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Sakura to unmei no ito

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con Kioku, Nana

17:27 Nana:
 Tap. Tap. Tap. Le sue piccole dita pigiano quei tastini in modo quasi compulsivo. L'espressione del viso è attenta, corrucciata. Tap. Tap. Pigia ancora quei tastini, tirando la punta della lingua fuori dalle labbra. Gli occhietti ambrati sono fissi su quella console rosa e verde che ha tra le mani. E' totalmente concentrata, immersa in quel mondo virtuale. Sussulterebbe per un attimo, per poi esclamare < OH SUGOOOOOI >, probabilmente per qualcosa che solo lei, in quella console, riesce a vedere. Si trova su di una panchina, all'interno del Bosco centrale di Kagegakure. Le gambe sono rannicchiate contro il petto, le manine reggono la console sopra le ginocchia, quasi attaccata al viso. Indossa un giubbotto verde acceso, quasi fluo, al di sotto del quale si trova una felpa nera, con la scritta in bianco 'Girl Gamer'. Dei pantaloni da tuta aderenti neri le fasciano le esili gambe. Ai piedi porta dei semplici anfibi neri, che si allacciano fin sopra le caviglie. Sembrerebbe non importarle minimamente della realtà che la circonda, troppo attenta ai suoi videogiochi. < WA > un altro piccolo urlo, incurante della gente che passa da lì e potrebbe, quindi, sentirla. L'espressione si farebbe ancora più corrucciata ed attenta, mentre le dita si muoverebbero ancor più velocemente, quando alla fine, dalle sue labbra, verrebbe fuori un mugolio, seguito da un violento ed acuto < YAADAAAAAA > che potrebbe urtare la tranquillità dei passanti. Per qualche secondo, alzerebbe gli occhi verso il bosco, guardandosi a destra e a manca. Quante ore erano passate da quando era arrivata lì, quel giorno? Ma, soprattutto, DOV'E' QUEL MANZO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO? Non lo ha più visto! Eppure, era sicura di poterlo incontrare nuovamente, tornando proprio nel posto in cui si erano incontrati la settimana scorsa. Per un momento, metterebbe da parte quella console, poggiandola sulla panchina. Sul suo viso, un broncio, dovuto a quei videogame, ma anche all'assenza di Haru. A quel punto, dando nuovamente un'occhiata a destra e a sinistra, decide che è il momento di riprendersi. Ed il modo per riprendersi, per sentirsi più forte, è soltanto uno: attivare il proprio Chakra. Congiungerebbe le mani all'altezza del petto, formando il sigillo della capra. Immaginerebbe due sfere, una rosa e l'altra verde. La prima, all'altezza della fronte, simboleggerebbe l'energia spirituale. L'energia che quella dannata euforica si porta dentro. La seconda, all'altezza dello stomaco, simboleggerebbe invece l'energia fisica che quel corpo così piccolo e minuto nasconde. Dopodiché, comincerebbe a farle ruotare sul proprio asse, per poi spingerle all'altezza del petto. Qui vorrebbe congiungerle, per formarne una sola: quella del Chakra. E così, se tutto fosse andato a buon fine, quella grandissima energia invaderebbe quel piccolo corpo. E, abbassando le manine, prenderebbe nuovamente la propria console, per ricominciare una nuova partita, sperando che quel Chakra attivo le porti un po' di fortuna. [Chakra 30/30][Tentativo richiamo del chakra]

17:46 Kioku:
  [--->Bosco Centrale] Pomeriggio soleggiato quello che si parà lassù nel cielo di Kagegakure, così a baciar il viso di Kioku Nashi, vestiti piuttosto simili a quelli che sta indossando in questi giorni, non vuole approfittare troppo della gentilezza di Nobu per quanto ormai vadano d’amore e d’accordo come due bro, in quanto al gatto beh…tempo al tempo. Ciononostante, ogni tanto per Nashi, qualche vestito del buon Choconinja andrebbe pure bene e difatti, quando lui non si trova a casa e vuole uscire, rovistando tra armadio e quant’altro qualcosa riesce a scappare fuori, difatti oggi vestirebbe una giacchetta un pochino più bombata, sicuramente della Ninja, aperta così da lasciar intravedere una maglietta molto più appariscente YoYo, HiFi-Vibe con una maschera demoniaca ronin tutta sparafleshosa, insomma, uno stile che si fa notare. Su questo Nobu chan è stato chiaro, se vuole campare tanto meglio iniziare a farlo sfruttando quel suo volto così particolare, armonioso e bello a sua detta, ed il fisico, equilibrato, atletico quanto basa a scorger qualcosa ma nulla di più, infine ai piedi le solite scarpe della Ninja anch’esse, nonostante abbia notato, tra i vari annunci sul cellulare una offerta davvero interessante su delle Ninjadas. Passeggia ora tra i boschi di ciliegio, gli occhi sbrilluccicherebbero al solo posarsi su quei petali magnifici, mai li aveva visti o almeno non nei pochi ricordi che ora coltiva, li, in balia del fato che i Kami hanno deciso per lui, non sa chi sia ne cosa sia, sa solo ciò che non è, eppure ieri qualcosa è accaduto, nonostante ancora non si capacità di come sia potuto accadere, è riuscito a richiamare il chakra ed eseguire una tecnica, Raiton per giunta, grazie a questo è riuscito a salvare il vecchietto e la ragazza gamer conosciuta poco prima alla sala giochi di Oto, un primo passo verso quello che potrebbe essere il suo passato, un passato ancora avvolto nel mistero. Per quanto questo possa ogni tanto rattristirlo, prova a curarsene il meno possibile, come suggeritogli da Nobu, tempo al tempo, come disse Haru quando si risvegliò, vivere la propria vita da oggi, da ora, dal proprio presente e non curarsi del passato, una filosofia sicuramente ottimista e conveniente, sarebbe anche facile se non fosse per quegli incubi che ogni notte tornano a trovarlo, non li comprende, ne ha paura quasi, quelle urla atroci, quelle visioni, poi il nulla, ritrovandosi molte volte ad urlare nel sonno, sudato, stanco, chiunque troverebbe dunque difficile riuscire andare avanti eppure, Kioku lo desidera davvero, la sua volontà arde e ciò che vuole e andare avanti, più di chiunque altro lo vuole. La continua scoperta di nuovi lochi e dei settori, ora così chiamati i villaggi, lo porterebbe dunque al bosco centrale di Kagegakure, chissà se uno di questi giorni non si avventuri nel centro stesso della” capitale”, come se stesse lasciando l’ultimo posto da visitare, il migliore, a detta di molti. Passo leggero quanto lungo data la sua statura, i ciliegi adornare ogni bordo della strada, a tratti frequentato da chi lo usa per rilassarsi o per semplice spostamento verso altri settori, non sarebbe però quello a catturare la sua attenzione, bensì le urla di una ragazza intenta a giocare con una strana console per poi successivamente vederla compiere i medesimi passaggi da lui attuati proprio nella notte di ieri, il richiamo del chakra, nonostante lui ci sia riuscito ancora non ha ben capito come e stamane proprio si è ritrovato ad esercitarsi innumerevoli volte, ritrovandosi ora con il proprio chakra già attivo ma a differenza della ragazza, con molta più fatica ed esercitazione di lei che riuscirebbe senza troppi problemi a quanto riuscirebbe a vedere. Incuriosito molto da ciò che ha appena visto e da quella strana console, si avvicinerebbe esclamando < Konbanwa!> dato l’orario ormai più serale che pomeridiano <sei per caso un ninja te?> avvicinandosi di qualche passo, purtroppo data la sua poca esperienza, l’unica cosa che saprebbe mettere in atto sarebbero le arti di approccio di Nobu, peccato che le sue siano un po’ più dirette e con altri fini dal semplice conoscere o chiedere qualcosa ad una persona, dunque, assottigliando gli occhi e mostrandosi interamente con il suo viso si avvicinerebbe ancor di più <ma soprattutto, che cosa è quella cosa che tieni in mano?> Un bambino a Ninjaland probabilmente emanerebbe meno luci dagli occhi di Kioku adesso, da quando ha incontrato quella Girl Gamer si è informato subito di tutte queste nuove tecnologie grazie al proprio cellulare e ora che vede qualcosa di nuovo, una console portatile, non può che non rimanerne affascinato. Rimarrebbe dunque in quella posizione, forse un pelo più chinato per favorire la conversazione ed evitare che la ragazza lo guardi fin troppo dal basso verso l’altro, le mani riposte velocemente in entrambe le tasche, perché così fa figo, con uno sguardo molto penetrante, a detta di Nobu alle tipe piace e quindi ci sta! Povero Kioku… [chakra on] [Giubbottino Ninja – Jeans Leninjas – Scarpe Ninja]

