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Interrogatorio Shinsengumi contro Mekura Hyuga - La speranza di un futuro migliore

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Giocata di Corporazione

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con Kioku, Mekura

Stanza Creata: Prigioni Shinsengumi.

Fa freddo, c’è poca luce, goccioline d’acqua scendono lungo al nuda roccia che ti circonda, una cella ecco il posto in cui ti trovi e dove ti risveglierai, come ormai da qualche giorno, per quanto pasti e un posto dove stendere le tue membra, ma dal giorno in cui ti sei fatta scortare nella sede non hai saputo più nulla. Sango non l’hai più vista, dopo quelle interminabili ore di interrogatorio, lei è stata condotta fuori da quella stanza e te sei dovuta rimanere da sola al suo interno per altrettante estenuanti ore, continue, poi gli interrogatori, il susseguirsi di diverse persone ma sempre con le stesse domande, una guerra mentale, attua a logorare la tua mente, la tua resistenza, la tua stamina, infine il capitano delle guardie della Shinsengumi, altre domande, questa volta con un pochino in più di aggressività, le manette anti chakra che ti avevano messo una volta entrata stringersi ancora di più. Infine sei stata portata qui senza che ti venisse detto nulla, senza che tu potessi avere modo di ribattere o di combattere per la tua salvezza, non sai cosa ti potrà accadere, non sai se verrai liberata o se marcirai in quella gabbia per il resto dei tuoi anni, sarebbe poi così sbagliato Mekura? D’altronde voi avete abbandonato la gente di questo mondo nel momento del bisogno, a pochi interesserà davvero sapere cosa stavate facendo contro quel misterioso gruppo, ciò che anche i più vecchi ricordano e ricorderanno è che voi non c’eravate nel momento del bisogno, voi non avete udito e vissuto le urla strazianti e doloranti dei popoli, dunque è giusto che voi illesi come nulla fosse ritorniate alla vita? Riflessioni o meno che ti potrai porre, starà a te, innegabile però quell’attesa stressante, fino ad un certo punto, le sbarre lentamente cominceranno a scricchiolare e la porta di aprirebbe, nessuno come ormai di solito entrare, d’altronde pasti ed altro sono stati già consegnati, semplicemente verrà aperta la porta, se deciderai di uscire ti ritroverai in questa prigione dalla forma circolare con le “stanze” dei prigionieri ad ogni lato componendo loro stessi il muro quasi, in lontananza delle scalinate, ma al centro un piccolo spiazzo con una luce al centro, come un faro perpendicolare, non si comprende bene se sia luce artificiale o naturale. Dunque se mossi i primi passi al difuori della tua cella arrivando infine allo spiazzo, una ombra in lontananza, ancora ammantata nell’ombra esordirebbe parlando <bene bene dunque è arrivato il tuo momento> una voce arrogante, rude raggiungerti e come uno schiaffo svegliarti quasi <nome e cognome FORZA> tuonerebbe infine, il suo è più un ordine che un suggerimento, a quanto pare un interrogatorio, forse l’ultimo, dipenderà da te. [AMBIENT MEKURA HYUGA] LESSE GO]

22:25 Mekura:
 Non stava benissimo. Ma non doveva stare benissimo per la credibilità di questa interessante cattura da parte di Sango, per evitare che ci fossero qualche dubbi sulla genuinità della cosa. Se ne sta con gli occhi chiusi cercando di focalizzarsi solo su se stessa cercando di trovare un minimo di pace e quiete mentre attende e ripensa a quello che le ha detto Sango. Doveva crederle? doveva attaccarsi ancora a questa idea? che fosse una buona idea, era di per se discutibile, ma voleva tentare il tutto per tutto, per Kimi. Era pronta anche a rimanere in prigione, tanto, cosa aveva da perdere? poco e nulla, poteva solo guadagnare tutto e per farlo doveva tentare tutto. Perciò è rimasta per la maggior parte del tempo in silenzio, ferma a dormire, meditare, l'unica occasione in cui parlava era per rispondere alle domande ed agli interrogatori. Per il resto usa questo momento solo per ripensare al suo passato ed ai suoi errori: del resto è anni che vive in una prigione, mentale, differente, ma sa cosa significa. Apre gli occhi mugugnando per via del rumore rigirandosi verso la porta sentendo quella voce rude. Mekura prende un respiro, si solleverebbe in piedi e si trascina verso la porta in modo meccanico. Assottiglia lo sguardo guardandosi velocemente intorno fuori dalla sua cella trovandosi nella stanza circolare e alla fine rispondere <Mekura Kagura Hyuga> lo direbbe ad altavoce cercando di non tradire la bocca impastata per via del poco utilizzo che ne sta facendo in quel periodo della voce.

