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Fanculo Nene

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con Fuji, Saigo

21:13 Saigo:
 Dopo la strana serata e i tumulti ormonali che l’hanno colpita sulle rive dell’acqua è tornata a casa di Fuji e non trovandolo è rimasta per un po’ buona, poi ha iniziato ad annoiarsi. Ciò che quindi troverà il ragazzo al suo ingresso a casa sua è uno strano ammasso di arti sul divano, quasi tutte le mani hanno tutte le dita abbassate tranne il medio e sono tutte orientate verso la porta, così che chiunque entri comprenda subito il messaggio. Il tavolo da lavoro invece è pieno di viti e strana ferraglia che non ha compreso ma ha comunque disegnato con quegli oggetti una faccina incazzata. Una lattina di birra è stata invece abbandonata sulla porta del bagno. A terra verso la camera da letto ci sono i suoi vestiti, quel paio di pantaloni eleganti neri, la giacca dello stesso colore e persino il reggiseno di pizzo. Proseguendo dunque verso la stanza da letto si trova lei, indossa una maglietta enorme di Fuji e si è semplicemente addormentata sul suo cuscino. I capelli nascono il suo volto e parte di quello di Aozora, infatti si è trascinata dietro il manichino che ora abbraccia e che ha posizionato in modoc he anche ricambiasse quel gesto d’appetto. Se ne sta lievemente sul fianco destro, la gamba sinistra piegata a novanta gradi sul busto di Aozora. Per il restio è nuda, si intravede appena la sua pelle candida, le caviglie sottili e i muscoli comunque abbastanza allenati. Lei è lì, persa nel suo mondo dei sogni, abbracciata a quell’amica d’infanzia che non riuscirà mai a lasciar andare, dopo aver semplicemente preso possesso della casa di Fuji. Occupa tutto il letto, riuscendo ad espandersi oltre qualsiasi immaginario. La maglietta le copre appena le natiche, lasciando intravedere persino le mutande abbinate al reggiseno descritto poco fa. Non è certo delicata, non sembra indifesa ma è tranquilla, semplicemente assorta nel suo mondo dei sogni. Le labbra si muovono inconsciamente verso la faccia del manichino, su di lei si appoggiano e qualche verso strano rendono ben chiaro che sta immaginando di baciare qualcuno. Capitela sta scoprendo un nuovo mondo e chissà quale strano sogno sta facendo dato che è tutta impegnata a dare un lungo ed appassionato bacio a stampo, perché non saprebbe darne altri, al freddo manichino inerme tra le sue braccia. Sogni d’oro piccola Saigo

21:32 Fuji:
 Finalmente è riuscito a giungere presso l'imponente palazzo che ospita il suo appartamento. Le luci e le ombre presenti gettano un'atmosfera idilliaca su quel luogo, mentre il vento smuove appena l'acqua della grande Oasi presente poco distante. Il suono è sublime, inarrestabile, così come la brezza che delicata smuove appena i capelli davanti al viso del moro per mostrarne un'espressione come suo solito assente, un po' distante. Ha sicuramente dato ultimi importanti saluti a quel misterioso ragazzo per poi raccogliere le sue energie restanti ed utilizzare i fili di chakra derivanti dalla propria innata per animare le proprie gambe attraverso l'esoscheletro creato. Agli occhi di una persona normale potrebbe esser appena visto tra le ombre scure un rigonfiamento lungo gli interi arti inferiori, sottile ma certamente anormale. La mano sinistra solleva ed abbassa un dito e poi l'altro con movimenti minimi e precisi che danno l'illusione che si stia muovendo con naturalezza mentre rimembra chissà quale piacevole motivo musicale. In realtà, non vede nè pensa a niente in particolare. Gli occhi si posano un'ultima volta sull'immenso silenzio del cielo, fissando gli astri per contemplarli appena e forse, un po', maledirli. A che servono tutte quelle luci nel cielo? A che quell'immenso spazio? A che tutte le sventure della vita se poi l'esistenza stessa non è capace d'appagare alcuna entità? Si sfiora appena il petto prima di tendere un braccio verso la porta, aprendola delicatamente come suo solito. La lingua schiocca sul palato con un che di infastidito, come se pensare l'avesse turbato, gli avesse procurato un tedio che prova ogni qual volta si trova a riflettere per troppo tempo. Per un momento abbassa lo sguardo sul braccio sinistro, capace di dargli l'illusione d'essere completo, così come l'esoscheletro indossato manovrato con l'ausilio di chakra. Infine, si fa coraggio: mette piede dentro la sua abitazione, si chiude la porta alle spalle e finalmente si guarda intorno, ritrovando uno scenario in parte aspettato ed in parte no. Una gocciolina di sudore gli scende dal lato del viso mentre agilmente andrebbe a togliersi l'esoscheletro dalle gambe e disattivare qualsiasi effetto residuo d'innata, afferrando un semplice bastone ed utilizzandolo per muoversi, seppur lentamente, con le proprie forze. S'accorge d'ogni dettaglio: dalla disposizione delle marionette alla lattina di birra, ed infine persino dei vestiti lasciati un po' ovunque. Dovrebbe mettere su un broncio e scuotere il capo, ed è ciò che fa. Eppure, le labbra vanno contorcendosi involontariamente creando un sorriso a malapena accennato. Si affaccia finalmente alla propria stanza, rimanendo fermo sull'uscio qualche secondo a metter a fuoco con la vista gli elementi disposti in giro. In un primo momento, avvedendosi di quella scena, rimane immobile ed in silenzio ad osservare l'altra riposare di fianco ad Aozora. Poi, dopo qualche secondo, rimane confuso. Sta baciando Aozora? La fronte s'aggrotta appena ed in viso si presenta un pallore differente dalla norma. Che fare, Fuji? Gli occhi viaggiano rapidi verso le caviglie altrui e 'scavalcano' la pelle scoperta della recluta. "Che cazzo fai.." Col tono di chi è arreso alla vita, tenta di richiamarla alla realtà, spostandosi per mettersi esattamente in piedi di fronte al letto.

