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con Fuji, Naomi

19:27 Naomi:
  [→ Officina] Cielo terso ed imbrunito dall'ora, le luci calde e - volendo - romantiche del tramonto hanno lasciato spazio a sfumature di buio screziate dai puntini luminosi che costellano il firmamento, il quale non viene esageratamente inquinato dalla modernità di quegli edifici che arricchiscono ed adornano il perimetro dell'Oasi dove già si sarebbe recata l'altro giorno, Naomi, nel tentativo di portare a compimento una quest che non ha potuto completare l'altro giorno a causa dell'omicidio avvenuto durante quella spensierata festa. È uscita proprio mentre il crepuscolo dava i suoi ultimi saluti a Kagegakure - e no, non il saluto del Crepuscolo di dieci anni fa - lasciando una temperatura quanto più gradevole, una via di mezzo tra caldo e fresco che l'aveva convinta a vestirsi in maniera relativamente coperta, per quanto ovviamente non avrebbe rinunciato minimamente al suo solito stile, il che se ci pensate è un po' un paradosso al quale ella non può resistere: tanto vuole passare inosservata e starsene sulle sue quanto tanto tiene a quei colori sgargiati ed a quei look indubbiamente moderni. Cammina quindi lungo la zona del quartiere di Suna per raggiungere l'officina di Fuji, le gambette sfilano timidamente avvolte in dei pantaloni bianchi non troppo stretti, qualche riga o striscia nera a decorarli e ad intonarsi con il giacchetto dal taglio particolare, maniche larghe e bombate, il nero ebano anch'esso adornato da tratti bianchi a contrastare, una borsa con dentro il portatile agganciata a quello stesso indumento che quindi unisce lo stile alla funzionalità, dondola appena con dentro il preziosissimo contenuto rettangolare in perenne standby, per oggi le basterà il telefono per arrivare all'officina, seguendo la strada indicatogli sullo schermo, è solo la seconda volta ( e mezza, se contiamo il tentativo dell'atro giorno ) che si reca al negozio del Chikamatsu e come già abbiamo detto altre volte, non essendo lei pratica di quartieri al di fuori di quello del Suono, è meglio ricorrere alla rete per orientarsi. Fucsia incollate sullo schermo, il sole se ne è oramai andato come già abbiano detto in precedenza, eppure, lei tiene su quegli occhiali dalle lenti azzurre su di una leggera montatura bianca, forse così leggera da avergli fatto dimenticare di averli su, alienata come sempre nel suo mondo virtuale dal quale difficilmente si discosta, con lei questa volta c'è soltanto la gatta, Sharu, che dovrebbe evitare di fare memate tipo quelle di Maru con le polveri dannose nel laboratorio < Dovremmo esserci.. > solleva quindi la testolina e le ciocchette verde acido dondolano appena sotto a quel berretto mentre gli occhi scorrono in via ascensionale lungo tutto l'edificio, stringendo gli occhi per qualche istante, ritornando poi sul telefono < Mh.. Sì, è questo.. > per quel che si ricorda il posto è quello, ora non rimane che prendere l'ascensore e salire, insomma, la scenetta di Aozora, vista appena uscite dall'ascensore, con la scopra conficcata ne soffitto - che inizialmente l'aveva spaventata - la ricorda bene e quindi, dopo aver smosso qualche passetto accompagnato dal cigolio delle scarpe sportive, ecco che chiamerebbe l'elevatore, attendendolo ovviamente con il sottofondo di un video di gatti, andando poi a memoria sul piano, premendo il tasto senza preoccuparsi più di tanto, che alla fine dovrebbe essere l'ultimo, no? Sguardo fisso sul telefono, pigia e tocchiccia lo schermo per poi destarsi quando sente le porte aprirsi, uscendo presumibilmente al piano corretto, chissà se troverà ancora un'indaffarata Aozora o qualche altra creazione. Ad ogni modo, salvo particolari interazioni, la Uchiha vedrebbe di recarsi davanti la porta dell'officina con passo a metà tra il titubante e l'essere convinta, un cruccio difficile al quale trovare un equilibrio, ma dopo qualche istante di esitazione si farebbe coraggio bussano gentilmente sulla superficie lignea. { Outfit : https://i.pinimg.com/564x/2a/c8/10/2ac810e400ab51d948f1731407863f5b.jpg }

19:53 Fuji:
  [Interno] La sera è calata, finalmente. L'oscurità del mondo esterno riappacifica gli animi più stanchi e facilmente conduce il Chikamatsu a risollevare a distanza di giorni la serranda in metallo che precedentemente l'aveva completamente sigillato in quella che potremmo definire una specie di safe zone, per utilizzare dei termini più familiari a chi inaspettatamente sta giungendo a quel luogo carico di un'energia diversa. Niente test e nessuna creazione di meccanismi particolari. Non ci sarà, forse per fortuna o sfortunata, Aozora o Fuji intenti a creare nuovi buchi presso i muri esterni del suo appartamento-officina. E' una giornata un po' tragica, invero, forse per la presenza della luna che regna tanto pacificamente in cielo. Gli vien naturale sbruffare a quel lontano pianeta, fissarlo con la stessa indifferenza che a lui viene rivolta dall'astro. Come osa splendere così vivace dopo quello che è accaduto? E' ciò che si domanda, ma in fin dei conti è ben conscio della risposta. C'è un che di fatale nel rendersi conto che la natura non è tanto ostile quanto indifferente al male o al bene del singolo. Ma per ora, forse è meglio non badarci troppo. L'esterno dell'officina, il corridoio che sarà percorso da Naomi, presenta una serie di alti rettangoli di legno intagliati, ognuno di essi è lo sketch di una figura umana differente ed unica, ma dal modo in cui son stati disordinatamente lasciati si potrebbe dedurre che si tratti di scarti, più che altro. C'è da dire che non hanno alcuna apparente imperfezione, nessun elemento d'errore in proporzioni che possa far pensare ad un abbandono dovuto all'errore del marionettista. Forse è semplicemente insoddisfatto, forse sta semplicemente organizzando un po' meglio il suo spazio. Non importa, è probabile che una risposta giunga anche solo naturalmente col proseguo di questa patetica incantevole nottata condita da una luna che solo per tre quarti mostra il proprio volto, nascondendosi. Il bussar gentile dell'altra lo allarma portandolo a stringer improvvisamente il capo tra le spalle, quasi in stato di paranoia. Inspira, gonfiando la cassa toracica e voltando il solo viso in direzione dell'entrata. Poi, deglutisce. La mancina scivola nella tasca di un jeans indossato tirando su per qualche istante due pastiglie di Adderall che è riuscito a salvare dalle grinfie vendicative dell'amica Otsutsuki. Vorrebbe semplicemente ficcarsele in bocca e vivere qualsiasi cosa lo aspetti, ma il ricordo della fragolina lo frena quanto basta dal decidere di riporle al loro posto. In compenso, naviga nella stessa tasca, prendendo il pezzo frammentato di una terza pasticca che aveva schiacciato in 5 o 6 pezzi le notti scorse e portandolo sotto la lingua. Non avrà molto effetto, ma gli da il coraggio necessario ad avvicinarsi alla porta e fissar lo spioncino. L'avvicinamento avviene lentamente, sia per limiti fisici che per fare più silenzio possibile. Il tocco era troppo gentile, per essere lo stesso che gli è parso di allucinare precedentemente. Con far leggero, avvicina l'occhio allo spioncino, avvedendosi finalmente della Uchiha. La ricorda, è qualcuno che l'ha aiutato a studiare alcune app sui 'gacha games' e persino uno strumento che per quanto ancora non abbia completamente compreso gli permette di creare delle storie interattive. Si rende conto d'aver fatto troppo poco rumore, per cui tossisce, permettendo d'essere sentito. "Naomi?" Dimentica d'usare onorifici, nella sua paranoia. Aspetterà infatti una risposta, e qualora fosse affermativa andrebbe lentamente a ruotare la chiave per poi spalancare per metà l'ingresso. La testa verde potrà avvedersi subito di qualche essenziale elemento presente: Un velo bianco che copre un costrutto rettangolare al centro della stanza. Tre specchi, posti in maniera tale da inquadrare da ogni angolatura un piatto di ceramica posizionato a terra. Ed infine, un divanetto, sul quale può esser trovata Aozora distesa con solo parte della fronte e dei capelli visibili, in quanto coperta da una spessa coperta in lana, simulando quasi un riposo. "Solo un gatto oggi?" Mette su un sorriso appena tirato, che potrebbe esser riconosciuto nella sua difficoltà da chiunque di espressioni simili sia abituato a vederne o metterne in atto. Si sposterebbe così di lato, permettendo l'entrata. { chakra on }