Dunque hai scelto di uscire, di combattere in qualche modo per la tua vita, di non rimanere segregata come molti credono che meritiate, di uscire fuori e ancora una volta mostrarti in quella figura che una volta, moltissimo tempo fa era anche una figura di riferimento del clan Hyuga stesso, ora non sei che un’ombra di quella che un tempo eri. Poco importa, risponderai a quella domanda, la figura dunque muoverebbe alcuni passi verso di te, fermandosi al centro del piccolo spiazzo illuminato <hmm> visibilmente contrariato, sperava forse che avresti implorato o detto cose a caso, poco male, ci sarà tempo se vi sarà bisogno di farlo. Un grugnito quello della figura che ora si presenterebbe a te come un essere dalle fattezze quasi bestiali, molto grosso, più largo che muscoloso, anche un po’ viscido, un enorme cicatrice solcare tutto il volto in diagonale quasi a spezzarlo in due, farebbe un cenno con il capo, due guardie apparirebbero ai tuoi lati, forzandoti a camminare fino allo spiazzo stesso, a pochi metri da lui, con altrettanta forza ti metterebbero in ginocchio <bene bene, signorina Mekura> sbavando di tanto in tanto, si avvicinerebbe con il muso <una giusta posizione per dimostrare il tuo rispetto cof cof> strozzandosi quasi a volte <vediamo se mi ricordo bene> comincerebbe a fiatare <sei una traditrice, risvegliata su quel famoso campo di battaglia ed ora giuri vendetta contro il governo di Kagegakure giusto? Professandoti una terrorista…NANIIII?!?!, ma che dichiarazioni forti ehehe> volgerebbe il suo sguardo di lato, palesemente ironico nel suo dire oppure una minaccia quasi, non sai quanto quelle parole di quel tizio viscido possano essere prese sul serio ai piani alti, starà a te destreggiarti dunque tra le parole <confermi dunque e dai piena confessione dei tuoi reati?> grugnerebbe un’ultima volta per poi attendere una tua risposta. [AMBIENT MEKURA HYUGA] LESSE GO]

23:21 Mekura:
 Le hanno messo davanti un soggetto terrorizzante deve dire, quasi una bestia. QUello che la preoccupa però sono le due guardie ai suoi lati che la forzano a camminare facendola avvicinare a quella creatura e, seppure non faccia troppa resistenza, ad un certo punto, forse presa alla sprovvista o solamente per non farsi troppo male alle ginocchia cercherebbe di rallentare la caduta <hum!> piega la testa in avanti ritrovandosi in quella situazione e quando questo si avvicina per reazione la Hyuga sposta lo sguardo verso destra come per cercare di allontanarsi con il volto per evitare che le sbavasse addosso o sputacchiasse. E poi sente quelle parole, quella dichiarazione: traditrice, vendetta? terrorista? a malapena era una terrorista quando era nella Akatsuki e ora si ritrova con "sbavone" qui che la prende in giro? che lancia quelle accuse? Lo guarda direttamente, cercando la forza di reagire e prendere un lungo respito. Non risponderebbe subito, perché è evidente che questo stesse cercando un motivo per farle del male. <lei ricorda bene, ma ricorda bene delle informazioni sbagliate> afferma seriamente guardandolo in faccia <confermo di essere venuta meno ai miei doveri come ninja di proteggere e servire il mio paese per ordine di quello che era il mio Hokage allora, confermo di essermi risvegliata in quel campo di battaglia tuttavia mi dissocio dalle accuse di vendetta verso il governo di Kagegakure e dalla accusa di essere una terrorista. Non ho alcun motivo ne interesse di arrecare terrore a queste persone> e rimane a guardarlo, sapendo che avrebbe scatenato una reazione probabilmente violenta.

