Il fuoco di Suna
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Giocata dal 16/02/2021 21:24 al 17/02/2021 00:59 nella chat "Piazza [Suna]"
[Piazza] Il suo quartiere. Il suo clima. La sua gente. Finalmente è tornato a Suna, o meglio, un distaccamento di quello che rimane dell'ex paese del Vento. Anche il villaggio della sabbia non è stato risparmiato dalla distruzione del falso Dio. Stessa sorte toccata alla Foglia, al Suono ed altri. La luna risplende alta nel cielo, sovrastando tutto e tutti. Regina incontrastata della notte e dell'oscurità. < Un minimo di civiltà... > Sussurra tra se e se, ritrovandosi a passeggiare per la strada principale, fermandosi sulla piazza. Tutt'intorno ci sono piccoli ristoranti, baldacchini, oltre che ad un distaccamento del famosissimo Ichiraku. Molte strutture presentano ancora le luci accesse, soprattutto gli edifici adibiti alla ristorazione. Altre, hanno le serrande abbassate. < Mmm... > La mano destra scivola sullo stomaco, accarezzandolo con il palmo. Ha mangiato, ma non sembra esser soddisfatto del pasto. < Quasi quasi... > Un pensiero su un bel piatto di ramen di Ichiraku gli solletica la mente. Magari non adesso. E' ancora in fase digestiva(?). Più tardi sicuramente. Si gode la serata, spostando lo sguardo color ametista sulle anime che popolano lo spiazzo, alternandosi sui volti di coloro che hanno preso posto sulle innumerevoli panchine sparse nella pianta circolare. Si presenta vestito così: capigliatura corvina lasciata alla mercé delle condizioni climatiche, dove alcune ciocche ribelli ricadono davanti ai tratti somatici, occultando l'occhio destro. Maglietta nera, coperta da una felpa bianca a collo alto e con chiusura a zip verticale. La particolarità di questi due indumenti? Tranciati sulla manica destra. Infatti il braccio è nudo da spalla a polso, mostrando una muscolatura non eccessiva, ma dannatamente definita. Nella parte Dal busto si passa alle gambe. Qui troviamo dei pantaloni scuri come la pece dove dei ghirigori dorati risaltano agli occhi. Assicurato alla cintura, il portaoggetti e, al contempo, al quadricipite sinistro il portakunai. Ai piedi, i classici calzari da shinobi aperti sulle punte. < Ehhh... > Sospira, accompagnato sempre e comunque da un rumore sacro: il fruscio della sabbia presente dietro la schiena, collocato in diagonale. La reliquia è diventata ormai un tutt'uno con il Sabaku, simbolo della sua iniziazione alla strada ninja. Anche se la notte è ormai calata, la rossa non si reprime dal camminar in quelle nuove lande pur di comprenderne la vita stessa, sempre ad esplorar tutto con la propria curiosità e interessarsi di culture a lei troppo estranee. Quella che mai ha conosciuto, Suna insomma , quella eterna sabbia presente che striscia nei sandali poco aperti sulle dita dona piacere e fastidio allo stesso tempo, che scivola sulla pelle come acqua seppur non bagnandola. E' li che si immerge, in una di quelle piccole terre che un tempo erano lontane da tutti, da lei in primis, che mai s'era interessata ma a cui adesso dona completa attenzione in merito. Passi lenti e pesanti, per riuscir a portarsi avanti nel mezzo della piccola folla che la attira. Indossa ancora quel piccolo kimono comprato, d'una qualità infima ed inferiore a quelli a cui è stata abituata ma i soldi son pochi avendo perduto praticamente tutto, e anche il desiderio di non ritornare subito dal proprio capo clan . Una stoffa blu notte, scura e pesante, con quello scollo a V presente e profondo che mostra quelle dolci forme che la natura le ha donato . Lunghe maniche che svolazzano alla fine per la loro grandezza e quella fascia argentea che tiene tutto e riprende il motivo floreale che si annida sulla veste. Questa volta molto corta che scende sotto le natiche stesse, lasciando le gambe libere al freddo ma anche al caldo stesso. Avanza senza saper dove andare, curiosa di tutto , e quello sguardo azzurro si poserà su un viso noto, su quella giara che riconoscerebbe < Dyacon > un dire basso e dolce, si , ma anche tremolante in evidente disagio per quella