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con Furaya, Saisashi

22:07 Saisashi:
 Nulla torna. Nulla è come dovrebbe essere. Nulla è più come prima. Un solo giorno, una sola notte, ha creato un dislivello temporale di 10 anni, qualcosa di così grande da poter accettare ed affrontare, che l'ex corvino è tutt'ora incredulo di ciò che sta vivendo. Nonostante la sua fortuna di aver incontrato Mekura al suo risveglio dalla "morte" dal bosco, che ha potuto subito spiegargli la situazione, è tutto così fottutamente folle da essere paragonabile al peggiore degli incubi. Saisa morì rimpiangendo di aver scoperto solo in quel momento, quanto realmente amasse la vita e quanto amasse le poch persone che gli hanno concesso di arrivare fino ad oggi. Ma ora, in queste condizioni, varrà ancora la pena vivere? Terrà fede a quella promessa fatta a se stesso quel giorno, in lacrime nel momento del suo addio....completamente solo? Perchè proprio cme si addormentò...anche ora al suo risveglio, si trova solo ad eccezione di Mekura. Non può permettersi di essere di peso nuovamente alla donna che per anni fu la sua sensei e che gli diede tutte le opportunità per diventare un ninja. Deve reagire ma come? Come se si ritrova in un mondo nuovo, dimenticato da dio, con una tecnologia incomprensibile e senza più le persone che più amava al mondo? Sa per certo che Sakura è viva, ma ancora non ha potuto incrociarla...ma invece, la sua anima gemella? Furaya? E Senshi? Ecco il motivo della sua scampagnata nel cuore della notte. Verso uno dei pochi luoghi che ora mai non ha più nulla rspetto a ciò che ricordava. Un tempo, qui nella prateria, poteva venire a leggere il nome del suo migliore amico Lind, morto per mano di Akuma che chissà che fine avrà fatto. Ad oggi non ha mai potuto avere vendetta. E chissà che in questo suo camminare in mezzo al nulla, non possa riemergere qualche sopravvissuto, allo stesso modo in cui è riapparso lui. La speranza è l'ultima a morire e lui ha bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi. <C'E' NESSSUNOOOOO!> direbbe con mani a megafono, senza ottenere null'altro che il silenzio ed il triste rumore della pioggia, non chè il pianto del cielo. Il genin, i cui capelli sono sempre lunghi scompigliati al solito e color cenere, in questo momento si trova a petto nudo, conin mostra le sue innumerevoli cicatrici , il tatuaggio sul braccio destro, fatto poco prima della guerra, ed i vari sigilli tra cui quello empatico che ad oggi, probabilmente non funzionerà più. Come un ricordo indelebile sulla pelle. E' fradicio, sulla parte inferiore indossa solo un paio di pantaloni slim , neri, ed un paio di sandali ninja neri. Non possiede più nulla se non rammarico e rancore . [ch off]

22:46 Furaya:
 Piove. Il paese del fuoco viene investito dalla fredda pioggia che lava via qualunque male. Riuscirà a lavar via anche il peccato commesso dalla donna dal rosato crine? Se ne lascia investire, incurante del fatto che gli abiti diventino un tutt'uno con la propria pelle e che possa provare al contempo freddo. Ha resistito a molto peggio. Ancorché s'ammalasse sarebbe la riprova che il suo corpo non è più un tempio, ma un casolare distrutto e abbandonato che non viene pulito e ristrutturato ormai da tanto. Ha perduto il suo potere e la fatica fatta per ottenerlo non è valsa la candela. Muove qualche piccolo passo verso la prateria della Memoria, quel luogo di culto in cui ha incontrato Touma per la prima volta. Chissà che fine ha fatto, mh? Ti chiedi che fine abbia fatto chiunque, ma non ti rechi a cercarli aspettando che siano loro a sbucare da dietro un angolino come ha fatto Mekura quest'oggi. E sai perché? Perché Konoha continua ad avere la priorità su tutto. Veste di nero, sia per quanto riguarda il pantalone che la maglietta a maniche lunghe con il collo alto. Anche i sandali ninja ai piedi sono dello stesso colore, sporchi in alcuni punti di terra e fango ma non è importante, tanto da non farci neanche troppo caso. Sulle di lei spalle, è ancor posato l'haori bianco e rosso recante i seguenti kanji: Judai Hokage, la Decima. Niente di più e niente di meno. Con sé non ha nessun'arma, neanche le sue fedelissime katana che non è riuscita a trovare e che, con molta probabilità, sono rimaste sotterrate chissà dove quand'è uscita dal cristallo e ha cercato immediatamente di riaffiorare verso la luce. La matassa di rosei ciuffi scivola sulle spalle e sul petto, ormai posatisi contro gli abiti per via della pioggia che hanno assorbito da quand'è in cammino dal Tempio del Fuoco. Mattyse non è tornato e, anziché restare ad aspettarlo come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio, ha optato di nuovo per agire di testa propria ed avvicinarsi un altro po' a Konoha, portandosi nei pressi della Prateria della Memoria dove regna, così come in ogni altro luogo esterno alle mura di Kagegakure, la più totale distruzione. Una voce urla a squarciagola, una voce che in un primo momento non riesce a riconoscere anche per via del rumore della pioggia che continua a scrosciare senza sosta. <Non urlare> Ordina immantinente, lo sguardo glaciale che si posa sulla figura verso la quale s'avvicina, affatto intimorita da questa e con il suo Chakra ovviamente in circolo. <attiri le bestie.> Che potrebbero essere ovunque in questo momento e che potrebbero avvicinarsi poiché attratte dalla fastidiosa voce del ragazzo. Nel suo avvicinarsi, però, sbarra per un attimo gli occhi rendendosi conto che quel viso, quei lineamenti e quella voce li conosce eccome, sono davvero tanto familiari e li ha amati - li ama tutt'ora - con ogni fibra del suo corpo. <Saisa> Pronuncia a mezza voce, incapace di muoversi oltre e d'avvicinarglisi persino. A differenza dell'incontro con Mekura, c'è reale sorpresa nel suo sguardo. Da quanto bramavi d'incontrarlo? Ma mai sei andata a cercarlo... [ Chakra ON ]

23:04 Saisashi:
