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con Saigo, Aki

10:54 Aki:
 Di tempo ne è passato molto da quando ha fatto l'ultimo murales. Per lui è stato sempre un gesto di liberazione, un modo per poter andar contro il sistema. Questo lo ha sempre reso tranquillo, soprattutto nei momenti più duri in cui il malessere faceva da padrone all'interno del suo animo. Ultimamente, però, non riesce ad avere spunti per poterlo fare. Non che stia bene, ma non ha quella vena artistica, se così si può dire, che lo spinge a farlo. Sicuramente non ha intenzione di farlo al bosco dei ciliegi, ma sta provando a vedere se qualcos'altro lo può distrarre da i pensieri che ha per la testa. Sta passando un periodo che per tutti i ragazzi è difficile. I quindici anni sono tosti. Potrebbe fare ridere molti questa affermazione, ma la verità è proprio questa: nessuno si caga i quindicenni e i loro problemi. Problemi che aumentano in un ragazzo orfano e con un passato doloroso. Cammina per il parco. Ha appena superato il cancello e segue quella strada ben delineata ai lati dagli alberi che danno il nome al parco. Alle orecchie le cuffiette bianche che si collegano direttamente al suo cellulare che si trova nella tasca destra dei pantaloni. Questi sono un paio di jeans neri non troppo larghi e non troppo stretti ed a hanno uno sbrego sul ginocchio destro che permetterebbe agli altri di vedere il suo colorito di pelle più scuro. A coprire la parte alta del corpo una maglietta bianca e sopra un piumino che arriva giusto ai fianchi e più gonfio: un bomber insomma, sempre nero. Ai piedi un paio di stivaletti di colore grigio scuro fatti apposta per combattere quello che c'è per terra: neve. Questa cade anche lievemente dal cielo, ma non preoccupa Aki che semplicemente ha il cappuccio che cappotto tirato sopra la testa. La musica classica rilassa la mente del ragazzo e scandisce il ritmo lento del suo passo. Il rosa degli alberi, che rimane tutto l'anno, è mescolato al bianco della neve. Un bianco candido che non piace molto al Kakuzu, amante dei colori accesi. Se solo la neve fosse viola fluo potrebbe amarla.

11:03 Saigo:
 Ha ancora qualche ora prima di dover iniziare il suo turno per questo ora è bosco dei ciliegi ad allenarsi. Nonostante il freddo, nonostante la neve, lei continua a perseguire il suo scopo, instancabile. La sua vita è così, si muove di un obiettivo alla volta, una meta prefissata ogni istante della sua vita come unico modo per sopravvivere, per non sopperire al peso che sente sulle sue spalle e sulla sua anima. Non può fermarsi, non può riflettere, non può continuare ad ossessionarsi con quelle parole del dio, non può continuare ad analizzare sé stessa e cercare il significato di quella frase, guardarsi dentro fa troppo male. Quindi eccola correre lungo i sentieri di quel posto oggi colorato di rosa e bianco. I capelli sono stati raccolti in un’alta coda di cavallo, tenuti fermi dall’elastico anche se ormai qualche ciuffo ricade lungo il suo collo, sulla schiena e intorno al volto. Una nuvoletta di condensa esce dalle sue labbra appena socchiuse mentre corre, non troppo velocemente, oggi sta lavorando sulla resistenza. Indossa un paio di scarpe da ginnastica abbastanza classiche, nere e rosse senza alcun particolare. Il fisico è fasciato da quella tenuta sportiva, leggings neri aderenti con una striscia panna ai lati delle gambe, una scritta rossa sulla gamba destra “power” la tipica stampa motivazionale di quella tipologia di abbigliamento. Una giacca in tessuto tecnico sul corpo nera anch’essa, aperta appena sul petto per permettertele di respirare anche ora che la sua temperatura corporea è salita, sotto invece un semplice top sportivo con la stessa identica fantasia dei pantaloni di cui si scorgono giusto le spalline incrociate dietro alla propria nuca. Corre lei, lentamente combattendo il freddo della neve, l’assurdità degli alberi tenuti in fiore tutto l’anno e soprattutto i demoni nella sua mente. Ora che fa freddo, che la sua temperatura è salita e lei fatica si può scorgere nello spazio tra il collo e la sua spalla, lasciato scoperto dalla giacca aperta, un segno più chiaro della sua stessa pelle bianca, quella cicatrice rimasta quella sera, quando l’unico modo che ha trovato per fuggire è stato cercare di uccidersi, fallendo miseramente persino in quello. Si gode la solitudine di quel luogo data dal freddo e dalla presenza della neve che sicuramente scoraggia molti, affronta con rabbia e sfoga ogni sua preoccupazione in quella corsa che la vede sfidare i suoi stessi limiti, stancandosi così tanto da non avere poi le forze per soffrire. Così dovrebbe avvicinarsi alla figura di Aki, senza nemmeno accorgersi di lui, proseguendo lungo la strada che la porterà a passarci accanto, ma per ora non resta che un’ombra ai suoi occhi

