Ragazzina Impertinente
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Giocata del 26/03/2021 dalle 19:22 alle 23:13 nella chat "Bazaar"
L'astro diurno che ogni giorno permette all'essere umano di vivere a pieno la vita a cui tutti sono destinati, è pronto ad abdicare in favore della sorella luna, tramontando ad ovest. Del bagliore accecante e riscaldante ormai è rimasto veramente poco, visto l'entrare in scena della notte e dell'oscurità. Luce ed ombra che s'incontrano nella volta celeste, dando vita ad un gioco di luci mozzafiato. Imbrunire deturpato però della sua bellezza a causa di alcuni banchi di nubi passeggeri, i quali, transitando, nascondono quel dipinto divino. Nella fase di giorno appena descritta, vi è il Sabaku che si è spinto fino al bazaar del distretto di Suna. Ha sentito molto parlare del luogo; dagli odori delle spezie al contrabbando di armi. Insomma, ce n'è davvero per ogni gusto. Cammina proprio tra le tende di quella sorta di mercato, osservando il tutto con sguardo estasiato. < ..... > Non dice nulla, limitandosi a passare tra gli spazi venutesi a creare da una tenda all'altra, soffermandosi sulla merce esposta. Di tanto in tanto le due ametiste incastonate in quell'incarnato albino, guizzano in direzione dell'uomo o della donna che urlano per attirare l'attenzione. Gesto usuale, abitudinario, utilizzato per lo più ad attrarre la possibile clientela. Ad occhi esterni si presenta come un ragazzo/uomo dalla corportaura media, slanciata, alto sui centottanta centimetri. Capigliatura corvina lasciata alla mercè delle condizioni climatiche dove alcune ciocche ribelli gli scivolano fino alla guancia destra, occultando gran parte dei suoi tratti somatici - occhio incluso -. Busto coperto da una maglietta nera anonima su cui si poggia la felpa bianca a collo alto con chiusura verticale a zip. La caratteristica di questi indumenti? Non hanno la manica dritta. Infatti l'arto superiore destro è nudo da spalla fino a polso, mettendo in mostra una muscolatura non eccessiva, ma dannatamente definita. Sul bicipite, nella zona esterna, svetta il coprifronte di Suna che lo colloca all'interno della grande famiglia ninja. Pantaloni scuri come la pece con dei ghirigori dorati che calzano morbidi e larghi sui quadricipiti, e poi si stringono alle caviglie dove partono i classici calzari da shinobi aperti sulle punte dei piedi. < Non è la solita confusione... > Lui che rifugge dal caos, in quel marasma "diverso" sembra quasi provare piacere nell'esserci. Avanza, accompagnato costantemente dal fruscio flebile della sacra sabbia contenuta nella giara dietro di sè. Reliquia ocra posta in modo diagonale, svettante oltre la sua figura e tenuta legata alla schiena grazie ad una stoffa color rosso fuoco che lo cinge e fascia con armonia in vita. Portaoggetti e portakunai completano l'abbigliamento, con il primo che fa capolino lungo il fianco destro ed il secondo, è ben allacciato intorno alla gamba mancina. All'interno? Di tutto e di più. [Chakra OFF] Si sta facendo decisamente tardi, ma non è per far compere che si aggira ora tra le tende di quel Bazaar, inganna il tempo, osserva la gente e semplicemente studia. Cerca ispirazione per un nuovo personaggio ora che l’idea di quel reality show sembra del tutto svanita, lontana a livello di tempi e rapporti rispetto, le tocca tornare ad accettare parti inulti, comparsate orribili e stupide pubblicità per implementare il guadagno da agente scelto e permettersi quell’appartamento che stupidamente si è comprata seppur abbia di fatto smesso di viverci. Alza gli occhi al cielo a quel pensiero, roteando quelle iridi rosse verso l’alto, esasperata davanti alla sua stessa stupidità, se solo non si fosse legata così tanto, se non avesse affidato tutto a Fuji allora non avrebbe fatto quell’errore. I legami sono sempre sbagliati. Gli anfibi bianchi si muovono agili in quel terreno sabbioso, lasciando impronte ben strutturate alle sue spalle, il colore della pelle delle scarpe è un laccato bianco, una verniciatura molto chiara e che chiude quasi prepotentemente lo stile decisamente più ribelle degli ultimi tempi. Un paio di larghi boyfriend jeans di colore azzurro chiaro e a vita alta a coprirle le gambe, i risvoltini lasciano che la frescura le lambisca le caviglie. A dare un tocco deciso a quei pantaloni ci si mettono gli spacchi, i graffi, che aprono il tessuto sopra alle sue ginocchia e sulle cosce, vicino alle tasche. Le mani si trovano proprio lì dentro, a stringere quel cellulare nuovo di cui ancora pochi hanno