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L'abito non fa il bonzo

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con Mekura, Shiroyuki

10:43 Shiroyuki:
  [Panchina] Neanche il sole vuole uscire fuori dalle nuvole quella mattina. La gente cammina, corre, si sbriga, cerca di arrivare a lavoro in tempo. Shiroyuki, invece, si trova fermo su quella panchina come se fosse in una bolla temporale, vedrebbe tutto muoversi ad una velocità più alta del normale, come se lui stesso fosse rallentato. Fumo che si alza e si mischia con l’etere, danzando a ritmi lenti e pacati. La lunga pipa che adesso è accesa, permettendo all’uomo di Ame di gustarsi il sapore del tabacco in fiamme. Le labbra che avidamente tirano da quel bocchino, facendo uscire quei residui di respiri dai lati della bocca. E’ vestito con abiti tradizionali il Seiun, un kimono di colore nero con ricami dorati lungo i bordi con maniche molto larghe, calze nere per proteggerlo dal freddo e semplici tabi ai piedi. I capelli color neve sono lasciati liberi di scendere lungo la schiena, toccando la stessa panchina dove si è poggiato. Lunga treccia al lato sinistro del viso, scende superando la tempia e la guancia. Gli occhi azzurri come un cielo estivo osservano davanti a se un punto non precisato. Lentamente la mano allontanerebbe il bocchino dal viso del giovane, permettendo così una sbuffata più corposa. Riflette, pondera, pensa l’uomo mentre rimane da per le vie di un centro che non è mai stato veramente suo ma che ha contribuito a costruire con le sue azioni. Schiocca la lingua sul palato pensando a determinate parole prima di abbassare la pipa e sbatterla sul tallone per far uscire un pochino di cenere ormai morta. Prende un cerino da una delle due maniche larghe e lo strofinerebbe lungo la panchina per accenderlo. Osserva per un attimo quella fiamma rossa prima di avvicinarla per poter di nuovo accendere quell’arnese particolare che permette al bianco di rilassarsi in questa giornata invernale.

10:49 Mekura:
 Sempre brutto, sempre non adatto per poter andare in giro per la vecchia Konoha. Ma c'è poco da fare: deve organizzarsi quanto prima per partire alla volta delle macerie, prima che Mattyse esca di matto completamente e decida di fare, come sempre, l'eroe che sopravvive a tutto, anche se lui si è fatto accecare l'ultima volta che ha agito così per Kimi. Quindi è qui, in giro a prendere aria per il centro di Kagegakure, cellulare in mano, vicina ad un bidone della spazzatura (ove due secondi prima aveva buttato una cartaccia), borsa accanto tenuta a tracolla, gambe incrociate e sguardo concentrato. "bip" pausa "bip" pausa "bip" pausa...è quasi zen il suo flemmatico digitare il messaggio per Ryuji, si, se non fosse estremamente frustrante per lei e probabilmente quelli che ha attorno. Infine preme invio, si scosta e rimette dentro la borsa il cellulare della distruzione e procede lungo la via in direzione di Shiroyuki, distrattamente. Indossa abiti civili, pantaloni Jeans, maglia nera aderente e maglioncino bianco che cade mollemente creando spesse onde al livello dello stomaco. Un cappotto nero e alla fine scarponi da trekking che sta ammorbidendo per camminarci meglio quando arriverà il momento. Ha anche una scarpa grigia attorno al collo, spessa, morbida che le da una piacevole sensazione di morbidezza e perché no? conforto addirittura. [ch off]

