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La vecchia Pioggia

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Giocata di Clan

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con Sango

16:51 Sango:
 Di nuovo li, un ennesimo giorno dopo l'incontro con quell'Haru, sebbene pare aver messo da parte quella stizza nei suoi confronti con il resto della serata in compagnia di un buon sakè caldo. Lo ha strattonato troppo per esser sicura d'aver ragione, alla ricerca forse vacua di un ragazzo dagli stessi capelli, sebbene molto più lunghi e di un viso nettamente più bello, eppure ad Ame non ha avuto più modo di incontrarlo perciò passa a setaccio anche quella zona tanto distante dal proprio essere. Il sole è tornato a splendere sul villaggio della pioggia , lo stesso che andrà a rischiarar gli animi dopo quella notte di tempesta che ha infuriato per troppo tempo. Ama la pioggia senza alcun dubbio eppure se ne sente quasi un estranea quando cade così violenta sul proprio essere. Il viso sottile è posto in avanti, le stanche azzurre iridi che scivolano sui visi ignoti di coloro che adesso animano quel quartiere intenti in quelle visioni di prodotti appena usciti e di altri che ne verranno. Non comprende tutta l'eccitazione di quei momenti, si fa bastare solo quel ninjawatch donatole che sosta sul polso sinistro, lo stesso che non solo segna l'ora - cosa molto gradita da avere sempre con se - ma anche si pone come un telefono cellulare. Sebbene non abbia alcun numero da chiamare si sente quasi al sicuro , la debolezza porta anche a questo, a doversi appigliar per forza di cose anche ad altri. Indossa un nuovo kimono anche quest'oggi, cosa importa dopotutto di coloro che dicono che deve andare avanti e dimenticare il passato? Può farlo e può continuare a vestirsi come le piace di più. Il tessuto pesante avvolge le membra riscaldandole, un kimono di un rosa delicato ove i bordi si intensificano con quei disegni astratti cucini con molta maestria . Le maniche si allargano a campagna fin sotto i gomiti, donandole una certa libertà alle stesse mani, la gonna che scende poco sotto i glutei lasciando le gambe ad esser avvolte da sottili calze nere ove sulla gamba destra sosta anche un porta oggetti con dentro due semplici shuriken. Non è molto, eppure in questo nuovo mondo sta apprezzando sempre di più l'utilizzo di armi , lo stesso che le fa pensare che prima o poi dovrà andare a trovare quel famoso Fuji il fabbro in carrozzina, qualcosa di unico e mai visto prima che deve assolutamente vedere. Ai piedi porta solo quei tacchi bassi che annunciano la propria presenza giò da qualche metro, e ad ogni passo i lunghi capelli rossi ondeggiano come lingue di sangue lungo la schiena carezzandola con dolcezza. Ma è li per un motivo, per un obiettivo , camminando al centro esatto sotto quel sole cocente alla ricerca di qualcuno . [Porta oggetti:2 shuriken]

17:16 Utente anonimo:
  [Bar] È una giornata di sole, una giornata lontana dalla Pioggia tanto ambita e amata dalla farfalla che ancora si trova nella sua Crisalide. Dopo l’evento che ha stroncato la speranza del giovane di trovare una seconda famiglia nel suo clan ha preso un piccolo appartamento nel centro del distretto di Amegakure che adesso condivide con la sorella appena ritrovata , strano che non sia insieme adesso, una strana coincidenza. Difficilmente si possono staccare , difficilmente un libro riesce a chiamarsi tale senza copertina. <<…Prendo una Tisana di Boccioli di Rosa essicati per piacere, niente zucchero e soprattutto niente biscotti.>> Ordina gentilmente alla cameriera mentre siete nei tavoli esteri di un bar. Per poi riprendere a rileggere il giornale, deve trovarsi un lavoro o qualcosa da fare, non può vivere da turista per sempre adesso deve pensare anche alla sorella e lui non può mangiare mele per sempre, gli occhi scorrono veloci sulle righe stampati ,chiaramente visibili le sue iridi dalle lenti tonde rosate con montatura dorata ,una catena d’orata fa da porta occhiali fingendosi quasi una collana. Scarpe nere a punta nere, jeans molto attillati neri, giacca a petto chiuso bordeaux come la cravatta che stringe al collo la camicetta nera che si nasconde le vesti . << Grazie,molto gentile…davvero tanto.>> direbbe, verso la cameriera una volta portata la tisana al tavolo . Sbuffa appena immergendo la bustina nella calda acqua che piano piano si tinge di rosso, i suoi occhi gli prestano attenzione come un bambino d’attenzione a un mago che fa una bellissima magia. Sorride lui per poi uscire il suo smartphone per fare una storia [Storia presente su ninjiagram]…Una volta caricata la storia torna a scrutare il giornale mentre la mano destra sbatte l’anello del padre sul tavolo nervosamente.