11:18 Aki:
 I colori che si mischiano rendono, comunque, quel posto particolare, affascinante. In giro attorno a Aki non c'è nessuno per ora. La neve, che può aver scoraggiato molti, ha permesso al ragazzo di fare questa camminata senza dover imbattersi in persone che non vuole vedere e soprattutto conoscere. Sa bene che potrebbe succedere qualsiasi cosa nel caso dovesse incontrare qualcuno. Per esempio questo qualcuno potrebbe chiedergli come mai la sua faccia ha due colori diversi, domanda che ha sempre sentito in questi pochi, diciamo, anni di vita. Da quando è piccolo avrà sentito questa domanda un milione di volte e lui ha risposto sempre nello stesso modo, cioè che è nato così. Non tutti hanno creduto alle sue parole vere, sincere. Una di queste si sta proprio avvicinando a lui di corsa. Ovviamente non perchè è lui, ma semplicemente perchè sta correndo. Ecco che la solitudine tanto voluta lo abbandona, ma la compagnia che sta per presentarsi non è del tutto mal voluta. Infatti è già la seconda volta che parla con Saigo. La prima molto più interessante della seconda ovviamente. Si leva le cuffiette dalle orecchie e spegne la musica tirando fuori un attimo il telefono per poi rimetterselo in tasca dopo aver arrotolato il filo intorno a esso. Ora potrebbe sentire tutti i rumori della natura, con la neve che ogni tanto cade dagli alberi e con un piccolo tonfo raggiunge l'altra che è già a terra. Continuerebbe a camminare fino a quando non si troverebbe davanti a lei. Si sta allenando con questa neve a terra. Che cuore. < Ciao Saigo. > le direbbe in modo tale che lei possa sentire. Le gambe sono ferme e le mani sono dentro le tasche del giubbotto. Il cappuccio sarebbe ancora su, ma andrebbe ad abbassarselo per far si che l'altra possa riconoscerlo senza troppi problemi. Vuole evitare che la ragazza possa scambiarlo per l'assassino dato che ha ricevuto le sue accuse. < Lo hai catturato? > direbbe facendo un piccolo sorrisino. Si ricorda bene che lei alla festa si è lanciata verso il luogo in cui si era sentito l'urlo e sa che l'assassino non è stato catturato. Vuole solo lanciarle una frecciatina dato che lei lo ha preso in giro per tutto il primo incontro.

11:30 Saigo:
 La corsa e i pensieri vengono interrotti mentre si avvicina ad Aki, un incappucciato come un altro che al momento non la spaventa, c’è altro in lei oltre alla semplice ricerca dell’assassino, oltre a ciò che potrebbe portarle di buono arrestare chiunque esso sia, non le importa cosa stia facendo e sotto sotto un po’ inizia a condividere quella visione ma non è adesso il momento di lasciare che questi pensieri tormentino la sua mente già impegnata a dimenticare. Una voce la riscuote, un saluto a cui spontaneamente sorriso gentile, come se avesse indossa la divisa, come se dovesse rappresentare la Shinsengumi pubblicamente, un gesto che di davvero spontaneo ha poco è solo stato reiterato così tante volte nel tempo che anche ora i suoi muscoli agiscono prima di interpellare il cervello. Svanisce velocemente mentre l’altro abbassa il cappuccio mostrandosi e soprattutto permettendole di riconoscerlo. Lo osserva qualche istante, passa sugli abiti e subito torna il ricordo, cerca di seppellirlo in sé mentre gli occhi scorrono sul corpo oggi coperto del ragazzo <ciao> replica rialzando gli occhi rossi. Non arresta completamente il moto, per evitare di raffreddare i muscoli. Il ritmo di corsa, quindi, scende e resta piano a muoversi sul posto, quasi saltellando, alzando appena le gambe da terra, comunque attenta a non scivolare a causa della neve. Scuote lievemente il capo a quella domanda andando poi a mostrare semplicemente i polsi, piega i gomiti e chiude le mani a pugno alzandole verso il volto, come in una posizione di guardia ma semplicemente per permettere alla giacca di scivolare quel poco necessario perché si scorgano ancora i segni. Non sarà facile vedere le abrasioni delle manette ormai quasi completamente guariti <no> replica dunque osservandolo da sopra la sue stesse mani candide <mi hanno arrestata quegli incompetenti> sospira appena per poi tornare ad abbassare le braccia. Lei si era lanciata per scoprire qualcosa in più, aveva anche detto cosa stavano sbagliando gli anbu e poi aveva provato ad aiutarli ma la questione non è stata proprio vista così <a proposito, tu hai visto qualcosa?> domanda a sua volta sempre continuando con quei saltelli sul posto. Ad ogni sua parola una nuvoletta id condensa esce da quelle labbra che si schiudono, i capelli ondeggiano come un pendolo dietro alle sue labbra mentre la mente corre, tra il loro incontro, la necessità di fare carriera ma soprattutto sulle parole di Fuji e la necessità di accoppiarsi come gli animali. Discorsi a cui ancora non trova un senso soprattutto visto che non ha grandi problemi a restare in presenza di Aki ora che è vestito

