Giocata dal 23/03/2021 15:57 al 24/03/2021 00:07 nella chat "Quartiere Povero"
[Quartiere Povero] Copiosa cade la pioggia sul ciottolato suolo nei bassi fondi di Kagegakure, in quel loco comunemente chiamato col nome di quartiere povero, scenario atipico dello sfarzo e della ricchezza vista sino ad oggi nel resto del villaggio. Ormai è un vero e proprio agente scelto della Shinsengumi, il braccio armato del consiglio, l'organo che si occupa della difesa e della salvaguardia, una quasi oplitica difesa posta a salvaguardare la giustizia, o almeno, così crede il biondo eroe dagli occhi d'ametista, lasciatosi forse abbindolare troppo da cotante promesse. Ha l'indole da giustiziere, lo sappiamo, pensa e crede in maniera così egocentrica di poter essere quel qualcuno in grado di difendere, in grado di far rispettare, con la forza e non, le regole migliori per permettere a tutti un quieto vivere, in un suo utopico mondo in cui vige il suo nome come baluardo stesso alla giustizia. Ma per il momento, è lì, in quel loco descritto ieri dal tartufone incontrato ai monti di pietra, Ekko, che gli parlava di come i meno ambienti si trovino tutti qui a campare alla meno peggio, spinti dalla sola forza della sopravvivenza. <Quindi è questo il quartiere povero> non ha pregiudizi al riguardo, è ostile solo nei confronti di chi non rispetta le leggi e la sua parola, per il resto, è un pacioccone qualsiasi, basta non essere dei cattivelli, lì poi diventa davvero scorbutico e pesante. Pochi sono i kombini aperti e visibili dalle strette strade che danno direttamente alle abitazioni, che a loro volta, esprimono un senso stesso di degrado e di malessere, in materiali assai scadenti, quasi raccattati, laddove persino al cura della vegetazione pare essere lasciata alla meno peggio, con rovi, radici e foglie sparse ovunque, in un loco similmente illuminato con il bosco in cui si allena, scuro, e con la luce bloccato e parzialmente filtrata dai tetti a spiovente. <Chissà, magari ritrovo proprio ekko> tra se e se, in maniera quasi del tutto impercettibile, all'in piedi e con le braccia conserte all'altezza del petto, in una posizione assai indicante del suo stato d'animo attuale: schivo e difensivo, non si parla bene dei poveri li alla opulenta torre della shinsengumi, nè tanto meno dei bassi fondi in generale, ma è lì proprio per questo, per farsi un'idea tra quello che sente e tra quello che gli è stato detto dal black man l'altro giorno, vestito ovviamente, con gli abiti ufficiali e nuovi da agente scelto, con tanto di spilla e grado, con colore annesso a richiamarne l'importanza. [Chakra Off] [Inventario:None] L’orario dovrebbe essere di quelli dove il sole è ancora alto e splendente, prossimo a lasciare campo alla luna vero, ma sempre ben visibile. Eppure, la palla di fuoco che tiene in vita l’essere umano è completamente coperta da una coltre di nubi scure, grigie, squarciate di tanto in tanto dalla luce dei lampi che si alternano ai rombi dei tuoni. L’acqua cade in modo veemente, incessante, senza dare un attimo di respiro alle poche persone uscite di casa durante il temporale. Una di queste è il Sabaku, di rientro a Suna dopo aver fatto una visita al centro di Kagegakure ed ora al riparo sotto una delle tante tettoie sporgenti del quartiere povero. Si era addentrato in questa zona del villaggio per anticipare il suo arrivo al distretto d’appartenenza, ma niente. Il rapido cambiamento delle condizioni climatiche lo ha colto di sorpresa. < Dannazione… > Sbuffa sonoramente, ascoltando il rumore assordante della pioggia che sbatte contro le travi in ferro degli edifici malandati, malcurati, facendo attenzione a non finire nella casa che ha scelto come protezione. Infatti è poggiato con la giara contro una delle pareti. Braccia conserte al petto ed espressione annoiata stampata sul volto dalla carnagione chiara, albina. < Di questo passo arriverò molto più tardi del previsto… > Almeno che non decida di ricorrere alla sabbia contenuta nella reliquia color ocra ben assicurata alla schiena. Creare uno scudo per contrastare quelle condizioni climatiche avverse? Lo trova uno spreco di energie e basta. E poi ha da poco finito di mangiare, dunque è in fase di pre sonno, altamente svogliato anche solo nel respirare. Ad occhi esterni, si presenta come al solito: capigliatura corvina lasciata alla mercé delle intemperie, dove alcune ciocche ribelli gli ricadono fin la guancia destra, occultando gran parte dei tratti somatici. Maglietta nera e felpa bianca a collo alto con chiusura verticale a zip coprono il busto. La particolarità di questi indumenti? Non hanno la manica dritta. Infatti il braccio destro è completamente nudo da spalla a polso, mettendo in mostra una muscolatura non eccessiva ma dannatamente definita. Pantaloni morbidi scuri come la pece, larghi ai lati e stretti alle caviglie, dove s’inerpicano fino in vita dei ghirigori dorati. Ai piedi, le classiche calzature da shinobi aperte sulle punte. Portaoggetti che fa capolino dal fianco destro, contenente tonici e fuuda da sostituzione, oltre a robaccia varia. Sul quadricipite mancino, invece, svetta il portakunai dove, nei vari scompartimenti, riposano sia i kunai che gli shuriken. < Yaaawwnnn… > Sbadiglia con fragore, fregandosene altamente del bon ton o cagate varie. Per ora attende che spiova, altrimenti prenderà in mano la situazione, volente o no. [Chakra OFF] La gente, spesso e volentieri, si lamenta del clima temporalesco che sovente s'azzarda ad affacciarsi in quel di Kagegakure. Coloro che lo fanno, con molta probabilità, non hanno davvero mai avuto a che fare direttamente con le intemperie del Paese della Nebbia. Era presente tutti i giorni, dalla mattina alla sera, perennemente umido e che t'entrava nelle ossa. Non il miglior villaggio in cui vivere se soffrivi di problemi alle ossa, ecco tutto. Anche adesso, nel settore kiriano, la pioggia ha deciso d'abbattersi con la sua solita costanza, sferzando assieme al vento i due avventori odierni che si trovano per le sue stradine. Dai tetti spioventi in lamiere raccattate alla bell'e meglio, cade l'acqua che s'accumula dapprima su di essi, rischiando anche di gocciolare nelle abitazioni sottostanti. Per le strade, potranno vedere veramente poche persone, nessun bambino. Un uomo sulla sessantina chiede l'elemosina sotto un portico, immerso però nella fanghiglia, vestito ovviamente con abiti luridi e sfilacciati che hanno perso anche il loro vecchio colore. Non ha scarpe, infatti i piedi sono completamente scalzi e sporchi. Appare anche denutrito a giudicare dalla visibilità di quelle ossa della caviglia e delle mani rattrappite che poggiano sul ginocchio. Ha una coperta logora, bucherellata e sporca addosso ma che non lo copre per intero. A due passi dalle gambe incrociate, è posto un cappellino che contiene al massimo due spiccioli contati. Kamichi proviene da Nord, Dyacon da Sud lungo la stessa strada principale sui cui lati vi sono diverse case, alcune diroccate ed altre troppo piene di vestiti appesi fuori: probabilmente appartenenti ad una famiglia numerosa. Tutto quello che risalta ai loro occhi è la povertà del luogo, non a caso viene definito proprio un tale quartiere. A cinque metri di distanza dal Kokketsu e a sette dal Sabaku, sulla loro sinistra, v'è un negozietto, precisamente un konbini. Avete presente quei piccoli supermercati che vendono roba a poca prezzo nei paesini più piccoli e rurali? Stessa cosa. Al massimo, al suo interno, potranno trovarci qualche bene di prima necessità, sottomarche perlopiù, che vengono venduti per pochi spiccioli. Tutto sembra pacifico, tutto sembra normale, a parte il rumore della pioggia che sbatte irruenta contro le lamiere ed i tetti poc'anzi citati. Nulla da segnalare, per ora. [ Aperta a massimo un altro partecipante fino al prossimo esito ][ Turnazione libera per adesso | Nessun tempo limite ][ Dyacon: specifica il tuo equipaggiamento nei tag, potrebbe servire ]
Tirate un D100.
