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Giocata del 14/03/2021 dalle 14:39 alle 17:45 nella chat "Quartiere dello Spettacolo"
[in giro] Diciamo che era in tenuta da lavoro E fortunatamente c'è il sole quindi la situazione non è così terribile anche se deve andare in giro quasi di corsa tra l'ufficio e dove la mandano a fare consegne letteralmente per dei capricci oppure per cose seriamente importanti. La gonna nera le arriva fino al ginocchio e segue bene le sue forme calzando sui fianchi fino ad arrivare al punto vita, dove si chiude, contenendo la camicia a righe alterne brune all'interno i cui primi due bottoni vengono lasciati aperti. La giacca in tono e coordinata con la gonna viene lasciata aperta ed oltre alle calze porta un paio di scarpe nere con tacco quadrato tenute ferme da un cinturino legato alla caviglia. Borsa d'ordinanza, sguardo apatico di chi sta facendo un lavoro orrendamente svalutato ed in generale una cura di se più cha basilare. Del resto, è un lavoro quasi di "rappresentanza", disumanizzante di per se, dato che il modo in cui ci si confronta normalmente è "portaborse di". Non esiste un nome, al momento è solo un bell'oggetto che deve dare una bella impressione e fare quanto detto, tutto qui. Ma cosa non si fa per non rimanere per strada giusto? Ha giusto appena finito questi straordinari richiesti all'ultimo e cellulare in mano sta ascoltando le ultime direttive prima di chiudere. Solleva la testa verso l'alto e sospira pesantemente: è stanca, sta chiedendo l'aiuto di Sango per sua figlia, ma più va avanti più le sembra che stia di nuovo sbagliando tutto. Sbagliando approccio, sbagliando strada. TUtto quello che sta facendo la sta riportando dentro un buco inconcludente, di nuovo e poi adesso c'è questa storia dei vecchi ninja ammazzati. Anche in questo caso sta studiando letteralmente come impostare una richiesta per essere ascoltata e proporre una campagna di sensibilizzazione, ma lei al momento non vale nulla. Servirebbe una lista di persone, un gruppo unito di cittadini per porre delle richieste. <ahh> le fa male in cervello, così come le fanno male i piedi e la gola e tutto. Ha bisogno di bere...magari quella cosa nuova il bubble tea, perché no? ha un aspetto così colorato nelle insegne. E così è, eccola "marciare" si fa per dire verso un chioschetto dove poter trovare questo fantomatico bubble tea della pubblicità. [ch off] [Via Principale] Sole. Non c'è alcuna nube che possa ostacolare i raggi dell'astro diurno. Cielo stranamente limpido tant'è che anche la temperatura è abbastanza calda, niente a che vedere con il freddo, la pioggia e la neve che di solito imperversano su tutta Kagegakure. < In questo quartiere dovrei riuscire a trovare qualche giornalista... > E' lì proprio per questo motivo: trovare qualche inviato o cronista che si è occupato di redigere gli articoli che spopolano sui maggiori quotidiani. Vuole sapere, vuole leggere negli occhi sel suo probabile interlocutore se ci sono altre informazioni utili che non sono state rivelate, tenute nascoste per chissà quale motivo. E' un artista nel leggere il linguaggio del corpo. Quest'ultimo, anche se non parla, ha sempre molto da dire, basta solo una chiave di lettura adeguata. E lui, in questi dieci anni, l'ha trovata e affinata. < Uhmpf... > Sospira, avanzando per la via principale del quartiere, lasciandosi alle spalle un numeroso quantititativo di negozi, cinema e piccoli chioschi che gli sfilano di lato. Lo sguardo color ametista si sposta con frenesia da destra a manca, ricercando qualcuno degno della sua attenzione. E lì, nel cercare e nel girovagare, gli occhi si posano sulla figura di Mekura, riconoscendone i tratti somatici ma non il vestiario. < Ma che.... ?! > Sbatacchia le palpebre, incredulo. < Miru...? > Alza leggermente il tono di voce per farsi sentire dalla ragazza tutta indaffarata nel suo lavoro. La vede con quei vestiti classici, tremendamente seri ed eleganti, che quasi non la riconosce. < Sei tu? > Non è ancora sicuro di aver fermato la stessa donna conosciuta poco tempo fa all'oasi di Suna. La Hyuga potrà notare il Sabaku vestito in questo modo: calzature da Shinobi aperte sulle punte dove scivolano dei pantaloni scuri come la pece in cui dei ghirigori dorati s'inerpicano fino in vita. Proprio qui spicca la fasciatura rosso fuoco utile a tenere stretta a sè la giara color ocra posta dietro di sè in diagonale. Reliquia al cui interno resta dormiente la sabbia dell'ex paese del Vento. Il busto, invece, è coperto da una maglietta nera e una felpa bianca a collo alto con chiusura a zip verticale. Cos'hanno di particolare gli ultimi due indumenti? Non hanno la manica destra. Infatti il braccio dritto è nudo da spalla a polso e, nel mezzo, vi è il