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Torna da Senshi, Saisashi!

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con Furaya, Saisashi, Tachiko

10:38 Tachiko:
  [Casa Tachi] Un giorno come tanti nel quartiere del settore Konoha, periferia, molto periferia. Sebbene il meteo non sia dei migliori, la nara ha deciso di stare fuori in quel piccolo giardino insieme alla piccola. Non ci sono state richieste da parte degli anbu e fortunatamente non si è dovuta allontanare troppo dalla sua abitazione e dalla sua bambina. Addosso ha un vestito lungo, colore azzurro pastello, calze contenitive per comunque non sentire freddo e ballerine ai piedi. Ha le gambe accavallate mentre è seduta su quella sedie pieghevole di legno. Ha un bicchiere di succo di arancia sul tavolo, bevuto solo fino a metà, e quel libro che aveva trovato tempo addietro in un negozio abbastanza vecchio e non molto frequentato. La bambina si trova davanti a lei, disegnando con i suoi pennarelli a cera. E’ concentrata, lo si può vedere dal viso corrugato e dalla linguetta che esce fuori dalle labbra mentre muove avanti ed indietro quei colori facendo traballare il tavolo. Quando starebbe per mettere più forza sopra quel piano instabile ecco che la donna, senza guardare, quasi fosse abituata, alzerebbe con la mano destra il libro e con la sinistra il bicchiere di vetro, avvicinandolo alle labbra. “Mamma? Mamma! Guarda!” direbbe Senshi andando a muovere le mani insieme a quel foglio scarabocchiato < Ma che bello amore mio!> direbbe Tachiko andando a spostare lo sguardo dalle pagine di quel libro al disegno della figlia “Questi siamo io e te sopra il monte dei Volti!” Racconta la storia del dipinto la bambina andando a sorridere e mostrare quei dentini da latte ormai caduti. Addosso ha un maglione a collo alto ed un paio di pantaloni tutti macchiati, i suoi preferiti. Tachiko si umetta le labbra annuendo lentamente < Domani mamma ti ci porta.> direbbe con un sorriso delicato prima di poggiare di nuovo il bicchiere sul tavolo insieme al libro < Fanne un altro, hai visto che abbiamo ancora un muro vuoto vero?> propone la donna alla bambina prima di ridacchiare e tornare alla sua lettura.

10:55 Saisashi:
 Sono trascorsi alcuni giorni da quando il genin ha ritrovato Furaya, un incontro che ha preso una piega completamente opposta a ciò che nella sua mente rispecchiava il suo desiderio più grande. Una Furaya colma di rabbia e di odio, che in quel momento voleva rincorrere ancora possibili guerre e spargimenti di sangue per riprendere ciò che era il villaggio di Konoha di un tempo. All'opposto, Saisashi, dichiarando che l'avrebbe supportata in qualsiasi momento nel bisogno, dopo aver visto la morte in faccia, ed aver capito negli ultimi istanti della sua vita, quanto questa fosse importante e quante cose avesse perso per portare avanti is uoi allenamenti e le sue guerre, ha preso una direzione differente: non vuole più spargere sangue, non vuole più guerre ne conflitti. Tutto il tempo perso per raggiungere quel potere, a 10 anni di distanza è stato completamente vano. Qualcuno gli ha concesso una nuova vita, ed ora sa quanto questa abbia valore. Per questo motivo ha detto a Furaya che se non vuole prendersi cura di Senshi con lui, allora ci penserà lui per entrambi. Dopo giorni di perdizione alla ricerca vana di qualche notizia su dove si potesse trovare Tachiko, alla fine ha trovato una pista che sembra essere affidabile. Per questo oggi, nella sua giornata di riposo dal suo lavoro da Ichiraku, ha deciso di farsi forza ed affrontare quella che potrebbe essere l'azione più difficile della sua vita. Il genin, dai capelli bianchi e scompigliati, cammina a passo lento al centro della via principale, guardandosi intorno in cerca dell'abitazione che qualcuno nei quarrtieri pover gli ha indicato. A petto nudo, con i due sigilli esposti uno sul petto, uno sulla schiena e le varie cicatrici he evidenziato quel corpo scolpito da anni di infiniti allenamenti, indossa solo un paio di pantalon neri, slim, che poggiano su un paio di sandali neri ninja. Non possiede nient altro da quando si è risvegliato dal cristallo [ch off]

