Un nuovo Ishiba
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Giocata di Clan
Giocata del 09/03/2021 dalle 15:24 alle 21:16 nella chat "Quartiere dei Clan [Ame]"
[Dojo Ishiba] Una giornata davvero importante quella di oggi, una giornata in cui Yori, discendente da una famiglia del Clan Ishiba ha deciso di ritornare alle origini rientrando a far parte del suo vecchio clan che non ha mai vissuto. Il tempo è rigido fuori incombe una tempesta, i lampi saettano illuminando le finestre ingrigite dal cielo cupo che incombe sul villaggio, le gocce cadono veloci e pungenti, finendo per schiantarsi sul corpo gracilino di Yori, un ormai uomo adulto di trent'anni, anzi ormai quasi trentuno, indossa una semplice canotta di color rosso intenso, comprata probabilmente in una mercatino dell'usato che ha visitato nel suo lungo viaggio in cui ha attraversato gran parte del kagegakure per arrivare fin qui, i capelli già di norma arricciati e voluminosi per via della pioggia sono ancora più gonfi, facendo spillare di qua e di la qualche ricciolino fuori posto dal proprio capo, le mani son tutte bagnaticce come si potrebbe ben notare vista la numerosa pioggia che sta cadendo in quel momento, il busto seppur gracilino è comunque abituato a questi climi visto i numerosi viaggi che ha fatto, tanto da non infastidirsi nemmeno dei vestiti bagnati che si appiccicano sul suo petto. Il giovane avanza nel quartiere Ishiba, arrivando d'innanzi all'entrata del tempio contornata di un meraviglioso giardino <...ci siamo..>borbotta tra se e se con quella voce profonda e bassa che lo caratterizza, seppur in certi casi abbia degli sguizzi di acuti davvero imbarazzanti, alle gambe porta una pantalone blu, molto largo alla vita e dunque stretto con un cinturino marrone per non far cadere le braghe ad ogni passo, alle caviglie porta delle bende per poter anche lì stringere la pianta del pantalone a zampa d'elefante che si ritrova ad indossare e che molto probabilmente anche esso è stato preso in chissà quale mercatino, inutile dire quanto siano anche zuppi questi, la pioggia passa attraverso le fibre del tessuto e l'acqua non fa che scendere e cadergli nella suola di quei sandali che porta a piede nudo, soggetto dunque alle intemperie che si stanno abbattendo in quel momento <e adesso... che dico..>pensa tra se e se mentre la tentazione di fare un passo avanti e entrare nel tempio è sempre più forte..., si gratta la testa pensieroso, <hey ciao sono uno di voi!...che patetico...> giochicchia un po' con le parole migliori da dire, d'altronde chi mai si ricorderà di quel bambino nella culla, <tsk...davvero un bel casino>professa pensieroso mentre cerca di decidersi a come approcciarsi al proprio clan dopo così tanto tempo, lasciando che i pensieri scivolino via come la pioggia in quel momento stesso. [Dojo Ishiba] Seppur abbia quasi abbandonato quella casa, ne fa ancora parte. Quanto tempo è passato prima di rimetter piede in quel loco, quasi un mese, e l'ultimo incontro col l'attuale capo clan.. beh, l'ha vista dover andare a sacrificare ancora qualcosa , un altro pezzo di se per ritornare anch'essa dopo dieci lunghi anni di totale vuoto incastrata dentro un cristallo a quel che le appartiene. Quel clan, il proprio clan, quello dove l'ha vista per un certo periodo esser a capo , adesso non è altro che il ritrovo di bei uomini e belle donne atte al mero piacere di una bellezza effimera che senza altro ad aggiungerla rimane solo quella. Bellezza ma senza alcuna virtù ne forza d'animo. E' tornata li, i piccoli tacchi bassi risuonano sguazzando nella perenne acqua che scivola dal cielo, lacrime di un passato che ancora regnano sovrane, eppure ne sente il piacere nel sentire quell'odore di Petricore che la riportano ad un tempo lontano e felice. Un sospiro eppure non vuole avanzare ancora dentro quel magnifico tempio lasciato li , imponente quanto mancante di una sorta di personalità. Lo sguardo lento che scivola intorno da sotto quell'ombrello che porta seco sulla testa. La tesa non troppo larga che la protegge dalla pioggia, riparando il capo e i lunghi capelli di quel rosso sangue che scivolano come rivoli di sangue sulla schiena. Il corpo è protetto da quei vestiti molto più moderni avendo adesso abbandonato quasi del tutto l'amore per i propri kimoni, solo una maglia a maniche corte nera, e un paio di short del medesimo colore. Alle gambe quelle sottili calze velate nere e un paio di stivali col tacco, non più di 5 centimetri, abbastanza alti ma non troppo per scivolar li ove l'acqua ristagna in quelle piccole pozzanghere. Il tutto è accompagnato da una specie di lungo mantello bianco latte che copre il