{ Kokketsu - what else? }
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Giocata dal 11/03/2021 15:12 al 12/03/2021 00:32 nella chat "Bosco Oscuro"
[Bosco] V'è della bianca e candida neve che cade giù dall'empireo pomeridiano che sovrasta il capo del nostro tribale, intento in quest'oggi a perpetrare la di lui voluntas. Alberi mastodontici e fogliame fitto, un mix fatale per il bagliore offuscato che par venir proprio fermato in toto dalla composizione vegetale del loco, che appare anche a quest'ora, un luogo assai buio e minaccioso. Deve capire cosa gli è successo, accorgersi di come, e soprattutto perchè, quegli scienziati gli hanno iniettato quel siero sanguinolento, nero come la pece, ormai in circolo nel suo organismo. Forse un simbionte, forse un legame col chakra stesso oppure una diavoleria della medicina moderna, eppure per ora quel suo sangue è di un colore molto simile al carbone, quasi tendente al catrame, ma lui tutto questo ancora non lo sa, e neppure lo percepisce del tutto; Gli esperimenti sono stati del tutto un "successo", eppure per ora quel suo piccolo cervello ancora non accetta del tutto quei ricordi sparsi in quella struttura ospedaliera, quasi come se li stesse ancora scindendo dal sogno e dalla realtà effettiva. Qualcosa è di certo cambiato nel di lui corpo, persino nel suo chakra, risvegliato addirittura in un'affinità legata all'elemento suiton, similmente al sangue che gli scorre nelle vene. [Anf], respira immobile e coi pie mezzi ancorati nella morbida e gelida neve, attanagliata in leggerezza alle caviglie coperte da quegli indumenti di cui solito è vestire, mentre genuflesso s'appresta a raccogliere fiato per restare per qualche istante in apnea, coadiuvato nel momento non solo da una quasi totale immobilizzazione del corpo, ma anche dalla chiusura stessa di ambo gli occhi, in modo da concentrarsi ulteriormente. Il manco braccio viene portato al centro del petto, celere, repentino, quasi in uno scatto fasico preciso e studiato, lasciando che le dita e la totalità del palmo vadano ad assumere la connotazione esteriore del mezzo sigillo delle capra, un nuovo passo in avanti per il nostro biondo ninja. Se prima difatti era obbligato a compiere l'intero sigillo per richiamare l'afflusso azzurrino di energia naturale, ora può persino permettersi di utilizzare una sola mano, aprendo gli tsubo al passaggio totale di quella vera e propria energia naturale, permeandosi di quella classica sensazione di tepore e forza, riuscendo questa volta, ad essere persino più rapido del previsto, attivando e rilasciando quella fantastica energia, in qualche istante prima del normale. Qualcosa come detto è cambiato, senz'altro, è più forte, ha più chakra ed ha ancora nascoste davanti a lui delle realtà e delle abilità che neppure immagina ... in quello che pare essere un destino alternativo in serbo per il tribale dai biondi capelli. [Tentativo Impasto Chakra] Ma quando smetterà di nevicare esattamente? Siamo ormai entrati nel periodo pre-primaverile, quindi trova inverosimile che stia ancora gettando neve dal cielo. E sospira pesantemente nel farlo perché è costretto a chiudersi meglio il giaccone nero che, come tutto il resto dei suoi vestiti, gli va anche un pochetto stretto. Ha indossato degli abiti quanto meno più seri del normale - gli stessi usati per il suo colloquio in ospedale - sgraffignati (pensavate veramente che fossero suoi? Poveri illusi) dall'armadio di Touma senza neanche chiedergli il permesso. Quando mai l'ha chiesto per rubare? Qualora l'avesse scoperto, gli avrebbe semplicemente detto che glieli avrebbe restituiti, ma fino ad allora... fa spallucce. Una camicia bianca ne copre il magro sterno e le ben ricalcate costole, coi polsini ben abbottonati per non far vedere le orride cicatrici che ogni volta è costretto a farsi per attivare l'innata, lasciando così che la ferita non guarisca mai completamente. Una giacca nera, un simil cappottone che gli va anche grande in quanto a larghezza, è lasciata aperta e gli arriva sin ad altezza delle ginocchia. Non sono affatto abiti della sua stazza, poiché Touma è decisamente grosso ed è il doppio di lui. Bisogna sempre accontentarsi finché non riesce a racimolare abbastanza denaro per andarsene e rimpolpare il suo guardaroba. Un paio di pantaloni neri completano il suo vestiario, con tanto di cintura nella quale ha infilato la sua camicia. Non porta occhiali né altri accessori, se non un paio di scarpe - questa volta uguali tra di loro - che è riuscito a rubare ad un altro ubriaco addormentato. Sospirando, getta fuori dalle labbra una piccola nuvoletta di vapore che s'alza verso l'alto. S'è trovato all'interno del bosco oscuro, senza neanche sapere come. Deve ancora imparare a destreggiarsi tra i vari settori, quindi è abituato a perdersi di tanto in tanto. Deve soltanto riuscire a trovare quella che potrebbe essere definibile come una via di fuga. <Che cazzo è 'sto posto, c'è solo umidità, insetti e non si vede nulla!> Infastidito come al solito, cerca di sollevar il piede più che può per evitare di restare impigliato in una radice, seppur poi sia l'altro piede, quello non calcolato, che vi rimane incastrato. E cosa può mai succedere se non perdere l'equilibrio tanto da farlo spiaccicare a terra a quattro di bastoni di faccia - preciso preciso - nella neve? "Tonf". [ Chakra OFF ] [Bosco] Forse una volontà troppo spiccata, o forse una fantasia davvero troppo fervida, un qualche errore madornale, o semplicemente la mancanza fisica per effettuare l'azione prima citata, addirittura il richiamo del chakra con il mezzo sigillo della capra. La neve cade giù ancora per qualche istante, prima di fermarsi, per ora, nel suo lento e freddo incedere verso il suolo, ove v'è già sopita da tempo a ricalcare con mano glaciale il terreno sul quale il nostro tribale si sta allenando. Il chakra cercherebbe di essere si attivato, gli tsubo aperti e la concentrazione richiamata, ma il meccanismo verrebbe bruscamente interrotto da un qualcosa di misterioso, un rumore in lontananza, un vociare incerto seguito da un suono ben più tonfo seppur ovattato da qualcosa di esterno. Fermo di colpo in quel loco dove di solito si presenta in solitario, in un momento assai strano, laddove il buio del bosco di certo non aiuta a capire cosa stia succedendo, e la neve che imbianca tutto rende il paesaggio assai più asettico del normale, eguagliando la maggior parte degli alberi e delle stradine, in uno scenario abbastanza particolare. <Cazz... non è andato> deluso dalla scarsa prestazione, prendendo fiato, ammantando una nuvoletta di aria calda all'esterno della boccuccia <ma cosa diavolo era quel rumore?