 Ed eccoci qua, immersi nelle immense rovine che con sguardo avvilito le smeralinde iridi possono osservare intorno a loro. Nulla è più come prima. Nulla. Muovendo lenti passi, in qualche modo privi di quella forza che possedeva un tempo e che attualmente sembr aessere completamente persa, si troverebbe ora nell'esatto punto in cui nasceva il monumento ai caduti. Per un attimo, gli sembra quasi di poterlo vedere, li davanti a se. Un oggetto ritenuto così tanto parte di una quotidianità scontata, che ora invece riesce a creare questa sensazione di disagio e mancanza. Allunga la mancina in avanti, come se volesse toccare con mano l'oggetto della sua visione, ma la realtà impatta immediatmente riportandolo a ciò che di vero si trova lì di fronte al genin: niente più che un cumulo di macerie, perse nell'erba. <tsk... quanto vorrei tornare indietro> blatera silente tra se e se accennando uno strano sorriso affranto, mentre pochi istanti dopo, il rumore della pioggia passerebbe in secondo piano, grazie ad una voce femminile che arriva da dietro di lui. <mh?> quindic'è qualcuno? Davvero di notte, in questo rovine c'è qualcuno? Può essere un superstite perso , appena tornato dal "Mondo dei morti"? Si volta con un rapido movimento in direzione della voce. TUM TUM... TUM TUM....TUM TUM... Blocco totale. E in questo infiito istante, in cui le iridi tremanti restano lì, fisse sulla figura di fronte a se, l'unica cosa che il genin può avvertire, sono i battiti del cuore che sembra voler spaccare la cassa toracica e saltare fuori, talmente tanto sono forti quei colpi. TUM TUM.....TUM TUM....<Fu....raya?> semplicemente sbigottito, con le parole che escono appena. Deve realizzare, deve realizzare che forse una speranza c'è ancora! Che forse non tutto è perso...che il destino possa essere per una volta, in mezzo a tutto questo sangue, meno crudele di quanto ci si possa aspettare <sei viva...sei viva!> esclama non ponendo attenzione alle sue parole, che intimano di non gridare per via delle "bestie". A che bestie farà riferimento? Chissà. Il taijutser in questo momento è come un bambino spaesato in un mondo sconosciuto. Un paio di lacrime si scenderanno incontrollabili sulle guance del genin, mescolandosi alla pioggia, rendendo impossibile all'altra di poterlo notare. <io...io ti ho cercata...ti ho cercata dal momento in cui sono "tornato in vita" in questo strano mondo...che ci fai in questo posto...sei sola?> domanda, cercando pian piano di riprendersi dallo shock, in questo caso positivo. Non sa ancora come comportarsi, dall'altra parte lei resta ferma, e lui farà altrettanto. Vorrebbe correrle incontro, ma è come se volesse prima capire se la persona che ha di fronte, sia realmente colei che saebbe dovuta diventare sua moglie [ch off]

23:29 Furaya:
 Impietrito a sua volta, l'uomo la guarda come se fosse appena comparso un fantasma davanti ai suoi occhi. Il coprifronte della Foglia, che lei ancor porta tra le ciocche rosate, viene infastidito da ulteriori gocce d'acqua piovana che investono anche la fanciulla. Una si deposita delicatamente sulla punta del naso, scivolando poi verso la guancia e le labbra. Le soffia via con una delicatezza infinita, sollevando appena un piccolo soffio da queste ultime. Gli occhi glaciali della donna si spostano dal suo volto e scendono verso il basso, si soffermano man mano sul corpo altrui che sembra essere esattamente quello d'un tempo. E sospira. <Sei vivo.> Contenta di questo, ma non mostra alcun sorriso soltanto un'espressione appena rabbonita che torna ad esser quella glaciale che finora ha tenuto con chiunque, persino con Keiga. Lui ammette d'averla cercata a lungo fin da quando s'è risvegliato ed è uscito dal sottosuolo. E lei, invece? Lei cos'ha fatto? E' uscita dalla terra in lacrime, pensando d'esser morta da sola e di non aver adempiuto a niente. Ha iniziato a scavare cercando qualcuno che sapeva potesse conoscere e che, poco prima di venire cristallizzati, le stava tendendo la mano proprio per afferrare la sua. Una volta ritrovato, ha fatto sì che fosse la sua spalla e come meta primaria ha avuto in mente sempre Konoha. La gente morta davanti ai suoi occhi deve avere un posto dove riposare. Il suo castigo deve essere adempiuto, altrimenti questo suo peregrinare perderebbe di significato. La sua battaglia è appena iniziata, ma per far sì che tutto collida deve anche portarsi dietro gente che si fidi di lei, che ragioni come lei, altrimenti continuerà da sola. <Come cosa ci faccio?> Sorpresa dalla domanda che le ha appena rivolto, piega un sopracciglio compiendo un singolo passo in sua direzione, non sapendo se sia un bene oppure no avvicinarglisi. <Sto andando a Konoha, sto andando a casa> Le sembra tutto talmente ovvio, ma perché gli altri non riescono a capire che deve andare al Villaggio della Foglia? Che è lì che lei dovrebbe stare, che è lì dove deve espiare le sue colpe ed è l'unico posto in cui adesso vorrebbe stare? Ha la testa dura come un muro, chi la conosce bene purtroppo n'è altrettanto consapevole. <e sì, al momento sono da sola ma non vago per queste terre in completa solitudine.> Gli conferma ancora, mantenendo l'espressione seria e austera che in questi ultimi giorni ha preso possesso del suo essere, con quelle iridi glaciali e le palpebre assottigliate di chi è stanco, molto stanco, ma continua a lottare per i propri ideali e non smette neanche per un istante. Perché dovrebbe? Perché ha fallito? Si redimerà e riotterrà ciò che le apparteneva, niente di meno. <Mekura mi ha detto d'averti trovato, ma sei andato subito in quel posto...> Riferendosi a Kagegakure dove lei, al contrario, non intende affatto mettere piede, non adesso e non ancora. Deve prima finire quello che ha iniziato, recidere il legame col passato ed organizzarsi in maniera adeguata a quello che sarà il nuovo futuro. Non può più negare a se stessa che siano passati dieci anni, non può più. Per un istante, abbassa lo sguardo e si morde la punta della lingua. [ Chakra ON ]

23:46 Saisashi:
 Il nostro "eroe" che solo 10 anni prima, tra le sue tante follie, è stato frontman della prima rockband riconosciuta come "Random Heroes", colui che faticava a chiudere la bocca, proprio lo stesso che difficilmente poteva restare senza parole...ora, in questo istante, si trova esattamente in questa situazione: incapace di esprimersi. E' strana come cosa, ma forse non così tanto, dopo tutto chi dice che sia facile ricordare una guerra sanguinaria, in cui si muore cristallizzati, per poi riapparire dal nulla e scoprire che siano passati 10 anni? Eppure questo dovrebbe averlo metabolizzato. Ma ciò che lo blocca in questo momento, è tutt'altro. Il taijutser ha sempre fatto dell'empatia e della sua sincerità il suo primo pregio assoluto. Ed in questo momento, ciò che trova di fronte ha se è..strano....quello sguardo glaciale, quelle parole così...scarne. Come se essersi ritrovati non fosse poi tutto quel "miracolo", poco male, non fosse accaduto sarebbe stato lo stesso. O almeno questo è ciò che avverte in questo primo momento. Da suo canto, vorrebbe solo prendere a correre e saltarle addosso...ma sarebbe la cosa giusta? Correre incontro a chi ha il gelo all'interno dello sguardo? Lui stesso ne è stato portatore per troppo tempo, e sa cosa significa. Ecco perchè si limiterà a stare fermo, quasi avvilito. <si. Sono vivo.