coprifronte di Suna a svettare ad altezza bicipite. Capigliatura corvina lasciata alla mercè delle condizioni meteo dove solo l'occhio sinistro è visibile a causa del cadere di alcune ciocche davanti ai suoi tratti somatici. [Chakra OFF] [in giro] Sta già pregustando la sua bevanda per togliere l'arsura dalla gola, quando qualcuno chiama il suo "nome in codice", il nomignolo che lei si è data per evitare che qualcuno la riconoscesse. Ora come ora non ha idea se questo sia ancora valido come prospetto e che debba ricominciare a riutilizzare il suo vero nome perché...bhe ora ha dei documenti, è riconosciuta come cittadina, tenuta d'occhio e costretta a rimanere dentro la città fino a nuovi accertamenti. Ma li per li non ci penserebbe e vedendo Dyacon cambierebbe subito percorso andandogli incontro. <Dycon?> allarga un sorriso <sei tornato?> chiede, del resto era intenzionato ad andare fuori a cercare certa gente. <stai bene! ah?> si ferma un'attimo quando sente quella domanda e si guarda addosso <bhe...si sono io, dovrei essere qualcun'altro?> era per colpa della divisa? <è...lo indosso per il mio lavoro, ne ho trovato uno, in realtà non so neppure se queste scarpe siano abbinate bene> l'ultimo commento viene fatto a bassa voce come se lei si facesse più un discorso per se stessa che per il ragazzo. <ma torniamo a te, sei uscito fuori?> aveva anche chiesto di mandare un messaggio se fosse passato dalle parti di Konoha...bhe anche se non è più necessario a conti fatti> Mattyse è da queste parti, quindi il messaggio ormai non ha più senso. [ch off] [Via Principale] I passi lo portano a dimezzare e poi azzerare le distanze dalla figura di Mekura, ponendosi in posizione frontale rispetto alla stessa. Gli occhi color ametista la squadrano da capo a piedi senza discrezione alcuna, fregandosene altamente se può esser scambiato per pervertito o cose simili. < Bene, allora sei tu... > Già s'immaginava di aver fatto una figura dimmè scambiando una persona per un'altra. Si era fatto un film mentale qualora Mekura non fosse stata Mekura, tanto da architettare in pochi attimi dei modi da ninja per uscire con nonchalance da situazioni imbarazzanti. < Sto bene grazie. > Annuisce con un cenno del capo mentre le dita della mano destra si dipanano e poi passano tra la folta capigliatura corvina nel tentativo di rassettarla, metterla in ordine. Gesto vano. < Sì, sono andato oltre le mura di Kagegakure... > Ammette, ruotando appena il capo in direzione delle stesse, almeno in linea d'aria. < Ho trovato più di quello per cui ero uscito... > Oltre a Keiga ha riabbracciato anche la sua vecchia Sensei, nonchè Decimo Hokage di Konoha: Furaya. Ma non ha rivisto soltanto le figure appena citate. A queste si aggiunge anche l'ex dinamintardo e allevatore di cinghiali: Mattyse. Un mezzo matto dai modi molto rudi, ma che sicuramente gli risulterà utile nel tempo a venire. < Tu invece? Mi avevi detto che saresti tornata a parlare con il tuo clan... > Ovvero gli Hyuga. < Sei stata al loro Dojo? Hai avuto modo di sapere se Ichirou è ancora vivo? > Quel ragazzo dalle pupille color perla con cui ha combattutto fianco a fianco durante la difesa del villaggio della foglia. < Vedo... > Indica con il mento il vestiario che l'altra sfoggia. < Ma sei una giornalista? O hai a che fare con loro? > Domanda, speranzoso di ricevere una risposta positiva così da lanciare l'amo riguardo il suo obiettivo di giornata: saperne più al riguardo dell'assassino che sta terrorizzando tutta Kagegakure. [Chakra OFF] [in giro] Già, il suo clan. Abbassa lo sguardo per un attimo, colpevole: non si è interessanta al clan ultimamente. Non è solo per colpa sua alla fine, del resto era finita in prigione per diversi giorni. <no Ichirou non l'ho ancora trovato, mi sono concentrata su altre cose e...non sono andata al clan> anche perché li ci vuole tornare con un po' di dignità in corpo, perché inevitabilmente sarebbe andata dai suoi bambini. QUando pensa a Kurako e Hiashi, sopratutto Hiashi si sente il cuore farsi pesante e stretto. <ah? no, in realtà sono una...portaborse> lo afferma aprendo le braccia <che al momento ha appena finito di fare i suoi straordinari> piega la testa di lato e guarda di nuovo il moro <ho bisogno di sedermi da qualche parte, un tavolino, due sedie> i piedi le stanno urlando in questo momento. Non è che è la prima volta che ha dei tacchi ma sta volta sente un dolore atroce alla caviglia, forse è il tempo che c'è stata dentro quelle calzature, forse si sono gonfiati i piedi, ma sta fisicamente in uno stato di dolore che non provava da tempo. Le ha ricordato quando sua madre ha cercato di ucciderla. <sempre se vuoi parlare ovvio> [ch off] [Via Principale] < Portaborse? > Inarca il sopracciglio destro, non capendo