il suo corso e il bosco centrale di Kagegakure è il posto migliore da frequentare durante questa stagione, di fatti, i ciliegi sono nel pieno della loro fioritura ed il profumo dei loro petali in fiore non hanno eguali. Oggi è una giornata particolarmente tranquilla per lo Hyuga, che di tanto in tanto, anche se da qualche tempo stanno diminuendo, si concede un po' di meditazione sotto uno dei suddetti ciliegi, infatti è posizionato alla base del tronco di uno degli alberi che riempiono quel meraviglioso bosco, circondato da petali e radici che fuoriescono dal terreno. Seduto a gambe incrociate, la sinistra sotto la destra ovviamente, in quanto il metallo della prima con il peso del proprio corpo, recherebbe del dolore alla gamba ''umana'' dell'uomo, che per rispetto a quell'erba che sta contaminando col proprio essere, si è tolto le scarpe per poter recare il minor danno possibile a quel terreno. Le sue mani sono congiunte, andandosi ad appoggiare nella conca creata dall'incrociamento delle proprie leve inferiori, andando a sfiorare con qualche dito i fili d'erba protetti da quelle ''mura'' create da lui stesso. Il torace rimane dritto e fermo, niente gobba, simbolo di una ferrea disciplina imparata nel corso degli anni, ma della quale non va del tutto fiero. L'uomo indossa, se non fosse per il fatto che è situata di fianco a lui per via del caldo generale, uno Shuai Jiao, classica giacca da Kung Fu, di colore bianco adornata da cuciture in filo d'oro rappresentanti dei fiori di pesco sul lato destro dell'indumento, ovviamente senza maniche e ben posizionato e piegato accanto a lui. Dato che il suo torace è completamente scoperto, si può finalmente ammirare sia il lavoro ingegneristico della sua protesi completa che il suo coloratissimo tatuaggio, che sì raffigura dei fiori, delle rose rosse per la precisione, ma da effettivamente una fine a quel dragone cinese color verde selce, il quale corpo si estende per tutto il braccio sinistro e la testa si ferma poco più sopra del cuore stesso, a bocca aperta come se volesse azzannarlo, sulla mano sinistra il simbolo dello Yin e dello Yang circondati dai petali delle stesse rose rosse. La protesi del suo braccio destro raggiunge una parte del pettorale stesso prolungandosi fino anche a metà collo, la placca metallica è ben visibile e sembra essere anche dolorosa, ma non lo è per niente per l'uomo. Le gambe di costui vengono coperte da un paio di pantaloni in stile Mushu, sempre tenuta da Kung Fu, di colore nero, senza nessuna cucitura, in semplice tinta unita, mentre le scarpe, seppur non vengono indossate al momento dall'uomo, sono delle semplici tabi nere, posizionate sul sentiero di fronte a lui. I suoi lunghi capelli corvini sono completamente privi di ogni restrizione, cadendogli addosso come se fossero dei lunghissimi filamenti di seta corvina, ogni tanto smossi da qualche virgola di vento. Il suo volto è serio, rilassato anche se segnato da quelle fitte ombre sotto gli occhi stessi, quindi rimane lì, in silenzio, per una volta in dieci lunghi anni, che abbia trovato un modo per zittire la sua voce interiore finalmente? Chissà.. Il cielo pomeridiano è coperto da nubi leggere che vengono sospinte dalla lieve brezza che spira quest'oggi e che muove le fronde degli alberi di ciliegio. E' un boschetto minore, impareggiabile nei confronti dell'altro che prende posto nel distretto di Kusa. Invero, non risulta essere molto diverso, tuttavia gode della solita calma e della pace che soltanto un pomeriggio primaverile potrebbe dare. La pausa pranzo d'alcuni dovrebbe esser ormai finita, quindi nel parchetto gironzola ancora qualcuno, ma sicuramente non nel numero che avrebbe potuto toccare precedentemente. Gli uccelli cinguettano tutt'attorno, dai rami cadono quei piccoli petali rosati che ricoprono anche il sentiero da lei percorso. Una camicia bianca ne copre interamente il busto, maniche lunghe ben chiuse tramite dei polsini, lasciando qualche bottone aperto e mostrando una scollatura normalissima, senza mostrar chissà cosa di quel che v'è sotto se non uno scorcio appena di pelle. Quivi, è anche possibile notare il ciondolo con il ventaglio del Clan Uchiha che mai ha rimosso da quando Hanabi glielo ha donato. Sulle spalle, è inoltre poggiata una giacca in pelle nera senza però la necessità d'infilarvi anche le braccia, giacché l'indumento sventola dietro le di lei spalle. Scendendo, troviamo un paio di pantaloni neri aderenti alle di lei gambe e stringendosi in vita, tenuti su da una cintura in cuoio della medesima tonalità. I lembi della camicia, difatti, sono infilati nel bordo di questi ultimi, in modo che non si muova e che paia anche più ordinata. Ai piedi, infine, calza un paio di stivaletti neri che raggiungono la metà del polpaccio e che sembrano, a ben vedere, anche piuttosto comodi. Sotto questi abiti, son sapientemente infilati anche un paio di vambracci e schinieri metallici, ulteriori