11:06 Shiroyuki:
  [Panchina] Boccheggia come un pesce mentre lentamente il tabacco all’interno della coppa in ceramica si accende lasciando quel piccolo bagliore rossastro. Gli occhi sono socchiusi godendosi quell’aroma che sprigiona quella miscela composta ad hoc per il bianco. Non si accorge delle persone che schizzano davanti a lui come piccole schegge impazzite. Un piccolo sbuffo prima fare un tiro molto più lungo. Guarda in basso, verso il marciapiede, contando il numero di mattonelle davanti a lui. Sei Mekura è flemmatica nel scrivere il messaggio, lui lo è nel vivere la propria vita ora, secondo dopo secondo. Trattiene il fiato per qualche secondo prima di sbuffare quella nuvola di tabacco aromatico verso il basso, verso i propri piedi e probabilmente verso le gambe di Mekura che sta passando lì distrattamente. Il fumo risalirebbe poi verso l’alto così come lo sguardo del Seiun, inquadrando proprio la figura della donna. < Mi scusi.> direbbe distrattamente dopo aver realizzato il fatto, non che sia un danno eh ma l’etichetta che ha appreso, le maniere nobili che ha integrato nel suo essere negli ultimi dieci anni lo obbligano a comportarsi in un certo modo, soprattutto nei confronti di una persona sconosciuta. Tenterebbe quindi di spostare la pipa insieme al viso lateralmente, almeno in questo modo non dovrebbe più colpire nessuno. Se la donna si fosse fermata ecco che le celesti andrebbero a guardarla, più per curiosità che per altro sia chiaro. Si morderebbe l’interno della guancia tornando silente, come sappiamo la loquacità, almeno in molte occasioni, non è di casa per il nostro fulmine di Ame. La lingua uscirebbe fuori solo un attimo per toccarsi le labbra screpolate dal freddo prima di sparire e riprendere a fumare, cercando quel training autogeno che gli permette la calma serafica che dal suo corpo traspare.

11:19 Mekura:
 Non ci stava facendo nessun caso riguardo al fumo. Mekura per quanto sia diventata nobile nel suo passato ci ha rimesso poco a riprendere il suo "odore" da povera. Quasi non se ne accorgerebbe neppure di quella pipa se non fosse che è lo stesso Shiroyuki che si scusa del fatto. Ma cosa è successo? ed è quella l'espressione perché si ferma domandandosi se quella affermazione era per allertarla verso qualcosa oppure se questo avesse bisogno di qualcosa da lei. Guarda lui, poi guarda la pipa, poi guarda la posizione <ah> rilassa le spalle e mette le mani in tasca. Si ferma guaradndo incuriosita quella figura: il modo di vestire, la pipa, quella bellezza antica, sembra quasi una sorta di rievocatore che ne fa uno stile di vita andando in giro a giorni alterni per fare video su come "gli antichi" vestivano e quanto morivano di freddo. Bhe normale se utilizzi un yakuta e per lo più fatto di cotone. Annuserebbe l'aria attorno per capire che tipo di aroma si sta fumando quel pallido giovane. <non c'è problema> risponde a questo piegando la testa, facendo un cenno quando si incontrano con lo sguardo pronta poi ad andarsene. Fa qualche passo prima di girarsi di nuovo. <un haori di lana completerebbe l'abito tradizionale e ti aiuterebbe a non sentire il freddo> commenta questa giusto per passare il tempo, con un mezzo sorriso sulle labbra. [ch off]

