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con Fuji, Saigo, Nene, Naomi

22:34 Fuji:
 A seguito di una sera scura e tempestosa, giunge finalmente una notte schiarita e ben illuminata dalla luna. La flebile luce delle stelle impallidisce tuttavia in confronto a quei grandi grattacieli che circondano l'oasi del settore appartenente al villaggio della Sabbia. La tecnologia dilaga attorno a quel luogo carico di luci soffuse, abbastanza isolato rispetto al resto delle strutture dal renderlo quasi evanescente. Per Fuji il lavoro prosegue come di consueto, con la differenza che si è ritrovato da un giorno all'altro a rendere la sua personale officina di lavoro un negozio che ha iniziato a ricevere qualche attenzione dalla pubblicazione in mattinata di un articolo di giornale. Le mani son lasciate cadere nel piccolo spazio presente tra le gambe, tenendo pigramente un telefono di nuova generazione. Sta leggendo quello stesso articolo probabilmente per la terza volta nell'arco di qualche ora, lasciandosi andare sempre ad uno o due sbruffi intrattenuti di vago significato. La punta delle dita della mancina di tanto in tanto si solleva appena, muovendo gli invisibili fili di chakra collegati a qualcuno che introdurremo solo tra poco... Prima di ciò, la zona circostante. Il grattacielo ospitante il locale nel quale risiede il Chikamatsu è uno di quelli che s'affaccia proprio sul grande specchio d'acqua dell'oasi, caratterizzato per lo più da ampie vetrate cui vetri son a volte nascosti da serrande metalliche che impediscono nella maniera più totale di vedere quanto v'è all'interno d'ogni zona. Chiunque cerchi il moro dovrà attraversare ampi corridoi bianchi decorati di tanto in tanto da alcune piante, per poi prendere l'ascensore - o se masochisti: le scale - per salire ad uno dei piani più alti, dove s'emergerà ad un crocevia che potrà condurre a quattro diversi uffici. Tre di essi son privi d'alcuna luce e inaccessibili, mentre il quarto ed ultimo presenta invece diversi tratti distintivi che potrebbero aiutare chi lo cerchi ad intuirne la posizione. Una scia di polveri di legno parte dall'ascensore e delinea tutto il corridoio, formando poi diversi mucchi che quasi paiono dune di sabbia di fronte all'entrata del locale. Ci si può avvedere di un angolo del corridoio esterno pieno di scatoloni sigillati e persino alcuni manichini di legno privi di qualsiasi tratto somatico; ed infine, la cosa più importante: qualcuno sta spazzando in terra, in maniera un po' particolare. E' presente lì di fronte una figura dai lunghi capelli blu e con addosso una divisa composta da camicia bianca, cravatta nera e giacca, completata da shorts neri ed un paio di guanti. Se in un primo momento potrebbe sembrare un'impiegata ci si potrà accorgere acuendo un poco lo sguardo di come l'entità presenti sul viso e sulle gambe - particolarmente slanciate - diverse linee di progettazione, tipiche proprio delle diverse marionette prive d'estetica lasciate ad un angolo del corridoio. Il chikamatsu, dall'interno, sta sulla sua sedia a rotelle, fissando le ultime linee di testo del giornale e annuendo un poco tra sè e sè. "si..davvero la scelta migliore.." Indossa una canottiera nera ed un paio di jeans, che vanno concludendosi con un paio di scarpe da ginnastica ingrigite immensamente dal tempo e dell'ambiente in cui lavora. Chiunque riesca ad affacciarsi all'interno potrà vedere la sua officina, in tutto il suo orrore: tavoli da lavoro al centro della stanza, cumuli di arti in legno e parti meccaniche cumulate in altissime pile agli angoli della stanza; fili di nylon appesi al soffitto a cui son appesi modelli in legno e metallo di teste, busti ed arti ed infine, ad uno dei lati, una vera e propria fucina incastrata sul muro, attualmente attiva e capace di scaldare parecchio l'ambiente circostante. Forse la cosa più ordinata è un frigobar ad un angolo della stanza, con sopra diversi sticker riportanti impegni d'agenda. Ma torniamo a Fuji, seduto di fronte al tavolo da lavoro centrale, impegnato a godersi le notizie e intanto far spazzare fuori Aozora, la marionetta. La mancina viene sollevata, afferra una tazza fumante di buon caffè e lo sorseggia: scottandosi. E' un istante perché poggi nuovamente la tazza e faccia una smorfia infastidita, muovendo d'istinto le dita da cui son emanati i fili di chakra invisibili e finendo per far compiere ad Aozora un salto in aria che farà sbattere il bastone della scopa usata sul soffitto, spezzandola in due parti e lasciando una parte del bastone incastrata su di esso. Benvenuti all'officina Fuji.... {fili di chakra on} {chakra on } { La marionetta nel corridoio esterno: https://imgur.com/BLAI2Vx.jpg }

22:50 Naomi:
  [→ Fuji Workshop] Ogni passetto gli sta costando più fatica che mai, gli occhietti fucsia rimangono incollati sullo schermo del portatile retto col braccio destro, si scostano solo di tanto in tanto per saettare nei dintorni a controllare che vada tutto bene, che sia tutto nella norma lì attorno a lei. Inspira profondamente ed espira quando torna per l'ennesima volta sul rettangolo luminoso, il suono degli stivaletti neri fa da sottofondo all'ennesimo video di gatti così come alle dita che scorrono sulla tastiera, tra rispondere a messaggi vari e quant'altro, cerca di rimanere tranquilla e rilassata rifugiandosi più nel mondo virtuale che in quello reale < Mh.. Siamo così lontani da casa.. > si volta appena
a gettare lo sguardo indietro, non è da sola ma per ora tanto è alienata che si scorda sia della sorella lì presente che dei due gatti che la seguono, ovviamente Maru e Sharu < Di solito.. Non veniamo qui di sera, Nene.. > una constatazione non del tutto piacevole, anzi, un piccolo brivido lungo la schiena ed il musino che si posa sulla figura della sorella, finalmente, incornicia il visetto della mora e la osserva con un pizzico di ansia, per poi riprendere fiato in quello schermo, calcandosi un poco di più il cappello nero sulla fronte. Vestita perlopiù di nero, in contrasto con il verde acido che stacca andando a donare un po' di colore a quella buia figura che scivolare per le strade assieme alla Doku, ovviamente cammina stando rasente ai muri per evitare la folla e la gente in generale, come al solito insomma, è Nene quella che di solito cammina dal lato nefasto < Ho fatto un paio di ricerche.. Su dove stiamo andando.. > ed appunto tiene una finestrella aperta con la strada da seguire, per quanto Nene sia convinta del proprio senso dell'orientamento non si sa mai. Vi è anche un'altra finestra aperta sullo schermo, incornicia un articolo di giornale abbastanza fresco e recente che pare parlar bene di quella officina verso la quale sono dirette, il che l'ha resa effettivamente curiosa a riguardo considerato che l'altro giorno Benka cercava un luogo simile al quartiere di Oto, eccelso a suo dire, recensioni positive e tutto ma.. Forse quel fabbro di Oto ha appena trovato della degna concorrenza? Si vedrà. Per ora, lei continua camminando e riprende il dire di prima, lasciato in sospeso per lunghi secondi, mentre sorrideva appena nel perdersi in una o due clip feline, ovviamente il volume non è per nulla basso, non gli frega molto di chi possa sentire o meno e oramai Nene dovrebbe esserci abituata no? < C'è un articolo di giornale che ne parla bene.. > forse è bastato quello, assieme alla presenza - e l'insistenza - della sorella per convincerla ad andar quindi da Fuji, nonostante Nao sia più che riluttante ad uscire negli ultimi giorni. Forse le farà bene pensare di avere una possibilità di conoscere qualcuno di forgiargli un'arma o qualcosa di appropriato per difendersi, per quanto non sia il suo interesse primario, è un'idea da non sottovalutare. Poco incline alla violenza e simili, ma non per questo stupida < Dovrebbe essere questo.. > non si è guardata in giro troppo, la zona non è affatto male ma più tiene gli occhi sullo schermo e meglio è, entrano nel palazzo in questione e mentre attendono l'ascensore lei intanto chiude il video dei mici, senza però spegnere il computer, ovviamente, sguardo sul numero dei piani che sale, poi di nuovo sullo schermo ed infine, eccole lì sul piano con quelle quattro porte, una sola a richiamare la loro attenzione dopo qualche passo, vista la luce e la presenza di dune di segatura, oltre a quella di.. Un'inserviente? Un addetta alle pulizie? Lei seguirebbe la sorella, prima la mora e poi la verdina, sempre e comunque, tiene lo sguardo so Aozora e si avvicina cautamente, lenta, incuriosita ma allo stesso tempo incapace di mettere da parte quel timore passivo dentro di lei < A-ah..! > è un vocalizzo spezzato di puro spavento quando il movimento repentino ed inatteso della marionetta la porta ad infilare la scopa nel soffitto, uno spavento che Fuji probabilmente potrà anche sentire e che magari le annuncerà anche, ma ora c'è da convincere Naomi che quella figura non sia pericolosa, visto che lei la sta guardando con gli occhi di un cerbiatto impaurito, un paio di istanti prima di tornare sul computer, anche i due gatti guardando perplessi la marionetta. { Outfit : https://www.pinterest.it/pin/374854368993197180/ }