21:45 Saigo:
 Il lungo e appassionato bacio continua, la passione che scorre in lei viene interrotta solamente dalla necessità di staccarsi per respirare, i mugolii continuano mentre è tutta impegnata ad amoreggiare con qualcuno in quel sogno. Una voce che dista anni luce dal suo sonno arriva fino alla sua testa, lentamente la riscuote. Non dovrebbe stare lì, nel luogo dove si trova lei non c’è Fuji quindi perché mai dovrebbe sentirne la voce? Inizialmente cerca di cacciarla, le sta piacendo così tanto quel bacio, quel freddo bacio. Freddo? Ecco i primi segnali del risveglio che giungono mentre apre lentamente gli occhi ancora tutta assonnata cercando di uscire dalla fase REM con non poca fatica. Le palpebre ricadono sulle sue iridi rosse qualche altro istante, incapace di svegliarsi per davvero ma poi la mente torna a quelle stranezze, il freddo sulle labbra la voce nella sua testa e quindi eccola spalancare gli occhi presa da un dubbio atroce: se fosse tutto un genjutsu? La prima cosa che nota sono le sue labbra appoggiate ad un’ombra che non ricorda e quella cosa la sta anche abbracciando. Si spaventa. Braccia che si ritraggono verso il suo petto velocissime così come le gambe e poi <AAAA> con quest’ulto di battaglia rotto dalla paura allunga tutti i suoi arti per far volare via dal letto Aozora, che riconosce come tale solo dopo averla spinta via. Si era completamente dimenticata di averla stretta a sé fino a crollare nel mondo dei sogni. Sbatte un paio di volte le palpebre per mettere bene a fuoco, l’affanno nel respiro a causa del pessimo risveglio, la bocca secca a causa di quel bacio sbavato sulla faccia della marionetta. Andrebbe semplicemente a sedersi sul letto di Fuji, palesemente confusissima. Gli occhi che viaggiano per tutto ciò che le sta intorno, dal pavimento fino alla porta: lo fissa, fissa le sue stesse gambe nude, torna su di lui e poi passa alla marionetta, osserva il suo pigiama improvvisato e non si imbarazza nemmeno un po’ a mostrarsi praticamente mezza nuda davanti a lui, altro segnale che dovrebbe insospettirla ma per il momento è ancora troppo rimbambita dalla fase rem <cosa cazzo ci fate a casa mia?> una domanda più che lecita se quella fosse effettivamente casa sua, un grosso SE considerando che non si trova affatto nella sua cameretta. La voce risulta secca, impastata dal sonno e lei solo ora si fissa sull’amico perplessa e anche abbastanza incazzata per il pessimo risveglio

22:05 Fuji:
 Inutile provare a dar senso a ciò che i propri sensi di tanto in tanto vedono. E' forse questa la risposta alle domande quasi filosofiche che stava domandandosi poc'anzi. Il tedio che l'assaliva precedentemente svanisce lasciando soltanto nei suoi occhi il solito sguardo di velata malinconia, dove la troppo lunga abitudine al mantenimento di apparenze eguali ha abolito la mobilità dell'indagine curiosa; occhi dove le forme degli esseri familiari si riflettono senza mutamento o mistero, fissi ed immersi nel colore della vita inerte. Del resto, Fuji non è mai stato particolarmente espressivo quando era più giovane; non avrebbe senso esserlo adesso considerando il vestito indossato. Per lo più, le cuciture del vestito son troppo strette per potersi affacciare sull'io profondo. " ... " Batte le ciglia, realizzando di starsi perdendo ancora in quei suoi caratteristici secondi di vuoto silenzio e riprendendo i sensi contemporaneamente al momento nel quale Aozora subisce letteralmente un trattamento che non merita. La reazione è istintiva, l'aprirsi degli occhi e l'allungarsi della mano sinistra in avanti - quasi abbastanza da fargli perdere l'equilibrio. Un filo di chakra vien fatto viaggiare con lo scopo di intercettare quella caduta: ma fallisce. Del resto, aveva appena disattivato l'innata. Aozora batte sul pavimento e Saigo urla, causandogli un sussulto che viene velato da un rapido scuotersi della testa. I fili di chakra raggiungono poi la marionetta e la sistemano seduta su uno sgabellino in legno. "Forse dovrei denunciarti agli ANBU. Questa è casa mia" Riflette con estrema serietà fissando con sguardo affilato la cipria e forse qualche traccia di rossetto che macchiano la più candida pelle altrui. "Vergognati" Pronuncia successivamente, quasi a rincarare la dose su di lei. "A proposito di vergognarti, Saigo.." scuote il capo, portando la mancina sulla tasca del pantalone indossato e tirando fuori il telefono. Lo punta in direzione di lei, permettendole di vedere lo schermo ma specialmente una serie abbastanza lunga di notifiche mandate da parte di Nene, iniziate da un messaggio alquanto esplicativo 'Tu e Saigo scopate?'. Gli occhi del Chikamatsu s'abbassano poi sulla maglia di lei, mettendone a fuoco le forme e misure e trovandosi a spostare gli occhi sull'armadio vicino. Forse vivere è davvero sofferenza. " E non devi bere le mie birre. Ho la soda apposta." Chiude così, poggiando la sola mano libera sul bordo del letto per sostenere il peso del corpo, in attesa di ricevere delle giustificazioni che in cuor suo sa già non esser in alcun modo valide..