difese che potrebbero aiutarla non poco durante un eventuale scontro - ammesso ne avvenga qualcuno. Un paio di guanti neri ne coprono le mani interamente, nascondendo persino le affusolate dita. Il materiale è semplice cotone e pelle, ma sotto d'essi vi si nasconde una piccola placca metallica. Alla cintura, è fissato un gancio tramite il quale ha sistemato uno dei suoi recentissimi acquisti: una frusta dal manico bordeaux, ma per il resto completamente nera, che pende dal fianco mancino. Attorno alla coscia mancina, invece, vi è una piccola fascia con tre scomparti - tre sottili elastici - che contengono un numero identico di kunai con il manico rivolto verso l'alto, cosicché possa estrarli senz'alcuna problematica. Sul gluteo dal lato opposto, invece, prende posto una tasca porta oggetti che contiene tre shuriken, cinque fuuda (di cui due contenenti i tronchetti per la Sostituzione), tre tonici per il recupero del Chakra (avendone perso in quantità rispetto a dieci anni prima) e tre tonici coagulanti (ovviamente per Mattyse, visto e considerato quanto spesso si faccia male). Per ultima, ma non meno importante, tuttavia la riparazione è terminata relativamente da qualche giorno, vi è anche una katana dalla guardia completamente nera e dalla lama sottile in un apposito fodero, la quale pende dal fianco opposto alla frusta. Gli occhi chiari della donna son rivolti proprio all'indirizzo delle fronde degli alberi sopra di sé, seduta sulla panchina con la schiena rivolta allo schienale, guardando verso l'alto. Ripensa alle parole che sono state pronunciate da Tachiko in merito agli Anbu e al loro comportamento attuale. E' uscita di casa per stemperare i propri pensieri, per evitare di stare a soffermarcisi più del dovuto, anche perché risulta essere quanto più deleterio possibile. Quel che è fatto è fatto. Non resta da far altro che cambiare tutto quello che adesso si conosce. Non è sua intenzione restare a Kagegakure, ma finché non avranno un altro posto in cui andare, tanto vale approfittarsi della loro presunta gentilezza. E quindi, si gode quel bosco senz'accorgersi ancora d'una figura conosciuta che, con molta probabilità, non riuscirebbe a riconoscere ora come ora. [ Chakra ON ] Il tempo scorre lento all'interno della sua mente, il leggero mormorio delle persone in quel parchetto è abbastanza lontano da non dare troppa noia allo Hyuga, che inspira ed espira lentamente a ritmo di vento, ogni folata equivale and un respiro dell'uomo stesso, che si prende tutto l'ossigeno possibile per poter ''intonare'' un respiro meditativo alquanto calmo e lento, senza l'inutile pronuncia di quel fastidioso suono pronunciato da monaci e derivati. Le su iridi perlacee vengono obnubilate dal buio fornitogli dalle stesse palpebre, sin troppo stanche per rimanere aperte durante la meditazione, chissà che non gli esca perfino qualche ora di sonno magari. Il tutto però, purtroppo, viene incivilmente interrotto da quella sua voce interiore, ormai parte integrante del suo organismo, che tutto d'un tratto decide di farsi presente nella sua mente, non che se ne fosse mai andata si intende "Ichi-Nii..?" un sonoro sospiro di disapprovazione viene lasciato fuggire dalle narici dell'uomo, che senza rispondere a voce, pone la sua attenzione alle parole di quella stessa suddetta "Non so come mai, ma non ti sembra una figura familiare..?" gli occhi dello Hyuga a questo punto si andrebbero a destare lentamente, le sue palpebre sono sin troppo pesanti per far si che reagiscano in fretta a quella domanda <Mh..?> un mugugno le viene donato "Lì lì, non ti sembra di averla già vista da qualche parte..?" le sue iridi perlacee vagano lentamente in direzione di una panchina, non proprio di fronte a lui, ma alle sue ore due diciamo, subito non riesce a mettere a fuoco quella sagoma, la luce bianca provocata dal sole dietro le nuvole non lo aiuta affatto, provocandogli quel lieve dolore dietro le retine stesse che, dopo qualche secondo di agonia, svanirebbe con la stessa velocità con la quale si è presentato, andando finalmente a dar modo allo Hyuga di notare quella rosea chioma che si muove assieme al vento stesso "Allora..?" la voce gli mette fretta persino, sa di chi si tratta e giorni prima, la stessa Nara gli aveva rivelato che quella stessa figura era tornata, quindi sgranando appena gli occhi, un singolo nome verrebbe pronunciato dalle sue labbra <Furaya..?