23:26 Nene:
  [Officina Fuji] Fuji. Così quel pugnetto d'astio e meccanismi arcani ha aperto una bottega? Quando Saigo l'ha messa al corrente della notizia, almeno nei primi istanti - s'era spergiurata di non dar a quella sanguisuga dai capelli di fragola nemmeno mezzo penny bucato tramite delle probabili ed ipotetiche commissioni. E invece. Eccola rimarcar i marciapiedi del distretto di Suna - arrampicandosi con lo sguardo tra pareti e persone. Un pesce fuor d'acqua, ma pur sempre un pesce capace di nuotare maledettamente bene. Nonostante tutto Nene sembra essersi adattata al cambiamento, abbracciarlo, comprenderlo. Divenire sabbia bagnata nelle mani dei kami - plasmandosi a piacimento del destino, del luogo, delle persone. A differenza di Naomi - spalmata contro il muro - lei par parte di quella giungla, camminando tra le persone e muovendo inconsapevolmente spalle e busto al fine di schivar chi le passa troppo appiccicato. Compresa Naomi. < Ha aperto una bottega uno. E io ho bisogno di cose. > Non specifica, non c'è bisogno che Naomi sappia proprio tutto - anzi - ogni tanto, o più di ogni tanto, ritiene sia opportuno ch'essa sappia giusto il minimo indispensabile. Giusto sapere che è viva, respira, e fa' cose avvezze a chi è conscio delle proprie capacità fisiche. < Si chiama Fuji. E' -- > Come descriverlo? Per qualche attimo nel tentativo di darle qualche assaggio su quell'elemento - le si aggrottano le fini sopracciglia, ricreando un espressione curiosamente confusa. < Ti piacerà. > Un tono mesto le sporca la bocca, le fa' schiuder le labbra alla volta del nulla - dal punto che non le ha rivolto il viso nemmeno per un attimo. Riempie con i fianchetti un tubino in tartan dalle tonalità pallide, tra il grigio, il nero ed un bianco sporco che sembra amalgamarsi al tutto, piuttosto che scinder colori ben precisi tra di loro. Le spalline strette del vestito s'accostano ad una basic shirt di cotone, pallida, dalle maniche pigramente arricciate in quelli che dovrebbero essere circa due risvolti verso l'alto. Sembra sospingersi in un avanzare sporcato dal carattere; un coadiuvarsi tra decisione ed l'esser affilati come lame appena molate. I tratti. Gli occhi. Le ciglia color carbone appena ricurve. L'osmosi tra bellezza grezza, ed il portamento di chi della bella non si fa' vanto - stringendola nel proprio pugno, ma senza considerarla mai davvero una propria fedele amica. Polpaccetti affusolati rimangono strozzati tra gambaletti in cotone nero, semplici - ed un paio d'anfibietti platform dalla punta notoriamente metallica che la risollevano di qualche centimetro - donandole un altezza estera, per quelli che sono i canoni che conosciamo. I capelli, quel medio carrè d'ebano - raccolti dalle tempie alla metà del retro del capo in un fiocchetto color caffè. Lo stesso colore del tre quarti che indossava fino a qualche attimo fa'. Un choker in velluto al collo lascia a mezz'aria la testa di lupo tipica dei cacciatori di taglie, perchè nasconderla in fondo? Perchè nascondersi dietro un dito, quasi si può tranquillamente vestire del terrore? Quando può esser oggetto di sguardi e pensieri. E' divertente. Lo è, almeno finchè lo trova tale. E sapete cos'alto è divertente? Aozora. S'impala quando la vede fuori dalla bottega - con le manine a riposare accanto ai fianchi. Sospinge piano una borsa in stile accademico, nera - verso i lombi - muovendosi proprio in direzione d'essa. < Non urlare Nao, la spaventi. E se la tua motivazione è: Mi sono spaventata per prima. La mia risposta sarà corrispettivamente: Alza gli occhi dal cellulare e vedrai che nulla può spaventarti. Ne' ferirti.> Le riserva gocce d'astio, come se non potesse in alcun modo accettar quella piccola ferita che s'è procurata giusto qualche settimana fa'. I polsi si portano appena indietro rispetto ai fianchi, le ginocchia flettono il peso abbassandone la mole, rendendola un minuto bocciolo di baccara pronto a spiccar un salto. Veemente. Morbida. Sfiora con il bordo della gonna Aozora - facendole il pelo nel tentativo d'appendersi a quella metà di scopa rimasta conficcata nel soffitto. < Agh! > Un versetto dovuto allo sforzo, per quanto minimo - tirando appena e ciondolando pigramente i fianchi avanti ed indietro al fine di ricader a terra, con l'altra metà stretta nel pugno. < tieni - > Piatta, fosse riuscita a ricader sui plantari - si leverebbe offrendo alla marionetta quel pezzo mancante. La osserva. C'è del fascino - o forse è la marionetta ad esser affascinante? Tra legamenti, lineamenti - socchiude le palpebre affogando quell'oceano dietro un sipario buio - e riversando la propria precaria attenzione verso l'ingresso, o la porta, o Fuji - se solo fosse in vista. < ne - ne, Fuji... > Più che varcar l'ingresso dell'officina, al di la di quel corridoio bianco e di quelle dune di segatura - la voce blandamente annoiata di Nene sembra voler richiamarlo a se'. < Proprio il giornale della foglia dovevi scegliere... > Ed eccola sbucare, abbracciando uno di quei manichini privi d'anima e fili - senza tratti e senza nome. Muove la manina del manichino sul profilo della porta, salutandolo - lamentandosi - facendo un po' tutte e due le cose. [outfit: https://i.pinimg.com/736x/b6/90/45/b69045e0bd163756fa6854cd763a2771.jpg]

