Black & White
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Giocata del 20/03/2021 dalle 16:03 alle 19:36 nella chat "Nuovo Monte dei Volti di Pietra"
[Monti - Testa Tobirama] Un pomeriggio alquanto soleggiato quello di quest'oggi, nei pressi del monte dei volti di pietra, laddove il nostro eroe, vestito con la divisa classica della shinsengumi, è per le sue a meditare ed a godersi un pò si sana pace, in un passato recente che lo ha visto adempiere a prove fisiche e mentali degne di nota. Un cappotto lungo, nero con le strisce rosse, a coprire gli abiti usuali ed esotici del nostro biondo eroe, appoggiata in quel momento ad una delle metalliche recinzioni lì poste ad evitare capitomboli mortiferi ai più sbadati, vista l'altezza del monte e la conformazione stessa della roccia. Poche persone come al solito, quel luogo non è quasi mai affollato in periodi come questi, nè in orari come questi, motivo per il quale viene preso spesso in queste circostanze come meta per restarsene lì a pensare un pò, o a godersi il panorama tranquillo su quel villaggio che lo ospita ormai da 1 mesetto, ma che in quello stesso mese, lo ha trasformato completamente: Un semplice indigeno proveniente da fuori, figlio di nessuno, fratello di chissà ancora chi, frutto in crescita in una tribù indigena nomade, una manciata di persone scappata dal progresso scientifico-tecnologico degli ultimi anni e rifugiatosi nel rifiuto incredulo mistificandolo con la pace armonica della natura. Eppure guardatelo ora, un biondo eroe facente parte della shinsengumi. un militare quasi, lui scartato da tutti e tutto per non avere abbastanza controllo del chakra, per non averne neppure un tipo specifico, lui che attualmente possiede in se parte degli antichi ed ancestrali poteri del sangue demoniaco, lui che controlla quel potere dell'acqua e del sangue, bi-univoci nel loro essere, ma sottostanti il volere del nostro tribale eroe, ormai spedito verso una strada ancora dissestata di misteri e pericoli, di scoperte e colpi di scena, ma soprattutto di sogni: Diverrà quel giustiziere che tanto sogna, riuscirà ad issarsi su tutti come arma, come braccio armato stesso della dea bendata, del kami che più di tutti lo ispira... lei, la Giustizia. [Chakra Off] [Monti] Il sole viene raccolto dalla pelle scura che ne contraddistingue l'incarnato, definito da lineamenti mascolini e maturi, malgrado l'età. Una sagoma bella grossa, quella del foglioso di colore, che bazzica presso i monti di pietra, non troppo fuori portata di Kamichi, con aria pacata di chi ricerca tranquillità e si vuole godere il tepore di una primavera che finalmente fa assaggiare i suoi preamboli. Spiccano quei capelli bruni, portati in quell'acconciatura particolarmente caratteristica: dei dreadlocks, anche piuttosto lunghi, che scivolano nelle loro nodosità all'indietro e lateralmente, rimanendo incastrati sulla sommità del cranio attraverso un cappuccio tipo cuffia di tonalità scura. Orecchini rettangolari ad entrambi i lobi, mentre un cerchietto penetra il labbro inferiore carnoso e roseo, pronunciato. Zigomi definiti e guance asciutte, scevre di peluria superficiale all'apparenza. Occhi blu, accesi, intensi, separati da un naso abbastanza tozzo, tarchiato. Un giubbottone sempre sulle cromature del nero, a sovrastare una maglia a maniche lunghe neutra, grigia, mentre i pantaloni sono altrettanto comuni, monocromatici, culminando nella calzatura di scarpe senza marchi, semplici, in tinta con gli indumenti inferiori del proprio vestiario. Unico oggetto con sé, è una palla di luce nella tasca sinistra, ed un pacco di fazzoletti.