22:18 Saigo:
 Osserva tutta la scena sbattendo più volte le palpebre. Attenta e poco ricettiva ancora andrebbe a far leva sulle sue gambe, flettendo il busto in avanti quel tanto che vasta per sollevare il sedere dal letto a questo punto si limiterebbe a poggia la parte inferiore delle gambe, volgarmente detto stinco, verso le lenzuola per poi spostare nuovamente il peso indietro così da risultare effettivamente seduta sui propri talloni, gambe lievemente divaricate. Sbadiglia mentre lui tace e osserva la marionetta essere elegantemente sistemata. Per fare questo movimento si vede costretta a poggiare le mani davanti a lei, stringendo le braccia intorno al petto, si muove a rallentatore così che tutto il discorso le venga fatto mentre cerca solo di sistemarsi. Non comprende bene l’inizio di quel discorso <ah> esclama appena perplessa quando i ricordi tornano alla sua mente <beh è colpa tua, dove cazzo sei stato?> infastidita nuovamente nel tono, lei si stava solo preoccupando <lo sai che c’è un assassino in giro? E tu lasci sempre la porta aperta dovresti ringraziarmi!> esclama ancora tutta convinta, sa di essere in torto sia ben chiaro, sta pian piano realizzando gli eventi della sera prima. Ma nega ogni accusa, altro che denunciarla lei è l’amica che tutti vorrebbero. Torna a flettere il busto in avanti per cercare di comprendere cosa la stia mostrando. Ci mette qualche istante più del necessario prima di tutto per leggere e mettere a fuoco e poi anche per comprendere. Un nuovo urlo squarcia il silenzio e la tranquillità di quel piano del palazzo <AAA> le mani si muovono alla rinfusa e velocemente nel tentativo di afferrare il cellulare, così facendo però non solo perde l’equilibrio ma anche l’appoggio che le impediva di cadere ed eccola dunque finire faccia al materasso, sedere rialzato e braccia che ancora si muovono scomposte alla ricerca di quel cellulare <è tutto nella sua testa lo giuro> imbarazzata davvero lei in questo momento, ma solo perché Nene ha usato quella parola <non le ho detto niente io scusa> continua ignorando il resto della ramanzina, soprattutto quella sua soda al momento è tutta presa a nascondere la faccia completamente rossa nelle coperte del ragazzo <lei dice che dovrei fare ….> non ci riesce, non riesce nemmeno ad esprimere quel concetto <cose> conclude raffazzonando parecchio l’argomento, buttandolo lì senza il coraggio di andare oltre. Andrebbe a questo punto a far semplicemente scivolare il volto nel tentativo di alzare la fronte pure tenendo saldamente le guance nel letto, cercherebbe dunque di guardarlo dal basso verso l’alto, tutta imbarazzata. Non che la imbarazzi il sesso con Fuji è proprio la questione sesso a farla arrossire a quel punto, specie considerando cosa stava sognando mentre sbaciucchiava Aozora