Ti pieghi ma non ti spezzi a quanto pare, piccola Hyuga, il bestiale maialozzo altri non è che il “carceriere” di queste prigioni, per quanto macabra sia la sua figura è un’autorità a tutti gli effetti all’interno della sede per quanto ovviamente non si mostri, un po’ per il suo aspetto un po’ per il suo ruolo, relegato a quelle fondamenta lugubre, ben poco a che spartire con l’élite della Shinsengumi, del resto basta guardarlo in faccia per capirlo. L’occhio cinico del carceriere ti guarderebbe, spogliandoti quasi, fa anche un po’ schifo tutto sommato, ascolterebbe le tue parole gli occhi arrossirsi, il grugno divenire imponente e duro, ti guarderebbe dall’alto verso il basso fino alla tua ultima parola, compierebbe uno scatto verso di te, per quanto scatto si possa dire, sobbalzando e tenendosi i pantaloni per poi mollarti un ceffone con il dorso della destrosa <bugie lurida troia> si avvicinerebbe ancora di più verso di te, potresti sentire l’alito di fogna ed il sudore pizzicare violentemente il tuo naso, la sua lingua da maiale uscirebbe lentamente, più lunga del normale, grossa, come un serpente obeso, leccarti la gote arrossata per via del colpo <bugia o forse verità> con un ghigno malefico mentre le due guardie farebbero forza per tenerti a bada qualora tu volessi reagire a quelle “attenzione” indesiderati, d’altronde egli qui è il re, questo è il suo regno e dovrai sopportare per dar valore alle tue parole. Arretrerebbe dunque, mostrandoti nuovamente il suo volto <e allora se non è per terrorismo e vendetta, cosa sei tornata a fare qua? Quali sono le tue intenzioni?> nuovamente quella domanda, ancora una volta, per la millesima volta, per convincerlo dovrai darti da fare, per convincere l’intera Shinsengumi ed il governo dovrai darti da fare, per riabilitare il tuo nome e poterti nuovamente ergere con l’orgoglio di un ninja dovrai combattere con tutta te stessa. [AMBIENT MEKURA HYUGA] LESSE GO]

Immagine Carceriere: https://pbs.twimg.com/profile_images/1317154887247986695/Ezn3kGSm.jpg + https://64.media.tumblr.com/430edeb396edb7c305d46829e74545d6/91b5dc3a22914d88-46/s250x400/b31710b8d0ef287e11adcf506e6816c99fa35feb.png