11:38 Tachiko:
  [Casa Tachi] La giornata continua in quel modo, almeno fino a quando la donna non decide di alzare lo sguardo per vedere oltre la sua recinzione, che sarà mai, direte voi. Gli occhi rossi come il sangue osserverebbero quella figura a petto nudo, sembra riconoscerlo, anzi è proprio lui. < Senshi amore…torna dentro casa…> direbbe poi verso la piccola “Ma…perché Mamma?” chiederebbe lei non capendo < Vai in casa, ora> direbbe solamente prima di alzarsi in piedi. Si sistemerebbe i capelli lunghi lilla tenuti da un cerchietto attendendo dunque che la bambina faccia quello che ha chiesto prima di fare un piccolo respiro profondo. Il cuore che batte all’impazzata per la paura, il terrore. Farebbe qualche passo verso di lui, cercando di intercettarlo umettandosi le labbra. Socchiude gli occhi prima di prendere fiato < Spero che tu sia un’illusione che la mente di Tachiko crea per Tachiko.> direbbe solamente verso di lui prima di mordersi il labbro inferiore < Se è così, Tachiko ti chiede di sparire! Tachiko non ha bisogno di altre false speranze> direbbe secca verso quella che per lei sembra essere un’allucinazione dovuta alla sua follia < Quindi sciò!> e farebbe un cenno con la mano come a volerlo farlo scomparire prima di fissarlo sperando che sia bastato per tornare alla tranquillità di prima. Si umetta le labbra andando a stirare con le mani quel vestito stropicciato prima di attendere qualche risposta da parte dell’uomo, o illusione, o incubo.

12:25 Saisashi:
 L'ex corvino, con passo lento e lo sguardo completamente perso nelle sue mille paure, osserverebbe intorno a se con le smeraldine le varie abitazioni circondate da recinzioni. Non ha ancora fatto l'abitudine al nuovo luogo dove vive e per lui è facile perdersi, ma certamente una cosa è chiara: in questa zona si sta molto meglio che nei quartieri poveri dove sta vivendo in questo momento....non può che accennare un sorriso , contento all'idea che Senshi possa essere cresciuta in zona migliore come questa. Essere maturato così di colpo non è facile. Quanti pensieri nella testa. "se la trovo? Cosa le dico? Riconoscerò Tachiko? Come posso essere certo che sia davvero viva?" queste sono solo alcune delle sue perplessità, fino a che, passando di fronte ad una delle recinzioni, una figura attirerebbe la sua attenzione: è una figura dai capelli lilla, non la riconosce, sono passati 10 anni, è cresciuta. Questa sembra blaterare qualcosa d istrano verso di lui, qualcosa che non comprende. Inarca un sopracciglio cercando di capire di che cosa stesse parlando, ma un nome lo mette subito sull'attenti <mh? mi scusi ma non so di che cosa lei stia parlando...ma ha nominato più volte Tachiko. Per caso la conosce? Sa dove posso trovarla? E' una questione importantissima> direbbe sforzandosi di mantenere un atteggiamento più consono possibile, che non lo faccia cacciare immediatamente. La fisserebbe con occhi che brillano di speranza, in attesa di una sua risposta [ch off]

12:32 Tachiko:
  [Casa Tachi] Rimane in silenzio. Lui parla, no, non sembra una illusione, non proprio, soprattutto…perché dovrebbe immaginarlo a petto nudo?!?. Deglutisce sonoramente ora mentre la pelle prende un colorito pallido. Gli occhi rossi come il sangue dietro a quegli occhiali andrebbero a voltarsi verso la propria abitazione dove Senshi sta aspettando, magari ancora disegnando. < …Saisashi> direbbe solamente voltandosi lentamente verso di lui. La paura, il timore, la fobia di quel momento pare riversarsi nel petto e nello stomaco della donna, facendole quasi venire un conato di nausea per il nervoso. < Che ci fai qui…?> un sussurro il suo prima di fare cenno con la mano per nascondere le labbra. Ed ora, un attimo di pausa, un tremore nella sua anima, una sensazione opprimente che le prende la gola, come se fosse una sorta di soffocamento, ma non piacevole questa volta < Allora…se tu sei qui…> ed ecco che riflette < anche…Fu-chan..> e gioia mista a terrore si riversa nella sua anima mentre la mano trema, la testa ha un tic, i capelli che sussultano al movimento repentino della testa. La mano destra che si andrebbe a grattare la guancia in segno di disagio < …> deglutisce sonoramente mentre gli occhi si fanno lucidi < no…> direbbe ad un pensiero che le è venuto in testa, ucciderlo per tenersi Senshi tutta per se. L’egoismo della donna, malato in quell’amore reciproco che si è creata, quasi prende il sopravvento, ma cerca di calmarsi < TachikoE’BravaTachikoE’BravaTachikoE’BravaTachikoE’BravaTachikoE’BravaTachikoE’BravaTachikoE’Brava> camminando avanti ed indietro ripetendo quel mantra che sembra più una litania da tempio che una frase di senso compiuto.