20:16 Naomi:
  [Officina] Nel mentre che lei rimane lì, immobile, a lasciare il Chikamatsu in preda ai suoi pensieri più personali e profondi, gli occhi della ragazza vagano per il corridoio, attendendo una risposta nel mentre che osserva questo e quello, quelle forme intagliate dall'aria in parte umana ed in parte da parallelepipedo, hanno un che di vivo e di morto allo stesso tempo che la fanno sentire insolitamente in soggezione. No, non è un bussare per nulla grezzo quello di lei che nemmeno si sofferma per sentire un'eventuale cigolio delle ruote nell'avvicinarsi alla porta, si desta da quel suo sentirsi osservata proprio quando sente il proprio nome venir chiamato con tono incerto dall'altro lato, un brivido lungo la schiena che la riporta alla realtà come se fosse caduto qualcosa in uno spazio vuoto e silente < A-ah..! Sì.. Sono io Fuji-san.. > ed annuisce un paio di volte, indietreggiando appena di mezzo passo quando poi sente la chiave girare nella serratura, pochi attimi prima di dover interagire con qualcuno del quale ha un'idea indubbiamente positiva, ma che tutto sommato è poco più che uno sconosciuto. Sì, insomma, non vede alcun pericolo nella figura del moretto ma già spingersi tanto lontano da casa per parlare con qualcuno che non rientra nella sua strettissima cerchia, è tanto, fidatevi, ma deve farsi coraggio ed armarsi di iniziativa se vuole riuscire a diventare più forte, quanto meno in grado di difendersi da sola e - perchè no - di affermarsi nella propria unicità e singolarità, magari rimanendo soltanto Naomi e non Naomi Uchiha, come quegli occhi e quel sangue dentro di lei dettano. Espressione comunque che tenta di farsi rilassata, lineamenti che osano distendersi per quanto vengono sporcati da un velo di nervosismo, è appunto un sorrisetto appena snervato quello che gli rivolge per quanto lei provi a farlo apparire più genuino possibile, agitando flebilmente la mano sinistra con il telefono stretto tra le ditina, posando poi quindi i cristalli degli Shoton su di Sharu lì di fianco a lei, muove la coda sinuosamente ed osserva il Marionettista < Oh.. Sì sì.. Ho dovuto spazzolare Maru tutta sera l'ultima volta.. > e ridacchierà appena, per quanto quella misera risatina nasce e muore lì tra le corde vocali, sedata da quelle labbra serrate dagli angoli che si sollevano appena appena. Chi è tra i due quello più disagiato in termini sociali, non è dato saperlo, ma quanto pare sembra che entrambi si facciano abbastanza coraggio per spostarsi all'interno del laboratorio. E lì, gli occhi non potrebbero far altro che vagare in giro con una curiosità morbosa, nota quella figura coperta da un velo bianco, così come nota quel piattino che in un certo senso la lascia perplessa ed allo stesso affascinata, dev'essere roba che non può comprendere, un'occhiata anche verso il divano sulla quale Aozora sembra stia riposando, riconoscendo quelle ciocche blu oltre mare < Aozora sta dormendo..? > il tono si fa appena più sommesso, non è un sussurro ma è un palese voler evitare di disturbarla, in cuor suo sa che è una marionetta ma come abbiamo già visto l'ultima volta Naomi la tratta come fosse umana, gli è venuto naturale sin da subito ed il tono innocente con il quale pone quel quesito è un chiaro segno del fatto che sia convinta di ciò che domanda, ci crede veramente al fatto che una marionetta abbia bisogno di dormire < Ahn.. Tutto.. Bene? > domanda tentando di preoccuparsi per il prossimo, per quanto in realtà in quel momento lei sia semplicemente schiava dei convenevoli, torna con gli occhi su di lui senza nemmeno poter lontanamente comprendere alcun accenno di disagio, ben poco empatica la Uchiha e soprattutto tanto incapace quanto Fuji a gestire anche le situazioni più 'banali'.

20:48 Fuji:
 L'effetto di quel pezzetto di pasticca preso è abbastanza da supportarlo nel metter su quell'espressione gentile, un po' più incontrollata di come fu durante il loro primo incontro. Gli occhi del marionettista rimangono aperti un po' più a lungo ma fortunatamente la presenza dei lunghi ciuffi neri sopra il viso può contribuir eccelsamente a velare i piccoli e più evidenti sintomi a fonte delle tante colpe provate. Non importa. E' un po' meno paranoico, adesso. Lo sarà per forse un'oretta prima di sentir nuovamente quel lontano prurito di cui aveva scordato esser stato tanto a lungo vittima. " Stai bene?- " Arresta il parlato quando contemporaneamente riceve sommariamente la stessa risposta da parte dell'Uchiha, trovandosi a rimanere per un momento interdetto con entrambe le labbra schiuse a formare una piccola 'o'. Batte le ciglia, poi, finalmente, annuisce un poco col capo, lasciandosi sfuggire tra le narici uno sbruffo atto a soffocar una risata. "Inizio io, allora." Tenta così di separarsi dallo stipite muovendosi con quei piccolissimi e patetici passi. Non ha neanche il bastone con sè, motivo per il quale non può che affidarsi alla presenza delle pareti per sostenere con certezza il peso del corpo. "E' un periodo strano." Prosegue, decidendo d'essere il primo a rispondere a quel convenevole. S'accorgerebbe così di ciò che è rimasto dietro uno dei tre specchi presenti: quel piccolo reggiseno appartenente alla Doku: Nene. Potrebbe accorgersi Naomi di come lo sguardo del marionettista si riempia per un istante di un certo sdegno, caratterizzato dall'aggrottarsi della fronte e dall'arricciarsi del nasino. Infastidito. Normalmente si sarebbe preoccupato di nasconder quell'oggetto ma adesso lo lascia lì, visibile anche alla verdolina qualora la sua curiosità la spingesse ad allungar un po' il collo e metter a fuoco nell'ombra di uno dei tre specchi presenti. Fortunatamente quel poco di droga che gli circola in corpo è capace di sopprimere il fastidio, portandolo a mantenere la concentrazione su ciò che stava facendo. Raggiunge dunque il piccolo frigo-bar presente ad un angolo della stanza, in verità neanche troppo distante dal divanetto dove ha messo Aozora a dormire. Se l'altra lo starà fissando potrà ora accorgersi di alcuni dettagli resi visibili dal vestiario, nello specifico dall'aver indosso una canottiera nera. Il suo braccio sinistro, quando piegato per poggiar il palmo sulla sommità del frigo-bar, rivela sulle spalle la presenza di una sottile linea di montaggio che rivela appena lo scintillio di un componente di rotolamento che permette a quell'arto in realtà meccanico di potersi muovere. E' un dettaglio fine, ma potrebbe esser anche rivelatore del fatto che il Chikamatsu effettivamente manca d'un braccio. "Vieni" Pronuncia quelle parole mentre con la destra aprirebbe il frigo per afferrare le prime due lattine trovate: due birre. Le poggia sul frigo, non ci fa neanche