Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

{ All'avventura }

Free

0
0
con Rasetsu, Kentarou

15:16 Rasetsu:
 Il cielo è nuvoloso ed il nostro amichetto demone sosta su una panchina - sperando che questa volta non sia di proprietà di qualche altra ragazzina impertinente. Si gode quel tempo mite, ma sospira pesantemente. Non ha ricevuto nessuna notizia da Sango e deve trovare un modo per iniziare a lavorare - seriamente parlando - e rimettere in piedi ciò che fece una volta. Non ha neanche più rivisto Sakir, ragion per cui non possiede un braccio destro che possa aiutarlo in questo lungimirante obiettivo. Dovrà inventarsi qualcosa di serio, altrimenti resterà ancora ad un passato che non può garantirgli null'altro. Le gambe son divaricate e gli avambracci poggiano su di esse, lasciando ciondolare le mani al loro interno. Ha indossato degli abiti quanto meno più seri del normale - gli stessi usati per il suo colloquio in ospedale - sgraffignati (pensavate veramente che fossero suoi? Poveri illusi) dall'armadio di Touma senza neanche chiedergli il permesso. Quando mai l'ha chiesto per rubare? Qualora l'avesse scoperto, gli avrebbe semplicemente detto che glieli avrebbe restituiti, ma fino ad allora... fa spallucce. Una camicia bianca ne copre il magro sterno e le ben ricalcate costole, coi polsini ben abbottonati per non far vedere le orride cicatrici che ogni volta è costretto a farsi per attivare l'innata, lasciando così che la ferita non guarisca mai completamente. Una giacca nera, un simil cappottone che gli va anche grande in quanto a larghezza, è lasciata aperta e gli arriva sin ad altezza delle ginocchia. Non sono affatto abiti della sua stazza, poiché Touma è decisamente grosso ed è il doppio di lui. Bisogna sempre accontentarsi finché non riesce a racimolare abbastanza denaro per andarsene e rimpolpare il suo guardaroba. Un paio di pantaloni neri completano il suo vestiario, con tanto di cintura nella quale ha infilato la sua camicia. Non porta occhiali né altri accessori, se non un paio di scarpe - questa volta uguali tra di loro - che è riuscito a rubare ad un altro ubriaco addormentato. E sta lì, pensieroso, assorto. Gli manca l'assuefazione per la Sbrilluccica e il suo corpo la richiede spesso a gran voce, costringendolo a gettarsi su tutt'altro, qualunque altra sostanza possa anche soltanto paragonarsi alla propria. [ Chakra OFF ]

15:30 Kentarou:
  [Piazza] Il cielo nuvoloso di quest'oggi non credo disturbo all'albino, affatto, in un certo senso lo fa sentire meglio, si trova più a suo agio. Ha da poco comprato dei dango in una bancarella e sta tenendo l'ultimo spiedo con la mancina. Veste abiti piuttosto semplici, una lunga tuta nera e scarpe da ginnastica del medesimo colore, oltre degli occhiali da sole dalla montatura sottile e le lenti ovali, scure, che non lasciano intravedere gli occhi sottostanti. Si presenta comunque come un giovane uomo sui ventitré anni, piuttosto alto e longilineo, centonovanta centimetri d'altezza per ottantaquattro chilogrammi di peso corporeo. Una folta chioma bianca, corta e mossa, ne incornicia il volto dai tratti delicati e piacenti, dal quale spiccano due occhi cerulei e vitrei. Questo figuro, totalmente albino e quindi costretto ogni volta a mettersi la crema solare, anche se è nuvoloso, continua ad avanzare con passo veloce e costante. Fino a che, un certo punto, si ferma davanti la panchina nella quale è seduto Ryuuma. <Con permesso...> Direbbe, andando a farsi largo e stravaccandosi sulla stessa, tenendo i dorsali sullo schienale e le chiappe sul bordo della stessa, accavallando le gambe. Infine va ad avvicinare i dando alla propria bocca e prendere una di quelle palline dolci in bocca, mastica per bene e poi manda giù. <Che buoni, sono come la droga.> Direbbe con solita voce baritonale, tenendo lo sguardo fisso sui propri dango, che tiene ad altezza petto con la mancina e non degnando di uno sguardo Ryuuma.