tutto come fosse un kimono, molto più moderno rispetto alle tradizioni. Anche la rossa quest'oggi si incammina senza alcun desiderio dentro quel piccolo centro del clan, un piccolo giardino creato direttamente sull'acqua, fatto di ponti in legno e quelle passerelle scure. Eppur anche lei si troverà proprio sulla linea di tiro di Yori, lo stesso che guarderà con blando interesse, che sia un facchino? Non ne ha idea, non rimembrando come quel ragazzino faccia parte di loro, e non sapendo chi siano i suoi genitori ne tantomeno suo nonno. Ma allo stesso tempo udirà tranquillamente quelle parole passandovici molto vicino. Il corpo che lentamente andrebbe a smettere il loro moto, lo stesso che si volgerà ad esso con tranquillità puntando quel luminoso sguardo azzurro proprio sul suo viso < credo che ti serva almeno un dono da portare al capo clan > la voce permane nell'etere, bassa e calda, andando a studiare il volto del nuovo arrivato < sebbene mi par strano che qualcuno venga a dirci che faccia parte di noi alla tua età > non sa bene quanti anni abbia, eppure potrebbe comprenderne dal viso più adulto che l'altro porta seco, più grande dei soliti Ishiba che tornano di nuovo alla loro casa. Ormai pochissimi ne son rimasti, ognuno di loro però potrebbe riportare di nuovo il clan a quello che era un tempo. Alla gloria di Konan, di Pain, di Nagato stesso. Attende semplicemente, rimanendo stoica nel proprio fare e nell'attender una risposta , sempre che questa arrivi. [Dojo Ishiba] Lo sguardo è fisso nell'ambiente circostante, il suono della pioggia è quasi rilassante mentre cade e rimbomba nell'ambiente circostante, lo sguardo è fisso sull'ambiente, le parole in quel momento non giungono ad arrivare alla propria mente, non sa veramente come presentarsi <ma non potevo pensarci prima ?!>esclama sempre parlando da solo per via della sua abitudine a essere più restio a conoscere gente nuova e quindi accompagnatori nel suo viaggio che lo ha portato qui, sono stati 3 lunghi anni e che adesso spera che non vadano perduti. Intanto ad accompagnare quei dolci suoni dovuti dalla pioggia che sta incombendo sul quartiere se ne aggiunge una altro, uno più duro e consistente, come quello di una scarpa che passeggia sul duro terreno della strada, ma che in realtà non stona con l'ambiente anzi, ne forma una grandiosa alchimia..., ovviamente il suono è dovuto dal sopraggiungere di un altro individuo in quella strada che porta d'avanti al dojo, ovvero Sango, un personaggio totalmente ignoto a Yori che immerso nei suoi pensieri non se ne accorge nemmeno della sua presenza, e che invece arriva totalmente dal nulla, da dietro alle spalle, come un sussurro della natura e che sembra amalgamarsi perfettamente con gli altri suoni < già effettivamente avrei potuto portare almeno un dono..>professa mugugnando subito dopo, non comprendendo ancora il fatto che qualcuno dietro di lui gli ha parlato essendo troppo immerso nei suoi pensieri <mmh, beh ma-> lo capisce però subito dopo che c'è qualcosa che non va, il busto si gira repentivamente verso la provenienza del suono della voce della ragazza, accorgendosi per l'appunto che lei è stata ad ascoltare lì fino a tutto quel tempo <m-ma hai sentito tutto ??>la cosa è ovvia ma lui è un po un sempliciotto e non è abituatissimo all'interazione con le persone, soprattutto se donne < e come sarebbe a dire poi alla mia età..., ho solo trent'anni!>esclama alla ragazza che in quel omento gli è di fronte sotto quell'ombrellino che si porta sopra al capo, fa un grosso respiro e dopo aver inspirato e espirato per una manciata di secondi riordina le idee, la squadra e..<fai parte del clan Ishiba te ?>chiede con un tono serio, deciso di voler per l'appunto riallacciare quei rapporti che ormai ha perso in tutti quei anni di allontanamento con suo nonno [Dojo Ishiba] Il corpo completamente immobile, l'acqua che continua a scivolar via da sopra di se creando quella piccola cascata sull'ombrello , adesso tirato leggermente verso l'alto in avanti e inclinato verso dietro, in modo da avere uno sguardo più attento a ciò che la circonda e non occludersi la vista per un mero oggetto. Osserva ancora quel giovane uomo, delle proprie parole come fossero state sussurrate dal vento stesso < si > il sopracciglio che si solleva in quella conferma donata < hai parlato per tutto il tempo ad alta voce > non una cosa poi così fuori dal comune, sebbene si possa pensare a qualche sorta di stramba malattia dello sconosciuto. Chi conversa con se stesso in quel modo in pubblico? Meglio farlo tra le mura della propria intima casa. < di solito coloro che scoprono di esser degli Ishiba son molto giovani, e