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Sabbia e Pioggia

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con Sango, Dyacon

21:20 Dyacon:
 La notte è appena trascorsa ed è stata alquanto movimentata, dove la lussuria l'ha fatta da padrone. Due anime altamente infiammabili sono venute a contatto, divampando in un incendio difficile da domare. L'appartamento che il clan gli ha messo a disposizione, è tornato finalmente ad accogliere una donna. L'ultima fu Keiga, ma per un massimo di qualche ora e nulla più, prima che l'Inuzuka scappasse in preda a chissà quale panico. < .... > In silenzio, si ritrova in piedi davanti all'unica finestra della camera da cui entrano i primi raggi solari. Busto nudo, dove si può notare una muscolatura non eccessiva, per niente gonfia, ma anzi asciutta e molto definita. Si è rinfilato i pantaloni neri con i ghirigori dorati e poi, allacciata in vita, vi è la fascia in seta rosso fuoco che scivola lungo la gamba sinistra fino alla caviglia. Quella porzione di solito è utilizzata per cingere la giara di cui è il custode. Piedi scalzi, sguardo assonnato e capigliatura corvina completamente disordinata. La testa ruota in direzione del letto dove, coperta dalle lenzuola, vi è la figura della rossa. L'osserva dall'alto della sua attuale posizione, cercando di non fare rumore. Non vuole svegliarla, ma soprattutto, non vuole spezzare quel silenzio che tanto ama dopo aver aperto gli occhi. La camera si presenta semplice e allo stesso tempo vissuta. Ai lati del letto vi sono due lampade, mentre sulle tele della porta scorrevole che consente l'accesso, sono raffigurate due clessidre unite da un filo di sabbia. La tinta è sul giallo ocra, marroncino, resa ancora più chiara per la presenza delle luci mattutine. Sulla parete dietro la testa, delle mensole su cui sono poggiati pochissimi oggetti. Eppure l'ultima mostra i segni di ciò che avvenuto nelle ore notturne. Delle corde infatti cadono a penzoloni sopra i cuscini e altre, non troppo larghe ma comunque resistenti, sono ai piedi del letto. Che avranno combinato? Solo loro lo sanno. L'Ishiba comunque potrà notare delle leggerissime abrasioni ad altezza dei polsi, figlie del suo dimenarsi - di piacere - senza possibilità di reazione. < ..... > Non dice ancora una parola, limitandosi a poggiare con la spalla sinistra contro la parete alla sua sinistra - destra di Sango qualora lei si svegliasse - ed osservare la genin. Nonostante sia sveglio da poco, molti pensieri iniziano a prender vita. Pensieri e ragionamenti intimi che tiene per sé.

21:32 Sango:
 Il sonno infine la accolta, dolce il dormire dopo quella notte ove non vi è stato spazio per la dolcezza ma per la carne. Lussuria che si son donati l'un l'altro , le membra che si cercavano, il desiderio difficile da tenere a bada e perchè farlo? Non è stata sempre libera di sceglier e decider per se? Abbastanza grande pure nel farlo e nel non prendersi in giro, così come l'altro. Un piccolo patto di puro egoismo, o come l'ha chiamato il sabaku, chiodo schiaccia chiodo. Eppure è servito loro tutto quello se non per sfogare gli istinti primordiali? La rossa che si agita nello stesso letto in quella confusione di rosso vermiglio, circondata da quelle lenzuola pulite nella quale si avvinghia ancora per qualche minuti nella dormiveglia. Sa che sta per aprire gli occhi, che la luce la investirà e forse anche l'altro , e dovrà pur venire a patti con se stessa . La realtà sa esser molto più crudele di quanto possa immaginare , e a quella che porge uno stanco sguardo azzurro. Privo di malizia, rabbia, testardaggine, il risveglio sa esser dolce alle volte specialmente quando non deve scappare da nessuno, tantomeno da quel genin che la osserva da una posizione più alta e alla quale concede lo sguardo assonnato < giorno > un sussurro basso e roco, di chi pronuncia quelle parole come le prime di una intera vita. Oltre a dei mugolii non dirà altro, proverà solo a stender il corpo sotto le lenzuola per notare quel lieve dolore sui polsi e sulle stesse caviglie, piccolo monito alla notte trascorsa molto poco gentile. Ma chi ne desiderava di gentilezza? Non lei, non lui, un tacito accordo con il mero sguardo < che ore sono > una mera richiesta per fissar loco e orario della sua attuale posizione, per la prima non ha necessità di chiederlo e adesso potrà a notare quell'appartamento abitato dal ragazzo. Nelle sue immediate minuzie, quelle che non si possono nasconder ad un occhiata attenta, ma per quello ci sarà il giusto momento. Tace ancora senza davvero volersi alzare, ma ronfare come un gatto li in quel letto e godersi un altro pò di pace, eppure non toglierà lo sguardo dal ragazzo. L'imbarazzo che monta sul viso con quel lieve rossore al solo ricordare cosa sia accaduto poche ore prima, ma è successo, non può cancellarlo e non vuole farlo. Se fosse per lei rimarrebbe in silenzio tutto il giorno e anche la propria di mente andrà a librarsi verso dubbi e pensieri.