> quasi incerto del fatto se stia o meno parlando ad una persona reale, ad un fantasma o ad una sua allucinazione per il mancato sonno, quindi attende una risposta, inclinando appena la testa verso sinistra aggrottando un minimo le sopracciglia in segno di dubbio, osservandola da lontano. [3 metri] Non s'aspettava d'incontrare nessuno che fosse vagamente una sua conoscenza. Sospira dalle labbra socchiuse nel momento in cui drizzerebbe il capo per guardare ciò che ha davanti a sé. Rimirare il cielo sconfinato sulla sua testa non porterà alla risoluzione dei problemi che l'attanagliano, motivo per il quale è bene che inizi a pensare a qualcos'altro. Deve smettere di sottomettersi a quei pensieri nefasti, poiché rimuginarvi sopra non porterà comunque ad una soluzione nell'immediato. E nell'abbassar lo sguardo, gli occhi chiari dovrebbero soffermarsi immantinente sulla figura che pare averla inquadrata poc'anzi. In un primo momento, la scruta senza capire. Gli occhi perlacei sono facilmente riconducibili al clan Hyuuga, un clan che lei conosce sin troppo bene per via del suo passato e dell'aiuto che ha sempre offerto loro. Bisogna anche rammentare di come la donna sia stata per altro sposata proprio con un membro del loro clan, prima che divorziassero. Deglutisce, schiarendosi subito dopo la voce e cercando immantinente d'alzarsi in piedi, stendendo le inferior leve. S'erge nel suo metro e sessantacinque d'altezza, niente a che vedere coi due metri di Ichirou. Per guardarlo, è difatti costretta a sollevare il capo e assottigliar appena la vista a causa dei raggi solari che illuminano a tutto tondo il bosco centrale di Kagegakure. Dove ha già visto quegli occhi e quei lineamenti? <Chi sei?> La mandritta scivola subito sull'elsa della katana per ovvie ragioni, non riuscendo in alcun modo a riconoscerlo. Son passati dieci anni dall'ultima volta che hanno avuto il piacere di dialogare faccia a faccia. Stessa cosa è accaduta con Keiga, non essendo riuscita a riconoscerla nell'immediato, avendo avuto poi bisogno del suo tempo per capire chi avesse di fronte. Ecco, Ichirou non fa alcuna differenza al momento. Non la sfodera, non fa assolutamente alcunché per muoversi in senso contrario nei di lui confronti, aspettando soltanto una risposta che possa prevenire qualunque attacco o movimento della rosata, comprendendo come, in effetti, non sia chissà quanto maturo e tanto meno sicuro comportarsi in questa maniera in un villaggio totalmente diverso da quello a cui è abituata lei. [ Chakra ON ] L'uom si desta dalla sua posizione meditativa, sollevando il proprio corpo in maniera molto affaticata, quasi svogliato di compiere tale azione, la stanchezza gli fa provare tedio in tutto ciò che fa ultimamente, ma ciò non toglie il fatto che la persona che ha inquadrato pocanzi sia proprio l'ex Hokage di Konoha, quindi andrebbe ad afferrare quella giacca smanicata andando ad infilarsela, senza tuttavia abbottonarla, lascia del respiro al torace, mentre con un gesto di ambedue le mani, anche se con non pochi rischi per la metallica, va a tirar fuori da quella veste i lunghissimi filamenti di seta corvina che s'erano incastrati al suo interno, provocando un leggerissimo suono che ricorderebbe una frustata, anche se debolissimo in quanto si tratta solo di capelli in fin dei conti. Facendo qualche passo in avanti verso il sentiero, lo Hyuga andrebbe ad infilarsi le tabi di fronte alla sua persona, poste in precedenza in maniera ordinata ed educata sul suddetto sentiero per non rovinare troppo il prato sulla quale stazionava pocanzi, per poi rivolgere la sua attenzione completamente alla rosa, che alzandosi in piedi pone quella domanda in maniera minacciosa afferrando il fodero della propria spada, la cosa non lo sorprende, o forse non lo colpisce in quanto incapace di provare parecchie delle emozioni che provava in passato, si limita a guardarla con quelle perlacee penetranti, le occhiaie ne risaltano il colore "Ichi-Nii.. non puoi permetterle di trattarti così.. uccidila Ichi-Nii, colpiscila al volto con la mano metallica.. sfigurala per sempre e ricordale il suo posto.. fallo Ichi-Nii!" la mente dello Hyuga, solo per lui ovviamente, comincia a produrre quell'intenso fischio, lo stesso provocato da una carta bomba esplosa troppo vicino all'orecchio di qualcuno, ma ovviamente non ascolta nulla di ciò che quella voce dice, quindi va a rispondere alla ex Hokage <Hai intenzione di tagliarmi anche gli unici due arti che mi sono rimasti..?> chiede con fare vacuo, la sua voce sembra stufa e stanca <Non ti ricordi nemmeno di un vecchio amico alla quale hai ridato un braccio ed una gamba..?> un lieve sorriso gli si palesa in volto, appena percettibile, troppo stanco per poterne fare uno come si deve. Non rivela il suo nome, spera se ne possa ricordare da sola, quindi rimarrebbe fermo davanti a lei, la distanza è altamente ridotta, se solo volesse, lo potrebbe tranquillamente colpire con quella lama, anche se spera che ciò non avvenga, portando ambedue le braccia a formare due angoli acuti, posizionando le mani sui suoi stessi fianchi, in attesa che la memoria della rosata torni all'improvviso "Stupido Ichi-Nii..!". Permane nella consueta posizione difensiva. L'arto inferiore mancino si posiziona in avanti rispetto alla specular opposto che, di fatto, affinché mantenga una posizione vantaggiosa e di giusto equilibrio, è ritratto poco più indietro. Il baricentro vien tenuto basso, la mano posta ancor sull'elsa della katana, ma non per questo la sta estraendo. Comprende che la sua posizione sia tutt'altro che favorevole in un contesto del genere, dove il ninja viene visto come quello che ha abbandonato tutti in battaglia, specialmente lei dall'alto della sua posizione di comando. Raddrizza la schiena quando le prime parole di Ichirou raggiungono le orecchie della donna, portandola persino a sgranare appena gli occhi per via di queste ultime. <Ichi- rou?