Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

{ Torneremo a casa }

Free

0
1
con Furaya, Keiga

14:39 Keiga:
  [Volto Decimo Hokage] Alla finisce sempre per piazzarsi lì sopra. Sempre nello stesso punto e sempre nella stessa posizione. Seduta, con le gambe piegate e le braccia che le cingono stringendole a se. Indozza la felpona nera con il cappuccio sulla testa che copre il capo ed in parte il viso, lasciando trasparire i triangolini rossi sulle guance. Capo chino in avanti con la fronte sulle ginocchia. In questo momento il viso è nascosto. Un pantalone nero copre la parte inferiore ed un paio di scarpe chiuse e dello stesso colore termina il vestiario. Alle mani sono presenti i guanti ninja, senza dita e con la placca a protezione del dorso. Qualche ciuffo di capelli fuoriesce da sotto il cappuccio ma le sta appoggiato addosso, cadendole sulle spalle e sul petto. Come sempre non è da sola, sdraiato proprio al suo fianco c'è quella sottospecie di lupone interamente nero e troppo cresciuto, con il muso appoggiato sulle zampe anteriori. Anche lui rivolto verso il panorama sebbene le orecchie tese e roteanti in ogni direzione, assieme al tartufo, siano ben allerta a captar odori e suoni. E gonfia il petto il cagnolone svuotandolo in un sospiro che prevede un ringhio sommesso in gola. Anche lui, come lei, pare patire il dover star rinchiuso lì dentro. Sono cresciuti fuori, in mezzo alla natura e proprio non ce la fanno a star in mezzo a quella sottospecie di giungla di cemento. Porta armi legato alla coscia destra e tasca porta oggetti al fianco sinistro con dentro qualche tonico. Null'altro. Sta lì, pensa, forse piange anche visto che è da sola o forse sta solo cercando di sistemare dentro di sè lo stress, compattandolo per farcene stare altro prima di esplodere malamente.

15:06 Furaya:
 A differenza dei giorni precedenti caratterizzati da temperature rigide, quest'oggi ha fatto la sua entrata in scena un sottile strato di nebbia che ha preso perlopiù in considerazione il settore di Konoha. Fino ad ora, non ha mai messo piede sul Monte dei Volti - quello nuovo - mentre oggi ha deciso di farvi una capatina, almeno per capire come lo abbiano ricostruito. Ciò che le fa storcere il naso è la presenza di Kuugo Gaito prima del Nono e il viso dell'Undicesimo a seguito del proprio. Ci penserà a tempo debito. Tutto tornerà ad essere com'era una volta. Un passo dopo l'altro. Lo sguardo fiero prenderebbe posto sul viso della fanciulla, mentre i propri passi la condurrebbero a salire dal lato finale di quel Monte. Solitamente, si sarebbe soffermata sulla testa di Hashirama come al solito, ma non è l'originale, non è quella antica, non è quella vera. Quindi, reputa che non le conceda più il benessere che provava una volta standovi al di sopra. Per tal ragione, si ritrova a salir le scale in ferro che conducono alla testa dell'ultimo Hokage in carica, lasciandosi andare ad un piccolo sospiro dalle labbra schiuse. Veste abiti completamente scuri ed abbastanza aderenti, facendo risaltare - bene o male - le curve generose e segnate da innumerevoli allenamenti e battaglie, rendendolo di fatto tonico e prestante. I pantaloni son in un tessuto simile al jeans, tenuti su da una cintura in cuoio - amabile prestito di Dyacon o di qualunque altro a cui son stati sgraffignati da quest'ultimo - poiché un po' troppo larghi per il suo girovita. Le estremità son infilate in un paio di anfibi neri altrettanto allacciati attorno al proprio stinco, priva di qualunque protezione fosse solita indossare. Infine, il tutto vien concluso da un maglione grigiastro a collo alto con cui tende a nascondere parte del mento e della bocca, timorosa che qualcuno possa soffermarsi troppo sulla propria fisionomia ed espressione facciale. Nasconde per quanto possibile il fastidio che questo le reca, dando fondo alla solita espressione nervosa e ferale d'una bestia. Attorno alla coscia destra, prende posto un porta kunai differente dal solito, dotato d'una fascia che ne percorre la circonferenza, con tre molle elastiche che permettono l'ingresso delle armi, venendo poi bloccate dal suo restringersi. Per il momento, però, i kunai in suo possesso sono soltanto due. Non ha neanche il coprifronte con sé, per ovvie ragioni. Non s'accorge ancora di Keiga, ma il suo odore dovrebbe raggiungere facilmente l'animale che l'accompagna così come i di lei passi, per niente mascherati o nascosti, dovrebbero arrivare sin all'Inuzuka senz'alcun problema. Dall'alto della scalinata, può già osservare al meglio il settore konohano, facendo però di contro schioccare la lingua contro il palato. Deve iniziare a muoversi e deve rintracciare anche Tachiko, per non parlare della bambina di Mattyse e Mekura per la quale sono ancora in altissimo mare. C'è tanto da lavorare, non possono restare con le mani in mano. [ Chakra ON ]

16:19 Keiga:
  [Volto Decimo Hokage] Il tempo passa e lei non pare volersi schiodare da quella posizione assunta da circa un'ora. Passa molto tempo lì, ogni giorno. Le braccia che cingono le gambe piegate stringono la morsa sulle stesse, tremando appena e nascondendo di più il volto tra le ginocchia. Forse adesso sta piangendo, si. Chissà per quale pensiero poi. Akuma mugola alzando il musone dalle anteriori per guardare la sua umana ed eventualmente tirarle un buffetto sul fianco col muso. Muso che presto viene alzato verso il cielo, odorando l'aria e quella scia inconfondibile. Ruota le orecchie verso la donna ed anche il muso in un secondo momento. Si alza, silenzioso, e muove qualche passo verso il limitare del testone. Il muso punta la rosata, emettendo un ringhio che vorrebbe fungere da richiamo sebbene possa apparire non troppo amichevole. Dettagli. E resta bello dritto, fiero ed impettito a guardar verso Furaya. Lei, al sentir la presenza di Akuma che si allontana rialza la testa lentamente, con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi lucidi. Passa il viso sul braccio per asciugarsi eventuali lacrime e segue le movenze del cane, ora non molto lontano da lei. Solo adesso si accorge anche lei della presenza di Furaya. Deglutisce ed appoggia il fianco del viso sulle ginocchia in modo da guardar verso la donna. [Chakra OFF]