caso che non ha preso la solita soda che normalmente avrebbe offerto a lei o a Saigo. Possiamo solo sperare che Naomi non sia tanto socialmente awkward dal non chiedere un cambio. Gli occhi si posano poi su Aozora, rivelando un loro addolcirsi attraverso il calar delle palpebre. Sta dormendo. Il fatto che lei, una quasi sconosciuta, riconosca alla marionetta una dimensione così reale, gli da un appagamento speciale. Nutre le sue delusioni ma anche le sue speranze. "Sono sicuro stia facendo finta" pronuncia poi, annuendo un po' col capo e aprendo la sua lattina, iniziando a sorseggiare la birra come se stesse invece bevendo una rinfrescante dose d'acqua oligominerale naturale. Il forno della fucina oggi è spento, rendendo quella stanza molto più fredda rispetto a come apparve durante il loro primo incontro. "Come posso aiutarti?" Domanda, mettendosi comodo poggiando il gomito della mancina sulla sommità del frighetto. In effetti, un dettaglio gli torna alla mente. Quando si incontrarono fu perché Nene la trascinò qua. La squadra per questo da capo a piedi, sembrerebbe un po' inopportuno se non fosse per il disinteresse nel suo sguardo. "Nene è tua amica?" Chiede, tra un sorso e l'altro, simulando ulteriore indifferenza. {ck on}

21:34 Naomi:
  [Officina] Nemmeno volendo avrebbe sentito quel cigolio metallico, per il semplice fatto che ora come ora Fuji è effettivamente in piedi e per quanto non lo si possa definire propriamente saldo su quegli arti, Naomi ha notato la cosa con somma riservatezza personale, non chiede nulla a riguardo e lo osserva solo nell'essere claudicante, senza commentare. Forse la condizione di Fuji era solo temporanea e si sta riprendendo del tutto? Sarebbe bello fosse così, ma lei sapendo ben poco sul moretto non osa andare oltre a ciò che sa ed anzi, si ritrova ad arrossire lievemente quando quelle due domande si incontrano e scontrano andando a creare un lieve momento di simpatico imbarazzo, nulla di che. Inizia il Chikamatsu, appunto, mentre Sharu si avvicinerebbe al divanetto dove riposa Aozora per annusare appena qualche ciocca blu che discende dal mobilio, saltando poi per sistemarsi comodamente su di un bracciolo, evitando di infastidire la figura inanimata della marionetta ed accoccolandosi lì, sonnecchiando, tutto mentre Naomi accoglie le parole di lui, annuendo con fare apprensivo ma non necessariamente comprensivo < Mh.. Buffo, potrei dire lo stesso.. > e si stringe nelle spalle mentre distoglie lo sguardo di lato, puntandolo in un punto freddo del laboratorio senza osservare nulla di preciso,, rimanendo lì in piedi con le dita intrecciate tra di loro all'altezza del grembo. In realtà, l'ultima volta parlare con Kazuma della questione dello Sharingan non è stato così male, trova in un certo senso più semplice esporsi a qualcuno che sa poco e niente di lei, un po' come i clienti alticci davanti a i baristi, forse l'unica cosa che apprezza negli sconosciuti è quella neutralità, quel partire da uno zero tondo per andare chissà dove, nel bene e nel male - senza contare che ai suoi occhi il Chikamatsu sia la figura più esperta ed informata nell'ambito Ninja, tra le sue conoscenze, quindi tutto sommato potrebbe anche dargli un consiglio? Chissà, anche lui magari ha una qualche particolare innata, lei non è certo un'esperta genetista da riconoscere quelle abilità ad occhio nudo, quindi, con titubanza se ne esce con un tono a metà tra lo scherzoso ed il nervoso < Io.. Sono stata maledetta.. Te invece? > e solleva appena le mani per andare a fare un paio di virgolette, mettendo poi il telefono in tasca per convincersi a tornare appunto sugli occhi neri del Marionettista. Il piccolo esperimento con il lascito della sorella lì nei pressi? Per ora non ci fa caso, visto che torna con gli occhi verso Aozora prima che lui la desti di nuovo da quel suo fantasticare ad occhi aperti, un vocalizzo di sorpresa che precede l'avvicinarsi al frigorifero dal quale verrebbero estratte due birre < Ah.. Grazie.. > la lattina che vien presa senza farci particolare caso dato che starebbe guardandosi ancora intorno, come se quella stanza avesse un particolare nuovo da scoprire ogni volta che vien perlustrata dalle fucsia, posandole poi dunque sulla lattina prima di aprirla, indice fermo sulla linguetta e di nuovo una virgola di imbarazzo < Ehm.. Non.. Credo che possa berla, cioè.. Ho solo sedici anni.. > non sia mai che possa filtrare da quelle mura l'idea che il ragazzo volesse far ubriacare una minorenne, no no, state semplicemente pensando male ed è solo un semplice fraintendimento, sia mai che lo venga a sapere quella matta della Doku. Ma appunto, minuzie scomode prese con leggerezza a parte, lei poserebbe la lattina lì sul frigo, pensando piuttosto alla linea nera vista lungo quel braccio, sa di meccanico ma ovviamente lei non si pronuncerà a riguardo, probabilmente un argomento per quanto avranno più confidenza così come quello delle gambe. Un sorriso verso di Aozora, camminerebbe appena verso di lei per guardarla dormire sotto quel velo pur mantenendo una certa distanza di almeno un paio di metri, sorridendo e concedendosi un'altra sommessa risatina strozzata a quella risposta che riceve < Ah.. Allora gli piace fare gli scherzi..! > e poi nulla, inizia a passeggiare e camminare lentamente come se stesse vagando per un bosco magico, non ha un'aria particolarmente rosa o inerente allo stile solito di Naomi, però il fascino è indubbio e lei lascia che quelle si posino su questo e quello con una lentezza che è un chiaro indice di interesse < Mmmh.. Vorrei chiederti di farmi una'arma.. Cioè.. Vorrei solo poter avere qualcosa per difendermi.. > e continua camminando e camminando, con calma, di tanto in tanto ovviamente guarda il ragazzo per rispondergli e rivolgersi a lui nella maniera più rispettosa possibile, senza alienarsi troppo in quel paesaggio misto tra legno e meccanica, oramai nei pressi del piatto con gli specchi, tono inizialmente allarmato che poi si incupisce e si fa appena più triste, vista la litigata tra lei e la moretta < Eh?! Ah.. Nene.. È mia sorella, perchè? > e poi arresta l'incedere, sospirando appena e riprendendo subito dopo, prima che lui possa aggiungere qualcosa, qualcosa che sicuramente sarebbe stato del puro e genuino dubbio, più che lecito < Lo so, sembra.. Strano ma.. Fidati che è così.. > non dirà mai a nessuno che non sono sorelle di sangue, probabilmente, ma poco importa dato che lei è convinta dell'esatto contrario e quindi, così è < Mh? > si china appena piegano le ginocchia, abbassa il bacino e se ne rimane lì sulle punte dei piedi, braccia che si posano sulle stesse ginocchia e sulle coscette, tutta tesa in quella posa raccolta con i muscoletti delle gambe a stridere, eppure, le piace star così, con i talloni sollevati da terra a reggersi appena in equilibrio, si sente quasi su una nuvola < E questo cos'è..? E perchè qui c'è un-- ?! AH! M-Ma questo..?! > ed avrebbe allungato una mano proprio verso il reggiseno, che di base è effettivamente un semplice e banale reggiseno, o meglio, lo sarebbe stato fino a pochi attimi fa, giusto il tempo di allungare istintivamente la mano, senza toccarlo, per poi focalizzare l'oggetto in questione e ritrarla in fretta, sollevandosi in piedi di scatto voltandosi verso Fuji, occhi sgranati e viso rubicondo, mani giunte tra di loro all'altezza del petto a stringe un nodo di imbarazzo, non sa cosa dire, cerca una risposta con l'espressione riguardo al cosa potrebbe farci un reggiseno di sua sorella lì, per quanto sia a metà tra il pensare male e no.