> Dal canto proprio, non è che passato un mese dalla sconfitta ai monti ardenti, forse un pochetto di più. Sta di fatto che il rilevarle d'aver soltanto due arti sani ed umani, mentre gli altri due metallici, fa sì che possa comprendere immantinente chi ha di fronte. Quelle protesi gliele ha forgiate lei prima d'andare in guerra, permettendogli di vivere, per quanto possibile, una vita quanto più agiata in attesa di qualche nuova tecnologia proveniente da Kusa. Lascia andare la presa sull'arma immediatamente come se avesse appena toccato qualcosa di estremamente bollente. Sgrana gli occhi per l'incredulità delle sue azioni, fermandosi innanzi al ragazzo e focalizzando gli occhi color ghiaccio sui suoi lineamenti, ricercando poi lo sguardo perlaceo altrui. <Perdonami> Professa subito dopo. <non potevo riconoscerti, sei cresciuto e cambiato così tanto.> A differenza sua che è rimasta esattamente quella di dieci anni prima - esteticamente parlando. Per quanto riguarda il di lei modo di fare, beh, c'è poco di cui vantarsi e di cui stare allegri. Non v'è ombra d'alcun sorriso sul candido ovale della Decima Hokage. Son molte le cose che vorrebbe dire, lanciando però un paio di rapidi sguardi nei dintorni per sincerarsi che nessuno possa aver sentito quel nome, il suo reale nome che preferirebbe non fosse pronunciato ai quattro venti. Ci tiene ancora al suo anonimato, senza neppur immaginare che in realtà il Consiglio sia già a conoscenza della sua presenza all'interno di quelle mura. <Come- stai?> Non sa bene quali parole utilizzare dopo aver quasi cercato di minacciarlo con la sua katana, però ci prova quanto meno a mettere una pezza laddove ha chiaramente errato. [ Chakra ON ] La sua teoria sembra esser andata a buon fine, infatti sembra proprio che la donna si ricordi di lui, certo ci ha messo un po', ma alla fine se n'è ricordata, questo è quello che importa allo Hyuga, che con i suoi stanchi occhi perlacei va ad osservarla, notando come lei effettivamente non sia cambiata affatto dall'ultima volta che l'ha vista in quella camera d'ospedale, il giorno in cui hanno studiato insieme ai medici ed il Clan Senju un modo per poter ridare una vita al corpo del povero Hyuga, che al tempo era privo di braccio e gamba metallici. Quel lieve sorriso permane sul suo volto, nonostante lei non accenni a professarne cenno alcuno, non se ne cruccia tuttavia, i suoi occhi si concatenano a quelli altrui, classico vizio dell'uomo, guardare fisso negli occhi il suo interlocutore, o interlocutrice in questo caso, andando lentamente a professare in sua direzione <Avrei avuto la stessa reazione probabilmente, forse anche peggiore..> ammetterebbe in sua direzione "Certo Ichi-Nii.." mentre la sua voce interiore sembra offendersi <Tu invece sei rimasta la stessa che ho conosciuto tempo fa..> andrebbe ad ammettere emettendo un lieve sbuffo dalle labbra, una sorta di piccola risata che tenterebbe di lasciar cadere ogni singola preoccupazione dell'altrui persona. I lunghi capelli dello Hyuga toccano quasi il terreno ormai, solo il vento che ogni tanto alita addosso ai due riesce a tenerli in movimento continuo, mentre le nuvole si diramano sino a lasciar posto al caldo sole che regna sovrano sulle teste degli abitanti di quel mondo e, mentre gli arriva quella domanda da parte di lei, lo sguardo tornerebbe serio, le occhiaie dovrebbero dire parecchio a riguardo, ma decide comunque di omettere qualche informazione dalla donna <Non mi lamento, diciamo solo che sono stato meglio ecco.. tu invece.. come stai?> pone a lei la stessa domanda, semplice circostanza la sua, seguita da educazione ed interesse ovviamente, attendendo in silenzio il dire altrui, rimanendo silente come suo solito. Per fortuna, Ichirou risulta essere anche abbastanza comprensivo nei confronti della fanciulla, ammettendo che si sarebbe comportato nella stessa ed identica maniera nel caso in cui si fosse trovato dall'altro lato. <E' sorprendente la natura umana, non trovi?> Commenta al suo indirizzo, glissando con lo sguardo in direzione del di lui braccio meccanizzato. Non è ancora entrata in contatto con le tecnologie di quest'epoca, restando come sempre fedele al passato dal quale proviene. Non è un caso che non riesca affatto ad adeguarsi a quello che la circonda, poiché non ci prova neanche. <Sì, non so per quale scherzo del destino, ma evidentemente il Falso Dio aveva tutt'altri programmi per chi ha combattuto ai monti ardenti.