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L'inizio del resto della tua vita

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Giocata di Corporazione

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con Tachiko, Fuji

Ambient per Tachiko. Fai pure la prima!

15:40 Tachiko:
  [Stanza 202] La neve scende placida fuori dalla finestra. La donna la osserva con i suoi occhi rossi. Si vorrebbe avvicinare, vorrebbe aprire quella finestra ma niente, il rumore metallico di quelle manette la fanno tornare alla realtà. Addosso ha quel camice da ospedale mentre si trova proprio in quell’edificio. Ricorda bene il perché. Ricorda bene il viso di chi l’ha ferita. Il mento, come lo sguardo, si volgerebbero verso la spalla trafitta, ora curata con quelle bende e magari anche un’operazione visto il trapasso da parte a parte. I capelli Lilla sono scompigliati, sporchi e coprono tutta la schiena della donna, fuoriuscendo dalle coperte. Non ha i suoi occhiali e quindi ci vede leggermente più sfocato del normale. Muove il polso, le fa male, si ricorda di aver provato più e più volte a forzare quello strumento prima di rinunciarsi. La mente vola come ogni giorno verso Senshi, sua figlia, e quello che starà passando. Si morde il labbro inferiore. Le è stato detto che era in stato di fermo, che non poteva uscire e non poteva avere contatti con altre persone, insomma, isolata. Non che cambi qualcosa per la nostra Nara anche se adesso, beh, compagnia l’ha avuta, talmente apprezzata da mancarle. Rimane in silenzio dunque all’interno di quella stanza spoglia, grattandosi dietro la nuca per una questione di Disagio. La mente strategica della folle però è già in azione, pronta a provare a liberarsi di quella prigionia nel modo più plateale possibile, insieme ad un Tutturu.

Eccoci tornati. La telecamera del fato torna solenne a inquadrare una figura che per breve tempo sembrava aver abbandonato al suo destino. La tua ferita è stata curata quasi completamente, essendo troppo grave per non ricevere immediatamente un trattamento completo. La stanza in cui ti trovi è a primo impatto una semplice e qualsiasi stanza d'ospedale, con la particolarità che se non per il lettino e alcuni dispositivi medici manca di qualsiasi cosa. La sola finestra presente è serrata e rinforzata da una serie di sottili barre metalliche, mentre la porta d'entrata più volte ha attirato la tua attenzione a causa di sottilissimi ombre proiettate lungo il pavimento. Sicuramente hai fatto scomodare più di qualche ANBU per doverti sorvegliare. Ma qualsiasi cosa sia successa...forse è meglio pensare al futuro, ad ora incerto. D'un tratto puoi sentire dei passi decisi e non silenziosi, qualcuno avanza verso la porta e senza esitare un istante la spalanca, facendo immediatamente contatto visivo con i tuoi occhi. Si tratta di un uomo parecchio alto, muscoloso, ma con indosso una maschera da ANBU. Se non fosse un taijutser sarebbe strano. Rimane immobile qualche secondo, per poi alzare entrambe le braccia e abbassare il mento su una serie di fogli tenuti in mano. "Sono stati analizzati gli eventi di quella sera." si introduce così, cambiando pagina da quel mucchietto di fogli tra le mani e scuotendo appena la testa. "Secondo quanto riportato hai commesso abbastanza infrazioni dal permetterci di farti marcire in una cella per più di qualche tempo." Vagamente intimidatorio nel tono, forse più per carattere che intenzione. La gamba sinistra viene sollevata appena e portandola indietro va a dare un colpo di tallone alla porta della stanza, chiudendola ed isolandovi. "Hai di che difenderti?" Tra ninja i convenevoli legali non servono particolarmente a tanto. Si conoscono le leggi ed il peso delle proprie azioni. {ambient per tachiko}