11:45 Aki:
 Ma perchè ogni volta che vede Saigo pensa proprio che sia una bella ragazza? Di solito non succede, ma con lei in tre volte che la incontra gli è venuto in mente tre volte questo pensiero. Sarà a causa di quel pizzo messo in mostra durante quel primo incontro? Sarà a causa di quelle forme che vengono accentuate da quei leggings sportivi? Non lo sa e sinceramente è troppo giovane per aver conosciuto anche questo. Altro che Nana. Lei si che è avanti anche in questo.. Lei è proprio più avanti di lui in certe cose, come nei videogames. Lei però non sembra essere interessata a a parlare troppo. Continua a simulare la corsa stando sul posto come se avesse fretta di andarsene e questo infastidisce Aki. Ascolterebbe la risposta di lei andando a guardare quei piccoli segni rimasti sui polsi candidi. Si era perso quella scena la serata della festa. Lui non è intervenuto ed è riuscito a prendersi due birre visto che ha aiutato la signora del cibo a sbaraccare la sua bancarella. Una mossa proprio astuta la sua. Pensa se fosse intervenuto e un anbu l'avesse toccato per metterlo al tappeto. Mamma mia quanto gli avrebbe dato fastidio. < Beh, non una scelta troppo giusta immischiarsi con i fatti degli Anbu. C'erano loro a visionare sulla serata. > direbbe senza pesnare che questo potrebbe infastidirla. Questo per due motivi. Il primo è che non ha intenzione di tenersi le cose dentro, è fatto così. La seconda è che capisce che prova interesse per questa ragazza, ma lei continua a salterellare su e giù. < No, io non ho visto niente. Dopo che sei corsa via io sono rimasto a mangiare il mio polpo e ho aiutato una signora a chiudere. Mi ha regalato due birre da 66. >. Un altro sorrisino spunterebbe sulla sua bocca mentre la guarderebbe più attentamente. Ah, deve smetterla di guardarla. < Senti non puoi fermarti? Mi fai impazzire se continui a muoverti. Oppure mi dici che non vuoi parlare e ti lascio stare. >. Ecco il caratterino che viene fuori. Lo stesso di quel primo incontro. Quel caratterino che ha imparato a tirare fuori negli anni. Solo che i suoi occhi continuano a guardarla. Scemo, scemo, scemo.

11:56 Saigo:
 Non ci capisce molto, lo osserva proprio come Fuji farebbe con una sua marionetta, cerca di comprendere cosa in lui le abbia fatto perdere la testa quel giorno, così l’abbia fatta sentire così su di giri e strana, se si basasse solo sulle teorie del suo amico allora si tratterebbe semplicemente di istinto animale e se da una parte non se la sente di escludere del tutto la questione dall’altro pensa di essere lievemente più di questo. Insomma non che voglia una famiglia o dei figli, non ha idea di cosa sia questo livello di fantasia ma certo è che dei sogni strani li ha fatti. Si sente però estremamente razionale, non ha perso la ragione e non è un’altra parte di lei ad avere il comando sulle sue azioni il che la insospettisce davvero molto. Per carità la agita comunque un pochino stare lì accanto a lui, sente come se potesse nuovamente perdere il controllo da un momento all’altro ma non è in crisi, almeno non ora. Mentre le mani tornano all’interno di quelle tasche nella giacca tecnica lei si limita a scorrere con lo sguardo sul suo petto, come se stesse osservando gli abiti ma in realtà nascondendo una sovrapposizione di ricordi, oh insomma non riesce a controllarsi così tanto. Scuote appena le spalle, le alza e poi le abbassa a quella prima constatazione <mica è colpa mia se non sanno fare il loro lavoro> ormai è guerra aperta da quando l’hanno arrestata, ci si deve sedere sopra. Ma lasciamo stare. Sbotta lui e ridacchia lei, un sorriso divertito che nasce sulle sue labbra <va bene> replica semplicemente <ma se mi ammalo poi dovrai venire a farmi da infermierina> non fa nemmeno in tempo a finire la frase prima di pentirsene e arrossire. Ma che diamine. Ritira tutto, appena ha ripensato a ciò che sta sotto ai suoi vestiti ha nuovamente perso la capacità di ragionare lucidamente, è chiaro altrimenti mai avrebbe detto una frase simile. Distoglie lo sguardo andando a superarlo così da puntarsi sugli alberi tinti di bianco, si schiarisce appena la voce <proprio non ti interessa chi sia? Hai visto l’annuncio? Gente che la pensa come l’assassino, dici che ci sarà anche quello vero tra di loro?> cerca disperatamente di distrarsi, di riportare il discorso su qualcosa che non le faccia venire strane idee. Ad ogni modo ora la mano destra si mostra così da alzare la cerniera e chiudere la giacca capace di tenerla al caldo fintanto che il suo stesso corpo lo sarà, capace di trattenere il calore ed isolarla ma non certo di produrlo. Stessa questione per i pantaloni, se così vogliamo chiamarli, che ben presto saranno più utili a farle sentire freddo che altro.