15:50 Rasetsu:
 Un ragazzo, che lui non ha mai visto prima, gli s'affiancherebbe all'improvviso prendendo posto sulla panchina che, per sua fortuna - o forse no, è abbastanza ampia per poter far sedere entrambi. A Rasetsu questo dà fastidio? No, ma vi pare. <Eccone un altro che caga il cazzo per la panchina.> E invece vi sbagliavate. Sì, è un pochetto nervoso perché non sa come racimolare il veleno del quale ha bisogno per creare le sue pasticche speciali. Potrebbe usare momentaneamente quello Yakushi, ma voi vedete un serpentello qui in giro da poter sfruttare? No, neanche l'ombra. E continua ad innervosirsi poiché non riesce ad ottenere quello che vuole in una società che s'è sviluppata e risulta essere oltremodo tecnologica. Solleva un sopracciglio e scruta di sottecchi Kentarou. Quegli pare aver tra le mani qualcosa di dolce, del cibo a primo acchito, considerando che se ne sta mangiando proprio davanti ai suoi occhi. <Tranquillo, magari volevo stare da solo coi miei pensieri e invece non posso perché tu mi metti ansia.> Capite, lui. Non il contrario. Gli angoli della bocca son rivolti dabbasso come la consueta maschera negativa, squadrandolo ancora e senza pronunciar altro in sua direzione. Dovrebbe bastare la minaccia che gli ha appena rivolto, seppur neanche come tale possa essere definita in fin dei conti. E' soltanto il suo caratteraccio che vien fuori nei momenti meno opportuni, salvandosi in calcio d'angolo con una richiesta oltremodo fuoriluogo. <Me ne fai assaggiare uno?> Così, dopo averlo aggredito, s'azzarda persino a fare proposte per le quali potrebbe essere tranquillamente mandato a cagare. Sì, Kentarou, sei autorizzato. [ Chakra OFF ]

16:01 Kentarou:
  [Piazza - Panchina] Rimane quindi stravaccato nella sua panchina, prendendo posto e fregandosene del parere altrui, infatti quando ne sente le prime parole scoppia in una fragorosa risata, piegandosi in due e mettendo la destra sulla pancia per il fastidio provocato. <Sai che novità, l'essere rompi palle è nella mia natura...> Direbbe con nonchalance al rosso, posando ora le cerulee su di lui e abbassando le lenti degli occhiali sul naso, con l'indice della destra, lasciando dunque intravedere i suoi particolari occhi da albino. <Sei un bel tipo, però la tua lingua è tagliente.> Direbbe con tutta la tranquillità del mondo, rimanendo stravaccato nella medesima posizione, con i dorsali sullo schienale e le chiappe sul bordo della panchina. Fatto sta che ha appena detto un complimento? Chi può dirlo... Rimane comunque lì, tenendo le orecchie ben aperte e fisso sul proprio spiedo di dango, andando poi ad addentare la seconda e dolce pallina. La gusta per benino, prima di mandarla giù. Ecco che rimane l'ultima e sente le ultime parole altrui, ci pensa un attimo, toccandosi il mento con il polpastrello dell'indice della destra. <Mhhh...> Mugugna in un primo momento, facendo poi spallucce e allungando lo spiedo in direzione della bocca altrui, come se volesse imboccarlo. <Tieni!> Direbbe quindi, rimanendo poi lì in attesa. <Comunque ti vedo nervoso, ti va di parlarne con uno sconosciuto?> Aggiungerebbe quindi, con solita voce calda e baritonale, accomodante.