[Light Bomb x1-Tasca sx] [Monti - Testa Tobirama] Un pomeriggio come al solito dedito all'insegna delle nuove scoperte e dei nuovi incontri, per quanto ovviamente la tranquillità voglia essere la prima e unica meta del nostro biondo in questa giornata. Eppure, par proprio non potersi sottrarre al destino che gli viene serbato, da quel fato sempre in moto a disegnar strade in quella sua vita così rocambolesca, che molto spesso impatta e cozza con quelle di altri stravaganti eroi. V'è dell'ironico in quell'acconciatura, sappiamo come vede il diverso il nostro biondo, lo diverte, ispirando sentimenti non di scherno ma di purò sollazzo, e come non notare quel tartufone in moto alternato poco distante da lui? <mph> emette, in maniera stramba ma non troppo vistosa, uno sbuffo nasale a bacca chiusa, intravedendo in quella acconciatura dread un possibile forestiero, uno come lui, non natio di del villaggio, e come tale, forse qualcuno con cui scambiare qualche parola. Non par essere un'individuo incontrato o vista prima, e dal vestiario, parrebbe davvero una persona qualsiasi, uno qualunque, un primo o un ultimo indifferentemente da come lo si vede, solo quell'acconciatura a richiamare un diverso che per ora ha sempre trovato estraneo, avendo avuto a che fare per lo più con persone del villaggio. <Hey> prende fiato, voltandosi verso il nero uomo , cerca quanto meno il contatto visivo con costui, che dovrebbe essere in movimento, diretto verso chissà quale metà, o forse, diretto proprio come lui su di quel monte di pietra. <Dalla testa si direbbe che non sei di queste parti> diretto, schietto, senza mezzi termini, a chiedere di dove possa essere il black man <Saresti il primo Outsiders che incontro sai? Non mi spiacerebbe per nulla incontrare qualcuno al di fuori delle mura> farnetica quasi, in un discorso che forse il trecciato potrebbe anche non capire a pieno, vittima involontaria di uno flusso di coscienza del nostro biondo eroe, dedito all'esternare come sempre troppi pensieri e troppe emozioni, laddove ovviamente potrebbe tranquillamente evitare, soprattutto con sconosciuti alti e muscolosi- [Chakra Off] [Monti] Mani infilate nelle tasche, portamento di assoluto riposo, in una sorta di pigrizia mista a placidità quieta tanto quanto compassata. Cento novantacinque centimetri di statura, lo fanno ergere dal suolo sulle slanciate leve inferiori, descrivendo quella stazza imponente, benché l'aria non sia necessariamente aggressiva. La complessione ha comunque una certa conformazione longilinea, definendolo non propriamente da armadio a due ante, ma sicuramente prestante ed atletico nel robusto fisico che ne sorregge e definisce l'apparenza. Gli abiti semplici racconteranno facilmente qualcosa della sua estrazione sociale, la quale non spicca, risultando appartenere a quella classe dei meno abbienti e più umili reduci della recente storia del nuovo mondo. Il suo incedere non ha una meta precisa, sta girovagando a passi flemmatici, godendosi il frescure primaverile, i raggi del sole che, proprio in quel momento, iniziano a giocare a nascondino con le nuvole che si infittiscono, agglomerandosi nella volta celeste della cittadina. "Mh..." un'occhiata proprio al tetto del mondo, incerto, per poi estendere quella perplessità quando una voce sembrerebbe sollecitare la propria attenzione. Le iridi indugiano, per cui, su Kamichi, montando una smorfia mite quanto incuriosita al richiamo dello sconosciuto. "Dici a me?" domanda quasi di rito, per appurarsi che fosse il bersaglio della conversazione dell'ignoto interlocutore. "Credo che nessuno, in fondo, lo sia. L'hanno fondato circa dieci anni fa, questo posto." pronuncia con una nota flebilmente umoristica, esclusivamente per tentare di alleggerire la dialettica di modo da non voler risultare derisorio in quell'umorismo. "Ho radici delle vecchie terre dei fulmini per uno dei miei genitori, ma sono nato nel vecchio villaggio della Foglia." dichiara, abbastanza sciolto. La voce è baritona di suo, con bassi profondi, benché non opprimente la retorica, mostrandosi alquanto sciolta e spigliata. "Mi spiace deluderti, ma non sono stato fuori di qui poi tanto. La comunità che si prendeva cura di me quando sono rimasto orfano, alla fine mi ha trasferito qui." scrollando le spalle. "Immagino, comunque. Che io sappia, non c'è molta possibilità per quelli da fuori di arrivare all'interno." alludendo a quelle ragione storiche d'ambientazione, toccandole però con argomentazione vaga. S'acciglia poi, stuzzicato dalla curiosità, scaturita da deduzione circa il verbo altrui. "Come mai quest'impressione?" domanda, generico e prudente anche in fatto di conversazione, cercando di mostrare tanto una certa maniera di riguardo ed educazione nel proprio comportamento, nel costume del proprio cercare di soddisfare quelle perplessità.
