Ricerca di una possibile pista per il cane mentre loro "passano il tempo" nel vicolo
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Giocata del 25/03/2021 dalle 14:30 alle 21:49 nella chat "Quartiere Povero"
[Konbini - Scena del Crimine] Nel ghetto popolato dai ceti meno abbienti, occhi guardinghi e respiri di tensione aleggiano in un'atmosfera ferita dal recente lutto cagionato ai danni di quella povera civiltà. Sotto un sole tiepido, i cui raggi abbracciano col tepore della primavera, l'aria punge, tra angoscia, preoccupazione, e lo sgomento di quell'orrore perpetrato. La ragionevole diffidenza, che già piuttosto facilmente si può trovare in un ambiente difficile, in cui si lotta giorno per giorno per andare avanti, alberga ancora più cupa negli sguardi e nei cuori dei comuni residenti. L'area attorno al Konbini della vittima del misterioso assassino è stata recintata, scena del crimine sulla quale chi di dovere prosegue le proprie indagini. Qualche giornalista ancora intento a registrare dei servizi in aggiornamento per le televisioni locali o i quotidiani, facendo viaggiare l'informazione rapidamente in quell'epoca di innovazioni e sviluppo tecnologico. Sul palcoscenico della vicenda, alla dovuta distanza obbligatamente imposta dalle autorità, fa la sua comparsa il Nero ragazzone della foglia. Un metro e novantacinque di statura, per un peso di novanta kili, descrivono la stazza delle sembianze dell'allievo ninja del quartiere del Fuoco, precisato da una corporatura slanciata sulle leve inferiori, la quale contribuisce a scolpirne il profilo prestante e robusto, dalle tonicità atletiche che corrispondono ad una robustezza non tozza o tarchiata. La sua immagine è vestita con un abbigliamento molto semplice, una giacca verde militare (non mimetica) non troppo spessa e con cappuccio abbandonato sulle spalle, andando a sovrastare una camicia anonima bianca non troppo accollata; in vita, un paio di pantaloni comuni sempre sulle cromature dell'olivastro, con due tasconi enormi sulle cosce, dove tiene una bomba luce in quella sinistra. Il vestiario si chiude con la calzatura di scarpe basse anch'esse in prevalenza monocromatica chiara, un po' rovinate dal tempo e dall'usura, e con in testa un copricapo a cuffia in tinta con il soprabito e l'indumento inferiore, sotto al quale spiccano i Dreadlocks bruni che vanno lateralmente ad incorniciare il volto, mentre i restanti scivolano dietro la nuca. Orecchini squadrati su entrambi i lobi, un piercing sul labbrone inferiore carnoso, occhi blu densi e profondi sono quanto animano le fattezze facciali del combattente marziale. Il piglio serio, medita in silenzio, ascoltando qualche resoconto dei cronisti ed addetti ai lavori.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Kombini] Durante il periodo *vissuto* al villaggio, non si era mai spinta verso questa zona. Ha sempre preferito passare le sue giornate al bosco, in mezzo ad un brandello di natura incontaminata. Selvatica, selvaggia, irruenta, stronza, ma ha anche dei difetti. Il perchè sia finita lì non è di certo colpa o merito suo. L'artefice è il pastore italiano nero, a dir poco grosso rispetto allo standard della razza. <Hai finito? Possiamo tornare al bosco?> Domanda lei mentre cammina leggermente dietro il cagnolone. Sospira, sconsolata e rassegnata. Akuma, si muove tra le vie, con il tartufo piantato a terra che cerca una pista su quello che tutti chiamano killer. Perchè lì? Semplicemente perchè ha iniziato ad annusare e seguire odori, semplicemente. Le orecchie dritte, ascoltano ciò che accade attorno. Lei si limita a seguiro, tornando in silenzio. Capelli neri lunghi e lisci che raggiungono in sedere, tenuti sciolti, incorniciano un viso dalla pelle olivastra e due occhi neri, animaleschi quasi. Sulle guance sono presenti i triangolini rossi, simbolo del clan di appartenenza. Indossa un semplice top nero che lascia intravedere spalle e ventre. Sotto, un paio di pantaloni di pelle neri, lunghi che terminano in un paio di scarpe dello stesso colore. Indossa i guanti senza dita con la placca che ne protegge i dorsi. Legato alla coscia destra il porta armi mentre al fianco sinistro la tasca porta oggetti con dentro solo qualche tonico. Espressione fredda, distaccata. Continua a camminare dietro ad Akuma che pare accelerare le zampate di punto in bianco. Non fa una piega, neanche aumenta il passo, visto che lo vede fermarsi davanti al negozio, decisamente frequentato data la gente che c'è fuori. E non si fa alcuno scripolo il cagnolone a farsi largo tra le persone, ringhiando quando trova qualche ostacolo umano, per nulla amichevole, cercando di riuscire ad infilare almeno il muso dentro al kombini. L'odore di sangue, forse è stato questo a trascinarlo fino a lì. Anche lei storce il naso adesso. Non ha le stesse possibilità di Akuma senza innata, ma un minimo, lo sente. Nonostante tutto non affretta il passo. Non le interessa. Quel caso si può dire che sia di Akuma, che se la veda lui. [Chakra Off] [Konbini - Scena del Crimine] Un respiro flemmatico si disperde lungamente nell'aere circostante, portando con sé riflessioni taciturne e l'accortezza di chi adesso percepisce quella minaccia come più vicina a sé ed alla realtà dei fatti. I lineamenti appena maturi, glabri e virili, esprimono un taglio del viso indurito dalla situazione constata, inasprita dalla serie di dubbi che sia le forze militari che l'informazione pubblica lasciano percepire dall'incertezza del caso, aperto ed ancora irrisolto. Gli occhi indugiano sui paraggi, scontrandosi contro gli impedimenti riscontrabili per un comune astante qual è lui stesso, rendendogli meno agevoli gli intenti di analisi e ricerca, obbligato a mantenere un distacco e rimanendo sul limitare della scena del crimine. L'interesse non