22:39 Fuji:
 E' una persona interessante, Naomi. Magari non è soltanto l'effetto dell'Adderall ad aumentare la sua soglia della concentrazione e portarlo a dar attenzione alle cose che normalmente ignorerebbe. Quella creaturina - perché tale è ai suoi occhi, piccola - porta con sè un vento carico di quelle tipiche malinconie moderate, abbastanza visibili attraverso il parlato ma mai con un semplice e superficiale sguardo. Il momento d'imbarazzo che prende la scena quando si parlano addosso è tale dall'evidenziare dei tratti di personalità che ugualmente tentano di non disturbar niente e nessuno, quasi come fossero stati addestrati a non esistere - o a mantenere il respiro per la maggior parte delle loro vite. Son persone come queste che sognano maggiormente di trovare la libertà dalle catene del passato; ma sfortunatamente, sono anche le stesse che quando si trovan libere perdono ogni ragione d'essere. Per certi versi non è neanche un problema, dato che quella libertà tanto ricercata finisce sempre per uccidere l'individuo prima che sia in grado anche solo di sfiorar con mano il suo obiettivo ultimo. Son pensieri che passano per la sua mente estraniandolo e alienandolo contemporaneamente dalla realtà, rendendolo un po' più distante per la loro durata. Un periodo strano, per entrambi. Chissà che la causa non sia poi più simile di quel che credono. Sarebbe ironico, divertente, ma non quanto lo suonano le parole successive della verdolina. L'esser stata maledetta, con quel tono che sa un po' di scherzo e un po' di amara verità. Forse è causa di ciò che gli sta rafforzando i sensi, ma la cosa lo porta spontaneamente a ridere. S'impegna a sopprimersi ma impiega più secondi del previsto, finendo per mettere il palmo di fronte all'Uchiha come per chiamare un time-out in attesa che gli passi. Con le guance appena arrossate e un viso insofferente e neutro finalmente prende un gran respiro. C'è qualcosa di inafferrabile nel ridere di Fuji, qualcosa che si ricollega ad eventi del passato che al momento son resi offuscati dall'impegno a conversar e godere di quei 5-10 milligrammi di medicinale. "Scusa..." Si regge lo stomaco, passandosi intanto una mano in viso per ritornare ad uno stato di effettiva neutralità. "E' divertente perché effettivamente ci credo-" Nonostante quelle virgolette, nonostante quel tono. E' così difficile credere a qualcosa di assurdo? E' così difficile crede che Aozora sia viva? E' così difficile vivere? Domande che si ricongiungono a tutto ciò che ultimamente ha sentito dalle persone che lo visitano. Torna dritto. "Io, ti dirò, ho invece perso la mia benedizione. Ci rende opposti." In qualche senso, lo pensa davvero. E seppur non ne parlerebbe normalmente, sente adesso una certa ebbrietà farsi strada partendo dai polmoni, passando per le corde vocali ed infine attraverso la sua voce. Lui che era stato il prescelto di uno degli onori maggiori da ninja, lui che era stato così perfettamente addestrato, lui a cui ancora può esser invidiato il talento... Se solo si rendesse conto di quanto cela tra il riso. Poi, la birra. Rimane fermo a fissar la sua lattina ormai mezzo vuota quando gli vien fatto notare che l'altra ha solo sedici anni. Fuji standard si limiterebbe a sostituire il prodotto con una soda, ma si sente un po' più inquisitore in questa curiosa nottata. "Quindi? Probabilmente sei un ninja. Se puoi uccidere su richiesta potrai anche bere una vita." Mette di fronte la carica formale, basando le sue supposizioni sul motivo di questa visita: una richiesta ad un fabbro che forgia principalmente armi e marionette. Se anche si trattasse di un'armatura, non sarebbe certo un prodotto utile ad un civile. Per il chikamatsu avere il coprifronte fa un po' sinonimo di maggior età. Sorseggia ancora un po', lasciando un quarto di quel prodotto sopra il frigo e avvicinandosi con quei suoi movimenti meccanici ed estremamente lenti al divano, dove si trova Aozora con sopra una coperta. Annuisce un po' quando la verde parla del piacere nel far scherzi, toccando con gentilezza i capelli blu oltremare della sua creazione. "Sì può fare. Hai qualche sketch? Aozora può insegnarti i *moveset*. " Utilizza i termini da videogioco, rifacendosi a quei gacha che ha potuto giocare. A quanto pare le azioni fatte utilizzando un'arma ricadono nella categoria dei moveset. Fuji con i suoi studi effettuati ed il talento posseduto non pensa di conoscere un'arma che non sarebbe capace di usare alla perfezione. L'argomernto slitta qualche istante a seguire, si parla di un'entità cui solo nome gli causa una strana insofferenza al petto, come se stessero rallentando i battiti. Sorelle? Ci mette parecchio a comprendere cosa gli è stato detto, finendo per sollevare vistosamente entrambe le sopracciglia. L'oceano di riflessioni e idee lo conducono a poggiare lo sguardo sul lavoro nascosto sotto la tela bianca, poi nuovamente su Naomi, in concomitanza alla scoperta avvenuta. L'altra si stringe il petto e da completo estraneo a tali faccende la fissa proprio lì, confuso. "Tua sorella.." ripete quelle parole, prendendo fiato. Un'idea forse malsana lo prende. "Io e tua sorella stavamo portando avanti un progetto, ma è stato interrotto...." Verità, seppur manchi di dettagli. Ed anche un po' bugia. L'adderall lo rasserena, o forse avrebbe sentito il proprio cuore raffreddarsi alla sola consapevolezza d'essere di fronte a /sua/ sorella. "Mi serviva un modello. Una persona da osservare e analizzare, mentalmente e non. Puoi anche restituirglielo.." Abbastanza indifferente al futuro di quel reggiseno, ma piuttosto interessato a chieder quanto segue. "Ti andrebbe di provare? Potrebbe essere il pagamento per la commissione. "

23:35 Naomi:
 Da una parte, è insolito come quella creaturina, perchè tale è effettivamente, minuta, timida e leggiadra, si trova in un certo senso a suo agio con una figura come quella di Fuji, il che appunto le fa strano poichè fondamentalmente non ha mai trovato un riscontro, delle similitudini in un carattere sfaccettato che alla lunga tende a somigliare a quello di lei. Persone semplici, dall'animo puro e con un'ingenuità tale dentro che vuole forse fungere sia da scudo verso il mondo esterno sia da difetto, un'arma a doppio taglio che nessuno dei due sa gestire in maniera consona, nemmeno l'esperto Fabbro costretto a ricorrere a frammenti di piccole pastiglie, alle quali si aggrappa in maniera solita, a quanto si può intendere leggendo le righe - e non tra le righe, il che è una bella differenza. Lei è ignara di quel piccolo aiuto chimico ma non se ne cura, non nota nulla di negativo trapelare da quella figura ed è quasi come se emanasse delle silenti energie positive contornate da cupi sguardi e risate che a volte sembrano sforzate, altre no, un po' come quelle della stessa Uchiha. È come un camminare a luci spente in una stanza in punta di piedi ed evitare di scontrarsi, una neutralità tacita che non ha bisogno di verbo alcuno in quel mantenersi due semplici individui con qualcosa da condividere, per quanto forse ne uno ne l'atro lo pensi veramente, capaci ed incapaci di comprendersi allo stesso tempo, tanto che quella di lui risata viene inizialmente percepita come uno scherno, per un brevissimo istante, metabolizzandola in pochi istanti dopo essersi voltata verso il moretto, ciocche acide a seguire il movimento di lei, poi il comprendere che era un'onesta risata, giustificata da parole altrettanto sincere, tanto che le strappano un amaro sorriso, anch'esso più puro delle altre volte, ma comunque velato da una tonalità malinconica, un sospiro, occhi verso il basso < Beh.. Forse.. È meglio riderci sopra, dopotutto.. > e farebbe una breve pausa, tornando ad incrociare con i cristalli sfumati di fucsia e lilla quelle sue nero pece, scure e semplici quanto profonde allo stesso tempo, si potrebbe dire < Dovrò pur farci l'abitudine. > gli direbbe sollevando appena le spalle, per poi andare soltanto ora a ricordarsi di quegli occhiali, forse perchè si sta inconsciamente focalizzando sui proprio occhi con il pensiero, un gesto istintivo che la porta a posarli nella tasca della giacca, riprendendo poi a guardarsi in giro, continuando quel suo tour come se fosse in un museo personale, mani dietro la schiena e soltanto un'indice che afferra l'altro, una presa flebile e pigra, che potrebbe sciogliersi da un momento all'altro, con un soffio < Uh.. Angeli contro Demoni, è un tema ricorrente nei videogiochi.. Direi che va molto di moda.. > un commentare spensierato ma allo stesso tempo concorde al pensiero di lui, parla avvicinandosi come sempre al proprio mondo ed in quello vi ricade quasi ogni volta che può, paragonando la vita reale ad opere videoludiche e non, ma pur sempre fittizie, il suo modo per farsi campire o per comprendere le cose, insomma < Comunque.. Persa in che senso..? > questa volta si è soffermata di nuovo, tornando con lo sguardo su di lui, mentre chiaramente in questo placido conversare dove lei si starebbe lentamente lasciando trasportare, come un'esile barchetta di cartapesta su di un ruscello d'acqua silente e pacato. Il suo muoversi in tondo, scoprendo ogni volta qualche piccolo nuovo dettaglio, come se fosse in un punta e clicca curato e dai minuziosi particolari, ripasserebbe a prendere quella soda, ringraziando con un cenno del capo per poi venir colta appena di sorpresa da quella affermazione < A-ah.. Mh.. Sì, insomma.. Dire che sono un Ninja è tanto.. Papà mi insegno il minimo per difendermi.. > il che furono sostanzialmente le arti illusorie, con le quali evitare qualsiasi possibile contatto diretto o magico che l'avrebbe danneggiata, mentre l'altro invece sono le armi bianche, rapide ed efficaci ed in grado di finire qualcuno anche silenziosamente, qualora si fosse mai presentata la