la maggior parte delle volte son stati educati all'interno del dojo > eppure sa che con quella guerra ormai terminata, molti di loro potrebbero essersi smarriti, così come le loro memorie. Eppure lui rimembra chi egli sia, e si presenta adesso, strano. Decisamente. A quella mera domanda un lieve sorriso che s'ha d'amato si riporta sul viso, lo stesso che si solleva qualche secondo verso il cielo plumbeo a rimembrar cose che ormai non esistono più , di un tempo lontano < un tempo ero io stessa la capo clan > un tempo che si è diviso, in due distinte fazioni lontane l'una dall'altra , Kusa e Oto. < e non ero come l'attuale capo clan. Non mi servivano ne doni ne altro, solo il desiderio d'esser Ishiba > il viso che si riabbassa per riprender la visione dell'interlocutore stesso, la voce che diviene poco più di un sussurro basso pur di non farsi sentire. E' rientrata tra le grazie del clan , si, eppure viene tenuta ancora sotto controllo. Sia mai che causi un'altra scissione o un'altra guerra imminente, no? Ma lei di quel comportamento non ne ha mai portato atto, il solo desiderio era ritornare e rinascere come la nuova Konan, matrona di tutti coloro che calcano quel preciso dojo < dieci anni fa per la precisione, eppure non mi pare d'averti visto al dojo in quei tempi > se lo ricorderebbe? Probabilmente, sono tutti schedati all'interno del clan, le loro pagine e i loro visi ne riempiono le mura di segreti che mai si vorrebbe venissero alla luce. < suppongo che con la guerra tu non ti sia unito a ..loro > non esiste un noi per quella guerra dopotutto, perchè mettersi insieme a coloro che adesso vorrebbe solo spostare da quel trono che le spetta di diritto, di nascita ma soprattutto di volontà. < un tempo ero io che accoglievo coloro che scoprivano le loro innate > non solo quella degli Ishiba, in qualità di sensei ha avuto modo di vedere e istruire molti giovani ninja < dunque, se non ti spiace, posso accoglierti io adesso > meglio che vederlo esser mangiato vivo da colui che si nasconde dentro un mero tempio ove di virtù non ne esistono e il peccato vive alla luce del sole. [Dojo Ishiba] Lo sguardo è fisso su quella bella ragazza che si trova d'innanzi a se, con quei capelli rossi che ti fulminano in un primo momento e poi ti attirano verso il suo stesso viso, dal quale esce una voce quasi melodica e che non può che non essere un piacere da ascoltare <certo, questo lo so ma non pensavo ci fosse qualcuno ad ascoltare i miei pensieri che esponevo ad voce tra me e me> balbetta un po nel dirlo, come detto non è abituatissimo a parlare, preferisce leggere e acculturarsi con i libri del suo saggio nonno, anche se in momenti di festa potrebbe diventare totalmente un'altra persona... ma questa è un'altra storia< beh ecco ho una storia un po particolare io > in realtà neanche tanto <io non ho mai vissuto all'interno del Dojo>espone lentamente mentre rimembra ai vecchi giorni di felicità in cui il suo pensiero non ricadeva che alla vita con la famiglia, prima ovviamente della grande disgrazia che si abbatté per via della guerra, continua a guardarla e soprattutto ad ascoltarla, lo sguardo è fermo immobile come se fosse pietrificato da quella presenza femminile che gli è d'avanti <tu eri il capo clan !?>quasi non ci crede, e non perchè sia una cosa improbabile ma semplicemente non si aspettava di trovare già che una persona così importante gli rivolgesse la parola <...>continua ad ascoltarla rimanendo in silenzione, notando un certo sentimento di contrasto con l'attuale capo clan, chissà mai che tipo di persona potrà mai essere..<un ishiba..>si ripete questa parola, per lui che forse non ha esattamente lo stesso valore che può averlo un abitante che è sempre stato fedele al proprio clan e che non ha mai disertato allontanandosi dal villaggio per meri motivi familiari < no non puoi avermi visto al dojo in quei tempi, visto che dieci anni fa io vivevo con mio padre> pensieroso anche in questo commento seppur ormai siano passati tanti anni <e inoltre con l'avvenire dell'unione di tutti i paesi in quello che oggi chiamiamo Kagegakure io mi sono allontanato da qui...con mio nonno>non specifica le motivazioni, forse non sarebbero ben apprezzate <tuttavia nel periodo in cui c'eravate voi a capo del clan è possibile che abbiate incontrato mia Madre e mio Nonno al dojo, sono sicuro che lo frequentassero al tempo, essendo dei componenti del clan ishiba>espone con un tono speranzoso, <si chiamavano Asima e Ikemoto, li riconosce ?>difficile dal solo nome ma magari potrebbe avere un colpo di fortuna < le innate eh..