> virando col corpo in direzione di quest'ultimo, inconsapevole della presenza del buon Ryuuma, per ora occupato a stampare il viso nella bianca neve. Le mani vengono riportate celermente al petto, questa volta entrambe, senza esitazione e senza dare per scontato delle capacità MENTALI che non possiede ancora, lasciando da parte inutili cavilli di arroganza, e celandosi in quella posizione per qualche istante; Gli occhi van chiusi, serrati a dir poco, mentre proietta nella sua mente da chunin la presenza fluida e scorrevole di quella energia naturale, ad avvolgere quello che è ora il suo corpo ancorato per non volontà sua nelle neve. Gli tsubo rilasciano tale energia, vien lasciata sgorgare copiosamente fuori da questi durante un trasporto che dovrebbe indi ora investire la totalità del suo organismo da ninja, o da kokketsu dopo quello che è successo, lasciando che in questa situazione particolare sia l'istinto a prendere il sopravvento, e non la mente. Il sigillo della capra al petto, completo, per intero, al centro di questi con le dita ed i palmi a richiamarne in perfezione la postura per attuare tale rilascio, mentre di poco gli occhi andrebbero a ri-aprirsi, celeri, cercando di non perdere ulteriore tempo prezioso in unitili sotterfugi, in quella situazione che potrebbe diventare critica da un momento all'altro. Le ricerche di ieri con Tsu lo hanno portato a fare domande su di un assassino che sta cercando la totalità del villaggio delle ombre, una persona in grado di uccidere in pochi attimi e scomparire in tanti meno, che potrebbe essere qui ora ad eliminare una minaccia per il suo percorso. <CHI C'è> con un tono di voce abbastanza intimorito <Chi va la, fatti vedere!> secco, sentenzia, immobile in quella posizione genuflessa nella neve, col chakra che dovrebbe indi scorrergli tra le vene, mentre impaurito cerca di scrutare quella misteriosa figura nel bosco. [Tentativo Impasto Chakra PT.2] S'alzerebbe da terra, poggiando ambedue i palmi contro il terreno coperto dalla neve. Farebbe forza sulle braccia, nonostante sia privo di chissà quale forza. Porterebbe altresì il ginocchio a poggiarsi, in modo da coadiuvare l'alzata anche tramite quest'ultimo. Una volta raddrizzatosi e rimessosi in piedi, gli occhi giallo-verdi andrebbero a scandagliare la zona circostante, in modo che possa tener sotto controllo i dintorni e assicurarsi che nessuno lo aggredisca alle spalle. Considerando la presenza del serial killer, in effetti, non si tratta di qualcosa da poter sottovalutare. <Mh?> Dovrebbe riuscir ad avvertire una presenza nelle vicinanze dettata dal movimento dei passi nella neve ed anche un sottile vociare che non riuscirebbe a contraddistinguere a dovere. Senza considerare, poi, l'assenza di luce in quel dannato bosco. Non gli dispiace di solito, ma privato del suo massimo potere è un po' preoccupato di non riuscirsi a difendere a dovere, quindi mantiene sempre i sensi all'erta. Porterebbe le mani al centro del petto, laddove farebbe in modo che queste si uniscano nel formare il consueto sigillo caprino. I palmi e le dita aderirebbero ben bene, iniziando ad immaginare le due sfere necessarie all'attivazione del Chakra. Immaginerebbe il proprio corpo suddiviso a metà da un'asse orizzontale, in modo che abbia una divisione migliore delle due sfere e possa concretizzarle a dovere. La prima si formerebbe ad altezza della fronte, racchiudente la forza spirituale del demone e caratterizzata dal colorito bluastro. Essa ruoterebbe sul proprio asse in maniera dapprima lenta, dopodiché assumerebbe una velocità sempre maggiore. Dabbasso, ad altezza del ventre, formerebbe invece una seconda sfera che avrebbe il colore rossastro dei suoi capelli. Avrebbe la stessa dimensione della prima ed anch'essa inizierebbe a ruotare su se stessa, dapprima lentamente e poi aumentando la velocità. In questo caso, racchiude la forza fisica dell'utilizzatore. Una volta data loro la forma, verrebbero attirate come i poli opposti d'un magnete cosicché possano confluire ad altezza del plesso solare laddove lui mantiene le mani unite nel sigillo caprino. Dovrebbero finalmente coincidere, infrangersi tra di loro e generare una sfera unica dal caratteristico colore violaceo dettato dall'unione delle due sfere precedentemente enunciate. Il Chakra dovrebbe dunque iniziare a scorrere per tutto il corpo del demone, il quale manterrebbe alta l'attenzione. <Tsk.> Fa schioccar la lingua contro il palato in seguito, sentendo la richiesta del presunto avventore. <Esci tu, no?> Scioglierebbe il sigillo alla fine, in modo che possa girarsi e adocchiare eventualmente la presenza di quest'ultimo. <O ti stai cagando sotto? Nyahahahah!> Mettendosi persino a ridere, come se una situazione del genere potesse creare veramente una risata come quella. Che gli serva a smorzare la tensione? Probabile come no, forse non è ancora strafatto al cento per cento né ne ha abusato troppo. [ 3/4 - Tentativo Impasto del Chakra - omg. ] [Bosco] Il silenzio parrebbe alzarsi in quei pochi istanti di rilascio, laddove ambo i protagonisti in questo scenario sembrano essere sul chi va la, col piede di guerra, e con gli tsubo rilasciati liberi di espandere quel colorato chakra attraverso gli organismi infreddoliti di entrambi. Silenzi, attimi, istanti flebili che potrebbero quasi essere toccati e scanditi da qualche leggero soffio di vento in quella boschiglia oscura, innevata dal bianco candore del ghiaccio morbido appena caduto, e di quelle parole pungenti e sarcastiche emanate dalla bocca del kokketsu in impasto del chakra. <Modera i termini> prende fiato <Chiunque tu sia> continua, celermente, arrivando persino a subire gli effetti di una tachicardia per il nervosismo, sudando in maniera abbastanza vistosa, e lasciando che quella sua temperatura corporea impenni verso il basso, causandogli qualche attimo di incertezza, o forse di paura relativa alla paura. <Stai parlando ad un membro della shinsengumi, faresti meglio a farti vedere ora se non vuoi avere problemi> ammanta una nuvoletta di aria calda condensata, lasciando che quel suo vociare vada a terminare celere in un silenzio tombale, dedito al nervosismo in quel loco che potrebbe indi trasformarsi in un vero e proprio campo di battaglia. Cerca di muoversi, piano piano, con calma e senza destar rumori eccessivi, lasciando che quelle due gambe vadano in toto a lasciarsi libere di calpestare -macinando- quella neve davanti a lui, che gli attanaglia per composizione naturale le caviglie. [Anf-Anf] i movimenti sono difficoltosi, lenti e sgraziati dato il nervosismo eccessivo, in un momento di ricerca dove potrebbe essere ora alla mercè di un vero e proprio assassino, che par anche sbeffeggiarsi di lui. <Identificati, chi sei> cerca di muoversi ancora di qualche passo, macinando ancora centimetri importanti in quella coltre di neve, in direzione ovviamente del suono portato avanti dalle parole del kokketsu demoniaco, sarcastico nei modi, ma soprattutto, ancora del tutto misterioso nei movimenti. [Chakra On] E' costretto a piegare un sopracciglio nel momento in cui Kamichi insiste nel volersi rivolgere alla sua persona. Non lo conosce, infatti la voce non gli dice assolutamente nulla e quindi è costretto a star ancora sul chi va là. <Modera i termini non me lo diceva neanche mia madre-- oh, giusto. E' morta.> Tamburella le dita sulla base del mento, stringendosi poi nelle spalle mentre si lascia sfuggire dalle labbra smorte un'altra fastidiosa risata. <Nyahahahah!> la quale s'espande nella zona che lo circonda, sin a raggiungere Kamichi col di lei fare. Si passa una mano tra i capelli, restando ad osservare il suo avvicinarsi, assicurandosi che non brandisca armi particolari o che sia minaccioso nei propri riguardi. <Un membro di cosa?