il numero, prima o poi se vuole ricominciare a lavorare dovrà pur recarsi in agenzia a lasciare i suoi dati. Sospira appena andando ad osservare l’orgoglio ninja che non riesce a condividere. La destra esce e passa tra i capelli dal biondo fragola che ora vengono fatti scivolare lungo la maglietta nera con un teschietto bianco stilizzato proprio al centro del petto, passando successivamente su quel bomber nero lasciato aperto. Scivolano ricadendo poi liberi dietro alle sue spalle. Non Fiata semplicemente si tende oltre a quella figura sconosciuta, attirata da un paio di orecchini messi in mostra. Pietre rosse, luccicanti proprio come i rubini che ha su quel volto di candida porcellana, lei non è certo una tipica creatura di Suna eppure è quella che un tempo considerava casa sua, lì è dove ha passato consapevolmente i primi anni di vita seppur sappia di essere stata messa al mondo da qualche altra parte. Non ha idea di dove vivessero i suoi genitori, a malapena ricorda di aver attraversato il deserto quando era molto piccola, giusto qualche confuso flash che ogni tanto assale quella mente occupata sempre più in problemi più immediati e per lei concreti. Non parla al ragazzo, solo lo sfiora andando ad allungare il busto prima e successivamente la destra verso la bancarella, fissa le pietre con attenzione. Così facendo sta a tutti gli effetti diventando un ostacolo da dover superare per lo sconosciuto che non viene più degnato di alcuna attenzione, lei abituata al caos che solitamente regna nel luogo non si fa problemi a diventare un vero e proprio intralcio, abituata a quando la ressa è più presente Braccia unite davanti al petto, incrociate poco più sopra lo stomaco, dettando una postura rilassata, di relax, ma anche di chiusura e diffidenza verso gli avventori - sconosciuti - del posto. Avanza tra i vari clienti delle tendopoli, facendo attenzione a non urtare nessuno, soprattutto con la giara. Ama quella reliquia a cui gli è stata affidata la custodia, ma sarebbe da ipocriti non dire che è dannatamente ingombrante. < Qui Keiga impazzirebbe... > Ma non per la bellezza e rarità della merce esposta, bensì per la troppa confusione del luogo. L'inuzuka è restia al caos, al chiasso e alla mischia. Carattere del tutto diverso rispetto ad un'altra fiamma che, volente o nolente, ha occupato spazio nella sua mente. < Sango invece ci andrebbe a nozze. > Esatto. Proprio il membro della Shinsengumi dalla capigliatura rossa. Due donne completamente agli opposti, ma con un punto in comune non indifferente: a letto ci sanno fare. < Un giorno di questi mando tutto all'aria... > Mettendo da parte letteralmente le donne citate in precedenza. < ...e mi ritiro con Tsuyu. > Prima o poi lo farà. Anche se togliere completamente dalla vita il sesso è compito assai arduo. < Uh? > Inarca il sopracciglio sinistro, deformando i tratti somatici in un'espressione stupita. Infatti, su una delle bancarelle che gli sfilano accanto, l'attenzione viene attirata da un tipo di arma mai vista fino ad ora: il tonfa con lame. < Interessante... > Immagina nella propria testa il suo eventuale utilizzo, abbinandolo all'innata del clan di cui fa parte. Si alternano diverse combo, ma decide di non acquistarla. I ryo gli servono per mantenere la casa in affitto nella magione dei Sabaku, oltre che estorcere qualce informazione alla Yakuza. Ma questa è un'altra storia. Si allontana dal banchetto di armi, arretrando con dei semplici passi, distraendosi qualche secondo. Quell'attimo lo porta ad urtare, involontariamente, contro la schiena di Saigo intenta a guardare qualche gioiello nel banco posto subito dietro. La giara color ocra dovrebbe venir a contatto con il dorso della ragazza, senza troppa forza ovviamente, ma sufficiente a farle cadere gli orecchini a pietra rossa che ha adocchiato. [Chakra OFF] La destra è lì, tesa a sfiorare quegli orecchini che ancora non ha il coraggio di alzare e reclamare come suoi, atteggiamento decisamente insolito per lei, eppure negli ultimi tempi tutto sta cambiando, la voglia di ridere e scherzare è stata seppellita lasciando il passo solo al peggio dei suoi demoni. Il polpastrello dell’indice destro dunque sfiora, mentre il busto sta flesso in avanti, gambe appena flesse per permettere di restare comunque in equilibrio, piegata in avanti così com’è la catena con la chiave di Fuji che porta al petto minaccia di fuoriuscire, di mostrarsi a tutto il mondo ma si ferma in quella piccola conca formata dalla corta magliettina poco sotto al suo mento. In compenso il venditore