22:52 Fuji:
 Le mani pallide e sensitive del chikamatsu poggiano e posano entrambe su uno dei sostegni del letto, con un non so che di tirannico quasi ad indicare il momento di ramanzina e vergogna diretto alla povera Saigo. Dietro il capo della recluta della Shinsengumi, le luci di tanto in tanto s'alterano, non per scelta ma a causa d'una grande finestra che s'affaccia sulle distanti colline di sabbia. Le luci accese o spente negli altri palazzi vicini contribuiscono a modificare occasionalmente l'estetica generale del luogo mettendo in risalto gli uni o gli altri tratti della stanza abitata. Gli viene posta una prima domanda alla quale risponde battendo in primis il manico della shirasaya sul pavimento, quasi ad assicurarsi d'essere ascoltato. "per colpa di /qualcuno/" scandisce lentamente quest'ultima parola, fissando dall'alto verso il basso l'Otsutsuki e definendo implicitamente chi sia la colpevole degli atti in corso. "-sembra che la mia sedia a rotelle sia finalmente morta." Per un momento entrambe le mani s'uniscono in segno di preghiera rivolta all'oggetto che fedelmente lo ha servito, nonostante i continui abusi subiti spesso provenienti dall'attrice. "Ci stavo lasciando la pelle su una luuunghissima rampa di scale, un assassino non servirà di questo passo " Sembrerebbe quasi che un'invisibile aura si stia formando attorno a lui, accumulandosi sulle mani cui pugni son appena stretti. L'altra legge e assiste alla sua reazione, impassibile in quanto conscio che per fortuna propria nessuno abita i tre appartamenti di questo piano della struttura. Nei pochi momenti di panico che la vedono con il visivo affondato sul materasso si lascia andare ad un'espressione più rilassata, quel suo confidente sorriso di cui rimane un accenno per un istante di troppo, esponendolo forse allo sguardo impanicato altrui. C'è qualcosa che gli fa provare un estremo piacere nel fissarla in uno stato di completo panico. Forse è sadico, forse sta provando una sensazione di rivalsa verso l'infinita quantità di piccoli disagi causati da lei. In quel momento di mondanità, fissando il fondoschiena all'aria di lei, smette di pensare a ciò che gli causa tedio. Ma non le darà per vinto il telefono, proverà a sollevarlo da destra verso sinistra e dall'alto verso il basso pur di non farle aver presa sul suo dispositivo. "..cose.." ripete quelle parole e annuisce, sinceramente curioso. Anche Fuji ci mette qualche secondo di troppo a collegare i fili di quel parlato, troppo abituato ad una Saigo estremamente schietta. "..." Di scatto volta il viso in direzione di Aozora, impallidendo appena ed iniziando a sudare freddo. L'immagine di Nene che viola le sue creazioni ed ora Saigo.... Ci ha messo tanta cura...ma non è mai stata pensata perché chiunque, specialmente Saigo--- basta. Lo sguardo di Fuji rimane perso nel vuoto per qualche secondo appena, spalancato. Se l'altra stesse ancora provando a prendere il telefono ci sarebbe perfettamente riuscita in questo frangente. "Nene dice un sacco di cose." puntualizza poi, riprendendo le redini del discorso come meglio gli riesce. Ma è un argomento su cui non si è mai fermato a riflettere..tanto che in quel corpo cadaverico ancora torna a mostrarsi un pallore poco caratteristico. "Ma non posso permetterti di usare le mie creazioni..." sinceramente affranto, ma non per Saigo. "O le mie magliette." Ah. " O la mia casa.." .. "E' un luogo serio questo.." puntualizza, abbassando la mano meccanica e tentando di battere con forza appena eccessiva sul capo altrui. Una carezza che sa di freddi schiaffetti.

23:05 Saigo:
 Non ammetterà mai che possa avere colpe in merito ma per questo evita accuratamente di ribattere anche perché la questione di Nene l’ha gettata nel più profondo stato di confusione ed imbarazzo. Appena alza gli occhi le pare di notare quel sorriso sul volto altrui e nonostante ancora si stia nascondendo il volto lei stessa replica quell’espressione, nonostante l’odio che gli dichiara quotidianamente i modi strani di mostrare affetto che gli riserva vuole davvero bene a Fuji e vederlo, seppur di sfuggita e per un solo istante, sorride la rincuora, in qualche modo sta facendo un buon lavoro. Sposta gli occhi su Aozora non in quanto marionetta ma come rappresentazione della loro classe, del loro gruppo, quasi a volerle confermare che sta facendo del bene, che sta riuscendo a farlo sorridere. Non hanno avuto tempo di promettersi nulla alla sua morte, non è riuscita a dirle che si sarebbe presa cura di Fuji, non è riuscita a salutarli ma sin da quel giorno lei si è ripromessa di proteggerlo ed aiutarlo per quanto possibile, soprattutto saputo poi cos’era successo. Mentre quindi la predica e la ramanzina continua lei si limita a perdersi per un istante in quel molto di gioia che nonostante tutto caldo si dirama per il suo corpo. Si riscuote solo a quello schiaffetto sul capo, aveva persino fermato le mani e quindi eccola rivelare completamente il volto, gli occhi appena umettati di lacrime, sono di gioia ma questo lui non lo saprà, potrebbero essere interpretate in qualsiasi modo. Non le importa della sedia a rotelle, di quell’assassino dei suoi scombussolamenti ormonali né di quel mezzo nudista all’oasi o del cuoco, in questo momento è solo felice d’averlo fatto sorridere, d’essere riuscita a strappargli quel singolo momento. Le braccia si alzano mentre tutto il busto ha una spinta in avanti, le cosce si irrigidiscono così da permettere al corpo di lanciarsi in avanti, sta semplicemente cercando di andare ad abbracciarlo, nel modo più irruento possibile per stringerlo un istante alla ricerca forse di un po’ di conforto forse semplicemente di quell’affetto che le è rimasto, perché a conti fatti ha solo lui e accetta anche di avere solo lui, non vuole altri nella sua vita è già difficile così. Ad ogni modo gli si butterebbe addosso <scusaaaa> si lagnerebbe in questo frangente mentre cerca di travolgere, che sia per quello che sta facendo o per tutto il resto non lo specifica. Vorrebbe solamente stringerlo a sé qualche istante. Se riuscisse ovviamente tutto il suo peso sarebbe su Fuji cosa che potrebbe portarli a cadere rovinosamente a terra, eppure questo non le suscita nulla di strano <perché con te è tutto normale?> si lagna ancora, questa volta verso le sue orecchie, nascondendosi rossa in volto ancora una volta. Già perché lui riesce a toccarlo, abbracciarlo, mostrarsi in maglietta e mutande mentre con gli altri ragazzi incontrati fin ora si sente impazzire, sovracaricata di stimoli?