Dyacon tira un D100 e fa 50
Kamichi tira un D100 e fa 39
[To Kombini] Cade quella pioggia al suolo, battendo sui tetti a spiovente, composti da lamiere metalliche o da materiali di fortuna, il minimo indispensabile per rendere quanto mento vivibile un'abitazione. La situazione appare decisamente calma, anche se a quanto a pare la dea bendata non par volere baciare il nostro giovane eroe, donandogli ben poco della di lei presenza, in quello che pare ora un pomeriggio passato all'insegna della scoperta dei bassifondi di kagegakure. <Guarda un pò te che posto> si guarda in giro, osserva i vestiti appesi a quelle lunghe corde che passano da balcone a balcone, probabilmente divise tra le famiglie del loco. Un poveraccio buttato a terra sul ciglio della strada, tra il fango e la miseria, vestito di poco e nulla, alla ricerca di qualche soldo per cercare almeno di chiudere un pezzo di pane tra le pareti del suo stomaco, che a vedersi dalla costituzione del vecchio, par non riuscire a fare spesso. Ne resta indifferente per ora, passa dinanzi quel vecchio donandogli giusto l'occhiata tale da rendersi conto della di lui posizione e del suo stato, continuando ad alternare le di lui leve ora la destra ed ora la sinistra, cercando di far attenzione al pavimento bagnato per evitare dei capitomboli rovinosi in quella situazione già abbastanza nuova per il giovane agente speciale. <Un negozio?> si chiede, dubbioso e retorico vedendo la facciata di quel combini, che dovrebbe trovarsi ora proprio difronte a lui, specchiandosi per quanto concerne il riflesso, tra quei vetri sporchi e poco curati di un negozio che a stento pare riuscirsi a mantenere stabile. <è decisamente diverso da quello in cui mi portò la ragazzina> riferendosi a naomi, che lo scaraventò all'interno di un kombini decisamente più curato ed attrezzato, pieno di cibi e dolciumi vari. S'avvede dell'insegna e delle persone attorno a lui, ma non fa troppa attenzione a loro, così come alla figura del sabbioso Dyacon, sconosciuto al biondo, e per ora privo d'interesse. Non fa poi molto dopo quei pochi passi, se non portare avanti la man dritta, pre cercare di entrar dentro al locale in questione, stagliando la sua figura pseudo-governativa in quel kombini <Salve> terminando, dunque. [Chakra Off] Più passa il tempo sotto quella tettoia, più l’abbiocco post pranzo cresce. Sarà che quel rumore assordante della pioggia che s’infrange contro le lamiere delle abitazioni, è diventato quasi conciliante. < Yaaawwnnnn… > Sbadiglia di nuovo, sbatacchiando un paio di volte le palpebre, prima di contrarre i muscoli addominali e darsi la spinta sufficiente per staccarsi dalla parete che fino ad ora ha utilizzato come materasso. < Meglio darsi una mossa… > Biascica con la bocca impastata, secca, immettendosi sotto la pioggia scrosciante nel tentativo di ricevere uno shock fisico, così da togliersi di dosso quel velo di apatia che si è impossessato di mente e corpo, rendendolo uno zombie. Sta maledicendo quei dannati gyoza che ha mangiato al centro di Kagegakure, in una bancarella per strada - classico street food -. Marci o semplicemente non preparati ad hoc? Chissà, Fatto sta che sta facendo una fatica tremenda a digerirli. < ….. > Sente la pioggia sulla propria pelle, insinuarsi tra le fibre in seta dei vestiti, gustandosi per alcuni istanti quel momento. Infatti reclina di poco il capo all’indietro, portando il mento ad osservare la volta plumbea, chiudendo anche gli occhi. Nel frattempo le braccia si allargherebbero oltre i fianchi, accogliendo di buon grado l’acqua piovana. Avverte immediatamente uno sbalzo termico, figlio del freddo che quell’elemento porta con sé. Oltre a questo, percepisce in modo nitido il risvegliarsi da quel tepore sia della mente, sia dei muscoli. < Bene… > Ha centrato l’obiettivo che si era prefissato. Inizia così a camminare per il quartiere povero, provenendo da sud, alternando lo sguardo color ametista da destra a manca. Nota come la povertà ed il degrado la facciano da padroni, tanto che poco più avanti un uomo è costretto a chiedere l’elemosina. Davanti a sé inquadra anche la figura di Kamichi, ma limita a dargli solo un’occhiata, niente di più, perdendolo di vista quando decide di entrare nel negozietto adiacente l’arteria stradale. Rinvigorito dalla pioggia, passerebbe allo step successivo: crearsi uno scudo di sabbia per proteggersi dalla stessa. Da qui fino a Suna è lungo come tragitto e non vuole rischiare di prendersi una polmonite. Per questo, le mani rapide andrebbero ad unirsi davanti al plesso solare, ricreando il sigillo caprino. Piedi piantati nel terreno alla stessa altezza delle spalle. Palpebre chiuse e immagine del proprio corpo che prenderebbe vita davanti a lui. Si tufferebbe in una sorta di trance meditativa, alla ricerca del potere latente che tutti gli shinobi possiedono: il chakra. La struttura corporea verrebbe divisa equamente in due parti uguali da una riga verticale astratta, dove ad apice e pedice ci sono due sfere roteanti sul loro asse di colore diverso. La prima, rosso fuoco, è posta nei pressi della fronte e simboleggia l’energia spirituale. La seconda, invece, è di tonalità blu elettrico e si attesta nella zona addominale, racchiudendo in sé tutta la forza. Con volontà e determinazione, cercherebbe di farle unire in un unico oggetto, lasciandole scivolare lungo quel tratto verticale descritto in precedenza. Qualora fosse riuscito nel tentativo, risveglierebbe in sé il chakra che, destato, s’espanderebbe in ogni singola fibra muscolare. [Tentativo Impasto 3/4][Equip: Portaoggetti: 3 carte bomba - 3 fuuda sostituzione - 1 tonico chakra - 1 tonico salute / Portakunai: 3 kunai - 3 shuriken] Nel suo peregrinare, Kamichi incappa in quella che è una piccola pozzanghera. Il piede si bagna assieme alla scarpa, sporcandola anche di fango. Niente di troppo, sia chiaro, ma risulta essere un filino fastidioso camminare - non gli causa alcun malus - avvertendo la sensazione di bagnato laddove non dovrebbe essercene alcuna. Dyacon, invece, è quello un pochetto più fortunato. Per così dire, eh. Il suo stomaco inizia a gorgogliare e a brontolare, forse è proprio colpa di quei gyoza che ha mangiato di recente e che pare gli siano risultati difficili da digerire. Kamichi, dal canto