>direbbe abbassando leggermente il capo, mentre la pioggia farebbe adagiare i capelli cenere sul volto, coprendone parte del viso <anche se non riesco a metabolizzare tutto questo... sembra tutto un incubo. Ieri ero morto. Oggi sono trascorsi 10 anni e nessuno sa più chi sono. La mia paura più grande era di non poterti più rivedere...lo stesso terrore provato nel momento in cui mi sono ritrovato a sparire in quel cristallo...avrei voluto poterti vedere un ultima volta in quel momento > ammette rpensando al terribile momento, ed alla solitudine del suo addio. Ma in quell'esatto istante, in realtà l'ex hokage non era sola. <si, cosa ci fai...io non so molto questo è vero...ma che senso ha stare qui? Konoha è andata distrutta, nulla è più come prima...lo sai vero..?>domanda retorica, come a voler capire il perchè di questa sua presa di posizione. <non abbiamo più una casa Furaya.> ammetterebbe facendo del male a se stesso. Ma è questa la verità. La nuda e cruda realtà a cui guardare in faccia <per fortuna, non ti sei ritrovata sola...> mica tanto fortuna, se solo sapessi <sei con qualcuno che conosco? Qualche sopravvissuto oltre a me e Mekura?> domanda con un tono sincero, stava vagando proprio in cerca di sopravvissuti e sapere che ce ne sono altri, potrebbe rincuorarlo. Anche se forse, sarebbe meglio non sapere < hai...incontrato Mekura? Non ha fatto in tempo ad avvisarmi dunque. Ma perchè non sei venuta a cercarmi...> domanda più che lecita <che intendi in quel posto? Kagekacu....kageka...> si insomma, è sempre Saisa e i nomi difficili non gli restano mai in testa < c'è qualcosa che non va in quel posto? Io mi ci sono ritrovato per caso, al mio risveglio ho trovato Mekura, ed è lì che mi ha portato..almeno sembra esserci vita> per quanto a lui non freghi nulla [ch off]

00:35 Furaya:
 Dovrebbe essere felice, dovrebbe saltare di gioia. Ma come fai ad essere allegra quando tutt'attorno a te sta lentamente crollando? Quando tutt'attorno a te non è altro che pianto e disperazione? Ha sospirato di sollievo. Questo è già un passo avanti. <Guarda che sono sempre io> Certo, ma non sorride più. Ricordi la promessa che le avevi fatto? Avresti preso sempre una parte del suo carico e non avresti lasciato che smettesse di sorridere. Ed ora te la ritrovi davanti agli occhi priva del suo bellissimo e radioso aspetto di sempre. Spettinata, sporca, ma che porta con fierezza l'haori da Hokage sulle spalle. <Mi sono risvegliata da poco anch'io> Non sono passati che alcuni giorni. <e ci siamo trovati in mezzo a territori che sono stati fatti prede delle belve del Finto Dio.> Asserisce, stringendo saldamente i pugni contro i fianchi fin quasi a far sbiancare le nocche. Le di lui parole continuano ad investirla, un flusso continuo, sa bene quanto Saisashi possa parlare se viene lasciato libero di farlo a ruota libera. <Quando il cristallo ci stava per bloccare, ho provato a contattarti tramite il sigillo empatico> Glielo svela senza problemi, mantenendo lo sguardo fisso in quello altrui. E' quell'espressione di chi si sente morire dentro, di chi sta vivendo una brutta vita e vorrebbe tanto che tutta quest'agonia finisse, un agglomerato di tristezza senza fine. Indurisce però i lineamenti facciali affinché possa mitigare questa condizione, per quanto possibile. <ma era come se avessero bloccato parte del mio Chakra. Anche la modalità eremitica è venuta meno.> E non è più riuscita ad usarla. Neanche adesso, pur volendo, riuscirebbe a percepire la natura che la circonda. Nonostante tutto l'allenamento a cui ha preso parte, di nuovo, a nulla è valso se poi non è servito per aiutare chi stava morendo. Si morde il labbro inferiore con forza, abbassando adesso lo sguardo e incassando la testa tra le spalle. <In quel momento, sono apparsa quelle bestie ed è apparso il finto Dio.> Ringhia fuori dalle labbra con rinnovata rabbia, lasciandosi andare per un attimo proprio perché di fronte ha Saisashi, colui che varrebbe come sua valvola di sfogo. Hanno sterminato tutti, ma non riesce a dirlo ad alta voce. Non riesce a pronunciare di nuovo tutte quelle nefandezze e strizza gli occhi pur di dimenticare, pur di riappropriarsi della propria calma interiore. Si sente irrimediabilmente frustrata perché ha perso tutto, ha perso il controllo e la sua mania su di esso è talmente grande da destabilizzarla e farla innervosire. <Ho detto d'amarti> Quando il cristallo li stava avviluppando e li ha bloccati al suo interno per tutto questo tempo. <ma davanti a me non c'eri e non so se quel pensiero t'è mai arrivato.> Perché lo ama, questo è vero. Non è l'unico per cui prova un sentimento del genere ed è sbagliato sotto molteplici punti di vista che non stiamo qui neanche ad elencare perché non basterebbe il tempo. <Perché t'eri allontanato?> Si riferisce alla battaglia ai Monti Ardenti, dove lui s'era spinto ben oltre e lontano dalla sua portata, sparendone alla vista. <...> Le parole che però vengono pronunciate dal ragazzo subito dopo la lasciano assolutamente allibita, senza parole. Se sta per compiere un passo in sua direzione, tanto da allungar le braccia in cerca forse d'affetto e calore, or s'arresta completamente e lo fissa stralunata. <Che senso ha stare qui...?> Si lascia scappare una mezza risata nervosa. Non lo ha detto davvero, andiamo. Stiamo parlando del vero Saisashi, no? Da lui non se la sarebbe certo aspettata una domanda del genere e tanto meno adesso riesce a trovare fin da subito le parole per rispondergli. Resta spiazzata di fronte alla mancanza di tatto. <Konoha è la mia casa, Konoha è dove devo stare finché non avrò espiato le mie colpe.> Le sembra tutto talmente ovvio che non avrebbe neanche dovuto pronunciarlo ad alta voce. <Non me ne frega un cazzo che esiste un nuovo villaggio, non me ne frega un cazzo se sono passati dieci anni, Saisashi! Voi tutti siete andati subito a rintanarvi in quel dannato villaggio mentre io e Mattyse cercavamo di rimettere assieme i pezzi. Konoha è distrutta e a nessuno è fregato nulla! Tutto ciò che era al suo interno è morto con lei e nessuno s'è preoccupato minimamente di questo. C'è la nostra dannata storia in quelle mura. Il mio villaggio è caduto ed io devo cadere con lui!> Finalmente riesce un minimo a sfogarsi, togliendosi da dentro quel che aveva accumulato sino a questo momento, giorno dopo giorno, mentre tutti le dicevano assurdità e preferivano adeguarsi al "nuovo". La vedi la disperazione nei suoi occhi? Perché è quella che la anima, il bisogno d'espiare i peccati commessi, vivendo costantemente con il rimorso di ciò che ha perso. Ma d'altronde dov'eri mentre la gente le moriva davanti agli occhi? Cosa puoi saperne di cos'ha dovuto passare e del motivo per il quale adesso si stia comportando in questo modo? <Mi sono risvegliata con Mattyse e abbiamo raggiunto le cascate a fatica per colpa di quelle dannate bestie. E soltanto oggi ho incontrato Mekura. Dove sarei dovuta venire a cercarti? Ho saputo da lei che eri a Kagegakure, ma lì non ci metterò piede.> Non da cittadina modello, non da cittadina normale. Il piano inizia lentamente a delinearsi e fino a che non sarà pronto lei resterà fuori. [ Chakra ON ]

