Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Un ramenYOYO

Free

0
0
con Sango, Ryosei

21:06 Sango:
  [Sotto un balcone] Ennesimo giorno, ennesima ronda, eppure oggi ha qualcosa in più da dover guardare. Un omicidio è stato commesso sotto il proprio naso, le abilità d'un tempo son scomparse e quella corsa e furiosa ricerca non hanno dato che il nulla, fumo da voler afferrare con le mani. Un altro omicidio verrà commesso, dove e quando ancor rimane un mistero , eppure le piazze adesso sono pattugliate con maggior rigore e attenzione di quanto non lo siano normalmente. Controllo, pace, paura, quali sono gli altri elementi che permettono a quel governo di sollevarsi sopra i cittadini e far le loro regole se non quelle? Eppure la pioggia e il temporale aiuteranno senza alcun dubbio a far rientrare in casa coloro che fuori non vi vogliono stare. Le strade che diventano quasi deserte, considerando anche l'ora tarda alcuni staranno ancora cenando e in effetti dovrebbe farlo anche lei. Sta saltando troppi pranzi e cene per arrovellarsi coi problemi del mondo - e suoi, quelli son i peggiori durante la notte, quando gli occhi non riescono a chiudersi in una qualche stanza di una qualsiasi bettola presente. Senza casa nuovamente cosa può fare se non tornar a vagare su quella stessa terra ? Anche lei avanza sotto quella pioggia incessante, seppur non se ne privi e non ne trovi alcun fastidio, pur di ripararsi anche lei sotto qualche balcone di fortuna. Una corsa a perdifiato sotto di essa e poi potrà finalmente riposarsi come deve, il turno è finito eppure indossa ancora la divisa della Shinsengumi. Camicia sotto , giacca nera in doppio petto chiusa fino al collo con quei bottoni dorati. Le maniche strette e lunghe con quelle striature rossastre, e infine quella gonna corta che copre poco e nulla. Ancor deve comprendere se sia comoda o meno, ma la mano andrà alla tasca esterna di quella giacca per recuperar lei stessa un pacco di sigarette. Avrebbe preferito fumare il proprio kalumet, eppure l'ha lasciato al casa dell'ormai ex proprio fidanzato - sempre che possa davvero definirlo tale - e tornarvi per quella sciocchezza l'avrebbe messa d'innanzi la volontà di parlare, spiegarsi, e tutto quel che ne consegue tra due ex. Una delle sigarette che vengon messe tra le labbra morbide, l'accendino che segue immediatamente quella per accenderla e impregnar l'aria di quell'aroma pungente . Un sospiro, le spalle che si poggiano al muro dietro con stanchezza, non porta alcun cappello e quei lunghi filamenti rossi scendono pesanti sulle spalle bagnandola ancora e ancora. "avrei dovuto passare a cambiarmi " si, avrebbe dovuto, quelle calze a rete dalla trama sottile coprono ben poco nell'aria gelida di un inverno che vuol terminare, e i piedi in quei sandali da ninja lasciano passare un pò troppa aria. [vesti shinsengumi]

21:18 Ryosei:
 Non troppo copiosa la pioggia, seppur presente. Se ne ripara con estrema facilità grazie all’utilizzo di un semplicissimo ombrello. Nulla di sofisticato, niente tecnologia, nessun pulsante che lo possa far trasformare o modificare. Semplice e trasandato, con un paio di raggi staccati dalla stoffa e sporgenti verso l’esterno. L’importante, però, lo svolge. Senza troppi fronzoli. I passi del Genin diventano sonori per due fattori principali. Il primo, la presenza di acqua sul cemento di quella piazza, liberando nell’aria un onomatopeico ‘ciaf’ ad ogni contatto dello stivale con il terreno; il secondo, è proprio la strutturazione di quella scarpa. Sul tallone si prolunga un tacco di due centimetri dando un senso e sonoro acuto a quel suono dei suoi passi. Lo stivale in pelle viene coperto nella porzione orizzontale da un Jeans, non troppo stretto come suo solito, bensì con la facoltà di apparire – ed essere a tutti gli effetti – alquanto comodo. Il pantalone si sorregge grazie ad una cinta nera, nascosta da una maglia giallo canarino. Sopra di essa vi è una felpa grigio scura con cappuccio e zip. Il cappuccio è indossato, a ripararlo ulteriormente da quella gocce piovane, mentre la zip permane aperta lasciando intravedere dalla scollatura a ‘V’ della maglia parte dei prolungamenti di quei tatuaggi sul petto. Infine sul capo, un berretto con visiera grigio chiaro ed avente una sorta si decorazione a pois tendente ad una tonalità di grigio parzialmente più scura. Le basetta si nascondono dietro il cappuccio, così come i quattro orecchini color ora – due per lato- Il pezzetto, tuttavia, rimane ben visibile in quelle linea maniacalmente lavorate e delineate di fronte lo specchio ogni mattina. Ci ha sempre tenuto all’immagine, tanto da assicurarsi di lasciare i propri dettagli sempre ben visibili. Il braccio destro si piega all'altezza dell'articolazione del gomito dando sostegno ed altezza alla presa sul manico di quell'ombrello. Si potrae poco più avanti rispetto alla linea anteriore del busto così da assicurarsi di centrare la propria figura sotto di esso. Attraversa proprio ora il centro della piazza muovendosi dalla porzione destra di quel luogo verso la diagonale opposta. In direzione di una di quelle vie che si diramanano dietro la statua Orochimaru. Un semplice dettaglio, non che essa sia la propria destinazione. L'Uchiha, infatti si muove, con estrema lentezza e rimanendo sovrapensiero dopo una lunga giornata passata dietro i fornelli. Nessun sibilo, solo qualche sosprio più sonoro rispetto agli altri, mentre i sonori passi fanno da ritmo a quel cammino tramite quei 'ciaf' conseguenziali. {outfit:https://i.pinimg.com/originals/df/d1/41/dfd141be561c9dfdb9579e67cc27d33c.jpg}

21:30 Sango:
  [Sotto un balcone] Inutile dir quanto tutto ciò la possa annoiare, meglio il tempo dell'ultima guerra ove poteva morire in ogni seconde, le ha fatto apprezzar ancor di più quella sua ormai vecchia vita. Non vi è più nulla di quello, solo controlli, qualche omicidio e poi fuori chissà cosa è rimasto di quello che un tempo era la propria terra. Quella conosciuta, amata e odiata, eppure vissuta fin nel suo apice e nel cuore di quella natura che disdegna. Meglio il cemento e il nulla, molto meglio quell'asettico vivere che tornar a cercare qualcosa che non pare voglia averla più tra le proprie fila. Chissà le tigri ove son finite? Ma ancora rimane troppo debole. La sigaretta che viene consumata dalle morbide gemelle, lentamente, la cenere che crolla su se stessa per unirsi all'acqua e al fango che si ergono sotto le suole di quelle stesse scarpe , il fumo che si solleva verso l'alto per unirsi all'aria stessa e sparire dalla vista. < basta > un piccolo cenno della mano , la sigaretta che volerebbe dentro quel piccolo vaso vicino ad avvelenarne la terra stessa e un colpo di fianchi per rimettersi dritta. Quella figura alta e scura la nota, quell'ombrello che non le dice nulla, troppo lontano per vederne bene il viso ma alla fine poco importa quando anche lei andrà a muoversi verso di lui. Non direttamente a lui, ma la destinazione potrebbe trovarsi alle di lui spalle, qualche piccolo chiosco di ramen dove cenare infine, le forze che vengon meno e le membra stanche che si sentono ancor più deboli, il peso che sta scendendo velocemente rendendola ancor più magra del solito per la sua altezza. Sebbene l'altro faccia molto più rumore in quel passo lento, ella stessa ne farebbe altrettanto per via della camminata che si pone ben più veloce della sua. Unico problema? Il non aver il completo controllo del proprio corpo e delle proprie abilità, non vi è alcuna patina a sorreggerla dall'acqua e donarle l'ottima stabilità a cui s'era abituata, adesso portata via da situazioni ben più grandi di lei. Il corpo stesso che si muoverebbe dunque, il passo celere sotto quella pioggia che ancora scroscia e si infrange su di loro, un altro passo nelle sue vicinanze ed ecco quel piede, il sinistro che prenderebbe il volo per via della mancanza d'attrito. Un movimento oscillante che la pone in bilico tra santi e falsi dei, lo stesso che proporrà in avanti per cercar ulteriore aiuto nell'altra gambe ma che non arriva come dovuto, e quando voluto soprattutto. Un movimento che la farebbe crollare in avanti, probabilmente colpendo l'altro nel momento del loro incontro donandogli una sonora spallata con tutto il proprio peso < AIA > beh si, crollare a terra nella pioggia in quel modo non è molto carino, specialmente finendo con le gambe in aria e una scarpa che decide di prender il volo per qualche metro di distanza < ma che diamine > le mani si son messe in avanti per evitar di picchiare la testa, se solo la vedessero ora potrebbero rider di lei senza alcun dubbio, eppure il dolore si ripercuote su quelle ginocchia ormai sbucciate e pregne di quei piccoli rivoli di sangue. Che bella figura di me*.[vesti shinsegumi]