11:30 Shiroyuki:
  [Panchina] Lei risponde e sembra anche non innervosirsi del gesto irrispettoso di lui, meglio così. Le spalle che si alzano andando a far sprofondare la testa su di esse prima di mordersi il labbro inferiore e piegarsi su se stesso, poggiando i gomiti alle ginocchia. Sembra andarsene come giusto che sia, invece è proprio la sua voce ad attirare lo sguardo dell’uomo. Muoverebbe la testa verso di lei facendo danzare i lunghi capelli di neve. La sua osservazione? Più che giusta, ma non ci ha pensato quella notte prima di uscire di casa, perso nei meandri dei suoi pensieri. Annuirebbe prima di sbuffare un leggero sorriso < Ha ragione> le darebbe del lei, come giusto che sia prima di muovere la testa in un segno di diniego < me lo sono dimenticato, e poi…il freddo aiuta a rimanere svegli.> direbbe solamente prima di fare un mezzo sorriso < già… il freddo eh…> un sussurro il suo prima di tirare di nuovo da quella pipa e godersi l’aroma, un aroma di frutta selvatica e menta a quanto pare, fresca e dolce. Rimane in silenzio prima di osservare la donna, ormai incuriosito dalla figura della Hyuga e sorpreso dalla sua conoscenza degli abiti tradizionali. < Non sono molto adatto ad abiti più contemporanei…> si ferma poi osservandosi < contando che non saprei neanche cosa scegliere…> commentandosi subito dopo la scarsa conoscenza di cosa gli starebbe meglio addosso. Si umetta le labbra, da quando è diventato così loquace? Forse perché ne ha bisogno? Ha bisogno di parlare con qualcuno per non pensare? La mano sinistra, libera da ogni impedimento, andrebbe a strofinare pollice, indice e medio tra di loro in senso orario, come a sentire il tatto sui polpastrelli prima di tornare verso Mekura. Lo sguardo si alzerebbe verso il cielo plumbeo, cercando di notare la luminosità del sole dietro quella coltre di nuvole < forse dovevo portarmi anche l’ombrello…> concluderebbe quasi come una battuta per quello sbuffo seguente di fumo e risata prima di fare un ennesimo cenno di diniego con la testa.

11:46 Mekura:
 Rimane in piedi, a guardarlo e lasciarlo rispondere mentre si apre sulle sue considerazioni della nuova moda odierna. Nel mentre il fumo della pipa rilascia un un aroma dolciastro, piacevole, forse anche troppo dolce per i suoi gusti. <posso...capire> afferma la donna sospirando appena mentre continua <sono anche comodi, costano anche meno, però la fattura non mi piace particolarmente, bhe tranne il derim> spiega guardandosi i pantaloni <aderenti e resistenti, tecnicamente adatti per fare molte mansioni differenti l'una dall'altra> davvero, le piace particolarmente perché la struttura del derim è intricata e resistente praticamente svolgendo quella capacità di protezione simile al cuoio. Ancora non è abbastanza ma è ben più vestibile e elastico. Probabilmente con il passare del tempo si può arrivare ad un nuovo tipo di tessuto, un filato ancora più resistente. <ma come mai ti interessa così tanto lo stile tradizione? se posso chiedere> è da tanto che non vede uno stile simile, molto, molto formale se non fosse per le decorazioni dorate. <hum, dipende che tipo di pioggia e poi in questo villaggio il cielo è così coperto dai palazzi che è difficile prendere qualche goccia sulla testa> [ch off]

12:04 Shiroyuki:
  [Panchina] Fa un respiro profondo mentre lei continua a parlare, una conversazione abbastanza leggera, si parla di pantaloni a quanto pare. A nominarli l’uomo non può fare a meno di guardarli, notando come < beh e su certe persone stanno anche molto bene…> un commento, un complimento fatto da chi usa un aria vaga per dirlo. Un cenno di diniego con la testa < Io non saprei proprio cosa scegliere, questi vestiti mi sono stati confezionati su misura per mantenere una sorta di Etichetta.> spiega tranquillamente guardando quel tessuto < forse…dovrei cambiare anche io.> direbbe più a se stesso che all’interlocutrice facendo un lungo sospiro. Alla sua domanda ecco che farebbe un leggero sorriso < Mia madre.> un attimo, un sussulto, un cenno con la testa < i primi vestiti me li ha cuciti lei quando ero piccolo, da quel momento ho indossato solo questo stile.> spiegherebbe infine verso di lei < era fissata con l’idea che l’abito facesse il bonzo> sbuffa una leggera risata amara < ora che ci penso mi sembra tanto una stupidaggine.> ma l’apparenza, l’apparenza per Chihiro era tutto, il modo di vestire, il modo di comportarsi, almeno fuori dalle mura domestiche, doveva essere impeccabile < Alla fine non mi dispiacciono. Sono molto comodi per quello che faccio io come lavoro.> archivista, non proprio l’esempio di occupazione adrenalinica ma almeno ci si vive insomma < E lei? Come mai è così ferrata?> chiede di rimando alla donna prima di osservare di nuovo il cielo < Già, come se la pioggia non volesse più scendere da noi..> direbbe con quella frase da Haiku prima di fare un respiro col naso profondo e tenendo l’aria nei polmoni. Si volterebbe verso Mekura di nuovo < Ma è di fretta? Se vuole continuare a parlare può anche sedersi qui> insomma, gentilezza nelle parole, come al suo solito, anche se potrebbe essere una gentilezza fredda, come freddo sembra il corpo di quell’uomo che a prescindere dalla risposta si farebbe più a lato per lasciare dello spazio.