>glie ne ha parlato spesso il nonno, arti che solo lui era in grado di saper usare, assieme alla mamma, seppur lei se ne sia andata ben prima da questo mondo, il tempo nel mentre sembra fermarsi, la pioggia non gli fa più nessun effetto e la mente nel rimembrare quei vecchi ricordi sta iniziando a viaggiare e viaggiare ripercorrendo il percorso e il motivo per cui è qui in quel momento <si.>deciso e forse anche in modo un po sgarbato a un membro del clan così importante <cioè....te ne sarei davvero grato>si corregge,<ho attraversato un lungo viaggio per arrivare fin, vorrei che mi aiutassi >forse un po' eogista ma dopo tutto quel tempo non può andarsene via a mani vuote, non lo accetterebbe [Dojo Ishiba] Non risponde a quel dire, forse troppo concentrato in altro per notarla all'effettivo, dunque lascia che possa parlare senza interromperlo, solo la destra all'interno di quel mantello andrà a fuoriuscire un pacchetto piccolo di sigarette. Una di questa viene solo presa e portata alle labbra, accompagnata in breve tempo dall'accendino d'argento per poterne dare fuoco con molta calma. L'odore acre del fumo che si solleva verso l'etere per qualche attimo prima di morire, e lo stesso che ne andrà a impregnare i polmoni < ti sembra assurdo? Sono Sango Ishiba dopotutto > il pacchetto che viene riposto con calma eppure vi è l'ombra d'un sorriso su quelle morbide labbra . Le gemelle che lentamente tornano serie < è stato diverso tempo fa , adesso il clan è cambiato da come me lo ricordavo > non vi è più quella stessa aria di guerra, il senso di ritorno ad Amegakure, non vi è nulla se non una sorta di finta pace mentre ci si rilassa dentro una pozza putrida di nulla totale. Ascolta ancora quel che egli ha da dire, di come sua madre e suo nonno siano effettivamente parte di tutto, ma non lui. < perchè tu non sei venuto prima? > una domanda che vien da se , nasce dentro quel petto, eppure non v'è alcuna accusa da muovere. Loro son liberi di esser ciò che vogliono, eppure non tocca forse a loro istruirli per farli tornare a quella che è la loro casa? Si, quello era il suo compito un tempo , quello di istruire i nuovi a quella via, di riportarli a casa in un modo o nell'altro. < Asima e Ikemoto > sussurra quei nomi, eppure forse sarà il nome del nonno quello a rimembrare meglio i loro visi < li conoscevo, ho vissuto molto a Kusagakure in quel dojo prima che prendessi parte del clan e lo portassi ad oto con me > la sigaretta che viene riportata alle labbra per assaporar ancora quel gusto acre e amaro che comincia a piacerle un pò troppo < credo che tuo nonno fosse uno dei tanti che non volevano vedermi come capo clan > la maggior parte degli anziani si era opposta a quella decisione, eppure era divenuta lo stesso ciò che loro temevano di più < poco importa, non provo rancore per coloro che non mi accettarono. Avevano le loro ragioni dopotutto > lo sguardo che si fissa sulle iridi altrui, ne osserva i cambiamenti che potranno arrivare dopo quella informazione , eppure ancora non v'è astio, troppo tempo è passato e il proprio peccato ancora pesa su quelle spalle, l'aver abbandonato un clan nel momento del bisogno < spero però che ti abbiano raccontato molto di più sul clan che non solo storielle > lo sguardo che si fa lungo eppure andrà a distrarsi verso il circondario, verso quelle poche anime che continuano con il loro fare < vieni, passeggiamo > un invito a seguirla all'interno di quel giardino meraviglioso , quello che aiuterà le loro voci a nascondersi meglio da orecchie curiose < sai, un tempo il clan Ishiba era uno dei più temuti e amati. Bellezza e forza confluivano in un unico essere > la storia che andrà a raccontare la riporterà indietro di molto tempo, ad una visione completamente diversa da quella d'oggi < adesso purtroppo il nostro capo clan si circonda solo degli elementi più belli, non v'è forza, non v'è più una storia ne un obiettivo da perseguire. La pace li ha resi.. deboli > il passo che continua a sentirsi su quel legno scuro sotto, sempre che l'altro abbia deciso di seguirla . Ma attende anche qualcos'altro da lui, che possa mostrare forse un attaccamento diverso a tutto ciò, che suo nonno forse lo abbia istruito molto meglio di ciò che accade adesso. [Dojo Ishiba] <Mmh..scusa ma non mi dice niente..>non vorrebbe essere sgarbato ma è la pura e semplice verità, fin da giovane non si è mai interessato al clan, solo una volta arrivata la grande guerra contro il finto Dio e allontanatosi con il nonno da Kusa ha iniziato a capire quel che significava far parte di un clan e di come la storia del clan Ishiba sia grandiosa e debba essere saputa, immagazzinata, rispettata e soprattutto tramandata, un po' come ogni testo storico, assimilazione e tramandazione <non ho mai vissuto attivamente la vita del clan..