E' un mantra quello che Tachiko si ripete in testa. Davanti a Saisashi, si rende conto che potrebbe perdere quanto di più importante abbia nella vita. C'era una promessa che la tiene legata a quella bambina, una promessa che vede quella bambina protetta di Tachiko stessa. Deve crescerla e non deve farle mancare niente. Nel corso degli anni, è diventata una sua ragione di vita. E così facendo, spunterebbero due piccoli esserini, uno sulla spalla sinistra e l'altro sulla destra. Sulla prima, v'è una Tachiko in miniatura con ali da pipistrello e coda nera dalla punta triangolare che sbuca da dietro la sua schiena. Come se non bastasse, vi sono un paio di piccole corna ricurve a sormontarne il capo in mezzo ai lunghi capelli color ametista. La mini-Tachiko diavoletta è vestita di tutto punto con abiti succinti e in pelle neri, i quali scoprono gran parte delle sue generose curve. "Uccidilo", pronuncia quest'ultima, ridendosela poi della grossa. Porta la manina a contatto con le labbra, mascherando in parte quel sorrisetto divertito; gli occhi non scollano per un attimo dal volto di Tachiko intenzionata ad attirarne l'attenzione. "Fallo e Senshi sarà per sempre tua", il che sarebbe effettivamente quel che la nostra piccola Nara vorrebbe davvero succedesse. Rinunciare a quella finta maternità dopo dieci anni di sbattimenti costanti è molto difficile, reputandola ormai sangue del suo sangue, quando in effetti son pure imparentate. Sull'altra spalla, invece, prenderebbe posto un'altra mini-Tachiko. A differenza della prima, ha ali bianche e piumate, un'aureola giallastra e lucentissima sul capo e sembra essere talmente pura che riluce quasi da rischiare l'accecamento a chi la guardasse: peccato possa vederla soltanto la vera Tachiko. A Saisashi questo teatrino sarà ovviamente precluso. "Non ucciderlo", totalmente contrapponendosi all'affermazione della sua controparte. "Chiediti sempre cosa Fu-chan vorrebbe che facessi", dandole quindi modo di ragionare e di pensare in merito alla vicenda che le si prospetta quest'oggi davanti agli occhi. Nel frattempo, la piccola Senshi sembra disobbedire alle parole della "madre", la quale le ha chiesto gentilmente di entrare in casa ed evitare così un contatto diretto con Saisashi, forse difendendola da quello che sarebbe un abbandono e un danno morale per se stessa. Sorpresa, la bambina sgrana quegli occhi azzurri così simili a quelli della Decima Hokage, col visino dalle guanciotte piene e adornato da ciuffi rosati perennemente spettinati come quelli del padre. Porta una manina a contatto con le labbra, mentre gli occhietti gli si illuminerebbero all'improvviso. <SCIMMIETTA-SAN> Salta su a chiamarlo, riferendosi ovviamente... a Saisashi, a chi sennò? <SCIMMIETTA-SAN!> Vuole attirarne l'attenzione e sol dopo si rivolgerebbe anche alla Nara. <Mamma, non sembra una scimmietta?> Mordendosi a metà la lingua poiché ha appena disobbedito e non avrebbe dovuto farlo, ricordando di come possa diventare Tachiko quand'è arrabbiata. [ Ambient - Continuate in free ]