scemato per i dintorni, trova la sua scintilla nella figura del cagnolone AKUMA prima, il quale non si preoccupa di farsi spazio tra la folla di curiosi anche a suon di ringhiate poco amichevoli; e di Keiga poi, di riflesso, la quale si pone al seguito del canide con ben poco interesse rispetto a quell'animale. Aggrottando il sopracciglio mancino, sospinto verso l'alto da una vivace curiosità che quello strano duo poco sincronizzato negli intenti suscita nell'attenzione del Leaf's Nigga, le pupille indugiano sulla Inuzuka, osservando in rigoroso silenzio: almeno, finché le condizioni non portano ad approcciarsi l'uno all'altra, condividendo gli stessi spazi in una circonferenza maggiormente ravvicinata. < Gli Anbu hanno iniziato le ricerche anche con la squadra canina? > ipotesi giustificata dal luogo, dagli avvenimenti recenti, quella che deduce ed avanza verso la Kunoichi. Fa per analizzare il pastore italiano nero, mostrando il solito piglio compassatamente fermo, risoluto.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Kombini] Akuma si fa strada, con la sua solita e non particolare delicatezza. Una volta buttato il muso dentro, lo alza, facendo lavorare il tartufo nero per annusar l'aria. Un lieve brontolio prima di riportarlo a terra e fare qualche passo verso l'interno. Lei, che resta fuori, riuscendo ad avvicinarsi grazie al varco lasciato dal cane al quale la gente difficilmente si avvicina di sua spontanea volontà. S'arresta. Braccia lungo i fianchi e mani nelle rispettive tasche del pantalone. Gonfia il petto in un lungo sospiro, facendo alzare di poco il seno nel gesto, per poi sgonfiarlo in uno sbuffo dal naso. <Akuma non fare danni lì dentro> Ci manca solo che debba litigare con gli anbu o chicchessia. Ruota poi il capo verso Ekko, soffermandosi sui suoi lineamenti. Le narici si muovono in un gesto quasi impercettibile, cercandone un odore conosciuto che ovviamente non arriva. Inespressiva lo guarda per poi tornare rivolta verso l'entrata. <No. Akuma non è un Anbu> Parla riferita al cane, perchè ha comunque una sua vita anche se collegata con quella della sua umana. Torna su Ekko poi, guardandolo dal basso in alto, nuovamente. <...> Non fiata, come suo solito. Non è di molte parole a maggior ragione con chi non conosce minimamente. Ruota il capo ed il busto poi per guardarsi indietro, fulminando chiunque becchi nella visuale. <Akuma!> Lo richiama, tornando alla porta con lo sguardo. <*Wooff!*> Ed alza gli occhi al cielo <Ma che palle> Brontola anche lei, muovendosi verso la porta ed appoggiandocisi con la schiena, a metà. <Che c'è?> Chiede, mentre il cane sembra ritornare verso l'uscita. Un ringhio che parte direttamente dalla gola, lasciando che gli occhi neri vaghino sulla folla per poi rialzare il muso ed annusare l'aria, ancora una volta <Niente? Torniamo?> Lei non vede l'ora di andarsene, si vede? [Chakra off] Attendere esito
Nel quartiere notturno, neanche quarant'otto ore prima, è avvenuto un nuovo efferato omicidio. E' naturale come il corpo sia già stato portato via, in modo che possano analizzarlo e comprendere le nuove tracce trovate, oltre alla dinamica dell'omicidio stesso. Va da sé che il konbini è al momento chiuso al pubblico - ma per ovvie ragioni - sbarrato da filo giallo e nero, di quelli in plastica necessari per evitare che la gente s'avvicini troppo. Nei pressi del locale, infatti, sono presenti anche alcuni membri delle Forze Speciali Anbu, indossanti tutti una maschera a forma di belva - che sia un lupo o una volpe, animali comunque piuttosto simili tra di loro. Ne cambiano i colori a seconda del distretto d'appartenenza, infatti ne potranno vedere alcune con tonalità azzurrine e il simbolo di Kiri disegnato sulla divisa. Si tratta d'almeno tre figure indossanti il corpetto nero, il pantalone scuro multitasche con evidenti tasche porta oggetti o porta kunai. Il cappuccio della cappa è ben calato sulla loro testolina, mascherando quindi le fattezze corporee ed i capelli, assieme alla maschera che ne copre interamente i volti e ne modifica la voce. Di fronte all'ingresso del konbini, possono intravedere un vecchietto vestito di stracci che sta chiedendo l'elemosina. Un olfatto sopraffino come quello di Akuma può notare quanto non si lavi e quanto sia sporco, ma anche gli occhi attenti dei due genin saranno in grado di comprenderlo. I vestiti sono logori, strappati, hanno perso il loro colore originale e i piedi sono scalzi, completamente anneriti dallo sporco. Evidentemente va in giro anche scalzo. Di fronte ai piedi, il solito berretto consumato che contiene appena qualche monetina, forse lasciata dagli Anbu in servizio in quel momento. Il vociare confuso all'interno, piuttosto basso, non permette una comprensione totale dei discorsi del trio mascherato. Akuma, però, invade la scena a tal punto che un Anbu pare bloccarlo immediatamente sul posto, ponendosi davanti al muso del cagnolone poco prima che possa entrare. <Non vedi che non puoi entrare? Vuoi una scatoletta?> E gli poggia una mano sulla sommità del capo, cercando di acquietarlo un minimo. Dopodiché andrebbe subito alla ricerca di Keiga, alla quale rivolgerebbe un tono di voce poco più serio. <Puoi riprendertelo, per favore? Qui stiamo lavorando e non è possibile per lui o per voi entrare.> Apparentemente gentile, ci prova dapprima con le buone a mandare via coloro che, non essendo membri di quelle suddette corporazioni, non possono tutt'ora entrare. Si tratta pur sempre d'una indagine. [ One shot - se succedesse altro, interverrò ancora | Continuate in free ]