proprio, ignora completamente l'altro, passando anche oltre quel vecchio seduto nel bel mezzo della strada, di fronte all'ingresso del konbini. Che bell'agente scelto, eh! Non aiuta neanche la popolazione più povera ad avere qualcosa da mangiare, qualche spicciolo in quel cappello che tanto potrebbe tornare utile all'uomo anziano vestito di stracci. Supera la soglia dell'ingresso, ma all'interno del konbini potrà trovarvi il deserto più totale. La porticina è abbastanza larga per far passare una persona alla volta. Di fronte all'ingresso, v'è un muro occupato da qualche quadro o ritratto di famiglia, una sedia con un piccolo tavolino rotondo su cui giace un giornale ingiallito. Qualora s'avvicinasse per leggerne la data, vedrà che risale almeno ad un mese prima. Nessuna notizia recente, insomma. Sulla destra dell'ingresso, l'intero muro è occupato da uno scaffale bello grande: vi sono cibi in scatola, bottiglie d'acqua, detersivi per lavare i panni, ramen istantaneo, scatolette di tonno o di carne, verdure sott'olio e sott'aceto. E' praticamente la sagra dell'acquisto molto e pago poco, probabilmente cibi che potrebbero risultare pure scaduti se hanno avuto la stessa accortezza del quotidiano. Sul lato sinistro, invece, v'è una piccola porticina che porta sul retro chiusa da una tenda color blu scuro. I colori predominanti al suo interno, infatti, sono il blu notte in diverse tonalità ed un rosso fin troppo acceso, tanto da cozzare l'uno con l'altro. Il bancone è apparentemente vuoto. V'è un piccolo spazio che permette al cassiere d'entrare e portarsi dietro il bancone stesso appena citato, con una parte antistante l'ingresso che detiene la cassa al di sopra. Lo sportello in basso è aperto, completamente svuotato da qualunque ryo: niente affari oggi? Col tempaccio che c'è fuori, poi... Il bancone prosegue lungo quella parete: dietro vi sono vari scaffali contenenti altre foto, bottiglie di liquori e tutto ciò che è facilmente taccheggiabile e che, quindi, tengono a portata di mano cosicché possa prenderlo soltanto il proprietario. Un frigo con tanto di vetrina, invece, mostra insaccati di ogni genere, persino dei dolcetti da poter acquistare ma che, a giudicare dall'intero locale, potrebbero essere un po' vecchiotti. Tutto puzza di vecchio all'interno e di pioggia. Oltre alle sue impronte, Kamichi potrà vederne delle altre. Ha piovuto, quindi la pavimentazione è sporca e nessuno s'è premunito di pulirla. Accanto al registratore di cassa, un campanellino metallico è tutt'ora silente. Dyacon, dal canto proprio, è ancora all'esterno della struttura come dicevamo poc'anzi e non s'è ancora avvicinato al locale che dista comunque sette metri da lui. Piuttosto, si premura d'attivare il Chakra la cui esecuzione avviene normalmente e in maniera ormai automatica. Il konbini potrebbe fruttargli un ombrello? [ Chiusa ][ Stessi turni | Nessun tempo limite ]
[Konbini] Come già anticipato, la fortuna non arride in questo giorno al giovane kokketsu dagli occhi di ametista, tanto da rendergli uno scherzo mancino nel bel mezzo di una normalissima camminata, finendo per la totalità della sua caviglia, in una pozzanghera di acqua e fango. <Merda> prende fiato, portando la gambe in questione ad alzarsi repentina, scuotendo per quanto concerne l'annesso piede, cercando con relativa foga di scalciare via quella fanghiglia attaccata alla prima luccicosa presenza delle sue scarpe nere. <Se mi vedesse un superiore sarebbe la fine> nella shinsengumi l'aspetto è tutto, è in divisa, in servizio e porta con se persino il distintivo di agente scelto, quindi è a tutti gli effetti tacciabile di qualsiasi cosa vada fuori dagli schemi prefissati dell'ente filo governativo. Nulla di rotto, nulla di fatto per la sua caviglia e per il suo piede, solo un pò d'acqua penetrata all'interno della suola, rendendo i passi mossi con quella sua gamba, un misto tra un [Tap] ed uno [Scquosh], dato dal liquido che vien mosso dentro la scarpa. <...> resta invece silente una volta entrato nel kombini, osservando fotografie varie e quadretti appesi alle pareti, avvedendosi ovviamente di come le condizione igieniche sanitarie del loco siano decisamente di basso livello, così come la qualità del cibo e la quantità dello stesso. <Quanto meno...> prende fiato, avvicinandosi e camminando verso quegli scaffali <Qui dentro son protetto dalla pioggia e da quelle pozzanghere maledette> effettivamente, non ha tutti i torti, puzza di vecchio ed è letteralmente fatiscente, ma quanto meno, è in un luogo chiuso. Scruta i prodotti sugli scaffali, uno ad uno con quei suoi occhietti demoniaci e vispi, riuscendo con troppa difficoltà ad osservare come gli stessi siano purtroppo scaduti già da un pò, e quindi, decisamente dannosi se mangiati. <Ma qui mangiano davvero queste cose?> si chiede retorico, camminando verso la zona ove paiono esserci dei salumi <Almeno qui dovrà pur esserci qualcosa di non vecchio e putrido> continua, in quella direzione, cercando con gli occhi il salume o il prodotto in questione meno vecchio alla vista e al tatto, cercando da canto suo di prendere con accortezza il meno peggio fra tutti i prodotti nella vetrina fredda, laddove ovviamente riuscisse nel suo intento. Cibo alla mano, ora sarebbe davvero il momento di pagare, ma a quanto pare, non par esserci nessuno nel locale, ed a richiamare l'attenzione del nostro biondo eroe è una porticina in tela variopinta di blu e rosso, che da verso il retro di quel negozio. <C'è nessuno, dovrei pagare> cerca di richiamare l'attenzione di qualcuno, portando avanti qualche passo rapido verso quella porticina <Non c'è nessuno alla cassa?> continuano il suo incedere, ammantando quel rumore d'acqua con la sua suola ancora parzialmente sporca di fango. [Chakra Off] Avverte in modo chiaro e nitido l'attivazione del chakra, il risveglio di quella forza latente che in pochi - soprattutto uomini comuni - sanno di avere. Ninja a parte ovviamente. Sente l'energia divampare come un fiume in piena, tant'è che gli angoli delle labbra si arcuano verso l'alto, abbozzando un ghigno soddisfatto. < ..... > Riapre gli occhi, sia perchè ha portato a termine il compito, sia perchè la pioggia che cade in modo incessante inizia a solleticargli lungo il naso e le guance. Rompe la postura assunta in precedenza, rilassando spalle e muscoli. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, infastidito dai rumori provenienti dalla zona addominale, figli dei gyoza non proprio sanissimi che ha mangiato poche ore prima. < Vediamo se hanno qualcosa per digerire... > Una bevanda che gli tolga quel peso dallo stomaco, che lo liberi dall'aria accumulatasi lungo il tratto digerente. "Ciaf - Ciaf" Adocchiato il konbini in cui è entrato anche Kamichi, prende a muoversi verso lo stesso, dimezzando e azzerando in poco tempo quei sette metri che lo dividono dalla meta. < Uh? > Osserva dall'alto verso il basso la figura dell'uomo sessantenne che chiede l'elemosina. Resta al suo fianco per qualche istante, rimuginando sul da farsi, portando poi la mano sinistra ad infilarsi nella rispettiva tasca dei pantaloni. Ne segue un tintinnio metallico che fa da preambolo al gesto successivo: lancia nel cappello del clouchard un quantitativo pari a 5 ryo che dovrebbero rimbalzare ma rimanere all'interno dell'accessorio. < Spero che questi possano sfamarti stasera. > Benevolo e quanto mai altruista. Strano per come la guerra lo ha plasmato: freddo, calcolatore, cinico e stronzo. Non proprio l'esempio del ragazzo perfetto. Tuttavia ha conosciuto anche l'altra faccia che una guerra inevitabilmente provoca: la fame. Non l'ha vissuta direttamente sulla propria pelle, ma ha visto gente morire per strada o uccidersi per un pezzo di pane ammuffito. Destino che non augurerebbe a nessuno. Lo sguardo color ametista si sofferma su quella figura, addentrandosi poi nella struttura di ristoro. Varca quell'ingresso piccolo che consente l'accesso ad una persona alla volta, venendo poi travolto dall'odore di vecchio del luogo. < ..... > Espressione di disappunto prende forma sul volto, tanto che la fronte è portata a corrugarsi. < Chi diamine c'è morto qua dentro? > Domanda verso nessuno in particolare, dando voce ad uno dei pensieri che gli attraversano la mente. Fatica a respira, ma respira. < Non c'è nessuno eh? > A Kamichi l'attenzione, passando poi in rassegna il locale nel cercare un qualcosa che somigli ad una bevanda digestiva. Ci sta ripensando però, visto l'aspetto fatiscente di tutto il quartietre. [Chakra ON][Equip: Portaoggetti: 3 carte bomba - 3 fuuda sostituzione - 1 tonico chakra - 1 tonico salute / Portakunai: 3 kunai - 3 shuriken] Tutto convinto, l'agente scelto passeggia all'interno del negozietto. Scruta quel che è posto sugli scaffali, ma non trova niente che possa fare al caso suo. Si appropinqua al banco dei freschi, laddove agguanta quella che sembra una zizza delle monache - ditemi che l'avete presente - che si presenta sì morbida al tatto, ma è sicuramente lì da un paio di giorni a giudicare dalla consistenza un po' asciutta e dura in superficie. E' ripiena di crema, per fortuna non ancora andata a male. Non gli causerà alcun problema intestinale per fortuna, a differenza del Sabaku che sta rischiando di dover correre da un momento all'altro a breve. I crampi allo stomaco iniziano a farsi sentire un po' di più, apparendo soltanto fastidiosi per il momento e nient'altro. Gli causano quello che è classificabile come fastidio, quando ti rendi conto che forse quei ravioli forse era meglio lasciarli da chi li hai comprati. Nel momento in cui Kamichi si sposterà verso il registratore di cassa, anche Dyacon farà il suo ingresso fermandosi non molto distante. Giacché stretto è lo spazio, la distanza tra loro non sarà superiore al metro e mezzo. Prima d'entrare però, si dimostra caritatevole regalando ben cinque ryo al mendicante il quale lo saluta con un cenno del capo, ringraziandolo con voce bassa, rauca e profonda tanto che farà fatica a capire cosa stesse dicendogli. La domanda del Sabaku inerente a chi potesse esser morto lì dentro potrebbe rivelarsi quanto più propizia. Questo perché quando Kamichi subentra in quello stretto spazio tra il muro dell'ingresso e il registratore di cassa, dietro il bancone, in quello spiazzo largo sì e no mezzo metro che manco ti permette di girare su te stesso, può notare una figura riversa prona. Il capo è girato di lato, gli occhi chiusi, un rivolo di sangue scivola dal labbro inferiore e ne impregna il mento. E' un uomo piuttosto grosso, sicuramente sovrappeso privo di gran parte dei capelli. Ne ha alcuni sparuti e spelacchiati in testa che risultano scompigliati come se non li lavasse o pettinasse da un po'. E' vestito d'una camicia bianca con delle bretelle che a malapena - forse - riuscivano a reggere i calzoni color verde scuro che indossa dabbasso. Ai piedi, calza un paio di scarpe normalissime, nere, dalla suola piatta e consumata. Giace riverso al suolo, con le braccia in una posizione non meglio definita: il destro è sollevato verso l'alto, il mancino ricade lungo il suo fianco. La testa è volta verso l'ingresso, quindi come se stesse uscendo. Qualcuno c'è, qualcuno che probabilmente ha smesso di respirare letteralmente. Però non è disabitato come luogo, dopotutto. A voi le mosse future... [ Chiusa ][ Stessi turni | Nessun tempo limite ]
[Konbini] Gli scaffali vuoti, quel cibo ( se cibo si possa davvero chiamare) è lì da diversi giorni, vecchio, ammuffito e deteriorato dalle scarse presenza igieniche del negozio, un mix perfetto per togliere di mezzo qualcuno che involontariamente compra a cuor leggero senza guarda la scadenza dietro i prodotti. Eppure quel tanfo di morte pervade davvero le mura di quel locale, tanto, da rendere davvero pesante il respiro in quel konbini dei bassi fondi, in un clima rarefatto a dir poco. Afferra quella zinna, un dolce tipico di un paese che forse ricorda nei testi di qualche racconto, un dolce sicuramente non del loco, ma che forse industrialmente è stato replicato fin qui, a dare le parvenze di quello zucchero e di quella crema, dal sapore così dolce e intenso. Lo afferra, lo tiene nel palmo della mano e lo porta con molta tranquillità verso la cassa, poggiandolo sul nastro trasportatore di quest'ultima, ove però, un qualcosa di assai inusuale inizia a bazzicargli sotto l'occhio, di sfuggita quasi, mentre con quei passi faceva per cercare la figura di qualcuno. <ma che diavolo...