21:50 Ryosei:
 Decisamente lento quel passo. L’alternarsi delle leve percuote quella lieve patina di acqua dando un ritmo pacato e tipico di chi cammina ma pensa a tutt’altro. E’ visibilmente sovrappensiero infatti. Le pupille dilatate e gli occhi sgranati, con l’orbita sorretta nel suo massimo diametro possibile dalle palpebre alte e la muscolatura oculare circostante . Ripassa mentalmente quei passaggi eseguiti oggi nella preparazione di quel tortino. Una sua nuova ricetta. Non venuta male, ma che potrebbe venir decisamente meglio. Sul volta traspare – come conseguenza della non riuscita del piatto – una smorfia stizzita tendente al palesemente scocciato. Già, una giornata intera a infornare e sfornare. Provare e riprovare. Aggiungere e sottrarre ingredienti per poi accorgersi di aver fatto tardi senza esser riuscito ad ultimare la ricetta. Sia chiaro il risultato non è alquanto male – a detta di altri, non sua – tuttavia stiamo parlando di un perfezionista. Per lo meno per quanto riguarda l’ambito culinario. Non s’accorge della presenza altrui e di quel passo dietro di lui. Troppo impegnato in quell’analisi mentale finora descritta. < .. > c’è un momento, tuttavia in cui viene richiamato al ‘qui ed ora’. Una frazione di secondo prima che quella spalla di Sango entri in contatto con la sua. Sarà il vociare, o il suono dei piedi dell’altra in quella perdita di movimento, che lo portano a cercar di schivare quella presenza alle proprie spalle. Nulla di possibile, chiaramente. Sobbalza in avanti come conseguenza della forza impressagli dal corpo altrui ed ecco che in un sol movimento di volterebbe. Istinto, pure istinto. < yoyoyo .. > solito slang . Portandosi finalmente a fronteggia la ragazza a terra .. < fai attenzione y – o . > spezza le lettere in una piccola pausa necessaria. Il motivo ? Beh, avete capito come è vestita l’altra ? Quella gonna alquanto corta e quelle calze .. Sgrana gli occhi in un piccolissimo attimo, facendo calarle in un sol battito. L’esser ancor in piedi non gli dovrebbe permettere di vedere nulla di ‘sconcio ‘ seppur l’altra per qualche secondo potrebbe notarlo visibilmente ‘distratto’ a guardarla . Non in viso, chiaramente. La mano destra, libera – essendo la gemella ancora impegnata a sorregger l’ombrello – si prolunga verso l’Ishiba < ti sei fatta male? .. > un sorrisetto attendendo l’eventuale presa altrui per aiutarla nel riprendere la posizione eretta mentre il braccio sinistro si distende quanto basta per proteggerla dalla discesa delle gocce piovane. Non si cura di scoprirsi lui, avendo cappello e cappuccio a coprirlo. Soltanto prima di proferir l’ultima domanda, lo sguardo si riporta sugl’occhi della ragazza.

22:06 Sango:
  [Sotto un balcone] Oh bene, pure il cielo adesso smette di piovere improvvisamente, tutto per cosa? Per farla cadere? Beh ci sei riuscito! Un cupo colpetto di tosse prima di voltarsi, seduta a terra senza troppi fronzoli a fronteggiar colui che per lo meno non l'ha fatta cadere direttamente di faccia - ancor più vergognosa sarebbe stata la situazione. Non si solleva ancora, intontita dalla botta veloce che ha preso e dalle ginocchia sbucciate < addio calze > il capo che cala verso il basso, decisamente contrariata dalla visione che le si pone d'innanzi, andare in qualche negozio a ricomprarne altre e altre ancora < mai che durino più di due giorni > molto meglio gli abiti da ninja, molto resistenti alle intemperie, e i tagli fatti solo da kunai estranei, che bella la vita eh? Un sussurro prima di ritornar a quel viso ignoto, seppur paia distratto da qualcos'altro, il proprio corpo? < il mio viso è qui > il sussurro che scivola seppur contornato da una lieve malizia, si indica il viso con l'indice piuttosto che le gambe e altro, eppure non se ne trova contrariata, per lo meno la bellezza l'ha mantenuta in quel cristallo, dieci anni non son mai trascorsi per la sua pelle e le sue forme. La destra che si allunga anch'essa in quella mano, calda e pulita rispetto alla propria insudiciata dalla strada stessa, ma con quella farà abbastanza leva dal rimettersi in piedi su una gamba, la destra, la sinistra ancora non ha la scarpa al proprio posto < grazie > un lieve cenno del capo mentre toglierà lei stessa la mano dalla sua, rendendosi conto di averlo beh, sporcato < scusa per la mano , e per il colpo alla spalla > beh si, se ne deve scusare mentre un lieve imbarazzo passa veloce su quel viso. Un lampo di rosso e poi di nuovo la candida pelle bianca mentre ritorna al proprio essere glaciale, così pare < oltre alle calze rotte e la scarpa? > una risata sfugge da quelle labbra morbide , divertita da come i kami la stiano perseguitando a loro modo, che ignobili esseri che sono< e il fatto che il cielo mi stia maledicendo? > continua lei provando a spostarsi su un piede per qualche metro, con la probabilità di volare di nuovo a terra in un attimo, ma con tutta la dignità che possiede per riprender la scarpa, voltarla per farle uscire l'acqua e rimetterla come nulla fosse < non mi son fatta nulla > orgogliosa com'è non avrebbe ammesso che quella caduta sia stata destabilizzante, più per la mente che il corpo . Un colpo di tacco per infilarla bene prima di ritornar lei stessa a quel ragazzo, le iridi che si fissano su quel volto apprezzandone la bellezza intrinseca, di quello che può vedere veramente, tutto il resto è ancora coperto dall'ombrello, cappello, cappuccio < odiate la pioggia? > lei non possiede nulla di tutto quel vestiario lascia che la pioggia possa lavar via il proprio peccato, cosa che adesso non avverrà più e nemmeno per il sangue che scivola sulle ginocchia. Nulla di grave, avrà solo qualche fastidio nei movimenti e nel mettere i pantaloni, tuto nella norma insomma. [vesti Shinsengumi]

22:26 Ryosei:
 Non è mai stato il tipo che nasconde i propri punti deboli. Non che ne abbia molti, ma ci cerco il ‘gentil-sesso’ è tra questi. Facilmente si distrae – in realtà perde la testa- di fronte ad una bella donna . Non lo nasconde, come Sango stessa può notare andando a squadrarla ancora un po' prima di volgere lo sguardo verso il viso altrui anche sotto invito diretto . < mh .. ? > scuote il capo, sgranando gli occhi, prima di portarla su una direzione leggermente più alta rispetto a prima. La mano rimane distesa buttando il proprio preso poco dietro la linea posteriore del proprio baricentro in modo da far da contrappeso alla forza immessa dall’Ishiha per ritrovar la posizione eretta . La guarda, ancora una volta e meglio, mentre lei è impegnata ad eseguir quella movenza . < oh no, non preoccuparti . > risponde al fatto dell’esserci sporcato la mano. Nulla di importante. Nel mentre la stessa si porta verso l’asse portante di quell’ombrello eseguendo un movimento dall’alto al basso necessario a richiuderlo. Braccio gemello che s’abbassa e distende al fianco del busto sorreggendo ancora quell’oggetto seppur richiuso . Mano destra, infine che si porta al cappuccio togliendolo e lasciando libera visibilità al proprio volto. Rimane solamente il capello a coprir i capelli scuri che in poche ciocche fuoriescono dandosi continuità in quelle due vistose basette. Poco dietro di esse divengono decidamente visibili gli orecchi dorati. Due per lobo, in un circolo ad anello del diametro di pochi centimetri. Sorride mentre la osserva saltellare verso la scarpa. La dentatura si mostra distaccando labbro inferiore e superiore < . il cielo ti sta maledicendo dici ? .. > replica, curioso di quel suo dire. Una semplice battuta sembrerebbe , o per lo meno così la interpreta in primo ascolto < .. meglio così .. yo ..> d’altronde la caduta è stata alquanto strana, abbastanza da sembrare dolorosa. Sia chiaro, si tratta di ninja in ogni caso, il che non dovrebbe creargli problemi in quanto a coordinazione .. ma non si sa mai. < . non propriamente . yo .. odio bagnarmi i capelli .. yo > i suoi stilosissimi capelli (?). Per questo motivo portava doppia strato di protezione . Cappello più cappuccio – ed a dire il vero anche l’ombrello - . Una semplice fissa . < da come sei ridotta sempre che non ti fai il mio stesso problema .. no ? > un sorrisetto, poco dopo accompagnato da una risatina in quella che vuol essere una battuta di stemperamento e sdrammatizzazione. Non una mancanza di rispetto .

