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con Furaya, Mattyse

18:38 Furaya:
 Ricordate di come l'ultima volta avesse detto che avrebbe dovuto portarci /lui/ in quel luogo? Ebbene quest'oggi vi s'è recata proprio in compagnia del terrorista per eccellenza, affinché potesse passare una giornata diversa dal solito ed evitare di mantener i propri pensieri concentrati verso quell'ammasso di negatività che nell'ultimo periodo si portano dietro entrambi. La donna ha ormai compreso come la vecchia - l'originale - Konoha debba essere ricostruita e che non ha senso piangere sul latte versato se vuoi ottenere qualcosa: devi farti forza, piangere se necessario, ma non per questo abbatterti. Ti rialzi e riprendi in mano la situazione per cercare di migliorare e di ottener quel che hai perso, facendo affidamento alle proprie capacità e all'ardore insito in quel che è il tuo desiderio. E' questo che spinge la Decima a smettere di frignare per ciò che ha perso, coscienziosa del fatto che si riprenderà a tempo debito quel che era suo, ma soltanto se ci si mette d'impegno. Non deve star con le mani in mano, eccetto oggi. Oggi vuol far sì che la giornata sia dedicata esclusivamente all'altro con delle piccole regole. <Allora> Rivolgendosi proprio a quest'ultimo. <regola numero uno> Gli ha anticipato soltanto che l'avrebbe portato in un posticino carino dove avrebbero potuto star in tranquillità. <non si parla di Konoha né di dieci anni fa.> Giusto per renderglielo noto, sollevando l'indice della dritta per sottolineare il fatto che ci siano anche altre regole. <Regola numero due> E solleva il medio. <io non sono la Decima Hokage e tu non sei un Chunin della Foglia tanto meno Al Miaeda.> Abbassando volontariamente il timbro vocale cosicché possa sentirlo soltanto lei, piegando appena il capo alla di lui volta. Questo sta a significare che oggi sono dei comuni passanti, una comune... coppietta? In effetti non ne hanno ancora discusso a dovere. Forse, potrebbe essere il momento adatto. <Regola numero tre> L'anulare vien fatto sollevare assieme alle altre due ancor erette. <smettila di pensare. E' la regola più importante, altrimenti stanotte dormi da solo.> Infamissima, mostrando però un piccolo sorriso di circostanza tanto per stemperare quella che è una palese minaccia. <Non mi vengono in mente altre regole.> Facendo tamburellar quelle tre dita contro il mento e sollevando per un attimo lo sguardo verso le fronde dei ciliegi che stanno finalmente iniziando a fiorire con l'avvento della primavera. Veste abiti completamente scuri ed abbastanza aderenti, facendo risaltare - bene o male - le curve generose e segnate da innumerevoli allenamenti e battaglie, rendendolo di fatto tonico e prestante. I pantaloni son in un tessuto simile al jeans, tenuti su da una cintura in cuoio - amabile prestito di Dyacon o di qualunque altro a cui son stati sgraffignati da quest'ultimo - poiché un po' troppo larghi per il suo girovita. Le estremità son infilate in un paio di anfibi neri altrettanto allacciati attorno al proprio stinco, priva di qualunque protezione fosse solita indossare. Infine, il tutto vien concluso da un maglione grigiastro a collo alto con cui tende a nascondere parte del mento e della bocca, timorosa che qualcuno possa soffermarsi troppo sulla propria fisionomia ed espressione facciale. Nasconde per quanto possibile il fastidio che questo le reca, dando fondo alla solita espressione nervosa e ferale d'una bestia. Attorno alla coscia destra, prende posto un porta kunai differente dal solito, dotato d'una fascia che ne percorre la circonferenza, con tre molle elastiche che permettono l'ingresso delle armi, venendo poi bloccate dal suo restringersi. Per il momento, però, i kunai in suo possesso sono soltanto due. Non ha neanche il coprifronte con sé, per ovvie ragioni, lasciato alle mani di Keiga. Tornando al discorso principale, la si può sentir mugugnare appena come se stesse spremendo le meningi. Sì, sta pensando a qualche altra regola per evitare che quel terrorista da strapazzo possa anche soltanto stressarsi un istante durante il tempo in cui staranno lì. Ha organizzato tutto - per quanto possibile - per permettergli di dormire qualche ora in più durante la notte, evitando che mantenga il cervello perennemente attivo. Non che sia innaturale, conoscendolo e tenendo ben a mente i motivi che lo spingono a restar sempre vigile, ma se non fa qualcosa lei non ci sarà nessuno a farlo al suo posto. Sì, si sente importante, strano ma vero. [ Chakra ON ]

19:00 Mattyse:
 E la giornata è sfrecciata al solo pensiero che la rosata volesse portarlo chissà dove, l'ultimo periodo non è stato dei migliori e l'avanzare delle giornate è divenuto man mano sempre più ostico. Mat ha cercato un sacco di cose, un sacco di movimenti e azioni da dover fare, piani da poter eseguire per potersi muovere al meglio in quelle strade per un futuro... Aspetta, Furaya sta parlando di regole? "Tch.." La lingua schioccherebbe contro il palato a quella frase, voltando lo sguardo verso la propria destra, rivolgendolo verso il terreno. "Che palle." Risponderebbe secco, senza però nascondere un mezzo sorriso che adornerebbe il suo volto. Lei si sta impegnando tanto per farlo rilassare cinque minuti, deve fare altrettanto lui per andarle in contro, no? Gli stivali neri ed alti del bianco sono i soliti, usurati oramai ma non demordono. I pantaloni invece sono bianchi, di una qualche tuta, forse rubata a qualcuno che li stava tenendo appesi per farli asciugare... non poteva certamente campare sempre con un paio di pantaloni eh! Il busto è coperto da una maglietta a mezze maniche di colore nero, anche quella chissà a chi appartiene. Le braccia sono libere di essere colpite dal vento che potrebbe smuovere le foglie e i fiori di quei ciliegi, mentre i capelli sciolti svolazzerebbero liberi nell'aria. "E va bene." Ora poserebbe l'occhio spento su di lei, non vedendola con il destro a causa del naso, ma sa che è lì, la sente. La mano sinistra si allungherebbe verso di lei andando a cercare la sua. Quindi siamo due personcine comuni eh? Una coppietta comune? Peccato che la donna non ha dato regole proprio semplici... Si, il fatto di non considerarla decima è a dir poco superfluo, ma non pensare... Davvero? Non pensare? Lui che progetta ogni passo per raggiungere un obbiettivo? Ora il volto verrebbe drizzato per poterla vedere ancora una volta, cercando sempre con la propria mano una che possa farle compagnia. "Allora siamo due semplici fidanzatini che passeggiano tra i ciliegi e per una volta vogliono godersi il momento?" Meglio chiedere conferma, sai no, per precauzione! "No perché in tal caso la prima cosa che direi sarebbe: abbassa quel coso che ti copre e voglio vederti bene. Almeno con un occhio." Ironico per quanto riguarda il proprio stato, ma serio nei confronti di quel indumento che lei usa per coprire quella piccola parte del proprio viso. Armi, oggi, non reperite. Le carte bomba torneranno utili un altro giorno! Il sorriso si amplierebbe sul volto del bianco che ora farebbe ricadere il capo verso la propria destra, permettendo ai lunghi capelli di penzolare in questa direzione, alcuni ciuffi andrebbero pure a coprire la parte rovinata del suo volto. Se non deve pensare deve agire di istinto e... bhe, potrebbe essere un po' diverso. "Quali sono i suoi piani, fiore di ciliegio?" Non è la prima volta che la chiama così, giusto?

