Amici o no?
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Giocata del 07/03/2021 dalle 18:11 alle 23:07 nella chat "Piazza [Suna]"
Sole, di nuovo sole, ieri neve oggi totalmente diverso, basta andare poco più lontano che il tempo fa quel che desidera e come desidera. Il viso che si solleva verso l'alto su quella calura , il corpo che si riscalda anche per quei raggi solari abbastanza forti da non farle sentire freddo. I vestiti quest'oggi son diversi, una domenica nella quale non deve lavorare, non porta seco nemmeno la divisa della shinsengumi. Una camicia nera avvolge il corpo, sagomata nei punti giusti con le maniche sollevate e arrotolate con estrema minuzia fino ai gomiti, snudando una pelle pallida e bianca, i cui diversi segni dei polsi hanno solo lasciato un'ultima ombra scura su di essi. Il colletto è abbassato e i primi tre bottini son lasciati aperti in quella scollatura che mostra poco all'effettivo. Le gambe sono fasciate da jeans neri e aderenti, molto semplici, con la cintola che ne regge il tutto sulla vita , e ai piedi solo quegli stivaletti con un poco di tacco. Molto semplice, eppure sulla gamba sinistra all'altezza della coscia, svetta quel piccolo porta kunai contenente 3 di essi, chiuso ma a portata di mano. Il viso che continua a godersi quel piccolo sole tardivo, i lunghi capelli acconciati in quella semplice e alta coda di cavallo che scivola sulla schiena donando le sembianze di macchie di sangue su una superficie scura. Ma non è li per mero divertimento, nemmeno la noia, è li per trovare qualcuno. Andare a casa sua direttamente sarebbe stato inopportuno probabilmente, disturbarlo nell'intimità nel caso ci sia qualcuna dentro sarebbe troppo imbarazzante. Eppure durante il proprio cammino la destra si solleva al petto per formare il mezzo sigillo della capra li , all'altezza del plesso solare. Non ha motivo per nascondersi quando nessuno par riconoscerla adesso, quando andrebbe a visualizzar lei stessa, quel suo essere, alla ricerca di quelle due piccole energie che la abitano. Una parte di mente, quella ormai lucida, priva di quei prosciutti che continuava a portarsi dietro e farla affondare in quello stagno, e quella invece del corpo, delle forze, della rabbia bruta e cruda , di quella che sente nelle viscere. Se solo le trovasse proverebbe a farle unire in quell'unico movimento, una che sale, l'altra che scende, entrambe però a baciarsi in quello che è il punto d'innanzi la mano stessa. Un movimento che continuerebbe, una rotazione tra le due sempre più veloce fino ad unirsi in un'unica cosa. Da questa proverebbe la propria di forza, quel debole chakra ad abitarla e proteggerla anche questo giorno. Una forza che le rimembra cosa significa esser un ninja, che le riporta alla mente il proprio Nindo. Ma di lui ancora non vi è traccia, sebbene adesso la vista sia migliorata notevolmente, andrà alla ricerca di quell'enorme giara che porta sempre con se. [3/4 tentativo impasto][ Equip : Portaoggetti - 3 kunai] [Piazza] Sole sole e sole. Finalmente è riuscito a godersi per ore il calore dell'astro diurno, quest'ultimo ormai prossimo ad abdicare in favore della sorella luna, regina incontrastata della notte. Il crepuscolo, o imbrunire che dir si voglia, è uno spettacolo ancora più ammaliante e stupendo se visto da una panchina della piazza di Suna. < ..... > Il dorso è completamente adagiato contro lo schienale di quel sedile pubblico in legno, dando modo alle braccia di distendersi oltre i fianchi, allungarsi come dei serpenti sul bordo della seduta. Gambe incrociate l'una sopra l'altra, dove la caviglia destra è adagiata sul quadricipite mancino, formando una sorta di angolo acuto con il ginocchio dritto piegato. < Devo trovare altre informazioni... > Sussurra con la testa reclinata all'indietro, lasciandosi cullare dalla lieve brezza che s'insinua tra la sua folta capigliatura corvina. < Ma dove...? > Il monologo, simile ad una litania, continua imperterrito. Non pensa propriamente ad alta voce, ma quasi. Valuta tutti gli indizi che hanno a loro disposizione. Infatti, oltre a lui, di quel gruppo fanno parte Keiga e Saisashi. La prima, forse, può risultare utile con Akuma. Il secondo ha visto da che parte si è allontanato l'assassino dopo aver eseguito l'omicidio. < Uhmpf... > Sbuffa al solo pensiero di dover condividere nuovi giorni con quell'idiota, ma purtroppo gli serve. Buon viso a cattivo gioco, era così il detto no? < Dannazione... > Borbotta, spalancando gli occhi e osservare il cielo sopra di lui privo di nubi e colorato di giallo e nero. Agli occhi esterni il Sabaku si presenta vestito come al solito: capigliatura lasciata alla mercé del tempo, dove alcune ciocche gli ricadono lungo tutta la parte destra del viso, occultandola - occhio compreso -. Maglietta nera e felpa bianca alta fino al collo con zip verticale a proteggere il busto. Cos'hanno di particolare questi indumenti? Non hanno la manica destra. Infatti l'arto superiore dritto è completamente nudo da spalla a gomito, mostrando una muscolatura non eccessiva ma molto definitiva. Nel mezzo, allacciato sul bicipite, spicca il coprifronte di Suna. Mani coperte da dei guanti neri e rinforzati sul dorso per via della presenza d una placca in acciaio. Pantaloni scuri come la pece, comodi e non troppo stringenti, dove s'inerpicano dei ghirigori dorati. Ai piedi, i classici calzari da shinobi aperti sulle punte. Portaoggetti assicurato al fianco destro e portakunai adocchiatile sul quadricipite mancino. Appoggiata accanto a lui sulla panchina, la giara color ocra al cui interno riposa pacifica la sabbia sacra dell'ex paese del vento. Dalla seduta fino a sfiorare il terreno, la fascia in tessuto rosso che gli permette di trasportare la reliquia. In totale relax e assorto nei suoi pensieri non si accorge dell'arrivo di Sango. Non ancora. I passi che non rallentano, eppure non sta correndo, prova a trovare quella