16:40 Furaya:
 Gli occhi della Decima si poggiano su Keiga e su Akuma una volta adocchiati. Piega appena un sopracciglio, dubbiosa in merito al di lei fare su quel monte. Ci sarà sicuramente una motivazione per essere lì, qualcosa che è andato storto? Non può nascondere alla Nara, pur essendo passati così tanti anni, quell'espressione rattristata che si sta portando dietro. Rivolgerebbe la propria attenzione nei confronti del cagnolone, verso il quale inizierebbe a muovere i propri passi affinché possa raggiungerlo. Non si cura del ringhio o del verso che proviene dalle sue fauci poiché non ne ha affatto timore, consapevole che non le farebbe assolutamente del male. Difatti, la sua mandritta verrebbe allungata verso la testa della belva canina, precisamente tra le sue orecchie, facendogli delle piccole carezzine atte a salutarlo, a tenerlo lì buono. <Ma ciao cagnolone!> Mostrando un piccolo sorrisetto verso Akuma, prima di sollevar lo sguardo anche in direzione di Keiga, una volta aver posato i piedi su quella che dovrebbe essere la sua testa. Le fa quasi strano che di fianco ci sia qualcun altro, ma sceglie tutt'ora di non pensarci, di farsi andar giù quella malinconia e quel desiderio d'adottar metodi poco ortodossi come quelli che lasciò compiere al suo terrorista di fiducia. Potrebbe farne esplodere giusto un paio, no? Qual è il problema? Si tratterebbe soltanto di rimuovere la spazzatura... Inspira profondamente per cercare di far sparire quel pensiero nefasto che le ha attraversato la mente per un istante, consapevole che tornerà alla carica e che, presto o tardi, lo renderà veritiero. Sta cambiando in virtù di quel che vuole ottenere il suo orgoglio. Quest'è quanto. Senza pronunciar alcuna parola in direzione della ragazza, piegherebbe semplicemente le gambe per riuscire a sedersi di fianco a lei. Le incrocerebbe, portando il busto ad arcuarsi in avanti e le braccia a poggiar contro le cosce, assumendo così una posizione quanto più consona possibile, standole vicino. La spalla si muoverebbe verso quella altrui, così da smuoverla un pochino e con far gentile; un modo come un altro per attirar la sua attenzione e farla concentrare su di sé. <Parlami> Pronuncia dopo qualche altro istante ancora, guardandola di sottecchi con quel suo nuovo sguardo, così fiero e austero, simile ad una bestia, ma non una qualunque. <raccontami cosa c'è che non va. Ti ho lasciata sola per tutto questo tempo, lasciami rimediare.> Prosegue nel suo dire, mantenendo un tono di voce basso, cordiale e... materno? [ Chakra ON ]

17:01 Keiga:
  [Volto Decimo Hokage] Eccola, la vedete la coda di Akuma che parte a sventolare a destra e sinistra? Ecco. Dopo il ringhio apre anche la bocca, lasciando uscire quella lingua molto simile ad una bistecca, grandezza parlando. Abbassa anche il muso per permettere all'altra di accarezzar meglio. Che da chi decide lui le carezze son sempre ben accette. Lei, sospira nel veder come cambia il cagnolone quando ha Furaya vicino. E come potrebbe non essere così. La vede spostarsi ma non ruota ancora la testa, neanche quando l'altra le si siede accanto. Solo alla spallata, socchiude gli occhi e decide di alzar la testa, raddrizzarla e poggiare il mento sulle ginocchia. Lo sguardo che pare vuoto, forse anche triste, come quello di un animale in gabbia. L'altra parla e lei abbassa gli occhi sul testone su cui è seduta. Akuma segue ovviamente la rosata, finendo per distendersi al suo fianco, con la coda che prende a muoversi ogni volta che apre bocca. Lei, invece, tarderà un pò a rispondere. Come se il carattere del passato si stesse impossessando di lei, di nuovo. O forse è solo perchè star rinchiusa le tira fuori solo il peggio. Alza lo sguardo sul villaggio e finalmente schiude le labbra <Mi sento in gabbia> E sorvola sul fatto di averla lasciata sola. Sa bene che non è colpa sua, perchè di sua sponte non lo avrebbe mai fatto. <Sembrano tutti a loro agio> E lei ovviamente è la solita che se ne sta in disparte <Io non ci riesco> Stringe le braccia attorno alle gambe <Voglio tornare alla mia grotta> Che ormai non esiste più, e lo sai bene. Lo sguardo è verso il villaggio ma gli occhi sembrano tornare a perdersi nel vuoto. Continua comunque a parlare <Gliel'ho dato. Era contenta> Racconta, riguardo alla piccola peste. Non aggiunge poi altro. Resta lì, a guardare il vuoto.

