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con Furaya, Mattyse, Keiga

18:45 Keiga:
  [Quella che era la sua grotta] Alla fine ci è tornata. Alla fine non ha resistito. Non ha avuto problemi durante il tragitto fin lì ma da l momento che quelle bestie potrebbero arrivare da un momento all'altro, è meglio essere pronti almeno stavolta. Ha abbassato la guardia già una volta. Mani che si uniscono a firmare il sigillo della capra ed in testa l'immagine delle due sfere che si fa largo, proiettandosi nella mente. Psichica e fisica le due che cercano d'esser mosse. Concentrata. Cerca di farle muovere una verso l'altra per incontrarsi all'altezza della bocca dello stomaco e qui proverebbe ad avvicinarle, unirle ed infine fonderle per attivare quello che è effettivamente l'energia che le serve. Il chakra. Se ci fosse riuscita scioglierebbe il sigillo e dopo uno sguardo attorno, attento e mirato, tornerebbe su quell'ormai cumulo di pietre e terra. Sospira. Con lei c'è quello che era solo un cucciolo. Un cane enorme, con gli occhi neri ed il pelo dello stesso colore. Il piccolo pastore italiano ora ha quasi le sembianze di un lupo se non fosse per il muso forse più a punta ed altre differenze. <Non troveremo mai niente qui..> La voce profonda, più matura ma femminile. Più alta, più magra ma con il corpo di una donna, forme e curve comprese. Capelli neri lisci e lunghi fino al sedere. Un viso dalla pelle olivastra con occhi neri ed i triangolini rossi simbolo del clan. Indossa una canotta nera, un pantalone lungo e delle scarpe chiuse, tutto del medesimo colore. <Iniziamo a cercare e occhio se arrivano> Non è mai un buon giorno per cercare. La tempesta non passa mai in quel posto. Fango, acqua, terra. Akuma porta il tartufo in quel bordello franato. Non troveranno nulla, lo sanno bene. Flette le ginocchia, quando qualcosa attira la sua attenzione. Allunga la destra, coperta come la gemella da guanti senza dita con la placca a protezione del dorso, e sposta qualche pietra. Deglutisce. Non era nulla. Fradicia, assieme al suo cagnone, altrettanto bagnato. Cercano un qualcosa che ormai non troveranno più. Legato alla coscia destra il porta armi con dentro un kunai, misero mentre a sinistra in vita, la tasca porta oggetti con dentro dei tonici. [Tentativo Impasto]

19:01 Mattyse:
 Finalmente l'acqua, finalmente l'occasione per il bianco di lavarsi quei capelli bianchi che da giorni oramai avevano cambiato colore... Ad ogni passo, ogni movimento di ogni ciuffo sul suo capo provocavano un ribrezzo tale da farlo investire da un'ondata di brividi e di... schifo. Qualche volta potrebbe aver dato pure l'impressione di essere su una crisi di nervi da quanto gli desse fastidio. Ma nonostante tutto ha trovato la forza per avanzare, bramando quell'acqua in cui si tufferebbe di testa non appena ne avrà occasione. Cascate, pulite quei capelli tanto sporchi di terra. Qualsiasi minaccia non sarà pareggiabile all'ira del Senjuu se questo non tornerà con il suo colore originario, nessuna chimera resterebbe impunita, nessun kami verrebbe salvato dalla sua ira, nessuno shinobi ritornerebbe dalla propria famiglia. E' bello lavarsi dopo dieci anni eh? Ma tu questo ancora non lo sai. La rosata ha accennato di un incontro avvenuto con un monaco, cosa che ha accelerato il vostro cammino in direzione della foglia. Se vi fosse stato anche lui, avrebbe dato un messaggio carino quanto pacifico a quel monaco. I Kami hanno fatto tornare dalla morte i loro simili per pulire quella generazione di conigli che è stata buona solo a nascondersi dietro quattro mura e a giudicare coloro che hanno fallito nel tentativo di salvarli. Chi mai giudicherebbe chi ha dato tutto ciò che avevano per gli altri? Soprattutto lasciandoli comodi e al sicuro, con il deretano posato in maniera elegante su una sedia ad aspettare. Codardi. Il pensiero ribolle nella testa del bianco, alimentando una serie di pensieri che sta disegnando in maniera sempre più rapida e netta il suo approccio con chiunque abbia solo brutte parole per loro. Ma ha ancora un paio di cose da sistemare... Il bianco tira ora il capo fuori dall'acqua, mostrando i propri capelli alla rosata che lo accompagna in quel viaggio. I vestiti sono lasciati lungo la riva, tenuti fermi da un Kunai trovato per strada. Un arma, piccola e per se inutile da sola contro quelle chimere che hanno massacrato il mondo degli shinobi, ma nelle mani giuste anche una matita può uccidere tre persone. Mat, le tue mani sono quelle giuste? No, tu sei lo stronzo che fa ammazzare il cane della persona sbagliata dal tuo nemico per far si che questa si sporchi le mani. Sei un pochetto infama. "Non ti ho ancora chiesto un favore..." La sua voce non sarebbe troppo alta, consapevole che sarebbe meglio evitare qualsiasi scontro per ora. Hanno evitato un sacco di creature, perché affrontarle proprio ora che sono così vicine. "Vorrei venissi con me a riprendermi Kimi." Chiederebbe l'aiuto della decima per quel suo obbiettivo personale ma che solo lei può capire di quale importanza. Una figlia che non ha ancora stretto tra le braccia, ma per la quale ha già fatto l'impossibile... Graziato dal fato, sicuramente, ma mai dare ragione ad un folle, si darebbe vita ad una catena di eventi più che pericolosi.

19:23 Furaya:
 Se Keiga ha incontrato la pioggia durante il suo cammino, anche Furaya è attualmente fradicia ma non per via del temporale. E no, non osate pensare a male perché non c'entra neanche quello! S'è immersa nelle acque della cascata, cercando un posticino appartato per restare più coperta possibile dal freddo pungente della notte e difesa dalla possibile presenza di gente fastidiosa o delle fatidiche bestie. I suoi vestiti sono poggiati nei pressi di quelli di Mattyse sulla riva, dietro un masso che dovrebbe permettere a questi ultimi di non svolazzare via o essere spostati. A sua volta, dunque, priva di qualsivoglia indumento, resta immersa nell'acqua, il cui livello le giunge sin ad altezza del seno coprendolo per la maggiore. I capelli sono sciolti, ovviamente imbevuti d'acqua, appiccicati lungo il corpo cosparso di cicatrici della Decima, scendendo lungo la schiena ed il petto. Ha cercato di togliersi di dosso lo sporco il più possibile, restare immersi a lungo potrebbe non essere affatto vantaggioso per nessuno dei due. Inoltre, mantenere la voce bassa e meno luce possibile è uno dei migliori insegnamenti che potessero adottare per cercare d'evitare le fameliche bestie. A causa di queste ultime, hanno comunque dovuto allungare la strada, cercando d'evitarle il più possibile e rischiando di venire comunque coinvolti qualora avessero anche soltanto compiuto un passo falso. Lo vede uscire da sott'acqua dove s'era immerso per cercare di pulire i suoi capelli, prima che gli sovvenisse una crisi di nervi degna d'una esplosione. <Avvicinati, intanto> Pronuncia in sua direzione, portando le braccia ad alzarsi ed indirizzando i palmi e le dita verso il suo cranio. Vi intrufolerebbe questi ultimi per cercare di frizionare meglio i suoi ciuffi, togliendo lo sporco laddove è rimasto, strofinando con delicatezza e senza tirare. <e abbassa un po' la testa.> E' comunque bassina rispetto a lui, a prescindere che stia in acqua, fermandosi dove possa toccare per permettersi di lavare la propria pelle nel migliore dei modi. L'espressione di lei è apparentemente calma, ma dietro quello sguardo si nasconde l'inferno che ha dovuto passare in questi giorni, specialmente l'incontro con il monaco nel bosco di Shukosato dove lei s'era diretta soltanto per prendere la legna da ardere per restare un minimo al caldo. Il di lei respiro si mantiene calmo, apparentemente rilassato, ma con l'udito cerca di captare qualunque movimento possa anche soltanto essere abbastanza vicino da farla sussultare o da costringerla a rintanarsi da qualche parte, in attesa di comprendere l'entità nemica. Le bestie sono facili da percepire, sono grosse e rumorose, ma fa attenzione comunque, tant'è che il suo Chakra circola in lei seppur diminuito e priva della forza d'un tempo. <Tempo al tempo> Commenta in sua direzione, lo sguardo che non s'abbassa ma che resta focalizzato tra i suoi capelli. <dobbiamo prima tornare al villaggio dove la guerra s'è spostata> Perché questo è quello che ha capito lei, ovviamente, ignorando del tutto che siano passati ben dieci anni da quando tutto è avvenuto. <dopodiché dobbiamo riuscire a trovare altri superstiti e le nostre figlie.> Non si tratta solo di Kimi, in fondo. Ma ha ragione nell'esserne preoccupato, lui non l'ha davvero mai conosciuta. [ Chakra ON ]