10:30 Saisashi:
 La pioggia continua a cadere incessante, in questo momento che attualmente non sembra sancito da un festeggiamento dell'essersi ritrovati, come dovrebbe essere. Furaya ha qualcosa di diverso, quegli occhi apatici non sembrano nemmeno i suoi. Saisashi in questo momento, fatica a comprendere cosa sia successo a se stesso, cosa sia questo nuovo mondo , figuriamoci se possa comprendere quale sia il piano di Furaya. <si, so che sei sempre tu. Eppure...c'è qualcosa di diverso> ammetterebbe in totale sincerità con il volto ancora coperto dai capelli bagnati. < che cosa sono queste belve...? Io non l'ho capito. Mekura mi ha detto di stare attento nel caso in cui fossi uscito dal villaggio...ma esattamente.. cosa devo temere?> chi lo sa <si ci ho provato anche io.. ero completamente isolato. Nessuna possibilità di contatto....quindi quelle cose che mi camminavano a fianco erano bestie...mandate dal finto Dio...> e pensare che per Saisashi, immerso completamente nella sua causa e nella sua vendetta verso Oto, il finto Dio era l'ultimo dei pensieri. Credeva fosse un pericolo scampato da tempo. <beh mentre il cristallo mi inghiottiva... posso ammettere di aver pianto dalla disperazione...in quel momento, completamente immobile, ho rivssuto tutta la mia vita in pochi istanti...e solo in quell'istante, quando la morte era alle porte, ho capito quanto amassi la vita...e quanto tempo avessi perso in battaglie e allenamenti che avrei potuto passare con te e Senshi. In quel momento il mio pensiero era rivolto a te e a nostra figlia... e non potevo che piangere capendo che tutto ciò, non lo avrei mai più rivisto> e invece, come un miracolo, eccoci qui di nuovo faccia a faccia <te lo avevo detto non ricordi? Non avevi percepito anche tu quello stranno messaggio dalle retrovie che poi i è interrotto di colpo? Sembrava avessero bisogno di aiuto, per cui ti ho comunicato che sarei andato a dare un'occhiata, sul nostro fronte stavamo avanzando senza problemi... ma nella mia corsa sfrenata...sono rimasto poco dopo bloccato nel bosco...> e qui, può comprendere bbene le modalità di come sia avvenuto, siccome lei stessa è rimasta bloccata. La reazione di Furaya pochi istanti dopo, lo preoccupa e non poco. La fissa con le smeralinde, cercando di comprendere il fardello che si porta dietro <Furaya...di quale colpe stai parlando...tu hai fatto il possibile in prima linea..NOI abbiamo fatto il possibile, tutti quanti. Abbiamo dato la vita, tu compresa, rinunciando a tutto ciò che avevamo...> il discorso non fa una piega. Cche altro si sarebb potuto fare contro una forza così schiacciante da eliminare in pochi secondi tutti i ninja più forti presenti in guerra, kage incluso? <...voi...?> domanda quasi infastidito <cosa intendi con voi...io non mi sono rintanato da nessuna parte e non mi frega niente di dove mi trovo ora o dove mi troverò. Mi ci hanno portato in quel posto, dicendo che il resto era disstrutto. Ma se davvero me ne importasse qualcosa, per quale motivo sarei uscito in piena notte a cercarti? NON ME NE FREGA UN CAZZO DI RINTANARMI, PER ME NON HA SENSO TORNARE A VIVERE SAPENDO CHE TU E SENSHI NON FOSTE PIU' CON ME!> perde per qualche secondo il controllo, come se avvertisse che dall'ltra parte, il fatto che il taijutser fosse in una sfrenata ricerca, fosse completamente inutile < ah..Mattyse...sei con lui quindi> sorride quasi nervosamente, senza aggiungere altro sull'argomento <capisco. Immagino non ti sentissi sola dunque...> quasi con amarezza. Anche inquesta nuova vita, sembra che i vecchi demoni tornino sempre <Io non credo che a nessuno sia fregato nulla...credo che dopo quella guerra di disperazione nessuno di noi abbia avuto modo di vivere questi 10 anni, e capire cosa sia realmente successo... a Konoha c'è la nostra storia...ma cosa intendi fare ora che questa è distrutta....?> chiede per comprendere in via definitiva le sue ragioni [ch off]]

11:30 Furaya:
 E' difficile ammettere a se stessi d'aver fallito. Ma quando si possiede abbastanza amor proprio, bisogna far fronte alle proprie sensazioni. Non ha avuto bisogno di qualcuno che le dicesse d'aver fallito, lo aveva capito benissimo anche da sola. Veder morire quelle persone davanti ai suoi occhi mentre le imploravano pietà, chiedendo che li aiutasse e che non permettesse alle bestie di morire... sono immagini che tutt'ora le tornano in mente e non la lasciano stare neanche per un secondo. Di diverso in lei, c'è lo sguardo. Arrabbiata con l'universo intero, ma più di tutti con se stessa. Non potrebbe essere diversamente. Si odia davvero tanto, come mai s'è odiata in vita sua. <Cosa c'è di diverso in me?> E' soltanto distrutta dagli eventi ai quali ha dovuto far fronte. Saisashi sapeva fin dall'inizio che una relazione con lei non avrebbe mai avuto niente di normale, tanto da desiderare di prendersi parte del suo peso per aiutarla in questa gravosa impresa. Vuole sapere da lui, dal suo futuro sposo, cosa ci sia diverso. <Quelle belve hanno ucciso chiunque fosse sul campo di battaglia dieci anni fa. Hanno portato distruzione ovunque assieme al Finto Dio.> Non ci vuole un genio per capirlo, anzi per la donna la visione delle cose è diventata piuttosto semplice adesso. <Non le ho ancora mai incontrate, ma qui attorno se ne sentono i ringhi tutte le notti.> Hanno ucciso come se quelle persone fossero fatte di burro, quindi dovrebbero essere anche piuttosto potenti a vedersi. Abbassa per un attimo lo sguardo quando lui le parla di come stesse piangendo dalla disperazione mentre il cristallo lo avviluppava, annuendo pian piano ad ogni suo dire. Si morde la punta della lingua riportando gli occhietti chiari e nervosi sul volto della scimmia battipiatti. Quando lei stava venendo avvolta dal cristallo, gli ultimi pensieri sono stati rivolti alla gente che le stava morendo ai piedi supplicando un aiuto, pronunciando parole d'affetto nei confronti di Saisashi ma guardando qualcuno che non fosse lui, per il quale prova allo stesso modo dei sentimenti molto forti ma distorti. <Te lo avevamo detto tante volte che dovevi pensare a vivere, ma certe cose le capisci soltanto quando le stai perdendo o le hai perse del tutto.