è assolutamente libero di sbirciare e farsi una buona idea dell’intimo che non si è messa. Capelli che scivolano pian piano in avanti, superando le spalle e andando a coprirle i fianchi, ciocca dopo ciocca dimostrando una notevole resilienza nel non volersi separare dalle sue vesti. In un solo istante tutto cambia. Lo scontro provocato dal ragazzo con la grande giara, come un grande pennello, la urla nel punto più esposto di quella linea disegnata dal corpo, la sospinge in avanti lasciando quindi che il contatto tra pietra ed indice avvenga, il freddo viene percepito subito dopo il lieve fastidio causato dallo scontro mentre anche il resto delle sue dita vanno ad appoggiarsi a quella bancarella, il proprietario vene così riscosso dalla vista di quelle coppe di champagne e scuote violentemente il capo. I suoi occhi individuano il movimento e subito abbassa il capo verso l’insenatura che si è formata tra pelle e maglietta. Scorge, senza poter intervenire per arrestare il movimento, la chiave che scivola implacabile andando a superare il collo di codone ed ora penzola a qualche centimetro dalla tavola di legno. Rabbia. Si rialza quindi, andando prima di tutto a portarsi la mano sinistra sul petto, a voler chiudere lo scorcio mostrato fin ora e fulminando quel maniaco davanti a lei <sono minorenne coglione> delicata. La voce risuona di quella rabbia intensa che da giorni ormai la perseguita prima di andare a ricercare il colpevole. Si volterebbe dunque di scatto a questo punto mentre gli occhi andrebbero a posarsi sulla figura altrui. Un braccio completamente scoperto, il coprifronte portato con quello che a lei sembra orgoglio, insomma un ninja che pare non essersi reso conto di quanto il loro valore sia sceso <sì?> tamburella appena con il piede destro, la chiave di quell’appartamento ancora in vista, la furia iniziale le ha fatto dimenticare quel dettaglio. Lo guarda dal basso verso l’alto vista la differenza di altezza e si aspetta delle scuse, altezzosa quanto basta, infuriata come se non potesse farne a meno Il senso del tatto, purtroppo, non è assimilabile e utilizzabile dalla terracotta di cui è composta la giara color ocra assicurata alle spalle. Per questo, completamente distratto e immerso nei suoi pensieri, non si accorge neanche per sbaglio di aver urtato sulla schiena o sul sedere - dipende dai punti di vista - la povera e piccola Saigo. < Uhmpf... > Sospira rumorosamente, allargando la cassa toracica prima ed espirare poi in un abbandonar delle spalle. Le braccia, prima racchiuse e intrecciate tra loro davanti al petto, sciolgono quel nodo che le teneva unite, tornando a scivolare lungo i rispettivi fianchi. < Finchè la questione della Yakuza non viene risolta, non posso fare spese troppo esose... > Mormora a fil di labbra, dando voce a quel pensiero che gli sta praticamente bloccando ogni tipo di sfizio a livello monetario. < Quel drogato maledetto deve accelerare, altrimenti lo faccio diventare una donna. > Il soggetto appena descritto prende il nome di tale Ryuuma. < Tanto i capelli lunghi già ce l'ha. > Basta evirarlo, smussargli quei cazzo di denti da vampiro che si ritrova, un'intervento alle poppe e il gioco è fatto. < Uh? > Testa che ruota verso manca, in senso antiorario, dando modo alla coda dell'occhio sinistro d'adocchiare la situazione venutasi a creare con Sango ed il titolare di quella bancarella. Anche il bacino ed il tronco seguono il moto rotatorio del capo, spostando di fatto la giara dalla portabilità di Saigo, nascondendola dietro di sè. < Si? Si che? > Sfarfalla un paio di volte le ciglia, andando ad irrorare quelle due ametiste incastonate nei tratto somatici dalla carnagione chiara, albina. Abbassa lo sguardo in direzione del membro della Shinsengumi, squadrandola senza alcuna discrezione da capo a piedi. < Sei troppo piccola per me. > O lui troppo grande per lei. Dipende dai punti di vista. Sempre. < Cercati qualcuno della tua età. > Con nonchalance esterna quelle frasi, mantenendo un tono di voce pacato, quieto, che riflette l'espressione distesa del volto. Cosa si aspettava l'altra? Delle scuse? Non è nell'indole del Sabaku, soprattutto se non si è accorto minimamente di averla urtata. Niente prove, niente fatto. [Chakra OFF] Le sente distintamente quelle parole, non si è semplicemente distratta, non le ha immaginate il ragazzo ha proprio detto “Yakuza” e “droga”. Potesse leccarsi i baffi lo farebbe, li avesse lo farebbe, non fosse estremamente fuori luogo si leccherebbe le labbra questo è indubbio invece si limita