nell'immediato a che tipo di lavoro si riferisce. Gesto però invisibile agli occhi della Hyuga visto il quantitativo di ciocche ricadutegli lungo la parte destra del volto. < Che diamine di lavoro è fare il portaborse? > Delicatezza e tatto? No, non conosce cosa siano. O almeno le mostra solo a pochissime persone a lui fedeli. In dieci anni è diventato fottutamente schietto e diretto, senza più farsi le cosiddette pippe mentali nell'immaginare come si può sentire il soggetto dall'altra parte. < Davvero, in cosa consiste? > Chiede con curiosità, enfatizzando il quesito grazie al gesticolare con le mani. In attesa di una risposta al riguardo, si sposta su un altro argomento, quello del clan Hyuga. < Capisco. > Annuisce con un paio di cenni del capo, prima di assumere un'espressione pensierosa, riportando alla mente l'incontro avvenuto con Furaya pochi giorni fa davanti ad una bella ciotola di ramen caldo. < Piuttosto Miru... > E gli occhi color ametista ripiombano sulla figura della donna. < Conosci una certa Mekura Hyuga? > Chiede con nonchalance, non avendo la benchè minima idea che il nome appena esternato è di proprietà della genin che ha di fronte adesso. < Certo che voglio parlare... > E si volta con busto e bancino, dando modo all'altra di avanzare nella direzione più consona per lei. < Andiamo pure a mangiare. > Accetta quell'invito, affiancandola nel camminare lungo la strada principale del quartiere artistico. < Dannazione... > Sbuffa rumorosamente, constatando come lei non faccia parte della cerchia ristretta dei giornalisti. < Visto che sei della zona e ci lavori, conosci qualche giornalista? > Chiede con determinazione. < Hai sentito parlare anche tu dell'assassino che gira a piede libero qui a Kagegakure no? > Domanda retorica la sua, tant'è che continua a parlare senza dar modo all'altra di rispondere. < Voglio parlare con uno di loro... > Magari riesce a prendere qualche informazione che altri non hanno. [in giro] Sta per rispondergli ma la verità è che la storia è abbastanza svilente. Si ferma e poi solleva le spalle. <sono degli assistenti nell'ambito burocrate, vanno in giro a fare delle mansioni che non possono gli altri> sospira <la verità è che il lavoro è una rigida piramide di comando, quindi se c'è un lavoro sgradevole che nessuno vuole fare diventa un passaparola fino a giungere all'ultima ruota del carro, il portaborse> si porta indietro una ciocca di capelli mentre iniziarebbe a camminare <è anche un nome sgradevole da dire, più che altro una accezione negativa> quasi un insulto <ma è un nome comunque quindi va bene così, è un passaggio obbligatorio se vuoi crescere nel campo politico> commenta la donna portando le mani dietro la schiena a stringersi tra loro guardando davanti a se e poi ridacchiare <lo so che sembra che io abbia descritto una sorta di schiava...ma insomma...> non sa che altro dire <ecco> diciamo che poco ci manca. Lo guarda di nuovo quando questo la chiama, con il suo nome. Rimane in silenzio per un bel po' mentre la verità viene abussarle alla porta. <certo che la conosco> sospira pesantemente, è stanca, molto stanca ma almeno ha appena ricevuto una conferma alle sue azioni: ha fatto bene a presentarsi a costo di andare in prigione, perché a furia di gente che sta rivelando il suo nome ormai farsi una copertura diventa inutile, impossibile addirittura. <perchè mi stai cercando?> glielo chiede direttamente facendo cadere la maschera. <in realtà non lavoro qui, io vado avanti ed indietro dalla sede del centro> quindi questa è quasi la prima volta che vede per bene quel posto. <era su tutti i giornali, si, l'ho saputo> e non è una bella cosa. <bhe, le riviste sono associate comunque ad una testata giornalistica e di solito gli articoli sono firmati, potresti partire da questo> [Via Principale] Porta le mani ad unirsi dietro la testa, precisamente sulla zona della cervicale tra collo e giara. In questo modo i gomiti - e le braccia - si aprirebbero verso l'esterno, dando modo alle articolazioni di puntare oltre i rispettivi fianchi. Segue la Hyuga verso la meta che la donna si è prefissata, alimentando quella chiacchierata venutasi a creare per puro caso. < Uhm... > Assume una nuova espressione pensierosa, alzando gli occhi color ametista verso il cielo limpido e soleggiato. < Assistenti nell'ambito burocrate e politico eh... > Adesso ne sa meno di prima. < Ed oltre a tutto questo sbattimento a cui sottoposta... > L'ha detto lei che sta uscendo solo ora da lavoro dopo aver fatto chissà quante ore di straordinari in più. < ...almeno è redditizio sotto l'aspetto finanziario? > Alla fine è quello il nocciolo della questione. L'incarico per cui si è assunti ti permette di avere una vita dignitosa? < Io non ho mai capito nulla di politica. > Ammette