> Mormora in sua direzione, aggrottando lievemente le sopracciglia. Non sa cosa rispondere e non sa cosa dire, consapevole d'essere totalmente in difetto. Tuttavia, non è il momento per pensare alla sua sfera sentimentale, in fondo lo ha detto anche a Mattyse senza remora alcuna: Konoha viene prima di Senshi, viene prima di Saisashi e viene prima anche del terrorista. Punto e basta. <Sì, me lo ricordo> Adesso sì, doveva soltanto rammentare. In fondo, ha dormito per dieci anni ed è ancora scombussolata e confusa da tutto quello che l'è accaduto attorno. Comprensibile, del resto. Non succede mica tutti i giorni che ci si svegli in questa maniera e con tutto il mondo attorno che è stato distrutto dall'avvento d'una divinità e delle sue bestie. <Fenrir ha cercato di dirmi qualcosa prima di sparire. E da allora non riesco più neanche a richiamarlo. Deduco sia normale. Mi avrà data per morta e dunque ha rescisso il contratto con me.> Spiega ancora, facendo schioccare la lingua contro il palato e lasciando che l'acqua la investa, che la pulisca dai suoi peccati, che la renda finalmente di nuovo pura. Ma non basterà solo questo; su una cosa il monaco aveva ragione: deve redimersi e può ancora farlo. Gli occhi si sgranano quando lui asserisce che ha fatto il possibile, che tutti hanno fatto il possibile. <NO!> Tuona, digrignando i denti. Una bestia famelica, ecco cos'è adesso. Una bestia che brama il suo dominio, il quale l'è stato tolto credendola sconfitta e abbattuta. <Io dovevo fare l'IMPOSSIBILE! Ho condotto con me gente che NON meritava la MORTE!> La dritta si poggia ad altezza del cuore, enfatizzando il discorso. <Voi avete rischiato la morte, io dovevo morire per loro. L'avevo promesso! E invece mi sono fatta cristallizzare anch'io. Ho lasciato Senshi e il mio villaggio soltanto per allenarmi e acquisire l'arte eremitica, la quale non mi ha concesso di salvare NESSUNO! Non mi ha permesso d'aiutare le persone che stavano morendo sotto i miei dannati occhi.> Vomita fuori, non riuscendo neanche più a versare delle lacrime. Si formano delle piccole venuzze rosse attorno alle iridi, mentre sul collo le stesse vene diventano visibili per via dello sforzo e delle urla che sta trattenendo, assieme al pianto disperato che sarebbe dovuto scaturirne. Parlarne le fa male. Lo sguardo è sempre quello d'una bestia incatenata che cerca di liberarsi dalle sue catene. <Non c'è bisogno che io mi ripeta. Konoha è la MIA casa, viene prima di QUALUNQUE altro essere vivente.> Non lo pronuncia ad alta voce, ma è piuttosto ovvio che intenda che vien prima persino di Saisashi che ha di fronte e della sua bambina. <Non ho cercato nessuno da quando mi sono risvegliata perché la distruzione è giunta prima nella mia ottica di chiunque altro. Konoha ha la precedenza ed è lì che io devo tornare. Se Konoha è caduta, io sono caduta con lei. Se io riemergo, Konoha deve riemergere con me.> Sancisce e sottolinea, non intende avere una replica diversa da quella che sta affermando lei. Punto e basta, di nuovo. Per lei è così che deve andare. <Io sono qui, Saisashi> Allarga le braccia verso l'esterno, teatrale. <e Senshi è con Tachiko, la quale son sicura sia al nuovo villaggio. Dove altro sarebbe potuta scappare con la bambina?> Ha preso la decisione migliore che potesse fare, ma poi perché nessuno è tornato a sistemare ciò che è andato perso? Perché a nessuno è interessato della sorte del Baluardo della Pace? Semplice, perché nessuno capisce cosa possa provare lei adesso nel vedere quest'orrida situazione. <Quindi, puoi continuare a vivere per me e per lei, ma io ho un compito importante a cui adempiere prima di recarmi in quel nuovo villaggio e riprendermi quello che mi appartiene.> Il Clan, la carica, qualunque cosa le spetti di diritto e che ha perso durante questi dieci anni. E' furia quella che emana, rabbia allo stato puro. Ha perso tutto e vuole riottenerlo, niente di diverso da com'era suo padre al tempo. Non se ne sta ancora rendendo conto... che pian piano sta diventando il suo peggior nemico. <Mattyse è disperato tanto quanto me, ma mi sta aiutando a raggiungere Konoha per salvarla.> Crede ancora che sia possibile, povera illusa. Il sopracciglio si piega, infastidita dal suo continuo sottolineare la distruzione di Konoha, come se altro non sapesse dire. <Te l'ho detto. Se io sono risorta, Konoha risorgerà con me. Ciò che ho perduto, devo riguadagnarlo.> E questo... viene prima di tutto... [ Chakra ON ]

12:48 Saisashi:
 Per gran parte del tempo, Saisashi non risponde. Come ammutolito. E' difficile trovare le giuste parole quando hai di fronte la persona che ami, ma allo stesso tempo, puoi avvertire la rabbia e l'ira che la comandano in questo momento. E' come parlare con una persona differente. Lei non capisce che tutto ciò che sta dicendo è utopistico, che tutto ciò che è successo non è dipeso da lei. Ma chi può biasimarla. Saisashi stesso ha sempre pensato ch eil rapimento d Sakura e la morte di Lind fossero colpe imputate direttamente a lui. Ha dovuto affrontare la morte per comprendere. Ma se da un lato, la morte ha donato a Saisashi una nuova visione, una nuova ottica della vita, dall'altra l'ha donata anche a Furaya, ma in questo caso invertendo i ruoli. <capisco. E' questo che intendeva Mekura con "fare attenzione"...Ed è quello che farò. Perchè ora ho un motivo.> concluderebbe per poi cominciare a muovere qualche passo in sua direzione <hai ragione. Ma l'importante è comprenderlo no? E qualcuno ha voluto donarmi una nuova vita per far si che io non la sprechi nuovamente. Basta sangue. Basta guerra. > direbbe con tono rotto, stanco, di chi non vuole più dedicare la sua vita alla rabbia, al rancore, all'odio, perchè è questo che stava facendo, chiuso dentro quella bolla nera autodistruttiva. <BASTA!> interromperebbe di colpo i suoi passi, ormai giunto in sua vicinanza <TU HAI FATTO L'IMPOSSIBILE LO CAPISCI!? TU ERI IL NINJA PIU' FORTE DI KONOHA, IN PRIMA LINEA PER IL TUO VILLAGGIO! NON ERI NASCOSTA AL SICURO A GUARDARE LA GUERRA! Tutti noi...tutti noi eravamo consapevoli dei rischi. Tutti noi ci siamo dedicati, anima e vita alla causa del nostro villaggio. Ognuno di noi, me compreso, sapeva che scegliendo di entrare in guerra come ninja, avrebbe potuto sacrificare la vita. E TU! TU HAI RINUNCIATO A MOMENTI IMPORTANTi, PER ALLENARTI ED ESSERE FORTE, ANCORA DI PIU'! ED IO HO FATTO LO STESSO, COME UN IDIOTA, PER ESSERE PIU' FORTE!...