18:15 Nana:
 Tap. Tap. Ancora quelle piccole dita pigiano quei tastini di quella console portatile dai colori particolari. < BRUTTO STR*NZO, VIENI QUI! > un altro urlo, a qualcuno, o qualcosa, all'interno di quella realtà virtuale in cui si è fiondata nuovamente. Come la sua felpa fa già presagire, lei adora i videogame. E adora quella console verde e rosa, è il suo piccolo tesoro e nessuno può toccarlo. Tap. Ancora le dita si muovono veloci, mentre il corpicino sembrerebbe seguire i movimenti di quelle dita, del tutto concentrata ed immersa in quel gioco. Insomma, la biondina ha solo quattordici anni: è figlia di quell'era tecnologica. Non può essere biasimata se trascorre gran parte della propria vita davanti ai videogame. E, dato che all'orfanotrofio, spesso e volentieri, le sequestrano i suoi giochi, si reca in quel luogo o in qualunque altro luogo in cui possa sedersi e giocare, senza che nessuno le dia fastidio. E poi, vuole nuovamente incontrare l'albino, quindi ha un motivo in più per uscire dall'orfanotrofio. Anche se, quando non si trova lì, ha sempre un po' di ansia riguardo Aki: dove sarà? Cosa starà facendo? Ma, soprattutto, CON CHI SARA'? Ahh, diamine, non può proprio sopportare che qualcuno lo guardi o lo tocchi. Proprio no. E, oltre a quelle domande, adesso se ne aggiunge un'altra alla sua testolina da psicopatica: HARUUU, DOVE SEIII?! Ma non vuole pensarci adesso, deve prima finire quel gioco. Poi potrà tornare all'orfanotrofio e rilassarsi, tenendo finalmente sotto controllo Aki. E Haru... beh, lo incontrerà prima o poi... spera. Dapprima, troppo concentrata sul suo videogioco, non si renderebbe conto delle parole di Kioku. Le sente, le capisce, ma è come se fossero lontane. Come se non fossero rivolte a lei. O, almeno, questo è ciò che la biondina pensa. Si accorgerebbe, dunque, della sua presenza, solo quando l'altro si avvicinerebbe a lei ancor di più, ponendole altre domande. La genin, quindi, sarebbe costretta a sollevare gli occhi dalla console, per incontrare quelli altrui e fare un piccolo sussulto. Gli occhietti si spalancherebbero, come se non si aspettasse la presenza di quel ragazzo. < WA > esclamerebbe, sorpresa, confusa. Tap. Con l'indice della mano sinistra, pigerebbe un tasto della console, mettendo in pausa il gioco. Sentiti pure onorato, caro Kioku, perché la biondina ha messo in pausa uno dei suoi videogame preferiti solo per darti retta. Il visino si inclinerebbe verso destra e gli occhi, di rimando, si assottiglierebbero, chiedendosi chi diamine sia quella persona che ha davanti. Ma c'è da dire... CHE ANCHE QUESTO RAGAZZO E' UN BEL MANZO. SIGNORI E SIGNORI, QUEL BOSCO E' UN POSTO MAGICO. Così, la biondina allargherebbe il proprio sorriso in modo tremendamente inquietante e spalancherebbe nuovamente gli occhietti ambrati. < Sì, sì > la testolina si muoverebbe su e giù in modo quasi compulsivo, rispondendo così alla prima domanda del ragazzo. < GHYAHAHAHAHAHAHA > una risatina isterica verrebbe fuori dalle proprie labbra alla domanda successiva. Poi solleverebbe lo sguardo verso il cielo, sospirando < Cari kami, perché tutti i manzi che incontro qui, sono un po' strani? > chiederebbe a quei kami che non ha mai visto e, forse, ai quali, in realtà, non crede. < Questa è una console per videogiochi, baka! > esclamerebbe, divertita ma allo stesso tempo confusa. < Possibile che tu non ne abbia mai vista una? Ma dove vivi? GHYAHAHAHAHAHAH > la sua voce è stridula e potrebbe dar fastidio a chiunque. Povero Kioku. [Chakra on]

18:48 Kioku:
  [Bosco Centrale] Di tutte le persone che avrebbe potuto incontrare, no di certo si sarebbe mai aspettato un incontro tanto strano con una persona altrettanto strana, beh non che lui sia poi normale, senza memoria vaga e il suo unico intento è quello di non ricordarsi proprio nulla. Sosterebbe quindi vicino alla giovane ninja, inclinando di poco il capo quando in un primo momento non riceverebbe risposta, starebbe per assumere la famosa espressione da cucciolo abbandonato, quando finalmente risponderebbe, beh certo non si aspetterebbe quel modo così vivace, d’altro canto però è esattamente quello che gli ha detto di fare Nobu quando incontra persone del sesso opposto, accantoniamo la storia dei biscottoni e proviamo qualcosa di “meno” spinto ed invadente et voilà, il giovane Kioku mostrarsi con quei suoi occhi così neri e profondi, i capelli legati a cadere folti sulle spalle e il famoso ciuffo che si adagia davanti sulla fronte, come un perfetto anime ecco che appare, abbozzando un tiepido sorriso, non che ci riesca ancora del tutto ad essere normale, ne quei comportamenti si possono considerare completamente normali. Se non altro appurerebbe che anch’ella sia una Kunoichi, tornerebbe a guardarle il visino, gli occhi ambrati e quel biondo intenso a ricoprirne il capo, sicuramente dei lineamenti molto particolari e belli <Baka?> esclamerebbe <devi sapere che io in realtà ho perso completamente la memoria> la guarderebbe dritto negli occhi per poi aggiungere avvicinandosi di qualche altro centimetro <BAKA!> mettendosi a ridere per poi con un mezzo volteggio catapultarsi verso la panchina, sedendosi al suo fianco, mostrando un sorriso molto vispo, divertito da tutta questa situazione comincerebbe a ripeterle <baka – baka – baka – bakaaaa> per poi scoppiare a ridere, si insomma una normale conversazione eh? Le proprie iridi rimbalzerebbero tra il dolce visino e la console aggiungendo infine <ma è bellissima la tua console, a cosa stavi giocando? Ho cominciato a capirci qualcosa da qualche giorno ma non sono super esperto> terminerebbe facendo incrociare i due indici delle proprie mani con un espressione molto addolorato, simile al cucciolo abbandonato ma più tendente al bastonato, ci sono delle variazioni interessanti che Nobu chan gli ha insegnato per colpire dritto al cuore le persone, per poi tornare nuovamente sorridente e aggiungere <ho solo questo celluare> estraendolo lesto fuori dalla tasca dei jeans, un bell’INinja, non ultimo modello ma hey meglio di niente. Lo sguardo nuovamente riportarsi sul viso della ragazza <uao è la prima volta che incontro un altro ninja> lo direbbe quasi con aria soddisfatta e sguardo incredulo, una cosa è certa, visto da così, manco Kioku sembra troppo normale e in fin dei conti è vero. [chakra on] [INinja] [Giubbottino Ninja – Jeans Leninjas – Scarpe Ninja]