[Light Bomb x1-Tasca sx] [Monti - Testa Tobirama] L'uomo dalle trecce pazze par voltarsi, risponde e porta avanti anche un discorso di senso compiuto nei confronti del nostro biondo eroe, che ne ascolta le parole anche abbastanza sorpreso, di solito le persone incontrare la prima volta non parlando di come siano orfane e da dove provengano, o quanto meno, questo non era il focus delle domande del nostro tribale. <Fondato circa 10 anni fa, ma da quanto ne so, le persone che vivevano nella fù konoha son rimaste qui per la maggior parte, e di persone davvero> prende qualche attimo di pausa, virgolettando, ammainando con indice e medio di entrambe le mani il movimento tipico <Diverse> ancora un non nulla di pausa <ce ne sono ben poche> continua, voltando ora lo sguardo sull'infinito paesaggio che s'estende al di sotto dei volti di pietra, li dove ormai tutto brulica di tecnologia e di sviluppo, e dove neppure 20 anni prima, s'è svolta la più grande guerra che si sia mai vista, senza se e senza ma. <Quindi facevi parte di una comunità?> prende fiato <Interessante> continua <Ma...> non vorrà mica chiederlo davvero? <di preciso, cosa sarebbe questa comunità?> è ignorante, lo sa, se ne avvede e lo concepisce da quando ha messo piede al villaggio <Non ci sono tutti sti turisti, di solito si vive tutti assieme ma si nasce e si muore tra le mura, fuori è pericoloso> guardando a destra <Banditi, loschi figuri e ninja pronti ad attaccarti per il puro gusto di issare il senso di violenza> guarda poi a sinistra <O chissà quale altra creatura rimasta in vita dalla scorsa guerra> come se stesse indicando con quella sua testolina le zone che pericolose oltre le mura, o semplicemente, per godersi la vista in un'angolazione completa rispetto alla sola dritta ed orizzontale. Ma ascolta infine l'ultima domanda posta da quel trecciato, da quell'omaccione di colore che par essere pronto a lottare su di un ring, a sua volta incuriosito dalla domanda del biondo, la prima posta qualche minuto fa. <Bhe, non è difficile> risponde, abbastanza pacato nel tono <Non si vedono mica tutti i giorni capelli del genere> ammiccando un sorriso gioviale su quel suo viso, cercando d'intendere un volere diverso rispetto al solo scherno, ma volendo sottolineare invece la bizzarria di quell'acconciatura, in un posto come quello del villaggio delle ombre. [Chakra Off] [Monti] Aggrotta il destrorso sopracciglio, montando sul resto della faccia un'aria abbastanza attonita alla replica ricevuta dall'interlocutore. "E per quale interessante ragione sarei una persona 'davvero diversa'?" ha tutta l'aria di chi si sente giudicato dalla sottolineatura dell'altro, difatti, se prima sembrava molto più calmo, ora farebbe per indurirsi un po' di più: nulla di estremamente minaccioso, ma non si astiene dal far notare, con quella domanda enfatizzata da sarcastica perplessità, che quel commento non lo abbia particolarmente colpito, in positivo. Indurisce le spalle, mantenendo il tronco sempre dritto e le mani ricacciate nelle tasche, cosicché, sebbene la propria postura sia conformata in un atteggiamento di riposo e pacatezza, una tensione maggiore potesse venire stoccata dalla minore distensione della muscolatura, che quand'è irrobustita, si nota dalla contrattura dei lineamenti e le pieghe dello stesso vestiario che si fa come più stirato, rigido, manco fosse appeso ad una stampella. "Una comunità è un piccolo gruppo di anime buone che ti raccolgono per non lasciarti morire per strada." semplice, conciso, tenendo un'inflessione del parlato più incisivo. "I miei genitori son morti che avevo scarsi sei anni, durante gli attacchi al vecchio villaggio della foglia da parte della banda del culto di Tsukuyomi." racconta, conciso, senza avere molto da nascondere o aggiungere. Le ultime di lui, però, sembrerebbero frasi tali da fargli abbassare un po' il livello di attenzione più guardinga nei confronti della recluta. "...Eh allora! Potevi dirlo che ti piacevano soltanto i miei capelli! Ah!" ridendo più di gusto, quasi a scaricare il nervosismo accumulato prima. "Mi chiamo Ekko Makihara." una volta tornato regolare, più sciolto, si presenta. Tace, perciò, in una pausa ponderata in quella conversazione imbastita.