17:32 Sango:
 Il passo che procede lento, come in un torpore nel primo pomeriggio di una giornata d'estate, quando il sole e la calura portano su di loro quella sonnolenza ma anche il desiderio del dolce far nulla e stendersi come un gatto al sole attendendo che la notte scenda di nuovo su di lei per riprender vita. Quel caldo che arriva sulla fronte, la mano scivola sulla fronte lievemente seppur non pare stia sudando poi troppo, e si costringe nel metter un passo dopo l'altro notando troppi visi, ma non quello che sta cercando. La folla che si accalca in quel giorno per i loro acquisti eppure li, tra quelle macchie di colore, quel bianco risplende luminoso in una piccola fila all'esterno del centro della strada, ove i tavoli spiccano dolci in quelle forme aggraziate, di piedi sottili ed eleganti. Lo stesso proprio corpo che andrebbe a voltarsi a lui, circospetta questa volta per evitar altre figuracce, sgusciando tra la stessa folla con lentezza pur di esser sicura che quello sia realmente chi conosce. I lunghi capelli bianchi vi sono, eppure il suo vestiario è totalmente differente da quello che ha potuto notar l'ultima volta, non vi è alcun kimono a carezzare quello stesso essere , ma la sensazione che sia lui è troppo forte per fermarsi proprio adesso. Il passo che lento andrebbe ad annunciarla per non spaventarlo, gli occhi resi sottili sia dalla luce ma anche dallo stesso sforzo di leggerne il viso e le forme < Shiroi? > un sussurro basso, caldo e avvolgente, timido perfino non sapendo se davvero possa odiarla perfino lui per averlo donato in pasto a quell'essere disgustoso che si nomina come capo clan. Il corpo che si fermerebbe proprio accanto a quel tavolo, evidente la tensione che si annida nelle spalle e nel corpo retto e dritto come un militare . Uno sguardo più attento prima di scoprir che si tratti davvero del piccolo Ishiba appena arrivato < posso sedermi? > una richiesta che se verrà esaudita troverà lei di fronte , seduta , con le mani su quel tavolo che si torturano a vicenda con energia repressa < ti ho cercato molto da ieri sera > lo confessa con quella stessa dolcezza che riesce a contraddistinguerla solo per coloro che vivono nel proprio clan, coloro che può considerare fratelli a modo loro. Un lieve e tremulo sorriso che solleva quelle morbide gemelle < come stai? > vuol sapere davvero come stia, vuol sapere ancor di più cosa sia accaduto dentro le porte di quello stesso clan. Cosa gli avrà mai chiesto il rosso? Attende con lieve agitazione, negando qualsiasi eventuale ordine, la bocca dello stomaco che ormai s'è chiusa improvvisamente, e lo sguardo fisso sul suo di viso come se stesse aspettando che la spada di Democle possa infine tagliarla in due dall'alto. Pronta ad esser odiata, eppure non da lui, almeno non lui. [stessi tag]

17:48 Utente anonimo:
  [Bar] La tisana diventa sempre più rossa, proprio come il sangue che scorre nel corpo del giovane corpo del Genin. Tisana rossa come la chioma scarlatta della shinobi che attira la sua attenzione interrompendo la sua ricerca. Gli occhiali dalla dorata montatura scivolano un po' in modo che gli occhi d’oceano si possano scontrare con quelli scarlatti di Sago. <<…Oh Sango chan, sei tu. >> Direbbe con voce gentile e amichevole per poi voltarsi e chiudere il giornale. << Si certo che puoi sederti, è l’ora del thè. In questo posto hanno delle tisane davvero ottime, te ne consiglio uno.>> Mentre parla con lei i due triangoli dorati dei pendenti che porta ai lobi si agitano proprio come le ciocche della sua criniera bianca. << Ti consiglio una tisana depurativa di cardo di mariano,finocchio e liquirizia…depura il corpo specialmente aiuta la pulizia del fegato . >> Direbbe ancora con quel tono gentile ma privo d’emozione mentre l ‘indice dall’unghia smaltato di nero della mancina andrebbe ad alzarsi . <<Eh magari Depura la mente anche dai brutti pensieri e ricordi… Ma quello è solo un effetto placebo.>> Direbbe per poi sorridere mentre compare dal nulla Luna, la farfalla bianca che va a poggiarsi sull’indice innalzato poco prima dal genin per poi sbattere le ali e mettersi in posa. Che esibizionista. Che creatura magnifica.