22:48 Sango:
  [Sotto un balcone] Buongiorno signor Uchiha, benvenuto al mondo e a coloro che s'accorgono dei tuoi sguardi, ma cosa importa adesso che l'ha pure aiutata? Niente, sempre quel dannatissimo niente. Un tempo l'avrebbe preso di forza e portato su qualche albero per appenderlo a testa in giù, adesso ringrazia, come è strano il mondo. Non ci vorrà poi molto che ritorni sui propri passi, il piede completamente gelato grazie alla scarpa colma di acqua , e i capelli di un rosso ancor più intenso di tutta quella che ha preso < si , Amegakure credo sia alquanto indignata nei miei confronti, come me nei suoi . Non stiamo andando molto d'accordo in questo momento> battuta? Non vi è meno verità in quella che dire che il sole sorge a est e tramonta ad ovest, seria in quel suo dire piccato per quel cielo a cui lancerà maledizioni mentali. Sempre con eleganza, mai parolacce, yo < yo? > sbatte quelle lunghe ciglia, le ultime gocce che si dilungano verso la loro fine quasi come se stesse piangendo, per tornar alla madre terra. Non comprende quel suo modo di dire che accompagnano le sue parole < credo che un ombrello basti per non farti bagnare i capelli , non credi? > non che possa metter becco negli affari altrui, eppure se la sente di andar a sottolineare l'evidenza delle cose. Con l'ombrello sei al riparo, sempre che questo non si spezzi a metà durante la camminata , tutto è possibile.Ma adesso senza quello potrà veder meglio il suo viso, di un non molto giovane uomo, e come l'altro non si fa problemi a donar occhi a coloro che ne meritano lo sguardo < mh? No, mi piace la pioggia > ammette senza alcun problema, mentre le dita andranno a riprender quegli stessi filamenti rossi per stringerli tra loro in modo che la cascata possa alleggerirne il peso < è calmante. Il cielo piange per i suoi figli, e lava via i nostri peccati per renderci di nuovo puri > le parole che scivolano via senza nemmeno pensarci, lo sguardo che si perde in un punto non ben definito del corpo altrui mentre le dita portano la lunga chioma di nuovo sulle spalle, divisa tra esse che andrà ad impregnar il proprio abito < e ci aiuta a rinascere dal peccato del sangue > qualcosa che forse l'altro non comprenderà molto bene eppure verrà fermata di nuovo da quello che pare esser un ruggito. Dal proprio stomaco. Imbarazzante. < stavo andando a mangiare, posso offrirti qualcosa per sdebitarmi del tuo aiuto ? > perchè non invitare uno sconosciuto qualsiasi molto bello ad una specie di cena non programmata? Non ha nessuno a cui dover dare una risposta, ne qualcosa della quale vergognarsi. Ormai l'ha visto volare, perdere scarpa, dignità, e sembrar un pulcino mezzo annegato. Insomma, mancano poche cose per render quell'incontro l'ultimo della propria vita. La destra che fa un cenno verso quello che pare un piccolo baracchino all'aperto, le lunghe tende che andranno a protegger dalla pioggia i clienti < non ti permetterò di dirmi di no > la sfumatura che si fa più autoritaria, seppur sarà la prima a voltarsi e incamminarsi verso quello che pare esser il diretto contendente di Ichiraku, < Oji- san, so che fa il ramen di maiale più buono di tutta kagegakure.. diretto contendente di Ichiraku > donerà i propri soldi solo a lui, il grande Oji san, mai a quei mangiaramen da quattro soldi. [Vesti Shinsengumi]

23:11 Ryosei:
 L'ombrello chiuso e sorretto dalla mano mancina si punta verso il terreno ove sgocciola come conseguenza della forza gravitazionale. Una goccia, due, tre, quattro, che quasi scandiscono il tempo e riempeno i momenti di silenzio tra il loro conversare. Mano gemella che nel mentre rimane ferma essendo sporca dopo il contatto con l'altra nel tentativo riuscito di rialzarla. O per lo meno, di aiutarla a farlo . < amekagure .. > replica facendo un leggero segno con il capo. Ha sentito parlare del Villaggio della Pioggia, sopratutto per gli avvenimenti passati e studiati ai tempi dell'accademia. Poco rimane ormai nella mente e memoria stracolma di nozioni culinarie, seppur il motivo del nome attribuito a quel villagio gli risponde in un certo qual modo anche al quesito successivo. < yo ?! .. > risponde così al suo proferir quello slang . Non coglie il suo quesito. Nell'udirlo s'accendono le pupille quasi stupito e estasiato dal sentirle proferire. 'Yo' è una qualcosa che si porta avanti da anni ormai. Quella sua vena artistica che lo avvicina al modo di strada. Una cultura simil Hip-hop, per cui si atteggia, o per lo meno ci prova tirando fuori rime in battaglia - killer bee style (?) . < Beh si basta l'ombrello . Ma meglio non rischiare yo .. > ci sono quelle cose che non si sopportano . Delle fisse, stupide il più delle volte, ma che fanno parte del carattere di ogni individuo. Beh, il non voler bagnare i capelli sotto la pioggia è parte integrante dell'essere dell'Uchiha. < mmmmm .. > la segue, poi, in quella digressione sul suo amare la pioggia. La segue con estremo interesse non solo nel concetto trattato, bensì anche nella scelta di quelle parole . < come sei poetica .. devi essere una ragazza sensibile per parlare in questo modo . > la voce calda, quasi suadente a denotare senza troppi fronzoli il suo esser passato all'attacco (?). Da sempre, sicuro della sua estetica ha sempre provato estremo interesse per il gentil-sesso. < ooh, anche io stavo rientrando per cenare .. Accetto volentieri l'invito . yo . > di certo non se lo fa ripetere no? Un'occasione migliore di questa? Una cena offerta da una bella ragazza senza il minimo sforzo, per ora. La segue, dunque, muovendosi poco dopo di lei nella sua stessa direzione. <oh si, lo conosco Oji-san .. sai sono un cuoco anche io . > mano destra che si alza e si chiude in un pugno lasciando il pollice sollevato e portando in sua direzione . Auto-indicandosi . < devo dirti che faccio un ottimo ramen di maiale anche io .. ma non dirglielo ad Oji-san .. > ridacchia, poi stringendo gli occhi in una fessurizzazione delle orbite mentre la mano modifica la posizione portando a chiudere il pollice e distendendo l'indice. Gesticola, dunque, in un segno di negazione accompagnante il proprio dire. Qualche passo prima di giungere di fronte l'ingresso di quel locale non troppo distante dal loro punto di partenza. Si fermerebbe sull'uscio, provando ad aprire la porta con estrema calma e senza oltrepassarla. Facendo il buon gentiluomo e facendo strada all'Ishiba. Volto che non muta in quel sorriso vistoso e guance gonfie già precedentemente costruito. Sfacciato, come suo solito.

23:43 Sango:
  [Sotto un balcone] < yo > ripete solo quello slang ancora non comprendendo, due pesci rossi tonti in una sola ampolla, eccoli dunque che lo fissa senza capire. Una scrollata di spalle veloce per lasciarsi andare quel pensiero per qualche altro attimo di interesse per i nuovi giovani e il loro linguaggio, lui vicino alla strana, lei di nobili discendenze - due mondi apparentemente opposti in ogni cosa. Un movimento il proprio che farà uscire qualche altra goccia d'acqua verso il basso e anche di lato, forse investendolo in qualche parte ma non se ne cura, saranno le sue parole stesse a far tornare l'attenzione su quel viso. Di bello non si può dir nulla ne toglier nulla, di certo ne può apprezzar il viso per non parlare del corpo, ma quello rimane celato. Concentrazione Sango, concentrazione. < poetica? > un sopracciglio a sorpresa da quelle parole, seppur il tono di lui le giunge conosciuto, lo stesso che ha usato per molto tempo. Un sorriso si pone su quelle labbra, di sfida e malizioso nella sua semplicità < direi una persona d'altri tempi > modula anche lei la voce, bassa e roca seppur femminea nel suo dire, nei suoi stessi movimenti, senza svelar troppo ma donando forse un pizzico di curiosità in più. Il cammino che prosegue, lieta che l'altro le stia poco dietro ma alla quale non degnerà lo sguardo per il momento. Basteranno i suoi movimenti per capire la sua posizione < sei un cuoco? > non che non ne abbia conosciuti, ma di certo ci si aspetterebbe una bella e tonta pancia, due baffi all'insù e qualche altro pensiero legato solo a quello che ha visto nelle riviste < solo se me lo farai assaggiare > un colpo di tosse si aggiunge per capire il doppio senso fuoriuscito dalle proprie labbra senza nemmeno volerlo. Si sta facendo troppo condizionare da quelle nuove mentalità, seppur il corpo si mantenga dritto come quello di un soldato, la testa verso il proprio obiettivo.. nemmeno andasse in guerra. Si ferma anche lei a quell'ingresso sebbene quel suo movimento arrivi imprevisto < non sono molti che aprono ancora la porta ad una signora > potrebbe aprirsela lei tranquillamente eppure un gesto di galanteria viene sempre apprezzato, da lei perlomeno. Prima di passar avanti, di entrare davvero nel locale, si fermerà fissandolo dritto negli occhi senza alcun imbarazzo, sfacciato lui? Lo è anche lei a modo proprio, specialmente con gli uomini . Qualche secondo ancora prima di entrar lei stessa nel caldo focolare e nell'aria piena di aromi diversi. Non ci vorrà molto per individuar un tavolo libero a due posti, intimo? Se non fossero li a mangiare ramen di maiale lo sarebbe di certo . Un gioco senza alcun dubbio divertente, quello di tesser lodi e ragnatele l'un per l'altro, non lasciandoselo sfuggir con lo sguardo mentre lei stessa farà strada per prender poco dopo posto. La schiena che si rilassa un poco, i capelli che vengon gettati oltre le spalle con naturalezza < seppur non sappia quale sia il tuo nome gentiluomo > lo appella in quel modo, per vederne la reazione mentre si sporge un poco verso il tavolo , per scoprire chi egli sia, seppur quello slang un poco la faccia ridere , ma non lo darà mai a vedere. Stronza si, maleducata mai. [vesti Shinsengumi]