21:48 Dyacon:
 Le braccia si uniscono ad altezza petto, incrociandosi l'una con l'altra, mentre uno sbadiglio viene trattenuto, spento sul nascere per non svegliare la rossa che dorme nel suo letto. La guarda, la osserva dalla sua posizione che lo pone in vantaggio rispetto all'altra, venendo travolto dalle immagini di ciò che hanno fatto poche ore prima. Antipasti, molti antipasti. Portata principale, secondo, contorno, dessert, caffè, ammazzacaffè e via dicendo. Com'era il detto: buon intenditor poche parole. Al solo pensiero si morde il labbro inferiore, prima di abbozzare un sorriso nel sentire quella sorta di mugolio venir pronunciato dall'ishiba. < Buongiorno... > Contraccambia, prima di dipanare le dita della mano destra e farle passare tra la folta capigliatura corvina, provando a dargli una rassettata, una forma che non sia quella del cuscino. Nonostante abbia dormito poco, si sente bene, in forze. < Non lo so che ore sono. Ma ti interessa? > Chiede a bassa voce per non urtare la sua sensibilità e quella della rossa. Appena sveglio odia sentire anche il suono della propria voce. < ..... > Tramite una spinta con la spalla sinistra si stacca dalla parete su cui poggiava, iniziando a camminare verso il letto e andare a piegarsi sullo stesso. Le ginocchia affosserebbero nel materasso e le natiche si adagerebbero contro i polpacci sotto di loro. Il busto, invece, resta eretto. < Allora? Come ti senti... > Domanda, curioso di sapere le sensazioni e le emozioni dell'altra, ma senza chiedere rassicurazioni sulla performance appena esibita. Sa benissimo quello che ha fatto e, dal modo in cui la rossa si agitava, crede di aver fatto centro. Eccome. Il braccio sinistro si allunga verso di lei e, con delicatezza, il pollice e l'indice mancino tenterebbero di carezzarle la pelle ad altezza polso destro. Proprio lì, dove l'abrasione è ben visibile. Non vuole farle del male. < Gran bella nottata... > La palpebra sinistra si abbassa repentinamente, strizzando di fatto l'occhio. Sorride a quell'affermazione, cercando di metterla a sua agio, di toglierle quell'imbarazzo e quel rossore che gli si legge in faccia.

22:00 Sango:
 Sembra volersi muover anche lei, si scosta da quella posizione, si volta per lui e osservarlo in quel suo affondare nel materasso, decisamente più vicino adesso e anche piacevole allo sguardo che scivola sul petto nudo che le si pone vicino: apprezza sempre le cose belle, seppur apprezzi molto di più le menti di coloro che la circondano < no > sincera in quel dire, tacendo su quella ora che non importa, potrebbe di nuovo esser sera e aver dormito tutto il tempo per quanto le riguarda, inutile dire che quella situazione possa sembrare imbarazzante. Di certo non può fuggirvi come una tredicenne, e far finta di nulla sarebbe controproducente < bene.. credo > il sussurro fuoriesce con una certa dolcezza, miele per la mattina che si appresta ad arrivare su di loro, ma rompere quella bolla così d'improvviso non farebbe bene a nessuno dei due . La mano che si lascia carezzare, li ove l'abrasione è visibile e i brividi la colgono di piacere a quel tocco gentile , la pelle che si solleva senza possibilità di comandarla, la schiena stessa che si drizza < molto interessante > un sussurro solo per alzarsi anche lei un poco, senza toglier la mano dalle sue, eppure provando a drizzar la schiena . I lunghi capelli che scivolerebbero disordinati lungo la schiena e le spalle, tocchi dolci per la pelle nuda, coperta solo da quel leggero lenzuolo tenuto con la mano libera. Durante la notte è più facile esser se stessi < non pensavo di rimanere piacevolmente sorpresa > solo adesso quella mano scivolerebbe via dal suo tocco, per avvicinarsi li ove il collo e la spalla formano quell'angolo retto. Sottili dita leggere come piume ad accarezzarne la pelle, a seguire i muscoli tracciati dagli allenamenti , a veder quelle lievi abrasioni ma che non le donano alcun fastidio < tu come stai? > si chiude in quella piccola bolla, ove le parole sono superflue e l'arroganza vien messa da parte, solo per comprender un poco di più quell'essere che è riuscito a tentarla in quel modo. Il non sapere la porta a cercar sempre di più, oltre la pelle, le parole, vuol conoscere e assaggiare l'essenza di quel quasi uomo e li le mani si fermano, su quel petto, al suo centro ove il cuore giace tranquillo nei suoi battiti. La mano che si poggia lievemente, non chiede nulla, non avrebbe senso, eppure proverebbe a percepirlo sotto il tocco leggero di una mano che ha imparato a conoscere molto delle persone.

22:20 Dyacon:
 Il pollice e l'indice della mano sinistra continuano ad accarezzare il polso dell'ishiba nei pressi dell'abrasione, senza alcuna voglia di arrecarle dolore. Anzi, ai suoi occhi lo vede come un trofeo. Testimonianza che quando si parla di uno dei sette peccati capitali, sa dare il meglio. Coinvolge tutto se stesso e improvvisa, portando la partner in giochi di pura eccitazione. < Allora non chiedere... > Mantiene il tono di voce basso, come un segreto sussurrato alle orecchie del proprio confidente. < Goditi questi momenti... > E la osserva ergersi con la schiena, coperta solamente dalle lenzuola del letto. Nudità con cui ha avuto modo di giocare, di stuzzicare e di apportare piacere per diverse ore. Una lunga notte. < ..... > La squadra da testa a piedi e vederla così, con quella capigliatura rossa disordinata che gli scende lungo la schiena nuda e quel gioco di vedo non vedo, la passione inizierebbe a scorrere ancora una volta all'interno del corpo. Mai sazio. < Avevi dubbi in merito? > Chiede, ampliando di poco il sorriso stampato sul volto, mentre sente la mano di lei poggiarsi sulla pelle albina, tra spalla e collo. Altro brivido che gli risale lungo la colonna vertebrale. < Cosa credevi? Che non ero capace? Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, chinandosi con il busto in avanti per portare le labbra nelle vicinanze dell'orecchio sinistro della donna. < Per un bel pò sei stata mia... > Quando l'ha legata sia ad altezza polsi che alle caviglie. < E giocare con te... > Lingua ad altezza inguine e poggiata nelle varie zone erogene. < ho visto che ti ha mandato ai pazzi... > E lì, la punta del muscolo del gusto verrebbe alzata in un'istante, toccando - probabilmente - il lobo della rossa. < L'immagine del tuo dimenarti ed il suono della tua voce pregna di piacere, mi fa venire alcune idee in mente... > Ovvero quello di togliersi di nuovo i pantaloni e ricominciare. < Sto benissimo. > E si ritira indietro con il tronco, permettendo agli occhi color ametista di posarsi in quelli verdi della genin.