17:38 Furaya:
 Una volta coccolato Akuma, deve preoccuparsi della sua bambina - o quella che una volta così era. Il tempo ch'è passato nessuna potrà loro darlo indietro, ma ciò non vuol dire che non possano recuperarlo in qualche maniera. Non la tocca né la sfiora oltre ad eccezione di quel piccolo colpo datole con una spalla. A seguito di ciò, infatti, torna a sedersi con la schiena ben diritta ed attende che possa giungere un segnale dalla figura che ha di fianco. Le lascia il tempo necessario affinché possa riuscire a spiccicare anche soltanto una parola; non insiste ed appare anche piuttosto paziente nei suoi confronti. La conosce abbastanza da sapere come comportarsi nei di lei riguardi, dunque la guarda soltanto di sottecchi. Comprende bene cosa voglia dire sentirsi in gabbia, specialmente mettendosi nei panni di chi non voleva in alcun modo sottostare a determinate leggi del clan. Prima di parlare, prende un profondo respiro. <Lo immaginavo, c'è troppo chiasso> Troppo casino, troppa gente, troppa affluenza. Storce le labbra con evidente disappunto dettato proprio dal commento che ha appena fatto nei di lei riguardi. <neanch'io mi sento a mio agio, ma a differenza tua potrei abituarmi se soltanto lo volessi.> E lascia intendere come non ne abbia alcuna intenzione. Pretende di tornare a quella che era una volta, riacquistando potere ed egemonia s'un territorio che reputava ormai suo pur non essendolo ancora del tutto. <Tu, invece, sei sempre stata un animale libero, selvaggia ed impossibile da domare.> Quindi, comprende appieno come possa sentirsi in virtù di quel che sta vivendo adesso. Solleva la mandritta che viene portata tra i capelli rosei, scompigliandoli un poco per riuscire a mettere ordine nei propri pensieri. <Io e Matt> Il capo viene chinato dabbasso. <non intendiamo starcene con le mani in mano e vivere come loro, come dei conigli che hanno timore del predatore all'esterno.> Parla della gente che s'è rinchiusa nel villaggio di Kagegakure per paura delle chimere che spopolano fuori dalle mura, quando avrebbero potuto tranquillamente cercare d'abbatterle, un po' alla volta, con ogni mezzo a loro disposizione. <Vogliamo riprenderci quello ch'era nostro una volta> Un desiderio che le aveva già espresso quando si son incontrate per la prima volta fuori dalle mura. Ha davvero molte domande da farle, ma reputa che non sia ancora il momento adatto per farle, motivo per il quale opta per non sviare il discorso, bensì approfondire quello del quale stanno parlando. <ma per farlo abbiamo bisogno di formare di nuovo la squadra.> *Quella* squadra, non una qualunque. Sa bene a quale lei possa riferirsi, avendone fatto parte a sua volta. <...> Il quesito che vorrebbe rivolgerle, tuttavia, resta indiretto. Vuole prima capire cosa ne pensa lei, dopodiché potrebbe anche sorprenderla con la risposta. <A proposito di Senshi> Deglutisce, mordendosi appena la punta della lingua prima di proseguire la frase, sollevando appena il capo. <mi serve sapere dove vive Tachiko, adesso. Non l'ho ancora incontrata da quando sono tornata.> E a sua detta sarebbe veramente il momento di farlo. Non può procrastinare oltre. [ Chakra ON ]

18:07 Keiga:
  [Volto Decimo Hokage] Non ci ha messo poi molto a parlare con la rosata. Ormai lo sa che è l'unica in grado di comprenderla. E' sempre stato così. Annuisce alle sue parole, senza spiaccicare altro per il momento. Akuma cerca di infilare il musone tra le due e lei pare destarsi un attimo e ruotare il capo per guardarlo <Anche Akuma ne risente> Non si tratta solo di lei. Resta solo una mano a cingere le gambe perchè la destra si abbassa sul testone del cagnolone, accarezzandolo tra le orecchie che comunque restano ben dritte e vigili. Ora si limita ad ascoltar Furaya senza parlare. Accarezza il cane che pare una delle poche cose che riescono a tranquillizzarla un minimo. E no, lei è proprio come dice la rosata, impossibile da domare. -qualcuno lo dica a Dyacon- Quando l'altra alza la mano lei alza lo sguardo per guardarla. L'espressione pare più interessata ora che parla di lei e Mat. Deglutisce, lasciando che la mano giochi con le orecchie morbidose di Akuma. Sospira ancora <Li uccidiamo tutti?> Una speranza di uscire da lì? E' quello che le sta dando? Perchè al momento è a questo che pensa. Parla poi della squadra, e lei ruota il capo verso il villaggio. Riprendere quello che era loro. Tarda un attimo ma poi risponde, sebbene non la stia guardando <Per quanto mi riguarda la squadra non si è mai sciolta> Ci ha sempre creduto nel loro ritorno. Ruota il capo ora, guardandola <E' una richiesta indiretta?> Domanda, tornando a guardare Akuma <Se è questo che mi stai chiedendo, come ti ho detto, ti seguiremo ovunque> Akuma scodinzola. Cala di nuovo il silenzio almeno finchè Furaya non lo spezza. La guarda un istante e poi guarda il villaggio <Farò di meglio, ti ci accompagno> E torna di nuovo su di lei con lo sguardo. Alla fine le basta portarla a "casa". Le nere poi sembrano soffermarsi in maniera particolare sul viso della donna, chiudendosi anche in fessure per un istante. Abbozza un mezzo sorriso <Ti assomiglia tanto> Pausa, lascia la testa di Akuma per riprendersi le gambe anche con la destra <Akuma vuole insegnarle a fare la pipì per marcare il territorio> Aggrotta la fronte e guarda Akuma che a sua volta guarda Furaya con quell'espressione da *quanto sono bravo?*Chakra OFF]