12:31 Aki:
 Quella sensazione particolare. Una sensazione nuova. Certo che una domanda sorge? Da cosa è dovuta? Probabilmente sono gli anni che ha passato, come se l'averne compiuti quindici abbai fatto scattare qualcosa all'interno del suo organismo, del suo inconscio. Non riesce completamente a sopportare questa cosa. Combatte tra le due cose, soprattutto perchè si ricorda ciò che lei gli ha detto durante il primo incontro. Si ricorda che lei vuole far cadere tutti gli uomini ai suoi piedi per poterli comandare come meglio desidera. Per questo pensa che non sia un bene questa sensazione, ma non può farci nulla. Continua a guardarla cercando di fermarsi alla faccia per non far caprie all'altra che la sta 'ispezionando' con la vista. Lei invece non sembra essere della stessa opinione, infatti lui riesce a notare che non si limita a guardarlo in faccia, ma abbassa gli occhi fino al petto. < Beh, da quanto ho capito neanche tu sei riuscita pienamente a fare il tuo lavoro da poliziotta. > andrebbe a dirle continuando a punzecchiarla. Una frecciatina che risulta per metà voluta e metà no. Come se lui si stesse quasi divertendo a farlo, ma senza impegnarsi troppo. Infatti lui è proprio così. Poi, però, i suoi occhi si spalancano. Se solo potesse, sarebbe diventato rosso. Che cosa ha sentito? Una piccola risata partirebbe dalla sua bocca. Niente di esagerato, ma che esce spontaneamente. In effetti, però, lei ha ragione. Fermandosi rischierebbe di ammalarsi dato che sta correndo e la sua temperatura è alta. La vedrebbe superarlo, ma in quel momento lui proverebbe a fermarla con la voce mentre lo sguardo la seguirebbe. < Aspetta. > direbbe levandosi il cappotto. < Tieni questo. > il braccio destro, con in mano il giubbotto andrebbe a distendersi verso di lei. Lui non soffre il freddo, anzi. Quasi non lo sente scaldato dai due cuori che pompano sangue all'interno del suo organismo e dalla fiamma che arde dentro il suo chakra proprio come durante quel bagno in quell'acqua ghiacciata. Sia lei lo accettasse sia lo rifiutasse, lui la seguirebbe fino all'albero. < Potrei avere una visone sbagliata della cosa, ma non mi preoccupo fino a quando non rischiano quelli a cui tengo. >. Una visione molto discutibile, che rispecchia il suo carattere abbastanza menefreghista. < Di quale annuncio parli? >.

12:54 Saigo:
 Che cavolo ha detto. Quella frase uscita dalle sue labbra senza nemmeno rendersi conto non solo la imbarazza ma in questo momento la sta anche tormentando, ecco perché il cuoco non l’ha più contattata è chiaro ormai che sia solo stato a causa della sua incapacità di controllare ciò che dice. Nasconde, o almeno prova a mascherare, il rossore sul suo volto normalmente pallido, spera che passi solo per una normale alla reazione e al freddo. Si volta appena e lo osserva, guarda la giacca che le vien tesa, fissa il ragazzo e poi nuovamente l’indumento. Ora non che le spiaccia che si sia tolto uno strato ma è proprio questo il problema, che dentro vorrebbe privarlo di qualsiasi abito. Deglutisce e allunga la mano destra, non si fa domande sulla sua condizione insomma potrebbe farle lei da infermierin…no. Deve smetterla. Abbassa lo sguardo e semplicemente se la mette sulle spalle <grazie> lo mormora però, decisamente imbarazzata dai suoi pensieri per poter parlare a voce più alta. Lo fissa ancora, come una calamita che l’attira e poi alza lo sguardo verso gli occhi altrui <beh a dirla tutta non mi è stata affidata quest’indagine> ammette tranquillamente <e poi mi hanno impedito di farlo, però ho visto una lettera> ammette, per quel momento riesce ad andare oltre alla situazione, per quanto nel ventre continui a sentire il tremolio, quelle famose farfalle che danzano dentro di lei distraendola e non poco. Le parole successive la portano a cercare dentro alla tasca della sua giacca il cellulare <uhm aspetta> non ci pensa, non realizza a cosa la porterà quel semplice gesto che sta per compiere e se ne pentirà. Con ordine però. La destra ravana quel tanto che le serve per estrarre il cellulare e sbloccare lo schermo, si avvicina a lui, inconsciamente, con lo sguardo puntato sullo schermo, veloce apre le ultime ricerche ed apre quello spotted, quella semplice richiesta che ora a caratteri neri su pagina bianca si mostra tra le sue mani. Lo affiancherebbe quasi andando a sfiorare le sue spalle per poi allungare il telefono davanti a loro, piegandosi appena con il volto verso di lui così da leggere meglio e permettere anche all’altro di vedere chiaramente. Inspira e si rende conto solo adesso di quanto si sia avvicinata, spaventata ma anche invogliata a restare, non sa bene cosa fare o come. Dovrebbe solamente agire come un animale? Potrebbe bastarle? Potrebbe funzionare e liberarla da questo pensiero che in quell’incontro si sta man mano facendo sempre più fisso? <questo>Non ha una risposta e per ora si limita ad irrigidirsi appena, cercando di non farlo vedere e aspetta che lui legga