[Konbini - Scena del Crimine] Un portamento ferreo risalta dalla propria parvenza. Slanciato sulle leve inferiori, ergendosi in tutta la propria statura, il Nero Combattente della foglia si staglia sullo sfondo in un primo piano di compostezza risoluta quanto prestante. Le iridi blu guidano l'attenzione dell'ancora discepolo dell'accademia, brillando con vivida luminosità in quello scuro ritratto designato dai propri connotati. L'inclinazione della testa è verso il basso, sia per tenere inquadrato il canide, che la kunoichi. < Mh. > alle prime spiegazioni di lei, assottigliando la visuale di conseguenza, in un assetto meditativo circa le parole replicate dalla Inuzuka. < Di certo, però, è molto curioso. > commenta, la voce è spontaneamente greve, caratterizzata da suoni baritoni e compassati, pieni, dando alla vocalità una nota profonda ma non opprimente, contraddistinta da una misura di calma, in modo molto trasparente e simile all'impressione che lo stesso Combattente Marziale darebbe di sé. Ricambia l'occhiata della Ninja donna, intensamente e con placida risolutezza, finché quest'ultima non distoglie l'intreccio oculare, richiamata a sua volta e richiamando allo stesso tempo il di lei compagno a quattro zampe. Riempie il petto, incamerando molta aria, prima di rilasciarla in una palese rassegnazione alla risposta proferita da uno degli SHINOBI DELLE FORZE SPECIALI ANBU. < Sono un abitante del posto. Sono passato soltanto a commemorare la memoria del brav'uomo che lavorava qui. > probabilmente lo avrebbe potuto conoscere almeno di vista. < Assicurate questo malvivente alla giustizia. Contiamo sul vostro lavoro. > ultime note in direzione dei militari del corpo armato di sicurezza di Kiri, facendo perciò per lasciarli ai loro impieghi. A Keiga, poi, un cenno del capo, indicando il barbone. < Sarà meglio allontanarsi. > alla donna, un consiglio generale, che lascia la libertà di essere condiviso o meno. < Come mai il tuo cane sembra molto più interessato a questa faccenda di te? > dubbio legittimo quello posto all'indirizzo della Inuzuka, parlando sempre in maniera quieta e decisa. CERCA DI AVVICINARSI al POVERACCIO, increspando per un momento i lineamenti per l'odore poco piacevole, tentando comunque di mantenere una misura di rispetto per qualcuno che è maggiormente meno fortunato di lui. < Prendi, buon uomo. > alla volta del barbone, provando a dargli almeno una decina di Ryo. < Sei stato qui nei paraggi tutto il tempo? Hai visto qualcosa? > ci tenta a raccogliere qualche informazioni di fortuna, motivato a non abbandonare del tutto il caso, ora che quest'ultimo si è spinto fino alle porte di casa sua, del suo quartiere.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] In realtà neanche riesce ad entrare il cagnolone che l'Anbu gli piazza la mano sul muso. Il tartufo continua ad odorare, quello che riesce. Un odore misto interno del kombini e barbone all'esterno. Alle parle dell'Anbu si limita a guardarlo, occhi neri fissi sulla maschera, abbozzando un lieve ringhio alla scatoletta. Quando poi quello parla con lei, non pare preoccuparsi più di tanto, facendo balzare lo sguardo prima su Akuma e poi sull'anbu. Schiude le labbra e risponde <Hai sentito Akuma? Neanche loro vogliono il tuo aiuto> Lascia intendere, spostando poi lo sguardo sul vecchio puzzolente, storcendo il naso. Akuma indietreggia fino ad uscire anche col muso, muovendo il muso verso il barbone. Cerca di annusarlo quasi interamente, partendo dalla testa, scendendo sul busto per raggiungere infine i piedi. Alla fine, si libera in uno starnuto, alzando la zampona destra per grattarsi il tartufo. E che sia per l'odore o per altro, quel tizio non sembra piacergli particolarmente. Indietreggia di una zampata, puntandolo ed emanando dei ringhi sommessi in gola. <...> Non risponde ad Ekko, in un primo momento, guardandolo solo mentre risponde agli Anbu. Sospira ed accetta la proposta di allontanarsi.<Akuma, sei sicuro di volerlo mangiare? Sembra scaduto> Parla al cane, riferita all'odore poco piacevole del barbone. <Si diverte a cercare le tracce> E come non potrebbe. <A me non interessa> Alza le spalle. Semplice e diretta come al solito. Lo guarda poi mentre dona le monete al barbone <Invece dei soldi, fagli fare una doccia> Aggiunge storcendo di nuovo il naso e distogliendo lo sguardo. Akuma insinste intanto, costringendola ad alzare un braccio per dargli qualche carezza sul garrese. <Ok che puzza ma non esagerare. Hai già mangiato> Un tentativo di calmarlo che pare funzionare, sebbene non distolga lo sguardo dalla povera anima dall'odore stagionato. Un misto di curiosità e disprezzo, quella di Akuma verso il vecchio. [Chakra Off] [Konbini - Scena del Crimine] Il vecchio barbone scuote la testa, fa cenno di no, anche se ringrazia senza parlare il Ragazzone Nero. < Mettiti al riparo. Non è sicuro stare qui. > verso il poveraccio, nient'altro che quel suggerimento, flemmatico e greve nella voce. Si allontanerà da lui, senza toccarlo né rivolgergli ulteriori attenzioni, andando a vuoto in quell'intento di raccolta informazioni. < Quel tizio era spaventato a morte. Si vede che ha troppa paura per dire qualcosa. > potrebbe dedurre, dalla maniera che gli è stata riserbata nella risposta. < Qualcosa o qualcuno potrebbe averlo intimidito. Forse chi ha perpetrato il reato, anche se, date le circostanze, parrebbe strano lasciare testimoni. Sarebbe un errore da dilettanti. E qui, tutto sembra meno che si stia avendo a che fare con un principiante. > sfarfallio di ciglia, mentre condivide quelle considerazioni con Keiga, assoldata di fortuna in quella coincidenza del loro incontro come compagna di ricerca. < Lo vedo. > riferito all'intrattenimento del cane, palesando un ghigno divertito a riguardo. < Tu non sei dello stesso avviso, a quanto sembra. > intuendo e constatando, sia dallo schivo ed indolente modo di fare della Kunoichi, oltre alle medesime parole di conferma, che tra i due lei è quella piuttosto menefreghista della situazione. < Abbi rispetto di