> silenzio <e alla fine...dimmi...a cos'è servito? Solo ad avere un vuoto nello stomaco sapendo di non esserci stato per Senshi e per chi amo. Tutta quella forza che bramavo. Tutto quello che tu stessa hai raggiunto. Abbiamo fatto il possibile.....ma dall'altra parte c'era qualcosa di così enorme da non poter essere affrontato. DA NESSUNO. LO CAPISC?!> sta provando a farla riflettere, sta cercando con delle parole forti di toglierle un pò del peso che conserva su di se, allo stesso modo in cui da sempre lo ha conservato. Lui glielo aveva promesso. Ma che altor potrebbe fare? La guerra è finita, sono passati 10 anni e non si puòtornare indietro nel tempo! <io ho analizzato quel giorno. Doveva succedere...qualcuno lassù voleva farci capire che il nostro mondo era sbagliato. E noi lo sapevamo. E adesso guardaci....GUARDAMI! dov'è finita quella forza? Tutto quel tempo sacrificato per il potere....ed ora riesco a malapena ad impastare il chakra. Vomiterei da quanto mi fa arrabbiare tutto questo...ma non possiamo tornare indietro.> quando lei allargherà le braccia a questo punto, se gli fosse concesso, giungerebbe ad avvolgere le sue intorno al suo corpo, in cerca di un abbraccio, tanto saldo quanto la sua volontà di fargli capire che lui c'è. Lui è lì con lei...ma che le parole dell'ex Kage sono distopiche, ed autosabotanti...non faranno altro che trasformarla in una bomba piena di rancore, odio ed ira che la consumeranno da dentro <e va bene.. io sono con te. Ho promesso di sostenerti e così farò. Ho promesso di esserci e così farò. Queste tue parole sono folli ma ci sarò. Ma se per raggiungere tutto questo, vuoi rinunciare a tutto il resto... allora sarò io ad andare da nostra figlia. Sarò io a cercare Senshi. Sarò io a prendermene cura e recuperare tutto il tempo che ho gettato in passato. E quando avrai bisogno del mio aiuto alla tua causa, saprai dove trovarmi Furaya...consapevole che tutto questo, non ti porterà a nient altro che odio...consapevole che quando sarai pronta, potrai renderti conto che starai perdendo qualcosa di ancora più grande. > [ch off]

15:06 Furaya:
 Lo vede avvicinarsi consapevole, adesso, dei rischi e dei pericoli che sta correndo fuori dalle mura solide di Kagegakure. <Basta guerre?> Le sfugge una piccola risata nervosa che interrompe quanto prima. <La pace si ottiene soltanto con le guerre. L'ho capito troppo tardi, ma purtroppo è così.> Agita distrattamente la mandritta nell'aere circostante, stringendosi poi nelle spalle. L'acqua continua ad investirla in pieno, appiccicandone gli abiti alla pelle e scendendo delicata lungo gli zigomi e le guance di lei. Egli inizia ad urlare, portandosi nei pressi della donna in modo che siano finalmente faccia a faccia rispetto alla distanza che s'era frapposta tra loro due. <A COSA MI SERVE SAPERE D'ESSERE STATA LA PIU' FORTE SE LA GENTE MORIVA DAVANTI AI MIEI OCCHI, CHIEDENDO AL SUO HOKAGE DI SALVARLI?> Urla a sua volta, incurante dei dintorni e delle chimere che potrebbero giungere poiché attirate proprio dalle loro voci. Si spera che la pioggia possa coprirli abbastanza da evitare che questo momento venga interrotto in malo modo. Hanno bisogno di parlare, lei in special modo necessita di sfogarsi altrimenti non ne uscirà mai. <SE MENTRE LORO VENIVANO SQUARTATI SOTTO I MIEI OCCHI E SOTTO LA MIA PROTEZIONE, IO NON RIUSCIVO A LIBERARMI DA UN CRISTALLO?> Un cristallo che l'ha comunque tenuta imprigionata per dieci anni, dunque molto solido e che le ha risucchiato via qualunque energia avesse, persino quel Chakra accumulato che la rendeva davvero tanto potente. <Ed è questo che mi fa tremendamente arrabbiare, Saisashi! Il fatto d'aver perso qualunque progresso della mia bambina, nonostante vi fosse una copia a farlo al mio posto. Perché la copia non è me> Senza sottolineare che quella stessa copia ha causato più problemi che altro, finendo persino per farle capire che, forse, quel che prova per Mattyse non è soltanto affetto. Deve far fronte anche a questo legame con il terrorista, ma non è il momento adatto per parlarne. Come detto anche prima, Konoha ha la precedenza su tutto e finché non avrà risolto questo grosso problema, non potrà pensare ad altro. <e non è la stessa cosa averli vissuti tramite i suoi occhi.> Difatti, non v'è stato altro contatto sotto le lenzuola da parte sua e del bianco se non quello accaduto con la copia in ospedale. Niente di più e niente di meno. <Il Finto Dio lo avevo già affrontato> Esclama ancora alla di lui volta, l'espressione tutt'ora incattivita appare come quella d'un lupo feroce che pretende la ragione, pretende di vincere e di veder soccombere il nemico che le dà torto. Gli occhi di Fenrir, sempre così severi e intransigenti. Ma quelli di Furaya sono diversi, seppur simili: c'è odio, c'è rabbia e c'è quella presunzione d'essere superiore anche alla divinità che li ha battuti. <e lo avevo anche ferito. Quindi, poteva essere battuto!> Non è esattamente così, lei la fa molto facile. In realtà, se fosse stato possibile batterlo, se ne sarebbero accorti molto prima. Le bestie fameliche s'è portato dietro hanno distrutto ogni cosa, il che fa comprendere come e quanto fossero potenti rispetto alla prima volta in cui lo hanno affrontato. Non si sente compresa al cento percento da Saisashi poiché alcune delle sue parole le hanno fatto male, come l'ostinazione nel ricordarle che Konoha è stata rasa al suolo. Però, non nega che lui ci stia provando e che, per questo, non bisogna affatto dargli contro. Sta facendo del suo meglio. <Io... temo di aver perso un buon ottanta percento del mio Chakra. Mi affatico subito. Anche la mia forza è drasticamente diminuita. Ho perso le mie spade.