23:35 Fuji:
 E tu, hai mai desiderato qualcosa? E' un momento che gela completamente il sangue nelle sue vene. Il suo spirito s'inclina sotto il peso di figure metaforiche provenienti dal passato e si ricorda una serata come tante altre nella quale, proprio nell'ospedale dov'era ricoverato, gli fu chiesto se desiderasse qualcosa. Tre mesi dopo la battaglia che lo vide destinato al fallimento risposte semplicemente di voler tornare indietro e fermare il tempo. A Fuji non interessano le cose belle nè quelle fragili, disdegna la morte e non vede nulla di completo o positivo nel ciclo eterno per il quale noi tutti dovremmo mirare al Nirvana. Privarsi di qualsiasi cosa dia sofferenza è impossibile, un annichilirsi dell'anima che rende il Nirvana un semplice lavaggio del cervello fine all'illudersi d'essere realmente felici. Fuji preferisce i fiori fatti di plastica a quelli reali, perché prova una frustrazione immensa nel vederli sfiorire. E' forse per questo che l'arte del marionettismo è a lui così connessa: la possibilità di creare un quadro che nè ora nè tra cento anni sarà davvero differente. Una violenza cieca rinnova i sentimenti del proprio animo quando Saigo si slancia in sua direzione per abbracciarlo in maniera così repentina. S'accorge degli occhi umettati di lacrime ed immediatamente riprende brevemente coscienza della loro precaria condizione. Grazie alla forza della mancina s'assicura momenti di stabilità in quel gesto che gli permettono per un momento di far si che il proprio viso si porti appena oltre le spalle altrui, nascondendo un'espressione alienata, confusa e forse anche spaventata. Potrà esser udito il cuore del Chikamatsu battere ad una velocità che quasi mai può esser udita. Il fiato viene mozzato ma è un attimo perché quel principio di attacco di panico termini grazie al cedere delle proprie gambe, che porta entrambi rovinosamente a terra, col Chikamatsu che una volta ancora sembra far da cuscinetto umano. Gli occhi si aprono e tutto l'ambiente circostante, precedentemente oscurato da una miriade di pensieri confusi, torna normale. Vede in viso Saigo poco prima che lei si nasconda e con la coda dell'occhio s'avvede di Aozora. Gli occhi tremanti si stabilizzano ed il sogno viene fatto ripartire, almeno per ora. "Sono gli altri ad essere strani" pronuncia quelle parole con la sua precedente disinvoltura, sollevando minimamente le spalle e andando poi a passare la mano destra lungo la schiena di lei. Un dolce gesto che termina con il tentativo di spingerla a sorpresa ad un fianco, con lo scopo di farla passare dall'essergli sopra al cadergli affianco. "Pesi troppo per me.." Perfettamente serio all'esterno, andrebbe a mettersi più comodo sul pavimento, quasi come chi fa gli angeli di neve. "è il mondo ad essere strano. Non noi." Riflette ancora, alzando la mano sinistra, utilizzandola per mirar al viso di Saigo e fissarlo attraverso una fessura formatasi tra indice e pollice. "..vero?" solo gli occhi si spostano, cercando appoggio ad una delle sue convinzioni forse più delusionali. Il grande castello di carta creato per sfuggire a troppo.

23:49 Saigo:
 Poteva anche prevederlo, sapeva che prima o poi sarebbero caduti ma in quel momento nulla le importava, si è sentita quasi spinta da quella marionetta a fare quel gesto, ad abbracciarlo a ricordargli ancora una volta che lei esiste, non con i soliti dispetti, non con quella miriade di piccoli segnali che dissemina sempre in casa sua, non con la sua costante e un po’ apprensiva fissazione per le porte chiude, qualcosa di più concreto, un semplice contatto fisico privo di malintenzionate idee di vendetta e violenza, solo loro. Bambini rimasti fermi a dieci anni fa sotto molto aspetti, che si sono stretti in quell’abbraccio figurato proprio come ora lei si slancia verso di lui. Ha solo Fuji, questa è la sua prima consapevolezza, deve diventare forte per proteggerlo è invece la seconda, vive secondo questi due semplici pensieri, chiari e lampanti quanto spaventosi davanti alla sua attuale situazione. Cade sopra di lui e ancora una volta è tutto naturale, privo di ogni tensione, non c’è nulla oltre all’affetto in quel gesto, nessuna brama, nessun formicolio e se possibile questo la confonde ancora di più. Resta lì, avvinghiata fintanto che lui non decide di scostarla di lato, asseconda il gesto rotolando e ritrovandosi quindi sul pavimento con lo sguardo verso il soffitto per il momento. Riflette agli ultimi giorni, alle sue sensazioni a quella strana attrazione provata persino a quella tensione che l’ha convinta a restare davanti a quello che per lei era pericoloso, la ricerca quasi del brivido, non si era mai comportata così <sono leggera> è la risposta seria che sfugge per prima dalle sue labbra. Sospira riflettendo sulle parole e su quelle domande, non ha una risposta, non può non considerare, in vista anche dell’incontro con il conclannato, che potrebbero essere loro quelli strani <allora perché> replica semplicemente <perché divento rossa e mi sento tutta…> non sa nemmeno come spiegarsi <strana> è l’unico termine che riesce ad esprimere il concetto che pian piano si va a formulare nella sua testa. Non ha altri modi per esprimersi perché non riesce a capire, non sa formulare un concetto proprio perché in parte la sua formazione si è stoppata a quando aveva sei anni. Se da un lato quel trauma le ha permesso di maturare molto più di quanto ci si aspetterebbe da una sedicenne dall’altra questo l’ha anche portata a bloccarsi, alcune cose in lei non hanno seguito il normale percorso <ogni volta che vedo un ragazzo nudo?> aggiunge sospirando appena e solo a questo punto voltando il capo verso Fuji, non c’è imbarazzo con lui, non importa come sia vestita, non importa nemmeno di cosa stiano parlando, vederlo sorridere è bastato a cancellare tutte quelle stupide emozioni e riportarla verso la realtà dei fatti. Resta sdraiata e in silenzio qualche istante sorridendogli, un po’ come quella bambina innamorata di un tempo ma con una consapevolezza maggiore nei suoi occhi, una maturità unita al dolore che si intravede. Non lo ama come una fidanzata il suo è un amore più profondo, fraterno ed indissolubile. Si è aggrappata alla sua esistenza e alla sua vita con tutta sé stessa <mi compro l’appartamento accanto> dichiara infine con un tono estremamente serio, una decisione apparentemente campata per aria, non ha alcun fondamento ed è stata effettivamente presa in questo momento, osservando la tranquillità e la perfezione di quello che stanno vivendo.