> s'affaccia meglio dalla sua posizione, scorge una persona riversa al suolo, il proprietario forse, il cassiere o un cliente, vestito ma riverso al suolo, con il volto che guarda il pavimento del locale. Attimi di brividi, istanti freddi quelli provati dal nostro giovane eroe, in un impeto destato soprattutto dalla presenza nel villaggio di un vero e proprio assassino a piede libero, e li a terra, c'è un cadavere, e in quel negozio, vi sono cibi scaduti da un bel pò. Collega rapido la situazione, il corpo è lì sicuramente da un pò, i prodotti non vengono ricambiati da giorni, neppure quelli di prima necessità, quelli che le persone del luogo potrebbero comprare per sostentare le loro famiglie, e questo porta il tutto a finire in una sola tesi: L'assassino, o qualsiasi altro omicida, ha colpito non oggi, non ora, ma potrebbe esserci qualcuno nel locale, potrebbe esserci ancora qualcuno, o qualcosa. <C'E' UN CAZZO DI CAVADERE QUI!> tuonante nella voce, forse ad avvisare il neo entrato dyacon che lì presente c'è un corpo ormai morto, una voce abissale la sua nel tono, ma che potrebbe destreggiare negli animi di chi ascolta un senso di rabbia, come un giustiziere che ancora non riesce a fermare un malvivente. Celermente però le mani vengono unite, palmi e dita combaciano alla perfezione a formare il sigillo della capra, mentre gli occhi chiusi per qualche secondo andrebbe a scandire gli attimi necessari per il flusso celere ma copioso del suo chakra: Gli tsubo s'aprano al passaggio celere dell'energia azzurrina, naturale quanto essenziale agli organismi viventi, permeando in toto il corpo bianco del tribale kokketsu, a risvegliare in lui quelle doti fisiche e mentali che in altresì situazione sarebbero rimaste comuni e di poco conto. Il flusso dovrebbe partire dal centro del suo petto, e permeare infine sino alle dita dei piedi, a generare così un complesso e compatto lastricarsi di chakra, in tutto il suo corpo, riaprendo gli occhi, ed iniziando con questi ultimi a cercare informazioni valide sul pavimento, soprattutto, relative a quelle impronte fangose, che potrebbero scandagliare la presenza di qualcun' altro. [Tentativo Impasto Chakra] [Konbichi] L'odore di chiuso e vecchio misto a quello della pioggia, s'insinua con forza e veemenza nelle narici, tanto da creargli delle fastidiose nausee. < Mamma mia... > Sgrana leggermente gli occhi, portando le dita della mano destra - indice e pollice per l'esattezza - a chiudere l'organo del senso dell'olfatto. Gesto che, come regalo, gli dona una voce alquanto strana, stile paperino. < Credo che non prenderò nulla da questa topaia... > Commenta, mantenendo quell'espressione di disgusto stampata sul volto. Quegli odori talmente forti per un attimo lo distraggono dai crampi che lo attanagliano nella zona addominale, almeno fino a quando la situazione non diventa più complessa e seria. L'urlo di Kamichi lo fa trasalire, distogliendo l'attenzione dai vari viveri messi in vendita e posti in vista sui vari scaffali semi vuoti. < Ma che...!? > S'affaccia oltre il bancone, muovendosi in quel metro quadro di negozio, stando attento a non urtare contro il kokketsu. Le due ametiste inquadrano il corpo senza vita e un brivido gli risale lungo la schiena, fino alla base della cervicale, irradiandosi per tutte le spalle. < Ecco che cos'era questo tanfo... > In realtà la vittima non è in fase di putrefazione, ma son dettagli(?). Resta in silenzio, squadrando con occhio clinico la posizione del cadavere. Di solito la postura indica molto sull'assassino. < Scommetto dieci ryo che è il titolare del negozio. > D'altronde, se fosse stato un cliente, il proprietario lo avrebbe già trovato e avvisato le autorità del posto no? In più, si trova dall'altra parte del bancone, spazio di solito utilizzato per separare la clientela dal titolare o inserviente che sia. < Uh? > Ruota il capo in direzione dell'uscita, fiondandosi verso la stessa con un chiaro intento nella mente. A fatica varca quell'uscio così piccolo, ritrovandosi di nuovo all'esterno del locale. < Vecchio! > Mette a fuoco la struttura fisica dell'uomo seduto a terra che chiede l'elemosina. Frenetici gli occhi lo squadrano da capo a piedi. < Non hai visto o sentito nulla? > E' appostato proprio accanto all'entrata dell'esercizio commerciale. Non può non aver visto o sentito qualcosa. E' matematicamente impossibile. Preso dalle fasi concitate della situazione non sente nemmeno la pioggia che torna a bagnare tutta la sua figura, rigandogli il volto e insinuandosi nella folta capigliatura corvina. < Allora? > Lo incalza, fermandosi in eretta postura nei pressi del suo interlocutore, a poco più d'un metro di distanza. [Chakra ON][Equip: Portaoggetti: 3 carte bomba - 3 fuuda sostituzione - 1 tonico chakra - 1 tonico salute / Portakunai: 3 kunai - 3 shuriken] Partiamo dalle cose basilari. Kamichi attiva correttamente il Chakra, in modo da restare subito in all'erta data la situazione nella quale sono rimasti coinvolti. Nessuno però s'azzarda ancora ad avvicinarsi al corpo, lasciandolo lì riverso al suolo. Non puzza, è impossibile che sia passato tanto tempo. Potranno però notare come sia perfettamente immobile, difficile capire - solo da un'occhiata - da quanto tempo possa trovarsi lì. Il Kokketsu avvisa il compagno della presenza di quel corpo, alzando la voce per farsi udire. Per via della pioggia, oltre al sentire la voce concitata ed alta del ragazzo, ben poco giungerà alle orecchie di coloro che si sono chiusi in casa a causa delle intemperie. Possono ancora decidere di comportarsi come preferiscono, tenendo conto anche il modus operandi adottato, il cadavere ed anche l'assenza delle forze dell'ordine in quel quartiere. La strada, come potrà vedere Dyacon, è praticamente deserta eccezion fatta per il vecchietto a cui ha dato una manciata di ryo poc'anzi. Questi solleva il capo immantinente potendo vederne i tratti smunti, gli zigomi alti e pronunciati per via della magrezza del corpo e l'assenza del cibo. Le labbra sono tremendamente secche, alcune persino rotte e fuoriesce una crosta di sangue ormai rappreso. Dabbasso è possibile vedere, sotto quella maglietta fine, logora e bagnata il petto alzarsi ed abbassarsi, fatto praticamente di pelle ed ossa. La barba è ovviamente incolta, pullula di piccoli insetti che potrebbero tranquillamente essere riconducibili ai pidocchi. Cerca di parlare ma la voce le esce tremendamente rauca ed è costretto a tossire un po' di volte. <Io non sento> Si tamburella appena l'orecchio con una mano, sbattendo le palpebre più volte per cercare di metterlo a fuoco. In bocca, gli manca più di qualche dente. <e non vedo> La fortuna gira sempre dalla vostra, insomma. Ve lo siete trovato sordo e cieco. <ma sentito rumore venire da negozio tempo fa.