a lasciar scemare almeno in parte la sua collera. Ora non che la Yakuza o la droga siano problemi della Shinsengumi, per ora. Il punto è proprio capire come queste informazioni potrebbero risultarle utili ma soprattutto prima ha bisogno di averle certe informazioni. Ovviamente lo sconosciuto prosegue con i suoi discorsi lasciando vacillare quella pazienza già estremamente risicata che si trova. Inspira profondamente andando a socchiudere gli occhi e scegliendo semplicemente quale personaggio interpretare. Nella sua mente scorrono gli atteggiamenti e quindi eccola riaprire gli occhi e sospirare appena. Non cancella del tutto quel gusto di risentimento capendo che sarebbe strano farlo sparire ma si dimostra molto più ingenua del previso, decisa ma non per questo più saggia. Non che poi abbia l’età per definirsi saggia ma sono dettagli <mi hai urtata> replica semplicemente <ma visto quello che dicevi> lascia cadere la frase mentre va a fare un piccolo passo in avanti <forse ti provoco così posso conoscere voi della Yakuza> un occhiolino. Sì ok una psicopatica ingenua oggi si è scelta questo ruolo da interpretare <per il resto non mi interessi potresti essere mio nonno> scuote le spalle alzando gli occhi verso l’alto. Esagera, se fosse una situazione normale forse la sua risposta sarebbe stata differente, forse avrebbe anche permesso a sé stessa di diventare scema ma dopo tutto il casino con Fuji ha più o meno imparato una parvenza di autocontrollo e c’è da sottolineare come la sua mente si sia appena focalizzata su altri dettagli. I capelli ondeggiano delicati ad ogni suo movimento mentre la mano destra imita la gemella e si posiziona nelle tasche dei larghi jeans. Proprio lì andrebbe a comporre il mezzo sigillo della capra, silenziosa e senza variare atteggiamento si limiterebbe a provare a richiamare il chakra, energie fisiche che andrebbero a radunarsi nel suo basso ventre in una vorticante sfera d’energia, similmente andrebbe a riunire le energie mentali dietro alla sua fronte e solo a questo punto proverebbe a muovere le due differenti sfere controllandone la velocità di rotazione così che sia uguale. Le vorrebbe far convergere all’altezza della bocca dello stomaco dove incontrandosi andrebbero dunque ad unirsi cosa che dovrebbe permetterle di richiamare il chakra. Meglio non abbassare la guardia con un palese ninja e probabilmente membro della Yakuza [richiamo chk] La notte è ormai definitivamente calata, portando con sè una leggera brezza frizzantina, fresca, figlia della stagione primaverile in cui sono da poco entrati. Le ombre e l'oscurità hanno allungato si sono estese, contrastate dalle luci artificiali della tendopoli. < Ti ho urtata? > Reclina di poco il capo verso destra, avvicinando l'orecchio alla rispettiva spalla semi nuda. Guarda di sottecchi la figura di Saigo, sbatacchiando un paio di volte le palpebre prendendosi tutto il tempo che gli aggrada. < Come ti avrei urtata? Neanche sapevo della tua presenza... > E anche se l'avesse saputo, probabilmente avrebbe proseguito per la sua strada. < Aspetta, aspetta... > Distende le braccia in avanti, mostrando i palmi alla Manami. < Tu... > Il dito indice della mano dritta la indica, inquisitorio quasi. < ...vorresti provocare me? > Stavolta è il pollice che si allunga verso se stesso, toccando con il polpastrello il petto più o meno al centro. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, abbozzando un sorriso divertito di fronte a quella voglia della ragazzina dai capelli rosso chiaro. < L'esperienza in anni si paga. Sia nel bene che nel male. Non credo che il tuo livello di provocazione sia così sviluppato. Dunque... > Lascia in sospeso la frase, lasciando intendere all'altra che deve ancora farne di strada per appararsi a ciò che il Sabaku ha fatto sotto le coperte. E la strada è decisamente lunga se consideriamo che, ultimamente, le donne con cui è stato sono Sango e Keiga. Il topo del top a livello di maliziosità e giochi vari. < Voi della Yakuza? > Aggrotta la fronte, non riuscendo a capire il motivo del chiamare in causa l'organizzazione mafiosa per eccellenza. Cancro di Kagegakure. < Io non sono della Yakuza. Come diamine ti è venuto in mente? > Vuole una spiegazione, non ricollegando quel pensiero detto - evidentemente - troppo ad alta voce. Anche i muri hanno le orecchie. < Piuttosto... > Forse la serata potrebbe prendere una piega del tutto inaspettata in positivo. < Cosa conosci al riguardo? > Domanda prima di accusare il colpo del nonno. Cerca di mantenere la calma, d'essere