sorta di relax per una giornata, una singola giornata ove può ritornar ad essere ciò che era un tempo. Senza fermarsi davvero eppure apprendendo con la sola visuale come quel mondo sia davvero cambiato, come quel mondo sia andato avanti tanto velocemente . Schermi, tv, apparecchi elettronici, telefonini, orologi che chiamano - come quello che adesso porta sul polso sinistro - eppure almeno in quell'angolo di mondo la natura pare voler fare ancora parte d'esso. Non s'è lasciata ancora piegare dalla mano effimera dell'uomo, e quel senso di mancanza torna a riempirle il cuore. L'unica vera amica che ha avuto adesso non c'è, la regina delle tigri chissà dove si trova in quel momento, se nel suo mondo oppure da qualche parte su quella terra alla ricerca di un nuovo contraente. Eppure sa di avere ancora quel legame - sangue e chakra, il più antico dei patti è stato siglato, solo la morte o la vergogna lo avrebbero scisso, e ne l'una ne l'altra son ancora giunti per entrambi. Dovrà trovarle eppure prima dovrà ritornar a riprendere parte del proprio potere, in quelle condizioni avrebbe fatto sfigurare quelle amiche d'un tempo, e scindere propriamente quel contratto per quel mero motivo l'avrebbe solo resa inadeguata. Ancora una volta. Un sospiro che fuoriesce da quelle morbide labbra, il dorso della destra che asciuga la fronte con delicatezza non abituata a quelle calde temperature eppure in quel momento quelle iridi azzurre andranno a posarsi su quella giara poco lontana. Non vi è alcun altro a portarla seco se non il ragazzo stravaccato su quella panca in legno, il corpo in evidente relax , e il proprio passo che va a direzionarsi verso di lui. Non ha fretta di raggiungerlo, vedrà solo quelle sue labbra muoversi come se stesse mormorando qualcosa a bassa voce, troppo lontana per poterlo udire davvero. Andrebbe a muoversi con più fretta, il rumore dei tacchi che risuonano più forti e veloci , per fermar il proprio fare quasi d'innanzi a lui < ti ho trovato > di nuovo, per la seconda volta, è stata proprio lei ad andar a trovar quel ragazzo in quel di Suna. Un loco estraneo, ambiguo eppure pregno d'un calore poco conosciuto. Fredda e gelida come l'acqua d'inverno e rossa come il fuoco d'estate. Un connubio che le fa apprezzare quelle terre che ha conosciuto, e quelle che sta conoscendo . < posso accomodarmi? > solleva quel sopracciglio in attesa d'una conferma da parte dell'altro, ma solo se questa fosse arrivata andrebbe a sedersi nella parte ove non vi è la giara per tornare ad osservarlo ma senza interromper ancora quel silenzio creatosi , semplicemente osservando e attendendo, dovrà anche lei parlare e spiegare il motivo per cui tra tutti quanti ha proprio deciso di andar da lui. [chakra on][equip : portaoggetti -3 Shuriken] Che bella sensazione. Era da tanto che non provava una simile pace. Sia esterna che interna. Si gode quel relax reso ancora più soddisfacente dalla lieve brezza fresca che accompagna il calar della notte. < Devo chiedere a Keiga se Akuma può ancora riconoscere l'odore lasciato dall'assassino... > Occhi chiusi e labbra che si muovono in un nuovo sussurro mentre nella testa prendono vita una moltitudine di immagini. Tutte raffiguranti i possibili sviluppi adottati per incastrare l'omicida seriale. Per ora però non trova una pista percorribile che lo convince al centro per cento. D'altronde l'arte investigativa raccomanda pazienza ed abnegazione. Sulla seconda non ha problemi. E' il primo requisito a turbarlo più del dovuto. Non a mai amato aspettare. Si è sempre preso tutto e subito. < Uh? > Le palpebre hanno degli scossoni, mosse dal rumore fastidioso e acuto dei tacchi indossati da Sango. Lo sguardo color ametista prima si perde nel cielo limpido, per poi inquadrare e adocchiare la struttura fisica della donna. Un outfit total black che la ninja porta con stile dove la chioma rosso fuoco risalta e non poco. Non c'è dubbio, l'Ishiba richiama in lui impulsi primordiali come poche altre figure femminili. < Svegliarsi con una bella ragazza accanto non è da tutti... > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'alto, abbozzando un sorriso in direzione della genin. < Quanta accortezza... > L'avergli chiesto se può sedersi lo coglie di sorpresa. Non immaginava che ci fosse tanto rispetto in quella tigre. < Comunque certo che puoi accomodarti. > Con un cenno del volto le indica la parte di panchina vuota, posta alla sua sinistra. A destra, infatti, vi è la presenza ingombrante della giara stranamente non indossata dal Sabaku. < .... > Attende che l'altra si sistemi, senza prima avergli donato un'altra occhiata maliziosa, soffermandosi su quelle curve che ha avuto modo di assaporare, di stringere a sé. < Cosa ti porta fin qui Sango? > E' una bella distanza tra Ama e Suna. Non briciole. < E come mai stavi cercando proprio me? > Chiede inarcando il sopracciglio sinistro, seguendola in quei movimenti che - se l'altra vorrà, la porteranno a sedersi accanto a lui. Attende delle risposta, dando completa attenzione alla rossa, lasciando da parte per alcuni istanti i problemi legati all'assassino di Kagegakure. L'assassino? Per lei ha poca importanza per il momento, la morte è solo la conseguenza delle proprie azioni passate, coloro che sono morti forse la meritavano davvero, forse no, eppure non lo sapranno forse mai. Ma non è li per quello, sebbene abbia diverse informazioni riguardanti quella storia che inizia a spopolare sempre di più in giornali e televisioni . Siede con calma, nota quello sguardo scivolare sul corpo con un lieve brivido sulla schiena che adesso poggia retta ed elegante allo schienale freddo ed impersonale di quella piccola panchina < grazie > un semplice dire per quella concessione, le proprie origini, la propria formazione , prevedono un comportamento molto più formale sebbene quella tigre sia sempre sotto la pelle, a graffiare e ringhiare anelando una sorta di libertà