19:44 Keiga:
  [Quella che era la sua grotta] <Hn?> A quanto pare il tempo ha deciso bene di dar tregua. Non arriva più acqua. Sospira, gonfiando il petto per poi svuotarlo in uno sbuffo <Senti, lasciamo perdere> E' ancora lì, in ginocchio. Ormai ha la faccia sporca di terra ed anche le mani non sono da meno. Ma ci è abituata. Ha vissuto allo stato brado per anni, un pò di sporco non è niente. Non passa molto prima di recuperare la postura eretta. Entrambi, sia lei, sia Akuma, restano in silenzio, guardando attorno o più che altro, ascoltando. Le orecchie del cagnoloni vengono indirizzate in ogni direzione. Magari era un caso. Troppo silenzio per essere una di quelle stronze. Deglutisce e si avvicina al canide. Allunga le mani verso il suo muso per prenderlo e portarlo a contatto con il proprio, chiudendo gli occhi. Come se il contatto con quel cane, fosse una delle poche cose a dargli la carica. <Andrà bene.> Sussurra. <Torneremo con qualche aiuto> Mica ci ha rinunciato. Ci sono le sue fottute cose là sotto. E dopo la piccola riunione si allontana, terminando con una carezza sul musone. <Andiamo al fiume, prendiamo dell'acqua e torniamo> Ed il coso enorme ringhia appena. Lei guarda attorno ancora una volta poi appoggia le mani sulla schiena del cane, si da lo slancio e ci sale in groppa. <Mi raccomando. Il più silenzioso possibile> Ormai lo sanno che non devono fare rumore altrimenti quelle arrivano. Quelle che non ci vedono un cazzo ma fiuto e udito ne hanno da vendere. E dunque si muovono. Le zampone di Akuma si impiantano sul terriccio ancora bagnato. Le orecchie attente, si muovono per captare ogni rumore. Ed il tartufo annusa. Ogni tanto si abbassa a terra, ogni tanto in aria. E forse lui già inizia a sentire qualcosa man mano che si avvicinano al fiume. Son lì, ad una decina di metri. Lei, storce il naso. Solo il ricordo di un odore. Ogni tanto le sembra di sentire cose famigliari, e invece poi no. <...> Akuma si è fermato. Il muso dritto, la coda anche, verso il fiume. Immobili entrambi, in quel semibuio. Lei si appiattisce sulla schiena del bestione. Gli occhi si chiudono in fessure. Silenzio. Che cazzo c'è? [Chakra ON]

19:59 Mattyse:
 Difficile la vita senza carte bomba Mat? Senza la sicurezza di lasciare sorprese dietro di te così da poter sapere quanto vicino possa essere il cacciatore, indebolendolo pian piano per fargli capire troppo tardi chi dei due è veramente la preda... Sei costretto a basarti sulla mera fortuna, drizzando il capo di tanto in tanto per cogliere alcuni rumori che potrebbero aiutarti... Esempio? Lo stormo di uccelli che volerebbe, allarmato dalla presenza di qualcosa, in lontananza e dalla parte opposta a quella ove Keiga si trova. Lo sguardo ambrato, o quel che ne rimane, si spalancherebbe in quella direzione come un animale che si mette sugli attenti. Il fruscio delle foglie che i volatili urtano come il loro vociare, indicano che qualsiasi cosa li abbia spaventati non è poi così vicino, ma è meglio non abbassare la guardia. Sei anche senza chakra, speri di poter guadagnare tempo come tuo solito? Si, in fondo sei con una delle persone di cui ti fidi di più al mondo. Posando ora il proprio occhio buono sul volto della rosata, il sinistro verrebbe chiuso mentre lui lentamente andrebbe ad abbassarsi, coprendo con il filo dell'acqua le proprie labbra, lasciando fuori il naso così da poter respirare e permettere a lei di giocare con i suoi capelli al meglio... Le sue dita che passano tra i propri ciuffi hanno un che di rilassante sul Senjuu che inizierebbe una battaglia per rimanere sveglio e vigile, serrando i denti intento a darsi stimoli diversi da quella donna. Deve rimanere vigile, deve trovare una soluzione e... Ha bisogno di adrenalina. TROVATO. "Devo riarmarmi. Avrò bisogno di un po' di fuuda per le carte bomba..." Risponderebbe dopo essersi sollevato di qualche centimetro per poter parlare senza bere acqua, andando ora ad allungare la mano destra verso le bellezze della Nara, andando a premere contro uno dei suoi seni con il dito indice in svariati punti, un poco intento a infastidirla, un poco intento a stuzzicarla e a rendere quel bagno anche una valvola di sfogo che potrebbe essere utile ad entrambi. Lo stress si fa sentire sera dopo sera, la paura che ogni carezza possa essere l'ultima si fonde con la fretta di tornare a combattere per salvare i propri cari... Ma tutto quello è solo una distrazione, qualcosa che li mette in pericolo poiché offuscherebbe le loro menti e rischierebbe di farli cadere al prossimo combattimento. La fretta, la poca lucidità per lo stress... Se riuscisse a rendere le cose più piccanti troverebbe una soluzione temporanea per attenuare il tutto. "Se potessi riunirmi alle altre potresti anche sfruttare gli altri shinobi per l'evacuazione del villaggio." Hai fiducia che voi tre soltanto sarete in grado di tenere testa a tutti i probabili nemici? Si, ne sei convinto, poni completa fiducia in quelle due giovani ragazze non più tanto giovani che hanno mostrato una certa affinità e volontà di ammazzare e spargere sangue, guadagnandosi un posto al tuo fianco. Non sotto di te, non ai tuoi ordini, ma al tuo fianco. [4/4 tentativo molestie]

20:18 Furaya:
 Dai dintorni, potrebbe iniziare a sentire dei rumori. Dei passi di qualcuno, il rumore che questi compiono sul terreno, il loro parlare. Semplici movimenti che l'udito fine d'un ninja, abituato proprio alle guerre e alle battaglie, oltre alle missioni stealth delle Forze Speciali Anbu, dovrebbe riuscire a notare piuttosto facilmente, in special modo se ci sono soltanto una decina di metri a separarli. Lei, nel frattempo, è tutta bella intenta a ripulire i capelli di Mattyse dallo sporco, passandovi in mezzo le dita, districando i possibili nodi presenti e massaggiando delicatamente la cute. Si dimostra gentile e docile nei modi di fare, nonostante faccia schioccare la lingua contro il palato quando avverte la sua mano a contatto col seno, ovviamente nudo, di lei. <Tch.> Gli tira poco più forte i ciuffi bianchi che stringe tra le mani, in modo che possa comprendere che non è mai una scelta saggia comportarsi in questo modo. Non con lei. Deve sempre dimostrarsi superiore rispetto a lui o quanto meno essere quella che comanda nel duo, nella coppia o in quello che realmente sono. <Troveremo il modo per recuperare le carte bomba così come cercheremo la mia katana.> Asserisce, abbassando lo sguardo glaciale or in sua direzione così da focalizzare le proprie iridi in quelle altrui, mostrandosi troppo seria, troppo rigida, troppo stressata seppur cerchi di nasconderlo. Non ha il controllo di nulla per quanto cerchi comunque d'averlo e non riesce a nascondere che gli argomenti trattati col bonzo la sera precedente le abbiano dato davvero tanto fastidio. Gli ha raccontato piccoli spezzoni poiché non desiderava neanche parlarne davvero, tuttavia ha trovato corretto almeno avvisarlo di chi ha incontrato e di cosa le abbia riferito, pur definendolo un bugiardo. <Dobbiamo seguire un passo per volta. Adesso ciò che mi preme è tornare a Konoha. Questa è l'ultima sosta, dopodiché voglio andare direttamente lì e non mi tratterrai in nessun modo, non ci sarà Kami o belva che mi terrà ancora distante dal mio villaggio.> Non alza affatto la voce, la mantiene comunque sì bassa ma abbastanza per essere udita dal diretto interessato, continuando a tenere sotto controllo la zona circostante tramite l'udito, spostando di tanto in tanto anche lo sguardo dal ragazzo per posarsi sugli immediati dintorni. <Shhht.> Lo porta subito dopo a zittirlo, avvicinando la mano alla sua bocca e poggiando il palmo contro le sue labbra, senza pressare troppo anche perché non ne avrebbe la forza, tuttavia provando comunque a farlo star zitto con metodi poco ortodossi. <C'è qualcuno. Ma non mi sembra una belva.> A meno che non sia diventata silenziosa e gliela possa mettere lì dove non batte il sole comunque, ovviamente. Quindi, cerca anche di spingerlo delicatamente verso la riva, ma nel farlo smuoverebbe l'acqua e dunque farebbe rumore, pertanto non vorrebbe muoversi in maniera celere, ma con far lento e gli occhi che tornano a fissar l'interlocutore primario come se bastasse per loro guardarsi negli occhi per capire l'agire, e tanto bugia neanche sarebbe. [ Chakra ON ]