[Light Bomb x1-Tasca sx] [Monti - Testa Tobirama] La conversazione tra i due continua in maniera calma e pacata, di certo diverse dalle vicende avute qualche giorno fa con il Rasetsu, del tutto diverso come indole ed imposizione del black man appena conosciuto. <Hey hey hey> ferma il trecciato, volendo mettere le cose in chiaro, in primis ovviamente, senza perdere ulteriore tempo prezioso <Non ho mica detto che sei una persona davvero diversa> prende fiato <Per quello esiste il tempo, un consigliere sempre pronto a dare torto o ragione alla considerazioni che facciamo> continua, saggio come un vecchietto di montagna, o forse come i monaci alle pendici dei monti limitrofi <Di certo però, dal primo sguardo, è impossibile non notarti> prende fiato <Pensa che ero di spalle, ed anche con la coda dell'occhio eri tranquillamente visibile> ridacchia, in maniera composta, sorridendo appena, divertito dalla situazione venutasi a creare, in quella conversazione dai toni molto allegri e pacati. <Quindi ora sei qui ancora in comunità, oppure ti sei trasferito qui come autonomo per viverci?> prende fiato <La guerra ha mietuto davvero tante vite, fortunatamente, noi della tribù eravamo già lontani dai campi di battaglia, saggia scelta quella di scappare via prima, agli albori di tutti> prende fiato <anche se agli occhi di alcuni potrebbe risultare una scelta codarda e priva di qualsivoglia etica e morale ninja> effettivamente, avrebbero potuto salvare persone, ninja, persino i genitori del tartufone, ma han preferito salvare la pellaccia loro e di quelli che facevano, al tempo, parte della tribe. <Non si può dire che non siano appariscenti ecco> prende fiato <Ekko> cacofonica come cosa, ripetitiva quasi, ma i nomi non si discutono mica, soprattutto se ad averli dati sono stati genitori defunti in guerra, discorsi da evitare sicuramente per quanto leciti. <Kamichi> continua <E basta, dalle nostre parti non usiamo utilizzare il il clan o la zona di appartenenza come secondo nome> prende fiato <Come vedi dalla divisa, membro della shinsengumi al servizio della giustizia e dei più deboli> ancora, volendosi far conoscere da quanta più gente possibile, cercando passivamente di aumentare la sua fama in locale, quanto meno. [Chakra Off] [Monti] Sul grugno, una mimica pensierosa. Tira in alto le pupille dentro le orbite, in linea con quella dubbiosità. "Effettivamente, sono alto. Mi si vede anche da lontano!" commenta in modo umoristico. "Ma ti assicuro che di sera, mi mimetizzo facilmente!" aggiunge sulla medesima linea. Qualche movimento di scapole, con i quali accompagna l'ilarità espressa da un soffio esilarato emesso dalle carnose labbra, su cui spicca un piercing a cerchio a quello inferiore. "Sono autonomo da un po', ma vivo nel quartiere povero del distretto della foglia." spiega basilarmente, così come non parrebbe averne vergogna, ma anzi, esprimendo una certa sicurezza con cui vuole tentare di superare i pregiudizi, lui per primo. L'estrazione sociale da cui deriva è anche piuttosto palese dal suo aspetto, curato il minimo -fatta eccezione per i capelli-, con vestiti anonimi, praticamente nessun equipaggiamento ninja, se non fosse per quella palletta di luce che si porta con sé nella tasca sinistra. "Tiro a campare, come tutti quelli che non hanno avuto grosse fortune." prosegue con quella precisazione sempre piuttosto concisa, la voce pacata e risoluta, noncurante di eventuali discriminazioni di sorta. Annuisce riguardo la narrazione dello shinobi, sospirando lungamente in un'aria di rassegnazione apparente, su come sia andata a finire la storia. Guarda altrove per un attimo, verso i monti che tengono su di sé le sculture dei volti di pietra, un riflesso artistico opaco di quello che fu il vero ed originario luogo delle montagne degli hokage. "Solamente chi è vivo ha possibilità di parlare di etica e morale." risponde in modo schietto a Kamichi, non confermando