01:12 Mekura:
 Sgrana gli occhi quando sente quel rumore, quel grugno. Il modo in cui si avvicina e le tira un ceffone alla quale per tutta reazione si lascia sfuggire un urlo di sorpresa, corto, femminile. Non è la prima volta che viene menata, lei è una Kunoichi di prima linea, si è fatta bruciare, tagliare, massacrare, la sua vecchia se, se volesse, poteva anche pensare di trattenersi e ridarglieno con tutto il reso. Ma lei adesso è lei, la sua attuale posizione, il suo ruolo in quella prigione è essere "debole" e deve dare queste piccole soddisfazioni al maiale. Alcune sono meno ricercate di altre, come lo è l'espressione contrita quando questo le si avvicina e fa quel gesto. Chiude gli occhi, si ritira e stringe i denti mentre sente i muscoli comprimersi contro la presa delle due guardie. Stringe le mani in modo convulsivo prima di farle tremare e dopo un lungo respiro rilassarle mentre, prutroppo, è costretta a sentire il marchio puzzolente sulla sua stessa pelle. Ma diciamo che è una sorta di contrappasso anche quello con tutta l'esperienza che ha avuto con gli uomini. Insomma, non è la prima volta che sente quelle parole, educlorate o meno, non è la prima volta che si sente disgustata da tali attenzioni ed anche questo è essere una Kunoichi, bisogna essere pronti anche a questo, fa schifo, ma molte cose nella vita fanno schifo. Prende un lungo respiro, un'altro ancora cercando di calmarsi. La voce le esce fuori mentre prova a parlare ma esce un mezzo lamento. Stringe le labbra e ci riprova. <vivere, servire> lo dice schiettamente, sinceramente <ho perso tutto a causa dei miei errori, delle mie colpe e della mia negligenza> afferma con un sincero rimpianto nella voce <quando sono arrivata in questo villaggio ho chiesto cosa fosse successo, non capivo la rabbia, il rancore, non capivo neppure perché nessuno era venuto a cercarci, eravamo come in gabbia. Io ho fatto quello che dovevo fare: ho ascoltato. Ho imparato, ho capito quanto è grave il peso delle mie azioni> Fa una breve pausa rimanendo, per forza di cose, ferma sul posto con la testa piegata verso il basso tenendo gli occhi chiusi. <quello che avete subito è una ingiustizia. Avete visto la linea rossa, quella linea che nessun civile dovrebbe vedere, quella che dovevamo impedire di farla vedere. Vi siete trovati di fronte ad un problema e chi aveva giurato di proteggervi non c'era. Avete sofferto, siete diventati forti, vi siete uniti a discapito da quello che vi divideva...ed il prezzo è stato esorbitante. I villaggi persi, il mondo ridotto dentro le mura, molti sacrifici> la sua testa tocca il terreno prostrandosi in segno di scuse <le mie scuse non saranno mai abbastanza probabilmente e sarei dovuta semplicemente sparire nel nulla come lacrime nella pioggia> ma non poteva perdersi nel nulla, non con quello che deve fare. <ma sono qui, sono stata riconosciuta e portata a rendere conto delle mie colpe, dei miei errori> prende un lungo respiro e procede <magari non sono mai stata una grande kunoichi, ma il mio istinto di servire uno scopo più grande di me permane. Per quanto possa sembrare assurdo, tutte le guerre che sono state fatte erano per arrivare a questo, tutti i sogni, tutti i desideri dei nostri capi erano per arrivare al sogno di grandezza che è e può essere ancora di più Kagekagure. Nella nostra cecità abbiamo cercato la coesione attraverso la distruzione...la storia parla chiaro che abbiamo scelto male la nostra strada, ma vivo con il conforto che la nostra guerra per la pace l'abbiamo persa e voi l'avete vinta, per fortuna> deve arrivare ad una conclusione sta già parlando troppo <quello che dico...è che mi è impossibile avercela con voi, mi è impossibile pensare di farvi del male più di quanto l'abbia già fatto: come può una madre, anche se negligente nel suo operato voler uccidere i propri figli?> e questo è un commento sentito da parte sua.