Sapete da cosa si riconosce una brava segretaria? Dalla dedizione verso il suo lavoro e le persone che vorticano nel proprio piccolo universo. Infatti la donna che ora il fato sta osservando non è altro che una piccola signora di mezz’età che lavora nell’accademia di Suno, luogo dove Fuji l’ha già incontrata ma dove, soprattutto, spesso si ferma fino a tardi. Proprio per questo motivo la donna oggi sta salendo le scale, perché l’ascensore era occupato, fino al corridoio che porterà verso l’appartamento di Fuji. Durante una delle sue ultime sessioni di intenso lavoro all’interno dell’accademia il ragazzo ha dimenticato una chiava e brugola, che nemmeno il fato sa bene cosa sia esattamente come questa donnina dai capelli chiari, forse biondi forse semplicemente grigi. Chi lo sa la luce non permette di comprenderlo, anche perché indossa un bellissimo cappellino in feltro marrone con un fiorellino sul lato destro beige. Dettagli poco importanti al momento, la donna dopo una lunghissima scalata su per le scale, qualche pausa ed un fiatone decisamente non invidiabile raggiunge il piano desiderato. Respira in maniera affannosa e rumorosa, quasi come uno zombie percorre il corridoio senza nemmeno notare i mille dettagli, lo sguardo offuscato dalla fatica e dal sudore. Insomma, non è stato facile arrivare fin qui. Si porta dunque fino all’ingresso e sbattendo un paio di volte le palpebre mette a fuoco cercando la porta per bussare educatamente <Fuji-sa> la vocina si interrompe, evidentemente imbarazzata. L’urletto spaventato della strana gattara lascia ben poco spazio all’immaginazione e la presenza dell’altra bella ragazza poi. Dopo l’ultima scena a cui aveva assistito pensava che, seppur incline ad atti zozzi in luogo pubblico, fosse fidanzato con quella bella ragazzina vivace dai capelli biondi <ehm> non sa nemmeno cosa dire, alza la mano destra e mostra l’oggetto che l’ha spinta a quella scalata fino a lì. Lo osserva ancora apre la bocca <questo è suo> e con queste parole lo appoggia proprio sull’ingresso e poi fugge, senza accorgersi del grosso abbaglio che ha preso ma lasciando ben intuire nel suo sguardo il fraintendimento. Così pare che quel ragazzino sulla sedia a rotelle così strano da passare il tempo chiuso in accademia a creare cose abbia in realtà una vita sentimentale molto attiva [buona continuazione]

23:49 Fuji:
 Alla fine di tutta questa storia forse non è Fuji ad essere sfortunato ma ciò che lo circonda. Tipo i muri del corridoio esterno ed a livello generale la sua sedia a rotelle, che ancora può essere udita soavemente piangere e pigolare quando inizia a spingere le ruote. Sente il boato causato dalla scopa ed immediatamente gli occhi s'abbassano sul caffè presente, fissando quel liquido fumante e fissandolo con una veemenza non indifferente. Ci ritornerà tra poco, ma prima...un urletto. déjà vu. Immediatamente il mento del Chikamatsu viene sollevato e le profonde pozze nere s'impuntano sul vetro che s'affaccia all'oasi, fissando la luna. E' un momento contemplativo importante, in cui la vera fabbrica dello spazio tempo si piega al suo cospetto per assistere a quel suo sguardo interrogativo nei confronti dell'universo stesso: perché io? Poi, inizia a spingere le ruote della sedia, avvicinandosi all'uscio della porta per assistere alla scena in corso. Gli occhi si posizionano istintivamente sul pezzo di scopa attaccato al soffitto in contemporanea al momento nel quale Nene compie un piccolo sforzo per recuperarla e portarla in direzione di Aozora. "Pft.." Una risatina contenuta del fabbro, impegnato ad osservare con un sorriso appena accennato quella gentilezza data al suo capolavoro. Le dita della mancina, poggiata sulla sedia, si sollevano appena, quasi come fosse un ticchettio. In verità, fa reagire l'entità vestita di lapislazzulo. Il capo si piega appena di lato, con i lati della bocca che vengono tirati in un movimento ancora non perfettamente naturale per tirare il sottile strato di gomma presente e far parere che la marionetta sorrida a Nene, per poi afferrare il pezzo di scopa ricevuto, allineandolo a quello posseduto in mano e nascondendo la spezzatura impugnandola proprio da dove questa s'è originata... Ciò non rende l'oggetto aggiustato, nè riparerà il soffitto, ma almeno intrattiene. Finalmente s'avvede delle due ragazze giunte il moro, aggrottando appena la fronte nel veder Nene e tornando ad un'espressione neutrale nell'inquadrare Naomi ed i gatti che la seguono. "Benvenuti alla bottega di Fuji..O qualcosa del genere.. " scuote la mancina di fronte al viso, permettendo eventualmente a chi la osservi di realizzare come lungo i gomiti ed i polsi siano presenti alcune linee di costruzione simili a quelle di Aozora: che sia anche il suo braccio una protesi meccanica? Aozora, intanto, s'allinea al ragazzo e compie un profondo e repentino inchino di novanta gradi, imparato recentemente dal suo neo sponsor. "Ohy..è stato un affare-- che succede?" Domanda interrompendo il commento rivolto alla conoscente e cercando di analizzare qualche attimo di più i nuovi presenti. Un cenno vien fatto ad entrambe, quasi ad invitarle ad entrare all'interno, ma prima che ciò avvenga spunta alle spalle di tutti loro una figura familiare. Gli occhi fissano il sudore sul viso di lei e poi l'oggetto che sta trasportando. Poi, lo sguardo. "..." Rimane in silenzio, osservandola fuggire. Aozora raccoglie l'oggetto e lo mostra a Nene. Fuji intanto inspira, con qualche goccia di sudore che si forma lungo il viso. " Scusate un momento.." Ruota la sedia di 90 gradi circa, rivolgendosi all'ampia vetrata del corridoio e fissando nuovamente la luna. Batte le ciglia, incrocia le braccia e lascia andare il fiato accumulato. Una volta ancora, perché lui? E finito il dramma torna lentamente a ruotare la sedia verso la porta, entrando e facendo un cenno perché venga seguito. "Entrate entrate, parliamo dentro... I gatti prendili in braccio, se vuoi ti aiuta Aozora" considerando che Naomi ha le mani un po' occupate "C'è un divanetto dove possono sistemarsi senza rischiare di ferirsi" Si insomma, son presenti parecchie polveri e non vorrebbe ferire degli animali. A proposito del divanetto: è vero che ce n'è uno. E' vicino al frigobar, ma è per metà occupato da un inquietante burattino di legno sistemato a gambe divaricate su un cuscinetto. "E' successo qualcosa a Saigo?" Chiede alla collega, voltando appena il capo. {chakra on} {fili di chakra etc}