né smentendo con quelle proprie parole la posizione sia dell'altro, si di quanti egli stesse facendo riferimento, lasciando così quell'assunto alla libera interpretazione di chi lo ascolti, di modo da poterne fare una lettura personale. "Kamichi." sentendo quel nome, torna a fissarlo, e la ripetizione di quest'ultimo sarà pronunciata con semplicità e imitazione, allo scopo banale di fissare nella memoria l'identità dell'interlocutore, così come a rendersi conto di aver inteso bene. Un cenno del mento in direzione del biondo, pratico e diretto, come se gli stesse dicendo implicitamente 'piacere'. Non si cruccia di cognomi e cose varie, restando abbastanza indifferente, così come concorde, alla volontà altrui di limitare la presentazione a quel solo nominativo. "Ah, lo Shinsengumi." vagamente interessato, forse non proprio del tutto consapevole, memore di qualche lezione generica all'accademia, ma il riscontro con la realtà è sempre tutt'altro. "Mi fa piacere, allora." che sia al servizio della giustizia e dei più deboli: a quello si riferiscono le sue parole. "Ho sentito dire che in città c'è un po' di casino." avanza poco dopo quell'annotazione, facendo fede ai rumors intercettati nelle poche possibilità. "Che ne sapete voi del corpo della Shinsengumi?" domanda, fondamentalmente curioso dei disordini lamentati in giro, mostrandosi ignorante così come ingenuamente non preoccupato della faccenda.
[Light Bomb x1-Tasca sx] [Monti - Testa Tobirama] La conversazione tra quei due ragazzi continua, parole non lasciate al vento quelle degli eroi qui presenti, essendosi trovati, in parte, abbastanza simili sotto alcuni aspetti, anche se in diametri relativamente diversi. <Te la concedo Ekko, questa non era affatto male> sorride, divertito, non esternando troppa foga in quell'ilarità scaturita dal black man, non volendo risultare offensivo verso quella battuta a sfondo razziale, o comunque, appunto, BLACK humor. <Mai passato di lì, considerando che la stragrande maggioranza dello scorso mese l'ho passato a dormire tra i boschi qui vicino> da indigeno non vi si trova male, anzi, anche se ha dovuto ammettere che i letti della shinsengumi sono molto più comodi rispetto all'erboso letto naturale che di solito lo accoglieva. <Come ve la passate lì? Ci sono problemi, robe da risolvere> un falco predatore, uno sciacallo per alcuni, un rapace pronto sempre ad afferrare al volo ogni sorta di lavoro che possa fruttargli del denaro o un compenso qualsiasi <Effettivamente, non hai tutti i torti> prende fiato <Eppure c'è chi rimane nella storia per le sue gesta, anche non riuscendo a portare a casa la pelle, morendo, ma restando comunque un qualcuno o un qualcosa di tangibile negli anni> indicando con lo sguardo la capoccia in pietra del tobirama, l'uomo a cui s'ispira tutt'oggi per il suo ideale di ordine e giustizia, nel luogo dove assieme a mekura è avvenuto il suo risveglio parziale, come ninja, e come giustiziere. <Già, un gran bel grosso casino che a quanto pare preferiscono dare a quelle fighette degli anbu> lo abbiamo sempre saputo, è un patriota della sua corporazione, anche se lo hanno preso sotto i ferri, torturato, e quasi ucciso con del sangue demoniaco preso da chissà chi< Fai attenzione Ekko, c'è un assassino a piede libero, ancora> prende fiato <Mi chiedo per quanto ancora vorranno lasciare il lavoro interno a quelli lì> continuando <Probabilmente questa storia sarebbe finita molto prima se ci avessimo pensato noi> devi pur spingere l'opinione pubblica verso di lui ed il suo gruppo, in un qualche modo, cerca sempre qualcosa su cui primeggiare. [Chakra Off] [Monti] La mano destra fuoriesce dalla tasca, salendo verso la nuca, andando a grattarsela con aria placida e divertita quando lo shinobi accoglie e condivide quell'ilarità pronunciata. Espressione semplice, mantenendo un certo tono di quiete mitezza. Non aggiunge altro, sventolando l'arto superiore