13:14 Aki:
 eh quella frase uscita senza volerlo ha messo in imbarazzo entrambi. Solo che lei è arrossita. Per fortuna che Aki non è così sveglio da capire che non si tratta del freddo. Forse in un'altra situazione se ne sarebbe accorto, ma questo momento è abbastanza fuori dagli schemi per lui. Diciamo che non si è mai trovato, e forse è ripetitivo dirlo, in una situazione come questa. Meno male che lei decide di accettare la giacca, evitando a Aki una figura alquanto brutta. Non risponderebbe a quel grazie, andando solamente a guardarla mentre si appoggia il giubbotto sulle spalle. Diciamo che essendo loro della stessa statura circa le sta anche bene. Ora lui indossa solamente la maglietta bianca e quei pantaloni neri. Sicuramente non è niente davanti a lei, dato che lo ha visto in mutande, e lui non si vergogna della cosa. Mamma mia, non è mica nudo. Comunque continuerebbe ad ascoltarla. Ascolterebbe ciò che ha da dire riguardo quell'indagine. < E allora perchè continui a intervenire se il caso non ti è stato affidato? > chiederebbe mettendosi le mani in tasca? Il mento è alto, segno di interesse per questa domanda. Non riesce a capire da dove tira fuori tutta questa grinta e voglia di fare. Non sa che lei punta al massimo potere, mentre lui punta solamente a vivere e farla pagare a quelli del suo clan. Non parla della lettera, non volendo troppo intromettersi nelle indagini. Non gli interessa, come è già stato detto. Poi vedrebbe lei tirare fuori il telefono dalla sua giacca e poi avvicinarsi. Si sta avvicinando veramente troppo per quello che lui riesce a sopportare. Riesce a resistere, o almeno per i primi momenti. Infatti quando sente che la pelle dell'altra sta per sfiorare la sua si allontanerebbe di quei centimetri che bastano per renderlo più tranquillo e che gli permettano di vedere l'articolo in questione. Basterebbe un piccolo sguardo per riconoscerlo. Lo ha letto la mattina stessa mentre navigava sui siti di notizie. Successivamente andrebbe a guardare lei con la coda dell'occhio. Sono ancora vicini e dato che non serve più, lui farebbe un passo laterale per allontanarsi. < Si l'ho letto stamattina. > risponderebbe. < Ho ascoltato un po' di notizie, ma non ho ben capito il punto di vista dell'assassino. Fato sta che ci sono molte persone in questo mondo e tutti hanno un modo di pensarla. Se solo la gente si guardasse bene in giro capirebbe che il comportamento di questo tizio è solo uno tra tanti. >. Questo fa proprio riferimento a quello che è successo a lui in quella caverna. Ecco perchè la sua idea su coloro che dovrebbero tenere in sicurezza i cittadini si è fatta ancora più nera.