21:21 Fuji:
 Non sfugge alcun gesto ai sensi di Fuji, eppure par quasi censurare la sua stessa capacità di comprendere per vivere un frutto di realtà ed illusioni mal accozzate tra loro. Comprende quel momento al limite dell'angoscia estrema e la patisce acutissima per qualche attimo nel punto più profondo della sua solita maschera. Lo sguardo si solleva su ciò che di Saigo è osservabile e non riesce a far meno di porsi interrogativi che solo con il linguaggio del viso possono essere colti, in quanto mai espressi. Perché questa ragazza mi lascia leggere nei suoi occhi ogni dubbio posseduto? Ben conoscendosi sa di non esser capace di reagire adeguatamente a queste cose, ma decide comunque di cadere al comando di quella torbida voce notturna. Pur a terra, quando il proprio capo vien sollevato per cercare di identificarla non vede più in lei l'adulta che è diventata ma bensì un'illusione quasi febbrile che gli mette dinnanzi le sue forme di ormai dieci anni fa. E' splendente ed ebbro il sorriso del Chikamatsu per alcuni istanti in cui viene mostrato. Lei ad un tratto è divenuta più bella, un'entità in penombra, notturna, forgiata da passioni e sogni su un'incudine d'oro. Che fortuna, che i lunghi capelli di Fuji ne coprono appena gli occhi, celando a sguardi inattenti quella luce, destinata ad eclissarsi quando i sensi della ragione riesumano allo scopo di permettergli di dar risposta a ciò che sente. "mmh..ok" palesemente poco convinto annuisce appena col mento, mostrandosi nuovamente con il suo solito esser seriamente sarcastico, al punto dal rendere labile la linea tra lo scherzo e la constatazione seria. Son pochi a riuscire a leggere tra le righe. Ciò che è certamente naturale è l'aggrottarsi della fronte quando il problema della Biondo-fragola viene ben spolpato, rivelandone una natura ancor più disagiante. Fuji si sente forse come quei genitori a cui vengono poste domande cui risposta non sarebbe comunque soddisfacente per i figli. Le labbra, neutrali, si comprimono appena tra loro. "Forse hai bisogno di accoppiarti, come gli animali" spiegazione e consiglio più sbagliati non poteva in alcun modo darli, eppur pare serio in viso. "Non diventi rossa con me" constata successivamente, come a rompere la tesi esposta dall'Otsutsuki ed esprimere contemporaneamente una lamentela sterile, una decorazione al loro discorso. Peccato che ogni cosa fosse importante prima sfuma sotto un problema ben più grande e radicale: 'mi compro l'appartamento accanto'. Gli addominali vengono contratti e di scatto solleva in alto il busto, fissando Aozora dritta negli occhi. "Porca puttana" torna giù nel pavimento qualche secondo a seguire. "Costano molto non so se puoi permettertelo" ..