impassibile, tuttavia la vena ad altezza tempia sinistra aumenterebbe di volume, mostrando il battito cardiaco accellerato del Sabaku. < Eppure su questa giostra ci vogliono salire in molte. > Frase con un certo velo d'orgolio per controbattere a quell'insulto. < Ma non sono discorsi da fare con una R A G A Z Z I N A. > Mettersi al suo livello? Fatto. [Chakra OFF] Sospira appena parla l’altro, possibile che non ci si accorga nemmeno dei propri errori? Abbassa lo sguardo così da cercare di capire come spiegarglielo mentre la mente corre a tutta la serie di spiacevoli eventi dovuti a quell’urto improvviso, così facendo scopre la collana che riflette le pallide luci che la colpiscono. Distaccandosi appena da quel discorso e da quella conversazione iniziale la destra si muove ora, che il sigillo è stato sciolto e il chakra gira per il suo corpo, con tutta la velocità che possiede, quasi senza rendersi davvero conto della differenza data dall’energia che ora è in circolo. Andrebbe quindi velocemente ad alzarla così poi da infilare la punta tra la pelle e il tessuto della maglia per poi sospingerla appena verso il basso, cosa che dovrebbe permettere alla gravità di fare il resto e lasciare che quella strana collana torni a sparire dall’altrui vista <e chi vuole provocarti> ribatte appena tenendo però sempre quell’innocente atteggiamento <ti ho appena detto che sembri mio nonno> sbatte un paio di volte le palpebre perplessa, insomma sembra davvero una con dei problemi così grossi con la figura maschile? Beh non che ne abbia ma per fortuna fin ora si è davvero limitata ai giovani e aitanti abitanti di Kagegakure senza spingersi verso i vecchi <e sì mi hai spinta> il peso viene spostato sulla gamba destra e il busto inclinato appena da quel lato così da poter vedere dietro di lui ma soprattutto scorgere la giara. Un rapido calcolo rispetto al punto in cui ha sentito la spinta ed eccola andare ad indicare con l’indice della mano destra <con quella> ne è sicura, convintissima lei. Insomma o sta mentendo ed è stato solo uno strano metodo di approccio o davvero non ha sentito il contatto, il che esclude ogni parte fisica del corpo lasciando solo alla giara la responsabilità. Il discorso continua, dunque, cerca di non mascherare modificare il suo atteggiamento da pazza ingenuamente interessata <sei tu che ne parlavi> ammette semplicemente <pensavo fossi uno di loro> scuote le spalle come per pulirsi da ogni responsabilità <a me puoi dirlo eh! Mica sono della polizia io> no peggio è della Shinsengumi. Quest’ultima parte di argomentazione resta salda nella sua testa mentre va a sorridere abbastanza gentile. Innocua, basta guardarla per capire che non nasconde alcuna spina, una semplice ed inutile ragazzina che non saprebbe fare nulla. Oh quanto le piace sembrare così indifesa ed incapace Le dita della mano destra si dipanano, venendo fatte passare poi tra la folta capigliatura corvina, nel tentativo di sistemare e rassettare le ciocche ribelli ricadutegli fin la guancia dritta. Per un attimo, un lieve momento, anche l'occhio si mostra, dando un minimo di visibilità a quella rara ametista. < Non serve che mi provochi... > Fa spallucce, senza distogliere l'attenzione dal volto della ragazzina, squadrandola dall'alto verso il basso per via della differente altezza che intercorre tra loro. < Non voglio che tu lo faccia. > E' pur sempre una minorenne. Va bene che gli piace il sesso e tutto il mondo che gli orbita intorno, ma c'è sempre un limite. Passare da amante a malato mentale pedofilo è un attimo. < ..... > Non dice altro, volenteroso di vedere dove l'altra vuole andare a parare. La lascia fare, seguendo poi la direzione indicata dal suo indice, trovando nella traiettoria la reliquia di cui è il custode? < Ti avrei urtata con questa? > Domanda retorica di cui non attende risposta visto che già gli è stata fornita in precedenza. < Non diciamo stronzate. A malapena la faccio sfiorare con lo sguardo... > Detta così sembra brutta. < Figurati se non ci sto attento io. Tsk! > Insomma, la possibilità che il fatto sia accaduto non è poi così tanto remota. Ma non vuole prenderla in considerazione. Ciò significherebbe dare ragione a quella nana poco rispettosa. < Ti ho detto che non sono uno di loro... > Quante altre volte dovrà dirglielo prima che gli creda? < Però è vero, ne stavo parlando perchè sono sulle loro tracce. > Nell'ultima frase si può avvertire chiaramente una vena di nervosismo scuoterlo. < Ma non sono affari che ti riguardano. > Chiude lì il discorso. Perentorio. < Piuttosto