19:13 Nana:
 Gli occhietti attenti, dunque, sarebbero poggiati su quella figura divina che ha davanti. Capelli neri legati, occhi neri, fisico perfetto. Proprio un bel manzo, non c'è che dire. Se non fosse che quel ragazzo è strano tanto quanto lei. < Baka > esclamerebbe nuovamente lei, al primo baka di lui. Quella situazione la diverte un sacco. Ma soprattutto... la diverte AVERE UN MANZO DEL GENERE DAVANTI. Okay, mettiamo da parte i pensieri sconci, per il momento, e concentriamoci su ciò che sta accadendo. Ma, aspettate, cosa sta accadendo esattamente? Forse non lo sanno nemmeno loro due, dato che continuano ad insultarsi come due bravi idioti. < NANI?! > chiederebbe, totalmente sorpresa dall'affermazione dell'altro. Scatterebbe in piedi, giù dalla panchina, osservandolo. < Mmm > una piccola pausa, mentre il ditino della mano destra verrebbe portato al mento, in una posa pensierosa e curiosa allo stesso tempo < Mmmmm > riprenderebbe quel mormorio, mentre osserverebbe e studierebbe l'altro. < NANDA! Mica sei SuperNinja?! > e, dunque, chi è SuperNinja? Lo spiegherebbe piuttosto velocemente, dopo quel lampo di genio < Allora nella Terra noi abbiamo degli aggeggi chiamati televisori. In quelle scatole colorate possiamo guardare anime, serie tv e quant'altro. C'è questo anime, SuperNinja, che parla di un ninja suuugoooooi, venuto da un altro pianeta! Ma lui non sa di essere un alieno! >. Le manine si stringerebbero in due pugni che verrebbero agitati in aria per l'eccitazione. A quei movimenti verrebbero accompagnati dei saltelli euforici sul posto. < BAKA, BAKA > ripeterebbe la biondina dopo di lui, per poi tornare a sedersi sulla panchina, dove anche l'altro, nel frattempo, si è seduto. Il ditino verrebbe riportato, a quel punto, al mento e gli occhietti si stringerebbero in due fessure. < Dobbiamo scoprire qual è il tuo pianeta di provenienza >. Insomma, il suo film mentale è appena partito. INSOMMA, CHE FIGATA ASSURDA SAREBBE AVERE AL PROPRIO FIANCO SUPERNINJA? E' super eccitata! < Oh, sì, la mia console! > le manine la prenderebbero nuovamente dalla panchina, muovendola poi per aria ed osservando il proprio gioiellino con aria soddisfatta. Tap. Pigerebbe nuovamente un bottone, con cui riprenderebbe il gioco dopo la pausa. E le dita riprenderebbero a muoversi. < Giocavo a Ninjamon! > esclamerebbe eccitatissima. E ora, chi la ferma più? < Ne, guarda. Allora, questa sono io > un personaggino pixellato si muove all'interno dello schermo, in quello che sembra essere un bosco. < E questi sono i Ninjamon che devo catturare con le Ninjaball >. Dal nulla, nello schermo spunterebbero degli animali alquanto strani e fantasiosi. < YATTAAA! CE L'HO FATTA! > esclamerebbe, dopo aver catturato un Ninjamon. < Cellulare? AAAAAA, seguimi su Ninjagram! Sono la psycho queen! >. Tap. Metterebbe nuovamente in pausa Ninjamon, osservando, adesso, Kioku. < Ma come la prima volta? Qui è pieno di Ninja... forse sei arrivato dal tuo pianeta da poco e ancora non hai esplorato tutto il paese. Mmm > e niente, adesso è troppo interessata alla storia di quel ragazzo smemorato. [Chakra on]

19:55 Kioku:
  [Bosco Centrale] All’esclamar la situazione del giovane, la ragazzina balzerebbe dalla panchina, quasi nello stesso momento in cui quest’ultimo si siederebbe, così potendola guardare senza chinarsi, involontario ma ottimale come situazione. Presterebbe ascolto a quelle strane storie sul SuperNinja, alieni provenienti dallo spazio, riderebbe ad un tratto e di gusto anche <Baaaakaaaaa> facendole il verso divertito <ma non lo sai che il SuperNinja è rarissimo da incontrare?> andrebbe ad esclamare, pensavi dicesse non esiste eh? Ma certo, vagli a spiegare ora a Kioku, che a stento sapeva cosa fossero le televisioni fino a qualche tempo fa, che tutto ciò che c’è al suo interno non sono racconti veri ma pura fantasia, la realtà è ben diversa per il povero Kioku che anzi, incalzerebbe aggiungendo, con lo stesso entusiasmo della ragazza <Anche se ehehe> la guarderebbe con un certo vigore nelle pupille <Anche i ninja di DragonNinja Z non scherzano affatto, uno dei migliori secondo me> esclamerebbe soddisfatto. Aiuto qualcuno li fermi, la realtà dei fatti però è che si sta divertendo tanto quanto la ragazza <però chissà, magari potrei essere veramente un alieno come lui> andando ad ammiccare con un occhiolino, un po’ di lingua di fuori verso destra, per poi sorridere. Ah se solo sapessi la verità Kioku, cosa accadrebbe a te? Cosa ne sarebbe di Kioku? Divorato forse dalla coscienza ed anima di Akendo, non ve ne rimarrebbe più alcuna traccia, ridi, sorridi spensierato finché ti è concesso, però chissà, il corso della storia è mutevole e nulla è già scritto <bakaaaaaaa> concluderebbe infine per prenderla un po’ in giro., ormai sta già diventando una abitudine per i due e si sono conosciuti 10 minuti fa…allarmante. Alzerebbe l’indice destro come ad avere un’illuminazione per poi sbattere il palmo della destra ora chiuso a pugno su quello della sinistra ben disteso, come un piccolo martelletto <così sia, capiremo se sono un alieno come SuperNinja oppure no> in cosa si sta imbarcando lui, lei, entrambi? Chi può dirlo, per adesso il focus di entrambi però si sposterebbe verso la consolle della ragazza, tornata ora sulla panchina, mentre intenta di nuovo a giocare spiegherebbe la tipologia di gioco <ooooh Ninjamon> molto incuriosito e affascinato da quel piccolo personaggio tanto quanto i mostriciattoli della fantasia creati appositamente per essere catturati. Alla cattura del nuovo Ninjamon, Kioku si avvicinerebbe sempre più, per poter vedere meglio in quella console, facendo così posto al proprio braccio, allargandolo verso il dorso della panchina, facendo comunque attenzione a non toccare la ragazza <e una volta catturati cosa fai?> un po’ un bambino in questo momento, più che altro rapito dall’incredibili animazioni e mostri, innocente nello scoprire qualcosa di nuovo, prenderebbe subito dopo il cellulare per seguire su Ninjagram la ragazza <psycho queen eh?> ripeterebbe quasi sotto voce ma essendo così vicino a lei sarebbe più che udibile <che nome ahaha> scoppierebbe infine. Ascolterebbe le ultime parole della ragazza, lo sospettava di certo già da ieri ma il fatto che non ne avesse conosciuti altri e che la ragazza di ieri non si fosse capito bene cosa fosse e cosa riuscisse a fare, gli era rimasto questo dubbio <hmm, si forse è vero, sto cercando di esplorare il più possibile tutti questi nuovi settori a volte mi ci perdo ancora> con aria innocente andrebbe a grattarsi il capo con la mano libera di agire <ma cosa è realmente un ninja?> chiederebbe quasi più per informazioni, celando però il vero senso di una domanda del genere, che tutto porta sempre a…chi è Kioku?. [chakra on] [INinja] [Giubbottino Ninja – Jeans Leninjas – Scarpe Ninja]

20:32 Nana:
 Insomma, quei due parlano, parlano, parlano, come se si conoscessero già da una vita. E lei, che di solito userebbe la sua lingua biforcuta per dire agli altri qualcosa di cattivo, stavolta non lo fa. Perché, in realtà, il ragazzo non le dà motivo di farlo. E' come se fossero due amiconi di lunga data. Sì, quel bosco è davvero un posto speciale. Non avrebbe mai pensato di incontrare quel ragazzo albino che ha fatto muovere qualcosa dentro di lei... anche se non sa proprio cosa. Non avrebbe mai pensato di incontrare quel corvino che adesso ha davanti. Non avrebbe mai pensato di andare d'accordo con queste persone. La sua vita, finora, è stata l'orfanotrofio. E quei bambini che scorrazzano per i corridoi e le stanze, lei li odia. La sua vita, finora, è stata solo Aki. L'unica persona che l'ha accettata per ciò che è. E adesso, in realtà, si sente felice come una bambina davanti ad un nuovo giocattolo. < Baaaaakaaaa tu non lo sai che questo bosco è magico? > adesso i suoi pensieri divengono convinzioni e li spiattella all'altro, come se nulla fosse. La cosa divertente è che l'altro potrebbe anche assecondarla, credendo alle sue parole. Insomma, che accoppiata vincente. < Qui io incontro sempre manzi, quindi perché non dovrei incontrare anche SuperNinja? > ormai, per lei, Kioku è SuperNinja, fine della storia. Quelle parole verrebbero accompagnati dai movimenti compulsivi della testolina, che andrebbe in su ed in giù, per confermare le sue stesse parole. < WAAA DRAGONNINJA SUGOOOOOI > esprimerebbe, dunque, il proprio apprezzamento riguardo quell'anime appena citato dallo smemorato. Certo che sembrano proprio essere simili. Stesse passioni, stessi problemi mentali... oddio, non proprio gli stessi, ma va bene ugualmente. < Lo scopriremo allora, mm! > ed ancora, quella vocina stridula, sarebbe accompagnata dai movimenti del capo, in su ed in giù. Cara Nana, non sai in che guaio ti stai cacciando. Magari quel ragazzo fosse SuperNinja! Forse, sarebbe tutto più semplice. Sarebbe tutto più semplice se i due rimanessero all'oscuro di tutto. Poi, l'attenzione verrebbe focalizzata nuovamente su quella console. Tap. Farebbe ripartire il gioco. < Mi alleno con loro! Poi vado nelle palestre e sfido gli altri con i miei Ninjamon > gli farebbe vedere quello che gli ha appena spiegato a parole. Il suo personaggino, dunque, si muoverebbe verso la palestra e farebbe vedere tutti gli sfidanti. Non comincerebbe, però, la sfida, altrimenti non finisce più! Tap. Metterebbe di nuovo in pausa il gioco. < Mm, io sono la queen psicopatica di Ninjagram! > beh, almeno ammette di essere psicopatica. Una ragazzina che sa certamente riconoscere i propri difetti. E poi, arriverebbe quella domanda. Cos'è realmente un ninja? E lei, che ha perso i propri genitori in battaglia, non sa proprio come rispondere. Il sorriso svanirebbe, l'espressione diverrebbe cupa. Guarderebbe in un punto causale davanti a sé. Chi erano i suoi genitori veramente? Chi è lei veramente? Chi è Kioku veramente? Davvero vogliono scoprirlo? < Penso sia un lavoro... un lavoro diverso dagli altri > gli occhietti si solleverebbero verso quelli altrui < Perché un Ninja non ha paura di morire in battaglia > questo è il rischio che si corre. Questo è il rischio che hanno corso i suoi genitori, morti nello scontro contro il dio quando lei aveva solo cinque anni. [Chakra on]