16:11 Rasetsu:
 E lui se la ride. Il demone lo rimprovera e l'umano ride, non temendolo affatto. Forse i giorni in cui qualcuno aveva timore e paura di Ryuuma son ormai finiti, dimenticati. In fondo, a vederlo non sembrerebbe essere nient'altro che un drogato, un allampanato essere che bazzica tra i bordelli e gli angoli delle strade malfamate. Niente più di questo. E' per tale ragione che dovrebbe ricominciare a muoversi, prendendo in mano le redini della sua vita, anziché continuare a bazzicare in giro per il settore di Kusa come se niente fosse, rubando da vivere a quel povero di Touma che già fa fatica a vivere da solo con tutte le spese a carico. E' raro che riesca a portargli qualche quattrino in casa, poiché solitamente si presenta alla sua porta sfatto e ubriaco, con una bottiglia mezza piena che gli regala e qualche pasticca rimasta dal suo ultimo acquisto. <Guarda, non l'avevo proprio notato.> Commenta sprezzante in sua direzione, facendo schioccare la lingua sotto al palato. Egli resta nella precedente posizione assunta, dato che pare starci piuttosto comodo seppur l'altrui presenza risulti essere un problema non indifferente per la sua psiche al momento. <Sono soltanto sincero. Dovreste apprezzare il mio modo d'essere anziché continuare a criticare chi vi parla alle spalle.> E gira il capo dall'altro lato, come a volergli dar le spalle, totalmente contrariato dal commento dell'albino. Non ha detto niente di che, ma il nostro piccolo demone adesso sembra piuttosto offeso, poverino. E' proprio nella sua giornata no. Mette anche il broncio adesso, va che carino. Avete presente quegli tsunderini che prima ti mettono il muso, poi ti chiedono un dolcetto ma sono troppo orgogliosi per ammettere che forse sono partiti col piede sbagliato? Uguale. S'allunga infatti - senza farselo ripetere due volte - per agguantare con le labbra e i denti lo stuzzichino che gli rivolge con tanto di dango, tirandolo verso le proprie fauci ammesso che Kentarou non intenda giocargli un brutto tiro mancino. Se lo starebbe quasi aspettando e infatti non gli toglie gli occhi di dosso. Ci manca soltanto il pelato del fiore di ciliegio che ondeggia danzante sopra le loro teste, scendendo cheto sin a terra mentre i loro sguardi s'uniscono, le labbra s'avvicinano e--- NOOOO! Ragazzi, ma che stiamo dicendo? Non esiste, non è possibile, stacca. Ci stanno tracciando! Dopodiché solleverebbe gli occhi verso il cielo, mostrandosi ancora contrariato nonostante stia masticando con tranquillità, poco alla volta, gustandosi il sapore di quel dolcino che forse non ha neanche mai assaggiato. <Sono soltanto nervoso perché non riesco a trovare degli ingredienti.> Punto e basta, crede che così facendo possa chiudere una discussione che potrebbe, di rimando, sollevare anche curiosità nell'interlocutore. [ Chakra OFF ]

16:24 Kentarou:
  [Piazza - Panchina] La risata è finita, lasciando spazio a uno sguardo neutro, completamente neutrale e quasi apatico. Un modo di fare alquanto strano, come se avesse cambiato personalità da un momento all'altro, prima scherzoso e solare, ora silenzioso e meditabondo. Assottiglia lo sguardo, avvicinando le palpebre e facendo diventare gli occhi due piccole fessure, squadrando nuovamente da capo a piedi il rosso e senza il benché minimo ritegno. Annuisce un paio di volte, continuando con quel fare tanto strano, la bocca è infatti completamente lineare e non sembra voler accennare nessuna espressione in particolare. Il braccio sinistro è comunque teso, in direzione altrui, aspetterebbe quindi che l'altro vada ad addentare il dango. <Bravo, mangia.> Direbbe secco e coinciso, come se stesse dando da mangiare a un animale. Ritira quindi poi il braccio e con esso lo spiedo, buttandolo nel cestino di fianco alla panchina, sul lato in cui è seduto lui. Rimarrebbe poi silente, ascoltandone le parole e continuando ad annuire. <Ingredienti, capisco...> Sospira, come se fosse tutto di un tratto annoiato. <E sono così rari da non trovarli? Prova a Kagegakure, magari lì trovi qualcosa.> Consiglio diretto il suo, con una domanda che, forse, potrebbe risultare invasiva.