terra mai calcata. Solo allora si porterebbe verso di lui, camminando veloce nella sua direzione trascinandosi dietro la lunga chioma rossa , inconsapevole davvero se quello sia quel Sabaku conosciuto oppure un suo simile, perfino con quella giara che porta seco le spalle. Li si andrebbe a fermar, con quel rossore lieve in viso che vorrebbe nasconder, ma di colei che adesso non si sente più tanto sicura delle proprie capacità, di sentirsi debole ed esposta al mondo come troppo, troppi anni prima. Che sia lui dunque? [Piazza] La piazza è illuminata e viva. Le luci artificiali dei lampioni sembrano ritardare la completa discesa dell'oscurità sul villaggio. Ritardo effimero, poiché la notte ha già allungato le sue mani sul mondo vivente. < ..... > Resta in silenzio, abbozzando un lieve sorriso quando vicino a lui sfilano dei bambini festanti che si rincorrono l'un l'altro. Vorrebbe avere anche lui quella spensieratezza, senza sapere che oltre quelle mura erette a protezione di Kagegakure c'è un mondo tutto da scoprire e non una landa selvaggia dove le chimere, soldati del falso Dio, la fanno da padroni. Il destino ha voluto che ormai, a ventisette anni, sia più maturo del solito. D'altronde una guerra vissuta in prima linea lascia cicatrici profonde, sia fisiche che, soprattutto, psichiche. < Uh? > Sente il suo nome venir pronunciato e le due ametiste incastonate in quei tratti somatici dalla pelle albina, guizzano alla ricerca della fonte del suono. Pochi secondi ci vogliono allo sguardo per inquadrare e mettere a fuoco la struttura fisica di Sango. < Sango. > Stupito nel vederla in quelle terre. Le sue terre. < La biblioteca è decisamente lontana da Suna, non credi? > Domanda in sua direzione, muovendo il passo verso la rossa, anticipando così il loro ritrovarsi frontalmente. < Cosa ti spinge fin qui a quest'ora della notte? > Quesito più che lecito, spinto principalmente dalla curiosità. La squadra, mantenendo le mani guastate di nero ben riposte e nascoste nelle rispettive tasche dei pantaloni. Si lascia accarezzare da quella lieve quanto fresca brezza, mentre l'attenzione periferica indugia sullo scollo a V che l'altra mette in bella mostra. Tuttavia non lo da a vedere, poiché le pupille rimangono fisse su quelle dell' interlocutrice serale. E resta lì, immobile, reclinando di poco il capo verso destra, fissandolo con insistenza e poca discrezione dall'alto dei centimetri in più che madre natura gli ha donato. Si beh, il viso di quell'uomo che vede le valgono un sospiro di sollievo, le rimangono impresse e anche amichevoli quei suoi dire, sebbene rimembri lontanamente perfino il desiderio di lui e del suo essere, egoista come sempre atta a carpir quelle personalità di cui si nutrirebbe quotidianamente, ma questa notte arriverà li affannata avendo fatto percorsi poco leciti e consoni. Un tempo avrebbe fatto di peggio, forte del proprio potere, ma questa sera sembra correre verso la propria piccola oasi, nel porto che pare sicuro rispetto a quello che la circonda, confusa perfino dalle luce che l'abbagliano direttamente < molto lontana > al lato opposto insomma da quella nuova terra, da quelle luci , da quei tocchi che le son stati donati e mai desiderati < non credo che queste vesti siano lecite durante la notte , passare tra i sobborghi è stato..impegnativo > un borbottio che l'altro potrà sentire senza dubbio, sebbene non sembri voglia avere una risposta adesso, le maniche son state stropicciate, la gonna sollevata più volte e ha tentato di tirarla giù con le proprie mani e perciò pare scomposta così come tutto il suo essere, mancando una delle pochissime volte la propria eleganza < non ero mai stata a Suna > ecco la verità dunque , la curiosità l'ha spinta tanto oltre le proprie semplici e sicure mura di casa , per lanciarla in una città non fatta solo del meglio dei villaggi, ma anche del peggio. Un peggio che ha avuto modo di conoscere e di estirpare a modo proprio ma che adesso vi deve solo fuggire come può, di corsa verso altri orizzonti più miti e dolci, come quelli del sabaku < speravo di