chi è stato meno fortunato degli altri. La guerra ha portato via molto a tanti. Quello che per noi può essere il minimo, per altri risulta essere un lusso. > non un rimprovero, ma un sentito modo di sensibilizzare il comportamento dell'altra, che quel luogo dove vive e si ricaccia la gran parte della popolazione povera, può essere caduta in disgrazia per le sofferenze addotte dal terribile periodo di conflitto. Un'occhiata al cane, che continua ad intimidire e ringhiare verso il senzatetto. Accigliato, ma incurante, demandando alla sua padrona ogni responsabilità. < Questo episodio però è differente dagli altri. I notiziari hanno detto che l'uomo del Konbini era un semplice lavoratore di tutta una vita. Le notizie passate, invece, parlano di bersagli che erano tutti degli ex ninja. > riflette, esternando quelle elucubrazioni anche all'intelletto ed all'analisi di Keiga. < Il modus operandi però pare lo stesso. Che l'assassino stia cercando di fare perdere le proprie tracce? > suppone, con aria poco convinta. Si acquatta sulle gambe, piegandosi quindi con le ginocchia, restando comunque abbastanza grosso e piazzato pure in quella posta cucciata. Scruta più in basso, il terreno, le vie del ghetto, puntando le iridi su qualcosa che non c'è veramente, come ad inseguire i pensieri. < Uno che si diceva di essere della Shinsengumi mi ha detto che non avrei dovuto preoccuparmi, che non saremmo stati in pericolo qui. > sbattendo le palpebre con fare meditabondo. < Ma questo crimine mette tutti in allerta, senza eccezioni. > deglutisce. < Oltretutto, fa capire che sia le forze militari degli Anbu, che quelle della Shinsengumi, sono ancora nel buio. > fissa Keiga. < Come mai non ti interessa? Non temi per te, o per chi ti è caro? > domanda semplicemente, in chiosa di quelle elucubrazioni sentite e ponderate.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] Niente, Akuma continua a stare lì. Alza il muso, annusa l'aria e poi lo riabbassa sul vecchio, tirando le orecchie indietro. Lei alza un sopracciglio alle parole di Ekko <Perchè date per scontato che lui non centri nulla?> Domanda, come al solito deve fare le sue supposizioni stupide, o forse no <Magari è stato lui e fa finta di essere un povero vecchio puzzolente> Guarda verso il barbone <Date per scontate troppe cose> Aggiunge, raddrizzando le spalle ed inclinando la testa di lato, facendo sentire un graziosissimo *CRACK* con mugugno annesso. Come se fosse riuscita a sbloccarsi qualcosa dopo secoli. Alza le spalle <Gli do il mio supporto, come fa lui con me> Uno scambio equo. Nulla di più niente di meno, anche se l'uno senza l'altra sono persi. <Rispetto?> Lo guarda di nuovo, chiudendo le nere in due fessure, studiandolo e scuotendo il capo <Hanno solo da ribellarsi se non gli sta bene qualcosa> Risponde. <Magari quello lo era ma nessuno lo sapeva> Trae conclusioni affrettate come sempre. <Sarebbe una cosa intelligente. Peccato che questo è capace di seguirlo pure nell'oltretomba, conoscendolo> E guarda Akuma che si è riavvicinato al vecchio, per annusarlo di nuovo. Lei ascolta Ekko, stavolta guardandolo dall'alto in basso <Stolti. Vi fidate di chi non può guidarvi e difendervi> Fa una pausa, stringendo le mani in pugni nelle tasche. <E fatti due domande> Sul fatto che brancolino nel buio. <No> Guarda Akuma e poi alza gli occhi sul pezzo di quartiere che riesce ad adocchiare da quella posizione <Sono tutti in grado di difendersi> E termina senza specificare troppo. [Chakra Off] [Konbini - Scena del Crimine] Una nota meditabonda sulla constatazione della ragazza. < Non hai tutti i torti. > battendo le ciglia. < Ma credo che a quest'ora il tuo cane avrebbe dovuto accorgersi di qualche corrispondenza olfattiva. Se i suoi sensi sono più sviluppati dei nostri, dovrebbe essere più semplice per lui fiutare qualche traccia. > facendo affidamento sulle capacità canine, le quali potrebbero risultare più efficaci e indicative delle ipotesi oltre che delle percezioni umane. < Ad ogni modo, suppongo che a questo punto non si possa tralasciare veramente niente. Come l'idea che ci potrebbe essere un infiltrato anche tra le fila dei corpi speciali coinvolti nelle indagini. > deduce, coordinato perciò dalle teorie ipotizzate dalla stessa Inuzuka. < Ribellarsi? > battiti di ciglia, abbastanza incredulo a quelle considerazioni. Glissa, mantenendo solamente una nota perplessamente taciturna, soffiando via un fiato più lungo ma scevro di loquacità sonore. Sempre accucciato, lancia occhiate nei dintorni, valutando i paraggi senza tuttavia pretesa di trovare qualcosa. < Nessuno, a parte l'assassino. > riprendendo le tesi della Kunoichi ed integrandole con quella propria riflessione, avendo considerazione ugualmente di quei dubbi dell'interlocutrice, anche se pronunciate di impulso, non sentendosela di escludere a priori altre eventualità. < Fidarmi? > stranito, ed un cenno di diniego andrà ad anticipare il prossimo verbo. < Non si tratta di fiducia, quanto più di rendersi conto delle capacità di chi è adibito a fare una determinata cosa. > comunica quella propria constatazione. < Sono molto più di due. > riguardo alle domande da porsi. < Questo poveraccio che è finito male, smentisce la tua considerazione. Ad ogni modo, c'è da dire che chiunque, se messo con le spalle al muro, possa esprimere una volontà disperata di difendersi. > ragionamento lucido. < In cosa vi supportate a vicenda, se posso? > una maniera alternativa di domandare all'altra di cosa si occupino lei ed il suo compagno animale. Si rialza in piedi, lentamente, infilandosi le mani in tasca in una postura maggiormente comoda, ma non per questo troppo sciatta, risultando sempre aitante e parecchio impostato in quela mole naturale della propria presenza.