13:00 Saisashi:
 Ciò che sta accadendo ha dell'incredibile. La figura li a pochi metri di distanza, separata da lui dalla recinzione, sembra comportarsi in modo davvero strano. La scruta aguzzando la vista, mentre a sguardo sottile resterebbe allerta, come se il suo istinto, da sempre molto attento, gli desse degli impulsi negativi. <come?> risponderebbe quasi sorpreso sentendo nominare il proprio nome <noi...ci conosciamo?> chiede davvero stupito, non abituato a sentir pronunciare il suo nome. In questa nuova realtà , il genin è come un fantasma che vaga nel vuoto, nessuno lo conosce, se non Mekura. Un signor nessuno, proprio come si è sempre definito nella storia passata. Si avvicina prestando attenzione, rimanendo di fronte alla recinzione fissando la donna. <se io sono qui? NOn capisco. Fu...chan?> anche qui, non comprende chi sia questa "fu chan". Agli occhi del ragazzo, la persona di fronte a lui sembra essere in preda a qualche strano attacco di panico, non sembra per nulla lucida, da quasi i brividi <no...cosa? E' sicura di stare bene? Devo chiamare qualcuno?> inarca il capo a destrra, quasi preoccupato da ciò che sta vedendo. Quella figura ora farebbe avanti ed indietro ossessivamente, in una scena ancora più da brividi. Resta in silenzio sentendo quelle parole infinite. < si ha ragione, Tachiko è sempre stata brava, si prendeva cura di mia figlia. Proprio per questo la sto cercando. Ho davvero bisogno di parlare. Potrebbe dirmi altro?> proverebbe nuovamente vedendo la follia totale della lilla. D'un tratto, la voce di una bambina, che sembrerebbe provenire dall'interno dell'abitazione. Volta lo sguardo cercand odi vedere di più, ma per ora gli è tutto celato <scim....mietta?> boffonchia indicando se stesso con una smorfia buffa. In effetti, un soprannome al quanto appropriato <uh uh uh Ah AH AH AH!> e qui mimerebbe il verso di una scimmietta per l'appunto, muovendosi in modo buffo qualche istante, simulando un orango, per poi tornare in posizione e sorridere, pensando che da dietro quell'abitazione, quella bambina lo stesse vedendo e che potesse farsi una risata. Peccato non sappia, che quella bambina è proprio sangue del suo sangue [ch off]

13:10 Tachiko:
  [Casa Tachi] Lui non sembra riconoscerla, o per lo meno, non subito. La diaChiko le propone un omicidio, come ai vecchi tempi e la ragazza sorriderebbe malamente a quell’idea. Malato come il suo sguardo < si…> direbbe solamente fissando il ragazzo davanti a se. Ma anche AnChiko arriva, cominciando a dirle cose come scritte su un libro fantasy molto in voga per i credenti < Cosa…fu-chan…> ed il sorriso scema mentre un cenno della testa fa capire la sua estrema confusione in quel preciso istante. Le parole di saisa non l’aiutano anzi, la confondono ancora di più. Quando lui parla al passato la testa si alza di scatto, alzando la voce <Tachiko si prende cura di lei anche adesso!> come se avesse per sbaglio insinuato che non sia una brava madre. Ciò non bastasse, anche Senshi decide che è il momento di disobbedire. La voce della bambina arriva come un ago all’interno della colonna vertebrale. Sbianca, suda freddo mentre sente quelle parole. Saisashi scherza con sua figlia e lei comincia a tremare, sempre più forte. < …> si volterebbe verso la bambina chinando la testa di lato < Cosa ti ho detto Senshi?> direbbe poi verso di lei < alla mamma bisogna obbedire, perché altrimenti…> “…tutturu” completerebbe la frase la bambina prima di abbassare il capo. Velocemente schizzerebbe di nuovo verso casa, realizzando quello che ha fatto. Lei tornerebbe verso Saisashi guardandolo. < Dove è Furaya?> direbbe poi verso di lui, vuole saperlo, deve saperlo, teme la risposta, ma non può rimanere nel dubbio < Dove hai lasciato la mia Fu-chan?> chiederebbe di nuovo verso il ragazzo deglutendo sonoramente < e perché non sei invecchiato quanto Tachiko?> domanda infine realizzando solo ora che è riuscita a riconoscerlo solo perché è rimasto tale e quale < …ora non puoi stare qui però> e lo sguardo di volterebbe di nuovo verso la porta per paura di rivederla trasgredire di nuovo < vai via.> concluderebbe cercando di dargli le spalle in modo da nascondergli il labbro inferiore tremolante per una prossima crisi di pianto.