22:33 Sango:
 Non chiedere, una prerogativa che non si è mai posta, sempre pregna di domande e dubbi che lascia scivolar via solo per donar a se stessa qualcosa che ancora non ha. Eppure il semplice orario potrà dirsi inutile in quell'esatto momento. Godine, come se non lo stesse facendo adesso in quelle che potrebbero parer coccole, eppure tutto per scoprir un corpo che non le appartiene per nulla, solo una notte e adesso un nuovo giorno vuol sorgere a cancellare tutto quanto < mh > un semplice sospiro mentre si risveglia sempre di più, con quello sguardo che non vuole lasciarlo andar via, anche solo per qualche altra ora a non pensar a nulla < forse > lo mette ancora in dubbio, nel giocar trova un piacere infinito forse più dell'atto stesso, sebbene l'altro si lasci andare in frasi più intime che nessun altro dovrebbe mai venir a conoscenza < non è forse questo il desiderio di chi ha trovato un grande potere? > una domanda per entrambi ma non attenderà per donargli una risposta e forse una visione nuova < trovar qualcuno di ancora più forte nel piacere di inchinarsi con la propria volontà > lei stessa ha scelto di nutrire quella parte di se che in pochissimi hanno potuto conoscere, ed esser ancora vivi per poterlo pensare e coltivare . La mano che impugna adesso solo l'aria, non lo tocca e non ci riprova , rimarranno li quelle dita a sostener il corpo e il busto stesso per trovarsi alla sua stessa altezza per quanto il corpo glielo possa permetter adesso < è passato troppo tempo da quando non mi godevo un giorno senza pensieri > senza dubbi, domande, dolore, per fuggire dalla propria realtà che vuole incombere su di essa come una spada, a farle comprender che quei momenti saranno sempre più rari e difficili da raggiungere , perchè dunque non godere anche di quell'ospitalità, insomma il primo volere doveva esser questo, poi tutto il resto è venuto da se, di due che indugiano nel peccato che porta piacere ma anche dolore quando questo finisce . Giusto o sbagliato non importa ancora, quelle domande verranno solo in un altro momento nella propria solitudine . Un colpo di reni per finir di nuovo sul letto stendendosi completamente, lo sguardo al soffitto < .. per riempir un vuoto di un letto che poi rimarrà sempre vuoto > un sussurro basso ma se ne gode il calore lasciato, l'odore stesso del ragazzo che le fa ancora compagnia < sembra triste eppure l'ho imparato col tempo, certi vuoti sono impossibili da colmare >

23:06 Dyacon:
 Si lascia cadere anche lui sul letto, venendo accolto dalla freschezza delle lenzuola e dalla morbidezza dei cuscini e del materasso. Si gira sul fianco destro, mettendosi frontale rispetto alla figura di Sango supina. < Forse un cazzo. > Replica così a quella sua voglia di scherzare di lei. Mai giocare con l'orgoglio di un uomo, soprattutto se si tratta di sesso. Aggrotta poi la fronte nel sentire la prima affermazione della rossa, facendo scivolare il braccio destro sotto il cuscino. < Cosa c'è Sango? > La chiama per nome, focalizzando l'attenzione sul volto della rossa. < Mi stai dicendo che in me hai trovato qualcuno a cui chinarti? > Non la schernisce e neanche gonfia il petto davanti a quella confessione. Si è appena svegliato. Magari ha capito male il concetto che l'altra ha provato ad esternare. < Sono contento di averti fatto passare una notte senza pensieri. > Di puro piacere. Senza domande, quesiti, rimorsi o altro. Si volta tra sul letto, posizionandosi anche lui con la pancia rivolta verso l'alto. Gli occhi osservano il soffitto sopra di lui. < Siamo due fiamme a letto, non c'è che dire... > Ha testato anche la lussuria dell'altra. Roba che non si può descrivere. < Ma sappiamo entrambi cosa ci ha spinto a passare una notte di passione... > Breve attimo di pausa, ruotando il capo alla ricerca degli occhi dell'Ishiba. Lui si sta riferendo a Keiga, alla volontà di provare a mettere in pratica la teoria del chiodo scaccia chiodo. La carne ed il corpo ne hanno giovato, ma la mente e le emozioni sono ancora lì. Tremendamente presenti. E questo non significa che non provi nulla per Sango. Ma l'inuzuka è l'Inuzuka. < Cosa farai adesso con il tuo uomo? > Non ricorda se la genin gli ha mai rivelato l'identità. Se ne sbatte, più curioso di sapere come si muoverà lei. < Qualunque cosa farai, sappi che avrai il mio appoggio. > Cerca di fare quel che può. < Vuoi da colmare? > inarca il sopracciglio destro, non riuscendo a capire. O meglio, facendo finta. < Cosa intendi? Non ti seguo... >

23:30 Sango:
 < bada alle tue parole, non mi piace quando ci si rivolge a me in questi termini > un dolce rimprovero seguito da una lunga occhiata scostando meramente il viso verso di lui, una bella lavata di capo sarebbe ottima per quel fanciullo < a cui mi sono voluta chinare, non significa che riaccadrà > l'ha voluto lei, l'ha desiderato e se l'è preso, non vi è nulla di più semplice in quel singolo concetto , dandogli quel che merita, ma starà a lui tirar le somme di quelle parole che lascia fluire fuori dal petto, i respiri che son pesanti, come se si potesse riaddormentare adesso, ma lo sguardo è vivo e vigile , e quella frase la porterà a sorrider , un buon inizio < ho letto di un pensiero simile, la polvere da sparo e il fuoco, che si distruggono al loro primo bacio > una metafora di due fuochi messi troppo vicini, capaci di acuir l'altro nella sua lussuria più sfrenata. Ma di quello entrambi ne comprendon come quell'atto sia solo un modo per fuggir dalle loro vite, e da quei cuori che paiono volersi solo distruggere < già > cosa può aggiungere quando quel lieve velo di tristezza par toglier via quel mattino che poteva passare in altro modo, senza nemmeno la necessità di parlare a vanvera o aprirsi, ma cosa importa adesso? Per quanto possa piacergli quel ragazzo sa che il primo pensiero volerà proprio a quel bianco a casa, in attesa forse di una propria decisione, quella che la legherà ad esso in un modo o nell'altro. Odio et amo, quanta verità in poche parole eh? < non lo so > in dubbio ancora, mentre scosta di nuovo quello sguardo verso l'altro, di potersi voltare sul fianco per vederlo in viso, con le mani sotto il capo a sorreggerlo < davvero? Mi pare non fossi d'accordo su un possibile tradimento, eppure mi son concessa proprio a te > ripesca quel suo pensiero, quelle sue stesse parole, di come egli avrebbe ucciso la propria donna per un fugace atto di pura gelosia malsana < vuoti si..> un sospiro prima che parte della propria anima possano librarsi verso di lui con molta semplicità < una vita a cercar di colmare l'unico vuoto che provo, eppure so che non posso sostituire l'uomo che ho amato più della mia stessa vita > quello a cui ha consacrato tutto quanto, ma adesso non ha più senso farlo quando quel sogno è morto con la propria "fine" < riempire un vuoto, con un'altra anima solo per ritornare integra di nuovo, che egoista > lo è davvero, a giocar quasi con i sentimenti puri di un altro < eppure senza volersi mai fermare. Potrei accettare il destino e infine sposarmi.. potrei farlo ma non ne sarei felice, non così almeno > di quella libertà a cui anela, di volersi legare e di non volerlo fare allo stesso tempo < non hai qualcuno che vorresti immensamente ? > non lei, quello che hanno è solo altro privo di sentimenti puri , trovarsi solo per sfogar quell'istinto che li abita, e poi cosa resta se non quel vuoto che ne l'uno ne l'altra possono infine riempire?