00:14 Ryosei:
 Un pò lo porta fuoristrada quel suo ripetere il proprio slang. Che lo prenda in giro? Forse è un semplice sintomo di come lei non lo comprenda. Di come non comprenda la cultura di strada, di quella vita mondana tipica di chi abbraccia quel modo di fare. Non che sia la prima volta - sia chiaro - che il proprio modo di parlare non venga compresa. Non ci si muove più in branco come prima. Quei gruppi di amicizie adolescenziali, ove ogni momento si passa mai soli. Con i propri simili, e a poter parlare la stessa lingua. Ma la guerra distrugge tutto. L'infanzia e l'adolescenza per primi. Il dover crescere subito, dalla notte al giorno. Perchè se non lo si fa si rimarrà nell'oscurità per sempre. La guerra è da adulti e per poterla affrontare riportando il minor numero possibile di traumi non resta che crescere. Si parla di traumi psicologici, perchè il campo di battaglia non è stato calcato dall'Uchiha, restandosene in disparte insieme alla madre. < sì poetica ! . > ribatte secco, nel tentativo di far volare diversi complimenti in direzione dell'Ishiba. Lo risottolinea quest'ultimo prima di andar oltre < eh già, sono un cuoco . Ti stupisce così tanto yo? > replica lasciando cadere il doppio senso nel dimenticatoio. Almeno per ora. Non lo controbatte e tantomeno risponde. Un solo cenno, con il capo accertandosi di aver contatto visivo diretto . Per poi, annuire. Glielo farà assaggiare. Il ramen, al pesce. Non la prima donna che le fa una richiesta così. Il che, non gli dispiace. Per niente. Soffermatosi, poi, su quell'uscio nell'attesa di farla passare. Pura gentitelezza di maniera ormai estinte - anche da come confessa l'altra . Se ne compiace, facendole partire ancora una volta quel sorriso genuino in risposta a quello sguardo diretto prima di passargli avanti. Labbra che si schiudono e dentatura mostrata in todo. Occhi che s'assottigliano seppur lasciandogli campo visivo sulle forme dell'altra. E certo ! Le apre la porta, la lascia passare per educazione, tuttavia è buona norma dare un'occhiata ulteriore a quelle forme ben coperte - o forse 'scoperte' visto il vestiario della Genin . Dal basso verso l'alto, la osserva. Ogni dettaglio, ogni curva. Soffermandosi ovviamente su quelle più prominenti (?). Non dovrebbe aver modo l'altra di accorgersene dato l'esser avanti a lui. Ma mai dire mai. Lascia l'ombrello lì all'esterno, vicino alla porta entrando ora all'interno del caldo locale. La segue, verso il posto deciso dall'altra . Si siede dunque, di fronte a lei in quel tavolo . Mano sinistra che afferra uno di quei tovaglioli distribuiti su ogni tavolo iniziando a sfregarlo contro la mano poc'anzi sporcata. Non dovrebbe metterci troppo essendo frutto della pioggia presente fino a poco fa. Dunque un qualcosa di alquanto liquido e facilmente ripulibile - in teoria. Sguardo che s'alza, alla movenza altrui di protrarsi in avanti e sistemare i capelli. La osserva, seguendo quella chioma rossa danzar nell'aria sotto la forza impressa in quello spostamento. Per un attimo squadra le spalle, il collo prima di riportar lo sguardo diretto verso il viso altrui .. < Ryosei .. > sibila, rigonfiando il petto e schiudendo nuovamente le labbra < Ryosei Uchiha . > tono fiero. Come suo solito, stando ben attento a scandire le sillabe del cognome. L'onore più grande che questa vita gli abbia mai donato. Quel gene, quel sangue. Il viso si tinge di un nuovo sorriso, quasi accennato. Mentre il petto si riempe nuovamente di quell'aria necessaria alla sopravvivenza . < ed il tuo ? > replica . Portando ora i propri occhi a puntar verso gli stessi altrui.

00:32 Sango:
  [Sotto un balcone] Si sistema come può , il calore che invade la pelle e lentamente le sottili dita andranno ad aprir quella giacca nera. I bottoni che si aprono, uno dopo l'altro, eppure sta giocando, ecco perchè il sorriso e lo sguardo sono per lui. Il movimento procede lento verso il basso , qualche attimo ancora nello sfilarla e poggiarla sul retro della sedia e donar pace alla camicia asciutta e aperta sul davanti. Un profondo scollo a V che permette uno sguardo in più. < sembra che di questi tempi alle donne piaccia indossar poco o nulla > un commento poco velato alle proprie stesse vesti, donatele dal dipartimento della Shinsengumi che si occupa delle uniformi, che paiono sempre più corte e sconce. Le gambe che si accavallano piano, le ginocchia che fanno ancora male ma pare che il sangue abbia arrestato la sua corsa per un pò di sollievo . Inconsapevole di quel pensiero, di ramen, pesce e provare, e dovrà lui stesso ringraziare il cielo di non esser capace di sentirlo in quel momento. Non avrà avuto nemmeno modo di veder lo stesso sguardo all'entrata, solo un piccolo brivido lungo la schiena , nulla di più. Osserva silente quei movimenti, quel suo pulirsi la mano mentre la stessa ormai le ha pulite su quello stesso tovagliolo, molto più facile grazie alla stessa pioggia che le ha lavate già un pò . Ma a quel nome non potrà che il sorriso svanire lievemente, lo sguardo più serioso all'apprender soprattutto la sua discendenza, di certo nobile e riconosciuta in tutti i villaggi del mondo ninja < dunque gli Uchiha stanno rinascendo insieme al loro sharingan > ne ha incontrati diversi, figuri dagli occhi rossi, forse più di quanti non ne abbia incontrato in passato. < uno dei clan più forti di questo mondo > lo sa, ha conosciuto quel potere al limite del pensabile, mentale che fosse ma anche nelle arti magiche, e un sorriso non può che nascerne da quelli che son ricordi lontani di persone che non rivedrà mai più. Morti tutti quanti in quella guerra, ma il seme del rosso sangue ancora non è morto, lui stesso è il lascito del suo ultimo Kokukage < un tempo ho conosciuto diversi del tuo clan, ho conosciuto quello che è il vostro reale potere. Non ne posso non esser affascinata > tanto da aver accompagnato lei stessa una ragazzina al recupero di uno degli occhi di Katsumi Uchiha. Un magekyo sharingan, ma questo ella non lo sa e forse non lo saprà mai. < Sango Ishiba > retta nel dirlo, l'orgoglio che sfarfalla per qualche attimo eppure sa che probabilmente l'altro non avrà mai avuto modo di sentirla. Li non è nessuno, e le parole del capitano comandante si risvegliano nella propria mente. Ha fallito, non vi è più alcun sogno a cui tornare, ne una terra da proteggere.. non più Amegakure, ma Kakegakure. L'unione di tutti quei villaggi e l'unione dei migliori combattenti per continuare a vivere, e lasciar vivere coloro che nei dieci anni hanno vissuto nella peggiore delle guerre. Sebbene anch'essa ne rimembri diverse non può che lasciarsi andare a congetture, ma non può nemmeno biasimar l'odio che tutti provano nei propri confronti. Rancore per non esserci stata, eppure dolore per esser stata battuta in un attimo da un falso dio e rinchiusa in una bara per dieci anni che mai torneranno indietro. Il tempo, ecco cosa è davvero importante in quella vita. Quello che non potrà mai tornare indietro ne recuperare, può solo adattarsi e andare avanti . [vesti Shinsengumi]