ragazzina, sei del posto? > Allargando gli arti superiori oltre i fianchi, abbracciando in quell'abbraccio simbolico tutto il bazaar. < Sai chi vende buone armi a prezzi, come dire, giusti? > Senza specularci troppo sopra. < A Suna su un giornale ho letto di un fabbro che ha la sua fucina a casa. Devo andare ancora a fargli visita. > Così da poter valutare con i suoi stessi occhi l'abilità del forgiatore. Il nome però non gli sovviene. < Hai un nome? > Così, secco e diretto. Come sempre. [Chakra OFF] Gli occhi al cielo questa volta, forse si è un pochino fissato. Potrebbe anche continuare a sostenere la sua tesi e discutere su quanto sia poco interessata ad un vecchio o meno peccato però che questo le remerebbe contro, almeno per quel che riguarda l’obiettivo di questa sera. Sospira dunque decidendo di lasciar perdere la questione. Mentre alza lo sguardo verso l’alto palesa anche la sua esasperazione andando così ad interrompere la recita altrimenti perfetta, quel personaggio non l’ha portata a nulla e dimentica velocemente <yereyare> borbotta per tutta risposta verso quello sconosciuto. Praticamente si rivela accondiscendente, giusto per farlo tacere una volta per tutte, figurarsi se lei va a cercare un vecchio, è già stata rifiutata abbastanza volte dai suoi coetanei, tranne da Haru e la sua tuta grigia. Si schiarisce la voce mentre cerca di scacciare quell’immagine seppur riesca con non poca difficoltà <lo conosco> si raggela appena ne sente parlare. Ha bisogno di soldi e per quanto possa aver litigato con Fuji, il morto, al momento non è certo il caso di fare la schizzinosa, hanno un patto, le deve pagare ogni cliente che gli porta <ma le ragazzine dovrebbero farsi i fatti loro> solleva e scuote le spalle come a voler sottolineare quanto le parole appena pronunciate da lui si stiano ritorcendo contro. Un passo indietro da parte sua come se la conversazione fosse decisa, uno sguardo in sua direzione e poi con una mezza piroetta andrebbe a dargli le spalle. Non certo un gesto furbo mostrare le spalle al nemico ma pensa di saper scappare con una certa abilità quindi non se ne preoccupa poi tanto. Sarà anche una buona a nulla ma in tutti quegli anni ha imparato come sfruttare una ferita a suo vantaggio e soprattutto come far sparire velocemente le sue tracce <l’hai detto tu> lo ribadisce senza nemmeno girarsi a guardarlo, come a voler sottolineare ancora una volta il punto. Sta solo facendo come le è stato detto: i fatti suoi <buona fortuna con la ricerca di armi, lui è il> non lo dirà. Non farà alcun complimento a quel cretino, non lascerà MAI che una parola gentile esce più dalla sua bocca <fabbro più bravo> maledizione. Le serve però, deve pensare a sé stessa e ai suoi scopi non a quel maledetto schifoso avanzo [chk on]
Giocata del 31/03/2021 dalle 20:56 alle 22:07 nella chat "Bazaar"
< Yereyatrare? > Storpia quella parola non avendone capito il significato, sbatacchiando un paio di volte le palpebre, continuando ad osservare dall’alto verso il basso il membro della Shinsengumi, data la differenza d’altezza. < Cos’è? Un gergo di voi giovani? > Come quella strana ragazza incontrata qualche settimana prima alla piccola Oasi. Se la memoria non lo inganna, dovrebbe chiamarsi Naomi. Ma non ci mette la mano sul fuoco. Ciò che ricorda in modo nitido di quell’incontro è stata una parola in particolare. < Come boomer? > Esattamente. Proprio questa. Sposta poi il discorso su qualcosa di molto più utile, attirato dalle parole di Saigo riguardo il suo conoscere il fabbro di Suna. < Lo conosci? > Domanda retorica, poiché ha già avuto una risposta positiva. < Hai mai visto di persona delle armi forgiate da lui? Di che qualità sono? > La riempie di domande, incuriosito dal fatto di aver ricevuto un feedback reale e oggettivo - forse - sul lavoro della persona di cui ha sentito parlare. < Ehi ehi… > Il braccio destro si libera da quell’intreccio che lo teneva unito al gemello - sinistro - davanti al petto, distendendosi di poco in avanti, allungandosi verso le spalle della Manami. < Dove diavolo credi di andare? > La rimprovera, posando lo sguardo color ametista su quei capelli lunghi dalla tonalità rosso chiaro. < Sei in una conversazione. > Alza leggermente il tono di voce per coprire la distanza venutasi a creare tra lui e la ragazzina. < Torna immediatamente indietro! Almeno mostra un minimo di rispetto… > Rispetto che, nonostante il suo esser schietto e diretto, a volte rozzo, ha portato sempre ad ogni tipo di persona. Da quelle più grandi a quelle più