>cerca di giustificarsi <comunque non lo trovo assurdo, ci mancherebbe!>esclama sempre con un tono però contenuto <é cambiato? e come ?> domanda per farsi un'idea di quello che potrebbe aspettarsi da ciò <non sono venuto prima perchè non ne avevo il bisogno..>sempre un pro enigmatico, non dice mai le cose schiettamente per velocizzare il discorso< prima avevo una famiglia..>pausa di sospensione <ma le cose son cambiate e forse è arrivato il momento di crearsene un'altra >non dice esplicitamente di non averne più una, anche se probabilmente potrebbe essere intuibile da una persona che ha subito le stesse sue avversità nella vita, intanto lo sguardo torna sulla ragazza, visto la fatica che ha fatto per mantenere il proprio discorso prima< ah bene quindi li conoscevi>una buona notizia finalmente, e nel mentre nota anche il pacchetto di sigarette, un bel problema per lui che da quando è morto ha preso pure lui il vizio e adesso anche solo alla visione finisce per cadere in tentazione [gulp-]cerca di trattenersi andando a mandare già la saliva che si era accumulata al palato al solo vedersi della sigaretta, stinge tuttavia i pugni e continua ad ascoltarla cercando di rimanerne attento all'ascolto <ah..non immaginavo>non poteva ovviamente, e questa cosa ovviamente l'aveva omessa nei suoi racconti < beh son sicuro che ormai avesse accettato la cosa...ha vissuto i suoi ultimi anni di vita senza mai lamentarsi>anche se si sta comunque parlando di momenti in cui era lontano dal clan e di cui non poteva conoscere gli avvenimenti in atto <certo che credi, mio nonno era una persona seria>forse un po presa sul personale, ma si sta parlando comunque di suo nonno <mi ha tramandato tutti gli ideali di Nagato su cui si basa il clan> o almeno è quello che pensa lui, probabilmente ce ne sono di cose che non sa < certo..>accetta l'invito, sembrando per l'appunto amichevole, le braccia vanno a svolazzanti avanti e indietro durante la camminata, dandogli probabilmente una visione un po' goffa <...>l'ascolta paziente mentre cammina assieme a lei, in quell'ambiente accompagnato dai suoni della pioggia< in che senso prende solo i più belli ?>non capisce bene quel che sta intendendo < beh probabilmente tutto il mondo è diventato più debole.., non è una cosa totalmente sbagliata> fa parte del corso degli eventi.., intanto continua a camminare al suo fianco cercando di non guardarla il più possibile fumare. [Dojo Ishiba] < mh? > solleva quel sopracciglio, se l'altro ha davvero l'età che dice d'avere dovrebbe riconoscerla < forse mi riconoscerai come Byakko > quel nome che non le appartiene più, la tigre bianca di Ame e un tempo era temuta abbastanza come mukenin, ovviamente dall'alleanza. Per Otogakure invece era una salvatrice insieme al resto di quella combriccola . < in peggio senza dubbio, non sembrano nemmeno ricordare cosa Konan ci lasciò > madre di tutti loro, amante e terribile, una figura di un lontanissimo passato che ancora dovrebbero rimembrare. Senza essa loro non sarebbero adesso li , a cercar di vivere e tornare a quegli albori di cui in troppi si son dimenticati . Cammina e ascolta ciò che ha da dire, ciò che narra l'altro donandolo alle proprie orecchie < tutti abbiamo perso ciò che amavamo eppure significa anche questo esser un ninja dopotutto . Sacrificio per ciò che amiamo > prender le loro vite e metterle al servizio di un bene più grande, un bene superiore . Ma tutti hanno conosciuto il dolore, quello che permea coloro che abitano quel mondo, devastato e ricostruito sulle ossa di coloro che sono morti . Si , li conosceva , nulla di troppo strano per colei che amministrava tutti e doveva conoscer tutti, qualcosa di non troppo strano da sapere insomma. Poco importa che suo nonno non la volesse, l'importa solo il fatto d'esserselo presa. < davvero? Di solito gli anziani son quelli con le teste più dure alle quali le novità non vanno bene > stantii nel loro pensiero ed essere poco volgono lo sguardo al futuro e a ciò che potrebbe essere. Il passo continua la sua marcia, lento sotto quella pioggia scrosciante, così come quella sigaretta che viene lentamente consumata ad ognuno di essi, lasciando che per qualche attimo solo il silenzio totale possa provenire da lei < Nagato > riprende quel nome antico di un Kami sceso in terra, possessore primo del rinnegan e scelto tra coloro che abitano quelle terre. Solo un altro ha avuto l'onere e l'onore di portar quegli occhi violacei, ma Akendo Seiun par esser morto almeno nell'anima e nei ricordi, di lui non resta altro che un uomo privo di ricordi < noi non seguiamo Nagato > va a sottolineare