00:04 Naomi:
  [Fuji Workshop] Più che qualche annuire rapido, non avrebbe risposto in alcuna particolare maniera alla sorella se non muovendo la testolina verde acido a ritmo con quel vocalizzo, storce il nasino ed il musino si inasprisce, sguardo che si assottigliato a puntarsi sulla moretta < Non prendermi per stupida Nene, so dove stiamo andando.. > e sospira, sostanzialmente va più o meno ogni volta così, Nao è solita cercare su internet qualsiasi cosa in tempi record mentre Nene è sempre pronta a beffarsi di quelle sue ricerche seguendo il proprio ego ed i propri modi di fare, tanto che il più delle volte, quando lei lascia fare alla maggiore, non succedono altro che guai. Se gli piacerà o meno, si vedrà, ma considerati i gusti insoliti di Naomi probabilmente potrebbe trovarsi più a suo agio in un laboratorio di marionette e simili che in una piazza, sì, di questo ne siamo abbastanza sicuri. Comunque, tralasciando questo piccolo scorcio che si frappone fra l'ingresso nel palazzo e il prendere l'ascensore, ad onor del vero, la scenetta di Aozora ha anche un che di divertente, il come quella metà di manico si conficca nel soffitto, andando a ricreare un buco che porterà con se un ricordo indelebile, tutto sommato sarebbe anche buffo se non fosse per l'eccessiva ansia di Naomi, la quale è stata turbata dal suo idilliaco perdersi nel proprio mondo più dal rumore improvviso, piuttosto che dall'accaduto in sè < N-non mi sono spaventata.. > oh sì, il tono di voce aiuta sicuramente a rendere tutto più credibile, rimane sul portatile e solleva lo sguardo sulla sorella, gli occhietti fucsia la incorniciano ed un lieve e sommesso mugolio è il sottofondo di quel suo riflettere sul da farsi. Forse potrebbe presentarsi come una ragazza normale e senza il computer in braccio? Sarebbe un modo per non farsi etichettare come stramba sin dal principio < Mmmh.. > ed effettivamente ci pensa, riflette sul mettere da parte quel dispositivo come la sorella gli dice ma.. Niente, finisce per scuotere la testolina e nel farlo code con la coda dell'occhio Maru e Sharu, entrambi vicini ad una delle dunette di segatura, la femmina, più posata ed accorta, annusa quella pila di truciolato fine con fare curioso, mentre invece il maschio, un po più goffo e tonto, dopo un primo saggiare della consistenza con una zampotta, ci si tuffa dentro < Ah- Maru! Possibile che devi sempre..? Uff.. Lasciamo perdere.. > e scuotendo la testolina tornerebbe sul computer, seguendo intanto Nene che si avvicina a quel manico di scopa spezzato, lo estrae come se fosse una spada leggendaria mettendoci buona parte del proprio impegno, mentre intanto Nao rimane ad un buon metro di distanza, osservando meglio la figura della marionetta dai capelli blu, le palpebre che sbattono un paio di volte mentre lei saluta e sorride a Nene ed alla verdina serve ancora qualche istante per rendersi conto dell'entrata in scena di Fuji, l'utilizzatore di quella opera d'arte, ovviamente la sedicenne non collega minimamente il fatto che lei sia una marionetta, è semplicemente rapida dalle fattezze della costruzione umanoide e quei capelli blu elettrico la affascinano non poco, tanto che si avvicina piegando il busto in avanti, mentre Maru si rialza e si scrolla, la giovane gattara che tiene la boccuccia schiusa in una tonda vocale di ammirazione < Oh..? Woah Nene.. Ma è bellissima, hai visto? > e si rilassa un po', le guancette si fanno rosse mentre gli occhi si illuminano appena, sembra che lei sia a metà tra l'aver compreso che quella figura sia finta, ma allo stesso tempo umana, un qualcosa di insolito che gli fa sentire come un filo di innocenza, la possibilità di approcciarsi ad una creatura falsamente animata, forse per il semplice fatto che non potrà mai rispondergli? Probablie, forse legno ed ingranaggi per lei sono meglio di carne ed ossa. Sì, dev'essere così < Uh..? > si volta verso il giungere di quella signora, mentre si riavvicina appena ai gatti per dare una lieve pedata sul culotto a Maru, quello miagola appena infastidito e drammatico ma d'ora in poi gli staranno vicino, anzi, sembrano incuriosirsi ancora di più nei confronti di Aozora, visto che Naomi non si è distanziata più di tanto da quella marionetta. Riguardo la signora non dice niente, ma ehi, almeno ha tenuto lo sguardo su qualcosa che non fosse il computer per quasi cinque minuti, giusto il tempo di tornare su Fuji che prima di invitarle ad entrare riceverebbe un timido < Ciao.. > e la mancina libera che si agita appena verso il moro, seguirà il gruppetto entrando per ultima e così faranno i gatti, ai quali poi verrà indicato il divanetto, sul quale volenti o nolenti si dovranno mettere comodi. Naomi, che avrebbe provato ad entrare stando al seguito di Aozora, vedrebbe quindi di dedicarsi quasi del tutto a lei, è come se se la vuole fare amica, il che è infinitamente strano considerato il suo problema con il sociale, probabilmente l'ha scambiata per qualche personaggio di un videogioco ed è per questo che ci si trova così a suo agio < Ah.. Ehm.. Quindi ti chiami Aozora..? E.. Dimmi Aozora, ti piacciono.. Tipo.. I video dei gatti? > fateglielo capire che non gli risponderà veramente, non verbalmente almeno, ma lei intanto ci prova e rimane lì con il portatile in mano, tra il divanetto e quella marionetta che l'ha rapita, per quanto tornerà brevemente verso Nene < Nene.. Chi è Saigo? > domanda curiosa, tornando sul computer a cercare un video da mostrare ad Aozora prima ancora di ricevere una risposta.