17:04 Ryosei:
 La osserva sistemarsi dando libera analisi a quei lineamenti dolci, tutt’altro che spigolosi. Ma mai farsi ingannare dall’apparenza. La scruta da abbastanza tempo da aver notato una strana luce in quegli occhi. Un ardore aspro, rude, duro. Esce fuori ciò anche dalla sicurezza trasparente in sé stessa. Quei gesti, quel modo di fare, quelle movenze. C’è così tanto da imparare sulla mera comunicazione non verbale. Lo ha sempre fatto l’Uchiha, stando ben attento ai dettagli; è sempre stato nella propria indole, forse una di quelle cose trasportate dall’ambito culinario al proprio modo di esser Ninja. L’analisi di ogni piccolezza, in ogni fase della preparazione, della cottura e – persino – dell’impiattamento. Ma adesso torniamo al nostro bel giochetto. D’altronde è di questo che si tratta, no ? Stanno giocando dando libero sfogo alle loro pulsioni più recondite, più primitive. Lo fanno in quei gesti e – soprattutto – con il viso. Lo si vede chiaramente sul volto del Genin in quel sorriso appena pronunciato. Sogghigna, innalzando a malapena gli angoli di giuntura delle labbra ma mantenendo queste in pieno contatto centrale . < scusa la sincerità eh .. non è che mi dispiaccia molto .. > schietto, seppur intona con una certa scherzosità quel dire. D’altronde è risaputo come scherzando alla fin fine si dice sempre il vero, no ? Non gli dispiace affatto vederla spogliarsi di quel giacchetto dando ancor più visibilità quella scollatura, aver potuto vedere quella gonna così corta e poi vogliamo parlare di quelle calze a rete? Nah, tralasciamo – per ora. Nel frattempo persevera nello strofinare quel fazzoletto poc’anzi preso contro il palmo destro . Fatica a staccar gli occhi di dosso dalla Rossa, anche se per un attimo lo fa dando un semplice controllo alla situazione di quella porzione di pelle. Un paio di strofinate in più prima di accartocciare quel pezzo di carta e concludere così l’atto di pulizia. Giusto in tempo. L’altra, infatti, confessa proprio ora le proprie conoscenze pregresse avute con suoi consanguinei. < mh?> solleva il capo, riportando le iridi marroni in direzione delle stesse altrui . Non ne è sorpreso. Per nulla. < siamo già rinati. > sentenzia, con un tono serio ed il petto che si gonfia come ogni volta in cui parla del proprio sangue. Sono rinati dal giorno in cui Kioshi stessa ha deciso di riportare in alto il nome di quel clan nascostosi così a lungo. Topi da laboratori in quel di Oto. Ma adesso è tutto diverso. Il primo passo del Kokukage li ha portati ad avere di nuovo un barlume di luce addosso ed – ora – spetta a loro continuare ciò che è stato iniziato. < puoi dirlo forte! > se ne compiace, di come l’altra parli in quel modo – quasi idolatrante – del proprio Clan. Inevitabile un fugace ricordo di sprezzo verso il recente contatto con Naomi la quale si vergogna di avere quel gene, negando di fronte a lui di essere un Uchiha anche se poco dopo ha avuto l’abilità di riattivare lo Sharigan. Non lo comprende, non uno come lui che fa di quel cognome il massimo vanto. L’onore più grande che possiede. < il nostro potere è qualcosa di enorme. Lo so . yo . > annuisce, compiacendosi ancor più < e ti dispiacerebbe parlarmi di chi hai modo di conoscere ? > domanda curioso. Non resiste al voler porre quel quesito. Non si tira mai indietro quando si tratta di parlare del proprio Clan. Racconti, o di gesta passate che – con enorme probabilità - avrà già sentito dai propri genitori. < piacere di conoscerti, allora, Sango .. > un cenno con il capo, espandendo quel sorriso quanto basta da far schiudere le labbra e mostrar quella dentatura bianchissima. Nel mentre qualche passo s’avvicinerebbe al loro tavolo. Il capo ruota in tale direzione volgendo lo sguardo in direzione obliqua. Dal basso verso l’alto < oh Oji-san . Buonasera YO ! > la mano destra si alza con il pugno chiuso e il pollice sollevato diretto verso il proprietario del locale in quel gesto utilizzato fino allo sfinimento. < guarda io prendo il ramen al pesce . E per lei credo di aver capito la stessa cosa .. giusto ? > volge la domanda verso di lei, cercando conferma. Studia il piatto nemico, così da poterlo assaporare ancora e assicurarsi di raggiungere un sapore migliore qualora un giorno dovesse – realmente – cucinarlo all’Ishiba. La mano sollevata nel gesticolare torna ora sul tavolo riportando lo sguardo in direzione della stessa.

17:24 Sango:
 Un gioco di luci, ombre , di vedo e non vedo e se ne diverte come pochi altri in una danza che ha affinato nel tempo, quella della seduzione senza far vedere alcunché, un arte utile anche in battaglia e si, in amore e in guerra tutto è lecito. Un lento coglierlo in quello che pare esser il suo peccato capitale, lussuria. Potrebbe esser perfino il proprio se l'ira non prendesse il sopravvento in quei momenti, eppure indugiar più nei peccati che nelle virtù pare esser molto più semplice, lasciarsi andare ai propri istinti e sentirsi leggeri, senza pensiero alcuno, senza rimorsi ne qualcun altro a cui dovere delle spiegazioni. E' forse questa libertà? O alla fine si sarebbe solo rivelata solitudine? Pensieri che accarezzano la mente durante quella piccola azione, togliere la giacca non è mai stato tanto difficile e divertente, eppure non si sarebbe mai persa alcun suo dire, nessuna espressione che cambia quel che potrebbe sembrar un viso maturo , di un uomo, eppure trova quasi dell'infantilità nel suo stesso sguardo e anche nel suo parlare. Detesta le persone troppo serie e abbottonate, perfino il rikudo sannin aveva un lato divertente - si, difficile a immaginarlo scherzare ma ci riusciva, fidatevi - sebbene lei paia sempre esser stata di quello stampo, ma adesso che non ha più nulla da perdere, perchè non lasciarsi andare? < mi piace la sincerità > un occhiolino, veloce verso quell'essere portando il busto più avanti con il gomito destro che vi si appoggia per sorreggere il capo , interessata, decisamente . Osserva quell'orgoglio sprizzare da tutto il suo corpo, quel petto che si gonfia, la voce alta e chiara. L'amore per il proprio clan, l'orgoglio di esserne parte < conoscevo quella sensazione > un sorriso che si fa più amaro adesso inebria quelle morbide gemelle che si tirano verso l'alto < orgoglio, senso di appartenenza, potenza stessa > elenca lentamente quel che par cogliere entrambi, una ad una pronuncia quelle parole con lentezza, accarezzandole con la lingua . Eppure tutto par esser svanito per lei, quel nome che adesso non riuscirebbe a far tremare alcuno, un passato cancellato insieme alla propria esistenza e un clan che par esser rimasto sommerso dal senso di bellezza effimero < sai, un tempo anche noi Ishiba eravamo temuti > il clan o lei? < eppure adesso si concentrano sulla mera bellezza, senza aver mai compreso cosa significhi davvero essa > non quella cosa effimera di aver un bel viso e un bel corpo, no, l'anima è quella che conta, la forza della stessa volontà, l'ardore di risplender più di altri.. tutto ciò che un tempo la fece Byakko dell'Akatsuki. Sospira amaramente mentre quei ricordi passati tornano a galla < ho sempre avuto una certa inclinazione e rispetto con Otogakure e i suoi abitanti > l'unico vero posto ove s'era sentita davvero a casa, protetta, senza doversi per forza guardar le spalle. E nessuno l'aveva mai venduta sebbene avessero potuto farlo. Rispetto, quel che si guadagna col tempo e non con le mere parole . < ricordo due grandi Uchiha.. Kioshi e Katsumi > entrambi con una forza tale da distrugger tutto quanto , entrambi con l'amore del suono nelle vene, entrambi con la capacità di elevarsi sopra la mera marmaglia di comuni esseri mortali che calca questa terra. La stessa rossa che si distrae da quella conversazione per Oji-san, per lui questo e altro insomma! < oh si, va benissimo anche per me > un sorriso che sa di miele e di zucchero per il commerciante e poi il ritorno all'altro < ho vissuto la tua terra in un tempo che adesso molti hanno dimenticato, ho potuto apprezzarla davvero nelle sue particolarità sebbene la pioggia mi sia molto più affine > dona quelle informazioni, ormai il proprio destino è stato già scritto nella shinsengumi, rivelar d'esser vissuta molto nel passato non dovrebbe portarle troppe grane da affrontare.. se non l'odio. Quello non manca mai . [vesti Shinsengumi]