crudele necessità nella vita di Naomi < Però.. Potrei provare.. Magari dopo.. Ho già provato le sigarette di Nene e.. Non si è ancora accorta che gliele rubo.. > per ora si accontenta della soda che stappa, un sorriso leggero accompagnato da una risata che si blocca lì sul palato, brevi note che questa volta suonano comunque come pizzichi di un'arpa che suona melodie drammatiche, dato che ogni volta che torna su di Nene ripensa a quella litigata, intristendosi inevitabilmente, per - più o meno percepibili - brevi tratti. Poi, il ritrovarsi proprio nei pressi del divano, quando lui stesso si avvicina verso Aozora, lei stava guardando oltre di quello per cercare altri possibili macchinari, materiali o utensili particolari ed unici, ritirando indietro la testolina da quel curiosare, voltandosi verso Fuji con aria del tutto diversa, un rossore in viso ed una luce insolita ad illuminarla, gli occhietti che si fanno ben più vispi e si accendono mentre il tono di voce si accentua < Wah! ~ Hai giocato un po' ai gacha allora! > e sì, si volta verso di lui con le manine a mo di preghiera sotto al viso, deliziata dalla parola che ha appena sentito. Avete presente quando giocate a quei giochi dove vanno conquistate le waifu? Ecco, qui siamo nel momento dove Fuji potrebbe immaginariamente vedere un cuoricino con un più di fianco vicino ad un'iconcina virtuale di Naomi, ma vabbè, a parte queste piccole chicche torniamo sui di loro due < Oh.. Sarebbe megapoggers se Aozora mi insegnasse qualche skill op! > forse adesso potrebbe star un pochettino esagerando in termini di nicchia, ma non può farci niente, anzi arrossisce appena quando se ne accorge ma non dice nulla, darà spiegazioni solo se richieste ma il Chikamatsu è sicuramente sveglio e lesto abbastanza da dare un'occhio al volo in rete, se avido di conoscenza verso i termini da non-boomers. Comunque, lei vedrebbe di togliersi il portatile dalla borsa, abbastanza leggero quanto potente, lo accende dalla sospensione e glielo porgerebbe con delicatezza, il programma di grafica con il quale ha fatto lo schizzo è già aperto pronto per essere visualizzato < Ecco qui..! Pensavo ad una lama corta tipo una wakizashi.. > insomma, pratica e leggera, anche se non è un'esperta di armi e probabilmente potrebbe aver scelto male, di certo il design ha un che di indubbiamente moderno e la lama sfumerebbe da un viola ad un'azzurro con un che di indubbiamente bello, per quanto lei non sappia se si possa replicare o meno, è andata a gusto personale, il che è tutto un dire. Lascerebbe a lui il dispositivo per poi riprendere a camminare lì nei dintorni, senza allontanarsi troppo in caso di eventuali quesiti, raggiungendo semplicemente l'oggetto di tanto allarmarsi, il reggiseno della sorella appunto, con tutta la scenetta annessa che la porta a scattare in piedi ed a guardarlo come prima descritto < A-ah sì..? Oh beh, Nene è sempre la solita.. Haha.. > ora ridacchia sul serio, senza contenersi, per quanto ora sia tutto tinto da un filo di genuino nervosismo, tentando comunque di andare oltre < Sìsì.. Ho capito.. Cioè.. Per lavoro, chiaro.. Poi glielo riporto eh.. > ed annuisce un paio di volte, tutt'ora comunque rossa in viso e forse un pochino meno di prima, anche se non si è ancora raggiunto il culmine, servito in pochi attimi con nonchalance dal Marionettista < Ahn.. Ehm.. Tipo.. In che senso..? Mi metto in t-pose..? > e si sente un pochino stupida sia per quello che ha appena detto sia per immaginarsi in quella posa classica nella quale si creano la maggior parte dei modelli dei videogiochi, senza chiaramente comprendere la richiesta nella sua totalità.

00:26 Fuji:
 Sente tutto ciò che gli viene suscitato dal sapere chi sia la ragazza di fronte a sè. Quella curiosità e sfacciataggine si incarnano in lui sfruttando come catalizzatore naturale il farmaco che ancora gli da quell'aria tanto meno stanca di quanto dovrebbe. Finché sarà impegnato, finché le sue mani avranno di che plasmare o finché non si sentirà abbandonato, allora saprà che nessuna entità verrà a bussargli alla porta. La dualità delle personalità recentemente incontrate lo conducono adesso a sentirsi per altro un po' confuso, protagonista di un caos trasformato poi orrore ed infine silenzio. I minuti iniziano a passare, sempre meno pesantemente avvertiti. Perché dovrebbe accorgersene, poi? Il tempo non lo riguarda. E' poi così impegnato a cercar di raccogliere il filo scarlatto della sua vita, con lo scopo di ordirne una trama. Erra nel labirinto della ragione, conscio che ad ogni svolta potrebbe trovar un mostro. Non sa che fare, nè che pensare, inoltre..la birra gli da la nausea. Non è il sapore, quello non è cambiato. Forse è l'odore, che s'associa ad un'immagine che lo spinge a contrarre improvvisamente i muscoli del collo, evidenziando un po' le diverse venature. "Sì- Farci l'abitudine è importante. " Ripete mantenendo la serietà riacquistata. Ah, che strano senso di voluttà nel punzecchiare silentemente il proprio spirito con frasi rivolte al prossimo. Se lui si incolpa, si umilia, si dispera, allora nessun altro avrà il diritto di farlo. Nessuno potrà giudicare le sue marionette, definirle pezzi di legno o entità prive di cuore. Nessuno potrà dir che la propria e quella di Saigo non sian vite degne. Ci penserà lui a diventar peccatore nei confronti d'ognuno. Del resto, è la confessione, non il prete, ad assolverci. Annuisce ancora un po', dedicando un'ultima occhiata al frigo ed indicandolo appena con le dita della mancina. "Prendi quello che vuoi allora, non c'è niente a cui tengo troppo." Scuote appena il capo e sorride, un po' meno tirato di quanto poteva sembrare appena ha aperto la porta. L'effetto si fa sentire. Ora è perfettamente felice, comprendere cosa può fare per stare un po' meglio, senza esagerare. Non può chiamare Saigo ogni volta che il cuore si stringe, anche se è probabile che novantotto volte su cento riceverebbe una risposta quasi immediata. Non vuole esser dipendente da lei per lo stesso motivo per cui sta tentando di limitarsi dall'assumere troppo di quel medicinale: una volta esagerato, una volta consumata la pasticca, il desiderio, la passione, più della fragolina che propria, teme che l'effetto passerebbe dall'esser positivo al diventar tra le più negative esperienze della vita. Così, con la scusa della sua base artistica, cerca di impegnarsi, muoversi, distrarsi, strappando il tempo dalle lancette dell'orologio appeso al muro. "Io sarei la creatura positiva, allora? Avendo perso la mia benedizione. Oppure tu?" Chiede, facendosi coinvolgere da quel particolare dibattito riguardo il posseder una natura opposta. La risposta in cuor suo l'ha già, sarebbe placida come sanno esserlo Saigo e Nene; un freddo richiamo allo svegliarsi alla realtà, dove invece di demoni e angeli son presenti esseri umani. Forse è proprio per questo che Naomi lo intrattiene; sta a quei deliri e ci mette del suo. "Persa. E' una storia che se vedessi in un videogioco recensiresti negativamente, perché non ha senso. Io volevo salvare il mondo." Per renderlo un posto migliore, per i genitori, per il fratello più sfortunato. Ogni ostacolo era stato superato. Persino quell'abuso sottile e ripetuto che l'ha reso una sorta di marionetta, anche quello fu superato con i suoi compagni d'accademia. E poi, senza alcun contesto: la fine. E' come assistere ai titoli di coda di un film dopo un evento repentino ed inspiegabile. Quando l'altra accenna ai gacha si ritrova ad annuire quasi fino alla nausea. Poi, un paio di goccioline di sudore si formano sul viso. "Ci ho già speso l'equivalente di due commissioni..." tira su col naso, riflettendo se sia il caso di piangersi pure sopra. Però quando gli son spuntate le finestre con offerte d'acquisto ha pensato che fosse davvero stato fortunato ad ottenerle. Terminologie mistiche gli vengon presentate dinnanzi, delle quali riesce a cogliere una manciata di termini grazie al suo addestramento. "Megapoggers" So che a voi piace. "Hai un progetto nel pc.." un po' stupito, si avvicina per fissare quello schermo, annuendo quando gli vien mostrato il modello desiderato. "Sì. Potremmo riadattarlo ad un Tanto, per renderlo più maneggevole. " Gli occhi s'impuntano sui palmi delle mani altrui; forse è istinto da fabbro, da houjutser, ma i muscoli nell'altra più evidenti suggeriscono che il corpo debba ancora adattarsi per l'utilizzo di armi più complesse. Il tempo passa, raggiungendo un argomento successivo e di interesse probabilmente più spiccato. 'Nene è sempre la solita'. Rimane in silenzio, non tanto perché non sa cosa dire ma poiché quel dire gli riecheggia con una certa veemenza nella testa, portandolo a sussurrare qualche vocale e consonante un po' a caso. Magari passerà per qualche profonda riflessione. "T-pose? Volendo sì. Ma senza vestiti. " Chissà quanto son diverse le loro pelli. "Aspetta..ecco..." prende il telefono e dopo qualche secondo di smanettamento preme un pulsante che porta le serrande ad abbassarsi e le luci della stanza a diventare rosse e più soffuse. E' il suo ambiente da lavoro creativo, gli vestirebbe stretto in questo momento se non fosse per il frammento di pasticchetta, al quale ne segue un secondo frammento che tenterebbe di portare sotto la lingua dando il profilo a Naomi, così che sia più vaga l'immagine. In quel rossore il gioco di luci ed ombre rende tutto un po' più nascosto e contemporaneamente accentuato. "Non è così facile, comunque... Prima devo capire chi sei. " Altrimenti non riuscirà a sentir vera la sua creazione. Ed anche allora, dopo aver parlato con la Doku, inizia ad avere dei dubbi. Inizia a percepire il panico derivato dalle certezze che s'infrangono. "Puoi partire da dove vuoi. Ad esempio, dove siete nate?" Lei e sua sorella, sottintende.