20:53 Keiga:
  [> Fiume] Distesa sul cane, avvicina le labbra al suo orecchio. Di certo ha sentito qualcosa come dall'altra parte hanno sentito loro. <Vai tu> E scende, facendo attenzione a fare meno rumore possibile. Per i primi metri, entrambi si muoverebbero verso il fiume. Lei, seguendo il passo del cane in modo da non aumentare all'udito il rumore dei suoi passi sul terreno umido. Avanzano, lenti, silenziosi, fino a che dopo 5 metri lei non si ferma, cercando di piazzarsi dietro il tronco i un albero. Mentre Akuma avanza, con le zampone che calcano quel terreno ancora soffice. Sembra solo un grosso cane. Un grosso cane che cerca acqua per dissetarsi. Ed infatti appena l'umana si ferma, lui aumenta il passo, iniziando a trotterellare verso la riva. Potrebbe non essere molto distante dai due. E l'odore è bello vivido da quella distanza, tanto che la coda, accennerebbe ad uno appena appozzato scodinzolare. Raggiunta la riva, ruota il musone a destra e sinistra. Controlla. Il posto appartato dei due forse è leggermente più nascosto rispetto alla sua posizione? Eppure sente che c'è qualcuno. Le orecchie poi si tuffano all'indietro ed il muso si abbassa, perchè già che c'è un pò d'acqua se la beve eccome. Gli occhi si socchiudono. Non si è distratto, è ben attento. Ma non capisce. Cosa c'è che non va? Ed anche lei ha di nuovo quella sensazione dell'odore famigliare. Un qualcosa di misero, come se davvero fosse ormai un ricordo lontano. Deglutisce e guarda verso il fiume, verso Akuma e ruota poi il capo cercando di ascoltare. [CHAKRA ON]

21:10 Mattyse:
 La donna, per quanto stressata, cade nel tranello del bianco, tirando inizialmente i suoi capelli abbastanza da obbligarlo a schiudere le labbra e seguire la sua mano con il capo. Lei non vi ha messo forza, ma lui per primo necessita di seguire quel suo movimento per trattenere un ansimo che in caso contrario sarebbe tutto meno che silenzioso. "E' l'ultima tappa." Prometterebbe prima di far passare lentamente la lingua tra le proprie labbra, accarezzandole in maniera particolarmente lenta con intento palesemente provocatorio ma... La mano di lei si fionda sulla sua bocca, facendo cambiare rapidamente il tema della situazione. Non è qualcosa di lussurioso, non è un gesto di passione, è un avviso. Lei ha sentito qualcosa che lui per primo non ha potuto udire per molteplici motivi. Il bianco spalancherebbe entrambe gli occhi, mentre la sua mente andrebbe a ricercare le due energie, energie che cambiano colore e forma giorno dopo giorno. Divenendo ora i due occhi, quello ambrato, sopravvissuto grazie all'energia mentale, e quello opaco, il sinistro, che ha perso il piacere della vista affrontando i problemi con l'energia fisica. Entrambe le energie hanno punti di forza e di debolezza e l'unico modo che ha il bianco per riuscire nella sua sopravvivenza giornaliera è unirle, cercando di avvicinarle, per lo meno visivamente, la ove ha il naso, intento ad unirle e mischiarle per tentar di dar vita ad un'energia più forte, un occhio più resistente e in grado di vedere, quello che al di fuori di questa pessima allegoria sarebbe il chakra. Se vi fosse riuscito, la mano destra verrebbe sollevata lentamente per portarla dinanzi al proprio naso. Il piede destro si fermerebbe per esercitare una certa resistenza al moto della rosata, permettendo poi all'indice della mano dominante di indicare il livello dell'acqua. Mat volterebbe il capo verso destra per allontanare il viso dalla sua mano per poi mimare un "Vai sotto." Sarebbe la cosa migliore, sotto all'acqua non farà rumore, mentre lui guadagna tempo. Non interessa cosa possa incontrare. Qualsiasi minaccia è da abbattere. Quindi, il bianco tenterebbe di guardarsi attorno, cercando una figura, una sagoma... Qualsiasi cosa che possa attirar l'attenzione... come magari le vibrazioni sul filo dell'acqua dovute alla lingua di un animale che impatta contro la sua superficie? La poca luce impedirebbe al nostro Senjuu di comprendere cosa possa avere davanti, ha solo fiducia in se e in quella compagna che voleva farsi in tutta tranquillità. Ma a quanto pare, dovrà recuperare prima un occhio per se. [3/4 tentativo impasto chakra][1/4 ricerca sacco di pulci][Chakra 25/25]

21:31 Furaya:
 I passi continuano ad avvicinarsi mentre lei cerca di mantenersi ferma, nascosta ma senza sfruttare la dissimulazione perché le serve muoversi per avvicinarsi alla riva. E non è poi molto distante la figura del cane totalmente nera, quasi una bestia sputata fuori dall'inferno, che s'avvicina per poter bere dell'acqua. Ma è davvero tutto qui? Anche un cane, se aizzato a dovere e feroce al punto giusto, potrebbe diventare un valido nemico ed un altrettanto problema del quale non hanno certamente bisogno. Nota quella lingua di lui saettar veloce fuori dalle labbra, provocandola com'è suo solito fare, trovandosi per di più nudi nell'acqua di un laghetto. Tuttavia, non è il momento per preoccuparsi di questo, poiché quella belva che si sta avvicinando potrebbe non essere per forza da sola. Scuote il capo all'indirizzo del bianco quando le chiede d'andare sott'acqua: neanche per sogno è l'occhiata che gli rifila, assottigliando le palpebre e indurendo i lineamenti del volto. <E' solo un cane> Asserisce, mantenendo il proprio tono ancor piuttosto basso, seppur vorrebbe svicolare verso la riva. <quindi, tiragli un osso> Ma che stai dicendo? Un osso? E dove lo trova? Non può certo staccarselo da solo e sperare che dopo gli ricresca, in fondo ha già perso anche un occhio. <altrimenti aspetta che abbia finito di bere.> L'olfatto di Akuma potrebbe però intuire che ha di fronte qualcuno di conosciuto, qualcuno con cui ha vissuto abbastanza tempo quand'era solo un cucciolo, ormai dieci anni prima. Il di lei tono di voce permane comunque piuttosto basso, ma il brusio generato potrebbe facilmente essere udito anche da Keiga, la quale è comunque distante pochi metri così come il cane che, di sicuro, potrà sentire il loro odore nonostante siano per metà immersi nell'acqua del laghetto formatosi sotto la cascata. Scivola anche dabbasso la mano che premeva contro le di lui labbra, in modo da liberarlo del tutto seppur ci abbia già pensato da solo come al solito. Il problema della Nara è che pretende di far tutto lei, quindi ascoltare il parere di Mattyse d'andare sott'acqua non è stato neanche contemplato. Certe volte, bisognerebbe darle soltanto una botta in testa e lasciarla addormentata per qualche ora, prendendo le redini della situazione senza che possa infastidire gli altri. La fase attuale è di mero stallo, laddove nessuno sembra avanzare d'un passo né tornare indietro, ma c'è soltanto un grosso cagnone tutto nero che beve alla riva, la stessa che loro vorrebbero raggiungere o almeno in particolare lei. <Sembra innocuo.> Mormora ancora, seppur l'intento sarebbe almeno quello d'avvicinarsi e d'allungar la mano verso il kunai lasciato sui vestiti. E voi vi chiederete perché s'è sua abitudine attaccare dalla distanza tramite le arti magiche? Semplice, non deve attirare l'attenzione delle bestie divine, dunque vuole adottare attacchi semplici e che generino poco rumore e poca luce, ma priva delle sue fide katana diventa difficile poterlo fare. [ Chakra ON ]

21:48 Keiga:
  [> Fiume] La lingua slappa quell'acqua. Beve abbastanza, probabilmente aveva sete davvero. Certo è che quell'odore continua ad invadergli il tartufo. Quindi è davvero così? E' davvero lei? La lingua si ferma. Gli occhioni neri, sebbene non siano più quelli d'un cucciolo, puntano verso quei due. Di entrambi riconosce l'odore, anche se sembra essere più indirizzato a seguir le movenze della donna. E come dargli torto? Lei gli faceva i grattini sulla panza, ma scherziamo? E quindi rialza il muso. Quel musone soffice e per nulla tenero ormai. Le orecchie tese in direzione di Furaya e Mattyse. La coda che prende a muoversi e scodinzolare in maniera frenetica. Tira perfino fuori la lingua, lasciandosi andare in un mugolio, perchè non deve fare troppo rumore. <Ma che cazzo fa..> Lei che ne ha seguito le movenze, si lascia andare in quell'espressione. Un sussurro a denti stretti. E non capisce. Akuma si alza sulle posteriori per un attimo, scodinzola, vorrebbe abbaiare ma sa che non deve, non può. Ruota il muso verso il bosco, verso la sua umana che pensa che sia impazzito ma forse è solo contento che non ci sia nessuno, oppure ha visto qualche cosa di grosso da cacciare. E va bene. Se lui è tranquillo, non può che esserlo anche lei. Sospira, rassegnata ed esce da dietro quel tronco. Certa di aver sentito rumori prima, ma evidentemente si sbagliava. Forse era solo qualche animale dal verso strano. E quindi cammina, senza mantenere lento quel passo, fino a raggiungere il cane. Ora visibile anche ai due. Due che molto probabilmente non la riconosceranno. Allunga un braccio, cercandone il muso <Si può sapere che diavolo hai?> E ruota poi il capo verso l'acqua. Lì dove il musone nero ha indirizzato l'attenzione. [Chakra ON]