> Fa il finto tonto o forse no. D'altronde, non ha sentito parlare molto della Shinsengumi o comunque se ne sarà probabilmente dimenticato. C'è da ricordare come stia per la maggior parte del tempo strafatto o intontito dai fiumi d'alcol che si butta nello stomaco, motivo per il quale non è innaturale che non ricordi quasi nulla di quel che gli accade attorno. Spesso e volentieri, glielo raccontano persino gli altri quando ha fortuna, ovviamente. <Il problema è che sono qui fermo, quindi non c'è bisogno di continuare a chiedermi di farmi vedere. Apri i tuoi begli occhietti, mettimi a fuoco e avvicinati semmai. Io non intendo muover nessun altro passo.> Con un gesto di superiorità, solleva il mento e porta ambedue le mani a contatto coi rispettivi fianchi - al pari d'una damigiana, avete presente? - piuttosto magri come il resto del proprio corpo anoressico. Non a caso un ceffone lo ribalterebbe totalmente. E talvolta se lo meriterebbe anche, ma sorvoliamo su questa questione! <Che problemi potresti arrecarmi in questo posto buio?> Allargherebbe le braccia verso l'esterno con far tremendamente teatrale, poggiando un piede s'una radice esposta d'un albero vicino, così da aver una posizione stabile e mostrarsi totalmente alla di lui volta senz'alcun problema. <Identificati tu e ci penserò.> Come al solito, è lui che vuole avere ragione - sempre - e quindi non parlerà per primo, anche perché la Yakuza insegna che non bisogna mai cantare troppo, altrimenti ti viene tagliata la lingua nella migliore delle ipotesi. Sghignazza ancora, seguendone il fare e potendo riuscir a notare il modo in cui avanza, come se fosse spossato. <Non ti reggi neanche in piedi, mh?> Giusto per girar il dito nella piaga e andar sempre più a fondo. Niente d'innaturale da parte propria. [ Chakra ON ] [Bosco] La situazione appare essere drasticamente diversa da quella designata all'inizio dal nostro giovane eroe, laddove pare davvero essere finito in un piccolo incontro imprevisto, in un luogo solitario ed usato dai molti per allenarsi per le varie prove in giro per il mondo ninja. <Un membro della shinsengumi> continua, volendo rivelare qualcosa a quel ragazzo misterioso <Come diavolo fai a non conoscere il corpo più illustre di tutti?> prende fiato, andando ad avanzare quel suo discorso di lustro <Solo in pochissimi riescono ad entrarci, quindi ti conviene non fare brutti scherzi, chiunque tu sia> continua <Anzi, chi diavolo sei effettivamente? E cosa ci fai nel bosco oscuro?> chiede, cercando di aggrapparsi a delle eventuali informazioni che potrebbe fornirgli il giovane ubriacone. <Lo faccio solo per obbligo nei confronti del distintivo> riferendosi a quello della shinsengumi ovviamente <Kamichi, della divisone combattimento> effettivamente ancora in prova, così come ancora recluta della shinsengumi stessa, ma a lui piace pomparsi un pò con le persone, lo conosciamo. <Tieni le mani ben in vista, per quanto ne so potresti essere un qualsiasi bandito addentratosi troppo nel villaggio> effettivamente, perchè dargli torto? Ascolta poi le parole finali pronunciate dal giovane, portato a sbeffeggiare ancora una volta l'operato e i modi del nostro giovane sbirro <Mi reggo benissimo in piedi> continua <è questa neve del cazzo che mi blocca le gambe, son stato troppo tempo fermo qui durante la nevicata di prima> fermandosi un secondo, portando ambo gli occhi verso l'alto, assieme al cranio, coadiuvando l'espressione della mimica facciale con ambo l'indice ed il pollice al di sotto del mento <Ma aspetta un secondo> continua <PER QUALE MOTIVO TI STO DANDO TUTTE QUESTE SPIEGAZIONI?!> come al solito, ancora non riesce a scindere la sua figura, da quella dello shinsengumi, risultando alle volte fin troppo buono e caritatevole per essere il braccio armato della giustizia del villaggio in cui vige. < Ora che sai con chi stai avendo a che fare, identificati > subito dopo <Ora> imperioso, cercando di tornare serio nella parte del giustiziere della morte, in un bosco dove la neve inizia a poco a poco a sciogliersi, liberando in parte quelle sue caviglie immerse, così come dovrebbe rendere i movimenti del drogato/alcolizzato più liberi, nel bene e nel male [Chakra On] Solleva la mancina che va ad intrecciarsi coi ciuffi rossastri del demone, spettinandoli un minimo - non che di solito siano ben pettinati, eh. <Perché semplicemente non m'interessa.> E fa persino spallucce poiché infatti è così. Non gli interessa qualcosa che non ha a che fare direttamente con lui, ma sta comunque attento quando deve far qualcosa d'illegale. Non è certo scemo, anche se ultimamente sta facendo particolarmente il bravo. A volte, si lascia trasportare troppo nel quartiere notturno finendo per ingerire quantità di droghe di cui perde il conto, ma in fondo chi non lo fa di questi tempi? <Sì, tutti dicono che in pochi riescono ad entrarci e poi dentro ci trovi cani e porci come al solito.> Fa ruotare gli occhi verso l'alto, lasciandosi sfuggire un sospiro pesante che ne abbassa persino le spalle. Non va molto d'accordo con la gente ch'è solita pronunciarsi nel modo in cui lo sta facendo Kamichi. Si sentono grandi e migliori di te soltanto perché indossano la divisa. <Uno non può camminare nel bosco che viene subito etichettato come un poco di buono? Che cazzo di visione hai del mondo?> Parte prevenuto consapevole che molte persone, soltanto guardandolo, si fanno carico di enormi pregiudizi nei confronti della sua figura. Non si trova affatto convinto delle parole che vengono esternate da quest'ultimo, tanto da continuare a tenerlo sotto controllo, assicurandosi che non faccia mosse avventate in sua direzione. In fondo, potrebbe accadere qualunque cosa, specialmente da parte di chi crede d'essere migliore soltanto perché ha una carica diversa da quella comune. <Le mani ben in vista, dici?> Porterebbe proprio la mancina, precedentemente sollevata verso i ciuffi cremisi, alla volta delle proprie fauci. Quivi non farebbe altro che far scivolare dabbasso la manica quel tanto che basta affinché scopra la pelle del polso. Essa appare molto pallida - come il resto del proprio essere - e le vene son d'un colorito piuttosto scuro, differente dal normale o dalla concezione umana che si hanno di queste ultime solitamente verdastre o bluastre. I canini appuntiti del mostro andrebbero a penetrare la carne del polso, in modo che possa riaprire una delle tante cicatrici che difficilmente permette di far cicatrizzare, utilizzandole spesso e volentieri per l'attivazione della propria innata. Causandosi quella piccola ferita, una stilla di sangue dovrebbe iniziare a fuoriuscire ma galleggerebbe nell'aria per volontà dell'utilizzatore. Infatti, il proprio sangue nero - passivamente sempre di questo colore - sarebbe unito all'elemento del Suiton che ne faciliterebbe la fuoriuscita e l'attivazione dell'hijutsu Kokketsu. Due lacrime nere scenderebbero dalle palpebre inferiori degli occhi del demone, scivolando sugli zigomi e le guance, assestandosi ad altezza del mento. Persino le iridi muterebbero colore assumendo una tonalità ambrata simile a quella d'una bestia. Ulterior sangue gli galleggerebbe attorno in un'area che dovrebbe comprendere circa i dieci metri, formando quella che potrebbe anche assomigliare ad una nuvoletta violacea con delle piccole scariche - del tutto sceniche - attorno alla propria figura demoniaca. <Sono abbastanza in vista?