01:27 Naomi:
 L'Uchiha è un po' meno solita a perdersi in pensieri personali così astratti e filosofici allo stesso tempo, inizialmente la sua risposta a quel suo dire semplice non arriva, si è persa a guardare qualche gingillo il giro per il laboratorio e si desta con qualche secondo di ritardo, probabilmente lo stava associando a qualche marchingegno visto in qualche videogioco < Mh Mh. > annuisce accatastando da una parte il discorso, volendo evitare di parlare dell'innata e dei problemi correlati, di quanto lei la rifiuti e debba imparare ad accettarla, proseguendo in quel suo continuo incedere prolisso, ampi cerchi a descrivere la sua curiosa traiettoria, con quella soda in mano presa in concomitanza al di lui permesso di prendere quel che vuole < Dovresti provare la Cola alla ciliegia.. È buona.. > il suo unico commento dopo il quale trae un sorso rinfrescante dalla lattina, posandovi sopra le sottili labbra e godendosi il frizzare delle bollicine che esplode sul palato, passandosi poi la lingua su quelle stesse linee. Non si domanda perchè sia tutto sommato semplice parlare con quella persona, in un certo senso non gli fa tanta differenza dallo star scrivendo a qualcuno in rete, è una versione ben più realistica su questo non c'è alcun dubbio, ma tutto sommato c'è una barriera di rispetto, di timori e di cose dette ed altre omesse a creare un gioco insolito tra le interazioni di questi due personaggi insoliti. Un lieve sbuffo, come a decretare che non sa bene neanche lei chi è chi, rimane di spalle rispetto al Marionettista e scuote appena le suddette, bevendo nuovamente prima di andare a rispondere < In molte di queste opere c'è.. Una creatura che è sia angelo che demone.. Una via di mezzo.. > e lei non è giudice per decretare quale dei due sia cosa, bene o male, luce oppure ombra, se ne lava le mani e si leva di dosso quella responsabilità così come molte altre, ancora sin troppo piccola pure per decretare una cosa così minima e tutto sommato futile, un concetto di una conversazione - non poi così tanto - semplice < Magar.. Siamo anche noi bloccati in quella forma.. > forse non hanno ancora compiuto abbastanza azioni che possano averli qualificati, che gli abbiano dato un preciso posto in quel mondo andando a schierarli da un lato o dall'altro, o forse entrambi sono già stati etichettati in determinati modi ma non vogliono rendersene conto, ne uno nell'altro, impegnandosi piuttosto per cambiare il loro fato, per intrecciare e sbrogliare fili rossi sino a creare una trama ideale nella quale sentirsi al proprio posto < Oh.. Mi dispiace.. Ma in realtà ogni storia ha del suo da offrire.. È il modo in cui vien raccontata che la rende unica.. > già, nuovamente una chiara allusione al fatto che qualsiasi storia in qualsiasi opera - videoludica e non - o qualsiasi passato personale che sia, se raccontato in maniera sufficientemente interattiva, estetica, intrigante e descritta, allora può diventare un qualcosa in grado di smuovere sentimenti all'interno di chi la assapora, a chi è in grado di gustarla e farla sua, giocando o ascoltando, leggendo o guardando < Ahn.. Spero che hai droppato cose buone.. Ma stai attento.. O diventano una droga.. > il suo avviso riguardo i gacha games, pericolosi quanto affascinanti, ricchi di contenuti che il giorno prima che escano credi di non desiderare, di non averne bisogno, ma che poi si trasformano in quello sfizio che non riesci a toglierti sino a quando non premi sul bottone di turno per confermare l'acquisto < Mh ~ > è una via di mezzo tra un mugolio ed un miagolio al riutilizzare di lui di quella parola, poco prima che lei gli porga il pc per poi riallontanarsi verso l'oggetto incriminante (?) parlando anche dell'arma < Non saprei.. Non sono pratica di armi.. Pensavo a quelle dimensioni come una buona via di mezzo.. > e solleva le spalle, con un'espressione di sufficienza verso la propria idea mentre posa gli occhi su quello che sembra il banco di lavoro, studiandone anche solo i bozzi ed i segni, tagli e graffi, anche quelli possono raccontare storie come per esempio il banale quanto simpatico buco di Aozora di fuori, nel soffitto < Ma sei tu il Fabbro Ninja di rango mythic.. > e sorride a quel dire, con i lineamenti che si tingono di una punta di effettiva gioia, roba da poco, ma che su di lei - che sta anche parlando tanto rispetto al suo solito - è già tanto. Quindi, si giunge infine a qualcosa di più maturo, cose in un certo senso più da grandi per quanto non vi sia alcuna malizia di fondo < C-cosa?! S-senza.. Tipo.. In costume da bagno..? > e diventa ancor più rossa in viso, indietreggiando di mezzo passo con il tono che si incrina ancora più nervoso, il cuore che accelera appena di qualche battito, non è ne spaventata ne inorridita tanto che alla fine inclina la testolina di lato, volendo comprendere meglio. Il fatto è che qui subentrano due fattori ed il primo è il suo essere gentile e propensa ad aiutare più o meno tutti, nei limiti del possibile, incapace di sottrarsi ad una richiesta di aiuto in maniera convincente o senza fare figure spiacevoli. Il secondo punto, invece, è che lei non vedrebbe un minimo di malizia in tutto ciò, zero, neanche quando le luci rosse illuminano la stanza e le finestre si abbassano, sobbalza appena perchè non se lo aspettava ma comunque rimane curiosa, sembra un'esperimento strano di qualche gioco fantascientifico e considerando come ha risposto riguardo il costume, sì insomma, nemmeno le luci rosse potrebbero farla alludere a nulla di strano < P-però cioè.. Nene se lo è.. Tolto..? Q-quello no di certo.. No no.. > e comunque al solo pensare a quel gesto della sorella scuote la testa, avrà da dirgliene almeno un paio anche se tanto non la ascolterà, poco ma sicuro. Ora come ora, è il caso di concentrarsi sul momento e lei cerca di farsi seria, si guarda intorno e poi torna con gli occhi su Fuji, una mano sotto al mento nemmeno troppo stretta, l'altra lungo il fianco. È una domanda sincera quella che lui gli pone e lei vorrebbe rispondere sinceramente, anche se inizialmente rimane in silenzio e si guarda nuovamente intorno, quel rosso gli ricorda i suoi stessi occhi e la cosa in un certo senso sembra spingerla ancora di più in un rivelare la verità, magari su tutto, anche su quel passato che la realtà virtuale gli ha ricordato < ... Vuoi.. La verità o la versione più comoda..? > e presumendo che nessuno resisterebbe alla verità ed essendosi forse già convinta del fatto che vorrebbe provare a comprendere altri punti di vista, osando un poco di più che con Kazuma, osa metter insieme un piccolo prologo su quel che è veramente < Io.. Noi anzi.. Siamo di Oto.. > e fino a qui tutto apposto, mani che si avvicinando all'altezza del ventre e le dita che si intrecciano di nuovo, nervose < Siamo.. Esperimenti.. Sia io che lei.. Non.. Siamo sorelle di sangue.. > e tutto è così fastidioso e pesante da torcerle lo stomaco e da costringerla a gettare lo sguardo di lato come di suo solito, tenendoci subito a precisare < Ma non importa.. Siamo sorelle e basta.. Capito? Mh.. Comunque.. > inspira per poi espirare profondamente, il visino che si era fatto più aspro ed acidulo ora si fa invece più tristo e distante, come quello stesso respiro che vien portato via dal silenzio < Sono un Uchiha, non so bene come.. Ma sono un Uchiha.. Già.. Quel che Nene sarebbe dovuta essere.. > e si stringe nelle spalle, anzi, la mani vanno sulle braccia a cingersi come a volersi proteggere da quelle sue stesse dolorose parole, i ricordi del mouse sul muro, della sfuriata di Nene e dei colpi sulla scrivania. Tutto nella norma, se c'è di mezzo lo Sharingan no? I traumi, insomma, diventeranno all'ordine del giorno, prima o poi.