22:06 Mattyse:
 La rosata è geniale, pure in momenti di massima allerta, ove si devono concentrare per evitare o affrontare una minaccia, vuole sfidarlo per la supremazia... Ma lei non ha mai visto Mat in missione, non ha mai assistito al suo modo di agire per portare a casa il suo obbiettivo e ora ne avrà un assaggio. Il bianco si sottrae rapidamente da davanti alla rosata, intento ad avvicinarsi lentamente verso quella sagoma che per lui non ha forma definita o un colore. La luce che la luna riflette su di loro metterebbe in risalto l'acqua sul corpo del Senjuu, come gli occhi che a causa della ferita hanno preso ad avere due tonalità completamente diverse. Mat si solleverebbe sulle inferior leve, intento ad alzarsi e a non restar più immerso con il busto, non dovendo più far raggiungere i propri capelli da Furaya, i polpastrelli delle dita invece andrebbero a sfiorar il filo dell'acqua, mentre lui continuerebbe ad avanzare, tenendo gli occhi ben puntati sull'ipotetica belva. Furaya commenta, potrebbe essere innocuo, potrebbe lanciargli un osso, ma con tutti i pericoli che circondando i due, lui non se la sente di scherzare, non ancora. L'unica bestia innocua è una bestia morta. "E' fin troppo vivo." Commenta nel suo avanzare, permettendo a quella sagoma di acquistare dettagli, sempre più dettagli... fin quando questo non prende visibilmente a scodinzolare e a saltellare come se non vedesse l'ora che i due escano dall'acqua per fargli le feste. I passi di Mat si bloccherebbero sul posto, osservando il cucciolone con aria non ben poco chiara. "Ma che..." Sussurrerebbe tra se e se, assottigliando poi lo sguardo. Dovrebbe poter essere abbastanza vicino per vedere una sagoma femminile, dai capelli lunghi, apparire per raggiungere l'animale. L'occhio ambrato di lui tenterebbe di studiarne la figura prima di riprendere ad avanzare, lentamente, ma senza preoccuparsi dei movimenti dell'acqua e rumori corrispondenti. Un cacciatore con il suo cane? Un Inuzuka? Le possibilità sono molteplici, come vi sono anche buone possibilità che si tratti di un nemico. Pensa Mat, pensa. Non puoi usare tecniche, potresti attirare attenzioni indesiderate... potresti tentare con una follia? Conta la distanza che vi separa in braccia... Troppe, puoi permetterti uno scatto adatto per sorprendere il tuo bersaglio di circa quattro metri, ma è qualcuno in più quello che ti separa dalla figura. Il bianco volterebbe lo sguardo per un istante in cerca della rosata, tornando poi a osservare l'Inuzuka. Diamine, puoi solo cercare di capire chi hai davanti. "Villaggio di origine." Unica cosa che può chiedere, domanda che in una condizione normale dovrebbe bastare a far capire se si tratti di un nemico o un amico... Ma le condizioni normali sono mutate circa dieci anni fa. La voce del bianco, per Keiga, sarà più che riconoscibile, sempre ammesso che ne abbia memoria e il tempo non ne abbia storpiato il ricordo. Lui, in fondo, non è cambiato di una virgola. [4/4 avanzamento poco quatto molto coatto][Chakra 25/25]

22:24 Furaya:
 Il cane si ferma e osserva la donna, lascia penzolare fuori la linguetta rossa con cui ha appena bevuto. D'un tratto però inizia a scodinzolare e ad uggiolare come se cercasse delle carezze, delle feste o dei semplici grattini da color che ha inquadrato nella cascata. <...> Immantinente i sensi tornerebbero all'erta, seppur non abbia mai cessato neanche per un istante di star attenta al circondario, nonostante cercasse persino di fare delle battute che portassero a stemperare la situazione. Sgrana appena gli occhi azzurri e focalizza l'attenzione proprio sul cucciolone agitato che pare intenzionato davvero a giocare. E lei vorrebbe quasi avvicinarsi, stendere addirittura la mano in prossimità del suo muso, ma si rende conto che potrebbe essere veramente una stronzata galattica se consideriamo che basterebbe l'ordine di qualcuno o un raptus della stessa bestia per azzannarla in malomodo. Per questa ragione, le braccia restano ancor distese lungo i fianchi, avvicinandosi a Mattyse che vuole avvicinarsi e cercare anche di capire chi altro ci sia negli immediati pressi del cane, poiché una figura dai capelli corvini e i classici simboli degli Inuzuka sul volto s'avvicina proprio ad Akuma, a quel cane che la rosata ricorda soltanto come un cucciolo di qualche mese, con il pancino pieno che cercava sempre le sue coccole, oltre al suo cibo. Seppur avvicinandosi di qualche altro passo ancora, sinceratasi che non corra chissà quale altro pericolo, si fermerebbe non appena Keiga risulterà essere visibile. Non la riconosce, sia chiaro, sarebbe veramente impossibile per lei capire chi sia soltanto guardandola in faccia. La squadra però dalla testa ai piedi nel momento in cui dovrebbero finalmente averla vicina, portando un braccio a coprire le sue nudità sul petto, posto in orizzontale e con una mano a coppa poggiata contro un seno. Il resto del corpo permane immerso nell'acqua, mostrando però le vistose cicatrici che ne attraversano sia gli arti superiori che il ventre, oltre ai diversi tatuaggi: sulla spalla appare quella testa di drago totalmente lavica; sul fianco prendendo in considerazione tutto il costato sino all'anca, i fiori di ciliegio ne avviluppano la pelle. L'acqua scivola dalla sua pelle in piccole goccioline che le rendono la pelle lucida, finalmente pulita, iniziando a sentire freddo ad altezza delle spalle seppur i lunghi capelli rosei scivolino sin oltre la metà della schiena e coprano in abbondanza la pelle altrimenti nuda. <Inuzuka> Asserisce subito dopo la domanda posta da Mattyse nei riguardi della fanciulla. <deduco tu sia Konoha, dunque.> Dovrebbe essere alquanto ovvio, per questo lo rende presente anche al bianco. Il suo viso, in questi dieci anni, non è affatto cambiato. I lineamenti sono gli stessi, l'intero corpo è lo stesso. Ciò che potrebbe aver subito una variazione è lo sguardo della donna, affatto calmo e sereno come al solito, bensì furibondo, nervoso, di quel predatore che è costantemente a caccia ed è pronto ad azzannare la preda, selvatica, ferale, austera... più del solito. E la fissano. [ Chakra ON ]

22:44 Keiga:
  [Fiume] Ha ancora una mano sul fianco del cagnone mentre guarda verso l'acqua. Inclina la testa di lato e chiude le iridi in due fessure. Cerca di mettere a fuoco. Almeno per quanto riguarda quello che si avvicina. Mattyse. Non fiata, resta in piedi lì, accanto al suo cane. Quando il bianco parla poco ci manca che le viene un infarto. Il cuore sembra perdere un colpo. Le labbra vengono schiuse. Quella voce.. Cerca di fare un passo in avanti. E si vede che non ha brutte intenzioni. Lo inquadra. Pietrificata. Non si muove, al contrario di Akuma che scodinzola mentre non vede l'ora di assalirli. E lei non sa se crederci o meno. Ha quella figura lì davanti. Lo sguardo che sembra perdersi. Il ricordo che torna ai cinghiali. Sta per chiamarlo, per accertarsi che sia davvero lui. Almeno fino a che non subentra un'altra voce. E qui per poco l'infarto non le viene per davvero. Sono anni che la cerca. Non sa come reagire. E' una statua. Sono identici a 10 anni fa. E su questo di certo ci passa sopra ma non può passare sopra al fatto di averla lì davanti, e pure nuda, ma lì davanti. La bocca aperta e le nere che finalmente possono di nuovo guardare quegli occhi azzurri. E' nel panico in realtà. Eppure la vista non mente. Akuma non mente, e neanche l'odore. <Fu.. raya..> PArole che a fatica riescono ad uscire da quelle labbra ma che sono ben udibili. Chiude la bocca e guarda Mat <Mat..?> Se volevate mandarla in tilt ci siete riusciti. AKuma a momenti si piscia addosso per l'emozione, mugola, finendo per dare una musata alla sua umana. E lei si volta verso il cane <...> E torna su di loro. Mattuse prima e poi Furaya. Ed i due potrebbero pure notare gli occhi lucidi. Perchè adesso che inizia a realizzare, tutto quello che s'è tenuta dentro per 10 anni sta per esplodere. [Chakra ON]