piccole. < E un’altra cosa… > Muoverebbe due passi in sua direzione, prima di fermarsi di nuovo. < Ti ho chiesto il tuo nome e non hai risposto. Come devo chiamarti? Lady nessuno? > Scherza, anche se la mancata presentazione dell’altra lo manda di poco fuori di giri. Osserva e si pone in attesa di una sua eventuale mossa. [Chakra OFF] Così decide di girarsi e semplicemente chiudere una conversazione che non la porterà a nulla di utile, soprattutto perché di mezzo c’è Fuji. O Forse la sua è tutta una tattica? In ogni caso semplicemente si volta, senza iniziare davvero quella camminata, sicura di avere, almeno per il momento, il coltello dalla parte del manico possedendo delle informazioni ricercate dall’altro. Eccole, infatti, le parole che vanno a confermare la sua idea, sorride soddisfatta mentre ancora mostra a lui le spalle, un’espressione che lascia trasparire, a chiunque possa vederla, quanto le dia soddisfazione aver ragione. Chiude le palpebre, un singolo battito di ciglia e torna la ragazzina al suo posto, troppo ingenua, troppo stupida per poter arrivare a manipolare le persone, innocente. Lascia che il fianco destro vada a ruotare di poco così che il suo volto possa sporgere in direzione di Dyacon proprio appena oltre la spalla di quello stesso lato. La sua visuale riesce a comprendere il genin seppur solo grazie alla visione periferica <rispetto? Oh ha ragione Ojii-san> sperando che almeno questa espressione tipica della loro lingua venga compresa. Il rispetto dovuto ad un uomo anziano, una parola che lascia comunque trasparire un innocente affetto verso il nonnino della situazione <le chiedo scusa. Le serve una mano per tornare a casa?> sorride, gentile. Si sta divertendo, lo provoca così da vedere fino a dove può arrivare, quanto può tirare la corda. Non c’è modo migliore per conoscere e manipolare una persona se non prenderla palesemente in giro, in maniera quasi affettuosa così da darsi dei parametri sulla sopportazione altrui <comunque sì ho visto le sue armi, sono maestose> in realtà l’unica a cui abbia mai donato vera attenzione è Aozora ed è effettivamente una marionetta perfetta. Oh sì anche il suo braccio forse è un’arma, non ci si è mai soffermata. Ad ogni modo eccola andare finalmente a voltarsi <posso condividere con lei le informazioni a patto che io abbia qualcosa in cambio> scuote appena le spalle mostrandosi nuovamente al ragazzo con il busto. Lo fissa dal basso verso l’alto <ad esempio mi piacerebbe sapere che hai da raccontare sulla Yakuza, ora sono molto curiosa> occhietti da cerbiatto, sbatte le ciglia un paio di volte e sorride Tutto il caos generato dalle urla dei vari venditori passa in secondo piano, reso prima ovattato e poi, successivamente, silenziato. La sua attenzione è tutta per la ragazzina che si trova di fronte a lui, di spalle, di cui non può accorgersi di quel sorriso di soddisfazione che gli nasce spontaneo quando ammette di aver ragione. Donne. Ruota gli occhi verso l’alto, facendo perdere quelle due ametiste nel cielo notturno sopra di loro, illuminato dal chiarore argenteo della luna e privo di nubi. Sospira rumorosamente, gonfiando la cassa toracica per poi far cadere le spalle a mò di resa. < Fottiti tu ed Ojii San o come cazzo si chiama. > Stizzito replica alla volta del membro della Shinsengumi, squadrandola dall’alto verso il basso data la differenza di altezza che intercorre tra i due. < ….. > In silenzio, si avvicina alla dispettosa interlocutrice di serata, facendo scivolare le calzature da shinobi su quell’elemento granuloso di cui è il custode, lasciando un segno delebile del suo passaggio. < Fai poco la spiritosa nanerottola… > Risponde per le rime, ma senza dare l’aria di scherzare. Infatti i tratti somatici restano impassibili, senza far trasparire nessuna emozione. < Perché è così che ti chiami no? > Inarca il sopracciglio sinistro, muovendo poi l’arto superiore destro in direzione della ragazza. I polpastrelli di indice e medio, andrebbero a poggiarsi sulla fronte di lei con delicatezza, facendosi spazio tra la frangia color rosso fragola. Se glielo permetterebbe, eserciterebbe una pressione lieve, quasi nulla, con l’intento di darle una leggera spinta all’indietro. Gesto bonario, quasi d’affetto, nei confronti di un’esponente femminile di almeno dieci anni in meno. Fosse stato maschio probabilmente sarebbero finiti a ceffoni. Ma questa è un’altra storia. < In assenza di un nome, bisogna inventarlo. > Logica conseguenza del suo non essersi presentata. Aggrotta poi la fronte, non tanto per