10:47 Saigo:
 Ondeggia tra i petali e la neve, il pensiero si fa flebile tra ciò che prova in presenza del ragazzo e la necessità di perseguire i suoi obiettivi. Si è avvicinata senza nemmeno rendersene conto ma si accorge invece del moto altrui, di quell’allontanarsi che viene imputato a sé stessa. Critica nei suoi confronti più di quanto lo sia persino rispetto agli anbu, lo osserva silenzioso mentre compie quei movimenti semplici per starle più lontano. Attende una sua risposta e ritrae il telefono. Osserva la giacca tra dubbi con lo sguardo che quasi si aliena per qualche secondo lasciando che si i dubbi la sommergano. Non sa rapportarsi e questo e fin troppo chiaro ma se fosse lei ad essere sbagliata e non questo mondo? Un singolo istante in cui il tempo nella sua mente si ferma, i ricordi, le paure la sommergono, un’onda anomala a cui non era pronta, non si aspettava d’essere investita adesso. Flette le ginocchia si accuccia quasi a terra e chiude gli occhi. Deve cacciarli ed esiste solo un modo per farlo davvero: stancarsi fino al punto in cui non avrà più le forze per pensarci. Rintana tutto lontano da lei, si estrania dai suoi stessi sentimenti e poi distende le gambe, le sente bruciare mentre salta in alto, mentre allunga le punte dei piedi e tornano poi verso terra molleggia appena, il freddo sul volto, la fatica di quel semplice salto al massimo delle sue attuali capacità, la fatica basta appena per farla tornare quel poco di lucidità che le serve per continuare la conversazione, per continuare a sembrare perfettamente normale. Si volt averso il ragazzo, non ha smesso di sentire quella strana sensazione ma si impegna ora per non fissare altro che il volto, concentrandosi con ogni fibra del suo essere su un obiettivo, senza più avvicinarsi <forse dovrei rispondere> aggiunge a quel discorso, come se non lo avesse nemmeno ascoltato <incontrarli e vedere se tra loro si nasconde l’assassino> non è distratta ma in qualche modo può apparire come tale, troppo focalizzata su ciò che deve fare, sull’agire piuttosto che su ciò che sente <che dici è un’avventura che potrebbe interessarti?> domanda ancora in sua direzione <anche se non ti interessa le persone a cui tiene potrebbero comunque essere a rischio> usa le sue stesse parole, formula quella frase sulla base di quella udita poco prima. Indossa ancora quella giacca ma si chiude comunque in sé stessa, incrociando le braccia al petto e stringendo appena le spalle

11:12 Aki:
 Quella sua fobia gli crea molti problemi. È una cosa che non riesce a controllare del tutto e nella sua vita si è fatto avvicinare solamente da pochissime persone e solamente dopo molto tempo. L'unica che roa ha il permesso di toccarlo è Nana. Nessun altro ha questo potere su di lui. Questo, però, sembra far soffrire chi, ora, sta da vanti a lui. Senza rendersene conto, quel movimento le ha fatto ritornare in mente ricordi poco felici che in una giornata del genere sono fuori contesto. Lui non se ne accorge. L'unica cosa che vede, e che segue con gli occhi pieni di domande, è la ragazza che si piega sulle gambe per poi saltare. Un salto bello alto anche. < Tutto bene? > chiederebbe, infatti, sorpreso. Come mai quella reazione? Aki, dovresti svegliarti. La guarda negli occhi. Quegli occhi rossi sono diversi da prima. Il Kakuzu si sta domandando il perché di questo improvviso cambiamento, senza capire che è stato proprio lui con quel piccolo spostamento a provocare tutto ciò e, probabilmente, a rovinare l'intera mattinata. Lei riprende subito dopo a parlare di quell'articolo, senza rispondere alla prima domanda di lui. < E cosa faresti se lo trovassi? Cioeè, lui è un assassino.. Non rischi troppo facendo ciò? > domanderebbe, cercando di nascondere quel senso di preoccupazione che ha provato sentendo quella proposta. In fine dei conti, anche se sono poche le volte che si sono viste, sembra che un qualcosa di lei lo abbia colpito. In più si può dire che lei è la seconda persona dopo Nana con cui ha parlato così 'insistentemente'. Solo non sa che ora lei si sente come a disagio per colpa sua. Poi quella proposta. Diciamo che non se la sarebbe mai aspettata. E non si sarebbe mai aspettato che lei usasse le parole di lui proprio contro Aki. Mossa astuta, solo che il giovane ha altro in mente. < Si potrebbe interessarmi, ma finito questo lavoro tu aiuterai me a fare una cosa. Che ne dici? >. Infatti per tirare giù il suo clan e spodestare l'attuale capo deve avere più persone che lo aiutano. Un favore per un favore diciamo. Intanto lei si chiude in sé stessa, ma per Aki è solo il freddo. Solo che il comportamento generale sembra cambiato e lui se ne è reso conto.