la differenza, quella è Ame, non gli Ishiba < noi proseguiamo gli insegnamenti della nostra madre Konan. Colei che ci condusse sulla via della grandezza > colei che portò un clan alla nascita primordiale < noi siamo suoi figli indiretti. Ci ha insegnato l'arte della carta per permetterci di elevarci sopra tutto il resto e porre uno di noi sul trono di un kage per riprenderci ciò che ci spetta > ecco a cosa mirano, a quella grandezza antica < eppure adesso tutti i villaggi paiono esser in pace, non vi è più bisogno di un grande kage quando esiste un governo centrale > in quanto parte anche della Shinsengumi non può che notare la differenza adesso. I kage non hanno più il potere di un tempo. < in tutti i sensi che tu puoi immaginare, fisico soprattutto > non se ne vergogna nel parlar in quel modo, eppur si vergogna di colui che dovrebbe guidarli ma che passa le giornate solo tra i piaceri della carne < non abbiamo più la libertà di un tempo. Quando un singolo poteva decider delle vite di tutto un mondo, quando perfino io ero così potente da farli tremare. Comprendi la differenza? > giusto o sbagliato non serve andare ad affrontarli, esiste solo quella nuova realtà alla quale si sta abituando. O almeno, ci prova. [Dojo Ishiba] vede in lei un certo senso di stranezza all'udire delle parole di Yori <tu sei Byakko!?>esclama, adesso tutto glie è più chiaro e di fronte a se riconosce di essere d'avanti a una e vera e propria leggenda del villaggio di Ame <non me lo sarei mai aspettato> pur riconoscendola ne sa comunque il giusto, dopotutto il suo nome rimbombava in tutto il mondo ma lui poco se ne interessava vivendo nel suo mondo <ah capisco...>non dice altro, conosce quanto sia importante Konan per il clan ma questo evento non lo tocca personalmente non avendo vissuto il clan come può averlo fatto un membro effettivo < già penso che sia così..>ci ha riflettuto molto in questi anni e forse è effettivamente così, i suoi genitori si sono sacrificati per proteggerlo, anche se alla fine non sono che stati dei miseri granelli di polvere da sparo lanciati da un palla di cannone contro il nemico <diciamo che mio nonno ha preferito lamentarsi su altro, che su un clan di cui sapeva che non avrebbe fatto mai ritorno..>quando sono andati via da kusa sapeva che non avrebbe più fatto ritorno lì, la vecchiaia si faceva sentire e pochi anni gli sarebbero rimasti da li a poco, intanto continuano a camminare in quel prato verde condito da quella pioggia pungente che continua a bagnare i capelli di Yori facendo pian piano afflosciare con quei ciuffi riccioluti sulla fronte <giusto giusto, errore mio...voi venerate Konan> un piccolo errore dovuto dal fatto che per lui il simbolo di ame sia sempre stato Nagato, anche se non se ne interessava molto nemmeno di lui, essendo racconti tramandati solamente dai suoi genitori e non vissuti attivamente <figli indiretti eh..>ci rimugina un po su e nel mentre continua ad ascoltarla <l'arte della carta...mio nonno la sapeva usare bene si...> borbotta guardando il cielo e ripensando ai vecchi momenti < già indubbiamente la posizione dei Kage si è abbassata di rilevanza nel mondo ninja e non solo..>ormai i ninja non sono così importanti come un tempo, la tecnologia ha preso un ruolo importante ed è giusto dargli lo spazio che merita <cioè questo sceglie chi può appartenere al clan in base alla bellezza esteriore di un individuo ? > domanda sconcertato, mentre si guarda a se, di certo non il meglio del meglio visto l'aspetto trasandato che si porta dietro <comprendo comprendo, più gente in gamba si ha e più morti si possono evitare..>professa <questo mondo e la storia ne è la prova, non rimarrà in pace in eterno probabilmente, è un fatto fisiologico..>da dentro o fuori le mura qualcosa succederà <prevenire ciò dovrebbe essere un obbiettivo comune..> [Dojo Ishiba] Sorride a quella sua esclamazione eppure un senso d'amaro sale sulla lingua, punta che si inumidisce di quel veleno di chi è stato allattato da una serpe in seno < un tempo lo ero.. colei che portava l'anello e la cappa dell'akatsuki di Konan e del rikudo sannin > sebbene non avesse fisicamente quell'anello, finito chissà dove insieme alla morte dell'ultimo jinchuriiki del sei code < ma adesso non è rimasto nulla del passato, la gloria, la guerra, è rimasta solo la rabbia di un passato mai passato alla rivalsa, o almeno, è questa la mia > una rabbia annidata nella pelle, che vibra sotto di essa, la percepisce in quella sua violenta morsa a cui vorrebbe sol rifuggire da quella, a distrarsi e lasciarsi lontana ciò che era < non preoccuparti, una volta mi sarei arrabbiata se non mi avessi riconosciuta, ma