> Ci scherza sopra, piegando la testa da un lato e lasciando intravedere un sorrisetto malevolo assieme alle appuntite arcate dentarie. Nel mentre, senza l'ausilio d'alcuna mano poiché privo del suddetto bisogno, andrebbe a generare un piccolo kunai dalla grandezza di venti centimetri appena. Sarebbe composto totalmente da sangue nero, ragion per la quale assumerebbe quel colore. Si troverebbe alla propria sinistra, ad altezza del fianco appena mascherato dalla coltre scura che lo avvolge. Un piccolo costrutto, niente di che: difesa personale potremmo chiamarla. <Rasetsu Kokketsu.> Che fa anche rima! <Soddisfatto, membro della Shinsengumi?> Giusto per sottolineare come sia privo di qualunque timore nei suoi confronti. [ Chakra: 29/30 | PV: 99/100 ][ 2/4 - Attivazione Hijutsu Kokketsu LV1 + 2/4 - Creazione I Costrutto ] [Bosco] Pare proprio che quella figura davanti a lui non abbia nessuna intenzione di tirarsi indietro dallo scontro verbale, neppure di un minimo, pur sapendo che il nostro tribale fa parte niente poco di meno che della shinsengumi in persona, il braccio armato della giustizia. <Ho la visione di un piccolo assassino a piede libero per il villaggio, e si dia il caso che una figura mai vista prima, nel mezzo del bosco oscuro, sia molto sospetta a dire il vero> prende fiato <Soprattutto nei pressi di uno dei membri del gruppo che gli da la caccia> ovviamente, perchè mai dovrebbe lasciare a piede libero un pesce piccolo come il nostro biondo? Meglio togliersi dalle palle il problema subito, ora, qui ed ora, con o senza mezzi termini. Osserva però qualcosa di strano, una mutazione, un taglio auto-infertosi ai polsi per farli sanguinare copiosamente <Hey aspetta, che cazzo stai facendo?> preoccupato invero, non riesce certo a sopportare che qualcuno si faccia del male in quel modo, soprattutto perchè non capisce minimante cosa quel diavolo stia facendo, e perchè si stia facendo del male in quella circostanza precisa. <...> resta silente, mentre quel suo viso inizia a cambiare colore, tingendosi di un pallore innaturale persino per un morto, bianco a dir poco, frutto della paura instillata da quel colore nero di quel sangue demoniaco, mosso con maestria dal Ryuuma ignaro di tutto quello che successo al tribale, tra shinsengumi e scienziati pazzi che cercano di ucciderlo con iniezioni di sangue nero. <T...tu...> prende fiato <Co..co> continua <Per...perchè> cerca d'indietreggiare mentre è irrigidito del tutto nella muscolatura del busto, sia le gambe, sia le braccia, è un pezzo unico di marmo che spasmodicamente tremula come una foglia, impaurita dal terrore suscitato da quel controllo e da quel colorito nero, dal richiamo istintivo che quel sangue pare stargli facendo. <Va via> continua <No...non avvicinarti> serra i pugni come in cerca di forza che pare non avere, digrignando i denti alla ricerca di altrettanto coraggio che par essere al dir poco manchevole in toto, in un corpo immobile oramai, in una posizione quasi innaturale, storpiata in arcata dalla paura del momento, e dagli eventi che lo hanno segnato nelle sofferenze nei giorni precedenti. <Ti...ti> gutturale, mugugna <Ti prego> infine <Lasciami sta...> non riesce a terminare la frase, immobile com'è dal terrore, in preda agli spasmi di quello che par essere l'incontro stesso con il diavolo in persona, il demone che possiede il suo stesso corpo, ormai appartenente ai kokketsu a sua insaputa. [Chakra On] A proposito dell'assassino, il nostro rosso aggrotta le sopracciglia e si sofferma su quel che Kamichi ha appena pronunciato alla di lui volta. <Guarda che ero presente anch'io quando ha fatto fuori una vittima. Quindi, temo risulti difficile che possa essere io quel serial killer.> Si stringe nelle spalle dal momento che non ha proprio motivo di fargli credere che sia lui, anche perché appunto non lo è affatto. Inoltre, è abbastanza sincero e se fa qualcosa l'ammette soltanto per vantarsene, differente è se quell'azione non l'ha commessa lui. Perché dovrebbe prendersi il merito di qualcosa che non gli compete quand'è capacissimo di farlo a sua volta ed anche meglio? <Quindi qualcuno sta facendo effettivamente qualcosa per fermarlo o vi state guardando le mani in attesa che lo trovino al posto vostro?> Così, giusto per alludere al fatto che - quasi sicuramente - non stanno facendo proprio nulla per riuscire a catturarlo. Il sangue continuerebbe ad aleggiare attorno alla propria figura, una volta richiamato, assieme a quel kunai che gli volteggerebbe ad altezza del fianco, pronto a muoversi in direzione dell'altro. Mentalmente, infatti, è proprio ciò che gli comanderebbe di fare, iniziando a spostarsi in linea retta e con una velocità mantenuta [ Vel: 40 ], evitando di farlo spostar troppo velocemente anche per via del di lui modo di fare. Indirettamente, ha ottenuto proprio quello che voleva: spaventarlo. Si inebria sempre della paura delle sue vittime e quest'oggi non è affatto da meno. <NYAHAHAHAHHAHAH!> La sua risata salirebbe d'intensità mentre gli occhi giallastri resterebbero totalmente rivolti all'altrui figura, scrutando come questi paia impietrito dal terrore, tanto da restare immobile e pregarlo di andare via, di allontanarsi, di non avvicinarsi affatto a sé. <Oh, io non mi sporco le mani.> Le quali, come sarà possibile per Kamichi vedere, saranno rivolte verso le spalle, palmi ben aperti seppur dal mancino continui a scendere qualche stilla di sangue per via della ferita aperta che un filino gli brucia. Tuttavia, ha imparato, col passar del tempo, a non farci neanche tanto caso. Muoverebbe infine quel kunai che il ragazzo potrà a malapena vedere, rendendosi conto del passaggio di quest'ultimo sol nel momento in cui se lo ritroverà in prossimità del volto, laddove vorrebbe lasciare un segno del suo passaggio: un piccolo solco, un piccolo taglietto, niente di che [ Mente 15 è inferiore per riuscire a vedere un attacco a velocità 40 ]. <Sei un membro della Shinsengumi, com'è che dicevi? Devo portarti rispetto? Guardati adesso.> Torna a sghignazzare, mostrando quel sorriso malevolo che quasi sempre l'accompagna, attorniato dall'oscura presenza del proprio sangue. [ Chakra: 29/30 | PV: 98/100 ][ Hijutsu Kokketsu LV1 ON ][ 2/4 - Movimento del Costrutto ] [Bosco] Qualcosa par muoversi nelle vicinanze di quel diavolo, di quel ragazzo misterioso, di quel sanguinolento kokketsu che par starsi divertendo non poco in presenza del nostro tribale, impaurito sino al midollo, ansimante in quella circostanza che richiama così tanto l'esperienza avuta nel laboratorio. S'avvede di quel kunai di sangue nero come la pece, lo ha visto crearsi dalla ferita inferta al manco arto del diavolo, appuntito e rigido come non mai, dritto a puntare il viso del nostro giovane eroe, che par essere ancora del tutto immobile dinanzi quella visione demoniaca. Tremula, silente <...