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] <Quell'odore manderebbe in tilt anche l'olfatto più acuto> Lo dice solo perchè il tizio puzza davvero tanto per quanto la riguarda. Ed infatti sembra anche spostarsi di qualche passo, sperando che l'odore non arrivi pure lì. Akuma poi pare gettar la spugna, almeno per il momento, riguardo al vecchio. Butta il tartufo a terra e dopo qualche sbuffo, riprende ad annusare proprio verso Ekko, cercando d'arrivargli fino ai piedi. Alle domande che ripete il deshi non risponde. Sta già parlando fin troppo e non vede l'ora che Akuma finisca con la sua annusata insistente per andare a rinchiudersi in solitaria nel bosco. <Mpf..> Abbozza uno sbuffo quasi divertito ma non risponde, se non per brontolare sulla domanda successiva <Quanto parli.> Lo ammette senza troppi peli sulla lingua, sospira riabbassa gli occhi neri su di lui <Per esempio, quando voglio uccidere qualcuno, lui mi supporta, mi da man forte> Ed è qui che Akuma alzerebbe il muso da terra, per guardare dritto negli occhi Ekko. Il labbro destro ha anche un mezzo spasmo, alzandosi di un minimo, probabilmente pronto ad intimidire l'altro. Lei si diverte con poco alla fine. <E poi altre cose> Risponde, vaga e fregandosene altamente della presenza degli Anbu lì. Ma poi, non ha fatto mica nulla, per ora. [Chakra Off] [Esterno Konbini] Una lieve scossa verticale del capo, soffiando dell'ilarità alle precisazioni di Keiga circa l'odore del barbone. < Un metodo per mascherare e nascondere le tracce? > domanda retorica, a condividere l'ipotesi circa il dubbio introdotto dalle teorie formulate. Farà per muoversi, quindi, cercando di distanziarsi ancora di più dal senzatetto, in maniera speculare all'azione della Inuzuka. Si lascia annusare dal suo cane, dandogli modo di memorizzare quelle tracce olfattive, oltre che rimanendo immobile, al fine di non dare alcuna avvisaglia di minaccia alla creatura a quattro zampe. Aggrotta le sopracciglia all'indiscrezione minatoria comunicata dalla kunoichi. < Parole dure, le tue. > sbattendo le palpebre in un paio di calate, compassatamente a mantenere quella stoica postura della propria parvenza, sebbene sia più serio e duro in quel frangente nel quale ode il monito severo della interlocutrice. Alterna le pupille tra Akuma e la konohana, quegli scambi visivi più tesi fendono l'aria con incisività. Non impassibile alle intenzioni sottaciute, fa solamente per confrontarcisi con quella prestante presenza da omone nero, vicino ai due metri di altezza, ed una fisicità che certamente non lo rendono uno facile da poter bullizzare con noncuranza. < Tuttavia, in questo momento non sarebbe il caso. Pattuglie di shinobi delle squadre speciali a sorvegliare i dintorni, unite allo scalpore che un serial killer sta facendo, renderebbero degli intenti ostili e non giustificati, oltremodo spregiudicati. > placido commento, fondamentalmente motivato dalle situazioni attuali. < Capisco. > sulla vaga chiosa. < Porti con te attrezzatura ninja, ma non scorgo coprifronte o particolri segni distintivi, eccetto quelli. > accennando ai segni sul volto del clan di appartenenza. < Suppongo tu sia una lavoratrice indipendente. > ipotesi molto elementare, fondata sugli elementi captabili. < Che non è solita lavorare molto in compagnia. Non di umani. > considerando che comunque il suo compagno animale se lo porta sempre dietro, principale sostegno e partener della ninja donna.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] Alza le spalle a quel commento. <Tutto è possibile> Continua a restare sul vago, come al solito. Guarda Akuma che annusa Ekko e poi torna su di lui <Tu hai chiesto, io ho risposto> Semplicemente. Che poi ogni volta cerchi di terrorizzare le persone è un altro paio di maniche. L'essere un omone per lei non cambia molto, dopo essersi trovata le chimere davanti. Quelle si che un pochino le mettono ansia. Ruota poi il capo prima verso il vecchio e poi verso l'entrata del kombini, senza però riuscire a vederne l'interno. Schiude le labbra e lascia che la lingua accarezzi il canino superiore destro, più pronunciato, come gli altri tre, rispetto agli altri. Quando inizia ad indagare però, inizia ad indispettirsi e lo sguardo torna su di lui, serio, distaccato. <Fai troppe supposizioni> Ribatte, secca ma cambia espressione, alzando le sopracciglia per poi sospirare. Akuma lo guarda ancora per qualche istante prima di distogliere l'attenzione e tornare ad annusare a terra. Lei, cerca di avvicinarsi di qualche passo verso Ekko. Stufa di aspettare il pastore, almeno cerca un modo di passare il tempo. Alza la testa per cercare di inquadrarne il viso e lasciar poi scendere lo sguardo verso il petto per poi tornare su, sugli occhi. <Invece di parlare, andiamo a passare il tempo> Alzerebbe anche la destra, cercando di appoggiarla all'altezza della zona addominale dell'altro. Qualche secondo per poi ritirarla e muoversi. Anche la sinistra viene estratta dalla tasca e lasciata ciondolare lungo il fianco. <...