12:28 Saisashi:
 Il ragazzo dai capelli cenere, inclina il capo con sguardo confuso, non riesce davvero a compendere la persona che ha di fronte. Parla di Tachiko come se la conoscesse eppure ha delle movenze davvero strane. 10 anni sono tanti e non l'ha ancora riconosciiuta....per ora. <ehm...dici che Tachiko se ne sta prendendo cura? Allora la conosci! Sai dove si trova? Ti prego , è importante devo assolutamente parlarle> in realtà a breve la risposta arriverà da se, in modo indiretto. La bambina sembra divertita dall'imitazione della scimmia fattada Saisa, tant'è che verrebbe subito sgridata e rimandata in casa. Ed è lì che il genin, tanto muscoloso quanto fragile impallidirebbe di colpo, sgranando gli occhi <com...come....l'hai chiamata...?> deglutisce con la gola che si secca di colpo, con quel mix di emozioni di cui la paura che quel momento sia arrivato, la fa da padrona. Per qulche istante resta immobile, non sa che dire, non sa che fare. Ha pensato molto a questo momento, ha cercato per settimane sua figlia,ma ora che l'ha trovata...come dovrebbe comportarsi? Fare il padre non è qualcosa di semplice, se non lo hai mai fatto. Nel mentre, la donna si avvicinerebbe a lui, pronta ad interrogarlo. Lo sguardo che segue Senshi rientrare a casa, si poserebbe ora su di lei, cercando di riprendersi < Ora....ti riconosco. Quanto sei cresciuta....sei tu Tachiko! > capirebbe finalmente collegando il tutto. Ma poi la domanda successiva fa calare un silenzio tenebroso. China il capo, nascondendo lo sguardo sotto la criniera bianca <Furaya... io non l'ho lasciata proprio da nessuna parte....dal primo istante in cui sonoo tornato a questa vita, non ho fatto altro che cercarla...ma quando l'ho trovata, le cose non sono andate come speravo...> stringerebbe i pugni ai lati del corpo, nervoso e triste al solo ripensare di quel momento di "addio" a cui si è trovato costretto per inseguire la sua volontà di crescere Senshi e porre fine a guerre e spargimenti di sangue <lei è viva. Puoi stare tranquilla...ma i suoi piani sono in direzione opposta a Senshi attualmente...ecco perchè ti cerco da settimane...perchè ho deciso ed ho promesso che mi sarei preso cura di nostra figlia per entrambi...> aggiunge, per poi sollevare nuovamente il capo < non ti so dare una spiegazione. DUrante la guerra, credevo di essere morto, imprigionato all'interno del cristallo. Circa un mese fa, mi sono ritrovato ad uscire fuori dal terreno, come se la vita mi fosse stata restituita, senza esser invecchiato di un anno...anche per Furaya è successa la stessa cosa... Anche Mekura, del clan Hyuga, stesso risultato.> annuncerebbe spiegandole che alcuni dei morti in guerra, sono riemersi in tali condizioni, tra cui anche tre nomi che lei dovrebbe conoscere <no aspetta!> esclama vedendola voltarsi <ti prego, Tachiko.... la mia assenza questi 10 anni non è stata voluta. Ma la morte mi è servita a capire tante cose....tra cui il valore della vita e le cose realmente importanti...non voglio più combattere, voglio solo essere un buon padre...come non mi è stato possibile avere..>[ch off]