11:24 Saigo:
 Davanti a quella prima domanda può scegliere la risposta lunga o quella breve. Lo osserva ed annuisce <sì avevo freddo alle gambe> mente, ma lo fa bene, abituata non solo a nascondere tutto ciò che da sempre la tormenta agli altri ma soprattutto a sé stessa. Non ha intenzione di fornire la risposta complicata perché questa la obbligherebbe a guardarsi dentro che è esattamente ciò che si impegna costantemente ad evitare. Sorride, come se nulla fosse successo. Rimuove, nasconde e infila sotto al tappeto ben consapevole che prima o poi tutto tornerà a travolgerla, ma ora è riuscita a controllarsi, deve solo continuare così, un piccolo passo alla volta fino a quando s’illude sarà abbastanza forte per poter passare un colpo di spugna e rimuovere tutto questo dolore. La conversazione comunque prosegue, scuote appena le spalle a quella domanda <beh lo farò cadere in trappola e lo arresterò> ancora un sorriso al seguito di quella frase. Nuovamente distaccata, ora le interessa solo quell’obiettivo, quel piccolo piano elaborato solo per potersi distrarre. Con la mano destra va a togliersi la coda da sotto la giacca del ragazzo lasciando quindi che quei capelli per qualche istante vadano a ciondolare dietro alle sue spalle, dondolando come un pendolo, riducendosi però in velocità ed estensione istante dopo istante fino a fermarsi. La neve inizia a riempire anche la sua testa ora che è ferma, piccole macchiette bianche che a contatto con il calore della sua pelle finiscono per sciogliersi subito e bagnarle la testa, i capelli biondo fragola diventano più simile al biondo cenere istante dopo istante, gocciolina dopo gocciolina <senza rischi non si ottiene nulla> spiega semplicemente il suo punto di vista. Lo sguardo si fa appena perplesso appena lo sente parlare, lo osserva incuriosita certo ma anche appena titubante <non andrò mai chiaramente contro il consiglio> lo puntualizza ma si espone anche in modo che l’altro possa capire quanto flebile sia il confine tra ciò che farebbe e quello che invece non è disposta a fare. Non importa fin dove dovrà spingersi per ottenere quello che vuole, l’importante è solo non macchiare la sua immagine pubblica <ma ci sto> annuisce appena <infondo non potrei mai affrontare da sola l’assassino> lo sa di essere debole, ne ha fin troppa consapevolezza <lasciami un tuo contatto> e con questo torna ad estrarre il telefono, non si avvicina più semplicemente va ad allungarlo verso di lui, lo ha sbloccato e lascia che sia proprio il ragazzo a decidere come salvarsi nella sua rubrica

11:39 Aki:
 Una risposta che alle orecchie di Aki sembra coerente sia con il gesto che ha fatto, sia con la situazione in cui si trovano. Se solo lei non fosse così capace a nascondere la cosa, o sse solo lui fosse più sveglio a capire che lei mente. Scemo. Come lui, anche lei ha delle cose che se dovessero toranre alla memoria potrebbero fare male. Entrambi cercano di nascondere l'evidenza spesso. Lui, per esempio, non sopporta quando qualcuno prova a nominare suo padre o sua madre. Quando succede, lui reagisce male tirando fuori tutto il suo cattivo carattere perché non riesce ancora ad accettare che siano morti, anche se sono passati ormai cinque anni. Non permette agli altri di far uscire dalla sua memoria più nascosta questo pensiero. Anche lei sembra fare lo stesso con gli scheletri del suo passato e prova a rimetterli al loro posto riuscendoci. La ascolta, facendo un piccolo sorriso sentendo la facilità con cui dice la prima frase. Una facilità esagerata alla mente di lui. Un assassino è un assassino. Non si è fatto mai prendere fino ad ora. < Beh, la fai più facile di quanto sia in realtà > le dice guardandola. Intanto la neve continua a cadere e con un gesto della mano, Aki andrebbe a smuoversi i capelli vedendo lei fare lo stesso con un gesto molto più femminile. La mano destra si bagnerebbe e i capelli, già spettinati di loro, andrebbero a essere spettinati e bagnati. La sicurezza di lei un po' le ricorda quella di Nana. È per questo, forse, che in lei ha visto qualcosa di bello? Forse quella sicurezza che ha fatto in modo che Aki seguisse Nana prendendola come riferimento, ora si riflette su di lei. < Ottimo, niente contro il Consiglio. > le dice, anche se non è proprio sicuro che quello che ha in mente sia troppo legale visto che si tratta di omicidio. Questo si vedrà più avanti. Lei gli porge il telefono, sul quale lui inserisce il suo numero di telefono. Salverebbe il contatto sotto il nome 'Aki', semplicemente. Avrebbe potuto fare qualcosa di più, ma non è il tipo. Avrebbe potuto scherzare sul loro primo incontro, ma non è il tipo. < Fammi uno squillo che così posso salvare anche io il tuo contatto. > le direbbe, avendo in mente di scriverle per andarsi a fare un giro. Oh, vuole continuare a vederla. Capitelo.