16:37 Rasetsu:
 Avete presente gli animaletti ai quali dai la pappa dopo avergli detto di stare seduti e poi gli fate "patpat" sulla testolina perché sono stati bravi? Ecco, Rasetsu è un piccolo demonietto con tanto di coda - se vorrebbe - che scodinzola perché ha ricevuto le attenzioni delle quali ha sommariamente bisogno. Mastica e butta giù, lanciando una nuova occhiataccia nei confronti del ragazzo, il quale - pur avendogli fatto un complimento - è palese che sia per prenderlo in giro, almeno dal punto di vista del rosso. Anche lui, come l'altro, è piuttosto pallido ma la differenza sostanziale sta nel sangue che scorre loro nelle vene. Si stringe nelle spalle quando gli chiede se davvero quegli ingredienti siano così poco reperibili. <Non li ho trovati, quindi suppongo di sì.> Non saprebbe neanche a chi rivolgersi. Non è rimasto nessuno dei vecchi Doku, neanche quella stronza acida di Kimi che, in un contesto del genere, strano ma vero, gli sarebbe tornata persino utile. Forse è morta, il che non risulta essere comunque un dispiacere. <Siamo già a Kagegakure> Glielo fa notare poiché dovrebbe essere abbastanza ovvia come cosa. Forse intende il centro? <ma devo racimolare del veleno particolare che nel mercato costa un botto! Vorrei spendere di meno.> La butta su questo piano perché potrebbe anche trovare una possibile variante così facendo, in modo che possa almeno ingranare di nuovo. Nulla è certo, ma restar privo della propria Sbrilluccica sta diventando veramente snervante. Il corpo lo reclama, la sua mente non fa che pensare alle pasticche di cui una volta era pieno. <Bello parlare con gli sconosciuti se poi mi danno consigli ai quali avevo già pensato.> Contrariato, come al solito, ancor offeso nei di lui riguardi al pari d'un bambino capriccioso come pochi. [ Chakra OFF ]

16:55 Kentarou:
  [Piazza - Panchina] Rimane con il medesimo volto apatico, indifferente e meditabondo, mentre un ghigno malevolo va improvvisamente ad apparire lungo il volto quando l'altro mangia il dango. Non dice nulla a riguardo, gustandosi però la scena e tornando poi subito dopo con sguardo neutrale, lineare. Inclina il capo da destra a sinistra e viceversa, facendolo scrocchiare, così come fa scrocchiare le dita, andandole a tirare verso il basso con il pollice di ambedue le mani. <Capisco...> Direbbe secco e coinciso, nuovamente, come se avesse tutto di un tratto poca voglia di parlare. <Lo so, infatti intendevo il centro.> Aggiunge, riguardo a Kagegakure, andando poi a chiudere gli occhi e rilassandosi, come se non temesse affatto la presenza altrui. <Provato a dare una occhiata nei bassifondi? Magari c'è qualche mercato nero che vende ciò che cerchi, a un prezzo contenuto.> Spiega quindi al rosso che, per bassifondi, intende quelli nel distretto di Kirigakure no Sato, ma crede che il suo interlocutore sia già in possesso di tali informazioni, quindi fa spallucce. Non che gli importi molto al momento, quanto tutto di un tratto... Ecco che sorride e si alza con la parte superiore del corpo, staccandola dalla panchina, aprendo gli occhi e avvicinando la testa in direzione del rosso. <Io sono Kentarou, piacere bel rosso.> Direbbe sprizzante di gioia, all'improvviso, come se avesse cambiato nuovamente personalità, con un sorriso a trentadue denti.

17:44 Rasetsu:
 Trova un giusto compromesso nella risposta l'albino, il quale asserisce che si riferisca al centro di Kagegakure. <Lì, ci sono stato una volta> Ammette, ma ha ben poca memoria poiché solitamente è strafatto o ubriaco come gran parte delle sue giornate passate. <ma non credo d'aver trovato ciò che cercavo.> Solleva la mancina tra i capelli, grattando la cute e provando a comprendere meglio quanto sia potuto accadere durante quel periodo. In fondo, ha pochi ricordi in merito. I bassifondi sono un'idea molto utile, ma è costretto a stringersi nelle spalle e farsi un altro po' pensieroso. <Posso provare a chiedere lì, ma non ho più i miei informatori.> Forse è il momento giusto per iniziare a farsene, prima o poi deve riprendere la mano e rimetterle nella merda della mafia o di qualunque altra criminalità organizzata. <Tu, invece, di cosa ti occupi?> Piega la testa da un lato, incuriosito dal di lui modo di pensare e anche dal modo di comportarsi poiché, al pari del demone, sembra essere affetto da sbalzi d'umore il che lo rendono quanto più imprevedibile. D'un tratto, appunto, se lo vede arrivare veramente troppo vicino, avvicinandosi in sua direzione e costringendolo il demone a chinare il capo all'indietro, in modo che possa allontanarsi direttamente da Kentarou. Non lo vuole troppo vicino, vuole che abbia il suo spazio e che non sia assolutamente invaso da terzi che potrebbero dargli fastidio in qualche modo. <Rasetsu.> Replica a sua volta, presentandosi dunque anch'egli, stranamente educato anche se il piede destro continua a muoversi ritmicamente assieme alla relativa gamba, scaricando verso l'esterno eventuale nervosismo e rabbia accumulati in questi giorni e affatto sfogati tramite l'utilizzo della sua Sbrilluccica. Le crisi d'astinenza si fanno sentire. [ Chakra OFF ]