20:33 Dyacon:
 L’avambraccio e la mano destra s’insinuano tra il cuscino e il materasso, mentre la testa rimane adagiata poco più sopra sullo stesso guanciale. Vi affonda il viso, come alla ricerca di nuovo relax. Busto e bacino sono in direzione di Sango, con il lato dritto a contatto con il letto e il gemello - mancino - rivolto verso il soffitto. Piedi che si rinfilano sotto le lenzuola, cercando quella copertura con avidità. Occhio sinistro dal color ametista che punta sulle labbra della rossa, ascoltando attentamente tutto ciò che ha da dire. < Fino a qualche ora fa non eri dello stesso avviso… > La incalza, stuzzicandola sul discorso del rispetto e del chi si è chinato a chi. < Non prendere tutto come una sfida. > Tono di voce sempre quieto, pacato, ancora sotto l’influenza del sonno non completamente smaltito. < Ci siamo lasciati andare al piacere della carne. > Fatto alquanto palese. < Riaccadrà? Non riaccadrà? Chissà. In entrambi i casi non metto la mano sul fuoco. > Il destino, almeno per lui, non è scritto. Non è una strada già impostata da seguire. Lui è della linea di pensiero opposta: il futuro le persone se lo creano. < E continuo ad essere della mia posizione… > Ammette con nonchalance riguardo al tradimento. < Non ho nessun legame con il tuo uomo, ma con te sì. > Molto fisico, ma pur sempre un legame. < Di conseguenza se devo difendere la causa di qualcuno, sicuramente mi schiero dalla tua parte. Almeno in pubblico. > In un ipotetico diverbio tra l’Ishiba e Shiroyuki. < Ma in privato, quando non ci sono altre orecchie esterne e solo il mio sguardo nel tuo, ti dirò sempre come la penso. Anche se ti potrà risultare una stronzata o potrà darti fastidio. > La verità prima di tutto, anche se dannatamente dolorosa e difficile da accettare. Fa una differenziazione di comportamento. Roccia da cui trarre sostegno in situazioni dove la genin non è l’unica coinvolta; Giudice imparziale e senza mezze misure nel loro rapporto. Che questo poi sia di amicizia o ben più profondo solo con il tempo lo scopriranno. Attualmente è prematuro definirlo. Inquadrarlo. < E chi sarebbe quest’uomo che hai amato più della tua vita? > Domanda curioso, non essendo a conoscenza di tale informazione e lato caratteriale della rossa. < Qualcuno che vorrei immensamente? Sì. > Replica con decisione, mentre nella testa riaffiorano le immagini dei propri genitori persi all’età di sette anni. < Ma fanno parte del passato e, purtroppo, la storia non può essere cambiata. > In quella frase si può avvertire un leggero velo di tristezza. < Preferisco concentrarmi sul presente e, al massimo, sul futuro. > Su quest’ultimo non troppo. < E ora come ora, solo una persona vorrei. > Non in modo così ossessivo, ma la vuole: Keiga Inuzuka. Ci proverà fino all’ultimo visto che non è un uomo che vive di rimpianti.

20:37 Sango:
 Il corpo lento che si muove al sol sentir l'altro, come una calamita anche lei deve cambiar posizione su quel fianco, più bassa dell'altro e priva di cuscini eppure si sente comoda, rilassata, non vi è alcun nervosismo nemmeno in quell'atto tanto semplice che metterebbe in tensione qualsiasi altro. Il corpo che rimane ancora semicoperto da quel lenzuolo ove la quale anche i capelli si distendono in modo confusionario, le mani che ne stringono la stoffa delicatamente e lo sguardo che osserva quel ragazzo. Respira con calma, non vi è disagio nello star li in quel modo con quello che potrebbe esser un quasi sconosciuto, pare che quella bolla si sia creata, di quelle piccole confessioni che si dedicano a bassa voce pur di non disturbare un nuovo giorno. Sa che tutto ciò che dirà rimarrà impigliato in quelle lenzuola senza mai uscirne, si fida? Forse. Ma tutto sarà solo per lui, che faccia pur ciò che desidera con ciò che dirà < lo ammetto, è stato molto bello > porta quello sguardo verso l'altro per ammetter quella che par essere una colpa, solo un piccolo movimento prima di tornare ai suoi occhi , a quel suo parlare di sola e mera carne eppure non se ne sente soddisfatta < riesci davvero a toglier ciò che è il tuo essere dal tuo corpo? Dividere così bene il sesso dal cuore > una domanda forse ambigua, ma deve sapere se vi è possibilità nel fare ciò che crede impossibile . Ascolta attentamente quelle parole, quelle di quel legame che dice di aver con lei, eppure i denti si stringono su quel labbro inferiore < se avessi un legame profondo con te > sussurra quella possibilità con un certo nervosismo < non ti lascerei andare. Egoista come sono non avresti possibilità di sfuggirmi > la verità che fuoriesce da quelle labbra, da quello che potrebbe riuscir a fare solo per quel piccolo legame. Potrebbe perfino incatenarlo in una stanza per l'eternità pur di non vederlo andare via . L'amore che incontra l'ossessione, il bisogno di aver quel legame che non possa mai spezzarsi ma rafforzarsi con il tempo stesso. E quella domanda la portano di nuovo a sorridere, quel viso che le sboccia d'innanzi agli occhi come se il Sabaku non esistesse più < era un uomo bellissimo, lunghi capelli bianchi e occhi di cristallo > comincia lei per far immaginare anche all'altro l'aspetto di colui che non vi è più < possedeva il dono di avvicinar tutti quanti, il dono della parola > quello forse più pericoloso di tutte le arti < dolce e gentile, dai modi cavallereschi .. mi amava come io amavo lui > un sospiro di malinconia sfugge a quelle morbide labbra di seta < Ren Ishiba, era mio fratello > un amore differente, quello tra due consanguinei, quello tra fratello e sorella. Un rapporto cresciuto e spezzatosi nel pieno della loro vita insieme.. e poi la morte. Se solo avesse potuto riportarlo in vita avrebbe sacrificato tutto quanto adesso. < lo so > la storia non può esser cambiata, solo loro andranno avanti < e allora perchè sei nel letto con me Dyacon > la voce ferma, quasi a volerlo rimproverare di quella sua mancanza, per quanto le piaccia star li, quello non è che il posto di qualcun altra < perchè non vai a prendere ciò che vuoi? > solleva quel sopracciglio in quell'attimo interrogando il motivo che lo porta a star con lei senza provar nulla, piuttosto che andar a cercare quella che è l'oggetto del suo desiderio.