da quegli antichi legami < credo sia l'abitudine > sincera con lui, con chi altri potrebbe esserlo senza mostrarsi come altri desiderano vederla? Non s'è mai nascosta dietro una maschera o qualcuno che non è, ci sono modi e occasioni per far fuoriuscire la propria anima < il continuare a viaggiare senza fermarsi mai, senza avere davvero una casa > ha lasciato ancora Ame per vivere ove capita, kusa, konoha, oto , per riprender antiche tradizioni ormai scomparse. Il brivido di non sapere dove si andrà, la paura di perdere quel poco che ha, eppure adesso cosa le rimane se non poco e nulla? < non hai visto la televisione ne i giornali ultimamente? > una richiesta forse strana, eppure anche lei inizia a districarsi a fatica con quelle nuove tecnologie, iniziando a comprenderne il funzionamento ma anche l'utilità di avere tutto a portata di mano dentro un pc. < pensavo che la mia quasi decapitazione pubblica per mano della Shinsengumi fosse stata vista almeno > quasi delusa dalla probabilità che l'altro non ne sappia nulla, ma sebbene l'altro non lo sappia, coloro che le passano vicino si. La osservano con odio, astio, paura perfino alle volte, cambiando strada ed isolandola , par esser ritornati al momento in cui era ancora una mukenin dell'alleanza < volevo vedere un viso.. amico > sempre che possa definirlo in tal modo. Lo sono davvero? Oppure quel loro rapporto scinde completamente quel genere di relazione, se non si conta che il richiamo della carne sia forte per quell'essere dai capelli scuri e neri come la notte < e mi sei venuto in mente tu > ritorna con il viso a guardare d'innanzi a se, a sentire la fresca brezza quasi primaverile adagiarsi sulla pelle color panna, delicata e priva di imperfezioni, se non per quelle piccole cicatrici ormai guarite dal tempo < l'ho lasciato > si limita a dire questo, sapendo che l'altro non ci metterà poi molto a comprender a cosa stia andando s esplicare. Non vi è da aggiunger nulla ancora, se non quella lieve stretta al cuore nel ripensare alla notte precedente, lasciando che un'altra donna possa seguirlo e prendersi cura di ciò che ha amato, che ancora ama sebbene voglia non pensarlo, sebbene voglia solo dimenticarsi di tutto quanto. Sarebbe più facile adesso perder la propria memoria, la propria identità per rinascere come una persona nuova, per poter esser qualsiasi altra cosa non sia già stata. Donna, madre, assassina, amante, traditrice, tutto non ci sarebbe più. Gli occhi che divengono vitrei mentre quel pensiero carezza la propria mente, facendola scivolare in quel loop di pensieri che portano un insana gioia nel proprio essere. [chakra on][equip : portaoggetti - Shuriken] [Piazza] Resta seduto con le gambe incrociate e le braccia distese oltre i fianchi, entrambe poggiate sulla parte più alta dello schienale in legno della panchina. Con l'arto superiore destro abbraccia la giara accanto a lui, con il gemello invece - sinistro - stringe simbolicamente Sango al Sabaku. < ..... > Non dice una parola, mantenendo quel sorriso stampato sul volto nell'osservare le movenze dell'altra. Solo quando prende posto vicino a lui, l'occhio sinistro color ametista si perde in quelli verdi della ragazza. < Anche io amo viaggiare... > Annuisce con un cenno del capo, mentre l'avambraccio dritto si piega, dando modo alle dita dipanate della rispettiva mano di passare tra la folta capigliatura corvina, provando a dargli una rassettata. Tentativo inutile. < Ma avere un punto fisso chiamato casa, mi da più tranquillità... > Ammette con sincerità senza vergogna alcuna. < Credevo che tu avessi una dimora fissa ad Ame... > Lascia in sospeso la frase senza continuare, dato che dal dire altrui, ha capito tutt'altro. < Tv e giornali... Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, distogliendo lo sguardo dall'ishiba per puntarlo di fronte a lui dove altri abitanti di Suna popolano la piazza. < Nonostante abbia vissuto questo cambiamento decennale... > Ovvero da prima della guerra ad oggi. < Ancora devo abituarmi a tutta la tecnologia nata in questi anni. > Non era meglio senza? < Grasso che cola l'aver appreso dell'assassino che gira per Kagegakure. E solo perché ha commesso un omicidio alla festa dell'horror poche sere fa... > Altrimenti non avrebbe saputo nulla a riguardo. < Tu sai niente? > Domanda con un tono di voce quieto e pacato. Magari la rossa potrà aiutarlo in quella ricerca. < La tua quasi decapitazione? > Aggrotta la fronte, meravigliato. < Avevo letto che la Shinsengumi cercava nuovi validi elementi... > Tramite volantini e roba varia. < Non dirmi che ne fai parte... > Verità che lo stupirebbe qualora la risposta fosse positiva. < Mi fa piacere che hai pensato a me... > Anche se la parola amico non definisce in todo la loro relazione. Possono essere tutto e niente. Solo il tempo decreterà infine cosa sarà. < Mmm... > Davanti a quella confidenza torna ad osservarla. < Come l'ha presa? > Shiroyuki ovviamente. < Ma soprattutto... > Cosa che più gli interessa. < Tu come stai? > Il corpo che pare volersi avvicinare, striscia di qualche centimetro verso il suo, voltando quel poco la schiena per poterlo guardare senza aver male al collo, così da poterlo guardare dritto in quelle ametiste udendo quel suo dire. Sorpresa in effetti che anche egli possa apprezzar il fattore di non avere una casa, eppure comprende anche quel suo dire , tranquillità < avevo, me ne sono andata.. di nuovo > e questa volta per propria scelta ha abbandonato di nuovo la propria casa, eppure sa molto bene di non essere ancora degna del suo ritorno, di viverla ancora come fosse il passato. Di assaporare la propria aria e le anime della gente che la abitano < devo dire che è molto utile, le notizie arrivano in fretta sebbene vengano traslate, come al solito > una volta erano i kage, adesso sono i giornalisti a raccontar ciò che vogliono che venga saputo. Probabilmente con il governo che filtra le