> Professa alla di lui volta, portando le braccia ad incrociarsi al petto e gli occhi a fissar l'interlocutore in quelli altrui di rimando. Ne scorge la lunga capigliatura che quasi sfiora il terreno, ma nulla vien pronunciato in tal riguardo, preoccupandosi bensì di qualcosa di ben più importante. <Mi spiace dover interrompere immediatamente questo incontro idilliaco> Commenta, mostrando un piccolo accenno di sorriso che svanisce subito dopo, provando a smorzare una situazione che potrebbe diventare quanto più difficile possibile da digerire. <ma gradirei non spargessi in giro la notizia d'avermi vista. Vorrei restare quanto più nell'anonimato ora che m'è concesso e non voglio problema alcuno con coloro che abitano questo posto.> Dalle parole di Mekura s'evinceva che c'è qualche problema di troppo in merito al ritorno dei vecchi ninja o così l'ha fatta intendere la suddetta. Non che ci sia spesso e volentieri di fidarsi di quest'ultima, valutando gli errori commessi anni addietro, tuttavia potrebbe darle una vaga chance. In fondo, la sicurezza è dettata anche dal fatto che lei sia stata una delle prime a scegliere la guerra contro Otogakure, rifiutando l'accordo con Nemurimasen che avrebbe messo tutto al suo posto. <Direi che posso risponderti in egual maniera. Vorrei non essere qui, in questo momento, ma a casa mia, nostra.> Includendo anche lui nel discorso, lasciando trapelare l'insensata necessità che ancor ha di voler tornare a vivere a Konoha, quel villaggio che potrebbe definire esclusivamente come casa. [ Chakra ON ] La lascia parlare, non si permetterebbe mai di interrompere qualcuno mentre sta parlando, non fa parte della sua persona un tale comportamento, quindi si limita ad ascoltarla per il momento, senza professar pensiero alcuno a riguardo di ciò che successe dieci anni prima, lascia che quel racconto scivoli nella sua memoria "Io non ti capisco proprio Ichi-Nii.. perché ti fai mettere i piedi in testa da tutti..?" certo se fosse per quella vocina, lui stesso dovrebbe ammazzare ogni persona gli si palesi di fronte, quindi la risposta viene trovata da se a dire il vero, e poi non potrebbe mai risponderle in questo momento, dato che ha una persona in carne ed ossa davanti, meglio evitare. Il commento successivo, nonché richiesta da lei professata, non desta alcun tipo di dubbio nell'animo dello Hyuga, che anzi se lo aspettava dirla tutta, il suo sguardo infatti è tranquillo mentre la osserva, dopo qualche secondo di silenzio andrebbe a risponderle andando ad incrociare le braccia al petto con fare quasi stanco <Non ho dato informazioni sul villaggio sotto tortura perdendo due arti..> una piccola risata <Direi che puoi fidarti del mio silenzio..> tornando serio poco dopo "E guarda come ti sei ridotto per colpa di un villaggio che ti ha dato solo un paio di occhi che ti hanno reso la vita un inferno.. certo è stato il nostro Clan a darteli, ma alla fine è la stessa cosa no Ichi-Nii?" lo sguardo dello Hyuga verrebbe appena abbassato, soffermandosi per qualche secondo sulla lama della donna che si ritrova davanti in questo momento, come se un desiderio si palesasse nella sua mente "SMETTILA ICHI-NII!!" facile intendere di quale pensiero si tratti in fondo. Le sue ultime parole raggiungono però l'attenzione dell'uomo, che si desta da quella irrefrenabile voglia di dolore che sta per assalirlo, andando ad osservare di nuovo gli occhi altrui, tornando concentrato sul discorso che i due stanno facendo <Chi non vorrebbe tornare a casa..?> risponderebbe <Questo paese fittizio non potrà durare a lungo.. prima i vari villaggi erano distanziati da parecchi metri di terre desolate, ora siamo tutti vicini.. è impensabile sperare di resistere ancora a lungo ad uno scontro tra villaggi che hanno dei trascorsi tra di loro..> ammetterebbe il suo pensiero alla donna, ovviamente si tratta solo di un pourparler, si sta limitando ad esporre un suo pensiero semplicemente <Però sarò sincero.. a me ha fatto bene questa situazione..> ci andrebbero delle virgolette aree, ma lo Hyuga non le fa <Stavo cominciando a sentirlo un po' stretto se devo dirla tutta..> il villaggio intende ovviamente <Però non posso nascondere che un po' mi manchi..> concluderebbe dunque, lasciandole la parola. La vecchia Furaya, molto probabilmente, si sarebbe lanciata verso Ichirou e l'avrebbe abbracciato, contenta d'aver ritrovato qualcuno del passato ancora in vita e che, a quanto pare, è riuscita a riconoscerla. Quei tempi tuttavia sono passati, probabilmente non torneranno più almeno finché non avrà riottenuto quello a cui anela. Non distoglie neppur per un istante l'attenzione dal ragazzo, il quale riprende a parlarle. Ambedue paiono mantenere toni piuttosto pacati, il che è quanto più ovvio e naturale possibile essendosi or ritrovati dopo tanto tempo. D'altro canto, non hanno mai avuto nulla per cui litigare o arrivare a discutere, anzi lei nutre del rispetto silenzioso nei di lui confronti per via del suo asservimento al villaggio. <Mi fidavo allora e mi fido adesso. Dovevo pur fartelo sapere che, or come ora, non esiste alcuna Furaya> Ossia la richiesta che gli ha rivolto poc'anzi di tacere a proposito del suo ritorno, preoccupandosi soltanto di non farlo sapere in giro. <e che mi faccio chiamare Pakkurida.