02:24 Fuji:
 La saggezza di una vita passata straripa dalle sue labbra con alcuni di quei commenti che, forbiti, richiamano e quasi testano l'altra. E' come se con le sottigliezze nel suo dialogo cercasse un riscontro che ogni volta ritrova. C'è qualcosa di interessante nel comprendere e nell'essere compresi. Se solo fosse così facile riuscirci.. Ma per ora, una piccola e breve risata. Nella sua voce c'è la stessa gioia di un uccello in gabbia, resa più ingannevole dal chiudersi degli occhi che paion rapire l'oscurità dietro quel gesto per renderlo più luminoso; poi, si chiudono un attimo, come a custodire solo a sè stesso il segreto, riaprendosi nel tentativo di trovar quelli della verdolina, rimanendone per qualche attimo catturato. "Alla ciliegia?" Pronuncia, battendo un paio di volte le ciglia e riflettendo su un sapore che gli è sconosciuto. Non sarebbe forse troppo dolce, per lui? "mh.." inspira profondamente, avvicinando la mancina al mento e carezzandolo quanto basta dal trovare una conclusione decente. "Dove compro non se ne trovano. E' un po' imbarazzante chiederlo così ma.. " prima di proseguire, si tocca la nuca, ridendo d'un riso timido; non tanto diverso da come si sentì a chiedere ad una splendida persona d'essere ricondotto presso l'oasi. Ha scoperto quanto la gentilezza possa far piacere al suo spirito. "Potresti accompagnarmi a qualche negozio? Sono un po' lento ma arrivo a destinazione" termina quella sua risata lasciando nell'ambiente un retrogusto appena penoso. Non che ci sia molto di fattibile al riguardo. Ascolta le riflessioni seguenti riguardo l'esser in mezzo a due differenti percorsi e ci rivede tante similitudini accomunando quel dire a tanti discorsi avuti nelle giornate recenti. Ciò che è giusto e ciò che è sbagliato si mischiano generando un concetto superiore, come superiore è spesso il protagonista della storia che gli vien citata. "Se fosse per me, resterei sempre in bilico." In equilibrio tra ognuna delle cose che lo tentano. Non sarebbe un sogno realizzato? Stare in equilibrio per sempre, capaci di vedere il meglio ed il peggio di ogni cosa. Qualsiasi sia la risposta, nonostante le premesse, il marionettista ben sa di non essere davvero in mezzo ad alcun bilico. Tra la vita e la morte, sceglierebbe la vita. Tra bene e male, non esiterebbe a lanciarsi la dove i propri obiettivi paion riposare. E' tale la sua natura, ben più evidente di quanto profonda possa non sembrare. "Magari un giorno ti farò recensire la mia. Ma dovrai promettere di non ridere o mentire- " Con una gocciolina di sudore sul viso pronuncia quelle parole, sentendo come se stesse diminuendo un po' le distanze tra le figure presenti. Quegli hobby in comune, quel desiderio di scoprire ed esplorare, quel ricorrere ad analogie per esprimere concetti altrimenti troppo complessi. Attività che svolgerebbe regolarmente, anche fuori dall'utilizzo minimo dei medicinali prescritti. "Cose buone? Si, avevano una e due stelle. Ed erano un sacco. " Un sacco di spazzatura, sarebbe più corretto assumere. Naomi ben sa quanto quei valori facciano pena... Chissà se gli dirà che ha sprecato due giorni di lavoro o se avrà pietà del suo spirito, al costo di rischiar che compia nuovamente gli stessi errori. Per gli argomenti più maturi, per certi versi scomodi alla ragazza, si ritrova ad annuire appena. Corruga un po' la fronte, con un'espressione sistemata tra conflitto e riflessione. "Il mio lavoro si basa sullo studio della realtà.. però capisco che potrei chieder troppo.. " Chiude gli occhi, forse teatrale, tentando di visionare le scelte che gli si pongono davanti. L'intimità ed i corpi son cari alle persone, forse il suo errore è essersi abituato ad una disinvoltura superiore. L'assenza di cose importanti. E' un po' il suo mantra di crescita, l'insofferenza e l'indifferenza. "Ho un'idea." pronuncia, riaprendo gli occhi. "Non inizieremo il lavoro di creazione della marionetta subito. " Annuisce un po', fissando il telo bianco che copre un misterioso costrutto al centro della stanza. Sorride un po', come se stesse lentamente trovando soddisfazione nel disordine dei suoi pensieri. "Sfruttiamo il tempo a nostra disposizione per uscire. Usciamo assieme e valutiamo se troverai un momento nel quale vorrai aiutarmi. Senza impegno, ovviamente." Ecco, il segreto è forse la calma. Per fare scelte simili forse è meglio per tanti avere l'occasione di capire un po' meglio chi sia l'artista, o se si possiede un qualsiasi tipo di affinità con egli. "Per la lama ci penserò prima, non preoccuparti." La rassicura, ascoltando successivamente con vivo interesse quanto gli vien pronunciato. Muove i suoi lenti passi per tornare ad afferrare la lattina di birra, svuotandola completamente e procedendo quasi immediatamente ad aprire la seconda che è stata abbandonata da parte dell'Uchiha. Non la apre però, incanto piuttosto da quanto gli vien detto. Da quella storia. Deglutisce, sentendosi le labbra seccare. Poi, le umetta. Ascolta quelle parole e istintivamente tenta di diminuir le distanze da lei, posizionandosi immobile in maniera tale da mantener contatto visivo. Solo alla fine riuscirebbe a mostrar empatia con un paio di cenni del capo ed un'espressione più umana, più fragile. "Mio fratello. Fu scelto per essere jinchuuriki, ma scoprì d'essere incompatibile. Mi sono sempre sentito in colpa, di fronte a lui. Però, un po', ero adirato. Perché vedevo nei suoi occhi disprezzo ed ira rivolti a me." Racconta una parte di quella storia dandole un'accezione più normale, meno distorta come realmente è. "Nene sembra molto fiera di te. Son certo che non proverebbe rancore, no?" Sorride, calorosamente, angelicamente. "E' per questa tua forza che mi piacerebbe scolpirti."

03:20 Naomi:
 Ben più abituata a gusti strani, dolci o meno che siano ma comunque riconducibili all'ambito del cibo spazzatura e delle cose non propriamente salutari, lo guarda appena perplesso sbattendo le palpebre un paio di volte in quel sentire di non aver mai provato una simile prelibatezza in lattina, vuotando la propria latta cilindrica per poi sentir avanzare quella timida domanda, mentre lei si volta mettendo nuovamente da parte il laboratorio tornando proprio in direzione di Fuji < Oh..? Ma certo..! Poi prendiamo anche i cup noodles.. Ed il melon-pan.. Mmmh.. Anche i mochi gelato! E poi.. > e stava contando ognuna di quelle cose sulle dita della mano destra, pollice, indice e medio a venir indicati dall'indice della mancina, brevi pause tra una cosa e l'altra in quel tenero soffermarsi a pensare prima a questo e poi a quello, rendendosi conto soltanto dopo che stava incominciando a dettare una lista prolissa e virtualmente infinita, arrossendo per poi portare invece gli indici a toccarsi appena tra di loro in un cenno di imbarazzo, lì poco distanti dal viso < Ehm.. Cioè.. Conosco un konbini che ha di tutto.. > si ridimensiona nel tono ed in quel suo progressivo illuminarsi. Sì, lo accompagnerà sino al quartiere di Oto se ce ne fosse bisogno, di certo potrebbe essere faticoso per il suo esser convinta di essere debole e cagionevole ma ci proverà, magari varrà anche un pochino come allenamento fisico, senza contare che nessuno può rimanere a se stante da quei sapori unici delle schifezze varie che mangia e beve lei, il cibo degli dei secondo la Uchiha < Basta avere un buon equilibrio, forse..? > non lo sa bene neanche lei come si faccia a rimanere nel mezzo, lei lo ha potuto fare in maniera semplice e priva di sforzi durante questi anni per il semplice fatto che non ha mai avuto bisogno di schierarsi, ne da un lato ne dall'altro, vissuta nelle cose solite, lei, Nene ed i gatti. È da quel giorno in cui hanno tentato di rapinare il vecchio Oji che tutto è incominciato a cambiare, ora che ci pensa. Avrebbe posato la lattina tornando verso il piccolo frigo, ascoltandolo quando gli parla dell'eventualità di rivelargli la sua storia, un giorno, alla quale lei non dovrà ne ridere ne mentire, tanto che lei lo guarda scuotendo la testa dolcemente nel mentre che mantiene un sorriso comprensivo in viso, come se appunto lei stessa - solita a mentire sul proprio passato e la propria storia - non avrebbe ne l'intenzione ne motivo alcuno di giudicare la storia di qualcun altro. Anche perchè forse non ne sarebbe neanche