19:46 Furaya:
 Come s'aspettava che facesse, Mattyse non è affatto d'accordo. Rispettare le regole non è affatto il suo forte, tutt'altro. Di questo, la donna n'è ovviamente consapevole, ma non per questo restia a fissarne alcune. <Non vederle come regole, ma come dei paletti.> Il che è più un palliativo per evitare che le intenda come tale, ma resta il fatto che comunque di queste si sta trattando. Quindi, in un modo o nell'altro, comprende che a lui possano andar strette. Lascerebbe che l'altrui mano possa stringer la propria, andando a far combaciare i palmi e intrecciar le dita con le sue. Niente di più apparentemente semplice. Non oso immaginare se, in un momento del genere, potesse passar un Saisashi o una Mekura totalmente a caso. Vi sarebbe una risata isterica da parte di qualcuno, probabilmente di Furaya, ma finché questo non accade non potremo mai dirlo con assoluta certezza. Sposterebbe anche lei lo sguardo verso Mattyse, in modo che possa inquadrarlo al meglio. Innanzi alla di lui affermazione, si sente in dovere d'obiettare per ovvie motivazioni. <Quindi> Da brava infame qual è, solleva appena gli occhi verso le fronde dei ciliegi come se stesse pensando a quella domanda che sta per rivolgergli in maniera che sia il più comprensibile possibile, seppur ce l'abbia in mente probabilmente già pronta fin da quando s'è pronunciato. <fingiamo di essere una coppietta di fidanzatini.> Il di lei timbro di voce incide PARTICOLARMENTE sul "fingiamo" come a voler sottolineare che sol d'una finzione potrebbe trattarsi e non della realtà effettiva dei fatti, seppur si stiano tenendo per mano. Lasciando per un attimo perdere lo scherzo o la domanda da infame che gli ha appena rivolto affinché abbia una risposta con un degno senso logico, porterebbe le iridi chiare a soffermarsi maggiormente sul viso del Senjuu, facendosi anche più seria. <Ad ogni modo, sì> Asserisce, stringendo un po' più forte la presa sulla sua mano. <non voglio vederti pensieroso ventiquattr'ore su ventiquattro, nonostante comprenda che la situazione non sia tutt'ora rosa e fiori.> Non lo è neanche per lei, ma non vuole appesantirlo ulteriormente, motivo per il quale ha evitato di parlargli di quel che di recente sta accadendo a Kagegakure o le ulteriori idee e informazioni che ha recuperato nel giro di queste giornate: ad esempio, come racimolare del denaro extra con le sue capacità. <Ho scoperto che il Bosco dei ciliegi è ancora vivo- nel senso che lo hanno ricreato- insomma, non so come spiegarlo, ma comunque esiste ancora.> E' possibile vederlo proprio davanti ai loro occhi mentre proseguono lungo quel sentiero, il quale attraversa l'intero bosco per permettere ai passanti - o alle coppiette - di passar una bella serata in mezzo alla natura e ai petali rosa dei ciliegi in fioritura. <Era il mio posto preferito a Kusa> Glielo rivela senz'alcun problema, facendo appena spallucce. <e non credevo fossero riusciti a far qualcosa d'utile.> Non s'aspettava neanche che Kagegakure fosse costruita davvero bene, deve ammetterlo, nonostante le bruci l'orgoglio. I settori son ben suddivisi per quanto continui a farle ridere il fatto che Konoha ed Oto siano letteralmente attaccati quando l'ultima guerra riguardava principalmente questi due villaggi. <Beh, in ogni caso, è un posto in cui andavo per star tranquilla quand'ero a Kusa> Dato che a Konoha sfruttava il Monte dei Volti ogni volta che ne avesse voglia, potendovi risalire uscendo dalla finestra della Magione e facendo schiattare sempre quel poveretto di Jushan-san che non la trovava in ufficio quando andava a cercarla. <e speravo che potesse infonderti quella tranquillità di cui hai bisogno tu.> Letteralmente ci ha pensato, ha pensato a qualunque modo per evitare che la mente del Senjuu potesse pensare più del dovuto ed evitare che s'affatichi inutilmente, senza scaricar un minimo su di lei quel modo di fare distruttivo. La mano libera sale verso il collo alto del maglioncino - da notare poi la differenza tra i due, dove lui indossa una maglietta a maniche corte, ma va bene così - in modo da scoprire il mento e le labbra, abbassandolo ad altezza del collo. <Contento?> Sbuffando appena dalla bocca socchiusa or totalmente visibile. <Regola numero quarto: non pianificare nulla.> Gesticolando appena. <Pianificare vuol dire pensare e noi non dobbiamo farlo.> Tant'è che lo spingerebbe soltanto verso una ipotetica panchina, tirandolo dalla mano che stringe e avviandosi verso quest'ultima. [ Chakra ON ]

20:18 Mattyse:
 Paletti, regole, cosa cambia? Non può certamente raggirare la testolina di Mat così facilmente, anzi, la cosa per lei potrebbe rivelarsi più ostica, ma meglio provarci, come già detto vuole venirle in contro, in fondo si sta impegnando tanto. "Va bene va bene!" Risponderebbe a quel suo 'fingiamo'. La prende a ridere, una risata leggera che colpisce con dei piccoli spasmi le sue spalle, facendogli scuotere appena le spalle. Tentativo numero uno, fallito. Ci riproveremo Mat, abbi fede! Prenderebbe quindi a camminare, seguendo la figura della rosata mentre le stringerebbe appena la mano afferrata poco prima, abbassando ora lo sguardo verso il terreno. Se non deve pensare, si deve concentrare su qualsiasi cosa la donna gli stia offrendo, dalla sua voce a quel contatto fisico, che per se è minimo, appena simbolico, ma è qualcosa, no? Lei si apre, il bosco dei ciliegi era il suo posto preferito? "Bhe, piantare degli alberi e farli crescere... l'uomo ci riesce da secoli" Tenterebbe quindi di minimizzare quello che per la donna è stato un grande lavoro fatto bene... consapevole di cosa significhi minimizzare in quel modo. Il bianco chiamerebbe le labbra in dentro, perdendosi un attimo con lo sguardo per poi scuoterlo con forza, intento a sfuggire da quei pensieri. "Scusami" andrebbe a riprendersi repentinamente, tornando a guardare la donna. "Solo che... non hanno fatto nulla. Hanno eretto quattro muri, ci si sono nascosti dentro e si sono separati. In pratica hanno preso le nazioni e le hanno rimpicciolite. Separando il villaggio in quartieri..." In pratica via al razzismo, no? Però è quel qualcosa che a Mat mancava, quella... scusante? Come far passare un ipotetico genocidio di massa per la cosa giusta da fare. Il sorriso tornerebbe ad abbellire il suo volto, mentre l'occhio osserverebbe la giovane scoprire il proprio viso per poi posarsi sulle sue labbra... Heylà Mat? Ti sei incantato di nuovo? Sta volta non stai pensando eh? Ti limiti a fissare qualcosa che desideri? La punta della lingua ora farebbe capolino dalle due labbra per poi essere stretta appena tra i denti, mentre la decima lo accompagna verso quella che è una panchina. "Quindi, comune ragazza..." bastardo come il suo solito, sottolinea, come fatto da lei in precedenza, la parola COMUNE intento a punzecchiarla appena "...Aspetta, non posso pianificare?" Ora aprirebbe bene gli occhi, fermandosi accanto alla panchina per osservare bene la figura della signorina. "Quindi non posso nemmeno pensare a come chiuderti per baciarti o altro..." Sbufferebbe ora, in maniera particolarmente ironica, sempre con quel sorriso stampato sulle labbra prima di tuffarsi con il sedere sulla seduta raggiunta dai due. No, non le mollerebbe la mano nemmeno per un istante. La schiena verrebbe posata contro lo schienale della panchina, il capo tirato in su, puntando lo sguardo verso i rami di quelle piante che caratterizzano il parco. "Si, è un bel posto..." Commenterebbe ora a bassa voce. "Ma non è un posto a darmi tranquillità o a rilassarmi. Sono le persone e le circostanze." Sempre con quel tono di voce basso, si tratta di una confidenza, qualcosa che sta rivelando solo a lei. "Che si tratti di un parco, il monte dei volti, una casa o un campo di battaglia... un momento di pace con qualcuno di importante mi rilassa. Sapere che i miei cari stanno bene o che io sia riuscito a metterli al sicuro, mi rilassa..." E il capo ora verrebbe fato cadere verso la propria sinistra, puntando la donna. "Per stare bene con te, questa sera, non mi devo impegnare nemmeno tanto... mi basta fingere di essere una persona comune e che tu abbia già detto chissà cosa..." Tu sai cosa, bastardo. [Mood Manga sentimentale ON]