> Dandogli dunque modo d'appellarsi a lei con un sostantivo, anziché definirla con vari pronomi o nomignoli diversi che comunque non avrebbero fatto al caso suo. E' ovviamente diversa per quanto riguarda il comportamento, gli occhi permangono fissi davanti a sé con espressione austera, fin troppo seria, lasciando appunto trasparire quell'atteggiamento di superiorità che ha iniziato a non nascondere, bensì a mostrare nei confronti di coloro che hanno preferito rinunciare al vecchio villaggio, alla loro vecchia casa. <Tutti, prima o poi, meritano di tornare nel luogo in cui sono stati felici.> Commenta a proposito del voler tornare a casa, quella vera, non un agglomerato di distretti che, come confermato anche da Ichirou, potrebbero anche farsi guerra a vicenda nel giro di poco tempo. <Come, ad esempio, potrebbe accadere tra Konoha ed Oto, trattandosi adesso di distretti confinanti che sono separati soltanto da una fitta boscaglia.> Non è stata una pessima idea quella del bosco oscuro, poiché appunto riesce a tenere distanti due distretti che, dieci anni prima, causarono la guerra e il conseguente arrivo del Finto Dio, approfittando della situazione a suo vantaggio al pari d'un ottimo stratega, per quanto infingardo fosse. Sospira appena e sposta il peso corporeo da una leva all'altra, evitando di sobbarcare più l'una che l'altra, mantenendo gli occhi focalizzati sulla figura antistante, ancora una volta, finché le parla. Solleva un sopracciglio quando l'aggiorna in merito a quanto bene gli abbia fatto questa situazione, in un certo senso, portandola ad assottigliare appena le palpebre ed inspirare per mantenere la calma. <Per quale ragione?> Riferendosi alla motivazione per la quale egli inizia a sentir un po' stretto il villaggio. <Hai sacrificato due arti per il bene del villaggio, no?> E dunque perché mai avrebbe dovuto sentirlo stretto, per così dire? Non v'è alcuna accusa invero, mantenendo un tono quanto più pacato possibile nei suoi confronti. [ Chakra ON ]
Giocata del 02/04/2021 dalle 14:59 alle 16:41 nella chat "Bosco Centrale"
Continuando a parlare con quella sua vecchia amica, lo Hyuga apprende che non può più chiamarla come faceva un tempo, in quanto nessuno dovrebbe venire a conoscenza del fatto ch'ella sia ancora in vita, la cosa è più che comprensibile, infatti, non appena gli viene rivelato il nuovo nome da utilizzare, l'uomo va a far trapelare un sorriso dalla sua espressione stanca e vuota, andando ad osservare le iridi altrui e professando <Mi sembra un nome più che adatto a dire la verità..> cercando di strapparle un sorriso come accadeva in passato, anche se probabilmente non accadrà, entrambi sono cambiati in maniera più che drastica, questo è evidente <E' bello comunque sapere che ti fidi ancora di me dopo tutto questo tempo..> ammetterebbe dunque l'uomo in direzione altrui. Il discorso volge poi su quelle precedenti affermazioni fatte proprio da lui, in fin dei conti è vero, se in passato vi erano dei conflitti tra paesi distanti, ora che si ritrovano ad esser tutti confinanti non si può sperare in una pace duratura, è impensabile una cosa simile e la rosata ne sembra esser ben conscia a riguardo, da infatti ragione allo Hyuga stesso, tirando in ballo l'eterno conflitto tra Konoha e Oto come esempio lampante di questa teoria <Esatto.. la domanda che tutti si pongono ma alla quale nessuno vuole trovare risposta è; Quando succederà? E soprattutto, ne varrà la pena?> queste sono le domande che almeno si pone lui maggiormente, ma come detto in precedenza, è solo questione di tempo, le guerre ci sono sempre state, ma finché sono solo in linea teorica, lasciamole al passato. La donna sembra però fraintendere le parole dello Hyuga stesso, o forse si è spiegato male lui anche, dato che ha omesso il soggetto della frase da lui pronunciata pocanzi, quindi andrebbe a spiegarsi meglio a riguardo <Credo di essermi espresso male..> spiegherebbe <Certo ho dato due arti per il villaggio, anche se ad esser sincero, non lo rifarei..> tenterebbe di emettere una lieve risata <Ma io parlavo più del mio Clan, dato che il motivo principale del rapimento furono i miei occhi.. poi hanno cominciato a parlare del villaggio solo perché non sapevano come prelevarmeli senza danneggiarli.. ma credo proprio che fosse il Clan a starmi stretto più che il Villaggio stesso..