> mentre ascolta le parole di sbeffeggio di quella persona, di quel ragazzo, che par ancora non sapere che il tribale stesso è un membro a tutti gli effetti dei kokketsu, e che dopo le indicibili angherie sopportate da quei medici, è del tutto traumatizzato da quel potere. Eppure un colpo vien fatto partire, s'avvede solo del kunai che scompare, rapido come un fulmine mentre lascia scorrere qualche gocciolina di sangue al suolo, mentre ad altissima velocità quel costrutto nero cerca di ledergli il viso. La paura ed il terrore sarebbero già tali da non permettergli difensiva alcuna, senza nessun dubbio al riguardo , eppure la velocità stessa di quel kunai di sangue sarebbe tale da renderlo del tutto impercettibile per il nostro giovane eroe, che ne verrebbe indi ferito, al volto, in un leggero solco scavato dal filo tagliente di quel sangue condensato e coagulato, ormai sparito verso tergo chissà dove, dopo aver leso il volto del biondo, lasciando che questi vada a sanguinare. Qualcosa pare accendersi nei di lui occhi, qualcosa cambia, l'espressione intontita di paura pare accentuarsi ancora di più in quella visione disperata e demoniaca di un sangue che par iniziare a prendere il sopravvento sul povero tribale, che non farebbe altro che guardare il diabolico Ryuuma, dritto in quei demoniaci occhi < Cosa hai fatto...> sa cosa succede quando qualcuno gli lascia una ferita sanguinolenta, lo ha visto e provato nel laboratorio, sa come gli si offusca la mente, sa come quel suo corpo non risponde ai classici e normali impulsi benevoli di cui la mente del nostro eroe si nutre da sempre, sa tutto, e sa anche che quel qualcosa sta per succedere anche ora, che il sangue nero sta per cambiarlo ancora una volta. Parole dritte e concise, mentre il cranio andrebbe ad essere inclinato leggermente verso il manco lato, in un movimento del tutto innaturale per lo stesso kamichi impaurito e terrorizzato che prima possedeva un carattere atto solo a renderlo abile nello scappare. Quel sangue nero gli comporta un cambiamento radicale nel carattere, o meglio, porta alla luce quel lato di se che tanto cerca di nascondere, che tanto hanno sempre cercato di nascondere lui e tutti i membri della sua tribù indigena, cercando di sopperire a quella brama di violenza che sporadicamente portava con se il biondo, che alle normali condizioni appare come un normalissimo ed impacciato ragazzo qualunque. Eppure ben due lacrime andrebbero a fuoriuscire da quegli occhi, mentre quelle stesse farebbero come per condensarsi d'impeto attorno agli occhi del tribale, quasi a crearne una suggestiva pittura di guerra, che andrebbe a coprire una lunga linea dagli occhi al mento, passando per le labbra del giovane. Trema il giovane, mentre a quel sangue nero che gli sgorga dalla ferita e dagli occhi, paiono aggiungersi dei lasciti di lacrime vere, di tristezze, mentre quel corpo tutto sembra star combattendo per il controllo dello stesso, in uno scontro che sta avvenendo probabilmente tra le personalità del giovane tribale. Un solo filo di voce, forse l'ultimo per questa volta, forse solitario ed unico in questo incontro, prima di lasciar spazio al potere demoniaco all'interno del suo corpo. <A...aiutami> continuando, mentre dalla ferita quel sangue nero inizierebbe a sgorgare ancora più copioso, sinonimo che lascia presagire come il giovane stia involontariamente richiedendo sangue per formare il suo primo costrutto, mostrandosi al Rasetsu come un corpo che sta perdendo fin troppo sangue per essere una persona normale, un sangue nero come il suo, pece pura su di quella neve sparsa, mentre con quegli stessi occhi pare iniziare a guardare quelle sue mani, quei suoi palmi aperti e con le dita distanziate tra di loro, producendo un solo ed ultimo lascito, rivolto verso quel diavolo ormai così simile a lui <Ti prego...> attimo dopo <Fermami>. Ultime parole, ultima volontà, prima di lasciare spazio a quel sangue nero, lo stesso che par iniziare a fluttuare come leggerissime goccioline, un paio, davvero poche persino per essere viste da un occhio poco esperto, ma che nell'effettivo stanno iniziando ad essere controllate dal nostro tribale, senza averne però coscienza alcuna. Che il Rasetsu riesca a capire cosa stia succedendo? che lo abbia già affrontato in altri giovani Kokketsu? Non possiamo saperlo certo, ma resterà al destino spiegarci cosa ci sarà in serbo per il biondo demoniaco ora apparso sul campo di battaglia. [Chakra On] [Colpo Subito Per Mente Minore] [Attivazione Hijutsu Kokketsu LV1 + tentativo di manipolo goccioline] [Pv 99/100] [Chakra 29/30] Il kunai composto dal sangue nero viene richiamato immantinente, in modo che possa tornare dal legittimo proprietario il quale lo scruterebbe divertito. <Nyahahah-- eh?> La risata viene spezzata a metà dal fare di Kamichi. Egli sembra spaventato, il che è naturale - secondo il pensiero del rosso - quindi non ha niente da recriminare verso quel suo comportamento. Ha sfidato la persona sbagliata, pagandone dunque le conseguenze. Tuttavia, ciò che blocca il Kokketsu è il fatto che dalla guancia di Kamichi esca del sangue, sì, ma non rosso come quello degli altri umani. E' praticamente nero, è identico al proprio, la qual cosa gli fa sgranar le palpebre mostrando meglio quegli occhi color ambra dovuti alla trasformazione scaturita dall'innata. <Cosa cazzo significa quello?> Allungherebbe l'arto mancino in sua direzione, distendendo l'indice e indicando proprio il sangue che gli scorre da quella ferita e che ne causerebbe l'attivazione dell'innata. <COSA CAZZO SIGNIFICA QUEL SANGUE?> Sbraita in sua direzione, compiendo rapidamente dei passi alla di lui volta mentre il costrutto creato in precedenza or andrebbe a modificarsi. Il kunai s'allungherebbe sin a farlo diventare una lancia che si ritroverebbe ad essere pur sempre appuntita all'estremità, pronta ad esser usata nel momento in cui egli possa far qualcosa di sbagliato. Arresterebbe il proprio incedere non molto distante, circa un metro scarso, per poter osservare con attenzione quello che sta creandosi attorno a lui: si tratta d'una attivazione dell'innata al cento per cento. E allora perché diavolo sembrava tanto spaventato da quella generata proprio pochi istanti prima da Rasetsu in persona? Sono molteplici le domande che gli sovvengono, quesiti ai quali non riuscirebbe a dare una risposta adeguata pur pretendendola. <RISPONDIMI, DANNAZIONE!> Gli urla ancora contro, piegando il corpo verso Kamichi, recuperando in seguito fiato prima di pronunciar qualunque altra frase. Non saprebbe neanche cosa dire tenendo conto del fatto che si tratta comunque di qualcosa d'inaspettato. <Se riesci ad attivare il nostro potere, per quale assurdo motivo eri così impaurito quando l'ho usato io?> E' questo il principale quesito che gli vuole rivolgere dato che ha appena attivato la sua stessa dannata innata e quindi non si capacita di come si sia comportato di rimando. <Aiutarti, poi? Fermarti? Dovresti essere riconoscente d'aver in corpo quel sangue, ma dimmi chi te lo ha concesso. Yukio?