dritto nell'aere circostante, a sgranchirselo con rotazioni circolari non troppo ampie o vistose, ma comunque atte a sciogliere un po' della muscolatura fino ad ora tenuta a freddo, a riposo. "Tra i boschi? Ah! Butta male anche a te, quindi." tasche vuote, mal comune: almeno, quello che gli verrebbe da dedurre, è che nemmeno l'altro navighi in ottime finanze. "Vedrai che la Shinsengumi paga bene." motto di spirito descrivere il tono con cui pronuncia quelle parole. "Come i poveracci. Ci si fa i fatti propri, per campare non dico cent'anni, ma almeno arrivare al giorno dopo." estremizza un po' con quel racconto, l'aria comunque traduce la molta indifferenza, quasi obbligata, per sopravvivere in quel quartiere difficile. "Io almeno cerco di non dare nell'occhio." sospirando. "Lo so che stai pensando. E' difficile, lo so. Naturalmente." buttandola sull'ironia, legandosi anche a quelle precedenti osservazioni fattegli dalla recluta. Riguardo ai commenti sulla storia, annuisce blandamente, in un opaco accondiscendere il punto di vista altrui. "La storia lascia insegnamenti per i vivi, questo è vero; e i morti non criticano." altro assunto conciso, non specifico, racchiudendo in sé una filosofia sì pragmatica, ma non per questo banale o minimalista; non va oltre in quelle affermazione, esprimendo poco e lasciando immaginare molto, in una sorta di prospetto retorico avulso dal giudizio, e probo al suscitare pensiero, riflessione. L'ultima considerazione circa la diatriba di competenza tra Anbu e Shinsengumi gli fa scappare una morbida e contenuta risata. "Davvero? Pensavo che collaboraste. O meglio, sarebbe stato il caso, unire le forze per raggiungere l'obiettivo. E' della sicurezza della gente che si sta parlando, dopotutto." scrollando le spalle in una nota indolente dopo l'aver espresso il proprio punto di vista. "Un assassino, eh?" più interessato, ed ora meditabondo, percependo un minimo di preoccupazione. "Terrò occhi ed orecchie bene aperte." sempre con la leva superiore destra, farà per mostrare a Kamichi un gesto di pollice verso l'alto, per restituirgli feedback positivo. "Evidentemente, chi comanda la pensa in maniera differente da te, e me." oggettiva constatazione in merito all'accadimento. "Ad ogni modo, se siete al servizio dei più deboli e della giustizia, anche senza lavorare alle indagini, potrete sempre fare il vostro compito di sorveglianza e protezione della gente. Non vi mancano i pensieri, di certo." comunica, molto trasparente e franco. "Con un assassino a piede libero, la prudenza non è mai troppa." facile e comune logica quella che condivide.
[Light Bomb x1-Tasca sx] [Monti - Testa Tobirama] Il tribale ascolta attento le parole del giovane, cerca di capirne il senso ed estrapolare, per quanto può, dei significati velati. <Da dove vengo io si vive così, all'aperto, in tende organizzate da quello che poteva essere l'ingegno ninja di tanti anni fa> continua <Devo ammettere che alla Shinsengumi si dorme meglio, l'erba non è un materasso che consiglio> per quanto sia 100% naturali, per le pelli di tutti. <Effettivamente, sei un pò alto e grosso per essere il classico figuro che sgattaiola nei bassi fondi> continua <Però credo di aver afferrato il concetto, alla fin fine ogni luogo e dove ha i propri usi e costumi> continua <E magari lì essendo alto e grosso la gente non t'importuna> anche se, come si è visto, i cattivi ed i malviventi si spingono persino ad uccidere nel bel mezzo delle feste <ancora non è chiaro neppure a me in che rapporti siamo con gli Anbu> prende fiato <Loro dovrebbero occuparsi dei casini interni, noi di quelli esterni> continua <Ma sto assassino è a piede libero da mesi, ed onestamente non mi sento cos' tanto al sicuro a camminarmene per strada, sapendo che faccio parte di quelli che che ucc...