con sincerità, mettendo a nudo quei limiti di cui non si vergogna affatto. I suoi interessi e le sue abilità son ben altre. Poi, d'un tratto, ferma di colpo il suo incedere, aggrottando la fronte nel sapere come Mekura Hyuga sia lei. < Aspetta... > Trasale, non riuscendo a capire. < Tu sei la capoclan degli Hyuga? > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, incredulo davanti a tale verità. < Perchè diamine non ti sei presentata con le tue vere generalità? > Tono di voce leggermente alterato dalla percezione d'esser stato preso in giro. < E non ti sto cercando. Volevo solo sapere che tipo di donna fosse. Ne ho sentito parlare e volevo un parere da te. Ma in questo caso, posso farmi da solo un pensiero al riguardo... > Nonostante lo shock iniziale, riacquista la solita calma che lo contraddistingue. In fin dei conti non sono affari suoi se l'altra ha voluto adottare un piano del genere. La cosa che gli da fastidio però è l'esser stato raggirato. < Sì, le ho lette le firme dei vari giornalisti... > I nomi dei cronisti che hanno redatto i pezzi sull'assassino sono tutti segnati in un apposito taccuino. < Sono venuto qui appositamente. Devo dare un volto a quei nomi e, soprattutto, parlare con uno di loro. > < mi permette di sopravvivere, è di più di quanto posso chiedere per ora> commenta la donna in tutta risposta per poi fermarsi e guardare Dyacon che sembra essersi offeso del fatto che una perfetta sconosciuta non si sia aperta con lui completamente. <io ero la capo clan Hyuga, ora non sono nessuno> afferma la donna quello che è la pura verità. E poi si limita a dire l'altra inevitabile realtà <non è che questo villaggio veda benissimo chi è scomparso dopo dieci anni nel nulla in mezzo all'apocalisse, anche per chi è ancora fedele a quel valori> lo direbbe cercando di far capire le sue posizioni al riguraro < non cercavo di prendere in giro nessuno Dyacon, volevo solo proteggermi e capire questo villaggio senza che venissero a cercarmi> Poi sente quel commento "si è fatto una idea da solo al riguardo" e li non sarebbe calma <scusami?> è proprio il modo in cui l'ha detto, le parole usate che l'hanno infastidita e che le ricordano in particolare due persone...ma si calma, si calma perché Dyacon non è quelle due persone. Quindi prende un lungo respiro e lo affronterebbe, dolore ai piedi o no. <non è che il mio nome esce fuori senza motivo, chi è che ha parlato di me?> chiede verso questo prima che l'argomento passi di nuovo agli omicidi. <ok, ti accompagno> Mekura si unisce al party, dolore ai piedi o meno...e addio Bubble tea [ch off] [Via Principale] Scioglie le mani da quell'intreccio che le teneva unite dietro al collo, prima di svanire nelle rispettive tasche dei pantaloni. Gli occhi color ametista continuano a rimanere fissi sul volto della Hyuga a mò di sfida ma anche per vedere ogni singola minima reazione dell'altra. Il corpo, senza volerlo, può rivelare molte cose su una persona. Del discorso sulla politica, del lavoro e di quanto guadagna se ne scorda immediatamente, concentrato sull'altra parte della chiacchierata. < Forse hai ragione... > La spiazza, restandosene in eretta postura e a distanza dalla genin. < Io sono molto più pratico. Quando non mi stanno bene le cose reagisco in modo impulsivo. Altri lo definiscono sconsiderato... > Breve premessa in cui un nuovo quantitativo di aria viene immesso nei polmoni. < ...ma non me ne importa. Se devo difendere qualcuno o qualcosa, come i valori a cui hai fatto riferimento tu adesso, non c'è strategia che mi trattiene. > Parte in quarta e come la va la spacca. Non è mai stato un fine stratega, anzi, tutt'altro. < Dimmi una cosa Mekura... > E riprende a camminare con il chiaro intento di tornare di fianco alla ragaza. < ...cosa pensi di questo? > Allarga in modo plateale le braccia intorno al corpo, indicando Kagegakure. < Ti ci vedi? Ti ci rispecchi? I valori sono stati salvati? > La bombarda di domande senza darle neanche un attimo di respiro. < Il tuo nome è stato sempre accostato a quello di Furaya e Sango... > Non sa il motivo specifico dell'unione di quel trittico. Ma fatto sta che è così. < Conoscendo lo spirito delle altre due, ero smanioso di conoscere anche la terza. > Ovvero lei. < E l'ho fatto. Inconsapevolmente, ma l'ho fatto. > Adesso sa che l'altra è la figura che va a completare il trio di cui ha sentito molte voci in merito. < Sì, mi sono fatto un'idea al riguardo e non capisco come diamine fai ad accettare tutto questo... > Alla tecnologia, al non entrare più nel SUO dojo. < Ad essere una portaborse quando sai benissimo di essere ben più di questo... > La schiettezza è sempre stato un lato caratteriale molto spiccato. A volte è la sua fortuna, altre la sua croce. Prendere o lasciare. Quindi