21:34 Saigo:
 Non si accorge di come Fuji la guarda, non si rende conto dei suoi pensieri ora invece dai propri drammi che hanno quel retrogusto adolescenziale a cui non è abituata. Sono stati costretti a crescere velocemente, hanno saltato quelle fondamentali tappe di sviluppo ed ora lei è semplicemente impreparata a tutto questo. Gli istanti passano lenti ed inesorabili, sospesa in quella calma che prova al suo fianco, non è strana con lui, non c’è nulla che la renda diversa o anche solo lontanamente insicura. Lo fissa quindi a questo punto lasciando che le sue ultime parole aleggino nell’aria, sospira appena quando lui prova nuovamente a negare la sua perfetta forma fisica ma si ritrova a sorridere di quelle parole, la normalità è ciò di più alto a cui si sente di aspirare, un mondo così diverso e sconosciuto l’attende fuori da quella stanza tanto da farle apprezzare come non mai quei momenti dal gusto agrodolce <dici?> domanda appena prendendo davvero in considerazione quelle parole. Non ha torto, forse ha centrato il punto, non è alla ricerca di cose stupide come l’anima gemella, l’amore e simili, lei ha Fuji e le basta questo dalla vita, si rifiuta categoricamente di legarsi, seppur Haru le abbia suggerito di cambiare non è ancora disposta a correre il rischio e non vuole innamorarsi se quindi si trattasse davvero solo di un bisogno fisico basterebbe assecondarlo per farlo sparire. Soppesa seriamente quell’eventualità <perché con te è naturale> spiega poi in breve, assecondando quella lieve lamentela che percepisce nel tono altrui. Tutto si riduce a quella presa di conoscenza, insomma non serve sentirsi strani o in imbarazzo quando la persona che accanto conosce già tutto e tu sai già tutto, cosa c’è da temere? Perché provare strane sensazioni <e se mi accoppiassi con te?> rotola appena sul fianco così da lasciare che il busto venga direzionato verso il ragazzo <non sarebbe più facile così?> non è del tutto convinta, quelle favolette che si raccontano sul primo bacio, la prima volta e l’amore nonostante tutto le ha in testa, pensava di poter semplicemente non necessitare di tutta quella sfera della comune vita umana ma se così non fosse avrebbe davvero importanza con chi? Non saprebbe rispondersi non ancora. Ride infine appena lo vede tirarsi su, ridacchia divertita limitandosi a tornare con la schiena sul pavimento e a spostare lo sguardo verso il soffitto <sì che posso> ribatte appena <sono una recluta della Shinsengumi e presto inizierà un mio show> lo da per scontato anche se in realtà per quell’ultimo dettaglio sarà necessaria la presenza proprio del Chikamatsu e intanto eccola domandarsi ancora una volta cosa prova per lui. Accoppiarsi con lui potrebbe davvero essere la soluzione? Nella sua immaturità non riesce a vedere tutti quei mille modi in cui potrebbe finire male, sa solo che di lui si fida e che non potrebbe mai rinunciare alla sua presenza, sa che si sente tranquilla e a suo agio, con lui s’illude d’essere sempre razionale e sé stessa e questo per ora le basta

22:08 Fuji:
 Una smisurata quantità di pensieri informi e ideali grava adesso sul Chikamatsu, si allarga intorno a lui pulsando con un ritmo pari al respiro musicale della recluta della Shinsengumi. Dove sono i contrasti e gli spasmi dello spirito? Perché può vivere solo quella sensazione di malinconia tratta dalle loro tragiche virtù? Certo Saigo è stata testimone delle sue miserie più grandi e allo stesso modo il marionettista è stato testimone per lei; hanno conosciuto i propri reciproci sforzi eroici, l'orrore ed il limitare e sfiorare con mano della morte. Tutto ciò che segue non può fare che essere naturale, eppure sembra che il corvino si stia scavando pian piano una fossa. Come si sentiva nel profondo, ciò che ha detto sta trasformandosi in domande gradualmente più complesse, al punto che inizia a cadere in uno stato di confusione nuova persino egli stesso. "..." c'è un momento di lag mentale nel quale biascica qualche verso mal trattenuto dalle labbra, fissando il soffitto e cercando una risposta valida da dare. "..Si è naturale" ammette soltanto, incapace di trovare sul momento una frase abbastanza secca e sarcastica dal mettere in difficoltà l'altra. Si sente impallidire appena al presentarsi delle frasi successive. I suoi pensieri lo prendono alla gola come un impeto selvaggio, senza lasciarlo. Il cuore par gonfiarsi di quella medesima ansietà quando la vede poggiarsi su un fianco rivolta a sè. Rimane incantato da quell'ambiente che tutto rende vago, tranne che le parole ed il bagliore della luce lunare sui visi. Quel suo animo è sensibile ad immagini con tanto potere suggestivo. Tanta è la difficoltà che finisce per andare a poggiarsi su un fianco anche a lui, ma rivolgendosi in maniera tale da mostrare all'altra la propria schiena. "non lo so..non ti fa strano l'idea? " Gli occhi son ben aperti ma fissano il muro di fronte. "Dovrei toccarti e..." inizia a riflettere ad alta voce sulle implicazioni che ne seguirebbero e finisce per scuotere la testa. "Mi fa paura." ammette alla fine, con un tono più basso di quanto era prima. La mano destra andrebbe a toccare il pavimento fino al trovare un pezzo di lei qualsiasi, forse un braccio o il fianco esposto, su cui poggiarsi, quasi ad assicurarsi di non star parlando da solo di nuovo. "Tu, Shinsengumi? Ed un tuo show? Non una comparsa?" ora ha paura, in senso più largo del termine. "Non abusare del tuo potere su di me" mette le mani avanti, non si sa mai.