00:27 Nene:
  [Officina Fuji] Le piace, Aozora. Le piace come potrebbe piacerle un top nuovo, o un paio di pantaloncini. Il riflesso plumbeo in quell'iride azzurra risale la figurina del manichino da dietro la spalla del proprio - quello arraffato da uno degli scatoloni e mosso per salutare il Chikamatsu; avvolto tra braccia esili in modo fallaci - si ritrova come un drappo trascinato quì e lì, esanime, con gambe e arti pesanti mossi manualmente dalla giovane salamandra. Le leve inferiori, così smodatamente lunghe ed affusolate, carezzano il bordo stretto della gonna trascinando il proprio passo oltre la soglia - oltre la stessa Aozora - oltre quella signora che le passa accanto ricevendo da Nene solo uno sguardo di mera curiosità. Che sia una vicina? O magari - solamente qualche altra artigiana del palazzo? Lo sfarfallio delle palpebre sembra allontanare ogni cenno d'interesse verso di lei, riprogrammandosi per una lenta camminata verso l'interno della bottega dove s'estrania da Naomi - s'estrania dallo stesso Fuji - ed anche dalla bella Aozora. Attratta da quella vetrata e da quella vista come chi non ha mai visto la luna fino ad oggi. Il pallido riflesso sul vetro l'anima, la sospinge a schiuder le labbra come vino speziato - esalando un respiro muto. Svuota la cassa toracica. Smuove pelle, petto, anima. Chissà cosa le frulla in testa. Chissà cosa ha visto d'interessante oltre quella vetrata. Il manichino in ostaggio finisce svuotato a terra, come abbandonato da quel soffio d'anima che prima - Nene - gli aveva regalato. Lo stesso soffio d'anima che, con il viso di Fuji, anima la sua novella marionetta. E' a lei che presta attenzione, soprattutto al riflesso del viso - quel sorriso. Le giunture. Gli abiti. C'è qualcosa, in tutto questo, che la vuol veder ritrarre Fuji mentre perseguita l'ordinario del render umano - qualcosa che d'umano non ha niente. Curarla. Vestirla. Pettinarla. Zitta. Forse è rimasta zitta così a lungo, da apparire inquietante, o eccessivamente affascinata. < Saigo è una ragazza con cui ho lavorato. E' un attrice e-- finisce sempre per inseguire i ruoli di cui si fa' carico. Una volta lavorò con me, in una caccia. Da quel giorno siamo... > Amiche? Conoscenti? Nel palmo della propria mano vorrebbe farci finire l'avambraccio affusolato di Aozora, sfiorandola con l'interesse di chi osserva una macchina costosa - nuova - ben fatta. L'occhio critico e malsano di chi preme contro i lividi per vedere se fanno abbastanza male. Deve sentirsi solo? Così tanta cura, perfezionismo - il riflesso di qualcosa d'umano. O forse Fuji è un perfezionista. E quel discorso abbandonato a metà muore nel tentativo di rifletter le proprie dita sul visino pallido della marionetta - osservandola, osservandone i dettagli. Il viso. Il seno. I fianchi. E la tocca, con la nonchalance di chi non ha nulla da temere dall'altro lato. < Ad ogni modo sta bene - oh, Saigo se la spassa. > Ammicca il tono, appena pigolante, alludendo verso se stessa a quella serie di messaggi che si sono scambiate nel tentativo di darle qualche consiglio sul cosa fare con un uomo. Dovrebbe dirlo a Fuji? Ci pensa pure ma la risposta è: NO. Non vorrebbe mai rovinare la loro relazione. Quando finalmente ha finito d'importunare Aozora, le lascerebbe una carezzina di lato al capo - devolvendo la propria attenzione lì dove si può appoggiare. Scrivania, sedia, poltrone - qualsiasi superficie vagamente comoda. < A dire il vero sono venuta per te, mi ha detto Saigo della tua officina - o bottega - ed ero interessata ad un paio di lavori da metterti in lista. Con la riscossione delle prossime taglie potrei pagarti. > Accenna sfilando dalla spalla la borsa, lasciandola cadere lì dove capita -sedia, o scrivania che sia-. < Tu, stai bene? > Ed ecco anche i convenevoli, alla fine. Lo sguardo blando si trascina con la pesantezza d'un immane macigno verso lo stesso Fuji - asfissiandolo. < Te la scopi? > Il mento volpino da un colpetto alla figura della marionetta, infilando sistematicamente la domanda - tra quelle di convenevoli che si fanno ai propri amichetti. Proprio dopo il: Come stai?

00:59 Fuji:
 L'officina è un disastro. Tipico proprio di quelle persone che si fan carico di un'arte che tende ad estraniare molti altri aspetti della quotidianità. Che sia un artista o semplicemente qualcuno un po' folle non lo sa neanche lui di preciso. Veste il suo vestito con una cura e diligenza non troppo differente da quella applicata nel muovere i fili di Aozora ed ogni altra marionetta ben meno curata presente a giro. Fuji rimane assorto in profondo silenzio quando la propria creazione riceve così tante attenzioni, più di qualsiasi altro elemento presente in quel luogo denso di curiosità. Lo sguardo caratterizzato da quell'abisso nero rimane neutrale, sorride poi con gli occhi abbassando tanto appena le palpebre e dando l'illusione che i suoi occhi non riflettano alcuna radiazione luminosa. Vuoto, di parvenza, più di Aozora. Si riprende da quello stato quando il gatto della nuova presente inizia a crogiolarsi in qualche in cui non dovrebbe, sul lato del viso si formano due goccioline di sudore ed intanto va avvicinandosi al centro della stanza, aprendo un cassetto e prendendo una spazzola che lancia con un moto parabolico ad Aozora. La marionetta afferra al volo lo strumento e lo tende in direzione di Naomi, attendendo una sua reazione per poi dedicarsi alle attenzioni ricevute. Entrambe le mani guantate vengon sollevate di fronte al petto e le dita vengono fatte incontrare senza permettere ai palmi di venir mai a contatto, posando con quel sorriso di gomma tirato. Segue poi Fuji a parlare. "Son certo che apprezzi.." Il sorriso del marionettista è simile a quello di Aozora, forse un po' meno bello, un po' più tirato. Nene è indisturbata nei suoi atti, riesce a sfiorarla e coglierne col tatto ulteriori informazioni sulla lavorazione. La pelle ha un sottile strato morbido, simil-gomma, ma una pressione poco più elevata di un tocco delicato rivelerà una durezza inumana sottostante. "Meglio per lei. Ultimamente sembra più attiva del solito-- stai un po' esagerando tu" Assottiglia lo sguardo mentre la mora continua a tastare forse troppo la sua creazione, portandolo a voltare lo sguardo sui due gatti e seguendone i movimenti per diversi secondi. Intanto, braccio destro viene sollevato verso il soffitto, tendendolo e facendo schioccare appena un osso. Un suono che potrebbe perdersi assieme a quello della fucina, dei gatti..o anche soltanto del vento che sbatte sulla grande vetrata. "Eh? Non faccio prestiti.." Fa il lamentevole, facendo ruotare la sedia a rotelle in maniera tale che dia le spalle al tavolo di lavoro presente al centro. La mano destra s'alza pigra, indicando con le cinque dita il frigobar e lasciando che il suo chakra scorra attraverso esse per generare degli invisibili fili di chakra indirizzati al frigo, causandone l'improvvisa apertura e la presa di due lattine di soda al limone ed una birra. "Al volo" poco energico avvisa entrambe le ragazze, utilizzando i fili invisibili per lanciare le due sode con moto lento e parabolico a loro e la birra invece a sè. Aozora è adesso attaccata a Naomi, il capo della marionetta vien fatto piegare verso il basso per fissare il dispositivo altrui, facendo cadere nel processo qualche ciocca di capelli sul capo della verde. Entrambe le ragazze potranno avvalersi di un sentore profumato proveniente dai capelli, come un profumo che porta con sè il ricordo dei sapori dell'oceano aperto. Pungente, senza dubbio. "Sto bene, come sempre. " annuisce appena "Cosa vi serve, comunque?" Chiede ad entrambe, fissando con occhi di pesce Naomi potenzialmente impegnata a mostrare ad Aozora dei video...sui gatti. Forse dovrebbe far gestire alla marionetta il locale. Potrebbe installare alcune modifiche.. Ma per ora, ciò che fa la sua creazione è annuire appena, offrendo le sue finte ma sentite attenzioni. Fuji si dedica invece alla sua lattina di birra: la apre, ne beve un sorso, poi sputa qualcosa a terra a seguito dell'intervento finale della conoscente. Aozora smette per un momento di reagire agli stimoli. "Ti sembrano cose da dire..No." stranamente spiazzato. Ci riflette appena e nuovamente "no, no, no. Non mi permetterei neanche se volessi." Non che voglia. {chakra on} {etc etc}