17:56 Ryosei:
 La mutevolezza del tempo si fa più visibile proprio in quel tavolo. Lunghi sguardi che appaiono tali solamente nelle loro menti. Qualora qualcuno vedesse da fuori il tutto sarebbe chiaramente scandito da durate più serrate. Il fato stesso potrebbe accorgersene, o forse è proprio il suo a far sì che avvenga questa dicotomia. L’esistenza della soggettività in questo mondo non rende tutto più interessante? Il tempo scorre, esattamente come faceva ieri, o un’ora fa. Ma per loro è quasi fermo. Dilatato in quell’attimo come se una finestra temporale si fosse aperta. Attimi in cui il silenzio cade, lasciando pieno spazio a pensieri fugaci e quanto allettanti. Fantasticare, senza però avere modo – e tempo appunto – di farlo. Perché ? Beh, perché quella conversazione procede. Diversi binari che fanno strada a diversi argomenti, mentre la distrazione gioca con la mente stessa provando a farla deragliare. O forse è proprio lei, Sango, a volerlo fare deragliare? Fuori dal percorso, fuori dalla razionalità . Che stia giocando al medesimo gioco azionato dall’Uchiha?! Interessante – senza dubbio – ma altamente pericoloso per lui. Inesperto. < … > sorride a labbra socchiuse a quell’occhiolino mentre il diaframma sale così da buttar fuori da naso una flebile quantità d’aria. Il tutto simultaneo a quella distensione labbiale. E’ chiaro ormai come il Genin stia giocando con la persona sbagliata – o forse giusta in certi sensi. Si diverte, sì, ma va presa in considerazione la sua età. Questa ben discordante con la faces. Quei lineamenti e quella peluria in viso lo rendono ben più grande – ed esperto – agli occhi altrui. Tuttavia è un ragazzo. Nulla di più. E in quanto tale pensa di avere il controllo. Pensa che nessuno lo possa fregare, che abbia lui le redini di quel gioco in mano. Che stia controllando lui la direzione di quel treno. < . mmm > mugugna all’udire quella descrizione del clan Ishiba. Non può cogliere a pieno il significato. Non conosce di quale potere si parli. Di quell’abilità con la carta che si collega chiaramente a quel che lei riferisce come ‘ bellezza ‘ . Tuttavia coglie e comprende a pieno la restante parte. L’essere temuti, in tempi lontani dal presente. Parole sentite e risentite proferite dal padre fino all’asfissia. < . ci siamo noi . > sibila, quasi ad interromperla. Riempendo quello spazio di silenzio subito seguente al dire della Genin < o almeno è quello che penso io . Finchè ci sarò io, farò di tutto per riportare il Clan a quello che eravamo . Potresti fare lo stesso . > capo che si muove dall’alto al basso, in quell’annuir convinto. Nessun dubbio dovrebbe comparire in Sango qualora lo guardi bene mentre pronuncia quelle parole. Sicuro di sé. E di quel che dice. E’ il suo compito, quello a cui dedicherà la propria vita. Fin dall’infanzia è stato preparato a ciò. Dal padre stesso e quel sentire pronunciare continuatamente il nome di Kioshi. < .. wow . > flauta, all’udir quello stesso nome pronunciato da quelle labbra femminili < . li hai conosciuti ? > sgrana gli occhi, con le sopracciglia che s’innalzano e creano diverse rughe nella fronte tra quella linea superiore a loro stesse e la porzione inferiore del cappello . < sono cresciuto con i loro racconti . > mentre erano ancora in vita. Essendo il padre una di quelle pedine utilizzate da Kioshi stesso. Inevitabile tuttavia il portare di nuovo quello sguardo a scrutare quei lineamenti meglio. Non vuole sembrare troppo invadente, ma ora una domanda gli si infila tra labbra e palato. Quanti anni ha? Se ha conosciuto di persona quei due? Non la pone. Non si permetterebbe mai – di mancarle di rispetto e di rovinare quell’abbordaggio (?) creato. La lingua sguizza fuori dalle labbra andando ad inumidirle in una movenza circolare. Non di quelle a rallentatore sia chiaro. Non è ancora a quella fase. < saprai così tanti aneddoti che potrei stare a sentirti parlare per ore. Ma magari la prossima volta .. > non casuale il pronunciare quelle parole. Vuole creare già da ora un’occasione per avere un secondo incontro. Nulla viene lasciato al caso in quel gioco di seduzione. Giovane, ma ben formato in questo campo. < sai, tornando al discorso del Clan .. > la mano destra si alza poggiando il dito indice sulla basetta del medesimo lato e ‘pettinandola’ in movimento verso il basso ripetuto diverse volte < tu non faresti tutto per quel cognome? . > serio. Vuole scrutare nuove personalità, capire chi non la pensa come lui così da avere coscienza piena di quanto sia reale il proprio desiderio di onore e fama in quanto Uchiha. Così da riportare quello stesso cognome ai massimi livelli. Tutto ciò è realmente il suo volere? O forse, solo il frutto delle nozioni inculcategli passivamente in gioventù come fosse un contenitore vuoto da riempire? Questo vuole comprendere.

18:20 Sango:
 Il viso sempre e solo per lui, non si farà distrarre da alcuno in quel locale piccolo e angusto, tigre con quello sguardo fiero e sicuro ad osservar quello che pare essere una preda. Ma non dimentica di certo il suo volere, il suo stesso essere, colui che par esser interessato ad ella per il corpo e la bellezza, eppure sa quali tasti toccare in un essere pregno di tale orgoglio per qualcuno che non vi è più. La conoscenza pone molti obiettivi eppure altrettante gioie, sapere è potere, su questo non vi è mai stato alcun dubbio. Gioca, si libera di tutto, non le interessano coloro che potranno osservarli in quell'esatto momento, quella piccola bolla non verrà distrutta per mano loro. Ecco che le gambe s'accavallano, le lunghe gambe che non avrebbero problemi a raggiungerlo con il dorso del piede e strusciarlo lento sulla sua gamba. Sempre stronza e pronta a quei piccoli giochi che la invogliano a conoscer l'altro, grande eppure piccolo, dicotomie di un esser che porta il viso di un uomo e l'esperienza di un giovane ragazzo, ma tutto ciò non potrà mica saperlo ancora. Un giorno avrebbe scoperto la sua stessa età, ma non adesso. < perchè fermarsi solo a ciò che eravate? > la domanda che esce spontanea, curiosa di saper quel che l'altro voglia dire < potremmo divenire coloro che uniscono il passato con il presente, per un nuovo futuro > quella è la possibilità alla quale si annega durante le notti stesse, nel pensiero di ciò che potrebbe far per risollevare le sorti di un clan che pare essersi stagnato nelle peggiori esistenze effimere di quel mondo, dimenticabile senza alcun dubbio. < li ho conosciuti abbastanza per poterli rispettare tutt'ora e allora > conferma quel suo dire con voce bassa, calda, soffusa nell'etere solo per lui, in attesa che egli faccia una sua mossa, che possa far deragliare lui stesso quel treno ed ad essa non toccherà altro che darle l'ultima spinta . < aneddoti? Oh no > sorride divertita da quel suo dire < ti posso parlare di anime e di desideri, di figuri che si son sollevati oltre l'umana concezione.. ma non è il loco ne il momento come dici tu > anche lei non vuol toglier quel futuro secondo incontro che avverrà, ne è sicura come lo è lui. Sa che quel che dice, poche parole, piccole informazioni, non fanno altro che accrescere il desiderio di qualcun altro di rivederla per crescere, per imparare da lei.. un ruolo che ha amato in passato, quello del sensei stesso, ma che adesso prende una connotazione completamente diversa. Vaso contenitore di tante, troppe informazioni, di ciò che è stato e di ciò che potrebbe esser, di occhi che hanno vissuto molto e di membra ormai stanche che hanno combattuto e lottato con e contro coloro che un tempo riuscivano a modificar la stessa terra solo per il mero volere. < cognome? > solleva quel sopracciglio delicata < di quello non me ne faccio nulla in effetti > un amaro sorriso torna, quanto è altalenante quando la serata si fa poco più seria < mi attacco sempre alle ideologie, di ciò che è stato, della grandezza raggiunta.. per superarla , sempre . Per esser io stessa creatrice di un nuovo mondo e di una nuova realtà > seriosa in quel dire, in quelle iridi azzurre che non lasceranno le altrui, se ne incastrano dell'essenza di un animo che ancora non conosce. Parole che ha sentito per lei, donatele da qualcuno di troppo antico, sii sempre più grande di ciò che è venuto prima di te. Egoismo vi si para in quelle parole, sottile e serpentino ad avvelenarle della propria essenza < e tutti si ricorderanno infine di chi era Byakko > la tigre bianca, colei che aveva asceso un tempo alla natura più intima e nascosta, colei che ha portato di nuovo in alto il proprio nome e la propria essenza < punta sempre più in alto, oltre ciò che è stato fatto da Kioshi, da Katsumi, da Madara perfino > i grandi nomi che tutti ricorderanno di quel clan, eppure sarà sempre il passato, mai il presente o il futuro < Sii tu il pilastro ove tanti altri andranno a chieder aiuto .. e reggi il tuo mondo senza mai piegarti > consiglia seriosa, non distaccando gli occhi dai suoi per far comprendere di più il peso delle proprie parole < e un giorno parleranno di te. > cosa vi è di più nobile e orgoglioso che lasciare il proprio nome nella storia di tutto il mondo? Nulla, non per lei. Passare inosservata come una semplice anima in quella terra sarebbe stato sprecare il sacrificio di Ren, di un Ame passata, di Konan perfino, e anche lui, come lei, dovrà imparare cosa significa il sacrificio e il desiderio. Ciò che lo distruggerà eppure lo innalzerà come non mai. [vesti Shinsengumi]