21:26 Kioku:
  [Bosco Centrale] Nonostante il tempo passi, neanche sembrano accorgersene i due ragazzi, intenti a parlare di tutto e di più, prendendosi in giro a più riprese e discutendo delle cose più assurde mai udite e dette sia dalle loro bocche che in generale. Rimarrebbe spiazzato da quella sua esclamazione, temporaneamente qualche ciuffetto ricadrebbe sulla sua fronte, preso in controtempo palesemente, si indicherebbe con l’indice, un po’ incredulo <io…io sa-sarei un manzo?> quasi imbarazzato, d’altronde nessuno gliel’aveva ancora mai detto e stando a Nobu è un primo passo fondamentale, cercherebbe di ricomporsi come potrebbe prendendo subito parola per combattere quell’imbarazzo palese <beh, si deve essere proprio magico allora ahahah> andando nuovamente a grattarsi il capo con al destrosa, socchiudendo gli occhi per qualche istante <chissà allora magari SuperNinja…> lasciando cadere così le parole per poi concludere <Baka…bakaaaaaaaa> sorridendole. Lascerebbe poi spazio completo alla ragazza, libera quindi di escogitare ogni sordido piano affinché scoprano l’oscuro passato di Nashi, forse sarebbe meglio lasciarlo li dove sta, ma ambedue sono ignari di ciò che potrebbe riservargli il futuro, fortuna vuole che le spiegazioni continuerebbero verso i Ninjamon, con spiegazione annessa di cosa fare una volta catturati i Ninjamon. Tap tap, rapide ditate sullo schermo del cellulare <fatto, ora mi avrai anche su Ninjagram> guardando quegli occhi ambrati, follow messo sulla queen psicopatica di Ninjagram, annuendo divertito a quella strana presentazione di lei e del suo account Ninjagram, un social ormai sempre più popolare da un po’ di tempo a questa parte. <Capisco> sussurrerebbe quasi, con un tono tanto cupo quanto lo sguardo ed il tono di Nana stessa…volente o nolente però, che sia volontario o meno, due come loro nascondono molto più di quel che mostrano e forse questo loro spirito e atteggiamento così affine, nasconde qualcosa che non vogliono far vedere, Kioku potrebbe accorgersene anche solo dallo sguardo, uno sguardo diverso in base alla situazione, si, ma uguale per sofferenza, il suo stesso sguardo quando si ritrova a pensare chi possa aver perso, chi possa averlo aspettato inutilmente magari e chi probabilmente non vedrà mai più, senza contare la sua stessa memoria che potrebbe non tornare mai, conosce bene quella sensazione, la condivide, tramite i propri occhi ed è proprio allora che deciderebbe, mosso da sentimenti a lui poco comprensibili, di agire in quel momento, prenderebbe le mani della giovane ragazza, facendo attenzione ovviamente alla console, ricercherebbe il suo sguardo, se vi riuscisse, si avvicinerebbe, sempre più al viso d’ella, continuerebbe ad avvicinarsi lentamente, finché il loro stesso calore non sia percepibile dall’altro, ma non si fermerebbe, continuerebbe ad avvicinarsi, sempre più, quasi a sfiorarsi i nasi, per poi deviare verso le orecchie d’ella e solo a quel punto, qualora vi fosse riuscito, sussurrerebbe dolcemente <sai…io sono realmente arrivato dal cielo, in un cristallo bellissimo> attimi di pausa per poi continuare <sono rinato ed ora sono riuscito ad incontrarti…il tuo SuperNinja> si scosterebbe a quel punto, con un po’ di affanno per le parole appena pronunciate e l’intensità data, ricercherebbe nuovamente lo sguardo per poi concludere dicendo <ora che mi hai scoperto, non dovrai più soffrire , qualunque cosa ti sia accaduta, sono e sarò per sempre il tuo SuperNinja> il proprio volto arrossato per qualche istante. Non ha idea nemmeno lui perché ah agito così, o forse si, ha notato quel suo sguardo, ha percepito quelle sue stesse emozioni, quel sentirsi perso, solo, senza capire bene il perché, voleva proteggerla, l’istinto lo ha portato ad agire in questo modo, sa bene che per gente come loro questo basterà fintanto che non ci penseranno nuovamente ed avranno ancora una volta “attimi” di questo tipo…ci sono ferite che si rimarginano e poi ci sono ferite che diventano con il passare del tempo una nuova pelle e non possiamo più togliercele. Lui gli sorriderebbe, cercando di rimanere, ora come ora, il più saldo possibile alle parole appena dette, forse non sarà il SuperNinja degli anime, forse morirà in battaglia, forse avrà paura, ma non per lei. [chakra on] [INinja] [Giubbottino Ninja – Jeans Leninjas – Scarpe Ninja]