in grado. Comunque, vi è il momento nel quale lei andrebbe a farsi cogliere dallo sgomento, osserva il Marionettista in viso e sgrana gli occhi appena appena, senza sapere cosa dire lì per lì, o meglio, sa cosa dirlo ma non essendo in rete deve contenersi ed utilizzare termini ben più morbidi nei confronti di un novello in quella tipologia di giochi maledetti e succhiasoldi < Ahn.. Sì..? Diciamo che.. Ti sei vantaggiato per gli inizi.. Poi ti aiuterò a fonderle e sistemeremo.. > nel senso, non che abbia commesso chissà quale esagerato errore, in realtà avrà speso soldi in pacchetti convenienti che però danno cose tutto al più utili per proseguire nelle prime fasi di fuoco, spese equilibrate che attirano gli occhi di molti nuovi giocatori, forse avrebbe dovuto metterlo in guardia, ma è certa che potrà tirare fuori qualcosa di buono da quelle unità, poco ma sicuro. Tornando poi alla questione con le luci rosse - e non a luci rosse, anche quei una bella differenza - a tutta quell'atmosfera venutasi a creare, ci sarebbe stato quello scambio di battute che avrebbe portato Fuji a pensare al suo poter star vedendo tutto in maniera sin troppo artistica e distaccata, il che non è del tutto un male, solo che Naomi non può condividere quel punto di vista, non comprendendolo, e quindi si limita a portare la dritta dietro la testolina, uno strofinare appena nervoso con la punta delle dita < Sì.. Cioè.. A parte fare il bagno con Nene a volte.. > nessun altro l'ha mai vista nuda, già, una frase che nemmeno finisce e che sostanzialmente va ad alludere a scenette che in realtà sono proibite già solo ad immaginarle, vista l'accoppiata. Ricordatevi di mettere la schiuma a censurare, maiali (?) mentre a parte l'orario che porta a delirare, il Chikamatsu se ne esce con un'idea, un qualcosa che la risolleva da quel suo imbarazzo che gli ha tagliato la frase a metà, gli occhi che tornano su di lui dopo aver vagato distanti < Mh.. Va bene, allora la prossima volta andiamo al konbini, se non fosse così tardi potevamo andare anche ora.. > e sospira appena, delusa dal non poter partire subito all'avventura imbarcandosi in un'altra questo, prendendo tutto come un gioco di ruolo personale nel quale ha trovato un nuovo potenziale membro del party. Per la lama, ci penserà lui e lei gli rivolge quello stesso miagolio a labbra serrate di prima, facendosi poi più seria e cupa quando gli vien raccontato del fratello, palpebre pesanti ed occhi velati di puro dispiacere, adombrati e scuriti, abbassa appena il capo < Mi.. Dispiace.. Eppure, non era colpa tua.. Vero? Insomma.. Volevi addirittura salvare il mondo.. Sarà che c'è stato un qualche boss di fine livello..? > l'ultima è una domanda solo per metà, non ha idea di come interpretare bene quel racconto perchè non ha i dettagli, ma tutto sommato non è così differente dalla sua situazione con Nene < Oh.. Tu dici..? Credo.. Credo solo che dovremmo parlarne, poi passerà tutto.. > e si stringe nelle spalle, appena rossa in viso e rincuorata, con un sorrisetto sincero sul viso che poi muta in un puro rimanere a bocca aperta, per qualche istante il fiato gli si mozza e diventa più rossa di quanto poteva essere il forno se fosse stato acceso, si blocca ed incespica con le parole, inizialmente le labbra si muovono senza che nulla esca < A-aah..? C-cioè.. V-va be-bene? Io sì.. I-insomma.. Grazie.. > ed ha portato entrambe le mani ad afferrare la parte più bassa del giubbotto, stringendola e storcendola, torturandola in preda all'imbarazzo, non ha mai ricevuto quello che tutto sommato è un bel complimento e quindi rimane lì a dondolare appena a destra ed a sinistra, la punta del piede destro che sembra far lo stesso ruotando appena sul pavimento. Rimarrà lì, ancora le ultime questioni e gli ultimi discorsi, poi un saluto sorridente e meno freddo delle altre volte, avrebbe salutato anche Aozora e, richiamata Sharu, sarebbe tornata verso casa dopo aver lasciato il proprio numero al Fabbro. { End ~ }

15:05 Fuji:
 V'è in quell'ambiente qualcosa che eccita la propria fantasia, distraendolo, poiché quelle parole a lui rivolte riescono in qualche modo a fargli pensare di poter metter tranquillamente piede fuori dalla stanza. Tutto ciò che è presente all'interno, ad eccezione la maggior parte del tempo di Aozora, non è che un mezzo per obliare, per sfuggire almeno per qualche settimana al mese ad un terrore che gli pare a volte troppo grande per poter essere sopportato. Uscire, visitare anche soltanto un centro commerciale per mangiare qualcosa che normalmente non acquisterebbe, in quanto abitudinario. Per altro, nel profondo, si sentirebbe in colpa a godere troppo del piacere del gusto. Aozora non può farlo. Così come le cose nei suoi ricordi. Annuisce ad ogni elemento della lista portata avanti, riconoscendo appena i cup noodles "mochi gelato? sembra.. " batte le ciglia un paio di volte, abbassando gli occhi verso le proprie mani e poi alla marionetta a riposo. Forse, dovrebbe provare davvero ad assaggiarlo. Cosa gli importa che sia lurido e pieno di vergogne? Che gli importa delle parole sentite dalla sorella maggiore della verdolina qua presente. Non sente tanto la paura. Ma se gli venisse rubata la chiave per stare al sicuro? Solo il pensiero lo rende freddo di paura. Allora si che il mondo avrebbe conosciuto il suo segreto. "..buono, sì." termina quella riflessione dopo un innaturale silenzio, riaprendo gli occhi e tentando d'instillare il proprio sguardo nella lilla dell'Uchiha, quasi a voler lasciare un'impronta della propria immagine che non vuol consentirle di perdere. Il mondo gacha. Per uno come lui aver trovato ventitré scheletri combattenti a una stella di bronzo è sembrata una benedizione. Ne ha fuso qualcuno e sono persino saliti di livello! E' la stessa cosa che prima o poi farà con le sue marionette. In un certo senso, trova una certa familiarità nei concetti, ma gli manca il buon senso da videogiocatore. "Sì poi ho speso il resto della valuta comprata per convertirla in oro e aumentare del 0.5% la statistica fortuna delle armi." Letteralmente uno dei processi peggiori intraprendibile. Ma gli piace pensare che le armi portano fortuna, e non avendo pensato bene di farmare una quindicina di minuti ha utilizzato una conversione completamente terribile per arrivare al suo obiettivo. Salvalo, Naomi, prima che non possa più permettersi neanche di pagare le bollette. Ma per ora, si può parlare anche d'altro. Fare il bagno con Nene. Visualizza l'immagine con un'innocenza tipica propriamente di lui, concentrandosi palesemente per immaginare la scena e rimanendo neutro in viso. "Sì. Puoi posare dove vuoi." Anche in una vasca riempita di latte e fiori. Anche in casa tua o in mezzo alle rovine del passato mondo distrutto. "aah..sì facciamo così. Konbini sia. " Tra un po' di shopping e l'altro saranno forse capaci di capire se davvero la verdolina si sente di compiere un passo in avanti in nome dell'arte immortale.. e chissà che altro. "Non lo so..la console si ruppe." Un po' metaforico, si rifà al boss di cui lei parla. Esiste? Non esiste? Apparirà in futuro? Forse ha un'idea di cosa possa essere. Quella creatura che immagina bussargli alla porta negli episodi più densi di paranoia. No. Non è il momento di pensarci. Ma quella paranoia continuerà a ingigantirsi, specialmente quando sarà lasciato solo. Riesce a distrarsi badando all'imbarazzo palesatosi su quel volto, e di riflesso gli si dipinge in volto un'espressione che si lega ad uno spettro misto di affetto e malinconia, come si fa osservando qualcosa di bello ma ormai perso. "Grazie a te, Naomi." Seguiranno i saluti, convenevoli, e poi, nuovamente, il silenzio. Le luci diverranno un po' più soffocanti e di riflesso chiuderà a chiave l'entrata. Il brusio di sottofondo torna a crescere. Grazie Naomi, per avergli dato di che osservare e pensare. {end}

Naomi si reca da Fuji per commissionargli un lavoro, anche se intraprendono un'amabile conversazione che spazia su diversi argomenti. Tra una cosa e l'altra, spunta anche un reggiseno di Nene, vergogna, imbarazzo e quant'altro a mescolarsi in maniera insolita a quell'incomprensibile affabilità nel parlare tra questi due individui, più tormentati di quanto l'occhio umano possa vedere.

P.S. Potenziale di Ship tra 66 % e 75 % KEKW