> si ferma <Arrestano quelli come lui, fuori> effettivamente, potrebbe essere un bel bersaglio, perchè attaccare i civili quando puoi far fuori i membri interni delle altre fazioni, eliminando così quelli che possono romperti le scatole. <Ovviamente, anche se dobbiamo aspettare effettivamente ordini adeguati al riguardo> continua <Per ora sono stati vaghi, ed il caso è degli anbu, noi se ovviamente passiamo davanti ad uno che sta morendo, non stiamo fermi> come biasimarlo, effettivamente. Ma del tempo è ormai passato, ed è ora d'iniziare ad incamminarsi verso casa per cenare e per risiedere a quel richiamo in base a cui doveva partecipare stasera, in veste di membro della shinsengumi. <Ad ogni modo Ekko, mi sa che ora per me è il momento di andare> continua, verso il colorato uomo, lasciando intendere un pizzico di dispiacere nel dover lasciare la conversazione <Mi ha fatto piacere conoscere un tipo di 2 metri a posto> continua, sorridendo <Sono certo che l'assassino non dovrebbe darti troppe rogne, o almeno lo spero> ridacchia, salutando il trecciato, ed ascoltandone eventuali ultime parole, prima di chiudersi il cappotto per incamminarsi verso la torre centrale, a passo calmo ma deciso, lasciandosi alle spalle l'appena conosciuto Ekko. [End] [Monti] Frattanto quei dialoghi vanno avanti, il vespro comincia a colorare il cielo, sfumando quei cumulonembi all'orizzonte in tinture d'arancio e di cremisi, le quali, incontrando il plumbeo grigiore delle nuvole, generano un impasto di sfumature cromatiche quasi dal sentimento arrabbiato e cupo. Uno spettacolo paesaggistico forte, la cui natura resta tuttavia sempre suscettibile, a seconda degli occhi che la incontrano in quell'esplorazione del panorama. "Capisco." riguardo all'estratto sul passato del Tribale, in maniera pacata quanto neutra, accogliendo quelle modalità senza giudizio di sorta. "Esatto... era quello che intendessi!!" sul fatto dell'erba scomoda come materasso, e che dove stia adesso probabilmente abbia fatto un salto di qualità. Soffusa ilarità nessuna denigrazione, ma solamente pacatezza e motto di spirito. "Si fa quel che si può." circa l'argomento del quartiere povero e di come sia l'andazzo delle cose da quelle parti. Non approfondisce, non si sbilancia, un equilibrio quasi forzato quello che mantiene, che oltre ai muscoli la vita è stata maestra e suggeritrice che ci voglia la testa per campare. Non obietta le considerazioni altrui sull'assassino, comprendendone con raziocinio le possibili sensazioni che può aver captato dalle parole trapelate dalla recluta. "Non è facile restare tranquilli con la minaccia di un kunai nell'ombra, od alle spalle." conviene fermamente. "Fai attenzione, Kamichi." rigirandogli perciò la tessa raccomandazione precedentemente ricevuta dall'altro, in modo quasi solidale nei confronti di quel conoscente con il quale si sta intrattenendo in conversazione. Nessuna ulteriore obiezione o elucubrazione di sorta, mantenendo anche una specie di riguardo per le mansioni di lui, ottemperando perciò riserbo cautelativo, più che infingardo. "Giusto. Qui è tutto a posto, tanto, Shinsengumi Kamichi." facendogli un mezzo segnale di matrice militare, una movenza della dritta che tiene le due dita indice e medio strette ed il resto chiuse a pugno, facendola oscillare dalla tempia all'esterno in un breve arco. Rapida intesa, così come gratitudine per le buone considerazioni spese nei propri confronti. "Mi guarderò lo stesso le spalle. E se saprò qualcosa, magari oltre che agli Anbu, avviso pure voi." assertivo, quanto più indifferente alla questione interna tra le due forze armate, mostrandosi unicamente propenso ad aiutare qualora incappasse in circostanze sospette. "Alla prossima." lo congeda, facendolo andare per primo, trattenendosi ancora un po', approfittando della vista che quella posizione panoramica concede. "... Quante cose nascondi, Kagegakure..." confiderà al vento ed alla solitudine, prima di abbandonare i volti di pietra e fare rientro. (//end)
[Light Bomb x1-Tasca sx]