21:15 Dyacon:
 Tramite la contrazione dei muscoli addominali alza e sposta il busto verso l'alto, staccandolo dalla morbidezza del materasso. Resta per alcuni istanti in posizione seduta, senza mai distaccare l'attenzione da Sango. La scruta e la osserva in silenzio, attratto da quel gioco di vedo non vedo con le lenzuola. Non lo ammetterà mai, o magari non in modo schietto, ma l'Ishiba è un gran belvedere. < Ahahahaha... > Si lascia andare ad una risata sincera, alzando di poco i decibel della voce, scostandosi dalla tonalità di voce bassa utilizzata fino ad ora. < Ho visto che hai alzato gli occhi al cielo. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, mantenendo quel sorriso stampato sul volto dalla pelle albina. Le dita della mano destra si dipanano e, successivamente, vengono fatte passare tra la folta capigliatura corvina nel tentativo di darle una sistemata. Gesto vano, ma che per alcuni secondi rivela alla rossa anche l'occhio destro, di solito nascosto e occultato dalle ciocche di capelli. < Sai... > Breve attimo di pausa mentre le mani afferrano il cuscino e lo sbattono contro la parete dietro la testata del letto. Il guanciale vien collocato in posizione verticale, preparandolo nel migliore dei modi per accogliere la sua schiena. < Si dicono tante parole. Ci copriamo dietro le stesse. Facciamo i duri, ma poi, quando si tirano le somme, son sempre le emozioni a prendere il sopravvento. > Si sdraia: gambe distese e zona lombare che affonda nel cuscino. Busto rivolto in direzione della parete opposta. < Vuoi o non vuoi, il lasciarsi andare o l'assumere un determinato carattere davanti agli altri, porta inevitabilmente a combattere con i nostri sentimenti. > Due strade diverse che alla fine raggiungono la stessa meta. < Quindi... > Arriva al dunque. < Vorrei dividere corpo e mente, ma è dannatamente difficile... > Come dargli torto? Non sono delle macchine. Sono umani. < Uh? > Inarca il sopracciglio destro, avvertendo nelle parole della rossa un egoismo smisurato. < Da una parte lo trovo eccitante. Dall'altra staremmo sempre a litigare. > Ognuno deve avere i suoi spazi. Le sue libertà. Sempre nel rispetto della persona che ha accanto. < Cosa? > Non sapeva che la genin avesse un fratello. < Era? > L'utilizzo del passato gli fa pensare alla cosa più ovvia, più naturale: che sia morto. Non lo chiede tuttavia, tenendo a bada la sua curiosità per non riaprire una ferita nella donna. Si sposta sull'ultima domanda postagli. Sospira rumorosamente, allargando la cassa toracica, mentre nella testa appaiono diverse immagini di momenti passati con l'Inuzuka. < Il motivo per cui sono a letto con te lo sappiamo entrambi. > Sono attratti fisicamente. Non ci vuole uno scienziato per capirlo. < Perché non vado a prendere ciò che voglio? > Bella domanda. < E chi ti dice che non lo stia facendo? > Magari Sango, in modo indiretto, gli sta aprendo gli occhi, oppure lo sta avvicinando ancora di più a Keiga. Solo il tempo potrà dirlo. < Tu perché sei a letto con me, Sango? Cosa trovi in me che il tuo uomo non ha? > Una mancanza è la base dei tradimenti nel 90% dei casi.