01:24 Naomi:
  [Fuji Workshop] Lei è lì, con un lieve sorrisetto in viso, che preme tasti scrivendo sulla barra di ricerca e dopo un paio di rapidi click ecco che, senza pensarci due volte, si affiancherebbe timidamente verso Aozora, lo fa con riguardo ed attende che Nene finisca con tutto quel suo tocchicciare per rispondere alla moretta, dopo averla guardata annoiata per lunghi istanti mentre importunava la marionetta, ora con delle ciocche blu a mescolarsi con quelle verdi - dovute ai geni Doku - della sedicenne, una fraganza quanto più simile a quella di una gomma da masticare a mescolarsi con quella pungente dell'oceano, miscuglio insolito ma insolitamente apprezzabile < Mh.. Ho capito.. > risponde per un attimo riguardo Saigo, anche se appunto la Doku lascia che quella sua frase rimanga in sospeso, la verdina coglie la parola attribuibile annuendo appena, per poi far appena spallucce e sollevare appena il mento all'insù < Tanto è Nao la preferita di Nene.. > mormora un po' imbronciata tra se e se, lieta poi di potersi dedicare al marchingegno umanoide al suo fianco, che nel frattempo gli avrebbe anche procurato una spazzola per levare la sabbia legnosa di dosso da Maru, il quale si sta rotolando con relativo fastidio lì sul divanetto < Ah.. Mh.. Sì un attimo.. Puoi tenerlo Aozora? A-attenta eh.. Ci tengo molto.. > e si fida pure a lasciarle il portatile in mano, li che non è cosa da poco, forse vede del potenziale di perfezione in quella diligenza a tratti sbadata, il migliorarsi di una creazione di tale portata, giorno dopo giorno, in maniera quanto più simile all'essere umano. Sguardo del colore dei cristalli di quell'altra casata di Oto, del quale porta i geni, con se a danzare appena per quella fucina, sono occhiate rapide e leste ma che si prendono il tempo per cogliere un che di affascinante, forse il fatto che ci sia così tanto materiale pronto a prendere vita in un certo senso rende quel posto così silenzioso, apparentemente banale e scialbo, un laboratorio magico e dal fascino oltre le righe < Oh..! Grazie.. > prende al volo la lattina e la stringe tra le mani nella quale già aveva la spazzola, poggiandola sul divanetto una volta che lo avrebbe raggiunto, passetti più o meno rapidi per giungere in soccorso del gattone verso il quale la gatta stava scuotendo la testa, quasi imbarazzata di un tale comportamento indecoroso < Sei sempre il solito danno Maru.. > bisbiglia con il gatto mentre lo spazzola levandogli di dosso un po' di peli così come la fine segatura, tornando quindi in direzione di Aozora, dando le spalle a Nene che nel mentre pone quella domanda del tutto impudica verso Fuji, alludendo chiaramente all'ignara ed innocente marionetta < Nene.. > è il suo rimprovero nei confronti di quelle parole da lei usate così, con infinita leggerezza - che è come fa di solito - e nonchalance, uno sguardo piatto mentre si volta per riposizionarsi affianco ad Aozora, meno male che Nao non ha colto effettivamente il di lei alludere proprio a quella dai capelli blu, scuote appena la testa la sorellina, volendo riavvicinarsi al portatile, che se comunque reggerà Aozora non gli dispiacerà, anzi, ne approfitterà per stapparsi la lattina. Lascia che Fuji dia sfogo al proprio imbarazzo ed intanto fa partire un video di gatti da mostrare alla marionetta < Oh, questo è divertentissimo c'è un gatto che cade in un acquario inseguendo un laser.. > e ridacchia a labbra serrate facendo partire il video, mentre piano piano inizia a sentirsi a suo agio in quel posto, si rilassa e distende passivamente i nervi, quasi senza neanche accorgersene, non si ricorda manco più dell'essere in una forgia e che potrebbe informarsi su un arma per difendersi, anzi, c'è un altra cosa che gli viene in mente < Ahn.. Voi.. Tipo.. ve ne intendete di cose da Ninja..? > domanda con titubanza, sia verso Nene che verso Fuji, senza rivelare tutt'ora alcun perchè a giustificare quel quesito, ha fatto delle ricerche per - eventualmente - diventare più forte, solite infinite ricerche da potenziale procastinatrice che si fanno di notte piuttosto che rankare, che l'hanno portata ad alcuni rumours curiosi.

01:38 Nene:
  [Officina Fuji] Un riflesso incondizionato la porta ad accostar le dita - indice, police e medio - alla parte inferiore d'un nasino pigramente disegnato all'insù. Carpir odori e sapori differenti. Analizzare, eviscerare, raschiare dall'interno. La superficialità è il suo forte e paradossalmente, non nel senso che solitamente vestirebbe questo termine. L'ombra nera di quella corona che troneggia sugli occhi si staglia mansueta - ricrea un dipinto sornione, volutamente in continuo contrasto tra l'apatico e il luciferino. Esala un respiro curando con la coda dell'occhio quel che fa' Naomi, impegnata ad intrattener Aozora ed intrattenersi a sua volta. Se è lei ad aver bisogno del marionettista, perchè se l'è trascinata dietro? La risposta apparentemente semplice è una: Ha paura. Dopo aver visto la ferita che s'è procurata al fianco, la propria mente è stata in grado di macchinar visioni incomprensibili - ipotesi che l'hanno scossa, con il solo sfiorar della punta delle dita. Il timore di perdere al gioco della vita. O di giocarsi quel piccolo pupazzetto dai capelli verdi ed il fisico minuto che è sua sorella - e rimanere veramente, veramente, sola. Scinde l'ideale di un Nobu nella sua vita. L'ideale di bozze d'amici, cartonati di quel che vorrebbe dire in realtà quella parola. Perdere il suo legame con la realtà. Con la guerra. Con la vecchia Oto, oramai putrido pozzo di rovine. Quando la voce di Naomi macchia il proprio silenzio - si sporge distrattamente verso di lei, ripiega gli angoli di ciliegia verso l'alto - irrompendo tra tratti costantemente muniti di una strana pigrizia. < nh-nh > Annuisce, la fa' felice con relativamente poco - com'è il suo solito. E solitamente avrebbe allungato la mano, come adesso. Le avrebbe scompigliato il capino. Fatto una coccola. Ma ecco quella mano allungarsi alle spalle di Naomi, andar per toccarla - ma ritirarsi un attimo prima che questo avvenga davvero. < mhn... > Un mugolio rantola in gola, s'espande come fiele e ringhio al tempo stesso verso il palato mentre leva le dita macchiate da un sottile strato di cipria appena rosata - la stessa che anima il viso della marionetta. Il polso rotea minuto, vede quelle due dita slittar sulla pelle in un moto orizzontale -dal nasino, alla gota- lasciando due lineette appena più rosee del suo incarnato naturale. Si fa beffe di lui e - sebbene possa esser una provocazione implicita - lo fa' risalendo quel vitreo specchietto nero che sono gli occhi dell'altro. C'è qualcosa che la spaventa, infondo. O forse qualcosa che anima Fuji rendendolo una creatura differente. Le terga s'appoggiano al bordo della scrivania e con un balzo leggero, finirebbe per sedercisi sopra accavallando le gambe. < non è credito se me le dai una volta che t'ho pagato > E non farebbe una piega - del resto, non vuole sconti - non vuole accordi - non vuole nemmeno dei prestiti. Che poi i soldi delle taglie siano centellinati dal mese di troppo da pagare nel capsule apartment - quello lo omette tranquillamente. Troverà il modo. Lo ha sempre fatto, del resto. Il palmo accoglie la soda, un movimento pronto al riparo - fatto senza alcun particolar sforzo ne attenzione dimostrata. Non dovrebbe dire queste cose? Osserva la marionetta mezza di sbieco - ricurvando piano il capino così ordinato da renderla pubblicamente un figurino a modo. Accademico. Pulito. Un onesta servitrice della patria e della preservazione. Rotea piano la soda, come un bastone da majourette - e mentre lo fa' le coscette si liberano della presa l'una dell'altra. < No? Io lo farei se fosse mia. > ... < E' così reale. > Uno spiffero mieloso - distende docile il busto - retrocede con le spalle, con quel vestitino attillato che la spinge a tener le gambe unite - ciondolando solo le caviglie nel vuoto, avanti - ed indietro. < Quasi. > Quasi, perfetta. < Ad ogni modo stavo pensando ad un esoscheletro per le mani. Qualcosa che possa coprir le nocche, ma non il palmo. Tipo un tirapugni - ma non da impugnare. > Accenna. < Un rinforzo. > Il pigolare spiega in breve cosa vorrebbe - per poi rivolgere il viso verso Naomi e la sua domanda. Inutile replicare sorpresa - quando il sopracciglio corvino s'arcua ed accentua, incuriosito. < Ti sei di nuovo dimenticata come s'impasta il chakra? >