22:24 Nana:
 Quel bosco è davvero magico per lei, sì. Perché, da quando lo frequenta, ha iniziato a provare emozioni nuove che non credeva avrebbe mai provato. Non credeva che avrebbe mai provato affetto per qualcuno, oltre ad Aki. Non credeva che qualcuno di così distante come Haru potesse fare breccia nella sua corazza esterna e scavarle nel profondo. Non credeva che qualcuno di così simile come Kioku potesse capire ogni suo sentimento, ogni sua paura. < Sì, proprio un bel manzo! > risponderebbe alla prima domanda altrui con convinzione, senza paura di nascondere i propri pensieri riguardo quel ragazzo che ha accanto. Quella boccaccia, lei non la chiude mai. Perché chiuderla adesso? Perché non dire le cose così come stanno? Non le è mai piaciuto non dire ciò che pensa. E, forse, a volte questo è un bene. Ma, di certo, potrebbe diventare un male nel caso in cui dicesse qualcosa di cattivo nei confronti di qualcuno. Ma questi sono dettagli che al momento risultano irrilevanti. Perché nulla di cattivo viene detto nei confronti dell'altro. Nulla di cattivo viene visto attraverso quegli occhietti ambrati. Lei riesce solo a vedere un bellissimo ragazzo che potrebbe essere SuperNinja! < Bakaaa, credi un po' di più nei tuoi poteri da SuperNinja! > che includono anche la personalità e l'aspetto fisico. E lui, sotto questo punto di vista è messo piuttosto bene, sì. < YEEEEY > esclamerebbe all'affermazione altrui riguardo Ninjagram. A quel punto, poggerebbe la propria console sulle proprie gambe, tirando fuori il cellulare. Tap, tap. Le dita si muoverebbero veloci su quel piccolo schermo. < Ecco, adesso ti seguo anche io! > il sorriso, genuinamente, si allargherebbe, mostrando quei suoi particolari canini appuntiti. Riporrebbe il cellulare all'interno della tasca del giubbotto verde ed alzerebbe gli occhietti verso quelli del ragazzo. E l'atmosfera, all'affermazione della genin riguardo l'essere ninja, cambierebbe. Si sente come se fosse sulle montagne russe. Il proprio umore sale e scende in picchiata, cambiando da un momento all'altro. Si sente triste, avvilita. Ripensa ai propri genitori, che quasi neanche ricorda. Ripensa a quando le dicevano "Tu sei la regina di casa!" e lei se ne sentiva onorata. E poi, ripensa a quando li ha visti per l'ultima volta. Le scene, in realtà, sono sfocate, imprecise. Non ricorda nemmeno se li abbia abbracciati prima di salutarli per sempre. Un funerale, non c'è mai stato. Durante la guerra, i funerali dei singoli ninja caduti in battaglia non sono importanti. E l'emozione di sconforto che in quel momento prova, sembrerebbe riflettersi negli occhi di Kioku, spenti, alla ricerca del suo vero passato. Sul loro viso, il sorriso non c'è più. Nelle loro menti, solo pensieri tristi, legati al passato. Chi sono loro veramente? Nana chi è stata per tutto questo tempo? E Kioku? La maschera che indossa giorno per giorno, cadrebbe giù, lasciandola, ancora una volta, indifesa. Le è già capitato con Aki. Ma non pensava che sarebbe mai capitato con Haru. E poi... con Kioku. La propria corazza è stata nuovamente buttata giù da un fiume in piena. Le ambrate andrebbero alla ricerca dello sguardo altrui. E vi si perderebbe. Si perderebbe in quella tristezza altrui, facendola propria. E l'altro farebbe lo stesso. Un altro pezzo è stato aggiunto a quel puzzle della sua vita. Ed il tempo sembrerebbe rallentare fino a fermarsi per qualche secondo. Le proprie mani, gelide in quel momento, verrebbero strette da quelle calde dell'altro. Il viso altrui si avvicinerebbe al proprio e lei non si tirerebbe indietro. Occhi negli occhi, il tempo si ferma. Il battito cardiaco che, invece, accelererebbe. E quelle parole altrui, come una melodia che accompagna quella scena. Come si può sentire di conoscere già una persona, pur avendola incontrata solo poco prima? Come ci si può sentire già legati in un modo che a lei non sembrava possibile? < Il mio SuperNinja > ripeterebbe quelle parole, in un sussurro, per farle e sentirle proprie. Non si è mai sentita sola. Non ha mai avuto bisogno di qualcuno per andare avanti. Eppure, quelle parole le scaldano il cuore. Perché qualcuno, dopo Aki, ha scoperto chi sia Nana. < Vale... vale anche per me > di colpo, si sentirebbe fragile, indifesa. Vorrebbe essere davvero protetta. Ma si sentirebbe anche forte. Forte abbastanza da accompagnare l'altro lungo quel viaggio, lungo quella scoperta. < Affrontiamo insieme il nostro passato > un altro sussurro, che si perde nell'aria fredda di quella serata invernale < ed il nostro futuro >. Ed il suo viso si avvicinerebbe ancor di più a quello altrui, per poggiare la propria fronte su quella dell'altro. Non sa cosa l'abbia spinta a tanto. Non sa cosa sono quelle sensazioni nuove che sente dentro. Sa solo che quel bosco è davvero magico. [Chakra on]

23:24 Kioku:
  [Bosco Centrale] Piano piano, a poco a poco, tutto il resto scomparirebbe, i discorsi del bosco magico, i baka scherzosi scambiati senza più alcun ritegno solamente per giocare a farsi il verso, quanto lui sia un manzo, e questo quanto lo faccia imbarazzare e arrossire un po’, del loro Ninjagram e Ninjamon appresso, di come presto o tardi il loro passato verrà svelato, insieme si metteranno in marcia a quanto pare, eppure non basta, non basta a coprire il momento che si verrebbe a creare, neanche fossimo in un anime vero e proprio, lo sfondo degli alberi di ciliegio sarebbe perfetto, mancherebbe giusto un po’ di sole ad illuminare i loro occhi e una qualche folata di vento, nulla di tutto questo, eppure ad illuminarli vi sarà la sorella luna, alta nel cielo, nonostante qualche nuvola comincerebbe a palesarsi, d’altronde, senza rendersene conto è passato davvero un bel po’ di tempo da quando hanno cominciato a parlare, certo non sarà mai abbastanza correlato a quella loro affinità scoperta, che par quasi si conoscano da secoli, eppure eccoli la, forse un po’ fuori di testa entrambi, ma con un passato che lega i loro sentimenti celati agli occhi di tutti, quei sentimenti e pensieri che la notte tornano a tormentarti ,quei ricordi persi, per lui, quei legami familiari persi, per lei, che rendono i loro sguardi così simili. Tutto svanisce in quel momento, in quel tocco, in quell’abbraccio di mani, quel silenzio centellinato dai loro respiri, così vicini da potersi percepire benissimo l’un l’altra, deglutirebbe a quelle parole, quei respiri tentennanti, poi la voce di lei a seguire la propria, non sa bene perché abbai agito in quel modo e ancora più spiazzato da come lei stessa agirebbe, allo stesso modo incredulo di come quanto simili si possano trovare due persone, nella casualità degli eventi, eppure eccoli lì, ascolta quelle parole, se ne culla, come melodia soave, soprattutto per il significato stesso di quelle parole…“sarà lo stesso per lui”, lei ci sarà per lui quindi, un nuovo legame che lentamente si tesse nella mente di Kioku, mentre le parole di Nana continuerebbero a scorrere come fiume in piena, abbandonando lei e riempiendo lui, “insieme affronteranno il loro passato…ed insieme affronteranno il loro futuro”, a quelle ultime parole, si lascerebbe un po’ andare, socchiudendo le palpebre, chiudendo la mente e lasciando che per qualche istante il buio lo avvolga, poi quel semplice tocco percepito, la fronte di lei toccare la fronte medesima di Nashi, sussulterebbe quasi, impercettibile il suo movimento, riaprendo gli occhi, schiudendo quelle palpebre, cercando di regolarizzare il proprio respiro, connettendosi in quel semplice tocco all’animo della ragazza ninja, percependo in lei gli stessi tormenti, le stesse sensazioni e gli stessi sentimenti che li circondano in ogni momento della loro vita…erano così distanti eppure così simili. Lentamente, lasciandosi guidare ormai unicamente dalla volontà del proprio cuore ed animo, senza badare più alla propria mente, ormai in balia dei due già citati, le proprie braccia si leverebbero da quei fianchi, gli avambracci piegarsi, il sinistro andare oltre la figura della ragazza, mentre il destro, portare la propria mano all’altezza della gote riflessa di nana, cercando di accarezzarla, cercando di instaurare un legame ancora più profondo, mentre il sinistro, una volta superata la figura della ragazza, la cingerebbe, in un abbraccio andrebbe a chiudersi, posando il proprio palmo sulla schiena di lei, come a volerla proteggere, un altro contatto ricercato, sa bene che in quelle parole, come immagina anche per lei, si vada ben oltre il mero scherzo del SuperNinja, qualcosa di più profondo e di questo Kioku ne è catturato, incapace di reagire veramente a ciò che la volontà ed il suo cuore gli intimano di fare, assapora quegli istanti, mai percepiti, mai avuti nella sua mente rinata. Rimanendo in quella posizione, baciati dalla luce della luna, quasi come un sospiro, lascerebbe che tiepide parole, schiudano le proprie labbra, come ruscello di una cascata, adagiarsi sul letto di quelle labbra e lentamente scendere, per arrivare al cuore della ragazza stessa, poche e semplici parole <si…Insieme> brevi attimi di pausa <insieme li affronteremo> nulla di più, assaporando ogni attimo ora ritrovato con lei.