18:05 Sango:
 Ode quelle parole nel più completo silenzio , lasciando che il sole lentamente inizi a calare con dolcezza verso la sua fine illuminandoli con caldi raggi illuminando perfino quel thè che l'altro ha preso . Le dita che non riescon a star ferme andranno alla ricerca di qualcosa nel kimono, proprio al petto per qualche attimo con nonchalance, per gettar fuori un pacchetto di sigarette e un accendino accompagnato, nero quello molto semplice, uno zip che andrà ad aprir dopo aver preso tra le proprie labbra il filtro di carta assaporandone già il gusto . Il posacenere che viene avvicinato molto semplicemente, per lasciar che il fuoco possa donar vita a quella stessa tra le labbra, impregnando la propria bocca e i polmoni di quel fumo acre, lo stesso che si solleva verso l'etere in disegni e ghirigori particolari. Ne rimane senza dubbio sorpresa, che quella gentilezza sia rimasta nei propri confronti, seppur l'abbia lasciato la! Che terribile ingiustizia donar quell'anima pura ad una delle più sporche mai esistite, alcuno dovrebbe toccarlo e insozzarlo con la sua essenza, tale deve rimanere limpida e bianca come i più puri degli esseri. < pensavo potessi odiarmi > non vi è accusa nel tono, solo quell'estrema curiosità che da sempre la abita fin dal profondo , sbatte quelle lunghe ciglia nere come se fosse in un sogno < ma.. > comincia con strana calma e serietà, scostando perfino lo sguardo da lui per donarlo alla piccola farfalla che ancora lo segue < era giusto che lo conoscessi tu coi tuoi occhi, non mi avresti creduto probabilmente > non certa di quelle parole, ma molti credon più a ciò che vedono che a ciò che sentono senza alcuna prova , eppure quella colpa la percepisce nelle proprie vene , nella mano libera stretta in quel pugno serrato < quando ero capo clan tutto era.. diverso > vi era una sorta di armonia e cameratismo tra loro, non la paura e il terrore che adesso serpeggiano negli angusti angoli di un dojo . Oh quanto avrebbe potuto fare con loro, cosa avrebbe potuto costruire, eppure nulla di tutto ciò è andato come doveva < cosa ti ha.. chiesto > non sa quanto quelle richieste possano esser malate, voler far inchinare lei è un conto, ma lui che colpe ha? Cos'avrebbe quel piccolo bocciolo di ciglio da dover espiare? Le domande che permangono, ma quelle parole richiedono tempo e delicatezza, piccoli passi pur di non farsi odiare ancora.