12:23 Mekura:
 <tua madre è saggia> risponde Mekura in risposta a quello che dice Shiroyuki, sul fatto che sia una stupidaggine: non lo è. <non si indossano i vestiti solo perché ci tengono al caldo, i vestiti significano molto di più che un orpello socialmente necessario. sai quanto ci mette un essere umano per esprimere un primo giudizio su qualsiasi cosa?> domanda la donna andando a mettersi a sedere sulla panchina. <il tempo necessario di concepire la cosa attraverso i sensi, si tratta di sopravvivenza ed è per questo che siamo così assuefatti ad ogni stimolo visivo. Abbiamo un rapporto istintivo con argomenti così semplici che sono quasi universali, pensa al colore verde lo associ alla natura, alla foglia, la foglia è amara quindi si passa al gusto, ed il gusto amaro indica che non si può mangiare perché è velenoso. Ergo, verde è velenoso, ma verde è vibrante, vivo, naturale. E così per i vestiti: vedi l'esempio del monaco. Da cosa dovresti riconoscerlo che è un monaco solo se tu lo dovessi guardare?> chiede la donna cercando di farlo pensare. <cercheresti l'uomo che ha più elementi che possano darti delle informazioni ed i vestiti ne danno tanti, alcuni come dice giustamente il detto, fallaci. Ma è normale: la comunicazione è come una illusione. Ha bisogno di conoscenze, di una struttura e un medium per poter esprimere tale comunicazione ed i vestiti sono questo, un medium> insomma un discorso abbastanza articolato. Ma alla fine la donna sorride e piega la testa <vestiti come ti pare, nel modo in cui vuoi comunicare qualcosa di te, se lo sai fare bene qualsiasi cosa porterai la porterai con stile> incrocia le braccia e risponde poi alla domanda successiva <sono una Hyuga> lo dice come se fosse banale, bhe si vede del resto <gli Hyuga sono legati in modo ferreo alla tradizione ed alcune cose sono rimaste> si...alcune cose che non è riuscita a proteggere. Abbassa lo sguardo amaramente per appoggiare la borsa sulla panchina e non pesarle sulle spalle. <credimi: è una fortuna che ci sia gente che ancora indossa la tradizione. Non è tanto per immobilismo o il desiderio di tornare indietro, ma proteggere la storia, il passato, proteggere qualcosa di bello. Non so se riesco a farmi capire> lo guarda di sfuggita prima di sorridere di nuovo <..mi chiamo > prende un lungo respiro come se la pausa fosse necessaria e necessaria era. Sbatte gli occhi e sorride <Miru, signorina Miru>[ch off]