comunicazioni agli stessi abitanti < un omicidio? > solleva quel sopracciglio quasi ridendogli in faccia < mio caro, credo siano già giunti a cinque omicidi > si, sa qualcosa in effetti, eppure la maggior parte delle info provengono da ciò che viene lasciato filtrare < ne ho visto uno accadere sotto i miei occhi > riprende a se quei piccoli ricordi di quella notte di festa < coltellate al petto. Una lettera, e sempre ex ninja che hanno abbandonato la via del Nindo morti > un modus operandi sempre uguale, stesse morti, stessa arma, stessi ex ninja. Vi è un certo collegamento tra quelli. < sempre omicidi avvenuti durante una festa ove vi era molta gente > il respiro che si fa lievemente più veloce, la lingua che scivola veloce sulle labbra per umettarle < è furbo e scaltro, probabilmente in possesso di abilità di un ninja > scappare in quel modo tanto veloce, il non esser mai visto in viso, tutti indizi che riportano a coloro che del chakra ne hanno fatto la loro vita . Ma il discorso continua a cambiare, riportandola a quella decapitazione pubblica < mi sono presentata di mia volontà, appena mi hanno vista beh.. non potevo aspettarmi the e cioccolatini come benvenuto > consapevole di dover pagare l'ammenda sul proprio passato, non potendolo cancellare ma potendo solo andare avanti < eppure mi hanno presa tra le loro fila > orgogliosa di ciò? No. Eppure quello sarà il punto di partenza per costruire qualcosa di nuovo , per raggiunger quell'altura che desidera avere di nuovo, quella sorta di libertà di scelta sulla propria vita e su quella degli altri < si è arrabbiato, ovviamente > chi non s'arrabbierebbe a ciò? < ho mandato all'aria un matrimonio, ho allontanato lui e colei che un tempo era quasi una figlia e ho lasciato le mie cose a casa loro > il sorriso permane, statico su quelle labbra che non vogliono scivolare verso il basso < ho anche detto ad un'altra donna di seguire il suo cammino al mio posto .. > con la consapevolezza che tale vicinanza potrebbe allontanarlo ancor di più da se. Una possibilità che ha considerato, accettato perfino, ma non per questo fa meno male < non lo so > ammette mordendosi quelle labbra con veemenza < ma non posso pentirmene adesso che ho preso questa strada > tutto per tracciarne una diversa per quell'uomo, donandogli quella piccola spinta che meritava d'avere e non vederla solo come un salvagente per qualsiasi cosa < tu cosa mi racconti invece? > sembra quasi strano stare li a parlare in quel modo, intimo e personale, eppure distaccato. Una sensazione ambigua ove non si lascia andare completamente, nuova alla propria mente. Avere perfino qualcuno con cui parlare, chi l'avrebbe mai immaginato? [chakra on][equip : portaoggetti - 3 shuriken] [Piazza] L'oscurità avvolge tutto e tutti, venendo ostacolata dalle luci artificiali dei lampioni e delle varie strutture commerciali che rimangono aperte fino a tarda sera. Fortunatamente c'è vita a Kagegakure, non più morte e distruzione come negli antecedenti. < Spero che la tua scelta abbia un motivo sensato. > Abbandonare una casa, un luogo dove si è cresciuti, si è amati e apprezzati è sempre un passo difficile da effettuare. Almeno che, appunto, non ci siano motivazioni serie alla base. < Le notizia vengono filtrate Sango. Non sai mai se quello che viene scritto corrisponde a verità o meno... > Scuote leggermente il capo, mostrando un minimo di disprezzo nei confronti dei giornalisti. Gente disposta a mentire per pochi ryo in più. In più, ha la prova lampante di Furaya e Mattyse, dove l'Hokage ha insabbiato il fare del dinamitardo. < Sì, ho saputo che è arrivato a ben cinque omicidi... > L'ultimo eseguito proprio alla festa dell'horror dove c'era anche lui. < Ho avuto modo di vedere la lettera che teneva il cadavere. Stesso modo di uccidere: molte coltellate al petto. > Il modus operandi è lo stesso per tutti i delitti. Nessun cambiamento. A questo proposito, si trova d'accordo con il membro della Shinsengumi. < Sicuramente è uno shinobi. Anche molto abile. > Annuisce alle sue stesse considerazioni, continuando ad esternarle ad alta voce, rendendo partecipe la rossa del ragionamento. < Le vittime erano tutte dei ninja. Ex, vero, ma sempre ninja. > Ben allenati al combattimento e addestrati alla guerra. Non facili da superare. < Voglio trovarlo e misurarmi con lui... > Oltre che mettere fine alla sequenza di omicidi. Al solo pensiero di trovarsi davanti ad un elemento del genere, un lieve brivido gli risale lungo la schiena, figlio dell'eccitazione che immagina pervaderlo nello scontro. < Beh, allora complimenti... > Si passa alla Shinsengumi. Si congratula con sincerità nelle parole, continuando a fissarla ed osservarla in volto. Quei lineamenti, quelle labbra, quel corpo. Ne ha ancora voglia ma si trattiene. < Hai fatto tutto questo? > Non solo lasciare il suo futuro marito, ma anche trovargli una nuova moglie e abbandonare un'altra donna che considerava una figlia. < Spero che il tuo cuore sopporti l'onda d'urto di questa decisioni... > Sa benissimo quanta sofferenza porta il distaccarsi dalle persone che si amano. < Ma se ne sei sicura, il tempo allevierà la tue ferite. > E la mano sinistra - se l'altra glielo permetterebbe - s'insinuerebbe tra la capigliatura rossa della donna, carezzandone i capelli e poi la guancia destra. Gesto d'istinto. < Qualunque strada tu abbia scelto d'intraprendere, mi avrai accanto... > Sempre con dei paletti, delle limitazioni, ma ci sarà. < Io? Io voglio trovare quest'uomo che ha buttato Kagegakure nel terrore. > Questa è la sua priorità assoluta. Almeno al momento. Una lieve risata poco allegra sfugge da quelle labbra, ne osserva i lineamenti mentre lento quel sorriso andrà a morire nella pozza nera in cui ha deciso di restare < non so se è la scelta giusta per me, eppure.. potrà scegliere lui la sua strada. Con o senza di me > che sia adesso lui a decider, che possa dar lei quel che merita. Amore