18:29 Utente anonimo:
  [Bar] L’indice in un gesto veloce di mano viene tolto e Luna si ritrova a svolazzare intorno alla shinobi sembra studiarla o volerla distrare, è sempre cosi dispettosa quando qualcosa la infratisce. Le candide mani bianche del ragazzo adesso vado ad afferrare la tazza ove la tisana è stata versata mentre i boccioli di rosa le donavano fragranza e colore come un letto ruba l’odore di due amanti dopo una magica notte d’abbracci d’anime. << Avercela con te dici? Forse potevi avvertirmi ma non eri dovuta.>> Un piccolo soffio sul caldo liquido . << Ma non eri costretta, non mi conosci alla fin fine. Non sono un tuo amico .>> Dice con tono freddo e privo d’emozioni ,un tono angelico ma severo, ghiaccio che taglia la pelle prenotandola , senza causa ferite evidenti, una pugnalata gelida che ferisce l’anima, sempre se la donna ha un anima. Lentamente la tazza viene riposta sul tavolo, allentandola dalle labbra di Luna che adesso ricorda quasi il colore di una Luna Rossa,ma per poco tempo , la lingua del giovane veloce va a rubare il liquido restato sulle labbra, depurandole, come la Pioggia purifica da ogni male. << .. Eri tu allora la rosa che ha definito traditrice, hai confermato le mie teorie allora. >> sorride adesso come un piccolo bambino, quel cambio repentino di personalità ricorda quasi quello di un bambino posseduto da un demone. Un ragazzo puro come un innocente bambino, avvolte freddo e maligno come un Angelo giustiziere. <<Non importa cosa mi ha chiesto ma se ci tieni…>> Sorride ancora cercando uno scontro con la Rosa Rossa Ishiba.<<Mi ha umiliato facendomi svestire. Cosi da soddisfare la sua sete di sottomissione forse. E io ho dissetato la sua sete. Poi mi ha invitato a restare al Dojo ma ho abbondonato quel posto e non tornerò mai più .>>Lo sguardo adesso è freddo come l’oceano profondo presente nel colore delle sue iridi. << Ma non mi ha umiliato, ha ferito le mie origini, la mia arte, la mia pioggia e lui morirà per questo…Un giorno. >> Dice con voce fredda ancora, priva d’odio, priva di cattiveria. Privo d’ogni emozione eppure adesso cambia di nuovo, torna a sorride di nuovo guardando la donna aspettando una sua reazione. Luna smette di svolazzare intorno alla shinobi per tornare a riposarsi nella chioma bianca della BAMBOLA di PORCELLANA.

18:53 Sango:
 Le parole che sente le portano la mano a sostare a mezz'aria, seppur quasi sorpresa da quel cambio repentino. Dal dolce al freddo in un attimo, tanto da poterla quasi congelare, eppure tornerà solo a fumar quella sigaretta per qualche altro attimo prima di riposarla e donar fiato libero alle proprie parole future < quella un tempo era la mia famiglia > asserisce con estrema calma nell'osservarlo perfino, nel voler comprendere quelle piccole sfaccettature che si aprono a lei , limpide come lo specchio di lago < speravo solo che fosse stato solo con me > quell'umiliazione gliel'avrebbe fatta pagare un giorno, eppure sperava che fosse solo un modo per riveder le sue priorità, il non volerla vedere dividere di nuovo tutto, di non vedersi portar via una parte degli stessi . Non sa cosa sia davvero accaduto all'interno di quelle porte e il dubbio l'attanaglia un piccolo insetto a mangiarle la mente, lento e doloroso quel dolore. Sgrana lievemente gli occhi a sentir quelle parole eppure deve spiegare, deve raccontare < un tempo era diverso, Shiroi, lasciami spiegare > quel tempo ormai passato, gli stessi ricordi che salgono alla memoria , impresse a fuoco nella mente che mai potrà dimenticare. L'esser ancora definita una mukenin brucia nel profondo della gola che arde di sete di coloro che purtroppo sono già morti < Amegakure non esisteva più dieci anni fa dopo l'ultima guerra > rimembra ancora tutto quel sangue, l'arrancare su quei corpi amati e ora privi di vita, la fame, la disperazione, l'immensa solitudine che l'ha accolta e mai lasciata < ormai era solo una terra sfruttata dall'Hasukage Yukio Kokketsu > un nome antico che ancora rievoca parte di quell'odio spudorato provato, di tutto ciò di giusto che abbia potuto compiere < io.. commisi un errore che porterò sempre con me, ho spezzato una vita del nostro stesso clan > sincera in quel dire, che la conosca, e scelga ben lui cosa desideri fare, se andare via o star li ad ascoltarla , che sappia chi ella sia stata un tempo e chi sia adesso < eppure mi permisero a malincuore di rimanere.. appresi le arti e la storia stessa, appresi come Yukio ci tenesse al guinzaglio pur di non farci ritornare alla nostra casa madre > quel divieto, quell'essere ostruita in quel piccolo grande villaggio che non le apparteneva. Veder le mani di un altro che per puro egoismo si son allungate sulla propria casa per distruggerla e non poter far davvero nulla per impedirlo , troppo debole per imporsi contro quel Tessai. Il sospiro sfugge ancora, basso e tremulo mentre dona sfogo a ciò che ancora arreca dolore < decisi di andarmene da un clan ove l'inchinarsi a Yukio, non voler tornare a casa era la regola > rimembra ancora l'astio nei confronti di coloro che non sollevarono il loro capo nei confronti di un tiranno < volevo solo tornare a casa, volevo prender il mio posto tra i kage e proteggerla finalmente > tutto ciò avrebbe portato alla realizzazione di quel grande sogno ormai scomparso, non vi è più nulla per cui lottare , ormai Ame è li, viva e vegeta, protetta da quel villaggio < lasciai l'alleanza, mi unii a Otogakure per liberarla e presi con me parte del clan, di coloro che ancora sentivano il richiamo della pioggia, di coloro che mi furono fedeli > un piccolo idillio al centro stesso dell'inferno, sempre senza una casa, sempre in lotta contro quel mondo pur di riavere ciò che a tutti loro spettava < e poi.. tutto finì durante l'ultima guerra, eravamo contro l'alleanza.. e adesso il posto del capo clan è passato a quell'essere ignobile > un essere che non possedeva alcun diritto di prender quel piccolo potere per lui, non per utilizzarlo in quel modo < il capitano della shinsengumi, lui sarebbe dovuto esser il vostro capo clan, eppure si allontanò lui stesso per via di coloro che seguirono solo ideali di mera bellezza, ma non vi era più forza in loro > il racconto che termina, lungo forse, troppe informazioni donate, eppure il quadro di colei che ha vissuto tutto ciò, che si è mossa per ciò che voleva. E ancora ode il suo successivo dire, quell'umiliazione avvenuta anche per quel piccolo giunco appena cresciuto , e l'odio e la rabbia che si sollevano in uno sguardo di fuoco, di quella tigre imponente che ancor l'abita < mi dispiace Shiroi > quell'umiliazione che potrebbe far crollare anche i più forti eppure si stupisce che quel ragazzo non si sia chinato, forse la forza della pioggia non è davvero morta alla fine < dove starai adesso? > preoccupazione che si solleva, come una madre che osserva un piccolo figlio, non il proprio, eppure si sente in quel modo < un giorno forse tutto sarà come dovrebbe esser > eppure in quelle parole pare non credervi davvero, non vi è nulla che adesso la spinga di nuovo in quella direzione, lei stessa che ha voluto allontanarsi dal clan pur di non mettervi più piede, eppure quell'amore che ancor prova la spinge a cullare quei nuovi Ishiba venuti al mondo, per rimembrar loro cosa era un tempo il villaggio della pioggia. [stessi tag]