12:36 Shiroyuki:
  [Panchina] <Già…> direbbe solamente riguardo alla madre. Ascolta attentamente le parole della donna andando ad annuire di tanto in tanto. Apprezza quel suo approccio intellettuale sulla questione del vestiario < beh…lo fanno anche gli animali, colori per mimetizzarsi, per incutere timore.> direbbe quasi come una sua Elucubrazione prima di massaggiarsi il mento con la sinistra. La destra invece accompagna la pipa alle labbra per quell’ennesimo tiro riflettendoci sopra < ma così è come se giudicassimo una persona dal suo vestiario…> e si volterebbe verso di lei vedendola sedersi < non sembrerebbe ingiusto? O sentenziare erroneamente?> conclude guardandola < sono dell’idea che bisognerebbe vedere oltre i vestiti, che bisogna conoscere chi li indossa piuttosto di vedere come e cosa indossa.> rimane in silenzio prima di guardare in avanti < ad esempio quel signore lì> e cercherebbe di accennare a lui con il movimento della testa. Un uomo ben vestito, magari un dipendente di qualche azienda, anche piuttosto benestante < Perché vedere come si veste? Magari è povero…dentro…ed ostenta una ricchezza non sua.> metaforicamente parlando ovviamente. Annuirebbe < mi vestirò così allora, fa parte di me, del mio retaggio, del mio passato e del passato di tutti.> un mezzo sorriso prima di sistemarsi l’orlo del kimono < Hyuga..> direbbe poi andando ad osservarla, cercando di incrociare il suo sguardo perlaceo con le celesti < Gli hyuga sono uno dei clan più famosi e potenti del mondo ninja, se non anche uno dei più antichi.> si umetta le labbra ripetendo parole che ha sentito. < l’arte oculare…> direbbe con un sussurro cercando di toccarsi la palpebra destra con la sinistra, massaggiandosela. Anche lui, nel suo dna, dovrebbe possedere una sorta di arte oculare, diversa da quella di Mekura ovviamente, ma con capacità altrettanto straordinarie. < Si…si è fatta capire Miru-san> direbbe con un leggero sorriso prima di annuire < è anche per questo che sono un archivista.> riguardo al passato, proteggerlo, far si che la gente non dimentichi. < Shiroyuki…> dice solo il nome per ora, non sa quanto possa essere saggio usare il cognome del padre. Si limita però a dire quello della madre alla fine < …Kuronetsuki…> portandosi una mano al petto e chinandosi in segno di rispetto.

12:51 Mekura:
 <quindi pensi che sia meglio sapere subito chi hai davanti a prescindere dai veli che indossa?> chiede la donna continuando a guardarlo <ogni persona ha diritto a costruirsi le proprie barriere come ha diritto ad avere una casa. Se i vestiti sono un guscio per il proprio corpo dove poter presentare una fittizia parte di se, o che ne so, una reale magari non vedo che problema ci sia anche perché se anche gli esseri umani d'un tratto fossero nudi, come riusciresti a capirli attraverso le loro parole? non possono mentire? non è anche questo farsi una idea irreale di chi hai di fronte?> solleva le spalle e si rilassa sulla panchina guardando verso l'alto <non si può avere tutto subito, vale per gli oggetti e vale anche per le persone che vanno comprese sia da una parte che dall'altra e poi...il mondo è ingiusto, le persone sono ingiuste, cavolo, lo stesso principio di alimentarci è ingiusto: credi che sia meno crudele mangiare una pianta? una vita per una vita. Quello che rende meno crudele questo mondo è il rispetto che tu eserciti sul mondo attorno a te: come vivi, come preghi, come mangi, come ti vesti> e poi fa una ulteriore domanda sulla questione <se così fosse vuole ostentare qualcosa, ha un bisogno e questo bisogno risponde ad una necessità, una volontà: io voglio. ma te lo mostro in un'altro aspetto: tu adesso stai dicendo che vuoi vestirti così per il tuo retaggio, tu hai bisogno di dimostrare il tuo passato: tu sei. Indossare un vestito è molto più complesso e come vedi niente che sia sciocco o stupido può dare a due persone la capacità di discuterci sopra, no?> chiede la donna sollevando le sopracciglia, un gesto quasi materno o di un sensei che sta spiegando una lezione.<bhe, eravamo il più antico> poi sono ricomparsi un vecchio clan. <comunque, è un piacere fare la tua conoscenza...archivista? e come ve la state cavando?> domanda la donna considerando che è impossibile che secoli di conoscienza siano riusciti a salvarli correndo tutti a rinchiudersi dentro delle mura. [ch off]