> ammetterebbe dunque alla volta della rosata di fronte a lui, lasciandole la parola chiudendosi in un profondo silenzio "Non c'era bisogno di rivelare tutto Ichi-Nii.. testone..". A proposito del nome, la donna non può che trovarsi ad annuire in direzione altrui. Pakkurida è un nome che calza a pennello per quella ch'era e ch'è tutt'ora Furaya. Il capobranco, il leader, l'Hokage. Nessun altro nome sarebbe potuto essere appropriato più di questo e n'è a sua volta consapevole. <Lo penso anch'io.> Non si tratta di vanità alcuna, soltanto d'un'ovvia consapevolezza. Quel nome non è stato scelto a caso, ma perché la motivazione che vi è dietro è altrettanto importante. <Mi fido di coloro che si sono fidati di me a tal punto da non reputarmi una traditrice per aver abbandonato le mie truppe sul campo di battaglia.> Perché c'è anche da considerare che una guerriera come la Nara non avrebbe mai potuto far qualcosa del genere se non ci fossero state delle cause di forza maggiore di mezzo, proprio come una divinità che ha osato inglobare i ninja più forti su quel campo di battaglia all'interno d'un cristallo dal quale era impossibile uscire. E china il capo in segno di rispetto nei confronti di Ichirou, poiché se qualcosa in lei non è cambiato è proprio l'atteggiamento di rispetto che detiene verso coloro che se lo meritano senz'ombra di dubbio. Lo Hyuuga rientra tra questi, al momento, ma con lui ben poca altra gente. Alla di lui domanda relativa agli avvenimenti che potrebbero prendere piede di lì a poco, non ha una vera e propria risposta. Quest'oggi, trattiamo solo frasi negative, in effetti. Si limita a scuotere per un attimo il capo, prima di prendere la parola e cercare di dare un senso alle varie frasi che le gironzolano per la testa. <Potrebbe succedere oggi come tra cent'anni> Impossibile avere a disposizione una data esatta. <a meno che non ci sia qualcuno che faccia scoccare la scintilla, accelerando di fatto i tempi.> Anche questo è da prendere in considerazione, non sarebbe la prima né l'ultima volta che il cattivo di turno agisce in tale maniera. Ma, d'altro canto, non risulterebbe essere neanche più un problema suo. Kagegakure non è il suo villaggio. Il distretto di Konoha non è la vera Konoha, dunque non la reputa una vera dimora, bensì soltanto una casa di passaggio in attesa di riavere indietro quella d'una volta. Tanto basta per lasciarla vivere nella sua cieca speranza, un po' come quella che, a Kiri, aveva nei confronti della pace prima che le facessero aprire gli occhi. <Se ne varrà la pena, tuttavia non so dirtelo. Dipende dalle fazioni e dalle loro motivazioni, ma posso assicurarti che talvolta anche i motivi di coloro che vengono etichettati come i cattivi sono tanto validi quanto gli altri.> Vengono solo etichettati in quel modo perché fa comodo al popolo e a chi lo comanda avere qualcuno contro cui infliggere colpe e pene. Tutto qui. Dall'alto della sua esperienza, specialmente ora che ha perso tutto quel che aveva, può affermarlo con assoluta sincerità e consapevolezza. <Non lo rifaresti> Doverosa la domanda che sta per porgli. <perché non ti senti parte integrante di questo villaggio o per altre ragioni? Hai ancora qualcuno o qualcosa per cui combattere e andare avanti?> Un ulteriore quesito che, dal punto di vista della donna, risulta essere davvero molto importante. La risposta che riceverà potrebbe ribaltare la considerazione che ha di lui ovviamente, così come ingigantirla. A proposito del clan, si limita invece ad annuire. <Per quello, purtroppo, dovresti rivolgerti alla tua vecchia capo clan. Sai, è ancora viva.> Il tono della rosata, tuttavia, fa ben intuire quanto questo non la sconfinferi comunque granché. Il rispetto che aveva nei confronti della corvina purtroppo è svanito dieci anni prima. [ Chakra ON ] Quella sorta di inchino rispettoso nei confronti dell'uomo, lo lasciano sorpreso a dir poco, non ha mai ricevuto un gesto tale dalla donna che gli si palesa di fronte, il che lo fa sentire per la prima volta in dieci anni, fiero di ciò che ha subito in passato, quindi andrebbe a sua volta a rispondere a quell'inchino, piegando a sua volta il capo in segno di rispetto nei confronti della rosata, sperando che non venga visto come un azione troppo appariscente nei riguardi altrui, fa giusto un cenno infatti, non fa durare quell'inchino come avrebbe fatto in passato di fronte all'Hokage, giusto un cenno per far intendere che contraccambia il rispetto e la fiducia che lei ha riposto in lui. Il discorso sulle guerre future non sembra cessare, la cosa non lo stupisce, proprio come dieci anni prima, non si fa altro che parlare di guerra e morte, si potrebbe dire che ormai ci è abituato a sentir parlare di certe cose, quindi la ascolta, annuendo alla prima sentenza da lei emessa, per quanto riguarda la seconda, beh lì magari ha qualcosa da dire in risposta alla stessa <Io sì invece..> andrebbe a dire incrociando le braccia al petto mentre i lunghi fili di seta corvina vengono fatti svolazzare da una folata di vento <Non ne varrà mai la pena, che le motivazioni siano giuste o sbagliate, le guerre non valgono mai la pena di esser cominciate, che non è di certo la stessa cosa di esser combattute ovviamente..