19:20 Utente anonimo:
  [Bar] Lo sguardo non si schioda dalla shinobi che si veste da canta storie e lui tutto questo sembra andare più che bene , cosi tanto bene da mascherassi da bambino preso ad ascoltare una sucida Fabia. Scritta con il sangue e con la vergogna degli errori umani a quale solo il vero senso della Pioggia può riparare a tali atti.<< Bellezza dici? Sottomissione dici? È tutto quello che rincarna colui che adesso conduce il nostro Clan, colui che adesso marchia il nome e il ricordo dei nostri Padre. Ed è pure un po' colpa tua Sango…>> Sorride sereno chinando la testa di lato lasciando che il pendete indichi il terreno. << Ma non preoccuparti io ero pronto a queste cose. Non sono arrivato qui cosi sprovveduto. Sai cosa che differenza c’è tra un figlio della Pioggia e chi non conosce il senso della Pioggia?>> Domanda retoricamente per poi aprire gli occhi prendendosi una piccola pausa per poi sorseggiare nuovamente la tisana finendola. << In questo nulla cosmico sono tutti dei granelli di sabbia attaccati a brandelli di speranza, sono tutti cosi monotoni, stupidi e abitudinari, convinti che il mondo sia solo delle persone importanti. Noi invece siamo importanti, siamo gocce di Pioggia, ma tutti insieme siamo la Pioggia. Ogni giorno per noi è diverso, loro vedono solo numeri nel calendario che cambiano, noi vediamo la Pioggia che ogni giorno s’avvicina per tornare.>> Fa cenno alla cameriera per chiedere il conto . << Ho preso una casa ,in centro nei grattaceli. In Via Akendo 17 , li vivo con mia sorella.>> La cameriera adesso porterebbe il conto << Vieni a trovarci qualche volta…ma avvisami prima cerca il mio nome su Ninjagram. Spesso sono fuori per cercare un lavoro. Devo pure pagare l’affitto. >> Sorride divertito mentre poggia sul tavolo i soldi del conto. Lei può vedere benissimo l’anello che porta al pollice destro con su il Kanji Rei.