13:09 Shiroyuki:
  [Panchina] Sente la prima domanda e tirerebbe da quella pipa. Ecco che farebbe un cenno di diniego con la testa < penso che sia meglio sapere perfettamente chi si ha davanti.> direbbe prima di increspare le labbra in un moto di fastidio < per capire subito chi hai davanti e non farti illusioni dopo.> conclude prima di fare un respiro profondo e sbuffare quel fumo < Tutti mentono. Anche con i gesti.> cinico forse il pensiero dell’uomo? Probabile. Gli occhi osserverebbero di nuovo quell’uomo prima di fare un respiro profondo < l’essere umano è egoista per natura, pensa a se stesso principalmente.> annuisce < ma non è una critica.> ovviamente. Ecco che volterebbe di nuovo il viso glabro verso la donna, osservandola. < Ti do ragione. Ma più che ingiusto lo ritengo logico.> direbbe alzando le spalle e stringendo la testa tra esse per qualche decimo < è il ciclo della vita, si mangia o si viene mangiati, in tutti i sensi.> un cenno di diniego con la testa < allora usi il verde per far pensare a quanto tu sia velenoso per non farti mangiare.> una battuta per riprendere l’esempio di Mekura prima di sbuffare una risata < e se invece ti lasci sopraffare, sei morto, mangiato, assorbito da questo mondo.> un attimo di pausa < ma in compenso, se vieni mangiato qualcun altro avrà sostentamento per andare avanti e così via.> si morde il labbro inferiore < quindi non lo trovo ingiusto, ma equilibrato.> ecco che muoverebbe entrambe le mani per sembrare una bilancia < Rispetto?> direbbe solamente andando a muoversi con la testa di nuovo verso la Hyuga guardandola e fissandola, quasi volesse sondarla l’anima con quei chiari e profondi occhi celesti. < Non è questione di rispetto, ma di civiltà> direbbe lui esponendo il suo pensiero < Il rispetto tutti lo desiderano ma pochi lo donano.> mordendosi il labbro inferiore < essere civili mantiene invece quella sorta di quieto vivere. Siamo seduti su un barile di cartebomba, ogni giorno qualcuno potrebbe farla esplodere.> conclude prima di muovere la spalla come se a lui la situazione non interessasse più di tanto < io vesto così perché è mio desiderio vestirmi così, ma sono il primo a mostrarmi per quello che sono realmente..> più o meno < in modo da non creare discrepanza.> tra il vedere e provare ovviamente. <Lo stesso vale per me.> direbbe verso di lei facendo un mezzo sorriso. Si, una chiacchierata con una sconosciuta era la cosa che magari gli serviva, non pensare a ieri sera, cercare di non cedere al sonno mancato < Non bene a dirla tutta. I documenti sono pochi e mal riportarti, quindi il lavoro è doppio se non il triplo> sbufferebbe spiegando la situazione < fortuna che alcuni di noi erano presenti agli eventi di dieci anni fa e prima, così tramite le loro testimonianza cerchiamo di riempire i buchi> conclude prima di tirare di nuovo dalla sua pipa guardando davanti a se.