adesso voglio solo annegare ciò che sono stata. Ho tradito, ucciso, creato una guerra.. tutto per Amegakure e il nostro clan > è il loro clan dopotutto, entrambi hanno una parte dello stesso sangue nelle proprie vene, quello che li riconduce alla loro casa. Quella alla quale entrambi son rifuggiti per diversi motivi, quello alla quale faranno sempre ritorno < comprendo, non preoccuparti, non sono qui per giudicare ne mai l'ho fatto. Proteggere coloro che avessero i miei stessi sogni, era quello l'obiettivo > quello che adesso è morto, non vi è più quel senso di unione e di pace tra loro, perdutosi tra le piaghe di un tempo troppo lungo < oh non ti credere, amiamo Pain come Nagato, per noi sono stati coloro che hanno avuto modo di innalzarci. Non esser solo il paese del sangue.. e come vedi adesso il sangue non c'è più ma pare abbiano perduto la nostra stessa essenza > parla di lei come di lui, sono uguali in un certo senso, amano quello stesso paese, amano quel che sono e da cui sono usciti fuori. La stessa madre li ha concepiti in un certo senso . < tu non sei ancora in grado di usarla? > solleva quel sopracciglio cercando di capire cosa voglia dire , che non abbia ancora appreso le antiche arti ninja? Non sa cosa sia, chi egli sia, che non sappia anche di non esser un genin ma un solo deshi . Ma tutto verrà alla luce col suo tempo, cadenzato e scelto dal fato stesso < mhmh > annuisce a quel suo dire, i kage non sono più quelli di un tempo, adesso tutti chini nei confronti della stessa shinsengumi < credo sia anche giusto adesso, se i kage dovessero esser quelli di un tempo, le guerre riprenderebbero all'infinito. Vecchi rancori, io stessa rimembro individui che un tempo ho voluto uccidere così come i loro villaggi > non lo ha mai nascosto, come volesse radere al suolo kusagakure e tutti i suoi ignobili abitanti. Tutto merito dell'ex ormai hasukage. < a quanto pare si.. ma se ti dessi una .. sistemata > ha notato le vesti senza dubbio < e abbassassi i capelli, potrei portarti io stessa da lui. Dopotutto il mio nome precede la mia stessa presenza > qualcosa sulla quale non si nasconde, la usa come giusto che sia. Un nome apre molte porte a coloro che ancora rimembrano < concordo con te. Non voglio un altra guerra, è troppo presto > perchè accadrà prima o poi < troppi morti abbiamo avuto.. ecco perchè sono entrata adesso nella shinsengumi > sebbene dopo una quasi decapitazione pubblica e un interrogatorio che assume più le sfumature di una tortura vera e propria. < perchè vuoi tornare al clan? > [Dojo Ishiba] L'ascolta mentre continuano quella passeggiata in quel meteo che pian piano si è ridotto a una semplice pioggerella che adesso cade e scivola via sulla pelle del ragazza che ormai è già zuppo e rizuppo essendo stato tutto il tempo sotto le intemperie < non ti riconosci più in quel nome?>chiede per curiosità non per altro < inutile pensare al passato ormai, no ? perchè crucciarsi per un cosa del quale non si può cambiare>inutile perdersi in questi bicchieri d'acqua, quando di fronte probabilmente ci aspetta un oceano <hai fatto quello che serviva, l'hai detto te, sacrificio per ciò che amiamo..>la guarda, non sembra essere propriamente a suo agio forse a tenere caldi questi discorsi <ti capisco e ti ringrazio in realtà..>c'è un idea comune su questo perlomeno <penso sia stato così per ogni abitante di Amegakure, i simboli di un ideologia..>condivisibile o meno <mmh già..>risponde con un attimo di esitazione, non comprendendo se sia effettivamente un bene o un male al momento <no non la so usare ancora..>ci ha provato ma..<mio nonno ha provato a insegnarmi qualcosa ma ho fallito miserabilmente le prime volte e ho preferito dedicarmi ad altro >come la lettura, suo nonno era un uomo di cultura e seppur non gli abbia trasmesso la dedizione alle tecniche ninja lo ha fatto nell'ambito della storia e della cultura per l'appunto <un po' me ne pento effettivamente..>qualche rammarico c'è dopotutto <si si nulla da dire, anzi quello che c'è adesso è forse l'equilibrio migliore che si sia mai potuto ottenere nel mondo, ma per quanto durerà ?>anni? decadi ? mesi ? non si sa < immagino che avessi le tue buone ragioni dopotutto...<non può di certo discuterne su quello < una sistemata ? mmh...già effettivamente dovrei rifarmi la barba, ho due, tre peletti qua e la che non mi donano per niente>come se fosse quello il problema <i capelli ? è impossibile, sono ingestibili è molto meglio lasciarli liberi di esprimersi come vogliono >come se fossero un'entità a se stante<è un bell'impegno farne parte...però effettivamente, vedendo la persona che eri...non ci vedrei persona più adatta>sincero < beh tornare...diciamo che non ci sono mai stato, e comunque mi sembrava la cosa giusta da fare..., è l'ultima cosa rimasta che mi lega alla mia famiglia>pausa di riflessione <non so se capisci quel che intendo..