vederti > non sa che quell'altro unico abitante che conosce sia un chikamatsu, un altro abitante di quel posto che pare esser quasi inospitale < seppur sembra che io abbia voluto vederti > si affretta nel correggere le proprie parole immediatamente per non dar sospetti all'altro, uomo dopotutto, in quel lieve rossore e in quel suo sistemarsi i capelli in modo consono < bene > bene cosa? < potresti farmi vedere il tuo..villaggio > sempre che possa chiamarlo davvero così, eppure vi rimarrà vicina per evitar altri incontri spiacevoli, troppo vicina tanto da potergli toccar il braccio nudo, seppur provi a non farlo. Le mani che si son strette in pugni e il viso in un sorriso falsissimo. [Piazza] Lo schiamazzare di alcuni bambini nella piazza, sotto lo sguardo vigile e protettivo dei propri genitori, fa da contorno al suo incontro con la rossa. Sbatacchia un paio di volte le palpebre, attendendo una risposta dall'Ishiba. Risposta che, dopo pochi attimi, non tarda ad arrivare. < Quindi fammi capire bene... > Le mani vengono estratte dalle rispettive tasche dei pantaloni in cui fino ad ora erano infilate e nascoste. Le braccia si uniscono davanti al petto, incrociandosi in una posa più distensiva. Di relax. < Sei uscita a quest'ora tarda per sanare la tua voglia di curiosità? > Inarca il sopracciglio destro. Gesto invisibile allo sguardo altrui per via d'un gran quantitativo di capelli che ricadono davanti alla zona dritta del volto, occultandolo. < Non era meglio fare tutto domani mattina? > Sembra quasi rimproverarla, utilizzando comunque un tono di voce quieto e pacato. Non ha minimamente capito che l'altra si è spinta così lontano per lui. Almeno non subito. < Beh... > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'esterno, abbozzando un sorriso naturale. Prende volutamente un momento di pausa, dando modo agli occhi di squadrare ben bene la struttura fisica della rossa, oltre che il suo abbigliamento. Adesso sì che ha la scusa buona per soffermarsi un momento, non più del dovuto, sullo scollo a V. Gli ha fatto una lastra vera e propria, stile scanner. < Se ti vesti in questo modo è normale attirare attenzioni, come dire, non richieste... > E nel frattempo, le prime gocce di pioggia iniziano a cadere sulla piazza. < Soprattutto se si è una bella ragazza... > Complimento non diretto, ma messo tra le righe. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato. La boria ed il suo ego vengono alimentati dal successivo fare della genin che, in preda ad una timidezza tangibile, scosta anche i capelli dietro l'orecchio. Linguaggio del corpo inequivocabile. < Ti sei contraddetta. Quindi volevi vedermi. > E le labbra allargano quel sorriso divertito, fregandosene altamente di mettere ancora più in imbarazzo la povera malcapitata. < Lo prendo come un complimento. > La palpebra sinistra s'abbassa, ammiccando. < Farti vedere il villaggio? > Assume un'espressione insolita. Pensierosa. < Adesso c'è poco da vedere. Domani mattina con la luce del sole lo farò volentieri. > Da per scontato che lei passi la notte a Suna. Dove? Chissà. < Piuttosto, com'è andata a finire la storia che mi hai raccontato con il tuo capo clan? > Chiede, lasciandola avvicinare al fianco destro dove il braccio nudo è ben visibile. Sgrana poi occhi, notando il sorriso falsissimo di Sango. Non sa se ridere o meno al riguardo. Nervosa? Senza alcun dubbio, in quel muoversi e scivolar lungo la strada con lo sguardo stesso eppur sentirà le parole dell'altro < si > semplice e diretta, uscita solo per dar sfogo alla curiosità < non sono abituata a star ferma in un loco per troppo tempo, tantomeno casa > quella non esiste nemmeno nel proprio dna, sempre troppo in movimento e senza alcuna fissa dimora < non mi piace la mattina, preferisco la notte > sincera come sempre nel riguardarlo fisso negli occhi, in quella sua espressione e in quel suo fare, nelle braccia che si son dilungate prima di stringersi tra loro e vedersi scender lungo il corpo quello sguardo per osservarne le forme. Ne viene lusingata seppur imbarazzata al tempo stesso, che brutta