> Nana non è ancora pronta a far qualcosa del genere, non ne conosce le proprietà a meno che non stia cercando di stupirlo. Beh, in quel caso, ci sarebbe riuscita appieno. Peccato che non sa neanche che fine abbia potuto fare quella ragazzina a cui ha concesso l'immortalità: che sia morta per via del rigetto del sangue? Non è certo impossibile, ma comunque non possiede alcuna prova che ciò sia accaduto, dunque non gli resta che attendere che si rifaccia viva in caso. [ Chakra: 29/30 | PV: 97/100 ][ Hijutsu Kokketsu lv1 ON ][ 1/4 - Modifica del Costrutto + 1/4 - Avvicinamento ] [Bosco] Il ragazzo sembra essere intontito alquanto da quello che sta vedendo, un sangue nero che ha paura degli altri sangue nero, un tribale della shinsengumi che par avere in corpo un demone di sangue pronto a donargli i poteri di un vero kokketsu, ma che a quanto pare non riesce per nulla a domare. Le goccioline di sangue iniziano a condensarsi tra di loro, aumentando esponenzialmente di numero, diventando un vero e proprio afflusso sangue riversato al bianco suolo innevato del bosco, li dove il giovane avrebbe dovuto solo allenarsi con il chakra. Le domande del ragazzo appaiono così offuscate alla mente del nostro eroe, preda del suo stesso potere, lo riesce a richiamare, lo sente scorrere nelle sue vene, sente distintamente quel sangue muoversi sotto la sua volontà, ma non riesce ad imprimerne una direzione precisa, è come se quel sangue si muovesse di sua spontanea volontà, sii mosso dal nostro eroe, ma involontariamente, senza neppure accorgersi che l'utilizzatore sia sempre lui. Il sangue inizia ad essere richiamato attorno al suo busto, laddove quella lancia di sangue altrui cerca di star ferma con quella punta ben salda alle carni del nostro eroe. Quel nero liquido inizierebbe celermente a solidificarsi attorno al busto tutto del nostro eroe, richiamando ai presenti la figura di una vera e propria armatura di stampo esotico, a coprire il tronco poco muscoloso del nostro giovane eroe dai biondi capelli. Solidificato, coagulato in ogni singola gocciolina, il primo costrutto andrebbe ad aderire, ma non a pesare, alle carni del nostro tribale, che dovrebbe indi essere protetto da questo vero e proprio costrutto di sangue or dunque a contatto con l'altrui punta dell'arma lunga impugnata dal rasetsu. <Non...> continua, allungando verso l'alto il collo, come a cercar spazio e fiato per poter respirare, in quella situazione che agli occhi del buon Ryuuma potrebbe risultare assai strana: Il sangue è stato richiamato si a proteggere il busto del nostro giovane biondo, ma parte di quest'ultimo, fuori controllo, sta andando ad avvinghiarsi ed a coagularsi attorno al collo stesso del nostro giovane eroe, che pare ora essere in procinto di un soffocamento vero e proprio, ad opera del suo stesso potere, ed inconsapevolmente, di se stesso. Un primo costrutto che avrebbe davvero l'istintivo e puro compito di proteggere quel busto da eventuali attacchi del rasetsu, ma che inevitabilmente sta finendo oltre in una difesa che piano piano si sta trasformando in un vero e proprio tentato omicidio. <Respiro> a continuare la frase pronunciate poc'anzi, a lascir intuire al diavolo kokketsu che il nostro tribale sta davvero soffrendo in preda al proprio potere, e che quelle preghiere per essere fermato erano autentiche, e non campate certo per aria. Se vorrà rispote, dovrà cercare prima un modo per fermare quel sangue nero, e solo dopo poi, chiedere spiegazioni al biondo. [Chakra On] [Innata Kokketsu Liv1] [Pv 28 su 30] [Chakra 28/30] [2/4 creazione del costrutto]+[2/4 adesione al corpo] [Bosco] NabbEDIT [Pv 98/100] Si piegherebbe un poco in avanti nel momento in cui raggiungerà maggiormente la figura di Kamichi, riducendo ancora una volta la distanza che intercorreva tra i due. Vuole guardarlo da vicino, vuole capire cosa stia succedendo al suo corpo e il motivo per il quale abbia quell'innata tanto particolare, a cui ovviamente Rasetsu è irrimediabilmente collegato. Non risponde affatto alle sue parole, non si pone il dilemma di replicare alle domande che gli ha appena rivolto e, dunque, non riceve neanche delle spiegazioni che, da parte propria, sono piuttosto essenziali per riuscire a capire come comportarsi in questi casi. Il sangue viene fuori dalla ferita che gli ha inferto, riuscendo a causargli un'attivazione dell'innata che, a giudicare dall'andazzo del momento, non sembra andare esattamente secondo il volere di Kamichi stesso. Il demone sbarra gli occhi - di nuovo - trovandosi per la prima volta innanzi a qualcosa che non s'aspettava certo di vedere in vita propria. E' palese come non riesca a gestire in nessun modo quel nuovo potere che s'è risvegliato in lui, ma non crede assolutamente che sia stato lui l'evento scatenante. Non lo ha infettato abbastanza, ragion per cui non si può affatto trattare del proprio sangue entrato in circolo. Infatti, ha immediatamente supposto che fosse stato causato da qualcun altro, come ad esempio Yukio pur non essendo riuscito a ritrovarlo dopo lo scongelamento. Che sia morto? Impossibile, d'altronde non è mica immortale? <Tch> Fa schioccare la lingua contro il palato, stendendo l'arto manco innanzi alla di lui volta, mentre andrebbe a dargli quelle che potrebbero essere definite delle dritte. <devi riuscire a controllare il tuo sangue. Fa parte del tuo corpo, quindi soltanto tu puoi gestirlo. Se non riesci a fare qualcosa di tanto semplice, vuol dire che sei destinato a morire.> Pronuncia verso questi senz'alcun rimorso, privo di interesse nei confronti d'un Kokketsu che non sa usare il proprio potere, quel potere generato da un Kami e che va portato con il giusto rispetto, con il doveroso onore. <E' inverosimile che un Kokketsu non sia capace di far qualcosa per lui naturale. Vuol dire che la trasformazione non ha avuto i giusti frutti ed il tuo corpo potrebbe star cercando un modo per rigettare quel che ha dentro.> Si stringe nelle spalle perché capita, è il normale procedimento delle cose, del tutto naturale. Non può farci niente. Anche ora, guardandolo dall'alto della sua superiorità, non s'esime dal pronunciarsi oltre né intende concedergli nessun altro aiuto. D'altro canto, deve riuscire lui - in primis - a far qualcosa, a destreggiarsi con quell'innata e a renderla sua. Rasetsu può soltanto dargli delle dritte, come ha per altro già fatto, ma qualunque altra azione sarebbe inutile ed impossibile da mettere in atto. [ Chakra: 29/30 | PV: 96/100 ][ Hijutsu Kokketsu LV1 ON ][ I Costrutto ON ]
Giocata del 13/03/2021 dalle 15:26 alle 19:09 nella chat "Bosco Oscuro"