18:55 Ryosei:
 La mano destra – fino ad ora impegnata a ‘pettinare’ quella basetta, si scosta ora poco più su. Oltrepassa la linea superiore dell’orecchio e trasla di quei pochi centimetri in avanti. Palmo rivolto verso di sé e pollice che aggancia la visiera di quel cappello inferiormente. Indice che chiude superiormente la presa ed ecco che con un movimento pacato e continuo del braccio va a togliere il copricapo. Non finisce qui. Perché quei capelli dopo tutto quel tempo nascosti e schiacciati risulterebbe per forza di cose piatti contro il cuoio capelluto. Neanche un secondo ed ecco che la mano gemella si infilerebbe tra il manto corvino ed andrebbe a smoverli verso il soffitto. Passerebbe tra la chioma una, due, tre volte, fin quando non avrebbe la sensazione di avergli donato di nuovo volume. Nel frattempo il cappello viene portato sulle cosce dalla gemella < uhm ?. > un sussulto visibile chiaramente da Sango. Contemporaneo al contatto del suo dorso del piede con la tibia della destra. In un primo – piccolo – momento la reazione sarebbe quella di retrarre quella gamba. Solo un attimo prima di lasciarla ancora lì. Posata a terra e con gli occhi che si fanno ancora più sottili fissando diretti i medesimi dell’altra. Sogghigna, mentre ambedue le sopracciglia vengono innalzata e riabbassate in un battito di ciglia. Come a volerle dire ‘ vuoi giocare? Beh, fai pure’ . Anzi, quella lunga leva inferiore in un lieve movimento verrebbe traslata poco più avanti avvicinandola a Sango sotto quel tavolo. Un semplice modo per renderle le cose più comode. Gomiti che ricontattano il tavolo, in un doppio appoggio ed ecco che il busto si protrae avanti scostando il proprio peso nella porzione anteriore del bacino. Avvicina il viso stesso all’altra . < hai dannatamente ragione. Yo. > sussurra quasi ma lasciando che ogni sillaba giunga chiara e distinta alle orecchie della Genin . < perché fermarsi a quello che eravamo . > annuisce, accompagnando quel dire. Lo ripete perché è un qualcosa che lo colpisce profondamente. Quanto è vero quel che ha appena detto? Lui ha sempre avuto la concezione del paragone. Il dover essere colui che porta avanti il volere di Kioshi stesso. La volontà dell’Aria. Ma lo ha interpretato sempre nel modo errato. Ha sempre cercato di plasmarsi dai suoi racconti, da ciò che gli veniva riferito. < si, hai ragione . > non ha senso parlare di quegl’aneddoti ora. E poi questo gli garantisce un nuovo incontro – cosa ben nota e voluta da entrambi . L’altra però, ora, torna a parlare di quel concetto. Un qualcosa di talmente profondo che quasi lo estranea da quel ‘flirting’. Lo porta in quello stato di limbo. La consapevolezza di aver sbagliato fino ad ora. E’ come se avesse vissuto dentro una camera buia ed adesso Sango gli abbia aperto la porta. Un fascio di luce, esterna, entra ed illumina .. la via. Tocca i tasti giusti, quelli che gli permettono – appunto di far luce – e poter vedere il percorso da intraprendere. Distoglie gli occhi da lei . Forse il primo momento – ordinazione esclusa – da quando si sono incontrati. Li volge verso terra. In un punto non definibile ove si perde in una dilatazione delle pupille. La rivelazione. Il fulmine lo colpisce risvegliandolo . < Kioshi non è il punto a cui devo arrivare . Ma il punto da cui partire . > lo pronuncia non in direzione dell’Ishiba. Lo pronuncia a sé stesso. Ancora fissa quel punto indefinito in un angolo del locale. Quasi pallido in faccia. < yo . > chiaro e coinciso il concetto. Lo esprime esattamente come gli arriva. E come gli si rivela. Tutto cambia. Fino ad ora aveva vissuto con l’idolatrazione – giusta e genuina – degli Uchiha del passato. Ma mai prima di oggi aveva visto il futuro, il passo necessario. L’uomo che deve essere per poter raggiungere. D’altronde rischierebbe di essere la copia-carbone di quel che è già stato mentre lui deve essere oltre. Il nuovo capitolo. Non la riscrittura di una storia già scritta. E Sango le rivela tutto ciò con la scelta e la tempistica perfetta di quelle parole. Scuote il capo, come a richiamarsi nel mondo reale. < oh, scusami . > sorride, di nuovo. Riportando in piena frontalità il volto e lo sguardo verso di lei. Testa che si protrae ulteriormente e labbra che si schiudono in un nuovo sussurro .. < oltre ad essere alquanto poetica, hai anche il dono della saggezza .. i miei complimenti Sango .. > un occhiolino parta celere, scattato come un flash in sua direzione. Si complimenta nel modo più banale ed infantile che esiste procedendo inevitabilmente in quel gioco di parti. Tuttavia, c’è un fondo di verità e ringraziamento in quel dire. Una nuova concezione di sé stesso. < Byakko, eh ? > riprende una parola che gli aveva destato curiosità poco fa. Lascia andare sul momento ma ripescata adesso . Capo che si ritrae di quei pochi centimetri, con la schiena che rientra a contatto con lo schienale della postazione ove siede. Gamba destra – invece – che rimane ancora protesa di più della gemella, in balia delle azioni di Sango.

19:27 Sango:
 La gamba propria che trova quella altrui, non vi sarà che qualche attimo di perdizione per l'altro e lo percepisce nel suo piccolo e microscopico movimento, prima che accetti quel contatto. Forse innaturale e troppo veloce, eppure non se ne andrà da li quel piede , continuerà lentamente a tastare la sua gamba coperta, nulla di volgare insomma, eppure molto intimo a coloro che potranno sentirne le sensazioni. Quel lieve richiamo, quei brividi che si sollevano dalla stessa per inerpicarsi nel resto del corpo, e se ne gode lentamente senza che l'altro potrà sentirla . Le proprie parole son state già spese trovando quel terreno fertile di colui che si è precluso ciò che potrebbe divenire, una guida, una colonna portante del proprio clan, aprendogli il varco della mente. E lo sa perchè un tempo vi fu qualcuno che l'ha presa allo stesso modo e le ha donato quella visione più ampia, di lei stessa al centro di tutto come il futuro di tutto un clan. Di tante persone che si son legate a lei e di sospingerle nella via del vero e del futuro , e adesso lo sta rifacendo, inconsapevole forse eppure comprende come il suo desiderio sia legato a quel che l'altro narra. < ragione? Non credo, ho solo vissuto molto e compreso tante cose nella mia vita > troppe cose, eppure tutte l'hanno portata a ciò che è adesso, a quel che è divenuta e a quel che può diventare. Sempre pronta a mutarsi adesso che ha accettato un passato e un tempo che non le appartengono, per portare anche altre piccole luci a vibrare nell'etere e a splendere più di tutte. < solo in pochi son riusciti a comprender le mie parole. Sono morti nel loro fango e nelle loro idee, anche io un tempo stavo per morirne eppure è arrivato qualcuno a mostrarmi ciò che potrei essere > e tutto lo deve a quel singolo essere ormai morto, quello che adesso vive ignaro e che deve preservare per il futuro stesso . Lei stessa ha avuto modo di aprire gli occhi e adesso deve esser quello che LUI è stato per lei, portatore di verità nascoste e conoscitore del mondo . Lei ha assunto quel compito per i nuovi, alla ricerca di quelle fiamme che possano pure alimentare la propria, che possano dedicarle tutto ciò che hanno e lei possa donar loro la giusta conoscenza < aprir le menti alle nuove possibilità è ciò che soddisfa la mia anima > in un certo senso lo è, si nutre di ciò che la circonda, di ciò che la porta a quel che potrà esser < e si può sempre imparare. Da chiunque > anche da coloro che forse odierai Ryosei, da coloro che ti diranno che il tuo clan è uno schifo letteralmente, da quegli occhi che porti di demone, eppure di ciò dovrai farne solo tesoro per te stesso. Consapevole di aver aperto quella sua porta infine non ne può che esser lieta, davvero, di potergli mostrare delle nuove vie da poter percorrere eppure tutto dipenderà sempre e solo da lui, lei avrebbe solo dato quell'input iniziale, quello spasmo di vita primaria che gli manca e poi li avrebbe solo osservati < potrai innalzarti come nessun altro, esser la fiamma più bella nella danza della morte.. e ti guarderò danzare anche io nella tua gloria > ciò l'avrebbe forse innalzata? No. Ma avrebbe reso quello spirito meno duro, più morbido e lieve, leggero per lui e coloro che l'avrebbero ascoltata in quella piccola spinta che sta e vuole donare . Lo vede abbassar quello sguardo, lo osserva eppure non lo disturberà adesso quando la psiche sta entrando in contatto con esso nella nuova realtà messa in campo < la saggezza l'ho appresa con molti anni di guerre, morte, e amore > tutti questi l'hanno formata in ciò che è adesso, seppur non più una jonin di forza, ma la mente elabora meglio di molti altri espandendosi oltre il comprensibile < è stato il nome che il tuo antenato mi ha dato. La tigre bianca di Ame > e un sorriso spunta, di amore in quel caso, dolce ed espresso < ha visto la mia anima e il mio essere e gli ha donato un'identità > lo ha fatto solo lui in quel caso, Katsumi, Nemurimasen ancor meglio da rimembrare come nome, come essere dalle mille vite e dai mille corpi < tu cosa vuoi essere Ryosei? Qual'è il tuo desiderio e sogno? > chiede intima e in un sussurro lieve per lui e solo per lui < e io potrei portarti alla gloria che aneli, allo spirito che vuoi divenire e al tuo nome rimembrato da tutti quanti > come furono tanti, eppure pochi ad esser rimembrati fino a quel tempo. Attende inerme adesso mentre le portate verranno portate ma troppo calde per potersene cibare < porti del sakè freddo > un sussurro verso il cameriere, nulla di più per il momento . [vesti shinsengumi ]