21:46 Sango:
 Osserva quel ragazzo muoversi troppe volte su quel morbido letto, come se non potesse mai star fermo . La risata, perfino quella frase, udite eppure non vi sarà risposta alcuna, non avrebbe sprecato parole solo per riempire i silenzi . < mh? > comincia a quel dire e sa che vi seguirà qualcos'altro , e attende, curiosa come sempre di ciò che l'altro possa dirle . < eppure vi è differenza tra vuote parole, e parole pregne. Quando mi interesso di qualcuno, son poche le parole che gli dono. > lo ha compreso nel tempo, come quelle piccole conversazioni che può avere hanno una grande distinzione tra loro. Nel modo, nei toni, nella lunghezza perfino della conversazione < preferisco percepir l'altro nei piccoli modi > ma non vi aggiunge altro su quello, non vuole donargli troppe piccole informazioni preziose sul proprio conto. Tutto per proteggersi, sempre. Così come quei sentimenti, tenuti a bada, celati agli occhi degli altri per non farsi sopraffare < il problema è che rende deboli. I sentimenti , le persone care, tutte cose verranno usate contro di te in un modo o nell'altro .. e alla fine non ti rimane altro che il niente > amara quella visione di vita, in quello sguardo che s'accende solo di curiosità e poche volte di un emozione tanto forte che non sia l'odio o la rabbia stessa. < io no > nega a se stessa quella possibilità, seppur non voglia che altri vedano che vi siano, che si convincano pure che non vi sia alcun sentimento in lei ma solo cenere di un essere ormai morto < mi fa sentire ancora viva > un sospiro mentre si volta si poco, il corpo che prende una posizione più comoda con la gamba sollevata per metà che sguscia via dalla ben poca protezione d'un lenzuolo < non ne avresti la possibilità, te l'assicuro > ride perfino, per stemperare la vera natura che vi è tra quelle parole, quel senso di serpentino atto a mordere qualsiasi cosa le stia vicino per annichilirlo alla propria mera egoistica volontà. < tanti anni fa, nell'ultima guerra del mio villaggio > risponde con calma, non vi è dolore solo quel senso di perdita, quel piccolo foro al centro del petto che non potrà esser mai riempito, eppure non se ne dispera come un tempo. Ha fatto ciò che poteva, ma non ciò che voleva , una piccola distinzione venuta alla luce insieme al nuovo mondo. < per dimenticare una donna credi che basti andare a letto con un'altra senza nemmeno conoscerla? > mette in dubbio quelle sue stesse parole, quel chiodo schiaccia chiodo pronunciato solo poche ore prima < sei qui Dyacon > gli fa notare carezzando il materasso con dolcezza < a parlare con me > sottolinea ancora quel concetto, è li con lei < per quanto mi faccia piacere avere una conversazione con qualcuno che non desidera la mia testa staccata dal mio collo > una sensazione che è difficile da scrollarsi via, perfino adesso dopo dieci anni < e mi piaccia il rapporto fisico > compreso il suo di fisico, ma ciò non lo ammetterà nemmeno lei < io non sono ciò che tu desideri, tu non sei ciò che io desidero > si son voluti per un mero capriccio, un piccolo desiderio da dover esser esaurito e quella fiamma infine è pronta a spegnersi . Ma ciò che domanda troverà il silenzio per qualche minuto, e poi quelle labbra pronunceranno ciò che non ha saputo dire al bianco < trovo che il tuo sguardo non sia perso nel mio > seriosa d'improvviso eppure stanca < ha trascorso dieci anni convinto che fossi viva , sebbene non lo sapesse. Ha sprecato parte della sua vita dietro me, e tutt'ora continua a farlo > le palpebre che si chiudono lentamente < voglio che anche lui possa esser egoista e seguire la sua strada a prescindere dalla mia > forse l'atto meno egoistico di tutti, oppure il più egoistico? La linea di confine si fa sottile e ancor non gli ha donato un colore su quale pende adesso quella propria instabile decisione.

22:11 Dyacon:
 Le mani si piantano sul materasso, di lato, parallele ai fianchi. Si da una spinta verso l'alto, adagiando ancora meglio la zona lombare contro il cuscino posizionato in precedenza sulla parete/testata del letto. Il fascio di luce che entra dalla finestra gli illumina tutta la zona addominale, scendendo fino alle ginocchia. < Sei il contrario di me. > Distoglie l'attenzione da quel corpo che fino a poche ore prima stringeva a sé, lo toccava, baciava, stuzzicava. < Per quanto mi riguarda, se qualcuna m'interessa, la riempio di attenzioni. Dalle parole ai fatti. > Un lato che non ha perso nonostante la maturazione, la crescita e l'aver combattuto una guerra. Anzi, proprio perché ha preso coscienza di quanto il tempo sia effimero, non si pone freni e limiti. < Oddio Sango... > Sbuffa rumorosamente, lasciando cadere il capo all'indietro, affossando la zona della cervicale sulla parte alto del guanciale. < Ma in questo fottuto villaggio vi hanno fatti tutti con lo stampino? Chi è che ha messo in giro questa stronzata? > Quel concetto, quell'ideale che molti ninja adottano non lo capirà mai. < Le emozioni fanno parte della nostra vita. Ed il dolore è una di queste. > Spiega, cercando di farle intendere che è inutile sottrarsi ai sentimenti. < Perché privarsi di nuove conoscenze, dell'amare e dell'esser amati? > E il capo ruota di nuovo verso la rossa, piantando lo sguardo color ametista in quello verde della ragazza. < Alla fine si rimane sempre soli. Ma bisogna vedere questo viaggio come lo hai affrontato. Con chi. > Inspira, incanalando nuova aria nei polmoni che si riempiono come due sacche. < Un conto è aver vissuto a pieno. Un altro è esser stato spettatore della propria vita. Senza mai provare veramente quello per cui siamo nati: amare. > Conclude così il concetto, prima di ampliare il sorriso nell'udire quella sorta di sfida lanciatagli dalla rossa. < Non ci metterei la mano sul fuoco se fossi in te. > Non lo conosce. Potrebbe rivelarsi più sorprendente di altri. < E' tutto vero Sango... > Annuisce con un paio di cenni del capo alle affermazioni appena sentite. < Tu non sei ciò che desidero, come io non sono quello che desideri tu. > Nessun imbarazzo o frustrazione davanti a quella verità. Lui che ama esser diretto e la schiettezza, si trova a suo agio in situazioni del genere. < Ma ciò non toglie che non possiamo divertirci. > E che da quel divertimento possa nascere un sentimento sempre più grande. Più potente. Questo però rimane per lui, senza esternarlo all'Ishiba. < Non ti capisco, Sango... > Ripete quel nome in confidenza. < Prima dici che se vuoi qualcuno saresti disposta ad incatenarlo, a non farlo uscire dalla sua gabbia. Poi adesso vuoi che questa persona possa seguire la sua strada a prescindere dalla tua? C'è qualcosa che non mi quadra... > Di prima mattina poi è ancora più difficile trovare il senso di tutto.