17:56 Mattyse:
 Avanza, nonostante la decima sembri essere più fiduciosa e il cane più che innocuo. Il suo sguardo è freddo e minaccioso nei confronti del duo che ha di fronte. Due possibili minacce, due soggetti che potrebbero intralciare il loro cammino verso casa. Identici, è un parolone. A differenza della decima, Mat riporta delle ferite ben visibili rispetto l'ultima volta che lui e Keiga si sono visti. Il lato sinistro del proprio volto, come del collo e del busto, è completamente ustionato, mentre l'occhio sinistro ha perso quel suo classico colorito ambrato per divenire più opaco. Dettagli che sono completamente visibili nonostante non vi sia sole ad illuminare quello scenario. "Per essere Inuzuka non basta del trucco e un cane." In fondo, sono rimasti bloccati, qualcuno potrebbe anche aver pensato bene di tenderli una trappola, no? Lo sguardo del Senjuu inizialmente è severo, sta pensando a come neutralizzare i due bersagli, riconoscendo per ora solo la donna come minaccia vera e propria. Il cane deve essere un cucciolone viste le feste che vuole fare ai due. Il bianco convoglierebbe il chakra all'interno delle proprie gambe, mentre il busto si piegherebbe appena in avanti, si preparerebbe ad uno scatto che mirerebbe a portarlo dinanzi alla ipotetica Inuzuka con una velocità che difficilmente raggiungerebbe se non con una tecnica. Vorrebbe risultare minaccioso, incutere timore così da motivare la donna ha rispondere alla sua domanda e, nel momento in cui il ginocchio sinistro si piegherebbe, la voce di lei lo blocca per un istante. Una voce che ha già sentito da qualche parte. Lei chiama prima Furaya, per poi tornare a osservare il bianco... la prima sarebbe stata anche facile da riconoscere, la decima hokage, ma Mat? Lo sguardo schizzerebbe sul cane mentre il lato sinistro del proprio labbro superiore si solleverebbe appena, mostrando i canini come se fosse un animale... ma il tutto andrebbe rapidamente a scemare notando la sua espressione, i suoi occhi lucidi. "Ok, che cosa mi sono perso?" chiederebbe nei confronti di Furaya, senza staccarle gli occhi di dosso. "Io ancora non l'ho toccata." meglio precisare, no? Il bianco drizzerebbe la schiena, uscendo poi dall'acqua per portarsi di fronte alla 'sconosciuta piagnucolona' sollevando il mento per osservarla con una certa superiorità. "Non rispondi, piangi alla prima minaccia e il tuo cane è più felice di vedere noi che te." Commenta acido, sbuffando poi aria di lato. "Si. Inuzuka." Ma va? Ma non mi dire? "Ora capisco perché Keiga vi preferirebbe morti. E io come uno stupido ho preferito che rimanesse a difendervi. Ora dovrò farmi perdonare." E così, non curante di chi abbia effettivamente davanti, si volterebbe per camminare in direzione dei propri vestiti, su cui si piegherebbe per raccogliere i primi indumenti da indossare. [Chakra 25/25]

19:57 Furaya:
 E' fiduciosa soltanto perché ha davanti un essere umano e un cagnolone che sembra essere interessato soltanto a giocare, dunque non ad attaccare. E' fiduciosa perché ha sempre dimostrato d'essere abbastanza forte e non sono in svantaggio numerico. Tuttavia, ragiona come se ancor avesse avuto tutta la forza in corpo, la forza di dieci anni prima con le sue due innate, la lava più bollente del vulcano stesso e l'arte eremitica collegata ai suoi lupi. Non ha niente di tutto questo, adesso. Mantiene il braccio sollevato sul petto, in modo che possa coprire ambedue i seni senza che debba mostrarli a quella presunta sconosciuta. Sconosciuta che, tra l'altro, sembra guardare entrambi e riconoscerli persino. A differenza sua, né il bianco né la rosata riescono a capire chi abbiano davanti, nonostante quest'ultima abbia persino gli occhi lucidi come se avesse paura, come se non vedesse quelle persone da talmente tanto tempo da esserne sorpresa, entusiasta e stia piangendo per la gioia. Ma potrebbe anche trattarsi di paura esattamente come dice Mattyse, il quale fa delle precisazioni quanto più corrette possibili, alle quali annuisce con un lieve cenno del capo. <Questo lo so, ma devi dire che rende piuttosto bene l'idea che faccia parte di quel clan.> Ammette, nonostante abbia di fronte la diretta interessata che potrebbe persino rivelarsi essere un nemico, se non fosse per quell'espressione mostrata nei loro riguardi. Proprio loro due, però, sono i maggiori esponenti delle Forze Speciali: lei che n'è stata Generale e lui ch'era diventato il Leader della Task Force, la squadra antiterroristica (seppur di "anti" non avesse proprio un bel niente). Quindi, sanno anche che potrebbe essere brava a mentire o a mostrare tutt'altre emozioni rispetto a quelle naturali e reali. Non c'è da fidarsi in ogni caso ed è per questo che la donna andrebbe a cercare sia il Chakra elementale della Terra e sia il Chakra elementale del Fuoco che dovrebbero scorrere in lei. Le immaginerebbe come se fosse un normale richiamo del Chakra, portando il Doton ad altezza della fronte e il Katon ad altezza del ventre. Senza la necessità d'alcun sigillo, le porterebbe ad unirsi verso il plesso solare, indirizzando poi il chakra lavico richiamato verso le ghiandole salivari dove sosterebbe, in attesa d'essere utilizzato a dovere, ammesso sia ovviamente necessario. Lo sguardo ferale della fanciulla, comunque, non verrebbe neanche per un attimo discostato dalla figura che ha davanti, piegando un sopracciglio verso l'alto per l'incredulità. <Sai i nostri nomi, ma noi non sappiamo il tuo.> Non osa neanche immaginare che sia Keiga, non riuscirebbe proprio ad arrivarci seppur la somiglianza con la piccola Inuzuka di dieci anni prima c'è e si nota, se soltanto ci facesse vera attenzione e non credesse d'essere ancora nel settantatré dopo Kyuubi. <Sono due le ipotesi, Matt> Compiendo un altro passo verso la riva, ancor immersa nell'acqua sin ad altezza del bacino, scoprendo quindi la sua pelle nivea macchiatasi d'orribili cicatrici. <o sta mentendo o ha soltanto paura ed era qui per tutt'altro motivo.> E cerca in qualche modo proprio risposta dai modi di fare, dagli atteggiamenti o dalle parole della Inuzuka che hanno di fronte. <Avanti, rispondi. Chi sei e cosa vuoi?> E' palese che inizi a perdere la pazienza, anzi negli ultimi giorni è tesa come le corde di un violino. E' un lupo pronto a cacciare la sua preda, glaciale lo sguardo che le rivolge. [ Chakra: 48/50 ][ 2/4 - Attivazione Hijutsu Yoton lv2 ]

20:16 Keiga:
 Pietrificata lì. Incredula. Non capisce davvero come sia possibile. Li ha cercati per anni e le sono apparsi dal nulla davanti agli occhi. Occhi lucidi si, ma ancora le trattengono a sè quelle lacrime. Guarda Mattyse. Ne ascolta le parole. Parole che nonostante tutto fanno anche male. Ma sono lì. Non riesce a parlare. La testa alta che ora ha lo sguardo puntato sul bianco, a differenza di Akuma che, al fianco della sua umana, abbassa il muso verso il piripacchio di Mattyre per cercare di annusarlo. <Non sto piangendo> Risponde, serrando le labbra ed impettendosi appena di fronte a lui. Ora sono praticamente alti uguali. E' cresciuta anche in altezza, non solo in curve. Il bianco poi parla di Keiga e lei sgrana gli occhi. Deglutisce. Perchè non la riconoscono? Guarda Akuma e di rimando il cane, che ha abbandonato il coso di Mattyse, guarda lei. Fa un passo di lato, cercando si spostarsi da davanti al bianco, per riuscire a vederli entrambi allo stesso modo. <Keiga..> Risponde a quella domanda. Sospira e flette le ginocchia, incurvando la schiena di poco in avanti ed appoggiando i palmi delle mani a terra. Quella posizione che assumeva sempre quando era più piccola e che ancora adesso non ha abbandonato. Ha la testa bassa. Li ha ritrovati ma il fatto che non la riconoscano sta facendo molto male. Soprattutto che la donna non la riconosca, senza nulla togliere a Mattyse. <Furaya, Decimo Hokage del villaggio della foglia. Hai una figlia, Senshi. Mi hai praticamente presa dalla strada e portata a vivere a casa tua. La testa è ancora bassa. Gli occhi son sempre più lucidi ma trattengono ancora. E le dita delle mani affondano, stringendo una manciata di terriccio in entrambe. <Lui è Akuma!> Ed il cagnolone scodinzola, guardandoli entrambi con le orecchie dritte e girando il testone da un lato. Magari di lui si ricordano. E' cresciuto, ma magari si ricordano. <nnngh.. Vi ho cercato per anni..> Sta tremando appena ora, in quella posizione canina, come suo solito. <Va bene lo stesso se non vi ricordate. L'importante è che siate vivi..> Alla fine si. L'importante è quello. Pensa che non ricordino, perchè il fatto che siano rimasti congelati chissà dove neanche lo contempla. Ma va bene così. Sono vivi. Va bene così..