> andrebbe a spiegare <Qualsiasi sia il motivo che spinge due fazioni a combattersi, non può e non potrà mai esser più importante della protezione degli abitanti dei villaggi che si ritroverebbero in mezzo alle due fazioni in lotta..> ammetterebbe scuotendo il capo in senso di diniego <L'unica cosa che porta la guerra è la sofferenza, mai la pace.. anzi, forse porta ancora più rancore di prima.. e chi ne soffre sono sempre e solo gli abitanti innocenti ed indifesi..> Concluderebbe quel pensiero posando lo sguardo sulle sue iridi celesti. Le domande che gli vengono poste subito dopo, non sono quesiti inaspettati, infatti andrebbe a districare le braccia per lasciarle cadere lungo i fianchi, decisamente più rilassato nel risponderle insomma <Non mi farei torturare di nuovo..> spiega la sua precedente affermazione <Se dovesse riaccadere, combatterei come ho fatto il giorno in cui Konoha venne distrutta..> ricorda come se fosse ieri le Chimere che insieme ad altri ragazzi uccise per proteggere il villaggio, che però fu assaltato lo stesso <Ho dato la mia parola che non sarei morto..> andrebbe a rispondere alla seconda domanda <Ho fatto una promessa a due persone alla quale tengo molto, quindi devo andare avanti per loro..> non ha fatto nomi in passato e non li fa nemmeno adesso, anche se i motivi sono un po' diversi certo, in passato erano informazioni riguardanti il villaggio per dei banditi, ora si tratta solo di una conversazione con una vecchia amica, però non è da lui dare troppe informazioni su altre persone, quindi omette i soggetti, lascia solo intendere che c'è qualcuno dalla quale deve tornare. Per quanto riguarda il suo vecchio Capo Clan, ormai non se nemmeno che fine abbia fatto, quindi si limita a rispondere in maniera molto vaga <Quando me la sentirò, allora la cercherò.. ora non credo di essere nello stato mentale adatto per parlarle..> ammetterebbe dunque alla volta della rosata, lasciandole la parola.
Giocata del 02/04/2021 dalle 19:21 alle 19:22 nella chat "Bosco Centrale"
Solleva il capo, soffermando la di lei attenzione nei riguardi altrui nel momento in cui a sua volta piega il capo, esibendo un inchino. Non sorride, ma le labbra si increspano appena come se avesse tutta l'intenzione di farlo. Continua ad ascoltarlo dopo questo scambio di inchini e onorificenze reciproche che si son fatti, portando il capo a piegarsi appena da un lato, soppesando le parole dello Hyuuga. <Dieci anni fa, ti avrei risposto che hai assolutamente ragione e che muovere guerra verso qualcun altro è fondamentalmente sbagliato.> Lo ammette con tranquillità, tenendo le braccia incrociate al petto e dandosi tempo e modo di articolare quello che poi verrà pronunciato ad alta voce. Vuol evitare di dire qualcosa che potrebbe essere inteso male o peggio, quindi le soppesa con molta attenzione. <Talvolta però non puoi fare a meno di muoverla perché il tuo avversario non ti lascia scelta> Com'è accaduto con il Leader della Yugure, appunto. <quindi, seppur tu voglia mantenere la pace a tutti i costi come il tiranno della pace che sei> Indirettamente, pur non pronunciando il suo nome, sta ovviamente parlando di se stessa prendendo in esame la situazione in cui s'era ritrovata anni addietro, scatenando appunto - assieme ai suoi nemici - la battaglia ai Monti Ardenti che è rimasta nella sua storia per la sua disfatta più totale. <non te lo permetteranno mai.> Conclude, dando campo alla sua esperienza in questo settore, in quanto guerrafondaia pur di difendere a tutti i costi il suo villaggio e l'amore che provava e che prova tutt'ora per quest'ultimo. Da non confondersi assolutamente con Kagegakure, poiché per il villaggio dei conigli non prova il benché minimo rispetto. Non s'assoggetterà mai a loro. <Purtroppo, per mantenere la pace, dovrai per forza di cose scendere sul campo di battaglia e combattere la guerra. Volente o nolente, il mondo girerà sempre attorno a questo. A volte, mi viene da pensare che sia colpa di noi shinobi. Senza di noi, tutto questo regime non esisterebbe. Eppure non intendo rinunciare alla mia vocazione e alla mia volontà.> Pronuncia ancora, mantenendo il consueto tono pacato di sempre con gli occhi gelidi che restano rivolti verso lo Hyuuga, pronta ad affrontarlo nel caso in cui abbia altro da pronunciare nei di lei riguardi. <La tua parola è importante, ma ai nemici questo non interesserà. Combatti sempre per ciò in cui credi e per le persone che ami, ma ricorda di vivere prima di tutto questo.> E quindi di combattere anche per se stesso. Per quanto riguarda l'argomento relativo al suo capo clan, si stringe nelle spalle. E' una sua scelta alla fine, non rientra nelle competenze della fanciulla. Soltanto quando avranno terminato i loro argomenti, prenderà tutt'altra vita salutando il ragazzo, tornando ai propri affari - e ai propri pensieri. [ END ]