02:09 Fuji:
 Lo sguardo del ragazzo devia dalle due presenti, dando loro il profilo e rivolgendo le proprie attenzioni al tavolo da lavoro, dal quale fa per aprire alcuni dei tanti cassetti presenti per prendere una serie di viti e pezzi di metallo tagliati, sottili, ma decisamente non lavorati. Pezzi che ha preparato durante una delle visite ricevute, pronte ad esser forgiate in un prodotto che non smetterà mai di andare di moda tra i ninja: lame, spade, katane, wakizashi. Prende inoltre altri blocchi ma questa volta in legno: sandalo, ciliegio, ebano. Materiali pregiati dei quali non può fare a meno qualsiasi sia il lavoro sul quale finirà per mettere intagliata e nascosta da qualche parte una firma. La lattina di birra viene sollevata ancora, sorseggiandola e ritrovandosi poi a fissare senza interesse il proprio riflesso sfocato e distorto sull'alluminio. Attende, spostando la coda dell'occhio sulle interazioni in corso tra Naomi ed Aozora e muovendo appena le dita in aria per far si che la creazione prenda con entrambi i palmi aperti il portatile. Ci vuole coraggio a lasciare qualcosa in mano a colei vestita di lapislazzuli, specialmente considerando i recenti buchi sparsi qua e là nel corridoio esterno. Un gatto che cade in un acquario inseguendo un laser? Gli occhi del moro si spalancano appena, facendosi un'immagine completamente diversa di ciò che sta venendo descritto. Quando parla di laser lui è solito immaginare qualcosa di più simile ad un'arma da guerra. E' celere il movimento che lo porterebbe dunque a muovere quella sedia fino al portarsi ad un fianco di Naomi, a sua volta affiancata da Aozora. Se riuscisse a fissare il video si renderebbe poi conto di aver ingigantito nella sua testa gli eventi descritti e proseguirebbe a sospirare appena, forse di sollievo per il gatto. "Conosci da abbastanza tempo Saigo dal permettermi di accreditare a lei il prezzo." Due in uno. Se Nene casomai non pagasse il suo debito il moro sarebbe automaticamente capace di lavarsi le mani della questione, deducendo al massimo parte dei soldi stipulati nell'accordo con l'attrice. Una domanda di Naomi lo distrae, portandolo ad allungare le mani su un cassetto per afferrare il suo coprifronte e mostrarlo appena alla verde per risponderle tacitamente. E casomai Naomi non stesse seguendo le sue azioni, ci penserebbe Aozora - ancora col portatile tra le mani - a sfiorare col gomito la guancia della ragazza per invitarla poi con un cenno a fissare il marionettista. Le attenzioni d'egli tornano su Nene, incassando un discorso particolare nella sua natura. "Lo è, infatti.." reale, s'intende. Chissà se il suo dire colga anche ciò che c'è di più insito nella natura di quella domanda o meno. La sua serietà e l'esser vago gettano un'ombra cui natura è soltanto speculabile. "Non ho mai provato quel tipo di sentimenti per Aozora. Farlo ora non avrebbe senso. " Sembra riferirsi al passato, nonostante la creazione sia più che recente. Lontano dalla propria concezione, lascia una minuscola apertura tra le cuciture del suo vestito da umano. Ma la cucitura è piccola e all'interno non sembra esser visibile nulla. Neanche lui comprenderebbe a pieno se riuscisse a vedere le metaforiche cuciture citate. "Hai competenze con l'uso di armi e strumenti? Se la risposta fosse no più che un rinforzo per i pugni potrebbe esserti utile un'armatura fatta su misura. Capita spesso a chi è poco addestrato di avere difficoltà a formare sigilli o comprendere come usare questi supporti." un avviso, seguito dall'afferrare un gran foglio sistemato poi sul tavolo da lavoro. "Avvicinati." Una matita viene presa e allungata in direzione di lei. "Riesci a disegnare una bozza?" Attende, fissando ancora Naomi, tentando di ricordare se si son presentati oppure no.. Poi, un'idea. Aozora, col computer in mano, tenterebbe di digitare su una barra di ricerca i kanji che compongono il suo nome, per poi indicarsi il petto con l'indice sinistro. {etc etc}

02:33 Naomi:
  [Fuji Workshop] Bastano quei brevi mugolii d'assenso da parte della sorella, alla verdina, per lasciar che il sorrisetto si accentui ancor di più su quel visino acerbo e privo di qualsiasi possibile trucco o simili, è dura essere realiste come la moretta ma forse sarebbe anche più importante rendersi conto della realtà anche per Naomi, che nel bene e nel male vive nel suo mondo, standosene lì impalata di fianco alla marionetta, il video che vien riprodotto a quanto pare attira anche l'attenzione di un Fuji che si è immaginato chissà che cosa, ha viaggiato con la mente in maniera alquanto bizzarra ma tutto ciò che avrebbe trovato è un cordiale < Mh? Fa.. Ridere anche te..? > e soltanto ora si renderebbe conto del fatto che effettivamente non si è presentata e dato il suo essere perennemente spaesata non ha nemmeno memorizzato il nome del moro lì presente, per quanto possa essere stato pronunciato lei vive su un atro pianeta quindi non la si può biasimare più di tanto. O forse sì? Che importa, vedrebbe quindi di lasciarli fare e parlare riguardo le loro questioni, lei nel frattempo metterebbe il video in pausa e proverebbe a seguirli, a cogliere la richiesta della Doku riguardo il procurarsi un'arma o comunque qualcosa di simile da adoperare con i pugni, gli vien proposta un'armatura e lei rimbalza appena con lo sguardo da una figura all'altra, lasciando momentaneamente in sospeso la propria domanda, guardandoli perplessa senza capirci molto, cioè, in realtà ad un certo punto se ne esce con l'illuminazione, il viso appunto acquisisce una luce ingenua e spensierata e con un pizzico di vivacità in più del solito se ne esce così < Oh! Ma allora ho capito! Lui è un fabbro di gear alto e sei venuta a chiedere un'arma mythic! > sì, insomma.. A modo suo ha capito, anche se si rende conto poco dopo che effettivamente quello che ha detto potrebbe non essere compreso, si stringe appena nelle spalle ed infila le mani in tasca al giubbotto per poi risollevare lo sguardo da terra e puntare quelle fucsia nei bottoni neri di lui, non per troppo tempo, nota il fare di Aozora e guarda nuovamente lo sguardo, comprendendo per poi tornar quindi sul marionettista, giusto quel che basta per dire < .. Comunque io sono Naomi.. Piacere.. > sembra un filo mortificata per come se ne è uscita prima ma in realtà non ci da nemmeno tanto peso, lascia perdere e torna verso la sorella e verso Fuji, indicatogli dalla stessa creazione dai capelli blu < No no.. Non è quello.. Ho letto di una tecnica.. Kichi.. Kochi.. Mh, com'era..? > ed ora prenderebbe gentilmente il portatile dalle braccia della marionetta per andare a cercare in una delle infinite schede aperte la tecnica in questione del quale ha letto qualcosa, poca roba, non è che ha trovato chissà quale materiale segreto < Kuchiyose no jutsu.. Dicono che si possono evocare animali e.. Cioè.. > gli occhi si posano su i due gatti che sembrano essersi tranquillizzati, stanno sonnecchiando e non si curano più di tanto di loro che parlano, Naomi prende appena coraggio e facendosi appena rossa per quella che pensa sia una stupidata da dire, la spara < Voi pensate che si possano evocare.. Tipo.. Dei gatti..? >