 EDIT [CHAKRA ON]

20:29 Mattyse:
 Furaya da ragione a Mat, o almeno ne comprende i pensieri e l'iniziare riluttanza nel crederla una shinobi della foglia. Keiga poi, cerca di combattere contro l'arroganza del bianco che però continua nella sua azione. Allontanarsi per raccogliere i propri vestiti, mettendosi poi su una gamba per permettersi di coprire il proprio membro con un paio di boxer alla quale darebbe fuoco con un certo desiderio... Cioè le stesse mutande per dieci anni, anche lui ha quasi schifo nel rimetterle. Non fatemici pensare. "Non vuole nulla. Non è un pericolo." Risponderebbe lui lesto alla rosata, quando poi ancora la voce della Inuzuka attraversa le orecchie del bianco. Che cosa stai dicendo? Il bianco si volta repentino, utilizzando il piede destro come perno e tornare con una certa cattiveria verso la povera ragazza. "Non osare, mai più, fare il suo nome." Ringhierebbe prima di crollare sul ginocchio destro, allungando la mano dominante in direzione della sua nuca che tenterebbe di afferrare con forza. "L'ho fatta seguire per poterla accogliere nella mia famiglia. L'ho presa sotto la mia protezione insieme a Tachiko. Non permetterò a nessuno di infangarne il nome e uscirne vivo." La minaccerebbe, alzando ora la voce, ignorando i pericoli che circondano quel luogo. Può perdonare un sacco di cose, ma non che vengano toccati i suoi cari. Lei parla di Akuma, di Senshi e dice di averli cercati per anni. "Anni?" gli occhi si aprirebbero bene, mentre il capo verrebbe tirato in dietro e lo sguardo rivolto verso la decima. Lei ha già sentito una cosa simile. "Siamo mancati un paio di giorni." Ora con voce più pacata. Se la presa fosse andata a buon fine libererebbe la ragazza. L'occhio ambrato tornerebbe sulla figura di quella che si è palesata come Keiga. "Sentimi bene stronza del cazzo. Hai tre secondi per dirmi chi sei, che è successo alla mia famiglia e per quale motivo non dovrei tagliarti la gola." Lo sguardo salterebbe poi su Akuma, che prenderebbe a studiare attentamente... Lo ha già visto, cerca di disegnare un contorno e a ricordare il cucciolo... No, potrebbe essere un parente e quindi assomigliarci molto. Che sia la madre? No, troppo giovane. Una zia o una sorella maggiore? "Uno."[1/4 avvicinamento minaccioso][2/4 tentativo presa nuca di Keiga][Chakra 25/25]

21:05 Furaya:
 La loro è una situazione di stallo. Nessuno dei tre sa come comportarsi. Furaya non sposta lo sguardo dalla presunta Keiga, mantenendo il contatto visivo, ma pronta a qualunque evenienza così come all'eventualità di dover attaccare sia l'animale che la signorina che l'affianca, avendo attivato per prevenzione lo Yoton. Li squadra quando l'una s'avvicina all'altro, facendo schioccar la lingua contro gli incisivi ed aggrottando le sopracciglia. Sì, beh, sono entrambi bell'e nudi. <...> Gli occhi si sgranano appena, l'espressione però riversa sul suo viso non muta dato che cerca di restar il più seria possibile nei di lei confronti, come se non volesse in nessun modo darle l'idea che sia sorpresa da tutto questo. Che quel monaco incontrato nel bosco di Shukosato abbia detto la verità? Non può accettarlo, è per questo che continua a negare che siano potuti passare dieci anni. Per lei è impossibile, non è assolutamente contemplato. Non ci crede e non intende crederci. Potrebbe farlo, ma sarebbe troppo difficile accettarlo, sarebbe difficile comprendere d'aver fallito sotto ogni punto di vista e non solo sotto quello del comando. Avrebbe fallito come Hokage, come guida, come persona, come madre, come /tutto/. Sta già fallendo come ipotetica moglie, quindi sarebbe soltanto una lenta agonia verso il fondo del pozzo, il fondo del baratro dal quale difficilmente potrebbe tornare in superficie. Non questa volta. In un primo momento, non risponde affatto al dire di Mattyse, il quale diviene ben più minaccioso e arrogante nei confronti della Inuzuka, la quale cerca invece soltanto d'appianare le cose e di far comprendere ad entrambi come sia realmente chi dice d'essere perché conosce a fondo alcuni dettagli, specialmente di Furaya. <Aspetta> Si rivolge proprio al bianco, il quale nel frattempo cerca di rendersi un minimo presentabile. Stessa cosa farebbe anche l'Hokage, la quale si chinerebbe dabbasso per recuperare in fretta l'haori bianco e rosso, ancor sporchiccio ma unico abbigliamento che ha con sé al momento. Lo getterebbe sulle spalle, tenendolo chiuso dalle braccia incrociate sulla bocca dello stomaco, evitando di perdere il calore ed il pulito che quell'acqua è riuscita a darle. A differenza di quand'è entrata, almeno adesso non è sporca di terra, nonostante necessitino di un lavaggio anche i vestiti che avevano indosso. Troveranno un'altra soluzione. Adesso, deve concentrarsi soltanto su Keiga e sulle domande che le deve rivolgere. <c'erano delle cose che soltanto io e Keiga conoscevamo o che soltanto lei e Mattyse potevano sapere.> Invita entrambi ad avere un briciolo di pazienza, facendo da piacere per quanto possibile, dato che anche lei al momento è tutt'altro che calma. Il cuore batte veloce, se soltanto riuscisse a rispondere alle domande della Nara potrebbero essercene delle altre e potrebbe anche non volerle conoscere affatto. La paura ti fa fuggire dalle responsabilità e dalla verità stessa. <Keiga mi rivelò d'essersi presa una cotta per un ragazzo: chi?> E proseguirebbe verso quest'onda, senza abbassare per un attimo lo sguardo, volendone vedere la reazione direttamente sul suo volto. <Guardami negli occhi.> Innanzitutto, austera come poche volte in vita sua, le spalle contratte per proteggersi dal freddo e per sopportare quell'assurda conversazione che potrebbe diventare persino qualcosa di più importante: la rivelazione della verità. <Il tuo nome in codice.> Registri inesistenti, informazioni che conoscevano soltanto lei e Boryoku. E quest'ultima si sarebbe fatta uccidere piuttosto che divulgare delle informazioni tanto segrete ed importanti legate appunto alle Forze Speciali. Rispetto a dieci anni prima però, dove avrebbe chiesto a Mattyse di smetterla di comportarsi in questo modo riprovevole, non c'è più la vecchia voce squillante che lo rimprovera. Non v'è neppure la vocina nella testa del bianco e non perché non possa usare il sigillo empatico, ma perché ha deciso di non fermarlo. Che faccia quel che desidera, che si comporti come vuole. Le interessa soltanto capire chi ha davanti e, al tempo stesso, non scoprirlo affatto. [ Chakra ON | Hijutsu Yoton lv2 ON ]

21:29 Keiga:
 E sta lì in quella posizione, quando, appena nomina il suo stesso nome, il bianco la afferra per la nuca. E lei al momento ci starebbe anche a farsi ammazzare. A maggior ragione da Mattyse per la questione cinghiali che magari affronterà se sarà ancora viva. Una presa forte quella del bianco che la spinge a strizzare appena gli occhi. E' Akuma quello che non è molto a favore della cosa, infatti pur rimanendo fermo, inizierebbe ad alzare i labbroni neri, mostrando quelli che non sono più piccoli dentini appuntiti di un cucciolo, ma dei veri e propri dentoni. Un ringhio, sommesso, con le nere che puntano Mattyse. Va bene tutto, ma quella è la sua compagna. <Va bene, Akuma. Calmo> Cercherebbe di tranquillizzare il cane, che comunque i denti li lascia in bella mostra. La voce di lei è profonda, come lo era un tempo ma più matura. <Me ne ricordo e ti ringrazio per questo..> Risponde al bianco. E' lei quella ragazzina. Stringe appena i denti per la stretta <Dieci anni. Sono passati dieci anni> aggiunge ancora. Il motivo per tagliarle la gola è perchè non è riuscita a proteggere i suoi cinghiali. Bastava qualche giorno. Solo qualche giorno in più. E invece niente. Mancano anche a lei. Fa ancora per rispondere ma la voce di Furaya, come sempre, ne cattura l'attenzione più di qualsiasi altra cosa. Sposta quindi lo sguardo su di lei, restando con la nuca nella presa del bianco. Ricorda quella sera. La ricorda fin troppo bene. Hanno parlato tanto. E chi se lo scorda. <Dyacon.. Mi piaceva Dyacon> Prima domanda. Prima risposta. E la guarda negli occhi, si. Nonostante tutto non vedeva l'ora di farlo. Anche se probabilmente finirà ammazzata per mano di quei due. Non fa niente. Li ha rivisti. Poi arriva l'altra domanda. Deglutisce e schiude le labbra <Jigoku.> Seconda risposta. <E stanno bene. Tachiko, Senshi, stanno bene!> Ed è Akuma che si muove adesso. Movimenti lenti, con le zampone che cercando di accorciare le distanze con Furaya. Ci prova anche lui. La coda si muove, a destra e sinistra. Le orecchie sono dritte ed i denti ben nascosti. Non avrebbe mai voluto farlo ma è quello che faceva quando la vedeva. E quindi prova ad avvicinarsi, per poi abbassarsi così da toccare con il ventre la terra. Mugola ancora e poi si gira, a pancia all'aria. Poveraccio. Cosa non si fa per qualcuno a cui vuoi bene. [Chakra ON]