conosce sia Sango che Furaya. Si prende un momento di silenzio prendendosi del tmepo per dare delle risposte sincere e chiare. COsa ha da perdere comunque? Partiamo con la prima domanda, cosa ne pensa di questo? è un discorso complesso. <penso che questa gente, senza praticamente nessuno alla guida, sia stata non solo fortunata ma anche abbastanza forte da riuscire a erigere qualcosa di così immenso e con del pontenziale> spiega seriamente a Dyacon <si sono chiusi dentro? si, è inevitabile se vuoi proteggere chi non si sa difendere, hanno abbandonato un passato e vi hanno ricamato sopra una politica di odio e paura? assolutamente, succede alle normalmente alle persone che hanno perso il loro obiettivo eppure c'è dell'immenso potenziale in quello che è questo villaggio e cosa hanno fatto> sospira <perché dobbiamo riconoscerlo noi del passato: in tempi di crisi, di morte nei tempi in cui questa gente ha visto in prima persona la morte come non gli è mai capitato hanno avuto la forza o il pragmatismo di unirsi in un unico paese. I leader che li muovono sono figure dubbie, ma è stato così in passato anche con i nostri Hokage> Sir Kuugo parliamo di te...e anche di Furaya in un certo senso. <e sono destinati a ripetere i nostri stessi sbagli se non ci rendiamo presenti, se non siamo presenti per loro anche a costo di ripartire dal basso> e questo è vitale come pensiero perché porta a rispondere ad un'altra domanda ovvero che cosa crede lei <io nella mia vita ho cambiato spesso valori, l'ho fatto sempre valutando quanto fossero giusti o sbagliati, ho apertamente contestato la volontà del fuoco su più punti, ma se ti devo dire la verità credo di capirla più ora con queste persone che in passato con il mio villaggio di origine> lo direbbe con convinzione questo aggiungendo <ma una cosa che non ho cambiato e che credo ancora è che un ninja protegge il villaggio, ed il villaggio è dove ci sono le persone, non è un luogo> e riguardo a quello che è, che lei è più di questo. <Se anche fosse, non è più il mio mondo. Anche se un tempo ero una jounin, la capo clan, una evocatrice una guerriera riconosciuta nel villaggio e dai miei nemici, quello è il passato. Io posso tornare ad esserlo, faticando, facendomi di nuovo riconoscere da chi dovevo proteggere e ho fallito nel proteggere. Ma per ora devo pagare il dazio di quello che è stato il passato. Volente o meno non c'ero per aiutarli, molti sono morti e loro sono andati avanti senza di me, hanno trovato un'altro capo ed un'altra strada. Neppure la mia famiglia mi vuole rivedere ora come ora e se voglio tornare davvero nel mio Dojo, nella mia casa io devo dimostrare a questa gente che non hanno nulla di cui temere e anzi, che unendo le forze si più riprovare ad uscire fuori da queste mura e riprendere quello che ci è stato sottratto senza dover perdere quanto hanno costruito in 10 anni> sospira <io non sono qui per vampirizzare queste persone, io sono qui per unire, ricordare e combattere chi sta approfittando di questa situazion, criminali assassini e non> è abbastanza chiara riguardo a questo, un mastino, un cane da guardia se così si può dire. <e per riprendermi la mia famiglia e chi ho perduto a causa dei miei errori. Ecco quello che credo> [ch off]
Giocata del 21/04/2021 dalle 22:18 alle 22:49 nella chat "Quartiere dello Spettacolo"
Visti da uno sguardo esterno, sembrano una di quelle coppie che invece di lavare i panni sporchi in casa, li gettano in pubblica piazza, sventolandoli ai quattro venti. Infatti, quel loro parlare ad alta voce attira gli occhi poco discreti dei passanti che aizzano le orecchie e, stranamente, assumono un passo stile bradipo. In questo modo si fanno meglio gli affari degli altri. Vecchie comari. < Camminate forza… > Lancia un’occhiata in tralice alle figure che gli sfilano accanto, cercando di disperdere gli avventori non inclini a farsi una vagonata di cazzi loro. < ….. > Resta in silenzio, dando modo agli occhi color ametista di scivolare con l’attenzione sulla Hyuga. Ascolta, recepisce quella valanga d’informazioni, immedesimandosi nella Genin per tentare di capire il suo punto di vista. < Su alcune cose che hai detto, posso anche essere d’accordo con te… > Parte di quel discorso lo condivide, soprattutto quando dice che il nuovo villaggio è servito a proteggere chi non fosse in grado di farlo. < Tuttavia… > C’è sempre un ma. L’altra faccia della medaglia che rende tutti dannatamente diversi, unici, altrimenti saremmo l’uno la copia dell’altro. < …quando la gente ha combattuto, dieci anni fa, non è vero che non aveva una guida. > Sospira, riportando alla mente gli attimi dell’attacco. < Non so se ti stavi riferendo a Furaya o a te stessa. > Hokage di Konoha e capoclan Hyuga. Le dita della mano