> Non riesce a parlare come si deve, infatti Dyacon dovrà sforzarsi un minimo per capire quel che sta dicendo. Lo vede avvicinarsi ad un metro, incalzandolo e solleverebbe istintivamente le braccia magrissime per difendersi da quello che ipotizza sia un assalitore. <Ti prego, no fare male! Sono solo nomade, povero in canna.> Impaurito dalla presenza che lui pone nei confronti dell'uomo che chiede l'elemosina ai bordi delle strade. Non sta mentendo, di questo potrà accorgersene davvero. Non ha assolutamente motivo per prenderlo in giro. Anzi, qualunque mossa avventata, come l'alzar d'un braccio all'improvviso, porteranno il medesimo risultato d'impaurirlo tanto da chiudersi a riccio. A voi le indagini, signori. [ Chiusa ][ Stessi turni | Tempo limite: 30 minuti complessi (orario: 21.49) ]
[ Edit ] <Io non sento BENE>
[Konbini] Il giovane kokketsu sembra essere rimasto solo nel locale, con il dyacon che invece ha preferito fiondarsi su di una pista diversa, su quel vecchietto al ciglio della strada, deserta forse per la pioggia e per la povertà che vige in questo posto, o forse per qualche altro motivo a noi ancora sconosciuto. Ha avvisato l'altro del cadavere, mentre il suo chakra rapido scorre in circolo per donargli forza e resistenza, in una situazione che potrebbe rivelarsi essere decisamente più pericola di quello che sembra. Celere s'appresta ad avvicinarsi a quel corpo, in primis, con la volontà tale di girarlo supino per capire in che modo questi possa essere morto, e soprattutto, per capire il tipo di ferita che gli è stata inferta, anche solo per farsi una sua idea della scena. <Al diavolo quello lì> effettivamente lo ha lasciato da solo nel locale, con un ipotetico assassino nascosto dietro le tende di quel negozietto o forse a spiarli mentre si gode la scena da chissà dove. S'abbassa in ginocchio con la rotula mancina a poggiare al legnoso pavimento del locale, mentre la man destra farebbe celere per avvicinarsi alla spalla del cadavere, tanto da imprimergli la forza tale per girarlo, così da restare con attenzione a scrutare eventuali dettagli sul di lui corpo. Gli occhi vispi andrebbero a fiondarsi soprattutto su eventuali residui di arma, stoffa o qualsivoglia indizio per rendere più chiaro chi o cosa abbia potuto attaccare quel pover'uomo, e soprattutto, se ci sia qualcosa di rimasto dall'attacco, così come nell'assalto alla festa dell'accademia, dove l'assassino perse quel lembo di stoffa ora posseduto dal monaco Tsu. Ne osserva gli occhi, usa le mani per sentire la temperatura corporea e cerca come meglio può di intuire le condizioni fisiche di quel corpo inerme, mentre, attento, guarda anche le immediate vicinanze, facendo attenzione a controllare ai lati del cadavere e soprattutto, sotto il corpo stesso, in quella posizione che potrebbe davvero nascondere qualche segreto. Il corpo è grosso (e soprattutto grasso) quindi ambo le mani andrebbero ad essere utilizzare per cercare di spostarlo quel tanto che basta per controllare al di sotto di quel grasso, quel poco per riuscire a vedere se ci siano effettivamente delle risorse valide nascoste ai suoi occhi. Non può fare altro se non vedere cosa sia successo, sperando ovviamente, che quella sua idea possa valergli qualche ulteriore indizio nei confronti di quelle piste così sparse, così casuali, ma tutte rivolte verso l'assassino che terrorizza il villaggio tutto. <...> resta silente per tutta la durata dei movimenti, volendo prestare la massima attenzione ai dettagli, per quanto ovviamente possa permettersi. [Chakra On] [Esterno Konbichi] L'attenzione non si distoglie neanche per un attimo dalla figura del mendicante lì vicina, mentre la pioggia inizia a calare di densità. A quanto pare il temporale sta per esaurirsi e giungere finalmente al termine. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, mentre le dita della mano destra si dipanano e poi vengono fatte passare tra la folta capigliatura corvina, tentando di rimettere a posto le ciocche ribelli ridautegli davanti al viso. Gesto invano. < Vecchio... > Sussurra a fil di labbra, inspirando ed espirando con calma, tanto che l'altro potrà vedere la sua cassa toracica espandersi e ridursi. < ...una delle cose che odio in questo mondo è la presa per il culo! > Tono di voce seccato, per nulla bonario, condito da una vena di nervosismo. I decibel, ovviamente, sono più alti per permettere all'uomo di sentire e capire senza alcun dubbio dove vuole andare a parare il Sabaku. < Se non vedi come diamine fai ad alzare le braccia in mia direzione? Vai a culo? > Giusto per rispettare il suo modo schietto e diretto che ha coltivato e affinato negli ultimi dieci anni. < Che tipo di rumore hai sentito tempo fa? Spiegati meglio... > Vuole sapere tutto. Prova a cavare un ragno dal buco con l'unico - possibile - testimone che ha a portata di mano. Infatti, tutt'intorno, la strada è completamente deserta. Nessun'altra anima viva nei pressi. < Ti ho dato quei ryo perchè sono convinto che nessun uomo deve provare i morsi della fame... > E fa di tutto per mantenere quella promesssa. < Ma ti ripeto di nuovo la domanda e spero che tu sia più esaustivo di prima. > Porta le braccia ad unirsi davanti al petto, per nulla impietosito dalle condizioni in cui grava il poveretto. < Hai visto qualcuno? Hai sentito qualcosa? > Breve attimo di pausa prima di fissarlo dritto in volto. Gli occhi diventano due fessure e i tratti somatici s'induriscono, si contraggono. < Bada bene a quali parole sceglierai. Non avrai un'altra possibilità e mi dispiacerebbe sotterrarti vivo sotto 3 metri di sabbia. > Minaccia bella buona, senza alcun velo per occultarla. < Sei padrone del tuo destino. A te la scelta. > E si zittisce, lasciando libertà di risposta a quell'uomo in cui i pidocchi zampillano sul corpo. < ..... > Si pone in attesa, lanciando un'occhiata all'interno del negozio, curioso di vedere come se la sta