18:00 Kentarou:
  [Piazza - Panchina] Lo sguardo dell'albino è totalmente cambiato, in meglio, uno sguardo solare e allegro con un sorriso a trentadue denti e splendente, che quasi sembra voler accecare il malcapitato Ryuuma. <Ah! Sì? È un bel posto vero?> Domanda al rosso, ridacchiando con fare infantile, come se fosse appena tornato un bambino. Quando poi sente parlare d'informatori, ecco che scoppia nuovamente in una fragorosa risata. <Anch'io avevo degli informatori, ma sono rimasti scottati, come un pollo allo spiedo.> Letteralmente, visto che li ha bruciati vivi anni addietro, la cosa inquietante è che ne parla come nulla fosse, ridacchiando nel mentre, come se fosse un gioco. <Di che mi occupo?> Ci pensa mentre dondola a destra e sinistra, mettendo ambedue le mani tra le cosce e appoggiate al bordo della panchina, bilanciandosi. <Rincorro gli animali...> Letteralmente, anche se, per animali, lui intende ben altro. <Piacere di conoscerti Rasetsu!> Direbbe visibilmente sincero, come un bambino e sorridendo, il tutto sempre molto allegramente. Torna quindi ora relativamente composto, con i dorsali sullo schienale e le chiappe sul bordo della panchina, nel suo lato, dando dunque la possibilità a Ryuuma di respirare e non ritrovarsi un ragazzone albino addosso a lui.

18:20 Rasetsu:
 Il cambio d'atteggiamento dell'albino è ben più repentino di quello di Rasetsu, giacché nel suo caso dipendono sostanzialmente da quanti e quali sostanze assume - se ne prende. Oppure dipende da quando e come s'alza dal letto, cambiando infine durante la stessa giornata e non per forza dipendendo dagli eventi che lo caratterizzano. A volte, capita che può contraddirsi da solo, quindi probabilmente con Kentarou finirà pure con l'andarci d'accordo, bene o male. <No> Commenta a proposito del centro cittadino, facendo di nuovo spallucce. In realtà, non gli piace. <preferisco il quartiere notturno.> Che si trova appunto nel settore in cui sono adesso, dal quale difficilmente s'allontana proprio per riuscire a raggiungere i vari locali, nightclub e pub piuttosto facilmente, senza doversi per questo allontanare troppo. In fondo, tornare a casa una volta sbronzo o drogato diventa sempre troppo difficile e rischia di finire chissà dove: nei cassonetti, ad esempio, o sulle panchine che appartengono a qualcun altro. <Cosa intendi per scottati?> Perché potrebbe essere veramente interessante la motivazione oltre alla spiegazione sommaria che il demone gli sta chiedendo. <Però... pollo allo spiedo, è una vita che non mangio qualcosa di sostanzioso.> Ammette senza troppi problemi, facendo ciondolare il capo da un lato e imbronciandosi - ancora - ma questa volta palesando un'espressione rattristita. Tempo addietro, poteva vantarsi di far la bella vita e di non dover sollevare un muscolo per farsi da mangiare da solo. Dubbioso in merito a quello che ha poi pronunciato, secondo cui il suo lavoro sarebbe quello di rincorrere gli animali, lo fissa stranito, piegando la testa da un lato. <Che cazzo significa> Arrabbiandosi poi, così, da un momento all'altro e soltanto perché non ha compreso cosa Kentarou volesse dirgli. <che rincorri gli animali?> E molteplici punti interrogativi andrebbero a formarsi sulla sommità del di lui capo, dove giacciono scompigliati ciuffetti cremisi. Per fortuna, opta per tornare a sedersi normalmente e lasciare al nostro demone il suo spazio vitale. [ Chakra OFF ]