Quelle prigioni hanno visto di tutto, prigionieri senza speranza, chi senza coraggio, chi ormai irrecuperabili, le mura son pregne di quei dolori, delle urla, delle richieste di perdono e talvolta anche di scusa, troppo tardi per chi magari era destinato al patibolo. Il perdono è qualcosa che tutti possono provare a ricevere ma prima di riceverlo devi meritartelo, guadagnartelo, non sempre le parole bastano e queste prigioni ne hanno viste di tutti colori e forme. Il famoso carceriere rimarrebbe ammutolito da quella che sembra essere un ammissioni di colpo a, delle scuse, una confessione, sentimenti, rabbia, tante cose tutte insieme e nello stesso momento, cogliendo così di sorpreso persino il cinico carceriere, d’altronde la bontà si cela in ognuno di noi, bisogna solo toccare i giusti tasti, proferire e guardare con occhi diversi per raggiungere il proprio obiettivo, ciò purtroppo non è sempre facile e comprendersi tra persone è sempre più difficile, la storia stessa te lo ha insegnato Mekura, le guerre, il sangue, le battaglie, quante di queste non sarebbero nate se solo ci si fosse venuti incontro, se solo quell’inutile orgoglio ormai antiquato si fosse contrapposto alle persone, se solo qualcuno avesse urlato come te ora stai parlando, chissà forse un giorno si riuscirà in tale intento. Le guardie stesse, comincerebbero ad allentare la presa ad ogni tua parola, colpiti da un tale gesto così spontaneo, non stai vomitando il tuo odio e la tua rabbia nei loro confronti, non stai gridando vendetta verso di loro, non stai pregando per avere salva la vita, sei arrabbiata anche con te stessa, per averli abbandonati, questo è il tuo nindo Ninja che mai dovrai dimenticare e mai dimenticherai, questo è ciò che fa di te Mekura Kagura Hyuga, non semplici parole scritte su un foglio di carta o un grado, ma ciò che sei realmente. Le guardie ti lascerebbero andare via via che le tue parole incalzerebbero, in quella sorta di affetto materno quasi, non conosci le loro storie ma da un rapido sguardo la loro età coinciderebbe precisamente con una loro crescita adolescenziale durante i dieci anni di grande conflitto e sofferenza, il giorno in cui i ninja vennero meno al loro nindo, volente o nolente, non conosci le loro storie ma ognuno di loro ha perso qualcuno, chi cercando di arrivare al villaggio in costruzione di Kagegakure come la guardia alla tua destra, che vide sbranati i propri genitori da una bestia, chi, come la guardia alla tua sinistra che vide la sua sorellina morire di fame nonostante si togliesse quel poco cibo che si procurava per darlo a lei, ma era debole, non stava bene e non c’erano possibilità, vedendola appassire e divenire fredda lentamente, senza che potesse fare nulla e persino lui…il carceriere, che vide il suo intero villaggio distrutto e bruciato dal Dio ninja stesso e dalle sue bestie, il suo volto, coperto da quella maschera animalesca copre unicamente un volto sfregiato che lui stesso non riesce più a guardare, troppi ricordi, troppi dolori, di aver perso l’amore dei suoi familiari, dei suoi amici, ferite così profonde in quel volto da averlo deturpato per sempre e con esso magari un futuro diverso, più pacifico…migliore. Ognuno in quella città ha perso qualcuno, che ora vi siano feste, tecnologie, abitanti sorridenti e nuove possibilità, non cancellerà mai la sofferenza e mai dovrà essere cancellata, bensì custodita, affidata alle nuove leve, alla speranza, ai bambini che nasceranno o che sono nati ed ora sono ragazzini o adolescenti, a loro va affidata questa sofferenza, tramandata perché in quel ricordo c’è anche la voglia di vivere, di resistere, di lottare e combattere, c’è vita, c’è speranza. Grugnerebbe all’udir quelle tue ultime parole, rompendo quel silenzio assordante che si era creato in quei pochi istanti, troppo profondo per i propri gusti <bha portatela via> le guardie rinsavirebbero come da un sogno, afferrandoti per rimetterti in piedi e voltandoti verso la tua cella, a pochi passi da quella porta la voce del carceriere ti raggiungerebbe nuovamente <datele cibo, coperte, dei vestiti nuovi e l’occorrente per lavarsi, domani firmerai diverse scartoffie e sarai…libera> seppur quell’ultima parola parrebbe quasi più una minaccia che un indicazione. Così sarà, cara Mekura Hyuga, verrai cibata, ti verranno dati vestiti nuovi e puliti più tutto l’occorrente per lavarti, il mattino seguente verrai scortata da una ragazza biondina che ti riempirà la testa di parole su di te, sul tuo passato, lette su di un fascicolo, all’uscita dalle prigioni verrai condotta in degli uffici amministrativi, qui ti verranno fatte domande di pura formalità, ti verrà data una carta d’identità che Kagegakure possa accettare, inoltre ti verranno date specifiche indicazioni su quale sia la tua attuale situazione politica e sociale, libertà vigilata fino a contro ordine, non potrai abbandonare il villaggio e verrai tenuta comunque sotto osservazione, semplice modus operandi per poterti rimettere al mondo e reintegrati. Mekura Hyuga, oggi hai combattuto per te stessa e lai fatto senza dover versare il tuo sangue o quello dei tuoi nemici, una nuova era è giunta in questo mondo ninja, un era diversa da quella che te stessa ricordavi, di battaglie, guerre, sangue e di un onore molte volte scambiato per pura sete di sangue, un mondo nuovo, forse migliore, un mondo forse…per cui valga la pena di lottare e mantenere integra la pace, ma starà a te decidere come, con chi e se farlo. [prego fare end] [FINE AMBIENT]