20:01 Ryosei:
 I muscoli entrano in quello stato di contrazione superficiale in riflesso automatico conseguenziale alla propria psiche. Non lasciarti andare Ryosei, contieniti. Perché è chiaro che quella situazione è alquanto eccitante. Attenzione, però, non nell’accezione più sessuale del termine ma in quella che rende per l’appunto l’ingresso di una fase di auto-controllo. La gambe rimane in balia di quei movimenti altrui tutt’altro volgari i quali fanno da contorno alla conversazione. Un contorno nascosto dalla presenza del tavolo e segreto. Un segreto che è solo loro. Di chi lo fa e di chi lo riceve. L’essere – agli occhi degl’altri – lontani, distaccati quando in realtà in quel momento vi sono delle pulsioni nascoste. Lei continua in quel parlare dando sempre accezione a quanto lei abbia visto, a quanto lei abbia vissuto. Ma vuoi vedere che è una di quelle streghe di ottantanni sotto l’influsso di qualche strana magie? D’altronde il dubbio è lecito. Vorrebbe chiederle quanti anni ha ma non ha il coraggio. Rischierebbe di rovinare tutto ciò che è stato costruito e seminato sino ad ora. E dunque tace, su quel fronte. Si tiene il dubbio. Lo stesso che forse rende ancor più interessante la situazione. O per lo meno per lui. Magari è una Milf (?), ogni cosa è possibile. < magari le avevano comprese. Poi hanno fallito. Ma almeno ci hanno provato . Non concordi? .. yoyo .. > cerca di alimentare il fuoco della conversazione < stessa cosa vale per te .. Magari se non avessi intrapreso quella strada che ti ha portato alla quasi-morte, poi non avresti quel qualcuno .. > serio, sincero. Analizza le sue parole per dargli una risposta degna. Ora, infatti, il dubbio dell’età altrui lo mette in disagio. Non deve esser banale, non può permettersi di fare un’azione da diciannovenne. O almeno ci prova < eh già .. si può imparare da chiunque .. > ed oggi ha imparato da te Sango. Gli hai rivelato la strada intraprendere ed anche dove porre la bandierina dell’obiettivo. Gonfia il petto, riportandolo ancora una volta avanti e posando quei gomiti sul tavolo. Diminuendo di nuovo la distanza tra i loro visi – seppur con l’inevitabile interposizione del piano ove si poggiano . < la tigre di Ame eh ? > alza in un baleno le sopracciglia . < chissà se sei davvero una tigre . grrrr > di nuovo. Lo rifà, con quelle sopracciglia che saltano per poi riabbassarsi e non solo. Infatti a sottolineare quel chiaro doppio senso - diretto non alle abilità di ninja ma ad altre abilità – farebbe partire l’ennesimo occhiolino mentre i denti si stringono in quel verso onomatopeico < no dai scherzo hahaha .. > scoppia in quella risata ritraendosi indietro e riposando la schiena sulla porzione della sedia adibita proprio a ciò. La mano sinistra scivola sotto il tavolo andandosi a posare sulla coscia mentre la gemella rimane sulla struttura iniziando a battere ritmicamente su di essa con i polpastrelli. Un suono bassissimo, quasi impercettibile . < Fama. > questo è il proprio sogno. Ma non quella fama fine a sé stessa. Da oggi cambia tutto. < come Uchiha. Portare oltre quello che già è il nostro nome. > E lui sarà il mezzo. Non più come semplice messaggero. Proverà non a ridare quel valore allo stemma del Ventaglio, bensì proverà a dare un NUOVO valore ad esso. < ma devo ancora capire come …. > sincero sentenzia. Questo nuovo mondo li relega in un posto dove tutto sembra possibile. Ma solo entro quelle mura. Pare non sia più l’era delle missioni, dei Ninja. Dell’azione. Ultima frase viene proferita sì come una sentenza, però con un lascito di silenzio finale che quasi proverebbe a spronare l’altra a consigliarlo. Come muoversi? Quale strada intraprendere per arrivare a fare ciò di cui hanno parlato sino ad ora? Lo stesso sguardo la incita, fessurizzandosi e perdendosi per l’ennesima volta in quegl’occhi altrui. Un piccolo attimo interrotto, tuttavia dall’arrivo delle porzioni. Il braccio destro si sposta lateralmente dando modo a quella ciotola di esser posate. Occhi che si posano su di essa per poi spostarsi verso Oji – san < grazie mille .. YO .. > pollice in su al collega, per poi ritornare su quella porzione. Labbra estroflesse in circolo, lasciando nella zona centrale una lieve zona di passaggio per l’aria espirata nel tentativo di raffreddare con il semplice soffio quel piatto caldo.

20:31 Sango:
 Ormai tanto e troppo è stato detto dai due, i corpi che continuano a cercarsi, per lo meno la propria gamba che si poggia su quella altrui sempre che l'altro non la scacciasse via da quel contatto. Lascerà che la voce del ragazzo impregni l'etere, troppe le parole che ha pronunciato adesso ma quelle stesse hanno avuto il loro effetto. Desiderato o meno poco importa ma se qualcuno riesce ad aver la mente libera come la propria merita il proprio interesse < provarci o meno non importa, l'importante è riuscirvi > il come non importa, nemmeno il dove in effetti, nulla di ciò viene preso in considerazione < non ho più nessuno Ryosei > e sorriso stanco si mostra su quel volto, non ha davvero nessuno. Libera e sola, ecco cosa è divenuta adesso , incredibile come sia divertente aver qualcuno nel proprio letto ogni notte, od ogni mese, anno, poco importa il quando, eppure rimarrà sempre sola. Senza alcuno accanto, come ogni attimo della propria vita che pare ripetersi. < una tigre non ti dimostra d'esserlo, se non solo nel momento della tua eventuale morte > stringe quello sguardo quasi con rabbia, eppure mostra i denti, i canini più lunghi e affilati, delle mani che si artigliano sul tavolo in memoria di quella natura che l'ha presa nel tempo ormai passato. Ma lentamente si rilassa, lascia che la rabbia possa scivolar via in quell'attimo per cullar quel nuovo esser troppo simile a se stessa < allora punta più in alto, credi ciò che desideri ma soprattutto.. credici. Anche quando gli altri ti diranno che è sbagliato, che proveranno a fermarti, tu credici sempre e sebbene un giorno arriverà la tua morte, la tua idea non morirà mai > perchè è l'unica sempre a sopravvivere, l'idea, l'essenza, tutto ciò è nulla in confronto ad esse. Solo un sorriso e la notte procederà come dovrebbe andare, che l'altro riesca a portarla a consumar una notte di passione, o solo gioco, o solo cucina, ancora non lo sapremmo , ma tutto ciò li ha uniti in un certo senso. Lei stessa che vuole veder come quell'Uchiha si risvegli e porti con se il calore di Otokagure. Ma sanno entrambi che prima o poi si reincontreranno, dovranno pur parlare di quello che fu Oto un tempo, di ciò che il suono portò con se fino alla fine, e di ciò che animò perfino Kioshi Uchiha e di ciò che ella un tempo riuscì ad avvertire di lui. Tutto sta nelle mani di Ryosei adesso, tutto nelle tue piccole grandi mani, deciderai adesso forse il tuo destino? Noi siamo qui per scoprirlo.[x]

21:09 Ryosei:
 Una giornata come le altre che si volge all’atto finale. Ed è proprio quest’ultimo che la rende speciale. Un incontro fortuito ha dato vita ad un gioco. Un gioco di parti, di esperienza e di inesperienza, di parole e quasi promesse. Il passato ricordato, con la consapevolezza acquisita di non doverlo ripetere bensì di migliorarlo. Di rendere ciò che è stato il mezzo tramite cui plasmare il futuro e con esse le scelte. Le scelte dei passi, del come muoversi. Ed il Fato quest’oggi ha voluto che l’esperienza di Sango abbia incrociato la gioventù di Ryosei. < quanto sei determinata Sango . Hai un dono . > di plasmare, di condividere e far suo ciò che vuole. Lo si vede in come parla, nella scelta di quelle parole. < … > coglie la tristezza anche. Non ha più nessuno e lo esterna così. Nudo e crudo come è. Chiaramente quel clima è mutato, da gioco e flirting a questioni ben più profonde. La guardo, non con compassione ma con ammirazione di una donna che si plasmata e non tiene tutto per sé. Capace di mostrargli come muoversi e – soprattutto – verso dove muoversi. Un qualcosa che porterà dentro, probabilmente, fino alla fine dei propri giorni. < crederò . Yo .. morirò Yo e continuerò a vivere .. yoo . > la mano destra si alza con il pollice sollevato in un segno di approvazione e diretto verso di lei. Il suo gesto preferito quell’ ‘ok’ ! < ed adesso mangiamo .. finalmenteee yoyoyo .. > e riabbassando quella mano afferra quelle bacchette ed inizia gustare quel ramen al pesce. Cala il silenzio in tal momento per la necessità di connettere la massima attenzione alle papille gustative e gustarne il sapore. Ha necessità di studiare la concorrenza e poi – va ricordato – come Sango abbia definito quel ramen ‘veramente speciale’ . Eccolo dunque, mantenere il primo boccone in bocca qualche attimo in più rispetto all’abitudinario in modo da lasciare che quei sapori inebrino il palato . Li smista, nella memoria gustiva che possiede. Cerca di comprendere ogni singolo ingrediente presente . < mmmm .. veramente ottimo .. avevi ragione anche su questo .. > bocca piena, ma con la mano gemella sollevata a coprire quel parlare in maniera poco ‘educata’ .. La cena andrà avanti, tra discorsi sconci (?), doppi sensi e cose più seri. Consigli futuri, ricordi di Otokagure e molto altro. Ma null’altro – probabilmente – avendo la voglia e necessità di rincontrarla. Una passeggiata di rientro in cui quei contatti si faranno sempre più frequenti in una tentazione continua di lasciarsi andare. Una promessa di rivedersi al più presto e la voglia di farlo proprio per riuscire a togliere quel freno inibitore di un diciannove imbattutosi in un qualcosa di più grande di lui. In qualcuno più esperto e capace in quel gioco. {end <3}

Ryosei e Sango si incontrano casualmente, eppure quel che si svelano sarà molto importante l'uno per l'altra.

Ognuno dona la sua visione di questo nuovo mondo.





Bellissimi insieme *^*