cosa esser deboli vero? < non ho trovato di meglio, sembra che gli abiti da donna adesso prevedano pantaloni cortissimi e magliette che coprono a malapena il seno , questo è il meglio che ho trovato in mancanza di un sarto > spiega a suo modo che il proprio vestiario, sebbene troppo scollacciato, non è che il più coprente < era un complimento? > se ne è accorta e ciò la fa sorridere di malizia, sebbene non dica altro in merito lasciando l'altro ad esser padrone delle proprie terre, di quella sabbia che scivola sotto di loro e dietro la sua stessa schiena < ho sperato di vederti, va bene così? > come se possa davvero migliorar la serata e la situazione stessa, sebbene vicino a quel ragazzo non sembri che molti s'avvicinino davvero, forse guardare , ma sempre da lontano insomma, molto più protetta da una presenza maschile. Sussulta a quel dire come se venisse ripresa da quel suo dire come una stangata in pieno petto < non l'ho detto > si che l'ha detto, meglio però smentire, sempre e comunque < mh > uno sguardo al cielo che scoppia l'ennesimo temporale < amo Ame, però ovunque vada sembra che i fulmini mi perseguitino > si beh, fino a poco prima vi era il sereno, adesso l'apocalisse. Acqua che scivola su di loro rendendo la stessa sabbia pesante e fangosa, quella che bagna i loro corpi non muniti di protezione alcuna contro essa < oh > e li andrà a scostar lo sguardo da lui per qualche attimo < mi ha.. perdonata di tutto > lo confessa sebbene non ne sembri completamente felice < non si è arrabbiato per nulla, non con me perlomeno > e di nuovo quello sguardo carico di dubbi ritorna ad esso < è normale? > il sorriso permane, cercando di esser come le altre persone, come le altre donne, che fan svenire gli uomini con un sorriso, così le hanno detto . Deve ancora imparare molto, troppo. [Piazza] Il cielo pieno di stelle in cui la luna regnava incontrastata, viene offuscato e poi completamente occultato dall'arrivo d'una massa grigia e carica di pioggia. Quest'ultima inizia a cadere con veemenza su tutta Kagegakure, concentrandosi sulla parte del villaggio di Suna. Capelli, indumenti e giara iniziano a bagnarsi, mentre sopra di loro i fulmini seguiti dai rombi dei tuoni, danno vita ad uno spettacolo mozzafiato. < Durante la notte i nostri istinti più nascosti si rivelano, come se fossero in qualche modo protetti dall'oscurità. > Abbassa lo sguardo color ametista sul volto di lei. < Durante il giorno, invece, ci mischiano nella normalità e nella totalità degli eventi. > Spiega, mentre la mano destra andrebbe a toccare la parte bassa della schiena dell'altra, poco sopra i glutei, dandogli una sorta di input per farla muovere. Sempre che ci fosse riuscito. < Andiamo a metterci al riparo... > Sussurra, iniziando ad avanzare in direzione di un edificio distante pochi metri, dove una tettoia sporgente viene adocchiata come ottimo scudo dalla pioggia. < Deduco che tu sei da notte allora... > E la cosa gli scuote molte emozioni all'interno. < Pantaloni cortissimi e maglie che coprono a malapena il seno? Moda perfetta per noi uomini... > Sorride, ruotando di poco il capo verso manca, dando modo alla coda dell'occhio di sincerarsi che la donna lo stia seguendo verso la nuova meta. Non dice nulla sul complimento, poiché era evidente che gliel'avesse fatto. < Sì, va decisamente meglio. Sincerità prima di tutto... > A quell'affermazione, l'autostima raggiunge picchi elevatissimi, prima di tornare ai soliti livelli. < Sono d'accordo con te... > Riguardo alle condizioni meteorologiche che sembrano perseguitarlo. < Anche Suna da quando si è avvicinata a Konoha sembra esser soggetta a improvvisi temporali. > Evento che prima, nell'ex paese del vento, era assai raro. Intanto dovrebbe aver raggiunto la parete dell'edificio, ponendosi sotto la tettoia. < Aspetta, frena frena... > Chiede un momento di pausa per assimilare bene le informazioni che ha fatto sue. < Mi stai dicendo che ti ha perdonato senza battere ciglio? > Sbatacchia le palpebre, incredulo davanti ad una dinamica del genere. < Non mi sembri molto contenta. O