[Bosco] Delle parole dritte, forti e veloci, ed ancora più cariche di fanatismo kokketsu, quelle pronunciate dal dire schietto del Rasetsu lì davanti a lui, approdato ad una distanza tale da potersi accorgere della stragrande maggioranza dei movimenti in atto su di quel corpo. Il sangue par muoversi senza un controllo effettivo, una vera e propria armatura par rivestire il di lui corpo, non appoggiandosi alle carni del bianco tribale, ma stanziandovici in un leggero fluttuare a protezione di quella che par essere una lancia di sangue ormai attaccatavisi. Respira a fatica [Anf-Anf] mentre quel sangue continua a salire celere a stringergli il collo, cercando di formare un'ulteriore strato di armatura indirizzato al capo del biondo, quasi a volergli fornire una protezione aggiuntiva in quel momento così particolare, mentre il Ryuuma par star lì a godersi quello spettacolo pietoso. Il sangue, in tutto questo, continua a sgorgare copioso da quella ferità al volto, causata dallo stesso Rasetsu che cerca in parte di dare una mano al nostro eroe dai biondi capelli, o meglio, che cerca un modo per non vederlo del tutto spacciato e ricevere così le risposte che tanto anela in quel frangente preciso. Eppure, qualcosa par iniziare a cambiare dopo le parole del giovane diavolo, le accuse d'inettitudine, quelle amare parole volte alla morte della di lui figura di giustiziere, una circostanza che non può assumere connotazione diverse se non quelle di rivalsa, se non quelle di vittoria contro quel sangue demoniaco che sta cercando ordunque di ammazzarlo. <So...> par iniziare a parlare, mentre quei denti iniziano a digrignarsi come a voler cercar forza, mentre a coadiuvare tale scena di ricerca vi sarebbero ambo i pugni serrati, in chiusura contratta totale <Sono io...> gli occhi paiono ritornare in uno stato di normal vigenza, laddove ora sia pupilla che iride appaiono tornare nel loro colorito violaceo <a decidere...> parte di quel sangue andrebbe ad essere richiamato dal basso ventre e dall'alto busto, in maniera lenta ma costante, come se quello stesso sangue nero stesse opponendo resistenza nei confronti del volere del nostro eroe, che par però riuscire con grande sforzo ad imprimere una volontas propria a quel demoniaco potere. Quel nero sangue andrebbe a coagularsi proprio in prossimità di quella punta di lancia attaccata già a parte della di lui armatura, iniziando a brulicare come stesse bollendo, tremolante, in uno stato variato ora da solido a liquido, come se stesse rimpastando parte di quel costrutto dalla base stessa del busto in cui v'è la lancia del Rasetsu, in un qualcosa che rasenta ancora il pure istinto, ma che ora come ora, è l'istinto puro del nostro tribale, e non della paura scaturita dal sangue nero. Una velocità simile, se non uguale, a quella del drogato diavolo dinanzi a lui, in un sangue che par stranamente essere della stessa consistenza e resistenza, quasi a sancire un'ulteriore somiglianza tra i due kokketsu. Celermente, in telepatia assoluta, allo scandire di qualche semplice parola, laddove da quel brulicante sangue andrebbe a crearsi un surrogato di una mano dalle sembianze e dalle fattezze inumane, larga, lunga e grossa [1 metro in tutto], con degli spuntoni puramente estetici alle nocche di quel palmo di sangue nero, indirizzato niente poco di meno verso la metà base di quella lancia, volendola afferrare e stringere, cercando d'imprimere la giusta forza e la giusta angolazione per poterne spezzare la composizione stessa, senza voler ledere al Ryuuma li davanti, ma volendosi liberare di quel primo costrutto ormai da troppo tempo lì a ledergli una sicurezza personale. Una volontà impressa persino in quel sangue demoniaco, in quella mano nera di sangue demoniaco che par formarsi dalla di lui pancia, in quell'addome ancora coperto dall'armatura di sangue, coagulata attorno al busto per la grandezza della mano stessa, a formare quasi un'inizio di quell'avambraccio di sangue nero. <Quando morire> in uno sguardo quasi assatanato, dritto agli occhi del Rasetsu, con -si spera- quella mano demoniaco formata attorno alla di lui lancia, spezzata, e senza neppure accorgersi che quella rabbia e che quella foga di sangue gli hanno permesso, in parte, di controllare quella potenza demoniaca. [2/4 re-impasto costrutto]+[ 2/4 movimento della mano demoniaca ] [Innata Kokketsu Lv1] [Pv 97/100] [Chakra 27/30] L'azione che viene compiuta da Kamichi ha tutta l'intenzione di protrarsi verso il costrutto del rosso. La mano di sangue nero, per quanto imperfetta - forse volontariamente - andrebbe a formarsi e dunque a stringersi attorno alla lancia formata in precedenza da Rasetsu. Gli occhi giallastri di questi fissano il movimento ed il fare del suo costrutto, piegando poi un sopracciglio poiché, in un primo momento, non sembra collegare tanto bene quelle che sono le sue intenzioni. <Ohi> Pronuncia verso il membro della Shinsengumi, mentre mentalmente andrebbe a richiamare quel costrutto, in modo che possa sottrarsi alla stretta altrui. A giudicare dalla resistenza e dalla forza, dovrebbero equivalersi motivo per il quale il Kokketsu non riesce a tirare via la lancia in tempo, la quale viene appunto circondata dalla mano di sangue creata dall'altro. Tuttavia, da qui a volerla rompere, ne passa d'acqua sotto i ponti se teniamo conto che la resistenza d'ambo i costrutti è identica. Quindi, anziché permettergli di romperla come se fosse burro fuso, Rasetsu andrebbe soltanto a richiamare quel sangue. Dalla forma solida nella quale s'è consolidata per dar vita a quella lancia, diventerebbe appunto liquida. Così facendo, il costrutto sarebbe ovviamente suddiviso a metà, galleggiando nell'aere circostante e permettendo ad esso di svanire, riunendosi al resto della nuvoletta violacea che gli aleggia attorno, generata dalla fuoriuscita di sangue dalla ferita sul polso del demone. <Cosa pensi di fare così facendo? Non vedi che non sai neanche controllarlo e pensi di poterti opporre al sottoscritto?> Lui che era diventato potente al pari dell'Arufa per quanto riguardava l'innata, forse un gradino inferiore, ma comunque abbastanza da potergli stare di fianco. Gli occhi del demone lo guardano ancor dall'alto, superiore e austero nei confronti d'un Kokketsu che ancora non sa usare bene l'innata del sangue nero. <Non m'interessa> Che decida lui quando morire, abbastanza chiaro in questo, mentre smetterebbe di controllare qualunque costrutto, non avendone altri, aspettando soltanto il momento propizio per andare via o per far qualcos'altro. In fondo, non sa bene come lui possa comportarsi nei propri confronti, motivo per cui resta comunque attento a possibili movimenti sospetti. <ma quando e se vorrai avere a che fare con me e con la tua innata, mi trovi al quartiere notturno> Dov'è solito passare gran parte del tempo. <o all'ospedale di Kusa.> Dove ha preso servizio di recente per riuscire a tornare in carreggiata il prima possibile. Non pronuncia null'altro, per quanto il di lui tono sia rimasto perfettamente serio durante tutto il lasso di tempo in cui gli s'è rivolto. Indirettamente, per quanto i modi non siano perfetti, sta comunque cercando d'aiutarlo a riprendersi e maneggiare con cura quel potere che ha ereditato... o che gli hanno donato. Non è importante come. Anzi, forse un po' sì, ma per Rasetsu ora interessa il fatto che riesca a manipolare come si deve l'hijutsu per far davvero parte della famiglia. [ Chakra ON ][ PV: 95/100 ][ Hijutsu Kokketsu LV1 ON ] [Bosco] Il Rasetsu pare essere rimasto quasi abbastanza sorpreso da quel comportamento, da quella mano demoniaca, da quella presa di potere atta a materializzare sotto forma di quel sangue nero il volere del nostro eroe biondo, che par essere riuscito a prendere possesso, in parte, di quel potere d'origini oscure. La mano di sangue nero par crearsi in maniera scomposta, non del tutto integra, non del tutto perfetta, situazione comprensibile soprattutto dal poco controllo che ha di quella sua innata, di quella che per il Ryuuma par essere una benedizione, ma che per il nostro eroe biondo par essere invece una maledizione a tutti gli effetti, ora a gravare sulle di sui spalle come un fardello dal corvino colore. <...