23:57 Nana:
 Solo alcuni fiori di ciliegio che cadono, scandiscono quel tempo che, inesorabilmente, scorre. Eppure, per quei due, quel tempo sembrerebbe fermarsi. Cristallizzarsi in quelle mani che si tengono strette, quasi a non volersi lasciare andare. In quegli occhi che si cercano, come se ne avessero bisogno. In quelle parole che fissano quegli attimi intensi. Che fissano un nuovo legame. Un nuovo legame che dal nulla fiorisce, come quei ciliegi. Ed in quel nuovo legame c'è qualcosa di profondo, che spinge i due a pensare di conoscersi da sempre. Come se fossero sempre esistiti in funzione di quel momento che stanno vivendo. E quelle mani gelide, adesso vengono scaldate. E quel cuore triste, adesso viene confortato da semplici parole e semplici gesti, che nessuno mai le aveva donato. E quel suo carattere iperattivo che, semplicemente, viene placato. Come può, una persona conosciuta solo qualche ora prima, provocare in lei simili sensazioni? Che il destino avesse già previsto tutto? Che ogni cosa di quella sera fosse stata già prevista? Questo, non potranno mai saperlo. Ma quelle sensazioni che adesso stanno provando, rimarranno dentro di loro. E lei, sicuramente, ne farà tesoro. Perché adesso, oltre ad Aki, ha qualcun altro da proteggere. Lo sente, lo sente nel profondo, che la persona che ha di fronte deve essere protetta da lei. Sente di dover scalare mari e monti per quel corvino, anche se, in realtà, non ne conosce neanche il nome. Ma che importa? Che importa un nome quando le emozioni sono così forti? Quando i loro cuori già battono all'unisono? Quando già si sono promessi di esserci l'uno per l'altra? E, per chiunque, potrebbe sembrare una cosa assurda promettere protezione gratuita ad uno sconosciuto. Eppure, per quei due cuori così genuini e reali, tutto appare così normale. Come se già quei cuori fossero sincronizzati da prima di quell'incontro. E, per tutto quel tempo, non avessero fatto altro che cercarsi. Per trovarsi, poi, in quel bosco magico. E lei è sicura che quelle parole, quei gesti sono veri. Sono sinceri. Non saprebbe dire per quale motivo, ma si fida ciecamente di quel ragazzo appena conosciuto. Il destino, a volte, riserva sorprese che nessuno si sarebbe mai aspettato di ricevere. Ed il tocco, adesso, verrebbe ampliato dai movimenti dell'altro. Quella mancina altrui che si spingerebbe fin dietro della biondina, per cingerla dalla schiena. E quella destrorsa che verrebbe poggiata sulla propria guancia. Un piccolo sussulto a quel tocco così dolce, che non aveva mai ricevuto da nessuno. Insomma, lei non è mai stata il tipo di persona che va alla ricerca di quelle attenzioni. Eppure, in quel momento, se ne meraviglia. E se ne compiace. Come se, in realtà, avesse aspettato per tutta la vita che qualcuno la toccasse in quel modo, dolce e genuino. Il cuore, per un attimo, perderebbe un battito. Lo sguardo che cercherebbe ancora quello altrui. Per poi perdersi dentro di esso. E lei davvero non lo sa. Non lo sa perché quelle attenzioni la fanno sentire così... felice. Così accettata. E la maschera si sgretolerebbe del tutto. E lei rimarrebbe senza difese, davanti a quel ragazzo che quella sera le ha donato una parte di sé. E la destrorsa verrebbe mossa in direzione del viso altrui. E si poggerebbe sulla sua guancia sinistra, per poi risalire verso quel crine corvino. E le piccole dita si perderebbero all'interno di quei capelli, come a volersi prendere ogni cosa le fosse possibile. E poi, infine, guardando ancora quegli occhi neri, sussurrerebbe < Qual è il tuo nome? >. Niente di più. Perché già i loro corpi comunicano in un modo che le parole non riescono a raggiungere.

00:36 Kioku:
  [Bosco Centrale] La luna a testimonianza di quell’incontro ma ora tutto intorno a loro, luna compresa, sembra quasi stessero aspettando quel momento, in quel posto, quell’incontro specifico, spettatori di quello che ora unisce i due giovani in un unico moto di sentimenti, sguardi, respiri, testimoni loro stessi di quanto sia assurdo, si, questo bosco magico. Oggi sarebbe potuto andare direttamente verso il centro di Kagegakure, non passare per il bosco centrale, regalarsi ore di svago ai centri commerciali eppure non vi sarebbe nulla di più grande valore se non quello che sta vivendo adesso, non vi sarebbe gioco, svago o passatempo che varrebbe il tempo che ora sta passando in compagnia di lei, già ma chi è lei? Non soffermandosi mai nemmeno un attimo a pensare che di lei non ne conosca nemmeno il nome, ma ha davvero importanza? Conoscere il nome di una persona che par quasi la si conosca da sempre, che quell’incontro fosse destinato ad esserci, i Kami stessi sono ora spettatori? Ha davvero tutto così importanza quando i loro animi condividono quelle stesse emozioni? Quando i loro cuori, pulsano all’unisono e condividono ogni tocco, quello suo, quello di lei, lo sfiorarsi delle guance sotto i loro delicati tocchi, il palmo a cingerla, chiudendola a sé, stringendola dolcemente, un qualcosa di prezioso, di genuino, di raro…di vero. Per Kioku tutto ciò è assurdo quanto vero, quanto reale, per lui che rinasce in un mondo nuovo, privo di ogni memoria e ideologia, una tela bianca, privo di influenze, in questi suoi gesti non vi è pensiero razionale, guidato unicamente dai suoi istinti e dai suoi sentimenti, ancora da scoprire, ancora da comprendere, non sapeva nemmeno perché lo stesse facendo fino a qualche minuto fa ma ora potrebbe dire lo stesso? Ciò che dapprima sembrava una reazione istintiva per un semplice sguardo cupo si è tramutato in tutto ciò, in quello sguardo mille parole, nei suoi susurri altrettante intenzioni, in quel gioco di tiepidi quanto lievi tocchi un mare di emozioni, inondarli, sommergerli, travolgerlo. Al tocco ricevuto della mano di lei, se ne conforterebbe, non servono parole, troppe forse se ne sono già spese, schiaccerebbe lievemente la propria guancia sinistra verso quel palmo, assaporando quel tocco così dolce sulla sua pelle, un tocco mai ricevuto, non che se ne ricordi almeno, per quanto possa sembrare folle, percepisce esattamente ciò che lei sta percependo, uniti da un filo invisibile, che forse un giorno si rivelerà a loro completamente ma che per adesso li ha condotti li, in quel punto, ora uniti dai loro sentimenti ed espressioni, a queste condizioni ed in questa situazione quanto potrebbe mai pensare ch’ella sia una sconosciuta? Con tutto ciò che vi è in moto tra di loro, a quel contatto ne verrebbe richiesto uno tra le loro iridi, perdersi nello sguardo altrui, quell’ambra così intensa che sembra quasi risucchiarlo, così viva da sembrare oro, brillare e riflettere con il favore della luna, i capelli sensibili al tocco delle dita della ragazza, verrebbero rapiti. In quello sguardo ben oltre le semplici parole che potrebbero rivolgersi, ben oltre le futili parole di circostanza, di conoscenza, di opinione, il magnetismo che percepisce anche solo ricambiando quello sguardo è immenso, lentamente si avvicinerebbe a lei, attratto ed in balia di quello sguardo e di quelle iridi così particolari, così vicino da poterne sentire il respiro e poter saggiare di quelle goti rosate percepirsi sotto al tocco della sua destrosa, infine la sua voce, cullandosene di quel suono che lo raggiungerebbe, accarezzandolo, il nome, quanto vorrebbe rispondergli veramente, purtroppo non ha un nome, almeno non uno vero, il non avere un nome, privato dell’identità stessa, eppure ora come ora lui è Kioku, in tutto e per tutto, ciò che la ragazza potrà scorgere in quei neri occhi, in quelle gote e le sue labbra arrossate, ciò che lei potrà vedere e avere sarà ed è autentico, come lo è adesso Kioku, come lei stessa ha detto, il passato ed il futuro lo affronteranno insieme. Senza mai perdere quel contatto visivo così anelato, si avvicinerebbe ancora di qualche centimetro, quanto basta loro respiri per scontrarsi, amalgamarsi, il petto salire e scendere, il cuore accelerare, i nasi sfiorarsi, donerà alla ragazza il suo nome, e ciò probabilmente lo renderà molto più concreto, le labbra poggiarsi dolcemente, se così fosse, su quelle della ragazza, per brevi istanti, posso dal tumulto di emozioni e quell’abbraccio magnetico tra i loro sguardi che lo attrae sempre più a lei, senza capacitarsene, morbidamente si allontanerebbe, rimanendo comunque molto vicino per poi sussurrarle <il mio nome…> attimi di pausa, il respiro incerto, a tratti spezzato <è Kioku Nashi> letteralmente senza memorie, il nome donatogli, che fosse per scherzo o per casualità <ed il tuo?> in quelle ultime, semplici e poche parole…il tutto.