sbaglio? > Ha captato una nota di tristezza in quelle parole. < Beh, secondo te un comportamento del genere com'è, signora del "giusto e sbagliato non esistono". > La prende in giro volutamente, mantenendo comunque un tono e una postura d'eleganza. Fine. < Dove hai intenzione di passare la notte? > Così, con nonchalance. Non può che esser d'accordo con l'altro, che nella notte può esser chiunque ella voglia esser, amante o assassina ,donna o ragazzina, tutto è possibile quando la luce non li colpisce < qual'è l'istinto che fuoriesce da te quando nessuno ti vede ? > un sussurro caldo e basso sebbene la pioggia andrà ad attutire lo sguardo fisso su di lui. Le lunghe ciglia che raccolgono quelle piccole gocce d'acqua, e non si macchia, non è truccata in alcun modo come sempre e cerca di carpir da lui ciò che la sua corazza lo protegge. Un sussulto a quel tocco eppure andrà a seguirlo, la pioggia è meravigliosa, una tempesta pericolosa, decisamente . Lo seguirà poco dietro per proteggersi anche lei da tutto quanto sotto quella misera tettoia < avevi qualche dubbio piccolo Sabaku? > lo appella in quel modo , quasi a sfotterlo, per lo più per pungolarlo senza esser troppo stronza < come prego? > oh no, non comprende e per questo ne rimane confusa. Sbatte le lunghe ciglia a quel suo dire, confusa da quell'espressione troppo.. giovanile, si è una boomer , ma cosa vogliamo farci con qualcuna che è rimasta congelata per ben dieci anni? Sopportarla, vero? Anche lei si solleva a guardar quel cielo lambito da quei tocchi di luce potente e anche quei rumori che arrivano pochi secondi dopo, gli stessi che si ampliano nel proprio sterno facendola tremare quasi < so che di solito è molto più asciutta > oh che eufemismo, la sagra dell'ovvio, ma si vede che si senta un poco a disagio con l'altro, così vicina da sentire il suo calore contro il proprio corpo, come una piccola fiammella che arde anche con quel tempaccio < mh > solleva di nuovo il viso sincero, uno specchio di ciò che prova e di quel dubbio che si è insinuato nelle proprie carni lentamente, lo stesso che le farà chinar la testa in favore di una visuale proprio d'innanzi a se, tutto pur di non guardarlo in viso < mi ha perdonato, completamente > asserisce con dolcezza < eppure.. mi aspettavo che si arrabbiasse, che sbraitasse, e per qualche attimo l'ha fatto eppure dopo.. mi ha perdonata completamente > i denti che vanno a morder il labbro inferiore con forza, cercando di tener per se certe parole < non so come sia un comportamento del genere > lenta tornerà a veder gli occhi ametista dell'altro, in cerca di un aiuto silenzioso < secondo te è normale? > sebbene rimembri ancora quel suo dire, come egli al suo posto avrebbe ucciso entrambi e non avrebbe perdonato nessuno dei due, specialmente lei < ovunque, credo > credi male < ho dormito in posti peggiori che per strada > cosa vera senza dubbio, eppure non ha dormito fuori essendo così debole da non riuscir a mantenere attivo il proprio chakra per troppo tempo prima che questo collassi < vuoi offrirti volontario per ospitarmi per caso? > non chiederà mai, orgogliosa com'è non si piegherà a ciò eppure una punta di speranza aleggia nell'aria, così come lo stesso sguardo, deciso si, ma anche morbido. La muta richiesta è stata fatta dunque. [Piazza] Il meteo sta letteralmente dando i numeri. Se prima le nubi addensatesi sopra di loro erano pronte a scaricare un gran quantitativo di pioggia, accompagnate da tuoni e fulmini, adesso sembra essere tutto rientrato. Falso allarme. < Istinto? E chi ha detto che ne ho solo uno? > Rimane sul vago. Misterioso, mentre la mano destra viene alzata davanti agli occhi. Le dita dipanate e poi fatte passare tra la folta capigliatura corvina nel tentativo di mette in ordine qualche ciocca ribelle. Tentativo inutile. Futile. < Piccolo Sabaku? > Il tono di voce si abbassa, diventando più caldo, delicato, con gli occhi color ametista che puntano dritti in quelli di lei. Ne ricerca sempre e comunque il contatto visivo, anche quando l'altra si toglie da quella connessione. Vuole