destra si dipanano, venendo fatte passare tra la folta capigliatura nel tentativo di dargli una rassettata. Una sistemata. Gesto vano, poiché altre ciocche ribelli gli ricadono lungo la parte dritta del volto. < Eravate nelle teste di tutti… > Come simboli da imitare, da emulare. E’ più che sicuro delle sue parole, visto che anche lui, una decade fa, ha dato fondo a tutte le energie, avendo a cuore < Dio che fastidio tutto questo vittimismo… > Parole pregne di astio, mentre le dita aperte davanti gli occhi - facepalm -, scendono con lentezza fino al mento. < Ho già sentito queste parole. Questa voglia di caricarsi tutto il peso della disfatta sulle spalle. > Esattamente dal fu decimo Hokage. < La gente che ha deciso d’intraprendere la strada da ninja sapeva a cosa andava incontro. Non erano dei ragazzini a cui viene a mancare la madre all’improvviso. Chi è caduto ha dato tutto per portare a termine la sua missione e dovresti ricordarli con orgoglio, senza piangerti addosso. > Non può cambiare il passato. Ma sicuramente può fare qualcosa di utile nel futuro. < Se vuoi prenderti veramente delle responsabilità vai al Dojo degli Hyuga. Torna nella tua casa senza tergiversare e allontanare il momento. Se vuoi tornare ad essere quello che eri, inizia da qui. Allora sì che potrai dire di avere iniziato… > Oltre che piangersi addosso per un qualcosa di reale. D’effettivo. Si gira guardandosi attorno quando vede Dycon urlare contro i passanti. Si ferma e sospira senza dire nulla ne ai passanti ne a Dycon, si limiterà ad abbassare i toni, anche se le sembrava di essere abbastanza tranquilla. Certo! animata da una certa determinazione ma non di certo arrabbiata o alterata. Rimane ad ascoltare pazientemente annuendo anche su alcune considerazioni <mi stavo riferendo alle alte cariche, si, non mi permetto di parlare per altri, non c'ero per commentare le circostanze. So solo che quando c'è un buco di potere clamoroso su una scala gerarchica come quella che era dei nostri villaggi questo possa compromettere la stessa organizzazione delle forze civili e militari di un villaggio, tutto qui> assottiglia lo sguardo e lo guarda con comprensione e con dispiacere <...lo so> risponde quando questo parla di come erano nelle teste di tutti <ed è per questo che molte persone sono arrabbiati con noi...e perché ci sentiamo così colpevoli> quando sente parlare di vittimismo sospira pesantemente scuotendo la testa <forse, ma non posso neppure negare che cosa è successo. Non è colpa cadere dentro la trappola del Dio, ma siamo colpevoli di altro sopratutto agli occhi di chi non conosce> solleva un sopracciglio quando questo parla di ninja che hanno preso le loro scelte <...guarda che è un malinteso. Io non sto accettando passivamente questa vita, questa scelta di lavoro> commenta la donna seriamente <io avrei anche dei piani per connettere il passato al presente prima che esploda una bolla di violenza dentro il villaggio che possa degenerare, il problema è che sta già succedendo con questo Killer, ma per farlo devo ripartire dal basso> tuttavia c'è una cosa su Dycon ha ragione e non c'è nulla da ribattere per quanto sia...doloroso e demoralizzante <...in realtà ci sono già stata, volevo vedere i miei figli ma a malapena non mi hanno riconosciuto, non volevano avere nulla a che fare con me e mia madre mi ha chiesto di dargli tempo> per questo motivo vive in un rudere nel quartierei di Kiri <...erano i primi giorni dal mio risveglio, comunque è vero anche quello che stai dicendo tu, prima o poi devo parlare con il clan> [ch off] < Ti sto facendo perdere la tua pausa pranzo. Andiamo a mettere qualcosa sotto i denti. > La invita formalmente a sedersi ad un tavolo per poter parlare del più e del meno senza ritrovarsi nel bel mezzo della strada a dare spettacolo. Le tematiche sono importanti, d’un certo valore, e la gente si sa che ama farsi gli affari degli altri. Non ricorda più se la Hyuga sia in pausa oppure abbia definitivamente finito il suo turno giornaliero. Fatto sta che con un cenno del capo la incita a seguirlo, dandole le spalle solo per il tempo necessario ad inquadrare un luogo adatto dove mangiare bene e, allo stesso tempo, continuare la chiacchierata. Le due ametiste incastonate in quell’incarnato albino si muovono a destra e a sinistra, mentre le mani s’infilano nelle rispettive tasche dei pantaloni, sciogliendo l’abbraccio in cui gli arti superiori erano uniti fino a qualche istante prima. < Quando una crepa, anche se di piccole dimensioni, s’insinua e si allarga su un muro, mostra ad occhi esterni il punto dove colpire. > Utilizza questa metafora nel riferirsi al giorno in cui sono venute a mancare lei, Furaya e altre personalità di spicco nel momento del bisogno. < Ma fortunatamente le altre