o odio, che importa quando l'uno non esiste senza l'altro? < questo è anche vero > ammette comprendendo bene cosa significhi < lo fanno da sempre, sempre sarà fatto. Ma agli occhi di coloro che hanno visto non si può mentire > se tutto ciò che entrambi hanno visto è uguale, allora anche le notizie sono vere. Un assassino a piede libero che prende di mira ex ninja ormai in pensione < potrebbe uccidere anche me in questo momento probabilmente > sincera in quel che dice . Un tempo avrebbe ucciso lei, tutti quanti senza provarne che una sorta di rimorso da annegare, eppure adesso si ritrova di nuovo dall'altra parte, quella dei deboli, quelli cui necessitano una sorta di protezione. Quella che ha trovato in una semplice divisa nera e rossa , quella che le dona accesso a molte più cose e saperi del normale. < vuoi solo questo? > solleva quel sopracciglio interdetta < sebbene comprenda che possa sembrar una sfida allettante metter la propria vita in pericolo, così tremendamente vicino alla morte per poi sfuggirgli > in quel senso unico di potere verso la propria esistenza. Decider quando e come morire, un qualcosa che adesso non possono assolutamente scegliere, in balia di eventi e forze molto più grandi di loro. Posson inseguire solo quel vago senso di libertà che ancora hanno. < menomale che non hai visto allora la televisione > ne è felice, sinceramente, che l'esser stata fatta inginocchiare pubblicamente non sia poi arrivato alla visione di tutti . Almeno qualcuno le risparmierà astio, odio, o perfino pietà e pena. Non avrebbe sopportato i secondi, almeno l'odio sa gestirlo. < se significa fargli comprender che esista un intero mondo , perchè non dovrei farlo? > eppure sente che quel che ha fatto potrebbe esser pericoloso, per il proprio cuore, per quelle ferite di cui l'altro parla < ho così tante ferite e dolore, che aggiungerne dell'altro non cambierebbe poi molto > pregna di quelle essenze tanto da romperla, eppure lo è già. Un piccolo vaso rotto che sta cercando di racimolare quegli ultimi cocci ancora rimastole. Per ricrearsi di nuovo in qualche modo < per poter rinascere bisogna distaccarsi dal passato, così mi è stato detto > cancella quello che eri per trovar qualcosa di nuovo. Ci sta provando seppur sia tanto difficile da portare avanti senza sentire quel peso sul petto < non sono qualcuno da tener troppo vicino per troppo tempo. > finisce sempre per distruggere e distruggersi, fuoco che alimenta fuoco, sempre . La mano che arriva ai capelli, a quella guancia, un brivido sottile si spande nel corpo di nuovo come una scossa di vita. < mmh > vi si abbandona a sentir quel calore, lieve e leggero < perchè vuoi starmi accanto ? > non importa come, se da amico, da amante, o chissà cos'altro, vuole comprender cosa spinge quelle anime a ricercar in qualche modo la sua < solo questo? Pensavo che la tua vita fosse più eccitante della mia > chissà a cosa pensa, ma non starà qui a dirlo, decisamente non ancora. [stessi tag] [Piazza] I polpastrelli delle dita della mano sinistra restano a contatto con la guancia destra della ragazza, prima di sfilare - sempre se l'atra acconsentirebbe - con l'indice sotto il suo lobo dritto, carezzandole la gota solo con il pollice. La guarda, la osserva, lasciando per alcuni istanti che sia il silenzio a far da cornice a quel gesto. Nient'altro. < E' vero, ma non si può essere sempre nei posti dove gli eventi prendono vita. > Soprattutto se uno è in concomitanza di un altro. < Rimango comunque dell'idea che la vista è la miglior risorsa di verità. Al massimo, solo indagando, la verità si mostrerà agli occhi. > Lui la pensa così. Non si lascia influenzare dalle chiacchiere o dalle dicerie della tv e dei vecchietti di paese(?). Preferisce provare, tastare in prima persona la veridicità delle parole. < Potrebbe uccidere anche me. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato e amplia quel sorriso stampato sul volto. Sorriso irriverente e di sfida. < Ma gli renderò tremendamente cara la pelle. E se dovrò morire, lo farò con onore... > Vuole che il suo nome rimanga impresso nella storia, proprio come i nominativi di suo padre e sua madre, morti per la difesa dell'ex villaggio di Suna. Ma lui non mira a questo. Mira a qualcosa di più grande: essere il Kazekage. Obiettivo intimo, di cui ha anche paura a parlare per scaramanzia. Lo tiene solo per sé. < Al momento? Sì. I cittadini di Suna, ma tutti quelli di Kagegakure non credi che abbiano vissuto per troppo tempo nella paura? > Il falso Dio e le chimere sono ancora un ricordo troppo vivo. Indelebile. < Portare ancora più terrore e panico non giova a nessuno. > Sentenzia con decisione, guardandola dritta in volto. < Sai Sango... > Sussurra a fil di labbra, spostando l'attenzione verso uno degli alberi che popolano la piazza. < ...mi è stato detto che le ferite corporee si rimarginano, ma quelle dell'anima, no. > Frase che gli è rimasta scolpita nella testa da suo padre. < E con il passare del tempo... > Diventando più maturo. < Posso dire con certezza che mai detto fu più azzeccato. > Ha trovato riscontro in quelle parole dannatamente veritiere. < Quindi fai attenzione. Non caricare di troppo peso la tua anima. Il dolore può essere lancinante tanto da non poter tornare più indietro. > Un consiglio il suo, dettato dall'esperienza. < E perché non farlo? > Il fatto di starle accanto. L'altra si chiede il motivo della sua decisione e lui, di rimando, rigira la frittata facendole notare l'altra parte della medaglia che la stessa rossa, forse, non vede. < Ahahahah... > Sorride di gusto. < Dipende da cosa intendi tu per eccitante. Per me eccitante può essere andare fuori il villaggio e cacciare chimere. Per altri è un gesto da sconsiderati. Quindi, ripeto, dipende che percezione hai tu... > Ode ancor quelle parole, il non fidarsi di nessun detto, di quelle voce che vengono dalla strada, eppure nelle stesse voci c'è sempre