il modo quasi da mafioso vecchio stampo con il quale gli si rivolge, no, bensì perché vuole avere informazioni sulla Yakuza. < Sei minorenne. Che cosa ti porta a voler informazioni riguardo un’organizzazione così oscura e potente? > Lui ha appena iniziato a combatterla, partendo dalla base, come gli ha consigliato il barman dell’Oppai Bar. Faida nata per caso e aperta da uno dei capetti della banda. E’ alla ricerca proprio di quest’ultimo così da ripagare con la stessa moneta l’onta a cui è stato sottoposto. [Chakra OFF] Oh che palle. Inizia a non reggere più quei discorsi che esulano da ciò che davvero le interessa, quello che vuole. La sera intanto sta calendo andando a svuotare man mano quel luogo. Si limita quindi ad alzare le spalle <tieniti i tuoi segreti che io mi tengo i miei> non ha davvero altro da aggiungere. Se ha deciso di non sbottonarsi non lo farà nemmeno lei. Tace dunque ignorando tutto il resto di quelle parole. Sorride però e continua a farlo gentile come suo solito, una finta ragazzina indefesa ed incapace di proteggersi <è stato un piacere ma addio> ed è con queste parole che alza la mano destra in segno di saluto, la sventola appena lasciando che anche quel gesto vada a rafforzare le sue intenzioni. Un passo indietro osservandolo e poi nulla di più si volta. Ha i suoi problemi a cui pensare e non ottenere informazioni al momento non la turba più di tanto. Certo la infastidisce ma solo perchè si rende conto di non essere ancora abbastanza brava per manpolare chiunque, ci sono abilità su cuio deve lavorare e questa è una di quelle. Non è ancora abbastanza, non abbastanza forte, non abbastanza abile. Ne prende ulteriore consapevolezza lasciando che l'orgolio si ferisca e piange nel suo segreto, in un piccolo angolo di dalusione verso sè stessa che momento dopo momento diventa sempre più grande. Si allontanerebbe dunque così, abbandonando Dyacon e la discussione. La yakuza? Già dimenticata, non era sua interesse l'organizzazione stessa solo accumulare informazioni per poter scalare nella shinsengumi, avere una buona base di partenza, essere pronta e preparata ma la sua sopportazione alla fine è stata anche troppa. Ha rinunciato e preferito allontanarsi, forse un giorno ci sarà modo di scoprire qualcosa, ci penserà ma adesso no. Persino le pietre che aveva addocchiato poco tempo fa ora hanno smesso di interessarle, meglio tornare dal clan, tornare a Kusa ed allontanarsi dal territorio di Suna prima che incontri anche solo per sbaglio Fuji, giacchè si è ripromessa di considerarlo morto [end] < Razza di impertinente. > Sbotta all'indirizzo di Saigo, osservandola dall'alto verso il basso con un'espressione infastidita stampata su quei tratti somatici dall'incarnato albino. < Addio. > Laconico alla volta della ragazza, osservandola sparire nell'oscurità della notte, almeno fin quando gli occhi riescono ad intravederla. < Che fastidio la gioventù di oggi... > Seccato, scuote leggermente il capo, portando la mano destra a passare tra la folta capigliatura corvina, cercando di dare una rassettata ai capelli. Infatti, alcune ciocche ribelli gli scivolano fino alla guancia destra, occultando gran parte del volto. < Meglio far rientro... > Mormora, ancora nervoso dell'incontro che ha avuto con il membro della Shinsengumi dai capelli color rosso fragola. Si volterebbe, intraprendendo la strada di casa, assorto nei suoi pensieri più intimi e profondi. Passata l'incazzatura maturata da quella discussione, l'attenzione viene riportata sulla Yakuza. < Bisogna partire dalla base della piramide... > Ripete l'indizio che il barman dell'Oppai Bar gli ha fornito. Ci possono essere varie chiavi di lettura per decifrare quel messaggio, ma punta tutto il suo istinto sui bassifondi del quartiere notturno. < Vediamo se quel drogato di Rasetsu può aiutarmi a venirne a capo... > Mormora a fil di labbra senza accorgersi del caos e della confusione che ancora regna sovrana nel bazaar nonostante l'ora tarda. Però da quell'incontro ha cavato un ragno dal buco: ha ricevuto informazioni riguardo la maestria del fabbro di Suna. Un feedback da parte di una cliente del forgiatore. Prima o poi dovrà andare a trovarlo e se non è riuscito ad avere l'indirizzo da Saigo, batterà un'altra strada raggiungere l'obiettivo prefissatosi. < ..... > In silenzio abbandona il luogo, accompagnato dal fruscio sempre presente della sabbia che sbatte contro l'interno della reliquia posta dietro di sè. Dopo pochi istanti si lascerebbe alle spalle tutto e tutti, diretto alla magione Sabaku. [End]