16:03 Tachiko:
  [Stanza 202] Comincia a canticchiare la donna, annoiandosi vistosamente <Tu, tutturu, tu, tuttutturu!> fischiettando tranquillamente prima di sentire quei passi. Si, ha dato un bel po’ di gatte da pelare la ragazza, non proprio incline a seguire gli ordini di chi in realtà non conosce o che non rispetta. La porta si apre all’improvviso e le sanguigne lo studiano subito cercando di calcolare a mente altezza e peso. Lo sguardo si poserebbe sulle gambe ed a quel gesto con il tacco a chiudere la porta. Niente convenevoli < Si! Tachiko sta meglio ora, grazie per averlo chiesto!> e lei invece risponde come se le è stato chiesto. Sprofonda la testa nelle spalle prima di guardare l’uomo. Difendersi? Inarca un sopracciglio prima di fare un respiro profondo < Ci deve essere un Malinteso.> direbbe solamente prima di mostrare un leggero sorriso < Tachiko non ha aggredito nessuno, anzi, è stata Tachiko ad essere stata aggredita> spiega poi usando tutto il suo borderline per sembrare più innocente possibile. Si morderebbe il labbro inferiore prima di guardarsi intorno < Anche perché l’unica ferita è stata proprio Tachiko!> ed indicherebbe con il mento il buco formato da quella tecnica Raiton < Si, Tachiko Ammette, era curiosa, ha trovato quel gatto morto e l’ha stuzzicato.> cristallina nei modi, come se non fosse niente di scandaloso o macabro < E quel coltello Tachiko lo porta sempre con se, come farebbe una donna a difendersi altrimenti?> direbbe infine prima di ridacchiare < Ma ci conosciamo? Sembri un Koropokkuru, però senza foglia, più grande e più minaccioso> ma è la mente di lei a decidere quando distrarsi o meno < Quindi Tachiko…> cerca di riprendere il filo < E’ innocente!> conclude prima di rilassare i muscoli andando a guardare l’uomo con un sorriso soddisfatto, attendendo una sua risposta. < Anzi.> direbbe solamente verso di lui < Avete Trovato l’uomo che ha colpito Tachiko e poi lasciata lì nel vicolo?> conclude prima di chinare la testa di lato, ancora apparentemente zen nei confronti della situazione.

Nel momento in cui inizi a rivolgerti all'uomo di fronte a te puoi accorgerti di come il mento si sollevi appena, come se ne avessi catturato l'attenzione. Non puoi per ovvi motivi coglierne la vera espressione facciale ma a seguito di ogni tua frase qualcosa viene brevemente annotato su quei fogli portati con sè. La penna utilizzata sembra terribilmente piccola per le enormi dita di colui che ovviamente dovrebbe trattarsi di uno shinobi. "Non parlare di te in terza persona, mi fai venire i brividi" Puntualizza ad un certo punto scuotendo il capo e battendo un paio di volte la punta della penna sulla carta. Poi, quando lo paragoni ad un Koropokkuru, si gratta per un momento la testa dalla quale emergono appena alcune ciocche che s'alternano tra il nero e il rossiccio. Piccoli dettagli di cui è possibile rendersi conto considerando il contrasto che fanno col biancume opprimente delle stanze d'ospedale. "E' stato il ragazzo a chiamare per farti ricevere le cure. Abbiamo esaminato la sua testimonianza e tratto le conclusioni necessarie con le nostre abilità." Cosa ci vorrà mai per dei ninja a prendere qualche informazione, no? Tu più di tutti nel profondo della tua coscienza dovresti saperne qualcosa, sempre che la vita che una volta conducevi ancora riesca ad intaccare il tuo pensiero quotidiano. "Sono qua per trasmetterti un messaggio. Dai piani alti sono emerse alcune informazioni su di te e a quanto pare prima di fottere con dei gatti sapevi ciò che facevi." Non è certamente il modo più ortodosso di trasmettere un messaggio ufficiale, ma in fin dei conti potrebbe anche esser conveniente dal momento che non si sta limitando a trasmettere un messaggio per poi sparire senza concedere alcun chiarimento. "Ti stanno dando una possibilità di non perdere adesso ogni cosa che hai. Ti stavi prendendo cura di una ragazzina mh.." il mento s'abbassa di nuovo, su quei fogli che a quanto pare lo guidano nel discorso. "Anche davanti ad una bambina fai quelle stronzate con gatti, eccetera?" curiosità personale? Attenderà una risposta prima d'esporre le possibilità a te rimaste. {ambient per Tachiko}