cavando l'altro ragazzo: Kamichi. Magari è servito come esca e adesso e la sta vedendo con l'assassino in persona, movimentando quella giornata noiosa. Invece no, lo vede palpeggiare e spostare il cadavere. Scuote leggermente il capo, ipotizzando che il membro della Shinsengumi sia un maledetto necrofilo. Fervida immaginazione. [Chakra ON][Equip: Portaoggetti: 3 carte bomba - 3 fuuda sostituzione - 1 tonico chakra - 1 tonico salute / Portakunai: 3 kunai - 3 shuriken] Il nostro agente scelto sceglie d'aggirare il bancone, inginocchiarsi e girare il cadavere. Una volta fatto questo, seppur con un po' di fatica data dalla prestanza fisica del cadavere. Inoltre, la rigidità dei muscoli è piuttosto avanzata. Una volta girato, potrà notare una pozza di sangue sotto quell'ammasso di carne, laddove il liquido cremisi ha macchiato sia la pavimentazione che qualunque abito indossasse il cadavere. Può notare delle pugnalate nel costato per un totale di almeno cinque visibili. A giudicare dalla quantità di sangue coinciderebbero senza problema. Nessuna di queste minaccia il petto o il cuore. Si tratta comunque di pugnalate profonde che hanno causato il decesso della vittima per via del sangue entrato nei polmoni che ha poi cercato di gettar via dalla bocca se non fosse che sia deceduto prima. C'è una certa foga, ma è difficile dirlo con esattezza. Il registratore di cassa è aperto con i blocchi sollevati, completamente vacante da qualunque banconota. Nella tasca posteriore del pantalone, prima che lo giri del tutto, è visibile un pezzo di carta che sbuca fin troppo verso l'esterno. In ambedue i casi, può decidere se prendere quel foglio e leggerlo oppure chiamare direttamente l'autorità competente. Alla fin fine, non c'è molto altro da fare. Inoltre, quello che ha davanti non è affatto un ninja, altrimenti dalle foto presenti se ne sarebbe accorto. In ogni foto, è presente proprio quest'uomo dalla faccia cicciotta e dal corpo altrettanto. In una tiene in braccio un bambino, che potrà essere suo figlio o suo nipote. Nell'altra, è assieme ad una donna non molto giovane, proprio come lui, presumibilmente sua moglie. Un uomo onesto, tutto sommato, se non vendesse roba scadente in un konbini nel quartiere povero. Non farà mai davvero tanti affari. Dyacon, invece, all'esterno del locale, sta ancora cercando di estrapolare delle informazioni dal mendicante. <No prendo in giro io> Commenta ancora, biascicando le parole. <sentito rumore di qualcuno che scappa e impreca nella pozzanghera> La stessa che ha preso Kamichi in pieno, insomma, lasciando intendere che la direzione presa dal presunto assassino sia stata proprio quella. <No visto, giuro! Non fare male, io non voglio avere niente a che fare con questi problemi! Stavo dormendo, giuro> Insiste ancora nel suo giurare, impaurito proprio dal modo di fare del Sabaku che insiste nella sua ricerca d'informazioni. <qualcuno è scappato da negozio, ma no pensare fosse importante.> L'ignoranza dilaga, cerca di articolare meglio che può quelle che sono le affermazioni che gli rivolge, raggomitolandosi s'un fianco per paura che Dyacon possa colpirlo sul serio. Non riesce a pronunciarsi oltre, lasciandolo al suo destino e alle sue indagini. Ammesso non voglia insistere, ovviamente, ma a giudicare dal modo di fare, il mendicante non sembra sapere molto altro. [ Chiusa ][ Stessi turni | Tempo limite: 30 minuti complessi (orario: 22.31) ]
[Konbini] Il corpo vien girato con qualche piccolo problema dovuto alla grossa stazza del titolare, mentre con curiosità il biondo ninja controlla cosa possa esserci invece sotto a quel grosso ammasso di carne morta, scoprendo, a sua volta, che ci sono ben 5 pugnalate visibili e che molto probabilmente, è morto per l'ingresso del sangue nei polmoni lacerati dal coltello. <Santi Kami...> osservando la scena dalla sua posizione, vedendo come questo grosso ammasso di carne sia riverso nel suo stesso sangue, del tutto inerme, lì da un pò di tempo, seppur non troppo da iniziare a decomporsi. L'assassino ha colpito ancora, non si sa dove, non si sa come, ma abbiamo una vittima, ed è molto plausibile che questa volta sia stato ancora una volta lui, la stessa figura che gli è stata accanto durante la festa in accademia. <Come diavolo hanno fatto a non accorgersi di nulla, cazzo> prende fiato <Bastava una chiamata, un cazzo di cliente> è arrabbiato, odia profondamente vedere un reato consumatosi sotto i suoi occhi, senza essere stato in grado di trovare una soluzione, e soprattutto, odia sapere che c'è qualcuno ancora in totale piede libero a dispensare morte a destra e a manca. Gli occhi si poggiano sul registratore di cassa, totalmente vuoto, mentre s'appresta a voltare il cadavere nella stessa posizione in cui è stato trovato, osservando come ambo le tasche siano state rivoltate come dei calzini, probabilmente derubate di quei pochi averi che il titolare potesse avere, così come sono state trafugate le banconote dalla cassa stessa. <E questo?> s'avvede di un pezzo di carta bianco che spunta invece dall'altra tasca del grasso uomo <Perchè questa è qui?> si chiede, tra se e se, quasi in maniera impercettibile per chi non gli fosse vicino, quasi a chiedersi retoricamente cosa possa farci un foglietto di carta bianca su di un corpo morto. Allunga la mano destra per afferrare tale foglietto, lo tiene stretto e con l'ausilio della mancina fa per aprire tale pezzo di carta bianca, cercando con attenzione di portare gli occhi a leggere e scrutare eventuali dettagli all'interno del foglietto stesso, e nel caso vi siano, leggere le parole all'interne scritte. Pochi attimi prima che nella di lui figura cali il silenzio, pochi attimi passati prima che i suoi occhi si portino a leggere con attenzione il contenuto di quella lettera, mentre è ancora lì in ginocchio, e con il cadavere del grasso titolare riverso al suolo. [Chakra On] [Konbichi] La pioggia cessa di cadere in maniera copiosa, fino addirittura a ritirarsi completamente. Resta solo il cielo plumbeo, squarciato di rado dagli ultimi lampi che si alternano tra le nubi grigiastre. < Qualcuno che scappa e impreca nella pozzanghera... > Come cercare un ago in un pagliaio. Una pozzanghera in pieno temporale non è un indizio importante. Anzi, tutt'altro. < Era un uomo o una