19:06 Furaya:
 Il cagnone s'intrufola tra le due ragazze, facendo in modo che abbia delle coccole duplici da parte d'entrambe. Infatti, allunga a sua volta la mano verso il dorso del bestione, carezzandone il pelo folto ed il fianco, a differenza di Keiga che poggia la sua mano sul di lui capo. <Già.> In merito al fatto che anche il cagnolone possa risentire delle stesse turbe della padrona. La sua domanda la lascia per un attimo spiazzata, permettendole persino di sollevar l'angolo delle labbra e ridacchiare appena. <Sai> La mano libera vien fatta passare tra i capelli sulla fronte, tirandoli indietro, così da liberarne la fronte ed i lineamenti del volto. <dieci anni fa, non potevo permettervi il lusso di far qualcosa di sbagliato, a meno che non fossi d'accordo a mia volta.> Il compito della task force era quello di portare la pace tramite dei mezzi poco ortodossi ai quali nessuno avrebbe mai preso parte; nessuno oltre Furaya che ha deciso di sua sponte di cambiare le carte in tavola e di far qualcosa a cui nessun altro aveva mai pensato. E ci stava riuscendo, seppur fossero soltanto all'inizio. <Questa volta, io non potrò fermarvi dal far alcunché. Dobbiamo soltanto rispettare il nostro obiettivo.> Il quale sarebbe esattamente quello che le ha spiegato poc'anzi: riprendersi ciò che apparteneva loro una volta con ogni mezzo necessario. Gli occhi della donna or sarebbero rivolti verso il panorama che riesce a vedere dall'alto della sua testa sul monte, un panorama che non sarà mai come quello originale che ha imparato ad apprezzare lungo tutta la sua carriera di ninja. E continuerà a farlo, sì, ma quando lo ricostruiranno per intero nel punto in cui precedentemente era posizionato. Vuole fare in modo che tutto torni ad essere com'era una volta, ci crede davvero. <Ucciderli tutti sarebbe inutile. Devono sapere con chi hanno a che fare e cosa vogliamo fare. Se non ci metteranno i bastoni tra le ruote, sarà tutto più facile.> Ma sa bene che prima o poi accadrà che qualcuno voglia metterglieli eccome, già a giudicare dal racconto che Mekura le ha fatto in merito a colei che ricopre attualmente il suo posto. Quel posto dovrà essere libero. Quindi, tutto sommato, forse qualcuno potrebbero farlo fuori. D'altro canto, è questo che faceva la task force, no? Permettere a gente poco raccomandabile - come Tachiko e Keiga - di adottare le loro peggiori manie per potersi divertire, portando però a compimento delle missioni durante il loro divertimento. <Adesso, tocca a Tachiko. Ma ho già in mente chi altro possiamo includere.> Borbotta a mezza voce, l'espressione persa nel vuoto ad ammirare quel panorama ma i suoi occhi stanno guardando tutt'altro. Stanno già immaginando quel che tornerà ad essere Konoha, quando tornerà a brillare di luce propria. <Va bene, accetto.> Deve vedere sua figlia prima o poi, deve riuscire almeno a incontrarla, sfiorarla, abbracciarla. Indirettamente lo ha promesso a Mattyse. E quindi vi terrà fede per quanto possibile. A proposito di Senshi, lei farebbe girar il capo alla volta della corvina, sbarrando appena un po' le palpebre per la sorpresa dettata dalle sue parole. <Oh, davvero?> Cerca di abbozzare a sua volta un mezzo sorriso in sua direzione, cosicché possa stemperare la situazione nella quale versano. <Non oso immaginare cosa possa averle insegnato invece Tachiko.> Un brivido le percorre la colonna vertebrale per intero, stringendosi nelle spalle al sol pensiero di cosa sua figlia sia potuta diventare dopo esser stata dieci anni tra le grinfie di sua cugina. <Ad ogni modo, prima di andare> Riferendosi al doversi dirigere verso casa di Tachiko, dato che s'è proposta per farlo. <vorrei anche parlarti d'altro, se ti va.> Ci sono delle discussioni per le quali ha necessità di parlare soltanto con Keiga e quindi le chiede il permesso d'iniziare a farlo, ammesso ne abbia intenzione. [ Chakra ON ]

21:28 Keiga:
 La presa sulle gambe sembra farsi più blanda fino ad esser sciolta. Le gambe si divaricano, restando piegate ma mentre la destra cade di lato, l'altra resta col ginocchio che punta al cielo. La schiena si inclina indietro e le braccia la superano, distese per sorreggerne il peso. La ascolta e guarda davanti a se. <Lo faranno sicuramente. Metteranno tutti i bastoni che hanno> E sembra quasi che un ghigno le si dipinga in faccia al solo pensarci. Torna poi zitta, sospirando. Sorvola su Tachiko della quale è quasi certa che accetti la cosa. <Chi?> Aggrotta la fronte e ruota il capo a guardarla. Qualcuno di nuovo, quindi. Sorride quando l'altra accetta di farsi accompagnare <Solo perchè sei tu, Akuma ti farà fare un giro in groppa!> Fa una pausa <Vai solo piano che non ho voglia di correre> Dice, verso il cane stavolta che tira indietro le orecchie <No, AKuma. Non corri.> E risponde con un ringhio per nulla d'accordo. Annuisce poi, e sarà carino vedere cane e bambina che pisciano ovunque per esercitarsi <Non lo so. Chiedi ad Akuma. E' lui che tortura sempre> Povera bestia. Ruota di nuovo il capo, con lo sguardo che pare essersi svegliato un pò, assieme all'umore decisamente migliorato. Come un tempo. Sotto questo aspetto non è cambiato nulla. Quella donna ha un potere potentissimo su di lei <Si, dimmi> Fa una pausa. Sposta il peso sul braccio destro mentre la mano sinistra si alza per scostare il cappuccio dalla testa e lasciarlo cadere sulle spalle. Prima di riappoggiarla, infila le dita tra i capelli e li tira indietro a muzzo. [Chakra OFF]