parti restano intatte, più vulnerabili è vero, ma comunque resistenti. > Gli shinobi che hanno combattuto hanno venduto cara la pelle e molto probabilmente avrebbero incontrato lo stesso fato anche con l’Hokage e la capo clan presenti. < Nessuno ti sta dicendo di negare o cancellare quant’è successo. > Tono di voce basso, quieto, che può esser tranquillamente unito al gruppo dei baritoni. < Qualsiasi cosa un’essere vivente fa, nel bene o nel male, sarà sempre giudicato. C’è chi lo giudicherà in maniera positiva, trovando le sue gesta sulla sua stessa linea d’onda, e chi invece le valuterà con cattiveria e odio, essendo caratterialmente agli antipodi. > Ogni uomo è differente dall’altro. Si può esser simili, ma mai perfettamente uguali. E’ come la storia dei fiocchi di neve: non ne esistono due identici in natura. < Fai quello che reputi più giusto, ma senza ingigantire più del dovuto il problema. > Insomma, caricarsi del fardello sì, ma senza metterci dentro roba inutile. < Intesi? > L’attenzione va alla ricerca degli occhi della sua interlocutrice, volenteroso di fissarla con insistenza per assicurarsi che abbia recepito il concetto. < Dai loro tempo… > Ai suoi figli. < Per dieci anni sono cresciuti senza una figura materna al loro fianco. Ti avevano creduta morta probabilmente. Dovrai reintegrare la tua presenza gradualmente. > Semplice consiglio. Almeno su come si comporterebbe lui. < Poi vedrai che li riavrai al tuo fianco. > Non sa quanti siano e soprattutto di che sesso. Ma poco importa. < Con il clan mostrati decisa. Se ti mostrerai anche un minimo titubante, sarà la tua fine. > Ne ha passate di situazioni del genere, quindi sa di cosa sta parlando. < Che dici, quello va bene? > Indica con un cenno del mento un bar con dei tavoli fuori, coperta da una tenda spiovente. L’insegna recita il nome Izakaya. Scuote le mani tra di loro come per scacciare quelle parole <no no, non mi stai facendo perdere tempo> ma comunque lo segue, ha fame in ogni caso ed è un buon modo per fare un piccolo intervallo nella discussione? confronto? massì confronto. Lo asconta, non si azzarda a fermare il suo flusso di coscienza, il suo punto di vista sulla faccenda, sulla responsabilità individuale a prescindere da chi fosse presente o assente. Quando questo le chiede di non sorbirsi troppo la colpa la donna abbassa gli occhi per un attimo, non è ancora pronta per questo, in una certa misura...le sembra che debba ancora espiare delle colpe e che non abbia il dirtto di pensare diversamente. E per un po' non dice nulla, se non alzare il capo e rispondere con un affranto <ci proverò, non è un interruttore che posso accendere e spegnere, ma voglio lavorarci su> quando parla dei suoi figli la donna esprime un timido e sottile sorriso, prima di sollevare la borsae tirare fuori il portafoglio. Dentro, la foto di tre bambini tutti più o meno piccoli, una addirittura neonata che mostra con un certo orgoglio <fortunatamente c'era la nonna, li ha cresciuti bene, i miei ragazzi> li guarda per un'altro attimo prima di rimetterli a posto e annuire sul luogo dove mangiare. <...posso solo sperarlo questo, non posso chiedere di più> afferma con un sorriso mesto andandosi a sedere.[ch off] Il locale viene adocchiato, messo a fuoco, preso come meta da raggiungere, dirigendo i suoi passi proprio in direzione della struttura di ristoro: Izakaya. Non lo ha mai sentito, ma se ne sbatte altamente le palle. Da fuori lo ispira e spera che anche il cibo e i drink siano all'altezza delle sue aspettative. Tuttavia una piccola conferma non fa mai male. < Lo conosci? > Non è avvezzo a girare per il quartiere dello spettacolo, di conseguenza è poco informato sui locali più in, più fichi e rinomati. Per questo si affida alla Hyuuga, sicuramente una persona maggiormente presente tra quelle strade e più informata sotto tale punto di vista. < Se fa cagare ci spostiamo... > Di poche parole, come suo solito, ma in grado di arrivare in maniera nitida, chiara, alla sua interlocutrice. Piano piano l'arrabbiatura iniziale di aver scoperto la sua vera identità in modo anomalo, scema con il passare del tempo, aiutato anche dalle spiegazioni fornitegli dalla stessa Mekura. < Ho voglia di Takoyaki. Tanti takoyaki. > Al solo pensiero di addentare ed esser inebriato dal sapore di quelle palline pastellate con interno di polpo, nel cavo orale prende vita l'evento conosciuto come acquolina in bocca. < Siamo esseri viventi Mekura, non delle fottute macchine. > Che, appunto, si possono accendere e spegnere con un semplice pulsante. < Bisogna imparare a vivere con le emozioni, non lasciare che le stesse ci travolgano. > Tranne che in determinate circostanze. Solo in alcuni casi accetta quello tsunami sentimentale. < Uh? > Inarca il sopracciglio