donna? Da che parte è andato? > Ultimi quesiti rivolti al mendicante, prima di arretrare di un passo, allontanandosi dal clouchard e fargli vedere che non ha nessuna intenzione di assalirlo o fargli del male. Le parole di prima? Tutta scena per intimorire e magari estorcere quante più informazioni possibili. Non avrebbe mai ucciso un uomo in quelle condizioni così precarie. Deve avere un motivo valido per togliere la vita a qualcuno. < Rispondi a queste domande e poi ti lascerò stare. > Sentenzia con un tono di voce più quieto, calmo, gettando poi una nuova occhiata all'interno del negozio dove giace il cadavere del proprietario. Gli occhi color ametista si muovono a destra e a sinistra, aggrottando successivamente la fronte nel non vedere più Kamichi. Che stia facendo davvero necrofilia? Rabbrividisce al solo pensiero e solo DOPO aver ricevuto le risposte che cercava, tornerebbe a varcare la soglia del locale, facendo attenzione a non urtare con la giara contro quel piccolo ingresso. < Trovato qualcosa? > Chiede alla volta del membro della Shinsengumi, avvicinandosi allo stesso. In eretta postura, osserva dall'alto la scena, soffermandosi sui dettagli della scena del crimine. Spazia dal registratore di cassa completamente svuotato delle banconote, fino alle numerose pugnalate che la vittima riporta ad altezza torace. < Una rapina finita male? > Ipotizza, anche se c'è veramente poco da rubare in un quartiere così difficile. Ma si sa, la povertà rende assassini anche per pochi spicci. Ancora non collega il tutto al serial killer che ha gettato la gente di kagegakure nel panico e nella paura. D'altronde il corpo disteso a terra non gli sembra essere quello di un ninja. < Che cos'è? > Chiede al kokketsu, indicando con un cenno del mento il pezzo di carta che lo stesso estrae dalla tasca dei pantaloni della vittima. [Chakra ON][Equip: Portaoggetti: 3 carte bomba - 3 fuuda sostituzione - 1 tonico chakra - 1 tonico salute / Portakunai: 3 kunai - 3 shuriken] In un quartiere povero, chi chiacchiera non è ben visto. Ognuno si fa i fatti propri, tutti fanno finta di non vedere per spalleggiarsi a vicenda credendo che i poteri forti non siano mai dalla loro parte. La pioggia, inoltre, incessante e sferzante a causa del vento forte che ha soffiato sin a questo momento, ha anche nascosto parte dei rumori che qualunque delinquente avrebbe potuto causare. Il pezzo di carta che fuoriesce dalla tasca del pantalone, una volta preso da Kamichi, mostra al suo interno una frase piuttosto semplice "Colpirò ancora". Non c'è una firma, non c'è assolutamente nient'altro. La carta è abbastanza pulita, macchiata di rosso ormai spento nel bordo inferiore. Lo stesso materiale è anch'esso piuttosto semplice, piuttosto scadente. Nient'altro di rilevante giungerà agli occhi del Kokketsu che potrà considerare terminata la sua indagine. Stessa cosa per il Sabaku all'esterno che coglie le ultime informazioni dal vecchio pelle ed ossa. <Uomo, di là.> Solleva il braccio magrissimo e sottile, indicando proprio la direzione dalla quale veniva Kamichi e dunque opposta a quella di Dyacon. Niente di più e niente di meno. Sta di fatto che non ci sarà molto altro di cui discutere, proprio perché pur cercando non risolverebbero il delitto. Non c'è nessun altro nei dintorni che possa testimoniare e quando metteranno la testa di nuovo fuori dal konbini, scorgeranno le nuvole aprirsi per lasciare apparire i raggi del sole ormai prossimo al tramonto. Sta facendo sera e il serial killer pare abbia colpito ancora. La storia non è ancora finita. [ To be continued? ]
[Konbini] Una giornata come le altre, o almeno così sarebbe dovuta andare, eppure, a quanto pare, le moire avevano un destino del tutto diverso per il nostro neo-esploratore dei bassi fondi, lasciandolo persino in balia di un omicidio per mano dello stesso assassino di cui tanto si parla ultimamente nel villaggio. <Dovevo aspettarmelo> risponde, tra se e se <Non avrebbe mica lasciato tracce, bastardo maledetto> imprecando ed inveendo contro la figura dell'assassino, iniziando pian piano a rimettersi in piedi. Il foglietto di carta viene preso ed aperto sul bancone del negozio, mentre ormai del tutto eretto s'avvede della situazione attorno a lui, in quei bassi fondi del villaggio, scenario di un'efferato omicidio, ed in questo caso, è stato proprio il nostro eroe a scovare il luogo e la vittima. <Nulla, non c'è scritto praticamente nulla...> la figura di Dyacon si allontana senza dire niente, qualche istante dopo avergli posto la domanda su cosa ci fosse scritto all'interno del foglietto in questione, lasciando il negozio ed i bassi fondi, e sparendo tra i vicoli del loco. <Mi conviene chiamare le guardie, la situazione deve essere presa in mano da qualcun altro> continua, iniziando ad uscire fuori dal locale, preso ovviamente da quello che potrebbe essere il più mero dei sensi di giustizia. La man dritta, durante l'uscita, farebbe per recuperare quel foglietto di carta, per chiuderlo ed inserirlo nella di lui tasca, mentre la man destra, ancor più celere, andrebbe per riprendere la zinna zuccherata che poco fa aveva poggiato sullo stesso bancone. <speriamo di beccarne una> riferendosi alle guardie, ormai sull'uscio della porta del locale, con quel vecchio poveraccio davanti a lui, inerme e spaventato dal Dyacon poc'anzi presente a quella scena. Pochi passi, davvero ben pochi prima di avvicinarsi a quel vecchio uomo, per poi abbassarsi ed offrirgli quel dolce ancora commestibile, porgendoglielo sulle gambe, in maniera abbastanza calma, quasi come se quell'omicidio non fosse avvenuto, cercando forse di apparire meno spaventato ed in ansia di quanto invece non sia. <Questo lo offre la shinsengumi> prende fiato <Non dimenticarlo> come suo solito, se non osanna la sua corporazione non è contento, cercando in ogni luogo e modo di issare la di lui opinione pubblica con le più disparate e discutibili opere. Ma fatto questo, dopo aver portato quella semplice e zuccherata tortina di crema al vecchio, farebbe invece per abbandonare il loco verso la direzione più vicina al posto di guardie che ricorda di aver visto durante il suo arrivo ai bassi fondi, dove ovviamente, deporrà la sua versione dei fatti in veste ufficiale di Agente Scelto della Shinsengumi. [End]