22:00 Furaya:
 La risposta di Keiga giunge in breve, dando però tempo alla donna di decidere come potervi rispondere in merito. Mantiene il suo classico tono pacato per il momento, continuando a guardare davanti a sé. <Oh, ne sono certa. Ho il vago sentore che non sarà tutto così facile, specialmente perché la mia presenza potrebbe infastidire qualcuno.> Storce il naso, ma in fondo sa che potrebbe essere vero. Lei è quella che ha lasciato i ninja a morire in battaglia senza far qualcosa per poterli aiutare. E mentre è qui - viva e vegeta - coloro che sono caduti sul campo di guerra non sono ovviamente tornati indietro. V'è sicuramente del risentimento e non li biasimerebbe affatto. Hanno eretto un villaggio totalmente nuovo che è diventata la casa di tutta l'Alleanza, un'Alleanza che neanche viene più definita in questo modo. <Dyacon. Spero di ritrovare anche Touma, non so che fine abbia fatto quel ragazzo, ma dieci anni fa ci intendevamo. Temo di dover lasciare fuori dai giochi sia Saisashi che Mekura, ma me ne farò una ragione.> Il di lei tono, mentre parla con la fanciulla, si abbasserebbe per ovvi motivi dal momento che vorrebbe fosse soltanto lei a sentir quello che si stanno dicendo. Difatti, andrebbe ad affiancarla ulteriormente, chinando il capo in sua direzione. Non aggiunge altro a tal proposito, preoccupandosi di sentir quel che viene subito dopo detto in riferimento ad Akuma. Rivolge un sorrisetto gentile nei confronti del cucciolo, continuando a fargli dei piccoli grattini lungo il dorso. <Sicuro che non sia troppo pesante per te?> Si rivolge direttamente all'animale, consapevole di quanto possa essere intelligente e dunque riuscire a capire le parole della Nara. <Ah, quindi non te la passi bene, cagnolone!> Strofinando un poco più energicamente su quel pelo scuro e folto. Subito dopo, gli occhi glissano alla volta di Keiga, così da aver un diretto contatto con lei per poter farle la domanda successiva. <Mi spieghi quali sono le tue intenzioni con Dyacon? Ma nel vero senso della parola, Keiga.> E aggrotta appena le sopracciglia. <Anche se sono l'ultima a poter parlare di sentimenti, a questo giro.> Avendo commesso qualcosa che è sicuramente imperdonabile ai danni di Saisashi, nascondendoglielo per giunta e facendo sì che passassero ben dieci anni da quella volta. <E vorrei chiederti anche dei cinghiali di Matt, ma questo è un altro discorso. Prima le cose importanti!> Come appunto le questioni di cuore perché, si sa, non ha assolutamente perso il suo fare da comara. [ Chakra ON ]

22:21 Keiga:
 Un sospiro per poi mordersi il labbro inferiore. <Gli daranno più fastidio i pali nel culo che si ritrovano se non si tolgono di mezzo> Così, per essere fini. Guarda davanti, inclinandosi appena verso l'altra quando s'avvicina, senza cambiare espressione quando nomina Dyacon. Sotringe appena la mascella e risponde solo riguardo a Touma <L'ho visto. E' un gran figo> Certo, era proprio quello che voleva sapere. <E' venuto un giorno alla grotta. Lo stesso giorno in cui ho rivisto Dyacon, dopo 10 anni> Spiega <Mi davano per morta> E sorride, quasi come la cosa le facesse piacere. <E' davvero necessario far entrare tutta sta gente?> Già inizia a sentirsi a disagio. I pochi intimi li preferisce sempre anche perchè son le persone che la capiscono più di tutti. In seguito torna zitta, visto che non viene più interpellata. Akuma, al contrario si prende tutte le coccole possibili, abbaiando in faccia a Furaya in risposta. La coda sbatte a terra e la lingua torna a penzolare, con la bocca aperta ed i canini in mostra. E tira invece indietro le orecchie al *non te la passi bene* ma continua a scodinzolare ed a respirare affannato come se si stesse eccitando per tutte quelle coccole. Reste pur sempre un cane, di base. E poi ecco la mazzata. Sgrana gli occhi alla domanda successiva, ruotando la testa verso di lei con gli occhi che si chiudono in fessure. La guarda qualche secondo, non capendo, in tutta sincerità la domanda improvvisa. <Non ho intenzioni> Risponde <Il sentirmi in gabbia non vale solo per il villaggio> Pausa <Cerco di stargli alla larga, perchè non posso dire di non provar nulla per lui ma non voglio legarmici> ... <E poi lo sappiamo tutti come sono. Andrei a scopare col primo sconosciuto appena me ne venisse voglia> Lo sa per lo meno. <I sentimenti ti rendono debole. Sono sempre cresciuta con quest'idea in testa> Fa un'altra pausa <Poi sei arrivata tu e hai rovinato ogni cosa.. in senso buono> Sospira ad annuisce riguardo i cinghiali. Abbassa la testa ed Akuma mugola. Discorso pesante quello dei cinghialini. [Chakra OFF]