un senso di verità, non totale ma parziale < beh di certo finchè non verrà preso continuerà ad uccidere, e alla fine farà un errore che gli costerà la vita > nessuno può inceder troppo a lungo su quel sottile filo , prima o poi sarebbe caduto dall'una o dall'altra parte, oppure quello stesso si sarebbe spezzato inesorabilmente . < morire, quanto facile può essere e quanto difficile è vivere > quella è sempre stata la parte più difficile da comprendere. Vivere così a lungo eppure morire così velocemente, lasciarsi andare infine tra le calde braccia della morte . Sospira a quel tocco, le palpebre che si chiudono lentamente per sentir quel vago senso di dolcezza in quel piccolo gesto. Un conforto voluto ma mai chiesto < la paura è un motore molto potente. Essa diviene ira e rabbia verso un unico punto e bersaglio, rendendo uniti villaggi che in realtà vorrebbero solo uccidersi a vicenda > narra quelle parole come sussurri bassi , di fusa sussurrate eppur adesso quelle iridi andranno di nuovo a mostrarsi al mondo e ad un tramonto ormai morente. E' quella che ha unito tutti in un unico villaggio, paura, quel senso di pura impotenza che scaturisce d'innanzi a qualcosa di più grande , ed allora le persone divengono un gruppo, villaggi una nuova alleanza, tutto per proteggere se stessi e quel piccolo giardino < è vero, quelle permangono per sempre > non vi è possibilità di scelta, di redenzione a ciò. Quel dolore non potrà mai passare, solo alleviarsi col tempo ma permane li nell'animo, pesante a farla affondare ancora di più < qualcuno potrà aiutare a lenirle, eppure sarà lo stessa che ti strapperà altri pezzi di te > un senso di rabbia sfocia da quella lingua serpentina , in quelle parole che s'anno di veleno, di colei allattata da una serpe in seno < lasciandoti di nuovo senza nulla > sospira ancora < sono stanca di parlare di dolore e rabbia, ne ho provate così tanta da volere solo andare avanti, cancellare tutto quanto. Lasciar morire finalmente quel passato per pensare solo al futuro > quasi si arrabbia a quel pensiero , a quel non voler annegare ancora e ancora, in balia di altri e mai di se stessa . Si solleverebbe su quella panca distaccandosi veloce da quella stessa posizione, forse quel tocco lo perderebbe eppure non se ne fa problemi quando il proprio volere adesso è un altro. Proverebbe a sollevarsi su un ginocchio, il sinistro, e con la gamba destra proverebbe a passar oltre il Sabaku, verso la stessa giara. Se fosse riuscita in quell'atto adesso sarebbe a cavalcioni su di lui, con le mani piantate tra le spalle e il petto per osservarlo dall'alto, un gesto fatto anche grazie alla semi oscurità che il loco ormai ha raggiunto < sono stanca di pensare al passato e di lasciarmi schiacciare dagli altri > e in quel momento sarebbe lei a schiacciar lui, una metafora fisica per fargli comprender quella parte di lei, cosa significhi esser quasi soffocati da un amore che annulla solo se stessi < sono stanca di sentirmi dire cosa dovrei o non dovrei fare. Ho scelto, e le scelte si perseguono fino alla fine quando finirò all'inferno per pagare dei miei peccati > quelle arriveranno senza dubbio, pene d'orrore e di dolore eterno. < ma non mi hai risposto davvero > non lascerà che giri la frittata a suo di modo, vuole sapere . < di certo non stare in mezzo alle scartoffie.. ma non sono ancora uscita dal villaggio > solo quella piccola volta ma era praticamente adiacente al portone, niente di più rischioso all'effettivo . E permarrebbe li sopra, sempre che l'altro non decida diversamente. [stessi tag] [Piazza] < Purtroppo altre vittime saranno necessarie... > Ammette con un certo velo di tristezza nel tono di voce. < Solo con altri cadaveri e con altri omicidi, possiamo avvicinarci a lui. > Pragmatico e maledettamente diretto. Nella sua ideologia l'assassino, in uno dei prossimi omicidi, potrà sbagliare, lasciare più di una traccia rispetto a quelle che già hanno. Prima poteva agire nell'ombra perché nessuno lo cercava, ma adesso che è diventato così famoso, di dominio pubblico, sarà più difficile rifare quello che ha fatto. < Mmm... > Si umetta le labbra, assumendo un'espressione pensierosa, mentre lo sguardo si perde nell'oscurità della notte. < Dici che i vari Kage che compongono il governo centrale, si sopportano solo per la paura? > Il classico buon viso a cattivo gioco. < Se fosse così, allora significa che non hanno le palle di staccarsi da Kagegakure e provare a ricostruire un loro villaggio. > Schietto. < Tuttavia... > C'è sempre l'altro lato della medaglia. Il secondo punto di vista. < Non credo che dopo tutto quello che il mondo ninja ha passato, ci sia un villaggio che brami la guerra. > Lo spera vivamente, anche se un minimo di movimento gli gioverebbe. < ....? > La guarda staccarsi da quel tocco, finendogli letteralmente a cavalcioni. Capo reclina all'indietro per permettere agli occhi ametista di puntarsi su quelli - più in alto - di lei. < ..... > Non dice nulla riguardo alla sua volontà di non guardarsi più indietro e di essere stanca del passato. La lascia fare e un sorriso malizioso prende vita su quei tratti somatici dalla pelle albina. < Cosa vuoi che ti risponda Sango... > Il suo viso è tremendamente vicino al seno dell'Ishiba ma, cosa ancora più importante, lei è sopra di lui. Le braccia, d'istinto, verrebbero portare ad afferrarla per i fianchi, poggiando le dita sulla schiena. Sia per evitare che cada all'indietro, sia per sottolineare, in maniera subdola, che non si lascia dominare del tutto. Mai. < Perché non dovrei starti accanto? > Alla fine ha delle qualità, Non solo fisiche, anche perché queste sono oggettive, ma anche caratteriali. Anche difetti, ovvio, ma chi è che non li ha? < Sai... > Sussurro caldo, provocatorio. < ...come siamo messi adesso potrebbe essere pericoloso... > Averla così su di lui lo eccita e non poco. Se poi ci mettiamo anche che sono in un luogo pubblico, l'impulso