21:12 Furaya:
 E' da apprezzare il fatto che abbia quanto meno provato a trovar una soluzione, nonostante non sia affatto facile. Comprende che la testolina altrui è difficile da manovrare, essendo lui la mente del gruppo non a caso. Nel mentre però farebbe roteare gli occhi verso l'alto per via dell'esclamazione altrui, scuotendo poi il capo. <Diamine, non hai capito il gioco.> Spalmandosi persino la mano libera contro il volto, poggiandosi sulla fronte e scivolando man mano verso il mento, lasciandola poi discender nuovamente lungo il proprio fianco. Eh sì, questa volta il piccolo genio del male sembra non aver capito dove la Nara voglia andare a parare, ma sta di fatto che non lo aiuterà di certo. <B-Beh, sì> Balbetta innanzi all'asserzione altrui, facendole presente che piantare due alberelli saprebbero farlo tutti, il che non è affatto una menzogna, anzi è piuttosto veritiero ma lascia la Decima un po' confusa sulla risposta da dargli. <intendevo soltanto dire che rispecchia abbastanza bene l'originale.> Glissando con lo sguardo verso una ipotetica panchina libera, magari ben più isolata delle altre che potrebbe far particolarmente al loro caso, permettendo così una privacy necessaria. <Non a caso, mi fa ridere il fatto che Konoha e Oto siano letteralmente confinanti e che per raggiungere Kusa debba superare Kiri e Suna.> Passare da un'isola ad una distesa di sabbia per poter raggiungere il Paese dell'Erba che, una volta, era tanto vicino a Konoha da poterlo raggiungere in poco tempo. Glissa comunque sulle scuse, va bene come le abbia risposto nonostante sia rimasta un po' con l'amaro in bocca poiché voleva soltanto commentare il Bosco dei Ciliegi. Non è un problema, però. Se la farà andare giù. Gli occhi chiari della fanciulla or s'assesterebbero alla ricerca di quelli ambrati del ragazzo, il quale par esser preso a fissar qualcosa che desidera ardentemente. <Mh?> Intende richiamarne l'attenzione, almeno per capire dove sia il problema o cosa stia fissando così intensamente. <Smettila di guardarmi le tette.> Presupponendo che stesse guardando proprio queste ultime, sbuffando dalle labbra per il fastidio, nonostante l'angolo di queste si sollevi appena per mostrare un piccolo sorriso. <Ti serve davvero pianificare per riuscire ad ottenere quel che vuoi?> Gli domanda subito dopo quando si lamenta di non poter pianificare l'atto stesso di baciarla o qualunque altra cosa abbia in mente, mentre prenderebbero ambedue posto sulla panchina indicata dalla donna precedentemente. E' incastrata tra due alberi fiorenti che la coprono abbastanza bene dall'alto, con tronchi piuttosto spessi seppur il luogo sia illuminato nel momento in cui il sole calerà oltre l'orizzonte. <Comune ragazza, apprezzabile comunque.> Se vuole giocare sporco, lei non è da meno lasciando intendere come non si sia affatto preoccupata d'un appellativo simile: anzi, per chi è stata leggendaria sin a qualche istante prima d'uscire dal cristallo, arrivare ad ottenere questa pseudo normalità è un vanto non indifferente. Siederebbe a sua volta, di fianco, stringendogli ancor la mano. <Il Monte dei Volti era il secondo luogo al quale avevo pensato. In realtà, lo vedo molto più personale e non sono ancora pronta a condividere il mio posto magico con qualcun altro.> Facendola uscir più come una battuta che una assoluta verità, mettendosi comoda contro lo schienale della panchina e spostando l'attenzione sul viso altrui. Gli offrirebbe la spalla poi, nel momento in cui vorrebbe inclinar la testa alla ricerca di lei, per quanto finirebbe irrimediabilmente circondato dai suoi ciuffi rosa. <So che non è la stessa cosa> Aggiunge con pacatezza. <e so che non posso darti molto altro> Anche lei ha comunque le sue paturnie mentali, tanto da aver bisogno a sua volta di attenzioni particolari o momenti di solitudine per riuscire a pensare e tranquillizzarsi un minimo. <ma se riuscissi a tenerti impegnato abbastanza da non pensare a lungo, per me sarebbe già una vittoria.> D'altronde, non possono neanche fare molto altro al momento se non racimolare il necessario e andare alla ricerca delle due bambine; argomenti importanti e dei quali non intende parlare in questo momento. <Chissà cosa... cosa?> Le viene facile domandarglielo di getto, aggrottando appena le sopracciglia. Incrocia le gambe, portando la mancina sopra alla specular opposta. [ Chakra ON ]

21:35 Mattyse:
 Non ha capito... No, cioè... Lui... io... noi... SORVOLIAMO. Il bianco non vi da molto peso a questa sua battuta, non ha capito effettivamente a cosa potesse essersi riferita e certamente non ammetterà di non aver capito. E quando lei lo accusa di starle a guardare le tette? Siamo seri? Lui schiuderebbe le labbra per poi assottigliare lo sguardo, alzandolo in direzione dei suoi occhi di ghiaccio. "Non so come si comporti Saisashi con te, ma non mi pare tu abbia le tette sulle labbra." E qui, mi duole dirlo, sarebbe palesemente innervosito, una frase o un accusa che non è particolarmente bravo ad accusare... Qui farebbe eclissare qualsiasi discorso, stringendo con maggior forza la sua mano che ora verrebbe usata come pallina antistress. Che razza di comportamento aveva Saisa nei suo confronti? Un malato? Un depravato? Il bianco scuoterebbe appena il capo per poi andarsi a sedere. Qui, il suo sguardo salterebbe dai rami che coprono la loro testa al volto della rosata e viceversa, più e più volte, come un pallone che salta tra le due frazioni di un campo da pallavolo. "Come una bellissima ragazza." Tuonerebbe ancora per correggerla. Vuole sentirsi normale? Bhe, non lo sarà anche perché si parla proprio di Mat, colui che riesce a rendere anormale anche un animale domestico! O meglio, colui che ha preso degli animali selvatici come dei cinghiali per poi crescerli come animali domestici. "Ci vado spesso anche io quando non riesco a pensare. Quando vi è una soluzione che non riesco a trovare, qualcosa mi sfugge e non so più come muovermi." Rivelerebbe quindi che il posticino personale della decima non è poi così personale. Quante cose hanno in comune il lupo e il cinghiale? "Sedermi sulla testa di Hashirama mi fa sentire più vicino ai primi due kage di Konoha... come se potessi averci veramente una conversazione" E' così che vede quel luogo, è per questo che non riuscirebbe a far saltare TUTTI i volti sul monte, vedendo i primi due come baluardi per la propria salute mentale. E poi? Che altre parole potrebbero urtare il sistema nervoso del nostro Senjuu? La rivelazione che lei pensa di non poter fare molto... Si, Furaya deve aver perso dei neuroni all'interno di quel cristallo. Il bianco solleverebbe la mano mancina, stringendo ancora quella di lei, per poi strattonarla, intendo a tirarla verso di se. "Mi ascolti o fai finta?" Ancora innervosito, aprendo bene gli occhi e sollevando le sopracciglia. "Ti ho appena detto che mi basta averti vicina idiota." Sbufferebbe con forza, scuotendo poi appena il capo. "Vuoi tenermi impegnato? Vuoi che smetta di pensare? Stammi vicino, convincimi che tu sia al sicuro in questo preciso momento e porco kami ricordami che sapore hanno le tue labbra." Rapido, schietto, come una donnina innervosita dal comportamento del suo maritino che non comprende i segnali o non è in grado di essere un po' romantico. Lo sguardo tornerebbe verso i rami e le foglie di quelle piante. Ancora una domanda? "Come... non lo so" Scrollerebbe appena le spalle, tentando poi di portare la sua mano tra le proprie gambe, così che vi possa portare anche la mano destra a coprirla e a stringerla. "Non lo so" [Mood Manga sentimentale ON]