sinistro, seguendo con le due ametiste incastonate in quell'incarnato albino le movenze della donna. Osserva il suo trafugare all'interno della borsa, uscendo qualche istante dopo con il portafogli aperto. Sguardo che scivola e si sofferma sulle tre foto che la shinobi gli mostra con un certo orgoglio. Le osserva, abbozzando un lieve quanto flebile sorriso su quei tratti somatici fini e puri, illuminati dall'astro diurno che risplende nel cielo privo di nubi. < Come si chiamano? > Domanda curioso, fermandosi nei pressi dell'ingresso del ristorante. < Armati di pazienza e li riconquisterai. > Parole e concetto esternati utilizzando un tono di voce quieto, pacato, prima di spostare l'attenzione sull'uscio della struttura. < Entriamo o lo boicottiamo per qualcosa di meglio? > Alla fine non hanno prenotato. Dunque possono sentirsi liberi di cambiare idea fino all'ultimo. Guarda in direzione del ristorante, Izakaya. Mai sentito anche lei. Non è questa grande frequentatrice di locali e bhe anche a lei apparentemente la ispira. Andrebbe a controllare il menù per sicurezza per guardare i prezzi e la presentazione. Si solleverebbe di corsa come se si fosse seduta su una tigre senza accorgersene. Non risponde, lo afferrerebbe per la mano come un pescatore con un amo e cerca di portarlo via <si si è bellissimo> poi si avvicinerebbe verso questo per sussurrargli <è caro conosco un chiosco per quello> e parla di Takoyaki fortunatamente anche se sembra un fraseggio da spacciatrice di tortellini. Adesso il maledetto le ha fatto venire voglia di Takoyaki. <ne conosco uno che ha anche una maionese super buona, ha una punta di lime invece di limone> e marcerebbe verso il chiosco buono e meno costoso. Non che questo locale fosse chissà che costoso, ma fa intendere le difficoltà economiche della donna attualmente. <la bambina si chiama Kimi -Aya> spiega la donna sospirando <il bambino più giovane con la faccia tonda è Kurako> poi punta quello con lo sguardo arrabbiatissimo standard <lui è Hiashi, è il maggiore...bhe di quelli che ho partorito io> le viene da ridacchiare un po' imbarazzata <ho adottato un sacco di bambini durante il mio percorso ninja, li ho cresciuti e ho voglia di vederli anche loro...vorrei anche andare dal clan Nara per cercare uno di loro> insomma è stata allo stesso tempo nel suo percorso una Kunoichi e una mamma praticamente nello stesso periodo. E continuerebbe a parlare con questo, del più o del meno se permesso, praticamente rapendolo, così un po' a caso verso il chiosco dei TakoYaki. [end] Quei visi puri, sinceri, angelici, mostratigli in foto da Mekura gli rimangono per alcuni secondi impressi nella mente. Dopo averli visti, si estranierebbe da quella dimensione, sopraffatto da alcuni pensieri intimi, personali, che riprendono vita in modo inconscio. Pagherebbe oro per avere una seconda possibilità come l'avranno i figli della Hyuga. Lui che è rimasto orfano troppo giovane, all'età di dieci anni, sarebbe disposto a tutto per tornare indietro nel tempo e ricevere quelle attenzioni, quell'amore che gli sono maledettamente mancati nella fase adolescenziale. < Cos...?! > Viene riportato alla realtà grazie al fare della ragazza che le afferra la mano e lo sposta di peso dall'ingresso del locale. Non se l'aspettava, tanto che sul volto prende vita un'espressione di paura, con tanto di labbra increspate e occhi completamente bianchi, dove sotto risaltano delle lievi occhiaie. < Va bene va bene, va bene... > Lo ripete tre volte, giusto per esser sicuro che quel concetto sia entrato nella testa della fu capoclan. Ci manca solo che lo afferri anche per la collottola e lo trascini con sé, ed ecco che l'immagine esilarante sarebbe completata. < Bastava dirlo no? > La segue in quello scatto, tenendo salda la presa sulla mano di lei. < Maionese super buona e punta di lime? > Ripete quelle che sono state le informazioni ricevute dalla genin. < Mi hai convinto! > Esclama con decisione, anche se ci sarebbe voluto pochissimo per fargli cambiare idea. Vista la fame che gli attanaglia lo stomaco, sta valutando anche l'eventualità di mordere il braccio della portatrice del Byakugan. < Gesto nobile il tuo, Mekura. > L'adozione. < Non è da tutti e dovresti esser fiera di ciò. > Sentenzia con sincerità, prima di aggrottare la fronte nel sentire le parole riguardanti un bambino del clan Nara. < Vai al dojo del clan. Aspetta però... > Espressione interrogatoria. < Quando dici cercare, cosa intendi? Si è perso? > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, irrorando le due ametiste incastonate nell'incarnato albino. Le ore passerebbero con Mekura, toccando vari argomenti, ma soprattutto addentando molti bastoncini di takoyaki di quel chiosco stradale conosciuto dalla Hyuga. [X]