raggiunge livelli smisurati. Tant'è che il sangue, per ovvie ragioni, andrebbe a concentrarsi nella zona poco più sotto il pube. Reazione naturale che non cerca di trattenere. Non vuole. < Cos'hai in mente? > Domanda, mentre il bacino le darebbe un colpetto verso l'alto, spinto dalla contrazione dei glutei e dei muscoli delle gambe. Ci gioca. Vuole stuzzicarla, alimentare quella fiamma di puro piacere. Si ritrova in quella posizione di superiorità eppure consapevole che anche l'altro le stia donando quel momento, potersi sollevar sopra di lui, poterlo controllare quasi con la propria forza. Sente quelle mani sui fianchi , consapevole che tutto ciò sia piacevole < paura? Anche > quella che li rende tutti vicini, pecorelle smarrite che cercano un modo per non esser mangiate . Stringendosi in quel gruppo con cui hanno combattuto tanto tempo prima < ma anche odio e rabbia verso coloro che non vi sono stati in quel momento > lei, mekura, Furaya, tutti coloro che hanno fatto sempre grandi cose ma che alla fine non ci sono più state. Seppur non per loro desiderio, costrette a congelarsi per dieci anni, la loro dipartita ha permessa l'annientamento totale di tutto quel mondo che un tempo conoscevano e amavano < è ancora troppo presto per pensare ad una nuova guerra, ma quando non vi sarà più qualcuno da odiare insieme, ci si odierà a vicenda > e lei vuole impedire quell'odio, vuole impedire i propri occhi nel veder di nuovo il proprio villaggio, quella casa crollare su se stessa . Nessuna pioggia di sangue cadrà ancora su di essa, a costo di sacrificare tutto il resto e tutti coloro che vivono li adesso. L'avrebbe fatto per difender il proprio di giardino. Percepisce quel colpetto tra gli strati di vestiti e quel sorrisetto che permane sul volto mentre anche lei andrà a rispondere col bacino < voglio sapere perchè vuoi rimanere > un sussurro basso, caldo stando a quello stesso gioco, quello che la distrae da tutti i pensieri sulla guerra e sul passato, vivendo per qualche attimo solo il presente che sta vivendo. Non lo lascia andare, quasi bramando il potere per poter sottomettere quella sua ferrea volontà alla propria, fisica perfino muovendo un poco il bacino su di esso con fare da stronza. Un altro piccolo tassello che l'altro potrà aggiungere al disegno che s'è creato di lei, chi sia realmente, quali sfaccettature possono abitarla < per me o per te? > per chi è periglioso quel contatto? Per coloro che potrebbero vederli in quel modo eppure non stanno facendo nulla, solo quello che potrebbe apparire come il contatto tra due persone che possono stare insieme, nulla di più . Cos'ha in mente? Quel sorriso che permane ancora su quel volto che si rende meno angelico, per quel provare ad avvicinarsi a quel suo orecchio sfiorandolo solo con le labbra , muovendosi in quella posizione delicatamente, poggiando i seni su di lui con dolcezza, e quei movimenti che verranno fatti solo per stuzzicarlo ancora di più < questo gioco, lo conduco io > un sussurro basso, caldo, atto a farlo tremare. Ma proprio in quel momento tirerebbe su la schiena provando solo a discender da quella posizione per come è salita, per risedersi quasi tranquillamente su quella panchina al suo fianco. Dopotutto vuole riprovar il piacere di avere quella sorta di potere sugli altri, perfino con ciò che madre natura le ha donato . Vuole esser lei a prendersi ciò che vuole, quando vuole, perfino quell'uomo al fianco che continua ad osservare come nulla fosse, sono in pubblico dopotutto, tali atti non sono molto eleganti da porre all'attenzione di estranei . Decider lei quando e se stuzzicarlo, e sa che sta giocando col fuoco. Una caccia che rianima quell'anima di un piccolo nuovo obiettivo. [stessi tag] [Piazza] Più l'altra sta in quella posizione, più la voglia e l'eccitazione della situazione aumentano. Infatti le mani che prima erano ben ancorate sui fianchi della rossa con presa salda, scivolerebbero fino ai glutei, stringendoli senza troppa veemenza. Però, tirandola dall'alto verso il basso, vuole aumentare il contatto delle parti intime, aumentato ancora di più dal fare dell'Ishiba che sembra contraccambiare il gioco venutosi a creare. < ..... > Prova piacere, tant'è che per un breve istante socchiude entrambe le palpebre, gustandosi il piacere della carne. < Odio e rabbia verso coloro che non ci sono stati in quel momento? > Qualcosa gli sfugge, tanto da fargli assumere un'espressione pensierosa. Di nuovo. < Che cosa intendi? > Non lo capisce. Non sa che si sta riferendo a lei, Furaya e Mekura, macchiatesi di chissà quale infamia. < Staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro Sango... > Ovvero se effettivamente quando la paura in comune cesserà di esisterà, essa verrà proiettata nei confronti dei villaggi confinanti. < Ma se i Kage hanno delle teste sane, dovrebbero scongiurare l'ennesima guerra... > In linea teorica è così. Facile e logico. Ma intorno ai Kage si muovono molte altre persone con idee diverse, sia di governo che d'azione. Inimicizie e vecchi rancori potrebbero tornare in auge, portando alcuni ninja ad effettuare, nel caso estremo, anche un colpo di stato. < Voglio rimanere... > Tono di voce caldo e persuasivo, figlio della condizione in cui versa. < perché comunque vedo in te qualcosa. Non solo di fisico... > Non si sbottona più di tanto. D'altronde sarebbe controproducente svelare tutto e subito. Meglio rimanere sul vago senza dare punti fermi. Al dire l'ultima parola, il seno della rossa gli viene vicinissimo, tanto da poterlo mordere quasi. E per un'istante quell'immagine gli balena nella testa, ma si trattiene. Son sempre in pubblico. < Sicuramente per te... > Replica, affermando come il fuoco sia pericoloso per lei e non per lui. < E ti lascerò condurlo se vuoi... > Di tanto in tanto ci sta lasciare il pallino alla donna. < Ma non senza aver detto la mia... > E di nuovo il bacino sarebbe mosso verso