16:36 Tachiko:
  [Stanza 202] China la testa di lato inarcando un sopracciglio < Perché? Stiamo parlando di Tachiko no?> insomma, alla fine nella sua testa malata la logica c’è. Lo scruta ancora, lo osserva, lo studia. L’uomo potrebbe sentire gli occhi rosso sangue fissi su di lui. No, non potrebbe mai superarlo in un combattimento frontale, non è abbastanza forte. Alla fine neanche la sua versione regge a quanto pare. Schiocca la lingua sul palato andando a distogliere lo sguardo. <Dai piani alti…> e lei non farebbe altro che alzare la testa cercando di trapassare il soffitto, forse non proprio QUEI piani alti < Informazioni? Tach…io…> si sforza < sono una casalinga…> direbbe cercando di fare la vaga. Lui però la triggera, tocca un nervo scoperto. La testa si muove di scatto andando a fissarlo di nuovo mentre quell’aura da Ninja, quel comportamento da ex Anbu, l’aria di persona che in realtà potrebbe essere veramente pericolosa esce fuori < Lasciatela fuori da tutto questo.> si morde il labbro inferiore andando a ferirsi facendo colare un rivolo di sangue verso quelle coperte asettiche < lei non c’entra nulla, non mettete in mezzo mia figlia.> direbbe poi lei andando a muovere il polso incatenato, quel rumore di ferro che sbatte contro il lato del lettino < Se le dovesse succedere qualcosa..> direbbe solamente prima di ringhiare verso l’uomo. Si, ci tiene tanto a Senshi, più della sua stessa vita ed il fatto che fosse stata nominata da un uomo del genere certamente non le ha fatto piacere < Lei non sa nulla.> direbbe solamente proteggendola e cercando di fare in modo di distogliere lo sguardo da lei lasciandola pura nella sua innocenza. < Picchiatemi, torturatemi, uccidetemi, ma se doveste torcerle anche solo un capello…ve ne farò pentire.> conclude prima di respirare un pochino più affannosa, il polso le fa male, forse troppo stretto, ma l’attenzione è tutta sull’uomo che adesso si trova davanti a lei.

La psiche è una cosa curiosa. Coloro che già erano ninja precedentemente all'inizio del recente conflitto 'mondiale' presentano certamente un tasso di disturbi da stress post traumatici superiore alla nuova generazione ninja. Tachiko potrebbe non essere esente dalla descrizione d'una persona malata, eppure sembra proprio che quando è richiesto sia capace di mostrare un'espressione che ricorda vagamente ciò che dovrebbe essere un ninja scelto. occhi affilati e freddi, tipici di chi è stato capace di desensibilizzarsi all'idea di uccidere o essere ucciso. E' quella tua reazione che per un momento porta l'uomo ad effettuare un basso sbruffo, come ci fosse stata soddisfazione nel poter constatare con i suoi occhi ciò in cui prima non avrebbe creduto. "Nessuno avrebbe coinvolto nessuno. Se quella piccola bambina non sa nulla non pensi che dovremmo personalmente informarla? O trasferire direttamente i ricordi di ciò che hai fatto nella sua piccola testolina? Magari vedendo il disgusto riflesso negli occhi di una bambina ti riprenderai. Sempre che tu non l'abbia già fottuta di cervello--" Il tono si mantiene particolarmente oppressivo, sentenzioso come chi gioca ad una partita che è sicuro di non poter perdere. Forse è un test? Forse sta semplicemente lasciandosi andare ad un flusso di coscienza. Ma il tuo nervo è lì, scoperto. La tua debolezza. E' fatale, lo sai anche tu, e le tue ultime parole confermano come -delirante o meno- ti sia ormai creata delle priorità. "Non esagerare con le minacce.." sventola la mancina di fronte al suo viso, con un tono più basso e arrendevole di quanto era prima. "Forse, se davvero vuoi tenerla fuori da tutto questo, dovresti evitare di finire all'Isola Hozuki." Una ormai infame prigione, opinabilmente degna sostituta di ciò che fu Keimusho. "Premetto che non ti obbliga nessuno. Ma se non vuoi essere condannata, verrai inserita a lavori forzati come ANBU. Sarai tenuta sotto controllo da un sigillo ma in cambio ci occuperemo di tenere pulita la tua identità. " Un secondo sbruffo. Sembra quasi volerti irritare per condurti ad una reazione violenta, ad un rifiuto. Ma chissà.. { ambient per tachiko }