stuzzicarla. Giocare. Mettere a dura prova la sua resistenza. < Una volta ero piccolo... > Adesso è decisamente più maturo. Più sicuro di sé. < Uhm... > Il busto si chinerebbe in avanti, spinto dalla testa e dal braccio destro che si allungherebbe verso la parete posta dietro Sango. L'avambraccio dritto, quello nudo, si poggerebbe contro il perimetro della struttura, orizzontale sopra la testa rossa dell'ishiba. Nel frattempo, causa imminente tempesta, la piazza si è completamente svuotata, lasciandoli da soli. < Secondo me non è affatto normale. Sai benissimo come la penso. > Il tronco si piegherebbe ancora di più verso il corpo della genin, avvicinando anche il volto in maniera molto pericolosa. < Se vuoi dormire da me basta che me lo dici chiaramente. > La guancia sinistra, se l'altra glielo consentirebbe, sfiorerebbe la stessa di lei, portando le labbra a contatto con l'orecchio. Sta giocando con il fuoco, ma senza affondare il colpo di grazia. < Potresti vedere uno dei miei istinti. Reggerai? > Al termine di quel quesito con un doppio senso neanche troppo velato, il labbro inferiore verrebbe portato sfiorare il lobo con malizia e calore. < Però fai attenzione piccola Ishiba. > La avverte, mantenendo comunque la postura descritta in precedenza. < Non sono tenero come gli atri. Il possibile fuoco che scaturirà avvamperà e poi si spegnerà, come ogni fiamma. > Ora come ora non ha voglia alcuna d'impegnarsi. La sua testa è ancora occupata dal pensiero fisso di Keiga. non è innamorato, ma ciò che prova per l'Inuzuka non può scomparire in un'istante e non può esser cancellato con un panno intriso d'acqua. < Accetti questa sfida? > Sudore. Gemiti. Carne alla carne. Tradotto: classico chiodo scaccia chiodo per entrambi. Osserva quelle nubi scivolar via, scure che lasciano il posto al chiarore, una tempesta che finisce così com'è arrivata scompare, che sia stato solo un modo per far lasciare a tutti gli altri quella piazza e poi lasciarli infine soli? Un pensiero che sfugge per le sue parole < spero che tu ne abbia più di uno almeno > sospira alzando gli occhi, osservando i suoi senza distoglier adesso lo sguardo a quella sfida che per una volta, una delle pochissime, non viene posta da se stessa < piccolo > sussurra a mo di sfida anche lei, non si ritrae da quel battibecco sottile seppur noti il suo cercarla più e più volte, è per questo che s'è ritrovata li a cercarlo dopotutto? Non lo sa, eppure tace ancora, anche a quel suo movimento, nel vederlo troneggiar di fronte a se, stretta tra lui e il muro dietro . Alto. Lo è, molto. Non scivola via come dovrebbe, lo affronta come può seppur sembri aver lui il coltello dalla parte del manico e ode quel suo dire, quelle piccole conferme che minano la propria stabilità ma alla quale tace pur di non dar soddisfazione alcuna. < tsk > stringe i denti sebbene a quel lieve tocco, un sospiro sulla propria pelle, rimanga incastrata nel volerlo e nel non volerlo, in quel gioco che l'altro riesce a tirare in piedi come pochi altri , sicuro di se? Senza dubbio < come osi > un sospiro graffiante seppur il rossore sembra essersi ripreso parte di quel volto troppo chiaro, di un tocco al lobo che la fa tremar mentre trattiene quei sospiri caldi e profondi alla quale vorrebbe cedere. Piccola Ishiba. A quel dire non può che non sbuffare una mezza risata, consapevole d'esser realmente più grande eppure sprovvista adesso di quella verve d'un tempo, nell'esser lei stessa colei ad attrarre gli uomini in quel modo < non ho bisogno di tenerezza > sbotta senza pensarci, ne come un possibile uomo alla quale tenere, non l'avrebbe sopportato e gettato forse giù nel mare di Ame, o tutto il contrario . Anche nella propria mente vi è il pensiero fisso di quel bianco uomo , che a proprio modo ama, ma se fosse completamente così , sarebbe li adesso? Un dubbio che pone su quella bilancia di vita, quella nella quale non è mai realmente rimasta legata a qualcuno e solo a quello, mutevole come le nuvole di quella notte < sei imperdonabile > un sussurro basso, per lui e soltanto per lui < beh non ho