12:45 Tachiko:
  [Casa Tachi] Più tempo si trova vicino a quell’uomo, più le sue paure, i suoi timori crescono. Lui finalmente la riconosce e lei non fa altro che fare un segno d’assenso con la testa. Si umetta le labbra rimane in silenzio, lo fissa con i suoi occhi rosso sangue dietro quegli occhiali bordati di nero. Un sussulto quando sente che Furaya è viva. Il momento di essere mamma è finito per Tachiko? Non avrà più sua figlia in casa a fare disegni, leggere storie, sorriderle e chiamarla come ormai è abituata? Si è lasciata trascinare di nuovo negli Anbu per quale motivo? Per qualche scherzo del destino? Si morde il labbro inferiore mentre la rabbia cresce in lei, la rabbia di essere diventata inutile per il mondo, per sua cugina, per Senshi. A cosa serve una madre surrogata se poi i genitori come se niente fosse tornano a prendere ciò che loro? Quando lui parla di quella promessa, quasi un mancamento le viene. Si morde il labbro inferiore prima di socchiudere gli occhi < cosa…?> direbbe solamente prima di guardarlo, gli occhi freddi, gelidi, da assassina, come quell’istinto omicida che ora la pervade. Forse il demone sulla sua spalla aveva ragione, forse dovrebbe solamente tagliargli la gola e lasciarlo lì, morire dissanguato davanti a lei. < Sei tornato, e vuoi fare il padre…tu?> direbbe solamente andando a muovere un passo verso di lui, lui che potrebbe sentire con il suo istinto che la pericolosità della vespa di Konoha non è scomparsa ma era solo assopita. < dopo dieci anni che Tachiko ha cresciuto Senshi…> un sussurro il suo mentre le spalle tremano < Tu arrivi e dici che vuoi fare il padre?> un attimo di silenzio fissandolo < Chi sei tu?> ancora un’altra pausa, quasi a lasciare che quelle parole prendano forma in lame affiliate verso il petto dell’uomo < Chi sei tu per dire una cosa così con tanta leggerezza?> china la testa di lato prima di fare un respiro profondo < Sei stato morto per Dieci anni.> beh alla fine è quello il tempo < Tutti ti credevano morto.> anche questo è vero < e tu torni come se niente fosse?> si umetta le labbra prima di fare un respiro profondo < e non chiedi, pretendi, dai per scontato che Tachiko ti darà SUA figlia con un sorriso stampato in volto?> una piccola lacrima scende dall’occhio destro della donna prima di fare un respiro profondo < no. Non esiste> insomma, per la donna, Sai non si è posto nel modo giusto < Tachiko non ti consegnerà Senshi, rimarrà qui, con sua madre.> si, perché è così che si identifica lei < tu non sai che cosa Tachiko ha sacrificato per tenerla al sicuro, e non chiedi, dici soltanto “Quanto è cresciuta Tachiko”> schernendolo prima di fare un respiro profondo < non ti è venuto in mente di chiedere che cosa è successo in questi Dieci anni a tua figlia?> si insomma informarsi un pochino dalla Lilla < Hai promesso a chi?> direbbe poi cercando di dargli un pugno sul petto, ovviamente non volendo fargli male, più o meno < ed a Tachiko? Nessuno fa promesse a Tachiko!> un altro pugno con l’altra mano mentre la voce si strozza un pochino < Ma infondo che vi importa di lei, Tachiko è pazza, Tachiko è solo da usare vero?> sbotta nel suo stress, nello stress da madre sola, nello stress delle voci nella testa < Tachiko ha cresciuto Senshi, ora non è più utile vero?> Se fosse stata Furaya, ci avrebbe anche pensato, ma lui, che avrà visto si e no due volte, è diverso < Vattene Saisashi, vattene prima che la vespa ti punga> un consiglio il suo, adirata, prima di fare dei respiri profondi.