02:51 Fuji:
 Nene si lascia prendere dal suo richiamo all'arte tanto che per rimanere troppo attaccati è Fuji a vedersi costretto a riallontanarsi dal suo tavolo da lavoro. Ancora qualche gocciolina di sudore sul viso, per poi scuotere il capo e dedicarsi invece alle parole pronunciate da parte della piccola e timida Naomi. "No, pensavo che il gatto sarebbe stato vaporizzato da un laser" risponde per un momento con tono che mostra una sottile ma ironica preoccupazione, alleviata dal fatto che il laser altro non era che un minuscolo puntino rosso usato effettivamente per intrattenere la creaturina. Gli occhi del marionettista s'impuntano sui due gatti presenti, voltandosi poi in direzione di Aozora. Gli ingranaggi - non letteralmente, è importante precisare - della sua mente iniziano a ruotare e fargli pensare alla possibilità d'integrare tutta una serie di funzioni e meccanismi più moderni ai suoi costrutti. La sua arte deriva dagli insegnamenti di uno dei membri del clan che ancor prima della Quinta Guerra Ninja praticava le originali arti della meccanizzazione: Toshi Chikamatsu. Ma forse è il momento che quello stile riceva un aggiornamento degno del mondo raggiunto. Aozora potrebbe godere enormemente di un impianto di modulazione vocale, qualche fotocamera e chissà se non un piccolo laser per intrattenere animaletti domestici. Sente poi parlare di gear alto, arma mythic, cose mistiche. "????" Un momento di forte confusione visiva. Un telefono di nuova generazione vien preso da una tasca e facendo finta di niente inizia a cercare quelle parole chiave per comprendere a cosa si stia riferendo la ragazza, allo scopo di capire se si sta prendendo gioco di lui o no Il risultato è sicuramente finire nella wiki di qualche gacha che elenca nomi di armi e armature leggendarie droppabili. Che lo stia paragonando a un fabbro leggendario? "ah! Si. Sono io." Annuisce finalmente, con vigore, mentre Aozora segue poggiando il portatile per un istante da qualche parte per applaudire a velocità spaventosamente alta...creando nel processo una piccola corrente d'aria calda. "Fuji del clan Chikamatsu. " Lo sguardo scivola su Nene, notando come questa sembra estraniarsi tanto dal smettere di rispondere... "deve piacerle tanto disegnare.." tira su col naso, sollevando appena le spalle ed ascoltando quanto la verde ha da domandare. "Durante la Quinta Guerra Ninja sono apparse diverse creature. Non ho mai letto nella storia recente di alcun gatto evocato...Ma se ci rifacciamo all'idea che ogni credenza religiosa ha un fondamento di verità, potrebbe non essere assurdo." Pronuncia quelle parole lasciandosi andare ad una speculazione. Gli Yokai della cultura popolare shintoista, almeno una parte di essi, può esser identificato in alcune delle grandi evocazioni note dai tanti. E così, tra una chiacchierata e l'altra, una bozza e un'altra, rimarranno lì finché non s'otterrà un progetto completo sul quale lavorare. Chissà che Naomi non presenti qualche gioco che possa introdurre Fuji al mondo del gacha gaming.. {exit}

03:10 Naomi:
  [Fuji Workshop] Mentre Nene si perde nel suo disegnare, borbottare e parlottare in sottofondo, la sedicenne si concede uno sguardo torvo nei confronti di Fuji, in realtà il suo guardar male qualcuno ha ben poco di convincente e tutto ciò che concede a quella frase tanto onesta di lui quanto lievemente ironica, è un < Ma- ! Ehi.. Un gatto vaporwave sì.. Un gatto vaporizzato no no.. > e scuote appena la testolina, non è che adesso lo etichetta come pazzo ideatore di macchine mortali dedite allo sterminio della stirpe felina, ma lo guarda comunque appena perplesso, non comprendendo il motivo per il quale lui se ne possa essere uscito in una maniera simile, probabilmente, se col tempo impareranno a conoscersi, un giorno quell'allusione istintiva del Chikamatsu lei la comprenderà, per ora lo lascia cercare sul telefono dopo che lo vede tingersi di infinita perplessità. No, non lo sta perculando, anzi, nel suo gergo è praticamente un complimentone ed effettivamente lui avrà modo di verificare su qualche sito che ciò che lei dice corrisponde ad un elogio, lei sorride e rimane per un paio di secondi a bocca aperta < Woah.. Poggers..? > e forse gli servirà un'altra occhiata sul web al moro, per cogliere ciò che lei intende, anche se la sua espressione meravigliata parla da se, nonostante non sia così tano enfatizzata o palesemente palese (?) un lieve accenno di timore in quel battere di mani di Aozora, si scosta appena dopo che ha preso il portatile tra le braccia mentre lei smuove un po' d'aria calda, dev'essere il suo modo di esprimere un ''poggers'' molto probabilmente < Mh.. Sì.. Nene quando parte a fare una cosa non la ferma più nessuno.. > e pone un lieve sorrisetto in direzione della sorella per poi tornare sul computer, dedicando subito dopo uno sguardo a metà tra l'affascinato ed un filo di genuino cenno di senno < Oh.. Ma allora tu sei un Fabbro Ninja.. ma questo è megapoggers.. > sì insomma, le informazioni che gli da sono più di quanto lei abbia potuto trovare, è esperta del web ma non di questi argomenti ed andare a cercare determinate cose non ha portato a molti risultati, eppure quel non trovare del tutto assurdo ciò che lei ha detto gli illumina appena gli occhi, annuisce con convinzione e quindi < Grazie Fuji.. Che poi non è che ci vorrei combattere eh.. Solo che se avessi dei mici magici.. Cioè sarebbe megapoggers anche quello! giusto Nene.. ? > tono su di giri, una delle rare volte, letteralmente irrecuperabile lei, come sempre... Si volta con fare concitato verso la sorella che è presa con il proprio da fare ma che molto probabilmente avrebbe risposto in maniera solita ai modi di fare della minore, qualcosa del tipo '' Sì sì, megapoggers come dici tu Nao.. '' lasciandola ai propri fantasticamente e concentrandosi su quella bozza. Resterà lì, si godrà la sua bibita e continuerà a stare appresso ad Aozora, dopodichè si metterà con il portatile a giocare a qualcosa e.. Di giochini gacha ne ha, ne ha uno dove ci sono anche una buona serie di waifu ma non sia mai che Aozora diventi gelosa (?)

Naomi e Nene si dirigono al locale di Fuji per commissionargli un lavoro. Fanno conoscenza della sua principale marionetta: Aozora. E da lì, tra uno scambio di battute e l'altro, Nene riuscirà infine a disegnare il progetto da affidare al Chikamatsu.

Hyper pog: fuji diventerà un giocatore di gacha games e perderà tutti i soldi