21:46 Mattyse:
 Il cane mostra i denti e il bianco isserebbe lo sguardo verso di lui, puntando i propri occhi sui suoi. Non ne osserverebbe i denti, non il corpo o la gola. Lo guarderebbe dritto negli occhi, sicuro di poterlo stendere in poco. Ma la voce di lei intercede, calma il cane e ringrazia. La rosata, incredula e anche lei poco intenzionata a credere alla signorina, nonostante si stia sottomettendo il più possibile, propone una soluzione. Due domande, due informazioni di cui solamente pochi soggetti erano a conoscenza. Keiga nomina Dyacon e il bianco andrebbe a cercare consenso da Furaya, voltando lo sguardo in sua direzione, per poi spalancare gli occhi nel sentir dire Jigoku. La mano mancina andrebbe a posarsi a terra, mentre la destra scivolerebbe dalla sua nuca fino alla sua spalla. In quel momento dei cinghiali non si domanda, ha appena saputo che davanti a lui vi è una Keiga invecchiata di ben dieci anni. Ha appena concepito che sono passati veramente dieci anni. "Jigoku..." Ripeterebbe lui a bassa voce, osservando la ragazza ora incredulo. "Keiga... Sei veramente tu..." Sussurrerebbe mentre la voce prenderebbe a tremare. "Che è successo... che vuol dire che sono passati dieci anni. Che..." Lo sguardo Salterebbe ora in direzione di Furaya che potrebbe osservare terrore, per una volta, esser disegnato sul suo volto. "Ti prego Fru, dimmi che non è vero..." Le dita della mancina andrebbero a stringersi sul terreno, afferrando la terra in un pugno e lasciandovi le impronte. "...dieci anni?" Tornerebbe a rivolgersi verso Keiga. "Sono passati veramente dieci anni? Non ti riconoscevo più" E un mezzo sorriso, su quel viso macchiato dalla paura. "Sei cresciuta proprio bene eh?" Come se quei dieci anni fossero passati anche per lui, ma è qua che il neurone giungerà a destinazione. "Certo che non ti riconoscevo più..." Esatto, proprio qua, ove la voce andrebbe a cadere lentamente e lo sguardo a perdersi. Lo stai capendo, Mat? Dieci anni. E se sono passati dieci anni... "Ma io l'altro giorno ho ammazzato Orochi Hyuga" Sussurrerebbe ora, puntando i propri occhi sul terreno. "Se sono passati dieci anni, vuol dire che Kimi ha iniziato a parlare e a camminare..." Come se Keiga possa sapere di Kimi, no? "E io non l'ho nemmeno presa in braccio, non una volta..." E qui sarà il suo naso a tapparsi e a divenir rosso, i suoi occhi a riempirsi di lacrime di cui una andrà a rigare il viso, cadendo dall'occhio opaco per dividere in due quella bruciatura che adorna il suo volto. "Vuol dire che è cresciuta senza di me." Se vi fosse ancora il sigillo, Furaya potrebbe sentirne la disperazione. Se non fosse per la figlia, sarebbe più che felice di aver incontrato Keiga, nonostante i dieci anni... Ma vi è molto altro ancora. [Chakra 25/25]

22:23 Furaya:
 Non si scompone granché quando il grosso cagnolone ringhia in direzione di Mattyse. Trattandosi d'una coppia d'Inuzuka, è altrettanto normale che cerchi di difendere la compagna a cui è legato per la vita. Finché si fosse trattato soltanto del monaco, avrebbe potuto lasciar perdere la questione inerente ai dieci anni. Tuttavia, iniziano ad essere troppe le casualità, quindi un fondamento veritiero sotto deve pur esservi. Stringe con forza le unghie contro la pelle del braccio su cui poggiano, nonostante la presenza del tessuto dell'haori faccia da separatore. E' costretta ad abbassare le palpebre, coprendo gli occhi glaciali per qualche istante necessario a fare mente locale. Come possono essere passati dieci anni? Risulta essere fin troppo inconcepibile, non è anormale che abbiano entrambi bisogno di tempo per ragionarci sopra. Le gocce d'acqua sul suo corpo scendono lentamente verso il basso, attraversandone la pelle candida, venendo assorbite dall'haori recante l'effige da Decimo Hokage e finendo per ritornare a far parte del terreno. Anche quel vento che diventa maggiormente gelido quando incontra le gambe nude diventa secondario. Lo Yoton che scorre nelle sue vene e sotto cute la tiene sicuramente al caldo rispetto a Mattyse che indossa soltanto un paio di boxer. Ogni tanto, una fortuna ci vuole. <...> Riceve la risposta che conosceva, dunque è più che corretta e si limita ad un cenno d'assenso nei confronti d'entrambi, specialmente verso il Senjuu che le chiede indirettamente se la risposta sia corretta. Fin qui, potrebbero anche credere che sia un caso, che la Nara non fosse l'unica a saperlo e per un istante è proprio questa considerazione che passa per l'anticamera del cervello della fanciulla. <Potrebbe essere un'informazione che Keiga ha rivelato a qualcun altro> Pur di non credere neppur per un istante che siano passati ben dieci anni, pur di non accettarlo con ogni fibra di se stessa. <quindi, andiamo oltre.> Gesticola appena con la destrorsa evitando così di ferirsi ancor una volta il braccio con le unghie pur di restar aggrappata alla propria realtà. Resta sulle spine, avverte le pelle d'oca lungo le spalle e la nuca, ma non per il freddo. Sapete quando fate una domanda, vi aspettate proprio quella risposta che non volete sentire e non siete affatto pronti a riceverla? Ed eccola che avviene. Jigoku. Quel termine, quel nominativo che s'era data in quanto fiduciario della Task Force lo possono conoscere soltanto loro. <Pfff.> Soffia fuori dalle labbra una volta averlo sentito, scuotendo mestamente il capo come se la reputasse ancor una volta una menzogna. <Ahahahahah...> Inizia persino a ridere, una di quelle risate nervose, quasi isteriche. <...ahahahahah...> Non utilizza certo una tonalità tanto alta, poiché vorrebbe persino smetterla di ridere, ma non ci riesce. Dovrebbe piangere? Sì, in altre circostanze, in un'altra epoca, l'avrebbe fatto eccome senza pensarci due volte, lasciandosi andare. E invece no, lei ride. Ride perché la situazione ha del comico e del tragico al tempo stesso e vorrebbe urlare, vorrebbe gridare contro quel maledetto Kami che l'ha intrappolata nel cristallo dieci anni prima. Vorrebbe dare di matto, far esplodere quelle dannate cascate, scioglierle finché di loro non sarà rimasta che cenere. E mentre lei è lì che ride come una psicopatica, gli occhi di Mattyse mostrano il più puro terrore, sentimento che in lui non ha mai visto prima, sempre sicuro di sé, sempre pronto a dar contro alle paturnie di Furaya. Sembra che si sia invertita la situazione, eh? <Per tutti i Kami> Che ironia della sorte questa esclamazione <sono passati dieci anni davvero> La sua mente non razionalizza come vorrebbe, sta letteralmente uscendo fuori di senno perché non è tollerabile che sia rimasta sotto terra dieci anni a non fare letteralmente nulla se non dormire, regalando le proprie riserve di Chakra ad un Dio che le ha usate per spazzare via tutto. <e tu sei Keiga, la mia Keiga.> Sta ancora ridendo tra una parola e l'altra, come se non sapesse fare altro. Le ulteriori affermazioni della Inuzuka, la quale le dice che Tachiko e Senshi stanno bene fanno sì che faccia schioccare di nuovo la lingua contro il palato. <Quindi, Tachiko ha tenuto fede alla promessa.> Prendersi cura di Senshi sino al suo ritorno. Ci arriva dopo anche lei al fatto che ambedue le bambine possano essere cresciute più del dovuto. Si porterebbe nelle vicinanze di Mattyse, uscendo finalmente fuori dall'acqua e muovendosi in sua direzione. Si china piegando le ginocchia, toccando il freddo ed umido terreno coi piedi scalzi. Districa le braccia dal loro intreccio e fa scivolare le dita della dritta tra i di lui capelli bianchi, facendovi delicate carezze atte a tranquillizzarlo per quanto possibile, potendo percepire il calore che proviene dalla sua pelle. Cerca di avvicinarlo verso di sé con la delicatezza d'una madre che cerca di consolare il suo bambino fattosi male. Gli poggia persino un casto bacio sulla sommità del capo, gli occhi ancor fissi su Keiga, glaciali e fieri, squadrandola dalla testa ai piedi prima di tornare sul viso. <Mi spiace tu sia portatrice di cattive notizie nei nostri confronti.> Poiché tali sono quelle che ha appena dato loro e in nessun modo potrebbero essere prese diversamente. Tutt'ora, la Nara non sa come comportarsi e spera che così facendo possa bastare per questa sera, perché soltanto quando sarà da sola potrà veramente lasciarsi andare un minimo. [ Chakra ON | Hijutsu Yoton lv2 ON ]