13:08 Saisashi:
 La reazione dell'altra è infrenabile. Scatta improvvisamente con parole taglienti e dolore una dietro l'altra contro Saisashi, che d'altro canto, non può che restare in silenzio in questo momento, pur consapevole che essere morto non è stata una sua decisione, ha combattuto quella guerra per permttere a Senshi un futuro migliore, ma non è certo stata sua volontà morire...come non lo è stata quella di tornare in vita 10 anni dopo, in un mondo nuovo dimenticato da tutti. Chinerebbe nuovamente il capo, nascondendo gli occhi lucidi e lo sguardo incupito sotto i capelli bianchi che calano a coprire il sipario, mentre tremante, stringe nuovamente i pugni. Continua ad incassare quegli affondi, uno dietro l'altro, più affilati e dolorosi di qualsiasi tecnica ninja. Persino la morte probabilmente è stata più indolore per il taijutser. Un cane bastonato, che al di fuori potrebbe davvero fare pena ad un occhio esterno in questa situazione. Non ha più nulla, non ha più la sua forza, non ha più il suo spirito guerriero di cui viveva costantemente, non ha più Furaya... ed in questo momento anche Senshi gli sembra irraggiungibile. Deglutisce sonoramente, prendendo fiato e facendosi forza una volta terminate le parole dell'altra < Hai ragione.> pausa <hai ragione su tutto. Sono morto per 10 anni... ed ora sono tornato...non so per quale buffo motivo il destino abbia voluto così> sorride tristemente <io non sono nessuno effettivamente. Non lo ero prima, e lo sono ancora meno in questo nuovo mondo dove nessuno si ricorda di me> aggiunge <l'ho promesso a Furaya....> direbbe per poi sollevare il capo cercando il suo sguardo affrontando la situazione <mi hai frainteso...io non voglio portare via Senshi. Non lo farei mai> parole sincere che potrebbero tranquillizarla <sai, in questo momento vivo per strada senza un tetto, nei quartieri poveri. Ho un piccolo lavoro da Ichiraku che mi basta per raccimolare quel che serve per me e Mekura, l'indispensabile. Non ho nulla da poter offrire a mia figlia. Da quanto vedo tu le stai già offrendo ciò che merita> sorriderebbe , mentre sulla sua schiena sono ancora conficcate lame in profondità metaforicamente parlando <io in realtà vorrei questo...vorrei semplicemente provare ad essere un padre...lo stesso padre che avrei desiderato. Ma non voglio che tu ti separi da Senshi ... anzi vorrei tanto che tu mi raccontassi...cos'è successo in questi anni, come hai protetto mia figlia, quante cose ha imparato. Io non so più nulla di questo mondo.> direbbe con rammarico. Avvertendo l'ostilità dell'altra si metterebbe in ginocchio, un gesto che nella sua vita, mai avrebbe creduto di fare <la mia promessa per te è che non te la porterò mai via. Voglio che tu resti il suo punto di riferimento.... > ora chinerebbe il busto in avnti con il volto contro il terreno come una sorta di supplica <ti chiedo solo di permettermi di entrare a far parte della vita di Senshi... e se ritieni che questo non sia un bene per lei...allora resto qui inerme di fronte a te, supplicandoti di uccidermi. Ho perso la mia forza, anche volendo non sarei più in grado di difendermi...e che senso avrebbe continuare a vivere in questo mondo, se non posso nemmeno rifarmi come padre....> rimarrebbe quind li, di fronte a lei, divisi solo da quella recinzione [ch off]

13:20 Tachiko:
  [Casa Tachi] Si morde il labbro inferiore quasi a ferirsi mentre guarda quell’uomo che ricomincia a parlare. Certo che Tachiko ha ragione, ci mancherebbe altro. Quando lui dice di non volersi portare via Senshi, il cuore riesce a battere di nuovo, come se nuova vita si fosse inserita all’interno del petto della donna. Saisashi può sentire quel sospiro di sollievo. Abbassa il capo mentre stringe i pugni prima di guardare verso i propri piedi < Tachiko è stata irruenta, gomen> direbbe in un soffio prima di guardare altrove < Tachiko ti racconterà, e te la farà conoscere.> concedendo all’uomo quello che chiede, quello che sembra volere così tanto da mettersi in ginocchio, supplicandola < Le promesse vanno mantenute Saisashi.> lo intima, come il trasgredirle fosse la cosa più tremenda che esista al mondo. Fa un respiro profondo sistemandosi gli occhiali sul nasino prima di umettarsi le labbra, mangiandosele e facendole scomparire per qualche secondo < Ma ci sono regole che devi sapere.> direbbe seria andando ad alzare il dito verso di lui, l’intera mano, per contare le regole < Non si mangia mai dopo mezzanotte, alle otto si va a nanna> insomma, ci sono regole che non si possono bypassare, su quello non transige < deve studiare.> eccone un’altra < Non può usare il controllo dell’ombra su persone inermi> insomma, potrebbe essere pericoloso < e soprattutto…> e questa cosa la preme assai < mai, e Tachiko dice mai> un attimo di pausa < Picchiare qualcuno.> E queste informazioni dovrebbero essere importanti per Saisashi, anche questo serve per conoscere il carattere della figlia, quel piccolo tornado che non ci pensa due volte a mollare schiaffoni se qualcosa non è di suo gradimento. < Tachiko non ti vuole uccidere.> direbbe poi andando a storcere la bocca < sia perché Senshi deve conoscerti, sia perché neanche la Morte ti vuole se sei qui> un attimo di silenzio < si vede che sei Degno di rimanere sulla terra> suo stesso pensiero prima di andare ad aprire il cancelletto < Entra, ho il caffè pronto, E mettiti una mia maglia! Sacri Kami, puoi girare a petto nudo!?> direbbe infine verso di lui come se stesse facendo una ramanzina ad un bambino < Oggi Tachiko ti da un’ora di tempo per stare con lei, poi piano piano vediamo come fare> direbbe facendo un mezzo sorriso all’uomo < ed alzati da lì…che è sporco, poi Tachiko deve pulire di nuovo.> conclude prima di dargli le spalle e camminare a piedi nudi sull’erba verso la porta della propria abitazione.