23:16 Furaya:
 Annuisce alla minaccia che Keiga rivolge a coloro i quali potrebbero mettersi contro di loro nel piano di riconquista di ciò che hanno perso. <Non sai quanto tutto questo mi sia mancato.> Lascerebbe cadere il proprio corpo all'indietro, in modo che la schiena possa poggiare delicatamente contro la fredda roccia in cui è incastonata la tua faccia. Porterebbe le braccia ad allargarsi, poggiando le mani sotto al di lei capo in modo che possa star il più comoda possibile. Solleva anche la leva inferior manca puntando la pavimentazione con la suola dell'anfibio, piegandovi la gemella al di sopra e facendo ciondolare il piede opposto. <Buono a sapersi. Ho visto che in molti siete cresciuti e non avete avuto affatto il nostro stesso destino.> Chiude per un attimo gli occhi, in fondo non è giunta ancora l'ora di andare verso casa di Tachiko. Anzi, non è neanche detto che voglia andarci in questo momento. Deve prima far mente locale, in fondo deve incontrare sua figlia e non qualche sconosciuto del quale non se ne importerebbe alcunché. Deve presentarcisi a dovere, con le giuste parole da dire poiché potrebbe essere la prima ed ultima volta che s'incontreranno. D'altro canto, ha fatto presente come sarà Saisashi a prendersene cura, mentre lei ha deciso di continuare a lottare per quel che più desidera al mondo. Vuole riottenere Konoha e, per farlo, dovrà correre dei rischi per i quali non vuole che sua figlia vi passi al contempo. <Non è necessario, ma manca un membro, no? Hoshiko non so neanche più che faccia possa avere in questo momento. Tu sei rimasta in contatto soltanto con Tachiko, giusto?> I capelli le si aprono lungo le spalle, posandosi delicatamente anche sul petto e lungo le spalle toniche. Il suo intero corpo è tutt'ora abbastanza tonico, seppur abbia perso un po' del tono e della forza che aveva una volta, tanto da non riuscir più a correre veloce o a lungo al pari della vecchia sé. <Tuttavia, abbiamo bisogno anche di gente per formare una squadra come si deve. Prima, avevate il culo parato dalla sottoscritta quando commettevate qualcosa d'illegale che andasse oltre le regole. Questa volta, io sarò vostra eguale.> Lasciando intendere che farà a sua volta parte della squadra, sicuramente al pari del bianco, ma su questo bisogna ancora discuterne a dovere. Ci sarà il momento adatto per ogni cosa, l'importante è che in questo momento vengano gettate le basi per quel che la task force tornerà ad essere. A proposito di Dyacon, invece, riaprirebbe un occhio - come fanno i gatti - e focalizzerebbe la propria attenzione su Keiga, pur non potendola vedere interamente dalla posizione che ha assunto. <Dovresti almeno dirglielo> Ammette, facendo appena spallucce. <fargli capire che non vuoi legarti a lui, che vuoi essere libera nonostante tu provi qualcosa nei suoi confronti. Mi sembra scorretto che lui ci creda ancora.> E torna a chiuder l'occhio come se fosse stata soltanto un'apparizione fugace dell'azzurro cielo nell'oscurità che inizia a circondarle con il calare del sole. <Potrei dissentire> A proposito dei sentimenti, tirando un piccolo sospiro prima di poter aggiungere la reale spiegazione di quella frase. <ho vissuto la mia infanzia e adolescenza con un collaboratore di mio padre che mi insegnava, tramite lui, a combattere senza provare emozioni. Ed è vero il fatto che i sentimenti offuschino la tua visione mentre se si n'è privi si riesce ad agire molto meglio.> In fondo, non hai niente e nessuno a cui pensare se non al tuo obiettivo. <E' uno degli insegnamenti che venivano impartiti anche agli Anbu> Nonostante Keiga non avesse alcuna correlazione con questi ultimi, non diretta quanto meno. <tuttavia, vivere senza d'essi porta irrimediabilmente ad essere vuoti. E tu non meriti di essere vuota. Devi fare in modo che quei sentimenti siano la tua forza, devi fare in modo che da questi tu possa trarla per usarla.> Aggiunge, mantenendo il suo solito tono pacato, sorridendo in virtù delle di lei ultime parole. Quando lei tace, limitandosi ad abbassare il capo mentre Akuma mugola, le fa purtroppo comprendere la veridicità dei fatti. <Quindi... erano i suoi, eh?> Rispondendosi appunto da sola. E ora chi cazzo glielo dice? [ Chakra ON ]

00:03 Keiga:
 Si volta a guardarla, sorridendo come se avesse detto finalmente un qualcosa di serio e ne segue poi la discesa verso terra. Deglutisce. Akuma si alza, di scatto, puntando il muso in alto. <Oh, cazzo c'è?> Guarda lui ora che si allontana di qualche zampata <Ma vai a cagare Akuma, mi hai fatto prendere un colpo> Routine. Il cane brontola e si svacca di nuovo, stavolta dalla parte di Furaya sebbene non le si appiccichi contro. <Così pare..> Gira di nuovo la testa, quadi di sottecchi e quando la vede con gli occhi chiusi, pensa bene di restare a guardarla, in silenzio. Lo faceva anche 10 anni fa. <Pensavo> Fa una pausa e distoglie lo sguardo <Per andare da Senshi ti do la mia felpa. Entri con Akuma, tanto non ci si avvicina mai nessuno. Così passi inosservata> Propone, poi sta a lei decidere. Tornerebbe a guardarla nel caso lei abbia ancora gli occhi chiusi. Parla dei membri della squadra. <Si, solo con lei.> Non sembra molto d'accordo dell'entrata di altri in squadra ma è ovvio che non esternerà la cosa. Alla fine opta per buttarsi indietro anche lei, mettendosi però sdraiata su di un fianco con il viso rivolto verso Furaya e neanche troppo lontana. <Combatterai con noi?> Chiede e sembra pure contenta della cosa, manco avesse detto che andrà alla sua festa di compleanno. Sospira poi, guardando per un attimo nel vuoto prima di tornare su di lei con lo sguardo. <Non pensi che sia peggio? Provo qualcosa per te ma non voglio avvicinarmi> Fa una pausa <Se lo dicessero a me, ci starei pure peggio> E sospira di nuovo stavolta focalizzando l'attenzione su di lei. Ne ascolta le parole, con attenzione, rispondendo quasi secca riguardo ai sentimenti che devono essere forza <Come pensi che sia sopravvissuta per 10 anni da sola con Akuma?> Come se non lo sapesse già, lei lo ribadisce <E' solo merito tuo se non sono crollata. Non sono vuota. Io ho te> Una verità che piano piano butta fuori. Poi il silenzio. Lo sguardo si perde di nuovo nel vuoto ricordando quel momento. <Li avevo portati via dal villaggio 10 anni fa. Sono cresciuti. Siamo cresciuti. Quei 5 che Mat aveva purtroppo morirono, di vecchiaia> Spiega con gli occhi quasi lucidi al solo ricordo <Ma ce n'erano altri. Erano casinisti ma gli volevamo bene. Poi è arrivata una chimera e.. e sono usciti. La grotta è crollata e..> Fa una pausa, cercando di recuperare la forza per non piangere di nuovo. Respira dal naso. <Se li sono sbranati tutti. Anche Diciotto> Il suo preferito. E si, li chiamava per numero. [Chakra OFF]