18:31 Kentarou:
  [Piazza - Panchina] Continua a dondolare l'albino sulla panchina, da destra verso sinistra e viceversa, con quel sorriso a trentadue denti che non sembra voler andare via per il momento. Con fare decisamente infantile ascolta le parole altrui, spalancando la bocca e annuendo, con fare sorpreso. <Bello anche il quartiere notturno, sì, sì.> D'altronde l'albino non è certo nuovo di simili posti e ci è andato più di una volta, ma questo è un altro discorso, forse fin troppo peccaminoso. A dirla tutta, se bisogna parlare di peccati, probabilmente il giovane Shinobi li incarna più o meno tutti, a seconda della personalità. Continuerebbe poi ad ascoltare e a quel "Cosa intendi per scottati?" scoppia nuovamente a ridere, di gusto e più infantile che mai. <Nel senso che sono arsi vivi, bruciati, cenere... KABOOOM! AHAHAHAH!> Se la ride il giovane, senza specificare che fu lui stesso a ucciderli, ma che risulta tuttavia facilmente intuibile. <Sì, rincorro gli animali, sono un cacciatore di animali...> Continua con le sue frasi apparentemente senza senso, ma che in realtà un senso lo hanno eccome, solo che la sua personalità attuale non è abbastanza seria da entrare nei dettagli.

18:59 Rasetsu:
 Ed è all'improvviso che il demone sbarra gli occhi, fossilizzandoli sul viso di Kentarou per cercare d'attirarne l'attenzione. E' contento delle parole che gli ha appena sentito pronunciare dalle labbra. Balza immediatamente in piedi con la sua risata che riusciranno a sentire - con tutta probabilità - anche dall'altra parte di Kagegakure. <NYAHAHAHAHAH!> Eccola in tutta il suo fantasmagorico fastidio. <Allora alzati, forza!> Lo incita, agitando animosamente le braccia. Sogghigna divertito alla sola idea di quello che gli sta per andare a proporre. <Andiamo al Quartiere Notturno> Così su due piedi, quando s'era appena detto che avrebbe dovuto pensare a qualcosa di produttivo da fare, anziché passare la stragrande maggioranza del suo tempo tra le mura di qualche locale notturno. <e beviamoci su!> No, non è così che sarebbe dovuta andare la giornata, dato che ha ancora molte cose da fare e non ha iniziato a farne neanche la metà. E riprende ancora a ridere quando lui asserisce di come siano stati arsi vivi, bruciati e presumibilmente grazie al suo fare. <Ah cazzo se sei divertente adesso!> Bastano poche parole per mettere di buon umore il nostro rosso, il quale non farebbe altro che attendere che il buon Miyamoto possa seguirlo verso quel quartiere, ammesso non decida proprio di andarsene e di non seguirlo, la qual cosa farebbe ovviamente arrabbiare il nostro demone dai capelli rossi. Infinei, quindi, qualora intenda seguirlo e approfondire quell'incontro - non in quel senso, non pensate a male - andranno assieme verso l'AVVENTURA NOTTURNA! [ EXIT ]

19:09 Kentarou:
  [Piazza] Sente Ryuuma ridere, come non potrebbe altrimenti e ridacchia a sua volta, divertito. <Sei un bel tipo, sì, sì.> Dice senza farsi il benché minimo problema e alla richiesta altrui, non fa altro che balzare in piedi, sistemandosi con ambedue le mani la propria tuta. <PRONTO!> Urla a pieno petto, carico come una molla, incominciando a saltellare sul posto neanche fosse una qualche sorta di coniglio. <Ti seguo! AHAHAHAH!> Fa un mezzo inchino, indicando con la destra la via per il quartiere notturno e facendogli dunque segno di andare per primo, d'altronde si considera un cacciatore, non una preda. <Ti avviso che reggo bene gli alcolici, sarà l'altezza?> Domanda spavaldo, alzando il mento verso l'alto, fiero di se stesso e del proprio corpo. <Dovevi vedere come urlavano, si dimenavano sulla porta d'ingresso, di ferro, perché non riuscivano a uscire... Era troppo divertente.> Aggiungerebbe infine, seguendo quindi il rosso all'avventura verso il quartiere notturno. [EXIT]

Incontro randomico, dove Kentarou cerca di fregargli la panchina - a detta di Rasetsu.

Ciarlano, chiacchierano e poi vanno assieme verso appassionati avventure nel quartiere notturno.
Solito disagio, insomma.