13:37 Mekura:
 <confondi quello che ti ho detto> spiega la donna quando arriva al punto del rispetto <lo confondi come se fosse qualcosa che tu o altri possano possedere, lo oggettifichi. Il rispetto è essere, quando tu sei rispettoso, tu applichi un senso di civilità, è anche meglio di così perché attraverso il rispetto tu eserciti una comunicazione con più civilità, non solo una> ma adesso parliamo di cose un po' più pratiche: i documenti, le ricerche e la conferma che effettivamente tutto questo non sia un lavoro facile. <non deve essere facile, ricostruire un passato lasciato indietro per proteggere il difendibile> lo dice con molta amarezza nella voce. <perché non organizzarsi per andare fuori allora? sicuramente qualcosa è rimasto: rotoli, campioni, insigne, la storia. Adesso il kami è scomparso, perché indugiare oltre?> ma lei lo sa perché, tuttavia vuole sentire cosa uno storico possa raccontarle, se ha qualche amarezza a sua volta o accettazione del problema, insomma. Ma c'è un'altra cosa che la interessa <in che senso siamo su un barile di carte bomba? ogni giorno è un festeggiamento costante per la ritrovata pace e libertà, che cosa vorresti dire?> questo le interessa particolarmente. [ch off]

13:48 Shiroyuki:
  [Panchina] Rimane in silenzio riflettendoci. Ecco che farebbe un respiro profondo portandosi la mano al petto < gomen, colpa mia> direbbe solamente prima di mostrare un mezzo sorriso < ho mischiato pareri personali a ideali e pensieri più generali.> conclude prima di fare un cenno di diniego con la testa. Torna a guardare verso il marciapiede. Sente quella sua domanda ma non risponde subito < Alcuni di noi non sono avvezzi al combattimento.> spiega poi l’uomo < io stesso non sono così forte da poter contrastare le creature che adesso vivono lì fuori.> ecco che le dita della mano sinistra andrebbero alla guancia per grattarsela un paio di volte < quindi attendiamo che qualcuno rientri con qualche informazione per ora.> Conclude prima di guardarla < Alcuni storici escono scortati, ma non tornano più.> spiega alla fine prima di annuire < è per questo che non usciamo spesso.> gli occhi celesti che osservano la propria mano mentre la chiude a pugno. Da quanto tempo non combatte, da quanto tempo non sfrutta quella sua capacità di controllare il fulmine? Troppo forse. Sente la sua domanda e sorride < non so lei.> si le da ancora del lei < ma io dietro questi festeggiamenti noto una sorta di tensione.> si morde il labbro inferiore < non ne sono certo e potrei pure sbagliarmi ma sono sicuro che anche una minima fiamma può accendere la miccia> torna a vagare con gli occhi sulle persone che passano < spero di sbagliarmi.> e si sistemerebbe meglio andando a muovere la schiena verso la panchina con un ringhio di sollievo < il mondo politico non fa per me, mai stato.> conclude dicendo la sua idea prima di lasciare spazio alla donna.

14:15 Mekura:
 insomma, non tutti sono avvezzi al combattimento, è normale lo era anche quando si usavano un sacco di fondi per spingere i giovani, manco fosse un rito di passaggio ad iscriversi alla accademia ninja come futuri soldati. <posso capire che la gente sia stanca e abbia voglia di non saperne più nulla> chiacchiera la donna affabilmente <ma a questo punto, se c'è così tanta difficoltà ad uscire fuori mi domando se il Kami sia realmente stato abbattuto> insomma, una cosa sono i mostri, l'altra è proprio una divinità e questi hanno voglia di scherzare dicendo che l'hanno fatto fuori?? qualcosa non torna in questa narrazione superficiale. <...credo che a prescindere sarebbe saggio imparare a difendersi, non per un villaggio questa volta ma per se stessi e tutto quello che c'è fuori da queste mura> Le mura di più di cinque nazioni sono cadute in rovina, c'è già un precedente e anche queste mura rischiano di cadere. Intanto Shiro nutre dei dubbi, dei sinceri dubbi sull'argomento dei festeggiamenti. Si, ha ragione, questa è la consacrazione di uno specchietto delle allodole, qualcosa che non viene detto, qualcosa che è pericolosamente all'opera. Non risponde a questo, perché non c'è nessuna risposta che merita di essere data se non il silenzio, il rispettoso silenzio di quello che potrebbe essere il prospetto di una nuova e sanguinaria guerra. <bhe, credo che sia arrivato il tempo per me di andare, ti va qualcosa da mangiare fuori?> chiede la donna dato che sono già li ormai [ch off]