22:00 Furaya:
 C'è un completo misunderstanding tra i due che lasceremo esattamente com'è. In qualche modo, troveranno il modo di comprendersi a vicenda e stabilire, una volta per tutte, l'argomento inerente. Che poi si tratti di due teste dure orgogliose che pretendono sempre d'aver ragione l'avevamo capito, quindi non v'è altro da aggiungere neanche in un simile contesto. Fa rotear gli occhi verso l'alto quando nomina Saisashi, a suo avviso un argomento che non dovrebbe venir tirato fuori assieme a tanti altri che, per quanto facciano parte del loro quotidiano, sono divenuti - almeno per stasera - un tabù. <Buono a sapersi.> Bofonchia appena, volendo cessar fin da subito l'argomento poiché riguardante proprio qualcuno che per lei è stato abbastanza importante, tanto da non prediligere granché quelle risposte che le ha appena dato. Infatti anche il tono appena usato sarebbe piuttosto piatto. Una volta sedutisi, noterebbe il di lui fare, spostando l'attenzione dai rami a lei, ma non chiederebbe alcunché lasciando che sia proprio Mattyse a parlare o a dir qualunque altra cosa. <"Comune" continua proprio a non dispiacermi.> Dandogli contro, come al solito, ma facendolo con un sorrisetto divertito stampato in volto, a mo' di sfida. Sia mai che restino tranquilli e pacati per qualche istante di più. Resta ad ascoltare il suo racconto relativo alla necessità di sedersi sul Monte dei Volti, sgranando man mano gli occhi quando asserisce che utilizza persino la testa del Primo Hokage. <Anch'io mi fermavo spesso sulla testa di Hashirama, difficilmente sulle altre.> Neanche sulla sua, per dire. <All'incirca per lo stesso motivo. Reputavo che la testa più antica avrebbe potuto darmi ispirazione per quel che dovevo fare o affrontare.> Hanno effettivamente un sacco di cose in comune. <Difatti, ero d'accordo soltanto sull'esplosione del volto di Kuugo Gaito.> Giusto per sottolineare l'importanza del Monte dei Volti, seppur adesso siano caduti tutti quanti e siano poi stati ricostruiti. A prescindere da ciò, non saranno mai uguali agli originali, specialmente se si tratta della costruzione dei primi cinque Hokage, i più anziani in assoluto. Avete presente quando ho sottolineato, poco fa, che non riescono ad andare d'accordo per più di qualche minuto tanto da arrivare a litigare per anche una minima cosa? Ecco, esattamente. Una vena si gonfia sulla fronte di lei, mentre digrignerebbe appena i denti e farebbe un respiro profondo che, a conti fatti, sembrerebbe più lo sbuffo d'un toro pronto ad accanirsi contro il torero dal mantello rosso. <Per tutti i Kami, perché sei sempre così rompipalle?> Sbuffa a sua volta, venendo strattonata in sua direzione ed opponendosi con quella poca forza posseduta [ Forza: 10 ] per evitare di finirgli troppo addosso, volendogli - come sempre - andar contro. Stringerebbe saldamente la presa sulla di lui mano, quasi fosse una sfida a braccio di ferro. <Volevo soltanto dir qualcosa di carino e, come al solito, riesci a rovinare qualunque atmosfera!> In realtà, si potrebbe dir che sia stata LEI a rovinarla o, comunque, a non coglierla in pieno e invece scarica la colpa sul Senjuu, il che non sarebbe affatto una novità in ogni caso. <E non chiamarmi idiota, scemo!> E' davvero il miglior insulto che ti sia venuto in mente? Sei veramente fantastica, si vede che non insulti le persone quasi mai. Anzi, è difficile che l'abbia fatto nel corso della sua vita. Ed ancor con lo stesso tono di prima, dunque appena più alto e infastidito dal di lui modo di fare, andrebbe anche a replicare in merito alle di lui ultime affermazioni. <Sono al sicuro, non c'è bisogno che tu ti comporta come un cane da guardia nei miei confronti. Cosa vuoi che mi succeda? Che mi spezzi un'unghia?> Non ha neanche più un nemico naturale - come la Yugure - che potrebbe distruggere la sua quiete o metterla in pericolo. Gli ringhierebbe non molto distante dalle labbra, soffermandosi su di esse qualche istante prima di protendersi sì, ma non per baciarle. Tutt'al più cerca di mordergli quello inferiore e tirarlo verso di sé. E a contatto con esse, pur lasciando che la sua mano or venga mossa, evitando di contrapporsi al movimento come fatto poco prima, terrebbe gli occhi fissi nei suoi. <Parlami.> L'assenza del sigillo empatico è veramente fastidiosa, eh? T'eri abituata troppo bene. [ Chakra ON ]

22:24 Mattyse:
 I due hanno un sacco di cose in comune a quanto pare, più di quanto potesse immaginare quel dì a Kiri ove l'ha velatamente minacciata con una carta bomba, promettendone l'esplosione... Ah si, che bei ricordi... Il bianco poserebbe lo sguardo verso di lei, mantenendo poi quel piccolo sorriso, il fatto che abbiano un comportamento così tanto simile, una soluzione che hanno ritenuto normale per tutta la loro vita... Lo vede come un sottile filo che possa ricondurli... Hey Mat, non ti stai facendo un po' troppi film mentali? Lei poi si oppone quando tenta di strattonarla, non riuscendoci così, e come è giusto che sia, anche lei pare essersi innervosita per il fare di lui. Una rapida concatenazione di frasi che hanno portato a scaldare i due animi che già per loro erano bollenti. Bravi bambini! "Rovinare qualunque atmosfera?" Ripeterebbe lui sollevando ora il busto dallo schienale, puntando ancora una volta i propri occhi verso i suoi, sbattendo le palpebre più volte con fare incredulo. "Ho detto che mi basta averti vicino e avrei rovinato l'atmosfera?" Si è impuntato su quella frase come una donna con il ciclo che trova un appiglio o una frase che non le va a genio. Il bianco scuoterebbe ora il capo per negare quella frase, intento a convincersi nella sua testa che questa sia una cosa a dir poco impossibile. "Vorrei proprio sapere come avrei fatto." Secco, osservandola avvicinarsi e chinando il capo in avanti cercando così di posare la fronte contro la sua in segno di sfida. E' stato fatto l'esempio del toro con il torero, ma da quando Mat è un torero? I due potrebbero sembrare come due animali cornuti (in senso figurato, mica come Saisa) che si preparano per prendersi a testate. Da quanto Fru è divenuta un cinghiale? (Saisa te se vole bene!). Le permette di avvicinarsi, in quel preciso momento il fiato viene a meno nei suoi polmoni non vedendo l'ora di baciarla ma... No, lei ha deciso di no! Lei ha deciso che deve prendergli il labbro inferiore per morderlo e tirarlo. E qui, in tutta risposta la mano mancina lascerebbe quella di lei in balia della gemella, lanciandosi dietro alla di lei nuca intenzionato a fermarla e a tenerla contro di se, così che quando lei lascerà il suo labbro non abbia modo di allontanarsi. "Cosa vuoi che ti dica. Vuoi sapere che non è solo la sicurezza fisica che mi preoccupa? Che ho paura che qualcosa possa allontanarci come mi sono allontanato con Mekura? Ti devo davvero dire che ho paura anche che tu possa andar via? O che i nostri continui litigi possano stufarti?" Voleva che parlasse, no? "prima era semplice. Un cazzo di sigillo, al primo dubbio ti avrei tempestato di pensieri fin quando non ci saremmo rivisti. Ora non posso, ora devo stringere i denti e venirti a cercare per guardarti negli occhi e chiederti se posso avere un cazzo di bacio senza paura che qualcuno possa far girare voci strane." Oh, chi aveva detto una cosa simile? Dyacon se non erro, che aveva sottolineato che il suo carattere non avrebbe giovato sempre per la fama della rosata... Eppure, era una cosa che ha sempre tenuto in considerazione no? Ma a quanto pare, sentirlo sottolineare da uno che per lui è uno sconosciuto, ha fatto nascere una piccola... ansia?