00:40 Furaya:
 Pare che Akuma abbia sentito qualcosa, tanto da costringere la donna ad aprire un occhio per sincerarsi della cosa. Anzi, questa volta, facciamo entrambi. <E' tutto okay?> Chiede di rimando, preoccupandosi in virtù d'un qualche problema, ma mettendosi nuovamente comoda quando pare che non vi sia alcun pericolo. Avverte il fare di Akuma che le si stende di fianco, allungando di nuovo una mano per infastidirlo con qualche grattino. <Sì, credo sia una saggia idea.> Ammette in sua direzione per quanto riguarda la possibilità d'indossare una felpa, onde evitare che possa venir riconosciuta per strada o peggio. D'altronde, non conosce ancora il modo di pensare della gente del posto, si sta ancora ambientando - per quanto possibile, non essendo particolarmente incline a volerlo fare davvero. Con la coda dell'occhio, oltre all'udito sviluppato, si rende conto del fatto che Keiga le s'è stesa di fianco, potendola quindi guardare direttamente in volto a differenza sua che mantiene ancora gli occhi chiusi, intenta a rilassarsi il più possibile. <Sì, combatterò al vostro fianco.> Torna a ripeterlo, senz'aggiungere altro poiché le sembra inutile. Ha già detto qualunque cosa vi fosse da dire ed è impensabile che possa tornare indietro. Ha preso una decisione e sarà per forza questa. <Nascondere la verità è anche peggio> Chiosa verso l'Inuzuka, mantenendo quel suo solito tono di voce pacato, al contempo austero. <perché non gli fai capire come stanno davvero le cose. In qualunque modo la si guardi, fai in modo che lui stia male: sia perché è all'oscuro di tutto e sia perché verrà a saperlo. Alla fine, però, tocca a te decidere come comportarti. A mio avviso, dovresti parlargliene.> E fa spallucce, consapevole che non può costringerla, ma intendeva soltanto darle dei consigli. Per dieci anni, non ha potuto aiutarla a far alcunché, motivo per il quale reputa che adesso sia giunto il momento di riprendersi la sua rivincita. <Io non ero dove sarei dovuta essere, il merito è di Akuma che t'è rimasto affianco per tutto questo tempo.> Dando un'altra piccola strattonata di coccole al dorso del cagnolone che s'è steso nelle sue vicinanze, così da dover soltanto allungare la mano verso di lui per poterlo toccare e infastidire. Si girerebbe poi a sua volta s'un fianco, in modo che possa starle frontale. Una volta giratasi, allungherebbe la mandritta contro il di lei volto così da poggiar il palmo e i polpastrelli contro la sua guancia. <Tornerò a prendermi cura di te, di voi, come una volta, nella nostra vecchia casa, nel nostro vecchio villaggio.> E' totalmente offuscata dall'idea di riuscire in questo compito, in questo suo assurdo desiderio che Mattyse, al contempo, alimenta con le giuste parole. Sospira pesantemente a proposito dei cinghiali, arricciando le labbra e la punta del piccolo naso. <Diciotto? Ad ogni modo, n-non dirglielo.> Tituba in merito poiché non sa neanche lei come organizzare un discorso con il Senjuu a tal proposito. Potrebbe lasciare tutto nelle mani di Keiga, in effetti. <Ci penserò io a tempo debito. Ha così tanto a cui pensare che non voglio si preoccupi oltre. Anche se> Si mordicchia il labbro inferiore. <qualora uscisse fuori il discorso randomicamente non sarebbe meglio?> Scaricabarile. <No, glielo devo> Sta facendo tutto lei. <ma non ci riuscirò mai a dargli anche questo dispiacere.> Non adesso almeno, in fondo ha organizzato un appuntamento romantico - sì, proprio lei, la guerrafondaia - nel bosco dei ciliegi per farlo tranquillizzare. [ Chakra ON ]