14:29 Shiroyuki:
  [Panchina] Fa un respiro profondo andando a battere di nuovo la pipa sul tallone per far uscire l’ultima manciata di cenere grigia e nera < sinceramente non lo so> direbbe poi verso di lei prima di mostrare un lieve sorriso < ma siamo vivi per ora, è questo l’importante> si alzerebbe in piedi sistemandosi bene gli orli di quel kimono prima di fare un leggero sbuffo < hai ragione, io anche ero uno shinobi, e non ho mai smesso di allenarmi.> conclude prima di socchiudere gli occhi verso di lei. Non risponde, che sia d’accordo con lui? Oh beh, alla fine sono soltanto ipotesi e pensieri. La osserva ora, prima di fare un sorrisetto divertito <che rimanga tra noi.> ovviamente lo chiede prima di sistemarsi le mani all’interno delle larghe maniche unendo il tutto < mh? Oh…> direbbe guardando l’ora attraverso quello strumento di comunicazione tecnologico < accetto volentieri Miru-san> si ferma un attimo < ma solo se mi permette di offrire, non si confà ad un uomo lasciare che la propria compagna di conversazione paghi il pranzo> concluderebbe cercando di abbassare la testa e la schiena in quell’inchino < soprattutto se fa parte di un clan così importante e maestoso.> da una parte la voce indicherebbe degli elogi sinceri dall’altra sembra quasi una battuta, uno scherzo di qualcuno che cerca di prendere un pochino di confidenza in più. Le piace parlare con quella donna, la trova…stimolante, e tutto ciò che lo stimola lo rende particolarmente interessato, almeno in quel momento in cui la testa non deve pensare a lei, a Sango, a colei che ieri ha detto quelle cose, insomma, una sorta di salvagente in quel momento così pesante per la sua psiche.

14:36 Mekura:
 Sembra una consolazione: siamo vivi, questo è quanto. é una soluzione? sicuramente una risposta per quanto possa piacere o meno. Ad ogni modo annuisce al "rimanga tra noi" <certo> SI solleva in piedi guardando uno di quegli oggetti, che non la smettono mai di sorprenderla per quanto siano sottili e pronti a distruggersi. Il suo T3310 potrebbe passarci sopra come un carrarmato e non farsi niente. Potrebbe macchiarsi solo con i circuiti delle loro deboli strutture. La fantasia le passa davanti velocemente e altrettanto velocemente la scarterebbe via. <ah è da un sacco che qualcuno non mi offre un pasto, lo accetto volentieri> anche perché più risparmia meglio è...dovrebbe parlare di più con la gente e rincoglionirla, si guadagnerebbe dei pasti ogni volta, da segnare. Riguardo alla battuta le solleva le spalle e sorride. <ah si gli Hyuga, il clan con il segreto oscuro dello stomaco senza fondo> ci sono le prove, qualche giorno fa da Ichiraku ha sconfitto il Saisashi affamato senza neppure fare un ruttino. Non si scherza con gli Hyuga sul fatto del cibo, probabilmente è dovuto a una caratteristica genetica che rende il loro intestino iper reattivo, la vera potenza degli Hyuga insomma: mangiare tanto e rimanere magri, un potere così forte che si limitano con l'autodisciplina...ma questa è un'altra storia. [ch off]

Shiroyuki dopo una nottata insonne si ritrova per le vie del centro. Lì incontra Mekura ed i due hanno una piacevole discussione sui vestiti e sugli esseri umani. Shiro alla fine espone le sue perplessità sulla politica precaria del villaggio prima di andare a mangiare insieme alla donna che si fa chiamare Miru.