01:15 Nana:
 Quei momenti sembrerebbero fissarsi per sempre nelle due linee del tempo delle loro vite, che sembrano scontrarsi, incrociarsi. Chi lo avrebbe mai detto che due rette parallele, prima o poi, si sarebbero scontrate? Chi lo avrebbe detto dieci anni fa che quel momento sarebbe davvero accaduto? L'una perdeva i genitori, a soli cinque anni. E l'altro, rimaneva congelato nel tempo. Si dice che due rette parallele non si incontrino mai. Eppure, loro sono l'eccezione a quella regola. Loro sono quelle anime unite dal filo rosso del destino. Ed ancora non sanno dove il fato li condurrà. Non conoscono ciò che c'è veramente dietro quella storia. Eppure, non hanno paura. Perché quei sentimenti che portano dentro, li fanno ardere. Li fanno sperare che quella vita riservi davvero qualcosa di buono per loro. Ma sarà davvero così? Cosa succederà quando la verità verrà portata a galla? E non ci pensano in quel momento. Perché non avrebbero motivo di pensare ad un passato doloroso e ad un futuro insidioso. Non adesso. Perché tutto ciò che conta, sono quegli occhi che continuano a cercarsi. Tutto ciò che conta sono quelle mani che continuano a sfiorarsi, come se volessero conoscere di più, sempre di più. Come se fossero avidi di sapere chi hanno davanti. Ma come se, in realtà, sapessero già chi è quella persona davanti ai loro occhi. E quei gesti, quelle parole così forti, mai dette a nessun altro prima d'ora, sembrerebbero dimostrarlo. Si stavano aspettando a vicenda. Per non rimanere impigliati nel proprio passato. E per guardare, finalmente, al futuro. E' di questo incontro che avevano bisogno. E' in questo preciso istante che le loro vite stanno per cambiare. Perché non sanno, ancora, quanto potrà essere dolorosa e spaventosa la realtà dei fatti. E forse, se affrontata insieme, il peso potrà essere diviso a metà. Ed ognuno ne trasporterà una parte, alleggerendosi a vicenda. E lei si perderebbe ancora in quegli occhi neri, in cui vede il riflesso di se stessa. In cui vede un passato oscuro, da rivelare. E da affrontare. Perché, nonostante lei conosca già il proprio passato, in realtà, non lo ha mai affrontato. Lo ha sempre nascosto in un angolo remoto della propria mente, sperando che nessuno mai lo avrebbe trovato. E, invece, senza troppe parole, il corvino è riuscito a tirar fuori quei ricordi. Il passato, il futuro, lo affronteranno insieme. Ed è solo questo ciò che conta. Non importa più la realtà intorno a loro. Importa soltanto di quelle parole, di quei gesti completamente spontanei e naturali. Davanti non ha uno sconosciuto. Davanti ha quel ragazzo a cui da sempre la propria vita è stata collegata dal filo rosso del destino. E, solo dopo aver realizzato questo, qualcosa si muoverebbe all'interno del proprio stomaco. Una sensazione strana, ma piacevole. Farfalle. In fondo, è pur sempre una ragazzina. E quelle esperienze, lei non le dimenticherà mai. E fissa per bene quei secondi nella propria mente. Questi ricordi non li metterà da parte, no. Questi ricordi rimarranno accessibili, per sempre. Perché è qui che ha inizio la sua vita. Ed adesso, il viso dell'altro si avvicinerebbe ancora. E lei potrebbe sentire il suo respiro contro la propria pelle. Potrebbe sentire il cuore accelerare, una scossa elettrica attraversarle il corpo. Gli occhi che impercettibilmente si spalancherebbero, si fisserebbero ancora su quelli altrui, come se non volesse perderli. Come se non volesse perdersi. Ed ancora la distanza verrebbe azzerata. Le labbra altrui, come due petali, si poggerebbero sulle proprie. E, solo in quel momento, chiuderebbe gli occhi. Assaporando quell'attimo fugace, prendendosi tutto ciò che l'altro le sta donando. Una nuova scarica elettrica la farebbe tremare appena, mentre il cuore perderebbe un altro battito. E poi quel contatto, lieve e fugace, verrebbe meno, facendole riaprire gli occhi, riportandola alla realtà. La luce della luna illuminerebbe i lineamenti altrui, facendoli risaltare. Ed il suo nome riempirebbe quel lungo silenzio. < Kioku > sussurrerebbe tra sé e sé, fissando per bene nella propria testa anche quel nome. Quel nome che, letteralmente, significa proprio 'senza memoria'. E lei per qualche secondo vi rifletterebbe sopra, pensando a quanto sia ironico, a volte, il destino. < Nana >. Sette. Un numero che potrebbe sembrar senza significato come tanti altri. Ma che, in realtà, simboleggia completezza. Quella completezza che entrambi, in quel momento, stanno cercando, l'uno nell'altra.

01:57 Kioku:
  [Bosco Centrale] L’ironia, la casualità, la sorte, il destino, il fato, i Kami, cosa di tutto questo sarebbe realmente vero? Di tutte queste credenze e dubbi, quali di questi li avrebbero portati adesso, ora, in questo preciso istante? Si dice che esista un filo che lega le persone, un filo impercettibile, non visibile ad occhio nudo, rari sono i casi eppure questo sembra quasi essere uno di questi, un filo che ha sacrificato tanto, ha sorvolato interi anni, ha atteso, prima di potersi legare nuovamente e chissà che di mezzo non vi siano anche vite passate? Chi può realmente dirlo, confermarlo o forse affermare il contrario? Nessuno del resto. Tutto è cominciato con un nulla, con un “baka” a risuonare, quei tiepidi sorrisi e quei primi sguardi per poi ritrovarsi adesso li, in quel loro guscio, come crisalide nascente, protetta ancora dalle intemperie, uniti in quell’abbraccio, quelle dita sfiorarsi e quel bacio sugellare il tutto, morbido, avido negli istanti dopo, nel ricercarsi di nuovo. Come un dipinto in costruzione, attorno a loro sbiaditi contorni e ambienti privi di colore, rendendo di fatto, loro due, l’unica cosa realmente colorata, i neri occhi di Nashi, confondersi e mescolarsi nelle ambrate poesie di nana, ecco il suo nome, in quei caldi respiri il loro mondo intero, chiunque fosse stato in passato Kioku poco importa adesso, ha realmente importanza? Quando arriverà il momento, per lui di ritrovare il proprio passato e per lei, di confrontarsi con il suo, saranno l’uno affianco all’altra, come si sono promessi, parole scambiate di fatti con uno sconosciuto ma che in questo preciso momento sembra quasi la metà mancante, da sempre ricercata, superando il tempo stesso, arrivando a loro adesso, in questo momento. La guarda, la osserva ed il suo cuore sussulta, tocca le sue gote, i loro respiri s’intrecciano ed il suo cuore divampa, fiamma che arde le intere sue carni, un rossore comparire sul suo viso, non sa bene cosa sia ma ciò che prova è molto forte in questo momento, così come l’attrazione stessa verso quello sguardo ambrato, immergersi in quelle dorate acque assieme a lei, quel dorato candore che sembra quasi riempire quel suo bacino nero infinito, oscurità incarnata e senza fine, colorarsi dapprima di pigmenti poi sempre di più di quel color ambra che tanto anela adesso, tacito il loro bacio, le morbide labbra incontrarsi in un abbraccio unico, senza tempo, lontano da tutti, un legame così forte tanto quanto il filo del destino rosso che sembra legarli per sempre l’uno all’altro, ritrovatosi sembra da ere ormai sconosciute. Sconosciuti solo a prima vista, incrociati i loro sguardi, i sentimenti sono fuoriusciti come un fiume travolgente, impossibile da domare come il vento, indomabile come le fiamme di un fuoco che arde come non mai in loro due, continuerebbe a crogiolarsi e sciogliersi in quello sguardo della ragazza, fisse le loro iridi, non vuole perdere quel contatto, non vuole perdere lei, la sinistra, l’abbraccerebbe con un pochino in più di pressione, riducendo ancora una volta quelle distante, così vicini da divenire un tutt’uno eppure sembra tutto così naturale nell’innaturale stesso, in balia delle loro stesse emozioni, tumulti ed one infrangersi sugli scogli dei loro cuori eppure in quel loro gioco di sguardi e respiri una pace trovata, la convinzione e la consapevolezza che quelle parole non sono state pronunciate giusto per, legati per sempre da quel vincolo di labbra, dal filo rosso, dalle loro stesse parole e volontà, un legame che va ben oltre. La sente sussurrare il proprio nome, il diaframma sollevarsi, provato dal momento così intenso tanto quanto ricercato, insperato, mai pensato eppure sono li ora, l’uno di fronte all’altro, annegare nello sguardo altrui e viceversa, il nome, un nome così denso e pregno di significato quanto il proprio <Nana> andrebbe a sussurrarlo di rimando, il proprio tono come una melodia, ormai nuovamente vicino abbastanza da poter sentire i loro nasi sfiorarsi nuovamente, osservare da così vicino il suo rossore, il calore dei respiri unirsi <Nana> sussurrerebbe di nuovo, prima di porre ancora una volta, attratto da quello sguardo, le proprie labbra su quelle della ragazza, unendosi a lei, come i loro cuori e i loro fili intrecciarsi sempre più. SI staccherebbe nelle medesime tempistiche del primo bacio, mantenendo lo sguardo su di lei, su quel viso e quegli occhi color ambra, catturando ogni momento di lei, infine, quel nome ripetuto poc’anzi…volendo imprimere in questo momento e nella sua mente quel nome, quei nomi, lui privo di ogni forma e contenuto e lei a simboleggiare la completezza. Quella completezza che entrambi, in quel momento, stanno cercando, l'uno nell'altra.