posto ove dormire questa notte > tace per qualche attimo < se vuoi donarmi ospitalità posso solo accondiscendere > ma non aggiungerà altro per non dargli alcuna soddisfazione, ma cose se avesse accettato in qualche modo quel chiodo e schiaccia chiodo , ma attende l'altro, non si scosta per non dargliela vinta eppure sente caldo, come potrà notar il moro dal suo stesso viso, sempre che la guardi insomma. [Piazza] Si estranea da tutto e da tutti, completamente concentrato su un unico obiettivo: alimentare la fiamma di Sango. Resta così, con il busto piegato in avanti e la guancia sinistra adiacente a quella di lei. Labbra vicinissime all'orecchio della rossa, tanto che quest'ultima può sentire il suo respiro. Il calore emanato nel sussurrare quelle parole. < Non reggeresti nel vederli tutti... > La lingua si muoverebbe, sensuale, calda, tanto da tentare di giocare ancora una volta con il suo lobo. Non in maniera volgare, anzi, mantenendo sempre eleganza e sicurezza in quel modo di giocare. < Tenerezza...? > Reclina il capo all'indietro, tornando ad osservarla dritta negli occhi, volenteroso d'un nuovo contatto visivo. < Non avrai alcuna tenerezza... > Solo sesso. Sfrenato. Sempre se accetterà. < Imperdonabile sì... > Il braccio sinistro saetterebbe in avanti, schiantando la rispettiva mano contro la parete dell'edificio, piantandosi accanto alla spalla destra della donna. La chiude in quella sorta di gabbia immaginaria. Preda alla completa mercé del cacciatore. < Saggia decisione la tua... > Le sussurra ancora una volta, riferendosi al suo accettare quell'invito neanche tanto velato. Si morde il labbro inferiore, prima di gettare ancora benzina sul fuoco. Lesta la bocca, infatti, andrebbe a ricercare la zona scoperta del collo, poggiando le labbra tra mascella e clavicola, scendendo molto lentamente, facendole sentire il calore e l'umidità di quei baci. < La pazienza non è mai stata una delle mie virtù. E la tua? > Chiede, continuando imperterrito a baciare, a stuzzicare, spostandosi finalmente sullo scollo a V e fermandosi prima che la cosa degeneri in un luogo pubblico. Rialza lo sguardo e in silenzio si ritirerebbe indietro, iniziando a camminare verso la sua dimora. In silenzio. Limitandosi a ruotare leggermente il capo per sincerarsi che l'altra lo segua. Sorriso beffardo ed irriverente stampato in viso. Una nottata impegnativa attende la piccola Ishiba, ma questo lei ancora non lo sa. Lo saprà solo dopo aver provato la merce. [X] Stringe quelle mani sotto la lunga veste, le maniche che sono pregne di acqua e pesanti adesso < sei troppo sicuro di te, Sabaku > lo nomina in quel modo seppur sembra l'altro ad esser il tessitore di quella serata, stronzo fino al midollo e senza cuore, meglio così dopotutto no? < non l'ho richiesta > uno sbuffo ad inceder sulle morbide gemelle che tacciono di nuovo, senza dar alito alla bocca se non con dei sospiri lievi e caldi che cercano di trattenersi con quella morsa in cui si trova costretta con quel colpo improvviso e non visto, quanto può detestarlo in questo momento egli nemmeno lo sa < saggio che non provi ad ammazzarti > lo farebbe anche se potesse? Probabilmente no, quel fuoco che viene alimentato dal possessore della sabbia stessa con abilità incredibile come sapesse ove andare a toccar con le proprie parole, preda adesso di quella decisione taciuta ma chiara ad entrambi come la luna che sfuma nel cielo stesso, come le labbra che si infrangono sulla pelle fredda e dolce donandole una sorta di dolcezza, di movimenti che si pongono verso l'altro scivolando quelle dita nei capelli soffici e neri come la notte con delicatezza < ho imparato ad averne > sussurra a fior di labbra, riprendendosi da quello stacco deciso dall'altro , una fortuna senza dubbio per colei che non vuol farsi trovare in quel posto poco intimo con quell'uomo o ragazzo o quel che sia insomma. Nessun sorriso verrà fatto ma nota quello altrui, mentre la notte li inghiottirà calando il sipario anche qui. Non vi sarà null'altro da aggiungere, non con le parole nemmeno. Cosa sta facendo? [end]