13:31 Saisashi:
 Dalla sua posizione a terra sul terreno, Saisashi potrebbe sentire le parole dell'altra che sembrano cambiare completamente tono. Si potrà vedere un Saisashi nuovamente tremante a terra, ma questa volta non è rabbia, non è paura..ma qualcosa di più semplice: GIOIA. In men che non si dica , con un balzo felino, degno di lui, il genin si rimetterebbe in piedi <EVVAIIII!!!> esclama pieno di gioia come un bambinoo, insomma, per un attimo non il nuovo Saisashi serio e responsabile,ma lo spensierato casinista capace di esprimere sempre i suoi sentimenti senza veli e freni inibitori <potrò vedere Senshi, potrò vedere Senshi , > comincia a canticchiare volteggiando su se stesso sorridente, per poi rimettersi in riga sull'attenti come un militare, nel sentire le regole in arrivo <ehm, si va bene, farò come dici. Quindi em....> prova acontare sulle dita ricapitolando <niente cibo....a mezza notte..... studiare.... a letto alle 8....uff non sono bravo in queste cose, me ne ricorderò con il tempo> strofina la nuca con la mancina, per poi darsi dei buffetti qua e la per pulirsi dalla polvere del terreno <cosa? Sa usare le ombre? Che figata! Le potrà usare su di me per allenarsi ehehe > cos'ha già in mente? Peccato che non può farle picchiare nessuno. Deglutisce a questa regola , quasi deluso, sbuffando <uff..... se quel qualcuno fossi io....potremmo fare eccezzione alla regola?> si intuisce che ci tiene ad insegnarle l'arte del pugno, non vede l'ora <grazie Tachiko per tutto! Sei la numero UNO ahahah!> sghignazza ancora allegro per poi seguire la donna <perchè che problema c'è nel girare a petto nudo? Non sto bene?> si domanda non compendendo <Mekura mi ha dato una felpa, ma appena indossata si è distrutta...spero di non rompere anche la tua, son sicuro mi starà un pò stretta > fa spallucce, dopo tutto il suo corpo è forgiato da anni di allenamento estenuante, e lo si nota ad occhio nudo <ti seguo allora !> [ch off]

13:40 Tachiko:
  [Casa Tachi] Lo vede balzare in aria ed ecco che un sopracciglio va ad alzarsi prima di muovere le labbra in un broncio tentennante. Quasi si pente di avergli detto di si, quasi. <Ascolta Tachiko invece di saltellare!> direbbe portandosi le mani ai fianchi e guardandolo in cagnesco prima di sentire quel suo capriccio < No Saisashi.> gli direbbe, ora si che si sta pentendo < Altrimenti le userò io le ombre su di te.> e lei certamente è meno caritatevole di una bambina < no, niente eccezioni, sai quanti incontri con gli insegnanti per tutti i bambini picchiati da lei? > direbbe andando a sbuffare da lei < almeno due volte a settimana, piovono denti in accademia!> sbraiterebbe verso di lui < non incitarla che è già incitata per i fatti suoi!> e conclude andando vicino alla porta. L’uomo si mette una maglia della donna prima di fare un respiro profondo e chinare la testa di lato < Non davanti a senshi> riguardo al petto nudo insomma. Fa un respiro profondo facendolo entrare in casa ed intimandogli di togliersi le scarpe prima di salire sul legno del pavimento < Senshi? Vieni devo presentarti una persona.> direbbe la donna chiudendo la porta dietro di loro. E così il padre è tornato a conoscere sua figlia, in una giornata uggiosa ma felice, in un certo senso. Sarebbe rimasto quell’ora decisa dalla lilla prima di uscire ed allontanarsi dall’abitazione. Tachiko lo guarderebbe allontanarsi prima di mostrare un viso preoccupato, le cose stanno per cambiare, se in meglio o in peggio ancora non si sa [End]

Saisashi gira per Kagegakure alla ricerca di Tachiko e sua figlia fino a raggiungere la casa di quest'ultima. Dopo un momento di non riconoscimento ed incomprensione, la donna permette all'uomo di poter incontrare Senshi e di far parte della sua vita.