23:14 Furaya:
 Hanno davvero /troppo/ in comune, oltre al solito scornarsi a vicenda che è quel qualcosa che li ha uniti così tanto. Sì, perché come al solito trovano qualunque pretesto per iniziare a prendersi a testate, litigando come due bambini. Non sono molto diversi da loro quando si riducono a comportarsi in questa maniera tanto infantile. Egli appare incredulo di fronte alle accuse di Furaya, la quale insiste asserendo come abbia rovinato l'atmosfera in poche e semplici mosse. <Iniziando a darmi contro, ecco come, con il tuo solito fare da saccente.> Pronuncia, sbuffando come il toro di poc'anzi, digrignando appena i denti e restandogli frontale poiché è in queste occasioni che bisogna - come sempre - tenergli testa il più possibile. Non deve lasciarsi scappare l'opportunità di vincere questa battaglia. Gli lascia andar il labbro soltanto dopo qualche istante, avvertendo la di lui mano contro la nuca, consapevole che adesso non la lascerà andare così facilmente. S'è spinta troppo in là. Resta ferma sollevando il capo per andar contro quello di lui, cercando però di incoccar lo sguardo nel suo: azzurro del cielo nell'ambrato del sole. <Non ti sei allontanato da Mekura> Sussurra contro le sue labbra, sollevando a sua volta una mano che verrebbe poggiata con delicatezza contro la di lui guancia, facendo scivolar parte del palmo contro la gola. <è lei che non ha fatto niente per averti con sé.> Non ha necessità d'alzar la voce adesso, avendo compreso come la situazione possa esser delicata in determinati contesti, simili proprio a quest'ultimo. <Ed io non sono quel genere di persona che lascia perdere tanto facilmente.> Aggiunge in modo che possa in qualche modo rassicurarlo, per quanto possibile ovviamente. L'altra mano resterebbe ancor unita e stretta a quella di Mattyse, riuscendo a tranquillizzarsi un minimo rispetto a poc'anzi dove ambedue stavano alzando la voce per una stupidaggine. <E comunque mi piacciono i nostri continui litigi, anche se era più facile capirti con il sigillo empatico. Adesso, devo tradurre i tuoi comportamenti e capirli meglio: prima facevo troppo affidamento al legame empatico che avevamo.> Tramite, appunto, uno stupido sigillo che, nonostante fosse definito tale, aiutava davvero entrambi a comunicare e a capirsi al meglio rispetto a quanto fatto finora, dove spesso e volentieri fanno fatica a comprendersi l'un l'altra come hanno appena dimostrato. <Non dobbiamo star per forza lontani, adesso. Sono e starò al tuo fianco, abbiamo una missione da compiere.> Sottolinea, nonostante avesse detto che di taluni argomenti sarebbe stato consono non parlarne affatto, come se non esistessero. <E a proposito di bacio> Si protenderebbe in avanti, piegando il capo da un lato onde evitar che i nasi vengano schiacciati dall'avvicinarsi dei volti. <smettila di chiedere, ma fa qualcosa per prendertelo> Fa sì che le labbra si sfiorino, prima di poter combaciare. <ovunque e come tu voglia.> Senza star troppo a pensare a quel che la gente potrebbe dire innanzi a quella visione. Certo, vi sarebbero comunque dei problemi prima o poi, specialmente se teniamo conto di determinate persone che non dovrebbero vederli. Tuttavia, è un problema che verrà affrontato a tempo debito. E sol allora, avendo avuto premura di sottolineare quel che era indispensabile per lei, farebbe finalmente combaciare la bocca con quella altrui in un candido bacio per niente troppo spinto o cos'altro. Vuol prima bearsi del contatto e del calore del Senjuu, tirandolo delicatamente verso di sé senza staccarsi. [ Chakra ON ]

23:31 Mattyse:
 Pace, finalmente... La donna, nonostante le due fronti combacino per quella loro sfida eterna, calma la propria voce... avete una vaga idea di quanto valga la tonalità di voce nella comunicazione? Se avesse detto le stesse identiche parole nella maniera aggressiva utilizzata fino a poco prima avrebbe incitato il Senjuu in una sfida, nel prenderla in maniera aggressiva in quel parco per far si che potessero sentirsi vicini. Sarebbe stato un chiaro segnale di bisogno di contatto ma allo stesso tempo... un segnale negativo, poiché avrebbe riportato solamente il bisogno di non sentirsi soli. E invece, il cambio di tonalità eseguito, va a rassicurare il nostro bianco, a calmarlo, come una mano che accarezza un fascio di nervi per farlo rilassare. La rosata ha compreso, in maniera particolarmente rapida, quelli che sono i dubbi di Mat ed è corsa per andare ai ripari... come una ferita che si è preoccupata di medicare il prima possibile. "Mekura non ha fatto nulla per tenermi con se, ma questo non significa che altro possa intromettersi." Continua lui, andando a stringere appena le dita della mancina, posata dietro la di lei nuca, per prendere a farle dei piccoli grattini dietro di questa, forse in segno di ricompensa? Non è un movimento studiato, è qualcosa che al bianco viene naturale fare, forse il fatto che si stia rilassando? La lascia parlare poi, le permette di finire quelle parole che sta riservando solo a lui, in cui lo invita a non curarsi di chi possa vederli. La cosa comporterà dei problemi, tanti, questo lo sa... ma per ogni problema vi è una soluzione, no? NO, IL GENOCIDIO NON E' UNA SOLUZIONE. O forse si? Il bianco attenderebbe solo quel bacio, come un bambino che attende i propri regali il giorno del suo compleanno, tenterebbe più volte di avvicinarsi per consumare quei pochi centimetri che hanno separato le loro labbra ma si è sempre fermato sentendo la sua voce, e quando è lei a percorrere quella breve distanza, lui non potrebbe che ricambiare, seguire i suoi movimenti mentre tenterebbe di tirarla contro di se, stringerla, mentre la mano destra allenterebbe la presa sulla sua mano per poi tentar di balzare verso il suo fianco, l'intento sarebbe quello di utilizzare il bicipite ed il pettorale destro per tirarla su di se, o per lo meno sarebbe questa l'intenzione. In tutto ciò, la mano mancina tenterebbe di non farla fuggire, di non interrompere quello scambio di attenzioni tanto presto. Ha detto che deve smettere di chiedere no? Che se li deve prendere come e quando vuole? E va bene, in barba al gioco dello stupro! Durante quel bacio, il bianco schiuderebbe poi le labbra, intento a far spazio per la propria lingua che andrebbe a premere contro quelle di lei, puntando ad entrarvici con irruenza per cercare la gemella. Perché si, oggi non ci va di bussare. [Slinguazzata tattica]