> Ruota solo il capo di poco cercando di inquadrarne la figura per accertarsi che la stia seguendo mentre lenta si avvia verso un vicolo. Akuma la guarda, interrompendo l'annusare, sbuffa e riprende ad odorare a terra, spostandosi e fiutando la zona attorno al kombini. [Chakra Off] [Esterno Konbini] L'immagine austera del combattente marziale scuce un sorriso tra il divertito e l'intrigato. < E tu la fai sempre molto semplice. > una replica che ha dell'ironia piuttosto semplice, non suonando né come un'accusa, né come uno scherno: soltanto, una constatazione concisa, pizzicata da una punta di ilarità. Le pupille scivolano su Akuma il quale, perso l'interesse nel fiutare gli odori corporei del ragazzo, torna ad interessarsi dell'ambiente, dal quale pare ancora piuttosto vivacemente catturato. Le movenze della Inuzuka, che si approssima alla sua figura, lo lasciano dubbioso, animando evidentemente la curiosità in quelle sembianze sempre molto tarate e flemmatiche dell'allievo dell'accademia della foglia. < ...? > battito di ciglia, emanato in due colpi, mentre il mento si china, per restituire la luminosità delle iridi blu, in diretto scambio di quegli sguardi tra sé e la ignota interlocutrice, attraverso bagliori pieni, interrogativi quanto risoluti nella loro lucentezza. Dapprima, non v'è particolare tensione, apparendo sempre abbastanza compassato. Quella vicinanza, però, inizia a suscitargli un moto di interesse, probabilmente più accattivato, dal presunto invito provocatorio quanto misterioso formulato di punto in bianco dalla kunoichi. < Uhm? > le spalle si sollevano, ampliando maggiormente il proprio petto, impostando di più quella mole come se fosse attraversata da una scossa lungo la spina dorsale, che ne stimola le tensioni muscolari a reagire sia al suono di quelle parole, che al tocco sul ventre intentato dalla femmina. Non v'è contrapposizione a quella ricerca di contatto, se non un indurimento del tronco, focalizzato principalmente sulla parte addominale, di modo da corazzare il bacino, così da rendere quel fugace sfregamento delle dita della cacciatrice di taglie un breve quanto intenso excursus sulle tonicità atletiche del fisico, malgrado la copertura degli indumenti superiori. Deve trovare il frangente alquanto piacevole ed interessante, nonché divertito dall'impavida ed azzardata richiesta di trascinarlo altrove, specie presso un vicolo. Socchiude lo sguardo per un momento, mentre la bocca esterna un composto sogghigno esilarato. < Seguire una sconosciuta in un vicolo che parla di omicidi. > bassa la voce, in quei borbottii che racchiude ed indirizza a sé stesso, mentre tira fuori la mano destra e lascia la mancina nella tasca, mantenendo sempre quel portamento slanciato e svettante nel suo aitante profilo. < Ekko Makihara... devi esserti proprio annegato il cervello nel ramen. > un flebilissimo cenno di diniego del capo, rivolto a sé, sospirando poi lungamente. A Keiga, più diretto. < Arrivo. > incredibilmente, sembra davvero voler accettare. Che sia incoscienza, o forse eccesso di sicurezza, quell'altra l'ha proprio incuriosito con quella strana proposta, unita ad un subdolo ma abbastanza sensuale invito. Con la solita pacatezza che lo accompagna, si mette perciò al seguito dell'altra; quest'ultima, per cui, potrà riscontrare che il lottatore la stia effettivamente seguendo, tenendone d'occhio la sagoma, senza mancare di far cadere l'occhio sui pantaloni, specie se l'altra l'ha preceduto e quindi gli si trova davanti.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] <Siete voi che tendete a render tutto più difficile> Risponde, poco prima di passar quella mano sugli addominali dell'altro. Schiude le labbra dopo aver ritratto la mano si incammina. A quanto pare il deshi la segue anche e nel girarsi di nuovo in avanti le labbra si allargano in un ghigno compiaciuto. Nel camminare davanti a lui, la schiena resta dritta ed il passo leggermente ancheggiato, le permette di spostarsi senza alcuna fretta. Raggiunge il vicolo e senza girarsi indietro ci si infila. Lei adora i vicoli. Ci ha vissuto per svariato tempo a Konoha. Si appoggia poi con le spalle contro il muro, aspettando che il ragazzone la raggiunga. <Sei lento.> Brontola, ruotando il capo verso di lui. Akuma sta girando, annusando e percorrendo chissà quale pista, allontanandosi, sebbene non di molto, anche dal perimetro del kombini. <...> Lei, una volta che l'altro sarà arrivato, cercherà solamente di afferrarlo per i vestiti e tirarlo verso di se. Dal basso lo guarda, senza abbozzare il benché minimo sorriso, sebbene la sua espressione lasci già trasparire abbastanza malizia così. <Ti abbassi?> Chiede, cercando di alzar le braccia che vede le mani cercare di unirsi dietro al suo collo. <Sei troppo alto. E' tutto proporzionato?> Perchè peli sulla lingua non ne ha e lo abbiamo capito. [Chakra Off] [Esterno Konbini] Impossibile che una morfologia più gradente non solchi le labbra carnose del ragazzone di colore, specie e considerato la sporca mossa della donna di ancheggiare mentre continua a precederlo, guidando l'andazzo dei due presso un vicolo delimitato dalle strutture abitative del quartiere povero al confine dei distretti della nebbia e del fuoco. < Forse sto solo lasciandoti la possibilità di precedermi. C'è una buona visuale, da qui. > gli viene spontanea la battuta, alludendo immancabilmente a quella femminilità ostentata dal passo scandito nelle movenze della Inuzuka. Quando l'itinerario si conclude in quell'appartarsi più discreto, farà per cercare di fermarsi in prossimità della donna ninja, mantenendo non troppa distanza tra sé e quella compagnia casuale rimediata in quel contesto. Occhi che scrutano l'altra, cercando di soffermarcisi sul viso, anche se inevitabilmente attirato dal top vestito come indumento superiore dalla femmina. Accattivato virilmente, ma pur sempre cercando di non scemare pietosamente in un'aria maniaca e troppo becera. Quando quella palesa intenti verso di lui, cercando di agguantarlo per i vestiti, i sensi rimangono in allerta, ma non è soltanto l'attenzione ad essere ben sveglia e drizzata. < ...? > mascella che si serra, per la sorpresa e l'incognita che aleggia dietro a quelle mosse tutte misteriose quanto intriganti della Inuzuka, intimando nel lottatore marziale una guardinga scrupolosità, sebbene la prontezza solidità di muscoli e corpo venga sollecitata dalla circostanza in sé in modo spontaneo, non riuscendo ad andare oltre determinati limiti data l'assenza di charka impastato. Alla richiesta di abbassarsi, deglutisce. Stavolta, un po' di colore lo prende sulle gote, che