> [Dojo Ishiba] A quella domanda solo il silenzio adesso, cosa la riconduce ancora a ciò che era? le vesti sono morte, così come quell'anello, eppure l'alba è già arrivata senza di lei , l'ha perduta, ha perso quel momento in cui avrebbe dovuto muoversi eppure non l'ha fatto < no > è quella la realtà alla fine, non è più quella Byakko di un tempo perchè adesso non v'è più posto per quella persona . E anche quella frase fa breccia, perchè pensare al passato? < perchè ero ciò che volevo esser, adesso non so più cosa voglio esser davvero > ha preso la sua strada si, anche adesso ha un obiettivo, eppure chi vuol essere in questo nuovo mondo? < potrebbe esser anche l'assenza del clan a non fartela imparare > una gentilezza la propria, eppure non tutti riescono ad imparare quella nuova arte perchè si un innata, ma anche un arte da imparare col tempo e la dedizione che si dedica ad essa. Tempo, amore, ascendenza perfino . < magari anche i vestiti, camicia nera, pantaloni neri, e va già meglio. Se metti pure un dono per il capo clan magari sarà più gentile con te > e non farlo spogliare e giacere con lui, ma ciò non lo dirà per evitare di farlo spaventare < sei gentile senza dubbio > decisamente diverso da quel che fece il nonno, ma non è così forse la storia? Quella dell'apprendere dal passato per volgersi ad un nuovo futuro? < esprimiti come desideri > lo invoglia in quella strada, in quel che vuole essere, in chi è < ma devi sempre pensare che noi Ishiba siamo sempre stati bellezza e forza. Ciò ci ha contraddistinti > in quella connotazione particolare che hanno loro, che li unisce. Che li rende a tutti gli effetti una famiglia. < allora guarda sempre oltre le apparenze. Per quanto la nostra bellezza sia rinomata, ciò che deve contraddistinguerci è la nostra forza d'animo. Il non piegarsi mai nemmeno nelle guerre, risorgere dalle nostre ceneri > il passo che imperativo va a fermarsi in quella lunga camminata, in una sigaretta oramai consumata nelle dita della mano < ed esser i migliori, sempre. > per riportare di nuovo quella pioggia a danzare sul mondo facendosi risentire. < è stato un piacere conoscerti.. sebbene non sappia il tuo nome > non lo ha ancora chiesto in effetti , attendendo una sorta di risposta < ma adesso devo andare. Ricordati ciò che ti ho detto, e se tu volessi rincontrarmi, vieni pure alla biblioteca di Ame, sarò li. > forse non sempre ma nella maggior parte del proprio tempo. E adesso andrebbe solo a muoversi dopo un lieve cenno d'addio verso una nuova direzione, lontana da li per questa notte. Ma terrà gli occhi sopra quel nuovo Ishiba, di quelle sue ideologie tanto simili alle proprie, per osservar come si evolverà . Una nuova fiamma è forse nata questa notte? Sarà tutto da vedersi. [end] [Dojo Ishiba] molto schietta la risposta altrui<..>e dunque non fa che accettarla rimanendo in silenzio e non andando a interferire ancora su un passato di cui sa poco e niente e di cui non è giusto andar interferire <...>vorrebbe dire qualcosa ma la verità è che non può, come può giudicare una persona che era arrivata al proprio obbiettivo ed adesso se lo è visto sfumare via, quando Yori non ha ancora concluso niente di concreto e sta ancora cercando la propria via..<potrebbe si, ma non posso dire di certo di essermici impegnato durante quel piccolo periodo di apprendimento > e questo è indiscutibile, la pioggia intanto continua a cadere e la sigaretta altrui per sua fortuna finalmente inizia a spegnersi, allontanando i suoi istinti da dipendente <mmmh, mi scoccerebbe non poco ma se serve..>sbuffa <son pronto a rivedere il mio look> cosa che magari avrebbe già dovuto fare <si il più delle volte>non ci trova nulla di male < mmh sarà..>la cosa non gli va a genio ma guardando il passato effettivamente sua madre era di una rara bellezza, queste attitudini trasandate deve averle prese dal padre < certo, la forza>la forza di proteggere le persone a cui si vuole bene, mai dimenticarselo, è un concetto che entrerà pian piano sempre più nella testa di Yori. La camminata finisce, hanno attraversato un lungo tratto e si è fatta una certa <ah si, mi chiamo Yori Maeda>il cognome è ovviamente preso dal padre <si, va bene Sango> professa come ultime parole prima di dare un cenno di saluto guardandola allontanarsi sotto il suo ombrello, mentre nella testa di Yori probabilmente in questo momento c'è bisogno di molta meditazione per apprendere bene quel che ha imparato da oggi.||