14:38 Saigo:
 Non è un grado di vedere subito le implicazioni di ciò di cui parla, per lei si tratterebbe solo di un atto fisico, non crede all’amore, non crede più a nulla ormai se non al rapporto che ha adesso con lui; eppure, più di riflette più si rende conto di quante cose potrebbero cambiare. Si sono già visti nudi o quasi, si sono lavati in contemporanea e ci sono stati nei momenti peggiori e proprio per questo non prova imbarazzo nei suoi confronti ma se un giorno iniziasse a provarlo? Se il rapporto tra loro cambiasse? Lo osserva voltarsi, darle le spalle, le parole di lui la colpiscono al petto, illuminano la mente ancora offuscata dall’età. In qualche modo si sente come se lo stesse sforzando a fare qualcosa per cui nemmeno lei è pronta. Silente si alzerebbe dunque, un colpo di reni per tornare seduta e poi il peso che si sposta sui piedi che intanto piatti aderiscono al pavimento. Uno sforza ultimo e si isserebbe sopra le proprie gambe. Tutto questo solo per tornare verso il letto del ragazzo. Si perde quanto lui la cerchi, non nota quella mano perché nel frattempo sta recuperando il cuscino, su cui a dirla tutta un po’ ha sbavato e sradicando la coperta. Se fosse riuscita si limiterebbe a gettare il cuscino vicino alla testa di Fuji, cercando di non colpirlo ma non può assicurarlo. Tornerebbe dunque a sdraiarsi, portandosi dietro la coperta e stendendola su loro due trascinandola con la mano sinistra mentre si stende a terra. Se lui fosse ancora girato di spalle in quel frangente lei si stenderebbe al suo fianco e dopo averne osservato la schiena andrebbe solo a provare ad abbracciarlo con il braccio destro che si infilerebbe agile negli spazi lasciati dal suo corpo, sotto ai fianchi mentre il sinistro si accomoderebbe sopra a lui, le mani che vorrebbero riunirsi davanti al suo petto, poi poserebbe la fronte tra le sue scapole, proprio lì in quel piccolo vano naturalmente disegnato dai muscoli e ossa altrui <forse hai ragione> conclude, anche a lei fa paura, non lo esplicita ma l’idea che tra loro possa cambiare qualcosa la spaventa, soprattutto perché non è in grado di pensare che qualcosa potrebbe andare bene, pessimista di natura ormai crede solo di poterlo perdere <per questa notte dormiamo ok?> domanda come se fosse una specie di supplica, lo vuole tenere a sé, stretto esattamente come il suo corpo ora aderirebbe alla schiena dell’amico, la testa che occupa una parte del cuscino, gettato in modo che la bavetta sia rivolto verso il pavimento. Socchiude le palpebre stringendolo appena con le sue braccia, inspirando profondamente ed accontentandosi di quello che per lei è un momento perfetto <tranquillo io ti difendo> dichiara da subito, pur consapevole di essere principale causa di ogni suo problema attualmente <lo show sarà sulla tua fucina, così ti porto anche un sacco di clienti, tu lavori e io presento> lo ha già deciso, il tono per quanto appena addolcito dal sonno e dalla situazione si evince quanto non stia chiedendo un permesso ma si stia limitando a dichiarare la sua scelta

15:34 Fuji:
 Meccaniche e dure sono le parole con le quali Fuji tenta solitamente di dimostrare e formulare i suoi pensieri. E' speciale, trovarsi nella situazione d'esser capace di comunicare quietamente la vita e il mistero che fluisce in lui. Le memorie riaffiorano con ordini vaghi e sparsi quando percepisce il tocco e abbraccio di Saigo. Un giovane Fuji che sale i gradini di alcune rovine in alto rilievo, arrestandosi di fronte ad un grande arco di pietrisco e attendendo gli altri compagni. Il vento gli passava addosso con veemenza smuovendone i capelli ed alcuni lembi d'una sciarpa che gli si percuoteva fastidiosamente in faccia. Una corrente d'acqua rumoreggiante da lontano, il tutto nel mezzo di un cielo sgombro e pieno di vivide nuvole - quasi cartonesche. E dall'alto verso il basso, lungo la scalinata, vede Saigo, dietro di lei altri dei compagni. "E' impossibile rimanere qui.." Le sue mani si portano dove quelle della Otsutsuki son congiunte, sfiorandole. Gli occhi rimangono completamente aperti nonostante ciò che vede non sia altro che quella visione. Le parole pronunciate son le stesse di quel giorno che di speciale non aveva davvero nulla; forse Saigo potrebbe addirittura aver dimenticato quell'evento se come il moro non ha memorizzato ogni piccola cosa del passato. "Il vento ci porta via" sussurra ancora, ricordando invece il grido fatto dall'alto di quelle scalinate. Era troppo il vento, tanto che per un gruppo di giovani ragazzi poteva persino ostruirne il movimento. In più, ad eccezione loro, l'unica altra presenza era quella della Natura. Sublime e potente, dominatrice su quei marmi dormienti e distrutti nel grembo delle montagne dei Monti Ardenti. La vita umana era scomparsa come forse lo è ancora, contribuendo a dar al mondo fuori da Kakegakure un senso di fascino rinnovato. Poi, tutto sfuma. Le moltitudini di eventi, gli innumerevoli giorni dopo la perdita dei compagni, le cose del tempo senza forma ed ogni proprio lamento senza speranza. Tutta la malinconia del mondo lo attraversa come fece il vento quella giornata, scoprendone un po' di più lo spirito. "Sì." Pronuncia con tono attento, chiudendo e riaprendo gli occhi per realizzare d'esser a terra, con una coperta ed il cuscino vicino, ancora stretto alla recluta della Shinsengumi. "Non mi hai mai chiesto il permesso.." Pronuncia lamentoso, riferendosi allo show televisivo e forse anche alla questione dell'appartamento. Ma poco importa. Le parole successive di Saigo saranno percepite appena, nel mezzo del suo cader improvvisamente addormentato, esausto da una mancanza di chakra pregressa e forse anche dagli infarti potenzialmente causati dall'altra. Passerà diverso tempo prima di vivere un sonno tanto pacifico. { end }

Come da titolo.

Saigo inizia ad avere turbe adolescenziali e Fuji si impegna a sopravvivere