si imporporano, dando sfumature più vive all'incarnato ambrato dell'allievo. Asseconda i gesti di lei, facendo per distendere la gamba sinistra all'indietro, aprendola di poco più di mezzo metro rispetto alla linea della destrorsa, mantenendo intatta la distanza orizzontale invece, ampia quanto la larghezza delle spalle. Il busto, perciò, si china in avanti, avvantaggiato dall'appoggio delle leve inferiori, coadiuvandosi comunque con la mano destra, la quale tenterà di sollevarsi per piantare il palmo contro la parete, sul lato sinistro di Keiga, passando sotto la zona ascellare sinistra, approfittando che quest'ultima solleva le braccia per portargliele al collo. < Sono alto. E parlo a lungo. > ribatte all'audace e diretta interrogazione di lei, con quella voce sempre bassa e profonda, ora che si fa più calda ed intensa, data la misura e la natura degli argomenti. < Perché deludere le aspettative? > stavolta, però, le battute sono molto concise, secche, come se stesse andando a tirare cazzotti dialogici in quel vis a vis molto meno mentale, e ben più impulsivo. < Non sembri una che si fa problemi a prendere quello che vuole. > la mano sinistra adesso fuoriesce dalla tasca, provando ad agganciarsi al fianco destrorso della femmina, che dovrebbe essere scoperto per via della maglia corta da lei indossata. L'intento è di provare a farle sentire una presa abbastanza robusta e voluminosa sull'anca, considerata anche la manona che si ritrova. Lingua che si umetta le labbra, in modo misurato quanto sensuale, lasciando sopra di queste una conformazione più procace e finemente lasciva.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Konbini] [tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] Riguardo alla visuale non risponde. Una volta raggiunto il vicolo la situazione inizia ad essere di quelle che piacciono a lei. Cagna ninfomane. Il viso non cambia. Inespressiva con la lingua che più volte, come un tic, va a leccare il solito canino superiore destro. Il capo è rivolto verso l'alto, sostenendone lo sguardo anche quando l'altro si abbassa. Sente la presenza della mano contro il muro, vicino a lei e non fa una piega. Riesce meglio ora a piazzargli le meni dietro al collo, non contenta, cercherebbe di far scorrere le braccia fino agli avambracci. Gesto che dovrebbe portare ad una vicinanza maggiore dei visi dei due. <Si, l'ho notato> Riferita al suo parlare a lungo. <Infatti credo che ti chiuderò quella cazzo di bocca> Principessa di sicuro non lo è. Aggressiva pure in questi contesti. Sente la mano sul fianco che al contrario della gemella è un gesto che non le passa inosservato. Schiude le labbra, senza distogliere lo sguardo ed inclinando la testa verso destra, un minimo. Lui parla e lei si limita ad abbassare gli occhi da quelli di Ekko fino alle labbra. La testa è ancora inclinata <Zitto> Quella è la sua unica risposta prima di cercare di stringere la presa delle braccia dietro al suo collo per portarselo più vicino. Un gesto in combo con il viso che si sporgerebbe il tanto che basta per cercare di prendere tra i denti il labbro inferiore dell'altro, succhiandolo, nel caso. Akuma, che passa davanti al vicolo, ci guarda all'interno, zitto, e lo supera, svaccandosi a terra già sapendo che forse passeranno lì più tempo del previsto. Appoggia il muso sulle anteriori, con le orecchie dritte ed il tartufo che non smette di far attenzione all'ambiente circostante. [Chakra off] [Esterno Konbini] Gli occhi rimangono piantonati sull'immagine del volto di Keiga. Ne segue i tratti femminei, disegnandoli con precisione quanto invadenza, come se quelle stesse onde blu che baluginano dalle proprie iridi, potessero materializzarsi in ulteriori mani e dita che idealmente andrebbero a toccare, ad afferrare i connotati dell'altra, stringendoli in una voluttuosa e procace saffica presa senza remore né troppi complimenti. Un'impressione, quella che prova ad imprimere al proprio sguardo, di intensità e profondezza, sostenendo con risolutezza il vibrante e solido sfolgorare dei colori zaffiri emanati dai preziosi fari incastonati in quei lineamenti scuri e definiti del giovane konohano. Le mani della donna, ancoratesi dietro alla nuca, vengono a loro volta accarezzate dai Dreadlocks bruni e lunghi, i quali scivolano su quei suoi dorsi, rifinendogli sulle scapole, oltre che lateralmente al suo viso, evitando di andargli davanti alla faccia grazie al contenimento del cappuccio a cuffia ad imbrigliarne la sommità e bloccarne marginalmente le oscillazioni. Gli arti superiori della Inuzuka si sfregano contro quelli del lottatore marziale, creando un gioco di strusciamenti il quale, volontario o meno, non fa altro che alimentare un brivido sensuale che parte proprio da quelle alte leve per raggiungere la spina dorsale ed elettrizzare tutte le nervature del corpo. Deglutisce, seppur compostamente, non insensibile a quelle emozioni corporali che il momento e le vicinanze ristrette, comunicanti, gli stimolano inesorabilmente. L'altra si fa aggressiva, ma quelle reazioni non sembrano intimidire il Leaf's Nigga più di tanto: anzi, lo avvincono ulteriormente, spingendolo a contrattaccare. < Fatti sotto, selvaggia. > perciò, invece di stare zitto, lui la provoca, intimandole quella spinta. Le parole sono sostenute da consecutivi fatti, ovvero quella mano sinistra sul fianco destro di lei si fa più insistente, movimentandosi sul corpo della Inuzuka, tastandolo di certo non in modo impacciato o molle, ma ben intenzionato a far sentire quel vigore muscoloso per cui si allena costantemente come un danno, e di certo non solo per motivi shinobistici. Si lascia trascinare più vicino a lei, non però senza opporre un minimo di resistenza: la vuole fare impegnare, invogliandola a tirarci fuori un po' di forza in quella