l'alto, trattenendo Sango per le natiche, in modo tale che quello strofinamento sia percepito in tutto e per tutto dalla genin. Solo dopo gli darebbe la licenza di staccarsi da lui e tornare a prendere posto lì vicino, sulla panchina. < No... > Scuote il capo, puntando lo sguardo sulla sua preda. Non è soddisfatto. Per questo il braccio destro saetterebbe verso quello sinistro di lei, tirandola letteralmente contro di lui, avvicinandola a sé. Tenterebbe - qualora fosse riuscita la prima fase - di baciarla con passione e veemenza, bloccandole la testa con la mano sinistra che, eccitata, s'infilerebbe tra la folta capigliatura rossa. Labbra e lingua che si muoverebbero all'unisono, cercando d'infondere di piacere il corpo della donna. Che indecenza star così in pubblico! Eppure è abbastanza lontana dal clan per non sentirsi additata in qualsiasi modo, perchè non giocare dunque? < ci odiano Dyacon > il respiro che si fa più corto nell'aria fredda che torna a permeare le loro carni , freddo e pungente si insinua sotto quella sottile camicia , sulle braccia ancora nude, eppur trema lievemente < non ci siamo stati per nessuno , non abbiamo salvato nessuno dalla morte e dalla distruzione > vi è perfino della giustizia nell'odiar coloro che non vi furono, eppure odiare se stessi per la troppa debolezza è cosa da pochi. Sa che non vi sarà altro modo che farsi perdonare dal proprio paese se non nel continuare a proteggerlo a proprio modo . < ormai i kage non contano più molto > non quando vi è un governo centrale una polizia con metodi poco ortodossi a voler mantenere quella pace. Burattini, lo sono tutti, eppure il fine è dei più lieti , la pace o una sorta di essa. Ma ciò che sarà non potranno dirlo in quel momento, la mente che pare disconnettersi da quei discorsi troppo pesanti e lugubri, di una guerra che arriverà senza alcun dubbio ma non sanno ne come ne quando.. e forse saranno già morti prima che la prossima alba possa tornar a brillare su quel mondo. Quelle parole le ode eppure sa che non vi è tutto detto, ma perchè chieder ancora e indagare? Preferisce che rimangano li, non dette, eppure impregnando l'etere stessa della loro essenza . Ma vuole rimanere, tanto basta anche per lei, rimaner li non par esser poi tanto male , quando due fuochi si alimentano in quel modo per bruciarsi a vicenda < per me? > consapevole che probabilmente lo è davvero, eppure le piace quel ragazzo, tanto diretto quanto stronzo a suo modo . In quell'esser quasi rude, ma ciò non verrà detto, non si lascerà andare in tali parole, specialmente in quel momento. Eppure si sta lasciando andare troppo in quel modo, in quel loco , scivolando via su quella panca con il respiro mozzo e le gote arrossate < mh? > quel no arriva così come quel bacio, violento e ardente, improvviso, eppure chiuderà i propri occhi a quel mondo lasciandosi trascinare in quella danza. Un bacio che ricambierà con meno ardore e quella punta di dolcezza che la contraddistingue, cercandolo anche lei con la mano che andrebbe ad artigliare quelle vesti per renderlo più vicino. Un bacio lungo che vuole solo consumarla, arde con lei e ci vorrà un pò per potersene distaccare e riprender di nuovo la realtà per come è. Sono fuori, su una panchina < dovremmo andare > un sussurro basso, e non ha bisogno di dir a cosa si riferisca se non alla casa altrui, abbastanza vicina da poter raggiunger in poco tempo. Tutto pur di non cedere li in quel momento. Si alzerebbe poco stabile su quei tacchi eppur anche adesso la notte sarebbe calata, riscaldandole infine il petto freddo e gelido, in quella piccola casa che non le appartiene per sentirsi parte di qualcosa di nuovo, diverso. Per assaporar un'altra anima e legarla alla propria. Quanto è egoista? Troppo. [end] [Piazza] Al contrario dell'altra che è lontana dalla sua terra natia e dal clan di appartenenza, lui invece è a Suna, suo villaggio d'origine. Ma se ne sbatte altamente di come potrebbe esser additato: è libero di decidere per se stesso e di fare ciò che vuole. Continua a baciarla, a tenerla stretta a sé senza lasciarla andare, senza darle nessuna via di scampo. Ha giocato con il fuoco e adesso il fuoco ha deciso di avvampare, di manifestarsi. < ..... > Solo al termine di quel gesto contraccambiato, si distanzierebbe dalla rossa, osservandola in viso. < Si, è decisamente meglio andare... > Annuisce con un lento e leggero cenno del capo, mordendosi il labbro inferiore nell'osservare la struttura fisica di Sango quando questa si alza dalla panchina. La squadra dai tacchi alla capigliatura rossa(?). < Non capisco Sango. > Cerca di far sbollire quell'eccitazione, deviando l'attenzione su un discorso che non ha ben capito. Inteso. < Vi odiano? > Anche lui raggiunge l'eretta postura, afferrando la giara per la fascia in seta, allacciandola in vita. Così facendo, la reliquia si posiziona in diagonale dietro la schiena del Sabaku. < Di chi stai parlando? E poi perché parli al plurale? > Domanda con il sopracciglio sinistro inarcato verso l'alto. < Chi odia chi? > Quesito diretto che, spera, avrà una rispetta altrettanto chiara. Gli mancano i soggetti del discorso. < I Kage sono sempre i ninja più forti dei loro villaggi. Avranno sempre il potere. > Magari più controllato, ma tireranno sempre le fila del destino del mondo degli shinobi. < Ah, Sango... > Vuole farla voltare, ricercando la sua vicinanza. < Hai la divisa da Shinsengumi? > Chiede con nonchalance mentre un sorriso malizioso prende forma su quei tratti somatici albini. < Magari potresti indossarla la prossima volta... > La butta lì, speranzoso che l'altra acconsenti a quella richiesta. Non è una richiesta normale, ma con uno sfondo erotico neanche troppo tanto celato. L'idea di avere un rapporto con la rossa vestito in uniforme lo manda in visibilio. Sorride, affiancando la genin lungo il cammino, scomparendo nella notte di Suna, venendo entrambi inglobati dall'oscurità. [X]