19:43 Sango:
 Le parole fluiscono, narra con calma parte di quella grande storia che ricopre ormai un piccolo grande arco della propria vita, vissuta appieno senza alcun dubbio , e con colpe che ancor pesano sulle proprie spalle. Sangue che ancora deve esser smacchiato dalle sottili dita che stringon delicate un filtro ormai morente. La stessa sigaretta che viene lasciata morire nei suoi ultimi sbuffi dentro quel semplice portacenere e un amaro sorriso a sollevarle le labbra < non conosci le mie colpe > ne ha diverse da espiare, orribili tutte quante han lasciato cicatrici che un giorno troveranno pace nell'ade stesso < ma non mi pento di nulla di ciò che ho fatto > lei era li, unica e sola in quel nuovo mondo a rimembrar ancora il passato e volerlo riprender con se. Insieme all'ultima cappa dell'akatsuki che l'ha vestita di Byakko, la bianca tigre, l'ultima essenza di konan su quella terra in forma di un semplice anello, ma che porta seco motivazioni ben più nobili. Ascolta quel suo dire, le ciglia che lente si abbassano celando lo sguardo al mondo stesso, delicata perfino in quel dolore che prova e che scaccia, vi rifugge violentemente per non inceder ancora in quelle oscure strade < un giorno vi sarà il momento in cui potremmo ritornare a casa > son passati quasi trent'anni da quando ormai non la vede più, una casa distrutta e rasa al suolo insieme a quei pochi che ancora amava. Lo sguardo che si riapre, stanco , le piccole rughe a tingerle il volto di qualcun che è dovuto crescere in fretta, comprendere quel mondo, ed esser un tassello di quell'immenso gioco politico con la propria piccola scacchiera. < oh kami, davvero volete uccidermi dunque > un sussurro seguito da una risata ad udir il nome di quella via. Akendo, anche lui come molti altri è morto, in un corpo suo ma in una nuova possibilità senza alcun dolore, di un segreto che solo lei cela e ricorda, di un viso ormai scomparso ben prima di quei dieci anni. Leggenda e kami adesso è li, portatore anch'esso della pioggia è stato liberato dal peso di un passato, e nota anche quell'anello, uno dei dieci che forse un giorno tornerà a viver. Chissà dove son finiti tutti gli altri? Non lo sa, non vuole cercarli, rifuggire dal presente per il passato ha imparato non serva a nulla, solo una piccola favola per continuar a sognare < tua sorella? > si concentra su quel lato particolare, che anche lei possa esser una di loro? Le probabilità son molto alte < proverò a mandarti qualcuno ad avvisare prima , non sono brava coi cellulari > ha perduto il momento di crescita in quella fase, più legata al mandare copie o altre persone per annunciarsi < per le tecniche del clan posso insegnarti io > dopotutto ha avuto modo di legger tutte quelle pergamene, di apprender le tecniche proibite e di esser un sensei allo stesso tempo. Un lieve sorriso stanco mentre andrà a sollevarsi da quello stesso tavolo , ormai la luce è calata per donar loro un rosso e intenso tramonto < yugure > il crepuscolo è li, ma non ha portato ciò che aveva promesso < un tempo sarebbe dovuto arrivare, e poi vi sarebbe stata l'alba > piccoli riferimenti a cose che forse l'altro non conosce < se hai bisogno di aiuto, solitamente mi troverai alla sede della shinsengumi > li ove pone il proprio allenamento , li ove apprende quella nuova gerarchia istituita e con un lieve sorriso andrà semplicemente a congedarsi da quel piccolo incontro, per recarsi chissà dove, ancora senza una meta continuerà il proprio cammino di eremita alla ricerca di nuovi stimoli da poter rincorrere. [end]

Sango va alla ricerca di Shiroi per scoprire come sia realmente andato il suo incontro con il capo clan. Da ciò parte una piccola confessione della rossa nei confronti del puro Ishiba.