17:07 Tachiko:
  [Stanza 202] La rabbia cresce mentre l’uomo continua a parlare. Gli occhi rossi come il sangue che ancora cercano di accoltellarlo con la mente. Prova a trafiggerlo, prova a metterlo a disagio. Minaccia di far scoprire tutto alla bambina, no, non può, non deve saperlo. Increspa le labbra mentre fa un respiro pesante, quasi a volersi calmare ed invece è un respiro che ancora monta l’ira della ex kunoichi < Chi è più disgustoso…?> direbbe verso di lui. Proverebbe quindi a sputare per terra mostrando tutto il suo disprezzo nei confronti dell’omone <forse lo sei tu mettendo in mezzo bambine innocenti.> la voce è roca di chi sta perdendo risposte di se. La mano sinistra, quella libera, andrebbe dietro la nuca per grattarsi in segno di disagio, uno dei tic che ha la folle insomma. < Penso che qui l’unico fottuto di cervello sia tu.> direbbe anche se forse non è proprio nelle condizioni migliori per tirare fuori quelle offese < ma le mie non sono minacce… sono promesse.> direbbe andando a leccarsi le labbra avidamente rubando quel sangue di prima, il sapore metallico del suo stesso sangue che adesso cade in gola, sparendo in un sonoro deglutire . <…> lui sembra darle una possibilità. Una possibilità di stare ancora con Senshi, di non perderla, di…non farle ulteriore male. Il polso bloccato si muove di nuovo di scatto. Un ultimo momento di rabbia prima di calmarsi, pensando a fu-chan… < la sua salvezza prima di tutto…> sussurrerebbe, prima di lei, prima della sua libertà, prima della sua stessa vita. Farebbe due respiri profondi, poi altri due, cerca di calmare il battito cardiaco < Lei non dovrà sapere nulla..> ecco la sua condizione per poter accettare di diventare anche lei una Cagna del governo a quanto pare. < … in cambio… farò quello che bisogna fare.> abbassando il capo, sconfitta da quella sua debolezza. Un sorriso però, un mezzo, appare sul suo viso mentre i muscoli si lasciano andare…< Piccola mia, ti proteggo io…> un altro sussurro prima di attendere quindi la sentenza di quell’uomo.

Una via di salvezza che porta a sè il retrogusto di un ricatto. Alla fine non è niente di nuovo, anzi, un tempo gli ANBU della foglia detenevano tra i migliori torturatori del loro periodo storico. Una cosa del genere con la tua esperienza puoi tranquillamente aspettartela. "Tu, ovviamente." Ribatte repentino, sputando esattamente sopra il tuo sputo. Si insomma, un carattere abbastanza esplicito quello dell'uomo. La sua maschera da ANBU probabilmente non è particolarmente capace di nasconderne l'identità se qualcuno si da seriamente da fare per identificarlo. Ma adesso non è una cosa di cui preoccuparsi. "Rilassati. Qualunque cosa tu faccia da ora in poi si ripercuoterà direttamente sul tuo status e su ciò che ti è vicino." Dolore, tortura e morte non sono che le più semplici vie di uscita in questo mondo. Qualcuno crede che sia una tappa dell'inferno, e stranamente non è così difficile credere ad una cosa simile. Nel mezzo del tuo sussurro, accettato quel contratto, l'uomo compie un vigoroso scatto in tua direzione; dato il chakra disimpastato non riesci che a vederne un'immagine residua. Riesci ad identificare il palmo aperto, un fuuda su di esso, e poi un impatto. Ti colpisce il petto e si lascia alle spalle una forte corrente d'aria. Vieni spinta con veemenza sul lettino, quest'ultimo strisciante sul pavimento, però non senti dolore nè hai ferite. "Il sigillo ti è stato applicato. Adesso quando ti sarà detto di abbaiare, abbaierai. Se devi strisciare, striscerai. Le conseguenze le conosci. Valuta bene a chi raccontare cosa, ma non dimenticarti mai che al momento la tua vita ti è stato restituita in prestito. Così come la bambina." Tutto l'incidente sarà coperto e sarà ripristinato uno stato di precedente normalità. "Ci vediamo a lavoro." Apre la porta, alza la mano sinistra e ti mostra brevemente il dito medio, prima di sparire. Che un nuovo capitolo si apra... {exit} {puoi non endare, contattami nel caso}

Tachiko parla con un ANBU che le espone una scelta data a lei dai piani superiori.

Non andare all'isola Hozuki al costo di diventare un ANBU e lavorare forzatamente come tale. Lei accetta, l'incidente sarà dunque censurato e la fedina penale pulita. La bambina le è stata restituita ma con un importante avviso: E' solo un prestito.