11:52 Saigo:
 Lo sguardo semplicemente attraversa quel parco, allontanandosi ancora, semplicemente raggelata nei modi di fare a seguito di quel semplice allontanamento. Non che sia stato lui a ferirla, non è così tenera o semplicemente così propensa ad affezionarsi a qualcuno al punto da poter essere ferita, non ci sono colpe nella figura del Kakuzu se non quella di portarla a ripensare a troppi avvenimenti nella sua vita, che hanno risvegliato un dubbio, che si è trasformato in consapevolezza e che alla fine è diventato un grosso mostro impossibile da battere. Tutto nella sua mente insieme ai suoi traumi, insieme al suo passato e a quella voce del Dio che continua a tormentarla senza mai lasciarla in pace, paura e timore che si uniscono a rabbia e necessità di rivalsa lasciandola semplicemente svuotata, incapace di fare un passo in qualsivoglia direzione <beh perché nessuno è stato abbastanza intelligente> torna a guardare il ragazzo, solo in volto, evitando di osservare altro, lasciando che sia la razionalità ad avere la meglio <fino ad ora> aggiunge dopo una breve pausa, da brava attrice sa di aver creato una giusta suspence, lasciando prima sedimentare la sua frase precedente prima di andare a dichiararsi meglio di chiunque altro. Quanto sia una balla che racconta a sé stessa e quanto sia invece il suo maledetto orgoglio è difficile da dire, due parti estremamente contrastanti che in lei convivono benissimo. Riprende il cellulare a questo punto e proprio come richiesto si limita a far partire una chiamata, silenziosa lascia che il suono della linea si espanda lieve dalle sue casse, attende di sentire un semplice rintocco prima di far cadere la chiamata così da essere sicura che sia arrivata <abbiamo un accordo quindi> decreta semplicemente lei mentre va a rimettersi il telefono nella tasca della sua giacca termica <e seguimi su ninjagram a volte rispondo più lì> dichiara molto semplicemente, le servono follower per avere successo con il programma che sta per iniziare, le serve più esposizione mediatica possibile ma questa è tutta un’altra storia <oggi rispondo sullo spotted, ti faccio sapere come va> con queste parole andrebbe semplicemente a sfilarsi la giacca dalle spalle per poi tornare a tenderla verso il ragazzo, in attesa che la riprenda, non si muoverà fino a quel punto, solo dopo si rimetterà a correre, alzerebbe la mano destra in segno di saluto per poi tornare ad allenarsi, ne ha bisogno [end]

12:07 Aki:
 Non è stato lui a ferirla, ma se lui non si fosse comportato come invece ha fatto, i suoi ricordi non sarebbero venuti a galla. Questa è la sua colpa, di cui però non è consapevole. Non si è mai sentito in colpa di questa sua mania, di questa sua fobia, di questo suo problema. Ha sempre pensato che questa cosa fosse normale. Ognuno ha bisogno dei suoi spazi e ciascuno decide quanto questi debbano essere grandi. I suoi, a causa di non si sa cosa, devono essere più abbondanti di altri e per questo non riesce a tollerare quando qualcuno si avvicina troppo o, addirittura, dovesse toccarlo. Un altro sorriso compare nelle sue labbra dopo l'ennesima prova di sicurezza di lei accentuata da quella suspance da vera attrice. Ora lui è dentro a questo ballo e deve ballare. Chissà cosa penserà Nana di questo accordo molto al limite da parte del Kakuzu, dato che se si parla di gelosia nessuno è pari alla ragazzina. Una gelosia che potrebbe risultare malsana, ma da entrambe le parti. Lei lo chiama e qualche istante dopo il cellulare di lui comincia a vibrare. La telefonata è arrivata, ma lui aspetta a prenderlo in mano. La salverà una volta separati. < Si, abbiamo un accordo. > risponde lui, ancora sorpreso di aver accettato quella folle cosa. Non lo avrebbe mai fatto, ma quei capelli biondi fragola lo hanno imbambolato. Eh si Aki, hai scoperto cosa veramente comanda questo mondo. Chi vuole intendere intenda. < Non ho ninjagram. >. Già, non gli interessa averlo. Non vuole farsi gli affari degli altri e non vuole che gli altri si facciano i suoi. Che pensiero da vecchio. < Comunque ok. Casomai potremmo parlarne davanti una birra quando saprai qualcosa, se vuoi. >. Ecco un invito a rivedersi. Una scusa trovata per chiederle di uscire. Beh, tra amici ovvio. Scemo, scemo, scemo. Riprende la giacca e la saluta con un cenno della testa. < Ci si sente. >. Ed ecco che riprende il suo cammino mettendosi le cuffiette alle orecchie. [end]

Aki e Saigo si incontrano per caso di nuovo. Un accordo viene fatto tra i due all'interno di un turbine di emozioni diverse. Ora collaborano per fermare questo assassino. Aki si domanda ancora perchè ha accettato.