01:11 Keiga:
 Annuisce quando l'altra accetta, senza aggiungere altro in merito. Se ne sta lì, sdraiata al fianco della donna. Aspettava questo momento da secoli. Starle di nuovo vicino, averla vicino. E quando l'altra ammette di combattere al loro fianco le scappa anche un sorriso. Guarda però verso il basso rialzando gli occhi neri su di lei quando torna a parlare di Dyacon. Sospira e di nuovo lascia perdere lo sguardo nel vuoto. <Ci penserò> E lo sappiamo tutti che alla fine lo farà. PErchè pende dalle labbra di quella donna e quello che dice per lei è quasi come se fosse legge. Anche se si tratta solo di consigli. <Ma è stata la voglia di ritrovarti a farmi andare avanti, oltre ad AKuma. Quindi in un certo senso è come se fossi sempre stata lì, come me> Akuma, schifoso bastardello, quando la mano di Furaya lo raggiunge pensa bene di alzare le due zampe, posteriore ed anteriore, per mettere più in mostra la pancia, da bravo vergognoso, per poi riabbassarle quando i grattini vengon da meno. Lei, sgrana appena gli occhi quando l'altra si gira. La guarda in viso, finendo per socchiuderli nel sentire quel tocco sulla guancia. <Lo stai già facendo> Risponde. A lei basta averla vicino, non chiede tanto. Le basta che non le volti le spalle e qualche carezza di tanto in tanto. Non è neanche lei molto diversa da un cane. L'indole è quella. Annuisce appena <Si, il penultimo arrivato. Era cicciottello e scappava sempre> Lo ricorda sorridendo sebbene sia un sorriso pieno di nostalgia e tristezza. <No> La interrompe quasi <Lo farò io. Sono io che non sono riuscita a proteggerli fino alla fine> Fa una pausa <Se vuoi potrai dirmi quando sarà il momento più adatto> Quello lei non lo azzecca mai. Anche se per queste cose il momento più adatto non esiste. Stringe la testa nelle spalle, inclinandola in avanti, verso Furaya, azzardando anche un braccio che poserebbe su di lei, all'altezza del ventre. La fronte cercherebbe di appoggiarla dove trova spazio, rannicchiandosi, o almeno cercando di farlo. Lascia passare lunghi attimi prima di tornare a parlare. <Mi sei mancata tanto. Ma adesso faremo il culo a tutti e torneremo a casa> E la stringerebbe a se, con quel braccio, sempre se non le viene mozzato prima. [Chakra OFF]

01:34 Furaya:
 La maggior parte di coloro che son tornati alla vita, dopo essere rimasti intrappolati nel cristallo, hanno ben pensato di unirsi a coloro che popolano Kagegakure adesso. Nessuno ha mai assolutamente pensato di tornare indietro, di cercare quel che è andato distrutto e lei non riesce a capacitarsene. V'è anche da dire che la Decima è molto materialista ed è oscenamente legata al passato, tanto da non riuscire a staccarsene con alcuna facilità. Ed è questa sua indole che la spinge a voler riconquistare quel ch'è andato perduto, orgogliosa fin nel midollo e sicura delle proprie capacità battagliere. Si limita ad annuire con un lento movimento del capo quando Keiga le rende noto che ci penserà a proposito di Dyacon, senza sentire il dovere d'aggiungere altro al contesto. Hanno già parlato abbastanza, l'importante è che il consiglio venga recepito: che poi faccia quel che vuole. L'intento della rosata era soltanto quello di riuscire ad aiutare sia la sua figlioccia - se tale possa definirsi l'Inuzuka - e sia il suo allievo Dyacon, ormai cresciuto. Le sorride di nuovo, non sapendo cos'altro aggiungere alle parole che le vengono rivolte. <D'accordo, hai vinto tu.> Non intende insistere a proposito della sua presenza e dell'aiuto che le ha dato, per quanto indiretto. Si limita a sorriderle un minimo, sempre per quanto l'è possibile farlo. La mandritta, poggiata sulla sua guancia, si limiterebbe a darle delle piccole carezze e niente di più. Verrebbe infatti ritratta dopo qualche altro istante, parlottando a proposito dei cinghiali e dell'ammissione di colpe da parte di Keiga. <Diamine, gli sarebbe piaciuto sicuramente.> Riferendosi al terrorista, il quale stravedeva per quei dannati cinghialetti. Sorpresa in positivo dal fare della ragazza, si limiterebbe dunque ad annuire senz'appesantire troppo quel discorso. E' un patto al quale riesce a scendere, quindi non ha problemi ad accettare e trova inutile il fatto di dover insistere, appunto. <D'accordo, così può andare.> Acconsente, infine, notando il di lei fare e vedendola spingersi in sua direzione. Non farebbe altro che stringerla a sé, avviluppandola in un abbraccio e facendo sì che possa poggiare la testa contro la sua spalla, il petto o nell'incavo del collo: non le importa dove, purché adesso sia vicina. E resterà lì ancora a lungo, soltanto in seguito la lascerà andare per dirigersi verso la dimora attuale di Tachiko... e di sua figlia Senshi. [ EXIT ]

01:52 Keiga:
 Sorride per la prima vittoria contro Furaya, socchiudendo anche gli occhi. In questo momento per lei è uguale alla pace dei sensi. Anche se affrontano discorsi spiacevoli. Rispetto a prima, rispetto a quando si sono incontrate su quel testone ora è decisamente più rilassata. Annuisce poi, lasciando che il sorriso scompaia dal viso. <Si, mi dispiace..> Le tornano quasi le lacrime sebbene riesca a trattenerle. La mano stringerebbe la veste della Decima, come a cercar un qualche appiglio ed infine sospira. E' giusto che glielo dica lei. Deve farlo lei. E' colpa sua se i cinghiali son morti e di nessun altro. Non fiata più. Il pensiero vola continuamente a qui piccoli puzzoni e casinari. Non li scorderà mai probabilmente. Si stringe poi alla donna, facendo si che quel braccio trasformi la stretta quasi timida di prima in una più salda e forte. Sentire di nuovo quell'abbraccio è bello. Sta bene in questo momento. E si gode ogni attimo, senza lasciarsi sfuggire neanche un minimo di quell'odore che tanto le è mancato. E poi, si dirigeranno verso casa di Tachiko, approfittando anche del favore della notte. Darà la sua felpa a Furaya che si indrodurrà in casa con Akuma. Lei li raggiungerà in un secondo momento. Senza destar sospetti, probabilmente molto presto Senshi riabbraccerà la sua mamma. //End

Si discute a proposito della vecchia task force e del suo futuro ritorno, del gossip tra Dyacon e Keiga, di consigli di cuore, dei cinghialetti di Mattyse uccisi dalla chimera e Keiga accompagna Fru da Tachiko e Senshi.