23:57 Furaya:
 Sì, certe volte riesce ad essere ancora parecchio comprensiva e soprattutto empatica anche senza quel sigillo che li legava. In altre circostanze, avrebbe cercato d'alzare ancor di più la voce per far valere le proprie intenzioni, consapevole che con Mattyse non potrebbe comportarsi in maniera diversa. Al contrario, v'è appena stata una dimostrazione pratica in cui è possibile. Tuttavia, non vi sarebbe nessun divertimento come quello che v'è di solito tra loro due, i quali preferiscono sempre affaticarsi e litigare pur di far prevalere le proprie ragioni in qualche modo. Cane e gatto più che lupo e cinghiale. <Sarei potuta restare con il mio futuro sposo> Saisashi, appunto. E invece sappiamo tutti com'è andata a finire, mandando in malora il loro matrimonio ben prima che si rendessero conto di come tutto fosse cambiato nel corso di dieci anni, così come le loro priorità: laddove quella del taijutser era quella di non far più del male, bensì occuparsi della bambina, mentre quella della Nara è redimersi e riprendersi quel che ha perso con il suo fallimento. Camminavano su due piani completamente separati e hanno deciso di dividersi. <e invece sono qui, con te.> Facendo intuire come abbia preso una decisione drastica nonostante l'abbia fatto per perseguire il suo fine, un fine che ha in comune con il bianco e che, per questo, l'ha unita proprio a lui. Loro sì che camminano sullo stesso piano, tanto da potersi ritenere adatti l'uno per l'altra anche sol per questa ragione se non teniamo conto dei litigi, i quali fanno comunque parte del loro legame altrimenti non si potrebbe parlare di Furaya e Mattyse. Lascia andar la sua mano poiché vuol portarla contro il di lei fianco, mentre la sua, or libera, risalirebbe al pettorale dove si soffermerebbe. Le labbra pressano contro quelle di lui, schiudendole appena e facendole schioccar tra di loro, socchiudendo le palpebre per bearsi del momento. Egli intende tirarla verso di sé e lei non se lo farebbe ripeter due volte. Se non l'avesse fatto il Senjuu, probabilmente ci avrebbe pensato da sola. In fondo... son circa dieci anni che non riescono ad aver un po' d'intimità, no? E quindi non farebbe altro che mettersi a cavalcioni sulle sue gambe, piegando le proprie e poggiando le ginocchia contro la panchina, ai lati delle di lui cosce. Durante tal movimento, la necessità di tenersi vicini non le permetterebbe in alcun modo di separarsi dalle labbra del bianco, restandovi attaccata. Ambedue le mani scivolerebbero adesso sulle di lui spalle, tenendovisi aggrappata mentre farebbe aderire il busto contro il petto del ragazzo, accompagnando le di lui movenze nella danza delle lingue che avverrebbe immediatamente dopo. Farebbe sì che si uniscano, si intreccino tra di loro, cercando anche d'incrociar lo sguardo col suo e sol quando sarà per lei possibile staccarsi, con riluttanza e grande volontà per lo sforzo, gli pronuncerà a fior di labbra una frase che sa di sfida. <Visto? Non ci voleva mica tanto.> Devono prendersi a testate sempre e comunque, questo è un dato di fatto che non va per niente dimenticato dato il suo essere fondamentale. E va bene così. [ Chakra ON ]

20:58 Mattyse:
 Cade tutto, ogni discorso, ogni strato di stress e nervoso che ha accumulato prima di quel momento... è crollato tutto come un castello di carte in balia di una tempesta.... e solo perché la signorina qui presente si è decisa a donare un bacio, a far unire le loro labbra, permettere alle loro lingue di giocare assieme, danzare e rilassare in maniera rapida quello che è il Senjuu. Lei lo asseconda, si porta a cavalcioni su di lei e la mano destra si allungherebbe, intenta a scivolare dal suo fianco alla sua schiena, su cui poi si premerebbe per stringere il suo busto contro il proprio. Non vuole che si stacchi, non vuole che quel momento di pace termini, facendolo ritornare in quel mondo crudele in cui, a conti fatti, non ha nulla. Ma lei lo fa, controvoglia forse, forzandosi con tutta se stessa magari... Ma lei ci riesce e in aggiunta decide di sfidarlo... "Ci volevi solo tu." non risponderebbe a quella sfida, a contrario, tenterebbe di rimanere in quello status pacato e semiromantico... le labbra ancora una volta verrebbero nascoste all'interno della propria bocca per essere inumidite un istante, per poi essere avvicinate ancora a quelle della rosata, che tenterebbe di sfiorare per un istante. In quel momento, la mano mancina verrebbe portata tra i di lei capelli, in cui le dita affonderebbero per poi stringerli e tirarli verso la propria sinistra, intenzionato a crearsi una spazio adeguato tra la sua spalla e la sua mandibola per tuffarcisi. Se vi fosse riuscito, tenterebbe di catturare con i denti un lembo di pelle del collo di quella che un tempo era la decima Hokage, mirante a stringere un poco con i denti mentre la lingua si poserebbe delicatamente e andrebbe a inspirare con forza dalla bocca, andando a creare un vuoto all'interno delle proprie labbra che potrebbe rompere i capillari presenti nella zona catturata... Vuole lasciarle un segno, temporaneo rispetto a quelli che adornano il resto del suo corpo, ma violaceo e in una posizione ben più visibile. Può baciarla dove e come vuole? Bhe, vuole baciarla lì, nel parco e nella maniera che possa tenerlo calmo il più possibile. La mano destra ora si allungherebbe, cercando di avvolgere completamente il suo busto con il braccio, così che l'avambraccio destro le possa bloccare la schiena e la mano il suo fianco destro, avvolgendola letteralmente, sempre ammesso che nessuno voglia ostacolarlo!