23:02 Keiga:
 Ha risposto a tutto. E' lei, non possono che essere giuste quelle risposte. Eppure sente che c'è qualcosa che non va. Ora la nuca è libera ed inclina la testa di lato, come se far scrocchiare il collo bastasse per rimettere tutto a posto. <Si, sono io..> Risponde al bianco, guardandolo e soffermandosi sulla bruciatura. Non dice nulla ma abbassa lo sguardo a terra. Neanche quando l'altro si complimenta sull'essere cresciuta bene, non dice nulla. C'è qualcosa che non va. E poi torna a guardarlo, ma lui inizia parlare di cose che lei non sa. E sembra sconvolto. Deglutisce e si alza, recuperando la postura eretta per avvicinarsi ad Akuma, tornato sulle quattro zampe anche lui. Akuma che sente la tensione e tira le orecchie indietro, rialzandole solo quando la sua umana gli si avvicina ed appoggia una mano sul suo fianco. Guarda Furaya che lo sa che Keiga di una volta non avrebbe mai detto cose del genere a qualcuno. Ed aggrotta poi la fronte quando inizia a ridere. Guarda Akuma e Akuma guarda lei per poi tornare entrambi sulla rosata. Le labbra serrate. La ascolta, senza toglierle gli occhi di dosso. E non dice nulla su quel suo modo di fare, completamente diverso da quello di un tempo. Non sa cos'hanno passato. Non sa di cosa gli è successo e del trauma che lei stessa ha confermato ad entrambi. Sente il suo nome *la mia Keiga* e gli occhi per un attimo si illuminano. Per un misero attimo. Annuisce riguardo a Tachiko. Ma non dice più una parola. La segue poi fino verso Mat, ancora a pensare a chissà cosa. Lei non lo sa. Distoglie lo sguardo per guardare un sasso poco più avanti di Akuma. Ma quando Furaya torna a parlare lei lesta la guarda, ancora. Il viso non è quello impassibile di un tempo, sembra più triste al momento. Triste nel guardare quella donna che ha cercato per anni e che ora ha ritrovato. Fa male. Non sembra neanche più quella donna. <No, spiace a me> Risponde. Guarda Akuma e si porta frontale verso il suo fianco. Lo accarezza. Lui che l'ha sempre fatta calmare e poi ci appoggia la fronte contro. Silenzio. <Se volete vi accompagno al nuovo villaggio> Altra mazzata? Ma si, tanto ormai ha fatto 30, facciamo 31. <E' diverso dal vecchio villaggio. Sono lì solo da qualche giorno> Come glielo dice che c'è un nuovo Hokage? Glielo diranno. Al villaggio Sapranno tutto. Aspetta in silenzio. Si aggancia con le mani al pelo del cagnolone. Quello che avrebbe voluto fare era abbracciarla. Abbracciarla per la prima volta perchè adesso non è più scopa in culo come un tempo. E invece è solo riuscita a farli stare peggio di quanto già non stessero. Complimenti, cagna. [Chakra ON]

23:52 Furaya:
 Comprende come possa sentirsi Mattyse anche priva del sigillo empatico che li collegava. Comprende che scoprire la verità in questo modo possa essere presa piuttosto male. Non v'era in realtà nessun altro sistema per dirgliela, prima o poi lo sarebbe venuto a sapere. A differenza del Senjuu, lei sa dov'è sua figlia e potrebbe raggiungerla in men che non si dica. Resta il fatto che s'è persa a sua volta ben dieci anni della vita della sua bambina, non vedendola crescere, non potendola aiutare nei compiti dell'accademia. Sarebbero tante le cose che s'è persa e adesso non vuole pensarci. Ricorda soltanto quant'era piccina tra le sue braccia, nata un mese in anticipo perché restare a letto non era nelle sue capacità. Capelli rosa ed occhi azzurri, proprio come lei. Al contrario, il bianco non sa neanche dove sia sua figlia, non sa se sia ancora viva né chi l'abbia cresciuta. Il suo dolore è certamente maggiore e vuole stargli affianco per quanto possibile. E non gli s'allontana neanche per un istante perché se finora è sempre stato lui a farle da roccia quando qualcosa non andava, specialmente nell'ultimo periodo in cui si sono avvicinati perlopiù, cerca d'essere lo stesso per lui. Ed è vero quel che vede Keiga: la Decima non è più quella di dieci anni fa. Nonostante si sia risvegliata soltanto da qualche giorno, anche per lei quei dieci anni son passati e si stanno facendo sentire tutti assieme. Non è invecchiata d'una virgola, non è cresciuta affatto. Non ha accarezzato Akuma per ovvi motivi, non è il momento per farlo. Riceverà le sue coccole non appena si saranno un minimo ripresi. La sua più completa attenzione viene assolutamente donata ad entrambi, Keiga e Mattyse. Tuttavia, è proprio quest'ultimo a sottrarsi dall'aiuto che la Nara vuole dargli, allontanandosi a passo svelto verso il folto della foresta con quei pochi vestiti che entrambi avevano indosso. <...> Non si sente in dovere di fermarlo né di farsi ascoltare. C'è un momento per ogni cosa e non è questo quello di farsi la guerra o di cercare, come al solito, di comandare su di lui. Sospira, arraffando anche lei i vestiti che son posati sul terreno, iniziando lentamente ad infilarseli pur di non pensare, preoccupandosi soltanto di quelle semplici mosse. Si rende un minimo presentabile, ecco. In altri contesti, si sarebbe vestita in fretta e furia, mai si sarebbe fatta vedere nuda da qualcun altro. Ci sono atteggiamenti che son cambiati profondamente in lei, tanto da renderla una vera e propria persona nuova. Per chi, invece, le conoscesse tanto a fondo da averla vista crescere, potrebbe dire che è tornata quella d'una volta: senza emozioni si vive meglio, le dissero. O almeno nasconderle e non lasciare che chiunque le veda dovrebbe essere un buon passo avanti per riuscire a sopportarle. Vede la direzione verso cui il bianco fugge, in modo che possa andare a prenderlo dopo essersi vestita. S'avvicina infine in direzione di Keiga, cercando di abbracciarla. Forse, qualcosa della vecchia Furaya c'è ancora seppellito sotto dieci anni di cristallo e terra, sotto risentimento ed odio verso se stessa per aver abbandonato i propri uomini in battaglia, condannandoli così ad una fine certa. <La nostra prossima tappa è Konoha, la nostra casa> Nessun altro villaggio può sostituire quello della Foglia. <ci troverai lì. Prima di qualunque altra cosa, prima di qualunque altra decisione, dobbiamo affrontare il passato.> Purtroppo è così che deve andare. Una mano verrebbe poggiata anche sul dorso di Akuma, mostrando un innocente sorriso che non coinvolge affatto lo sguardo. <Siete così cresciuti mentre noi siamo caduti.> Hanno perso, hanno fallito tutto quello che erano e che volevano diventare. Un errore madornale. <Voglio incontrare Tachiko, ti prego faglielo sapere.> Nonostante tutto, resta una madre e ha bisogno d'incontrare sua figlia, così come cercare quella di Mattyse: un aiuto a cui ha promesso di prendere parte. E la saluta, dunque, a seguito di un piccolo abbraccio che potrebbe lasciarle dell'umido addosso per via del bagno che si stava facendo e del calore dello Yoton tutt'ora attivo. Non è stato il migliore degli incontri, sicuramente non se l'aspettava neanche così. Continua a guardarla da sopra la spalla, l'espressione infelice proseguendo sui suoi passi. <Sta attenta.> Te la ricordi com'era premurosa un tempo con te? [ EXIT per Fru e Mattyse ]

00:41 Keiga:
 Sta ancora su Akuma con la fronte. Quel cagnolone fin troppo cresciuto che è sempre pronto ad arrivarle in aiuto. Non sta più guardando dalla parte dei due. In un certo senso sa di avergli fatto male ad entrambi. Non sa che non ne poteva nulla. Ma Furaya si avvicina e la abbraccia. Sgrana gli occhi, stringendo i denti per quelle lacrime che proprio non vuol far uscire. Trattenere tutto come stile di vita. Quell'abbraccio la conforta in parte, le parole un pò meno. Cerca di voltarsi, guardandola dal basso in alto per via dell'altezza. La sua Furaya è davvero lì. <Fate attenzione. Le bestie sono ovunque. Non vedono ma il resto gli funziona fin troppo bene> Non sa se ne sono già al corrente ma ha voluto avvertirla. Non sente più l'odore di Mattyse lì vicino. Ma Akuma ha visto, e mugola appena. <Voi non siete caduti. Siete qui. Tu, sei qui. E devi riprenderti quello che è tuo> Istiga pure ma è ciò che pensa. Akuma sposta il muso al sentire il tocco di Furaya, senza fare una piega quando a quelcun altro che non sia lei o le altre due nara avrebbe già staccato il braccio. Annuisce <Va bene..> Quando però sta per allontanarsi, non ce la fa più. Cede. Vederla andare via di nuovo non riesce a sopportarlo. Ci si lancia addosso. Che sia bagnata, asciutta, chissene. Cerca di abbracciarla e adesso si che piange, cercando di nascondere la faccia sulla sua schiena. <Mi sei mancata.. Non ho mai smesso di cercarti> Qualche secondo ancora. Non le basta di certo ma deve lasciarla andare. Le lacrime scendono e rigano quei triangolini rossi. E' felice ma allo stesso tempo sembra avere un vuoto nello stomaco. <Anche voi.> Risponde sullo stare attenta. La guarda mentre va via, mentre raggiunge Mattyse. Sospira ed una volta che non sarà più visibile si girerà, verso Akuma, salendogli in groppa. <Andiamo..> Si allungherebbe per accarezzargli l'orecchio e poi si muoverebbero. Silenziosi il più possibile. //End

Matt e Fru si stavano facendo il bagnetto assieme in un angolino della cascata e, coi sensi sempre all'erta, captano la presenza di qualcuno nelle vicinanze. Si rivela essere Keiga, ma ovviamente i due non le credono. Le vengono fatte delle domande alle quali solo la VERA Keiga avrebbe saputo rispondere e tra l'incredulità generale sono persino costretti a crederle. Mattyse scoppia a piangere nella disperazione di non aver visto sua figlia crescere, neanche tenendola in braccio, allontanandosi dalle due; Furaya inizia a ridere. Sono passati dieci anni.