> resta silente, non capisce ancora come sia stato possibile per lui attingere a quella fonte di potere così avanzata, come sia stato capace di creare quella mefistofelica mano dal nulla, dalla creazione di un sangue nero che pareva essere nient'altro che un qualunque ammasso di liquido sulla neve bianca di quel bosco. Eppure, seppur vincitore in quella singola azione, in velocità ed in consistenza, durezza e forza, i due ninja paiono davvero equivalersi, in una situazione in cui il Rasetsu andrebbe a rilasciare quella sanguinolenta arma, a sciogliersi liquida al suolo, lasciando che il costrutto a forma di mano del nostro eroe, afferri poco più che qualche goccia di quell'arma. <Cos'è tutto questo?> chiede, respirando affannosamente [Anf-Anf] <Perchè posso fare queste cose ora?> la mano di sangue davanti al suo corpo decade, in un sonoro [Splash] , lasciando intuire al diavolo e ai presenti, che quel controllo del sangue è venuto meno, e che l'innata stessa del ninja è stata richiamata, disattivata dalla stanchezza e dallo sforzo enorme portato avanti dal nostro tribale, che addirittura, provato da quelle movenze e da quella creazione tutta, lascerebbe persino chiudere il collegamento aperto prima tra i suoi canali di chakra ed il suo organismo, bloccandone l'ulteriore avanzata, per risultare difatti una persona normale, senza più innata e chakra attivo, in uno stato di dolore e stanchezza, e soprattutto, di dubbi. Le mani aperte a poggiare su ambo i quadricipiti, col il volto rivolto al suolo innevato, col respiro a pieno polmoni, affannoso, sudato e con parte di quel sangue che ancora gli scorre via dal busto e dal collo, in quel rilascio totale avvenuto di fretta e furia. <Cosa cazzo mi hanno fatto> respirando ancora a fatica [Anf-Anf] <RISPONDIMI> lasciando che una di quelle sue gambe vada a cedere sotto lo sforzo di quel semplice urlo, finendo con il mancino ginocchio a contatto col suolo e della neve, con l'omonima mano ad appoggiarsi al bianco manto lì presente, per evitare che ovviamente la caduta di quel corpo nella neve tutta, lasciando il giovane quasi in ginocchio, provato e stanco, alla ricerca di risposte, mentre quel corpo che da sempre ha curato per essere quanto meno sano, ora appare essere quasi distrutto da quegli esperimenti scellerati. [Chakra Off] [Innata Off] Dopo tutto il trambusto generato, Kamichi smette di fare affidamento a quella nuova scoperta, quella nuova innata, dissolvendola e richiamandola a sé. Gli occhi del rosso non si spostano neanche per un istante dalla figura del ragazzo, divenuto ovviamente importante per lui, specialmente per quel che può e vuole fare d'ora in avanti. <Te l'ho già detto> A proposito di cos'è quel che ha potuto fare quest'oggi proprio sotto l'attenzione del demone. <è l'innata del Sangue Nero, l'innata Kokketsu. Temo dovrai convincerci con il resto della tua vita immortale> Reputandosi, come sempre, al di sopra delle leggi umani, tanto da costringere il corpo a non invecchiare a prescindere dal tempo che scorre. <ma non lo vedrei affatto come un rimpianto, quanto più come una grazia.> Ammette, stringendosi nelle spalle, mentre andrebbe a formare un ulteriore costrutto dietro le spalle. Manipolerebbe mentalmente quel sangue che tutt'ora lo circonda, cosicché possa prendere la forma d'una coppia d'ali ma formato da un unico agglomerato di sangue questa volta. Invero, sarà un po' difficoltoso alzarsi in volo, dovrebbe crearne almeno due, ma è limitato nel suo potenziale da quand'è uscito da quel cristallo a seguito della dormita decennale causata dal Finto Dio. Difatti, quella costruzione nera di sangue prenderebbe posto alle sue spalle, aderendo alla schiena del giovane, ma non riuscendo a superare il metro d'apertura e il metro di lunghezza. Se li farà bastare, male che va adotterà un metodo diverso per l'utilizzo della propria innata. <Ti ho anche già risposto e non intendo dirti nient'altro, non adesso quanto meno. Sei comunque degno del sangue nero, altrimenti l'avresti rigettato. Voglio farti delle domande e posso insegnarti anche ad usarla, onde evitare che tu faccia una figura di merda come questa.> Fa schioccare la lingua contro il palato. Solleva inoltre l'indice della mancina. <Procurami soltanto un paio di occhiali da lettura.> Gli manca indossare un paio di occhiali, gli modificano totalmente la visione che ha del proprio volto! Dopodiché, a prescindere dalla risposta di Kamichi, non farebbe altro che alzarsi e librarsi a qualche centimetro da terra allo stregua d'un gargoyle, tutto brutto e scomposto, allontanandosi dal bosco oscuro. Troverà una via d'uscita, prima o poi. [ EXIT ] [Bosco] Il discorso del giovane diavolo par assumere sempre le stesse connotazioni, sempre il solito tono ed il solito senso, in quello che appare quasi un vero e proprio invito da parte del Rasetsu. Resta perà silente, silenzioso come un piccolo eremita, stanco e provato dalla situazione, affannato ed a stento attento alle risposte del kokketsu davanti a lui. <Immoche?> prende fiato <Cosa vuol dire vita immortale ora?> guardandolo, respirando appena il giusto per pronunciare quelle parole <di cosa diavolo stai parlando> affannoso, nei modi e nelle parole, ad ascoltare l'ultima parte del discorso altrui, laddove v'è quasi un vero invito ad incontrarsi di nuovo, ancora una volta, in un loco ed un posto diverso. <Hey> lo vede voltarsi, andare via <Aspetta...> ammainando la voce, abbassandola sempre di più <...non ho ancora finito con te> continuando in quel suo vociare inutile, in un corpo che non riesce più a reggere quel carico di stanchezza e fatica, quel suo primo controllo demoniaco, quella sua manifestazione mefistofelica dell'innata concessagli dalla shinsengumi stessa, in un rapporto di amo et odio, arrivato sino ad ora. <Fe...> esalando, in termine <...rmati> in allungo il destrorso arto, richiamando come una sorta di movimento per volerne afferrare la figura ormai già lontana, mentre le gambe andrebbero a cedere sotto il peso incessante della stanchezza, portando quel corpo da ninja a cadere, di sasso, col corpo fermo ed inerme al suolo innevato, provato da tutto il dolore subito. Ormai è lì immobile, svenuto, privo di sensi, stanco come non mai e dolorante ovunque, lasciato lì dal Rasetsu con delle indicazioni precise, mentre ormai non può far altro che cercare di recupere le forze in quell'istante. Sicuramente riprenderà conoscenza, si sveglierà ed abbandonerà la foresta non appena gli saranno tornare le prime forze in circolo, ma prima di allora, resterà lì inerme, ad aspettare ed aspettare, chissà cosa o chi forse, le forze od un salvatore, sognando forse cose non accadute in questo incontro, o forse, cercando di pensare a tempi e momenti più felici. [End]