21:45 Furaya:
 Piegando le gambe, con le ginocchia che aderirebbero alla panchina sottostante, porterebbe i di lei glutei a poggiar sulle cosce altrui. Assunta una posizione comoda, le mani resterebbero poggiate contro le sue spalle per mera comodità oltre che contatto necessario. Le mani del Senjuu, invece, andrebbero alla ricerca d'una stretta maggiore attorno al busto della donna, cosicché possano star veramente vicini. Una volta per tutte, senza il bisogno di guardarsi attorno per assicurarsi che nessuno li stia guardando. D'altronde, ambedue escono da delle relazioni importanti ed anche difficili per quanto riguarda il lasciarle andare via. Tuttavia, in questo momento non è assolutamente saggio parlare del passato. E' una delle regole che la Nara gli ha imposto affinché potessero vivere una giornata assolutamente normale, evitando che questo subentri in maniera eccessiva e renda ancora difficile al bianco il normale vivere. Staccatasi dalle di lui labbra, per quanto controvoglia abbia potuto farlo, è necessario al mero scambio d'un paio di parole mentre Mattyse non farebbe altro che prenderle i capelli, intrufolandovi una mano in modo che possa poi piegarla lateralmente. Così facendo, gli viene mostrato il collo roseo e liscio, profumato appena ma non come una volta. Tempo addietro, dieci anni prima, avrebbe potuto sentire sul corpo della Decima l'odore di frutta, solitamente pesco o fragole, un odore dolciastro che si ripercuoteva lungo tutto il corpo, gli abiti e persino i capelli. Or deve accontentarsi del mero odore della sua pelle che, comunque sia, non si direbbe proprio così male. Quanto meno emana calore, specialmente ora che sono così vicini e affiatati dal bisogno di concedersi l'uno all'altra, star vicini il più possibile e scambiarsi effusioni che son stati restii a darsi in questi ultimi tempi. <Matt--> Taglia il di lui nome a metà avvertendo il tocco delle sue labbra e della lingua contro la pelle del collo, mordendosi piano il labbro inferiore e arrossendo appena sulle gote. Nel frattempo, un po' per gioco e un po' perché sa quanto possa essere infame il fatto di conoscere un punto debole avversario, a sua volta farebbe scivolar la mandritta tra i ciuffi bianchi del nostro terrorista. Risalirebbe lungo il collo con lentezza, intrufolando le dita lungo quei ciuffi bianchi che con poca delicatezza tirerebbe subito dopo: non è molto diverso da come s'è mosso lui, se non fosse per quel che successe le volte in cui glieli ha tirati con forza, con un obiettivo in testa. Lo terrebbe però contro il suo collo, socchiudendo appena le palpebre per riuscire a godersi meglio il momento, lasciandolo ovviamente fare e non bloccando alcun suo movimento. Non ha senso farlo. Lo ha portato al Bosco dei Ciliegi per una ragione, per riuscire a farlo star bene ed evitare che continui a pensare troppo. <Probabilmente è vero.> Lasciandosi scappare una mezza risata, saldando la presa con le cosce attorno al suo bacino pur non commettendo ancor niente di sconveniente. L'altra mano, con il relativo braccio, verrebbe posta attorno alle sue spalle in modo che possa abbracciarlo meglio di prima e tenerlo dunque vicino a sé. <Non ti piacerebbe vivere sempre così?> Gli sussurra all'orecchio, riferendosi alla situazione nella quale entrambi si trovano ora, lasciandosi alle spalle - almeno per ventiquattr'ore - tutti i problemi del mondo. [ Chakra ON ]

22:40 Mattyse:
 Per quanto non vi sia quel profumo di fragole e dolciumi varie che la nostra compare di avventura ha descritto, il nostro bianco non è minimamente dispiaciuto. Parliamo sinceramente, quel profumo lui non lo ha mai sentito, non se lo è mai goduto e l'unico momento in cui ha potuto assaporare quella donna... Bhe, tra stanchezza, sudore, enfasi e problematiche varie, non è stato sicuramente lì a capire quale fragranza di fragole stesse adornando il suo corpo. Però per il Senjuu aveva sicuramente un buon sapore! E lo ha ancora, anche la pelle che sta mordendo e rovinando con le proprie labbra, permettendo alle sue mani di avvolgerlo e infilarsi tra i suoi capelli. Solo sentire le sue dita all'interno dei propri ciuffi bianchi lascia intendere al giovane cosa stia per accadere. No buono. Lei difatti tira, non per allontanarlo, non per farlo staccare da quella pelle... ma il fatto di seguire quella mano è comunque un movimento involontario, che obbliga Mat a tirare appena indietro il capo, lasciandosi sfuggire un piccolo mugolio e tirandosi dietro la pelle di lei che aveva serrato tra i denti. Si, il segno violaceo sarà a dir poco visibile... Lanciamo i dadi per scegliere le dimensioni e l'intensità o lo farà la nostra rosata? Successivamente, in ogni caso, Mat lascerebbe libero quel lembo di pelle, staccandosi per respirare contro quella zona appena martoriata prima di posarvi nuovamente le labbra in maniera delicata, dandovi prima un piccolo bacio, seguito da uno secondo che sarebbe poco più sopra e continuando così fino a raggiungere il volto di Furaya, qui però non conquisterebbe le sue labbra, anzi, si tufferebbe con il viso accanto al suo, avvicinandosi al suo orecchio sinistro mentre lei avanza quella proposta. "Sempre tranquilli? Si. E un giorno saremo sotto a degli alberi, in un parco, all'interno del nostro villaggio, a goderci la vita." E' una promessa? Le dita della mancina stringerebbero ora con maggior forza quei capelli all'interno del pugno, senza però tirarli più. "E te Fru? Non ti piacerebbe litigare con me tutti i giorni?" Le sta praticamente proponendo se vuole vivere all'inferno? "Perché a me l'idea di fare la pace tutti i santi giorni... mi fa impazzire..." Lo sussurrerebbe, vicino al suo orecchio, chinando poi il capo verso la propria destra e voltando un poco lo sguardo per posare, ancora una volta, le proprie labbra contro il suo collo. "Tutta colpa tua e del tuo stupido sapore..." Come i due han già chiarito, lei è divenuta droga per lui, e quell'affermazione, un palese riferimento alle cosacce fatte in ospedale dieci anni prima, mirerebbe a sottolineare anche quel secondo dialogo.

23:23 Furaya:
 Sa bene - fin troppo probabilmente - cosa succede quando gli tira i capelli in quel modo. E lei, proprio perché n'è consapevole, lo fa apposta e pare anche divertirsi a metterlo in difficoltà. E' un modo come un altro d'avere il comando. E su questo non ci piove, hanno avuto un'intensa battaglia a tal proposito, la quale è confluita in qualcosa di grandioso, a tratti persino sbagliato e che ora li ha uniti più che mai. <Nh--> E' fastidioso il tirarsi della pelle tenuta tra i denti del bianco, ma non per questo spiacevole. Sente la pelle tirare laddove lui è passato, segno inequivocabile di come vi abbia potuto lasciare dei segni non indifferenti e che potrebbero essere anche piuttosto visibili in seguito. Con molta probabilità, Jushan-san le avrebbe fatto una ramanzina grande quanto una casa al sol notare l'accenno di quei succhiotti, ricordandole come dovrebbe avere un contegno in quanto Hokage. E' un ricordo che le strappa un sorriso, nonostante non sappia più dove sia il suo fedele braccio destro, ma che al contempo sparirebbe subito dopo poiché una delle sue regole riguardava proprio il non ciarlare a proposito di quel che è stato. Non oggi, non in questo momento. In base a come s'è mosso, sarà sicuramente ben stampato sulla pelle della donna per qualche giorno, ma adesso - dieci anni dopo - non è più un problema visto e considerata la sua posizione sociale piuttosto anonima. Non deve vergognarsi d'alcunché, non deve pensare all'eventualità che una propria azione possa star a significare tanto come l'aver puntati addosso occhi indiscreti che la giudicano. Smette di tirare per un istante, tenendolo contro il collo, sì, laddove la mano resterebbe comunque ancorata tra i ciuffi bianchi del Senjuu. Piccoli brividi ne risalgono la schiena che s'arcua un minimo contro il di lui corpo, in modo che possano sentirsi finalmente più vicini del solito. <Lo costruiremo di nuovo, ma questa volta proprio come piace a noi. Un parco solo nostro. Una casa solo nostra.> Gli sussurra di rimando, poggiando la guancia contro il di lui capo lasciandosi poi cullare dal momento, tenendosi abbracciata a lui e percependone il calore, il suo odore e beandosene almeno per un istante, almeno per questo giorno in cui ha deciso di passare una giornata tranquilla con lui. Indirettamente, sta a sua volta proponendo qualcosa che potrebbe far comodo ad entrambi. D'altro canto, sono rimasti soli - assieme - e hanno deciso di combattere fianco a fianco mentre chiunque decideva ch'era meglio ricominciare da capo; restare ancorati al passato non è giusto, ma non capiscono cosa voglia dire perdere qualcosa d'importante evidentemente. E lei ha giurato a se stessa di non voler perdere nessun altro, di ricostruire ciò che è andato distrutto perché lei non è riuscita a proteggerlo a dovere. Si farà valere ancora ed ancora, ma per farlo questa volta sceglierà un modus operandi diverso e delle persone fidate al cento per cento: come il terrorista con cui sta amoreggiando sotto gli alberi d'un parco, lontano da tutti. <E' da quando ti conosco che non facciamo altro che litigare> Gli risponde, lasciando il suo collo in balia delle altrui labbra, in modo che possa infastidirla con quei piccoli baci che risalgono proprio quest'ultimo. <ma l'idea di far pace non m'era passata neanche per l'anticamera del cervello, fino ad ora.> Ora ce n'è bisogno. Seppur dovessero litigare, vi sarà comunque il modo, il motivo e la certezza che ambedue possano spingersi per riuscire a far la pace... in mezzo alla guerra. <E' ciò che ci viene meglio fare.> Litigare, prendersi a parole, alzare la voce e dopo - com'è appena accaduto - star lì a farsi le coccole s'una panchina, vicini, abbracciati, come se nulla fosse successo neppure due secondi prima. Un sopracciglio s'alzerebbe con evidente cipiglio quando Mattyse asserisce che sia colpa sua e del suo stupido sapore, scostando appena il capo e sottraendosi al suo tocco nell'istante successivo. La mandritta, quella portata tra i suoi capelli, or non farebbe altro che tirarlo un pochino indietro per strattonare i ciuffetti bianchi di lui. <Stupido sapore? Come osi?> E nel tirarlo indietro, ovviamente, vorrebbe allontanarlo anche dal desiderio di restarle così vicina al collo. Sì, una sorta di punizione. In fondo, lo ha appena detto anche lui: litigare tutti i giorni e far la pace subito dopo. [ Chakra ON ]