22:35 Sango:
 Il contrario esatto, due mondi differenti, due approcci completamente diversi l'uno dall'altro, che possono influenzarsi l'un l'altro con la propria visione della vita, se solo entrambi sono pronti a veder oltre il proprio piccolo giardino. A quello sbuffo riapre gli occhi lentamente per osservarlo , per sentir quelle parole schiette < l'ho imparato col tempo > non vi è molto altro da aggiungere, quando hai solo incontrato rosso, vedrai sempre e solo rosso intorno a te. Solo delle sfumature posson cambiare quella percezione, ma il colore di sfondo rimarrà sempre la stessa unica tinta rossa. < non mi sono mai privata di ciò , Dyacon. Non fraintendere le mie parole. > lo corregge con dolcezza perfino < Sono abbastanza malata da volermi far del male in quello > un lieve sorriso affiora nel dirlo, un piccolo scherzo per se stessa ma quello stesso che sfiorisce velocemente < ma fa male. Ho trascinato pezzi di me, ne ho donati a diversi e non mi è rimasto niente se non persone che se ne sono sempre andate > anche lei si scosta, si volta di schiena di nuovo cercando con le mani un cuscino da porre sotto il capo e star così più comoda di prima < con chi? Con l'unica persona che per sempre starà con me > un lieve silenzio solo per girar il viso, gli occhi azzurri ad incontrare i suoi < me stessa > l'unica cosa che alla fine conterà sarà lei, in ogni situazione, in ogni attimo, sempre e solo lei . Un sospiro basso prima di metter di nuovo gli occhi al soffitto, le mani che si nascondono sotto il cuscino per trovar una comodità nuova . Schietto lui, schietta lei, non vi sono filtri se non quelli che pone già la mente, ed esser tanto sinceri non fa che bene per entrambi. Consapevoli che il loro cuore sia lontano da quella stanza, eppure nessuno dei due par aver voglia di interrompere tutto, ma di rimanere li come se non vi fosse altro a cui pensare. < anche questo è vero, te lo concedo > seppur quel suo pensiero non potrà mai saperlo, celato alle proprie orecchie e alla propria anima < quella è la parte più ignobile di me > la voce che si mantiene bassa, lievemente roca, mentre i pensieri si accavallano nella mente < sono sempre stata sola. La solitudine mi ha aiutata a non piegarmi mai a desideri di altri, ma solo ai miei. > la nascita del proprio egoismo, la nascita del proprio sogno, della propria lotta e di una vita spesa solo per quella < volevo qualcuno che potesse starmi affianco, sempre. In qualsiasi modo, non importava come dove o chi fosse, volevo solo una figura che non mi lasciasse mai > un desiderio che ormai sta andando lentamente a spegnersi, una fiamma che perde la sua forza e la speranza che scivola via < ciò significava portarlo in guerra contro tutta l'alleanza, distruggere i suoi sogni per il mio. Strapparlo a quella che è la sua vita per quella di una da nomade, senza casa a cui tornare, senza casa verso cui andare. > i ricordi che si riflettono in quello sguardo perso, ciò che ha fatto è stato questo. Trascinare un'altra anima nell'inferno della propria vita, fatta di sangue, guerra, dolore e morte. Distruzione, Alba. < non voglio un uomo che sembri un servo, che faccia tutto ciò che io desidero che faccia. Voglio che segua la sua strada, anche senza di me se ciò lo porterà a crescer ed esser ciò che veramente vuole essere > un discorso contorto, complesso forse alle sue orecchie, eppure lei vede benissimo quel filo conduttore che lega tutti quei piccoli pezzi, quelli che costruiscono un quadro ben più grande < tu non lo faresti per lei? > lente quelle iridi andranno di nuovo a cercar le sue, a veder quel suo viso < se lei volesse andare via, se volesse liberarsi di te, di tutto, non sarebbe giusto rispettare la sua decisione? > domande che ancora si pone, a cui trovar una risposta è difficile o forse impossibile. < se ti legassi dentro una cantina, ma tu vorresti solo fuggire via, non sarebbe giusto lasciarti andare? >

23:04 Dyacon:
 Sono esattamente l'uno l'opposto dell'altra. Due mondi differenti che, come i poli, si attraggono inevitabilmente. < Il tempo e le esperienze che hai passato ti hanno in qualche modo plasmato, formata. > Come dargli torto? Anche lui ha subito un mutamento drastico dopo esser sopravvissuto alla guerra. Ma è stato un cambiamento più di facciata che caratteriale. < Hai fatto il tuo. E' questo quello che accade quando si decide di dare la nostra fiducia a qualcuno... > C'è il rischio che l'altro/a possa non contraccambiare, dando vita al dolore. < Ma con questo non sto dicendo che ogni persona che si incontra deve entrare per forza nella nostra vita in modo stabile e, altra cosa importante, non dobbiamo permettergli tutto perché si ha paura di perderla. > A tutto c'è un limite. Per il Sabaku il rispetto è la base di ogni relazione. < Questo non deve essere un limite. > Tono di voce sempre quieto, pacato, osservando i capelli della rossa, spostando poi l'attenzione sulle sue labbra. Intanto, il braccio destro, s'allungherebbe con la mano in direzione della testa dell'Ishiba, volenteroso di accarezzarle la testa. < Quando ero giovano, a Suna, c'era un vecchietto con cui di solito parlavo. Un giorno mi disse una frase che tutt'oggi ricordo come se fosse ieri. E' fissa nella mia testa. > Breve attimo di pausa, mentre le dita della mano giocherebbero con alcune ciocche rosso fuoco. < Che tu possa riconoscere sempre il momento di insistere ed il momento di lasciar andare. > Compito dannatamente difficile quando di mezzo ci sono le emozioni. < Partendo da questo, spero sempre di prendere le giuste decisioni. > Soprattutto in ambito sentimentale. < Se vuoi accanto a te una persona che rispecchi le caratteristiche che hai appena elencato, non smettere di cercare. > La incita a non darsi per vinto. < Una donna o un uomo zerbino? E di cosa te ne fai? Se nella coppia non c'è alcun litigio, non c'è la voglia di realizzare i propri sogni con o senza il benestare dell'altro, non è un rapporto sano. > Poi, alla successiva domanda si zittisce, immaginando nella propria testa l'immagine dell'inuzuka. < Andarmene e lasciarla vivere senza di me? > Domanda retorica, poiché già conosce la risposta. < L'ho già fatto Sango. Ed è stata una decisione non facile da prendere... > Tanto che è andato dal monaco Tsuyukoso(?) per chiedere la protezione dei Kami per Keiga. Se lui non può farlo in prima persona, spera che qualcun altro vegli su di lei. < Sì, sarebbe giusto lasciarmi andare. Anche questo significa amare. > Al termine della farse, scivolerebbe sul letto, tornando di nuovo sdraiato sul materasso. Non trova pace, spinto dalla nuova voglia di avere un contatto con il corpo della rossa. Per questo, posizionandosi di fianco, frontale al viso della genin, tenterebbe di allungare l'arto superiore sinistro verso il lato destro del nuovo membro della Shinsegumi. Vuole abbracciarla, avvicinarla a sé, facendo scivolare le dita fino ai glutei e poi spingerla, con delicatezza, verso di lui.