02:30 Mekura:
 Quale arma è la parola? quale arma che implica il vero potere di una persona? l'arma che brandisce l'anima o forse quell'arma, quel potere che da la voce a qualcosa di più grande di se, del chakra stesso. La parola, la parola è potere, la parola è devastante come un jutsu, la parola imprigiona le persone nella più profonda illusione, le lega a loro piega la loro volontà ai loro stessi traumi. La parola può sollevare gli animi, può muovere le masse e può allenare la presa delle proprie catene. E lei guarda questa scena, guarda chi ha davanti e cosa ha appena fatto. Ha distrutto, come al solito, ma questa volta quella distruzione è stata senza sangue, senza rancore: ha portato avanti la sua realtà, ha aperto il cuore a delle persone che non volevano sentirsi soli. Si massaggia i polsi, guarda quell'uomo terribile e prende un lungo sospiro di sollievo quando lo sente. <vi ringrazio> fa un'altro inchino e poi si guarda attorno di nuovo, cercando di sollevarsi ancora un po' perplessa da questa situazione. Però la sua situazione cambia, migliora nella percentuale tale in cui ha del cibo, nuovi abiti e qualcosa per ripulirsi. Quello in particolare è il momento in cui le sue gambe sono crollate mentre si lavava andando a pulirsi profondamente il viso e ovunque sentisse l'odore di quell'alito sul corpo. Una parte di lei potrebbe vergognarsi su molti livelli differenti, ma quella sensazione le ha risvegliato un orrore che non centrava direttamente con quel carceriere, ma da quello che rappresenta quella testa di maiale. Tutto quello che è successo con il cappuccio rosso, tutto quello che poteva essere, è rimasto è una cicatrice che ora più che mai sente di avere nel suo corpo. Neanche il sonno è stato dei migliori, ma si è sforzata di ascoltare la bionda e quello che aveva da dire annuendo in modo gentile come se fosse appena uscita dalla sauna delle terme. Il tempo delle formalità, una carta di identità e ovviamente controllata a vista. Mekura guarda quel documento ma quel sorriso sul volto, distante esprime una certa malinconia: questo è solo il primo passo per trovare Kimi, non è mai facile...ma forse con questo rinnovato potere, il potere della parola, può fare meglio di quanto abbia mai fatto realmente. [end]

Proseguo giocata: https://bsoulshippuden.rel.to/viewthread.php?t=57530

Dopo essere stata scortata da Sango Ishiba nella sede della Shinsengumi ed essersi consegnata, numerose ore di interrogatorio si sono susseguite, estenuanti ed aggressive, al termine delle quali la Hyuga è stata portata nelle prigioni della sede stessa.

Dopo diversi giorni, si vede nuovamente sotto interrogatorio, questa volta proprio nelle carceri della Shinsengumi, a condurre le danze il famelico e disgustoso Carceriere, famoso per il suo volto semi coperto da una maschera dalle fattezze animali (un maiale) e per il suo poco "tatto" quando si parla di prigionieri.

Qui, Dopo ore ed ore di interrogatorio, stressanti e violente infine riesce a convincere delle sue intenzioni tutt'altro che negative, il carceriere e dunque la Shinsengumi, con un interessante riflessione su se stessa e la situazione dei ninja risvegliati...la sua non è un ammissione di colpa, non è una confessione ne una disperata clemenza, bensì una crescita di Mekura stessa.

Condotta nuovamente nella propria cella, gli verrà dato cibo, dei vestiti nuovi e modo di potersi lavare e pulire, l'indomani verrà condotta negli uffici amministrativi dove gli verrà data una carta d'identità che Kagegakure possa riconoscere, una nuova vita, una nuova possibilità, per fare di più, meglio.

Chiare indicazioni le sono state date, dove poter andare, non poter uscire e la consapevolezza che sarà costantemente sotto osservazione e seguita da due membri della Shinsengumi, per sicurezza ovviamente.

Commento OFF: Brava, l'interrogatorio poteva durare molto di più e con maggiori conseguenza fisiche ma sei riuscita nel tuo intento e soprattutto a cogliere il significato principale di tutta la situazione che si sta venendo a creare. Molto bene, spero che questo ti possa dare incentivi o spunti.