18:03 Mattyse:
 Lui continua a giocare con la sua pelle e con il suo collo, assaporandone pian piano centimetro dopo centimetro, come un gatto con il topo appena chiuso nell'angolo. Non può ignorare le dita che lei ha affondato precedentemente nei propri capelli, prendendosi qualche piccola pausa tra un bacio e l'altro per respirare, o meglio dire ansimare, contro quello stesso lembo che avrebbe appena toccato e reso umido. Poi inspirerebbe per andare a posare ancora le labbra contro la pelle della rosata, mentre le sue parole entrano in quella testolina bacata da terrorista che si ritrova, cullandolo appena come una ninna nanna. Non può trattenere un sorriso sentendo quella proposta, una casa solo loro... Il bianco solleverebbe appena il capo per darle un bacio sulla mandibola, risalendo ora da questo andando pian piano a ricercare quelle labbra che hanno proposto qualcosa in cui lui, un pochetto, sperava. "Costruita con il legno e con la lava?" Ironizzerebbe a bassa voce, accennando poi ad una piccola risata mentre il proprio respiro caldo andrebbe ad infrangersi contro le di lei labbra, intento poi ad avvicinarsi per rubarle un rapido bacio che, se fosse concesso, terminerebbe con la cattura del labbro inferiore tra i propri denti. Poi l'occhio si abbasserebbe, liberato il labbro di lei il proprio sguardo si poserebbe proprio su questo, mentre si muove insieme al fratello per le sue parole successive, parole che giungono si alle orecchie del giovane Senjuu ma a cui da poco peso, ne comprende solo una piccola parte, ovviamente quella più importante. Un altro sorriso, mentre lo sguardo tornerebbe sui suoi occhi color ghiaccio, appena più maliziosi... e come se non bastasse sarà lei a tirare i suoi capelli, facendogli tirar indietro il capo, allontanando il proprio viso da quello di lei. "Ahhn-" Un gemito di dolore? O forse di piacere? E' un tipo strano il nostro Mat, ma una cosa è palese, il morso che poi si da al labbro inferiore, con particolare forza, sufficiente a tagliarselo e far uscire da questo un rivolo di sangue. "Quello stupido sapore" Ripeterebbe con aria di sfida. "Che non mi fai assaporare da un po'" Ah ecco... "Quella droga... ne voglio un po'"

19:02 Furaya:
 Resta lì, ancorata al suo corpo, a cavalcioni su di lui. Un braccio ne circonda le spalle, mentre l'altro favorisce il movimento della mano relativa che è infilata tra i ciuffi bianchi del ragazzo. Conosce bene quella parvenza di controllo che riesce ad avere sull'altro quando fa affidamento al dolore, per così dire, e sfrutta la situazione a suo vantaggio consapevole che è finita male l'ultima volta che l'ha fatto. Male in senso positivo, da un certo punto di vista. Solleva appena il capo ed il mento, cosicché egli risalga lungo il collo e riaffiori alla volta delle di lei labbra schiuse, si direbbero in attesa del suo arrivo. Si lascia scappare una piccola risata nei confronti della sua ironica richiesta, prima di rispondervi in maniera altrettanto affermativa. <Oh sì, con ogni nostra risorsa.> Che, per l'appunto, sarebbe il legno e la lava che lei è in grado d'utilizzare. Non ha ancora testato quella Nara, non ne ha ancora avuta la ragione. Impossibile poi per lei riuscire a pronunciare altro nell'istante in cui il labbro inferiore vien preso dai denti del Senjuu, tirato verso di lui e lasciando alla donna soltanto il modo di sospirare aria calda dalle fauci, riversandosi sulle carni altrui. Durante questo reciproco scambio d'effusioni che potrebbero anche essere etichettati come atti osceni in luogo pubblico, ne nota il mordersi con forza il labbro tanto da far uscire una stilla di sangue che, in maniera opportuna, la fanciulla andrebbe a ripulire. Difatti, farebbe fuoriuscir la punta della lingua, la quale sarebbe diretta priva d'indugio alcuno contro quella zona lesa, passandovi fugace per rimuovere la goccia di sangue e farla sua. <Smettila> Di ferirti, dura nel proporsi in tal maniera nei di lui confronti, come se lo stesse punendo con una ramanzina tant'è serio lo sguardo glaciale. <lascia che sia io a farlo.> Ecco dove voleva arrivare, tanto da sorridergli di rimando. Gli sorride infatti di rimando, succhiando delicatamente quel labbro ferito così da trascinarselo dietro, facendo in modo che possa far combaciare di nuovo ambedue le bocche con far delicato, ma al tempo stesso trasportata dal desiderio d'averlo. Alla sua ultima richiesta, a fior di labbra, staccandosi appena da esse e saldando la presa sui suoi capelli così da averlo alla propria mercé, non farebbe altro che sussurrargli una richiesta semplice, un'affermazione ovvia e già pronunciata poc'anzi. <Mi sembrava d'avertelo già detto. Non chiedere.> Prendi. Per lei è piuttosto semplice, adesso. Quanto meno dovrebbero trovare un posticino solo loro. Ma probabilmente lo decideranno in seguito, quando avranno smesso di infastidirsi a vicenda e Matt avrà fatto la sua mossa. [ In caso-- dichiarerei la End per ovvie ragioni, vostro Onore. ]

Dato lo stress accumulato da entrambi, specialmente per Matt il quale è in cerca di sua figlia, la rosata ha ben deciso di portarlo al bosco dei Ciliegi in piena fioritura. Stabilisce delle regole ben precise: dovrà essere una giornata normale, dove lui non è un terrorista che vuol far esplodere ciò che incontra e dove lei non è la solita Furaya ligia alle regole e speranzosa di riottenere quel che ha perso. Quest'oggi, sono una comune "coppietta".

Poi finisce dove finisce, ma questo è un dettaglio opinabile...