23:25 Sango:
 Esperienze, anni, tutto ciò che ha indurito un anima e un cuore eppur ancora batte nel petto. Il sangue fluisce, l'aria filtra nei polmoni, sente e vede tutto, per lo meno quella vita la ha ancora. Quello accade nell'amare, il perdere pezzi di se lungo la strada eppur rimanere in un certo senso integri. < sono contenta solo di non aver abbandonato mai me stessa per qualcun altro > di non aver rinunciato a nulla di ciò che abbia voluto fare , di quel sogno, di esser in un certo senso libera di scegliere ciò che ha ritenuto più giusto..per lei. < non è un limite, è solo stanchezza > di rincorrere qualcosa che forse non arriverà mai, e lo lascerà andare se deve, può viverne senza? Forse, improbabile, eppure caparbia abbastanza dal provarci . Lo ascolta mentre scosta di poco il corpo per sentir quel tocco tra i capelli, per godersene come un gatto e lasciar che un poco di dolcezza possa donar lei il buongiorno. Lo ascolta, non perde alcuna sua parola, di ciò che quel vecchietto disse a lui, di ciò che non va smesso di cercare e soprattutto il momento giusto per lasciar andare qualcun altro. < non voglio cercare, i kami sono molto stizziti nei miei confronti, non farebbero che mandarmi uno uno.. stronzo > il viso che arrossisce violentemente per quella parolaccia appena detta < non dire a nessuno che ho parlato in questo modo > quello sguardo carico di imbarazzo e quasi rabbia vuole infliggerlo direttamente nella sua psiche. Se parli, sei morto. Sospira infine, non vuol aggiungere altro quando solo domande sfiorano le morbide labbra, dolci che si aprono un poco mentre lo sguardo scivola via dal viso verso un punto non ben definito. Che possa lasciar al bianco decidere cosa vuol essere in quella vita, non solo una persona che come unico e solo desiderio ha lei. Per quanto possa esser stata sua, non lo sarà mai completamente, come con nessun altro. Mantenendo la propria forma, la propria indole, lasciandosi e affiancando lei stessa qualcuno per il resto del tempo < non lo è > lasciar andare qualcuno che s'ama pur di vederla realizzarsi non è cosa facile, non quando vorresti solo che non se ne andasse mai dalla tua vita. Legarla a te per sempre, ai tuoi singoli capricci, ai tuoi ignobili desideri, tutto per esser felice . Quel tocco le porta quei brividi lungo la pelle, uno sguardo che si riporta sorpreso su di lui eppure non rifugge da quel contatto. Si lascia avvicinare , l'odore che la investe, forte, deciso giunge alle narici e al viso che andrebbe a poggiarsi su quel petto. La mano libera dal proprio peso che andrebbe a posarsi sul di lui fianco, così come la gamba a scivolar sulla sua. Qualche respiro e lentamente si calmerà anche lei < non pensavo potessi esser anche dolce > quasi a sfotterlo, eppure non vi è accusa nel tono, solo un sussurro basso mentre gli occhi lenti si chiudono a goder di quel contatto umano. Di quel calore e di quella dolcezza, non v'è amore, non ancora, eppure non è poi così male ritrovarsi li tra quelle piccole dolcezze.

23:47 Dyacon:
 L'ha stretta a sè e continua ancora a farlo, stringendo le dita della mano sinistra intorno alla natica destra delladonna, prima di scivolare lungo quelle forme, fin dove riesce: poco sotto il gluteo. < ..... > Resta in silenzio, osservando in volto la rossa e ascoltando tutto ciò che ha da dire. < Su questo, stranamente, siamo d'accordo. > Ovvero che nessun individuo al mondo deve perdere la sua identità per compiacere qualcun altro. Punto importante del suo modo di vivere. < E' vero. La stanchezza di rincorrere qualcuno può essere sfiancante, debilitante. Ma insisti, persevera. Meglio esser stanchi per una risposta che prima o poi arriverà, piuttosto che avere un rimpianto. > Almeno lui la pensa così. Non ha nessuna intenzione di ritrovarsi sul letto di morte e pentirsi per non aver fatto qualcosa. < Ahahahah... > Ride ancora una volta di gusto, vedendo come l'altra arrossisca per una...parolaccia! < Le tue guance hanno lo stesso colore dei capelli. > Ci gioca su, provando a smorzare l'imbarazzo in cui è piombata la donna. < Una tigre come te che si vergogna per qualche parola più spinta? Non ci credo... > Scuote leggermente il capo, smuovendo alcune ciocche di capelli ricadutegli davanti al volto, occultando gran parte della parte destra. Occhio compreso. Il braccio sinistro risale lungo la schiena di lei, tant'è che le dita giocherebbero con la sua spina dorsale, carezzandole la pelle con delicatezza. < Non sai tante cose di me, Sango. > Sussurra, abbassando il volto per baciarla, bramoso di venire a contatto con quelle labbra. Intanto la mano mancina si sposterebbe davanti al busto, alla ricerca del seno destro della donna. Lo accarezza e poi lo stringe, non con violenza, preso da un nuovo impeto di lussuria. La fiamma torna ad avvampare con veemenza per un breve attimo, prima di smorzarsi nello stesso istante in cui si era accesa. < ..... > In circostanze del genere le parole non servono più. Si limita a lasciare completa carta bianca alla genin. Continuare a stare nel letto con il Sabaku a chiacchierare e a godersi quel tempo di relax, oppure rivestirsi e tornare nel suo villaggio di appartenenza. A lei la scelta. Nessuna catena la blocca o le impedirà di prendere delle decisioni limpide. Lui, dal canto suo, qualunque sia l'opzione dell'Ishiba, continuerà a rimane stravaccato sul letto. Stanco e volenteroso di riposare se rimarrà da solo. [X]

[extemp]Sango e Dyacon si ritrovano ancora insieme nella stessa stanza , si ritorna a parlare per conoscer meglio l'uno dell'altra per scoprir cosa si celi dentro i loro esseri.