> Hai perso tutto, bambina. Tutto quello che avevi e qualcuno vuole portarti via anche il resto, anche la tua posizione. Non puoi permetterlo. Avevi promesso a tuo padre che saresti diventata Hokage, il migliore Hokage della storia a differenza sua. E avevi promesso che il baluardo della pace non sarebbe mai caduto ed hai fallito, sorpresa delle sorprese. Si sente così stanca, vorrebbe soltanto stendersi in posizione fetale e piangere, piangere via tutta la rabbia, tutta la frustrazione che avverte sulle proprie spalle. Questa volta, non può cederla a qualcun altro perché è lei a starci male, non è un lavoro o una missione che puoi delegare affinché qualcun altro ci pensi al posto tuo. La sua mente ci tornerebbe comunque sopra, è qualcosa che deve fare lei e che nessun altro potrebbe compiere; ancorché dovesse farlo da sola, lo accetterebbe comunque. Trattiene tutto dentro di sé e si lascia abbracciare. Ha bisogno anche di quell'affetto e del sostegno silenzioso che un gesto simile può darle. Ricambia l'abbraccio, poggia la fronte contro la spalla di Saisashi, un uomo che non merita quello che ha subito. Stringe con forza i denti, snudandoli e sollevando le labbra nel farlo, trattenendo un ringhio, un urlo che potrebbe riverberare ovunque. Non deve farsi sentire e non vuole che qualsiasi altra cosa gravi sull'altro. Le mani scivolano dietro la sua schiena, le poggia contro d'essa e si lascerebbe stringere senz'opporre resistenza. Chiude le palpebre e assapora la sensazione di bagnato che anche le vesti altrui le danno. L'uomo - poiché davvero tale lo si può definire negli ultimi discorsi che affrontano - le propone d'andare avanti, ma che lui ci sarà comunque per lei e per sua figlia. Sa anche piuttosto bene che Furaya, per capire qualcosa - che sia essa sbagliata o meno, deve sbatterci per forza la testa contro. Non ascolterà il parere di qualcun altro. <Perdonami per il mio egoismo> Perdonala se davanti a tutto continua a mettere Konoha e il suo utopistico desiderio d'elevarsi anche sopra ad un Kami. <e ti ringrazio per esserci sempre.> Il tono le s'affievolisce, la gola le fa male per quelle lacrime dimenticate e che non accenna neanche a versare, incapace di sfogarsi tramite d'esse. E la pioggia cade... sulle memorie dei vinti. [ Chakra ON ]

15:59 Saisashi:
 Il taijutser, con il suo fare così pacato e riflessivo rispetto al solito, come se la sua morte ed il suo risveglio gli avessero insegnato una lezione così importante da modificare drasticamente il suo pensiero, resta in silenzio, abbracciato alla rosa. Un silenzio che da modo all'altra di parlare, un silenzio che non vuole essere mancanza, ma che vuole lasciare spazio alla sua futura sposa di parlare, di sfogarsi per come può. Si limiterebbe a stringerla più forte, mentre un paio di lacrime si mischierebbero alla pioggia diventando invisibili. Si invisibili. Invisibili allo stesso modo in cui il genin ora sente di essere di fronte alla persona che ha davanti. Quelle lacrime scendono perchè ha capito che il suo desiderio di ritrovare Furaya e di costruire la vita da persone semplici, crescendo loro figlia, in questo esatto momento è diventato solo un'ipotesi irraggiungibile. Due lacrime che cadono perchè ad ogni parola dell'altra, il suo cuore, si romperebbe pian piano in frantumi, capendo bene che la persona che si trova ora di fronte, ha un obiettivo più grande , giusto o sbagliato che sia, ma di cui lui e probabilmente Senshi, in questo momento non fanno parte. Due lacrime che scendono, a sancire la comprensione che da quel momento, sarebbe stato solo e che forse il suo risveglio, non era poi così necessario per questa terra. <Mi dispiace...> sussurrerebbe semplicemente all'orecchio, con tono affranto, per poi carezzarle i capelli con la mancina, mantenendola salda nel suo abbraccio. <mi dispiace tanto... > per cosa? <io so , che la Furaya che conosco è ancora qui. Ma so anche quanto l'odio e la rabbia, la sensazione di non essere abbastanza sia così forte da non far vedere ragioni. Lo so bene...perchè 10 anni fa, ero io in questa situazione....e tu dallaltra parte, per quanto mi dicessi che non era colpa mia....io non potevo comprenderlo. > sospira in un attimoo di silenzio <per questo so che qualsiasi cosa dicessi ora, non cambierebbe nulla. Hai il tuo obiettivo. Non sono nessuno per dirti di non raggiungerlo...> parole tanto difficili da pronunciare in quanto il genin sa che tutto questo non potrà far altro che portarla ad altro odio, ad altro sangue, alla stessa vita che lui stesso viveva , priva di qualsiasi altra cosa se non la sua voglia di redenzione e vendetta. < so che cosa provi... aver perso tutto...essere stata debole... ma ti renderai conto che le cose più importanti, non le hai perse...non ancora> detto ciò lascerebbe che la pioggia torni a riempire il suono per entrambi prendendo spazio per continuare il suo discorso < io ti appoggerò sempre non ti limiterò anche se pensassi che ciò che stai puntando non è la cosa più giusta. Avrai sempre una spalla su cui poter lasciare parte del tuo peso se mai lo vorrai ancora. Avrai un alleato all'interno del nuovo villaggio su cui poter fare conto... però mi dispiace...ma in questo esatto istante, io Saisashi....do le mie dimissioni a vita dal mondo ninja. > ??? in che senso? <quando la mia vita veniva strappata senza darmi alcuna possibilità, ho capito quanto valga e quanto sia importante. Non metterò mai più a disposizione la mia forza per versare altro sangue. Non combatterò mai più, non toglierò mai più la vita a nessuno, qualunque sia la causa. Io mi ritiro ufficialmente.> e con ciò allenterebbe la sua presa delle braccia avvolte intorno alla ragazza, rimanendo di fronte a lei. La morte durante la guerra l ha cambiato così tanto? No non proprio. Il suo desiderio di pace, senza ricorrere alla guerra, quello lo aveva sempre bramato. Aveva creato i Random Heroes a questo scopo con il sogno di cmpiere a modo suo dei cambiamenti a questo mondo malato che sarebbe finito con l'autodistruggersi e così è stato. Ha sempre detto anche in passato la sua idea ed il suo essere contrariato alla guerra, Furaya lo sa bene...eppure l'ha seguita ed ha combattuto al suo fianco come promesso. <ti amerò per sempre. Amerò sempre ciò che siamo stati. Ed è per questo che farò per entrambi ciò che va fatto....andrò a cercare Senshi. La crescerò. Nient'altro.... e quanto avrai bisogno di me...saprai dove rivolgere il tuo pensiero, o dove trovarmi.> chinerebbe il capo, per poi indietreggiare di un paio di passi, lentamente, come se non volesse allontanrsi, come se non volesse che questo potesse realmente accadere <non ho nulla di cui doverti perdonare Furaya. Sei e sarai sempre la più grande ninja che io abbia mai conosciuto. Piuttosto, spero che tu potrai perdonarti...per qualcosa di cui non hai colpe...e potrai riconoscere tu stessa il tuo valore...> detto ciò volterebbe le spalle, in direzione di Kagegakure <credo sia inevitabile...che le nostre strade si dividano per il momento...così che tupossa trovare quel che cerchi...salutami il terrorista.> e detto ciò, se non venisse fermato da altro, procederebbe lento, sotto la pioggia a testa bassa e mani in tasca, come un cane bastonato a cui è stato appena strappato il suo desiderio più grande: la semplice vita in due, anzi in 3...che hai tempi avevano tanto sognato [end]

17:21 Furaya:
 Il suo volto resta coperto contro la spalla del taijutser, il quale continua a supportarla in un modo tutto nuovo, privo delle incondizionate urla che solitamente lo contraddistinguono. Quel luogo resterà ulteriormente nelle memorie della donna perché è qui che entrambi scelgono di seguire una via diversa da quella che avevano sempre concordato. Lei non riesce a vedere oltre la vendetta personale, l'inconcepibile egoismo per il quale sta rischiando di perdere tutto. Sta lentamente diventando colei che aveva giurato di non diventare mai e sarà tardi - probabile - quando se ne riuscirà a rendere conto con le sue sole forze. Perché è così che lei ragiona: se non ci sbatte la testa da sola, allora non è come dicono gli altri. Apprezza il consiglio, ne farà tesoro, ma deve sbagliare con le sue mani. Non può permettersi di vivere una vita felice perché non potrebbe mai definirla tale. Ha perso tutto, ha lasciato che degli innocenti morissero per combattere al suo fianco e, al tempo stesso, Konoha è stata rasa al suolo. Questa guerra è stato il suo più totale fallimento. Non fa fronte al fatto che anche Oto, Kusa, Kiri e tutti gli altri villaggi siano stati distrutti dalla potenza del Kami perché non le interessa. Già il semplice fatto che non abbia mantenuto la parola data basta e avanza per spingerla in quella direzione. S'aggrappa agli abiti sulla di lui schiena con le dita che si stringono su di essa, picchiettando piano la fronte perché consapevole che ci starà male, consapevole di non poter far altro che far soffrire le persone che la circondano. Le provoca altrettanto male anche il fatto di non riuscire a versare una lacrima, tenendosi tutto dentro finché non esploderà del tutto. Non vuole un'attivazione involontaria dello Yoton, non vuole ferirlo con il suo potere. <Io> Pronuncia a fatica. <non posso che ringraziarti per tutto il sostegno che mi hai sempre dato e che continui a darmi> Si sente in dovere di sottolinearglielo un'altra volta ancora perché è importante, è davvero importante che sappia questo. <e so quanto questo ti faccia male.> Nonostante sia arrabbiata con il mondo intero, non lo è con Saisashi ed il fatto che la stia comprendendo così bene avvalora questa tesi. Il dolore e il peso che sente ad altezza del petto lo condivide con lui ed è fortunata che siano privi del sigillo empatico che prima li legava poiché le basta vederlo così, non vorrebbe anche percepirne le emozioni. E' già abbastanza tragico. Le di lui parole vengono ascoltate, percepite, immagazzinate e ricordate. Non le dimenticherà mai perché sono importanti, perché Saisashi è importante per lei. Nonostante stiano prendendo strade separate, non vuol dire che lei abbia smesso d'amarlo e non vuol dire che non provi affetto nei suoi confronti. <Non mi oppongo alle tue decisioni, così come tu non ti sei opposto alla mia. Resti una parte di me> Gli sussurra ancora in prossimità del suo petto, abbastanza udibile dal suo apparato uditivo che l'è comunque affiancato. <e non potevo desiderare nessuno migliore di te al mio fianco.> No, non poteva affatto. E' più di quel che merita. Snuda ancora i denti, cercando di inspirare a fondo ma facendo fatica. Il suo intero essere è impegnato ad evitare che urli per la disperazione o per il dolore che avverte poiché non merita di vedere anche questo lato di sé. <Ricordami com'ero> E non come sono diventata. <ricordami per quella che volevo diventare> E che invece non sei riuscita ad essere. <ricordale> Alla sua bambina. <che sua madre le vuole bene, che vuole incontrarla almeno una volta se lei vorrà> Una richiesta indiretta anche verso Saisashi. S'è finta forte di fronte a Mattyse, giustificando la necessità d'andare prima a Konoha perché non si sente una buona madre. <e che è sempre parte del mio cuore.> Non ti vergogni di mentire anche a te stessa? Hai pensato solo ed esclusivamente al bene primario del villaggio, diventando più forte e pensando di poterti godere tua figlia anche dopo. E adesso, adesso vorresti vederla? Sei così infame, non sai neanche cosa stai diventando, ma sicuramente non sarai niente di buono e di positivo per chi ti sta vicino. Si stacca da lei, cercando di allontanarsi. Le braccia restano sospese mentre le mani scenderebbero verso i di lui fianchi, in modo che permanga un minimo di contatto. Ancora un po', qualche altro istante resta con lei. Il dolore è percepibile tramite lo sguardo che gli rivolge, e pensare che è sparita quell'espressione da cane feroce che gli ha mostrato inizialmente. Adesso, c'è soltanto Furaya davanti ai suoi occhi, una Furaya che ha perso tutto e che soltanto davanti a chi si fida davvero getta la sua armatura affinché possano raggiungerle il cuore. <Ti amo> Gli sussurra, mentre lei cerca d'avvicinarglisi ancora, di compiere un passo in sua direzione e portare la mano verso il petto, aggrappandosi all'indumento bagnato con quella poca forza che ha. <e ti amerò comunque vada> Perché non ha mai smesso davvero d'amarlo. Non potrebbe. Una parte di lei sarà sempre legata a Saisashi e non perché di mezzo v'è la loro bambina. <ma sappi che tutto questo è soprattutto per Senshi, per la nostra Guerriera.> Quel nome che hanno deciso assieme e che ha un significato veramente speciale. Mostra un piccolo sorriso mentre vorrebbe tendersi, avvicinarsi alle sue labbra e mettendosi sulle punte per arrivarvi. Vi deposita un bacio, tanto piccolo quanto delicato, che incarna il sentimento che per lui ancor prova e che sancisce un punto. E gli permetterebbe soltanto adesso d'allontanarsi, senz'opporre più resistenza. Non smette di guardarlo finché non sarà scomparso, permettendosi soltanto ora, soltanto una volta appena, di far cadere una lacrima che si mischierà alla pioggia e alle loro memorie... Due strade divise possono sempre tornare a incrociarsi e quel che è stato può ancora rifiorire. [ EXIT - P i a n g o ]

Saisashi cerca Furaya, quest'ultima vuole redenzione e si sta avvicinando a Konoha per ottenerla.
In un primo momento, lui non sembra capire appieno le intenzioni della donna, sottolineandole che Konoha ormai non esiste più. Furibonda con se stessa e col mondo intero, l'ormai ex Hokage gli spiega che se lei è risorta, anche il villaggio risorgerà con lei. In questo modo, crede di riuscire ad espiare le sue colpe. Saisashi, invece, vuole smettere di spargere sangue e d'intraprendere guerre, scegliendo una vita completamente opposta a quella che sarebbe dovuta essere la futura moglie. Cercherà la loro bambina al posto suo mentre Furaya porterà a termine il suo egoistico quanto utopistico desiderio. Le loro strade si dividono...