colluttazione concupiscente che intende cominciare. Il labbro inferiore incontra i denti acuminati della kunoichi, che faranno pressione al pari del piercing anellare che gli pizzica quella superficie del muso. La morsa dentale ne invia un leggero stimolo di dolore, facendogli strizzare appena le palpebre, finché poi non si trasforma in un brivido lussurioso, nell'avvertire il più sensuale e piacevole risucchio che accompagna l'effusione ferina dell'altra. < Mh-mh... > un mugugno basso, quasi cinghialesco, mentre il corpo ora si irrigidisce. I bicipiti si induriscono, le spalle si contraggono, facendo sentire come il proprio tronco si irrobustisca in maniera forzuta. Senza pensarci due volte, la mano destra abbandona quella parte, per provare a portarsi verso il basso, passando prima dal fianco della donna, in una palpata massiccia e passionale, per poi proseguire, congiuntamente all'azione dell'altra leva, verso i quadricipiti femorali di lei, tentando di sollevarla di peso, aiutandosi anche col muro, contro la quale tiene ben schiantata la schiena dell'altra, per farla alzare a mezz'altezza, ingabbiandola tra il proprio tronco e l'opposizione del muro dietro di lei. In quella sequela di movimenti, nel naturale movimento ascendente che conseguirà a tali azioni, vorrà ricercare il connubio perfetto tra le loro bocche, in una più sentita e slanciata comunione delle labbra, voracemente tentando d'appagarsi dell'oralità di Keiga, nell'esplodere un bacio trasportato da impulsi di cupidigia. Respiro copioso e visuale soffusa, per focalizzare maggiormente l'attenzione sui sensi del tatto e del gusto, principalmente coinvolti in quella circostanza focosa.
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off] [Esterno Kombini] Le braccia attorno al suo collo restano come piantate in una morsa. I dread che le ricadono sopra, solleticandole appena la pelle sulla quale posano. <...> Quella parola, *selvaggia* le fa alzare le lebbra in un ghigno appena abbozzato. Ha il suo labbro in bocca che morde ancora dopo averlo leccato, come a disinfettare la parte che comunque non ha ferito. Sente la presa sul fianco farsi più forte ancora e di rimando sospira dal naso, gonfiando il petto con il seno che molto probabilmente va a toccare il petto dell'altro, data la vicinanza. Lei è già partita all'attacco da un pò. Lo stringe, abbandonando il labbro per leccarlo senza tenerlo tra le labbra. Lo sguardo ne ricerca gli occhi, fissandoli. E non passa molto che anche l'altra mano di Ekko la raggiunge. Sente la presenza sul fianco nudo e poi anche sull'altro. Sospira, stringendo la presa delle braccia dietro al suo collo e lasciandosi sollevare, alzando le gambe per incrociarle dietro la sua schiena, o meglio, all'altezza della sona lombare, cercando di tirarselo contro anche aiutandosi con quelle. Si morde il labbro, sempre piacevolmente colpita dall'audacia degli altri, soprattutto gli sconosciuti. Schiacciata tra il muro ed il corpo possente di Ekko si lascia andare a quel bacio, ricambiandolo. Anche la lingua si unisce, cercando quella dell'altro per accarezzarla, in uno scambio di saliva, una danza. Mugola appena, stringendolo. E di certo qualcosa si consumerà in quel vicolo ma questo lo sapranno loro ed il povero Akuma che di tanto in tanto lancia qualsce occhiata per poi tornare sconsolato a ripoggiare il muso sulle anteriori. Orecchie dritte e tartufo che fiuta anche in quella posa che sembra la più tranquilla di tutte. <end> [Vicoli del Ghetto] "Ne pentere e volere insieme, per la contradizion che nol consente, esce di mano a lui che la vagheggia, prima che sia, a guisa di fanciulla, che piangendo e ridendo pargoleggia, l’anima semplicetta che sa nulla, salvo che, mossa da lieto fattore, volentieri torna a ciò che la trastulla." E con questo breve tributo all'anima dantesca, nel dì che celebra il Sommo e la poesia, la passione infiamma nella clandestina tresca, perdendosi tra bollori e comunione di selvatica follia. Le labbra si arroventano, come il ferro di una lama che viene forgiata, bruciate dal fuoco che divampa di una passione inebriante, che alimenta il fuoco del trasporto lascivo a cui si abbandonano effusioni senza remore né giudizio. Un'atmosfera carica di impulsi, un luogo riparato, ma nemmeno poi così all'oscuro dei locali: eppure, il discernimento perisce a quella nota struggente di audacia che imperversa, animando ogni azione voluttuosa in quel vortice di cupidigia e desiderio, in istanti pregni di accattivante piacere e sensuale intrigo. Le mani si appropriano delle cosce dell'altra, per tenerla sollevata a mezz'aria, corpi abbracciati, stretti l'uno all'altra, in un sodalizio che del peccato non se ne fa vergogna, elevando a virtù il benessere ed il soddisfacimento dei sensi, affamati di quella procacità servita alla mensa di quell'incontro, divenuto inaspettatamente insano quanto travolgente. Le parole s'ammutoliscono, ma le lingue continuano in un dialogo ben più eloquente, nel quale stavolta anche Keiga sa esprimersi con loquacità disinvolta, o per meglio dire disinibita. I respiri si mischiano in una omogenea soluzione, riempiendo ciascuno i polmoni dell'altra, come se ogni brandello di entrambi potesse essere preso da quel coinvolgente tornado che sconquassa la quiete, senza però spostare nulla all'apparenza, come una calma risoluta che, in sé, sfoggia e sfoga la più inarrestabile dell'irruenza. E non sarà solo la sua bocca da cui suggere il delizioso e bramato nettare di concupiscenza: ma ogni muscolo in tensione chiederà la sua rivalsa, perché le fisicità non vengano private del proprio idillio, consumando ogni tessuto delle membra in quell'incendio di sensualità, diletto della mente, sfogo delle viscere, e grido dell'essenza interiore. (//END)
[tasca sx: Flash Bomb x1][Chakra off]