02:32 Nana:
 E quei due nomi, insieme, sembrerebbero completarsi sul serio. Da un lato Kioku Nashi, senza memoria. Dall'altro Nana, completezza. E l'uno permea nell'altro, immergendovi un po' di sé, dando ancora più importanza a quei significati che si uniscono e si inondano. A quelle due vite che mai avrebbero sognato di incontrarsi. A quelle due vite, che però, da sempre, si stavano cercando. Si parla spesso di quanto sia ironica la sorte. E con loro lo è proprio stata. Sin dalla loro nascita, in periodi ben diversi, la sorte li ha legati. E non si può scappare a qualcosa di così forte. Non si può scappare davanti al proprio destino. Non si può scappare davanti a quei sentimenti così veri, così reali, che quasi sembrano esistere da sempre. Perché tutto appare così normale, che nessuno dei due pensa più al fatto che si fossero incontrati solo qualche ora prima. Al fatto che tutto fosse iniziato con uno stupido 'baka'. Anzi, tutto, adesso, sembra riempirsi di significato, anche quel piccolo insulto detto senza pensarci. Perché da subito, i due sono apparsi come legati. Sono apparsi come due calamite che si attraggono e che non possono fare l'una a meno dell'altra. Chiunque potrebbe prenderli per folli. E, forse, in effetti, lo sono sul serio. Perché, da subito, si sono fidati. Come se quella fosse la cosa più naturale del mondo. Perché colui che ha davanti non le appare più come uno sconosciuto. Le appare come Kioku Nashi. Il proprio passato ed il proprio futuro. Difficile, ancora, dire come andranno le cose. Ma quegli istanti, lei vuole assaporarli per bene. Non vuole lasciarsi scappare via nulla. Perché, l'ultima volta che ha salutato i propri genitori con la solita noncuranza, non li ha visti più. E non vuole rifare lo stesso sbaglio. Non vuole rischiare di non godersi il momento, per poi pentirsene successivamente. In quel momento, vuole prendersi tutto ciò che l'altro può darle. E non importa delle conseguenze che tutto questo avrà sulla propria vita. Lei, al momento, non ci pensa. Perché non conosce ancora la verità. Ma forse, hanno proprio bisogno di compiere quel viaggio verso la verità insieme, per alleggerire i propri pesi. Strano come da un semplice incontro, sia appena partito un lungo viaggio. Strano come due sconosciuti possano provare certi sentimenti. Strano come riescano a capirsi fino in fondo, senza bisogno di parole, che in quel momento sembrano solo superflue. e, per la prima volta, la biondina capisce d'esser cresciuta. Perché quelle emozioni non le aveva mai provate prima. E le parole non le erano mai mancate. Ed in quel momento, invece, le mancano. Perché quei gesti bastano a colmare quei silenzi. E la mancina altrui, farebbe pressione sulla propria schiena, come a non voler più lasciarla andare. E le dita di lei si addentrerebbero ancora tra i capelli altrui. Neanche lei vuole lasciarlo andare. Ed un ultimo bacio verrebbe poggiato sulle loro labbra. Un ultimo bacio che le dà vita. Che la porta a sollevare il braccio sinistro, per portarlo attorno al collo dell'altro, stringendo il corpo altrui a sé. Non vorrebbe lasciarlo andare, non vorrebbe staccarsi da quel tocco soave. Eppure, deve farlo. Perché il tempo, nonostante quegli attimi infiniti, continua a scorrere inesorabilmente. Le loro labbra si allontanerebbero, ma il loro occhi resterebbero ancorati gli uni agli altri. < Non dimenticare > sussurrerebbe, facendo scivolare entrambe le mani sul collo altrui. Non dimenticare quell'incontro. Non dimenticare il suo nome. Non dimenticarti di lei. E poi, le mani ed il viso si allontanerebbero dal corpo altrui. E, se le fosse permesso, vorrebbe alzarsi in piedi, giù dalla panchina. < Devo tornare > la luna è ormai alta in cielo e lei avrebbe dovuto già fare ritorno all'orfanotrofio. < Questo incontro non sarà l'ultimo > annuncerebbe. Non sarà l'ultimo, perché un patto, in quel bosco magico, è stato sugellato da quelle labbra. Lo affronteranno insieme. E, se lui volesse seguirla, lascerebbe che Kioku la accompagni all'orfanotrofio, con qualcosa di nuovo all'interno del cuore: il bocciolo di ciò che sembra essere amore. [END]

02:50 Kioku:
  [Bosco Centrale] Infine quell’ultimo bacio a suggellare l’incontro e l’unirsi di queste due persone, personaggi principali di un anime tutto loro, con una trama ancora tutta da svelare, un po’ come la loro stessa vita, pregna ancora di misteri e oscuri passati, soprattutto per Kioku, ma chissà cosa il futuro avrà in serbo per lui…per loro, il destino è mutevole, i Kami lo sanno bene, potendo ora solamente guardare il loro figlio perduto e senza memoria, trovare un legame, qualcosa per cui vivere, per cui sentirsi vivo e non amareggiarsi del proprio passato sconosciuto, nulla è stato ancora scritto riguardo ciò che li attende e potrebbe anche essere ben diverso da ciò che natura stessa e Kami pronosticherebbero per Kioku, insieme, lo scopriranno. Crogiolandosi in quei respiri, quei tocchi, quei giochi di sguardi, il mondo si arresterebbe per entrambi ma inesorabile comunque il tempo scorrerebbe, è sera, non hanno idea di come sia possibile eppure è così, la luna ormai alta nel cielo è già da tempo spettatrice del loro incontro, la luce riflessa da quest’ultima rivela gli ormai dormienti alberi di ciliegio ed i petali sollevati sono ormai da diverse ore semplice sfondo di quelle panchine, di quella panchina, di loro due. Ciò che fino a qualche ora fa era una semplice conosciuta ora è la persona a lui più vicina, il legame più intrinseco mai avuto, un filo rosso che lo lega indissolubile all’altra ragazza, un legame ed un filo che proteggerà con tutto se stesso, come proteggerà la stessa Nana, tutto è cominciato da lì, o forse ancor prima, da quei semplici battibecchi scherzosi, insultandosi in modo giocoso, esaltandosi per i miti degli anime in tv, qualcosa in loro si è messo in moto, un sapore di confidenza, di familiarità, come se si conoscessero da ere e solamente ora si fossero ritrovati, amanti giocosi in un eterno gioco del destino, i loro sguardi intrecciarsi in quella cupidigia e sentimento da loro condiviso per poi sfociare in tutto questo. Percepirebbe la mano di lei sul proprio collo, attrarlo se, richiamarlo e volerlo e non negherebbe questo momento, assaporando anch’egli ogni singolo istante, come se da sempre lo stessero aspettando, uniti sotto la luce lunare, infine quelle labbra lentamente sciogliersi tra loro, in quell’abbraccio di respiri e calore, la voce di lei raggiungerlo, come linfa vitale, ascolta silente, che la ragazza abbia terminato, parola dopo parola, movimento e fremito delle labbra dopo l’altro, catturato da quei movimenti e quella voce, prima ch’ella si alzi, le prenderebbe un ultima volta il viso con il dorso della destrosa e le sussurrerebbe <perdessi ancora la memoria, questa sarebbe l’unica cosa che non potrei mai dimenticare> o almeno questo è quello che vorrebbe, ciò che desidera, ormai il loro abbraccio è sciolto e i loro corpi abbastanza distanti da tenere lontane le loro labbra a quel richiamo magnetico, si alzerebbe con lei, conscio ch’ella debba tornare da dove è arrivata, ma non tornerà da sola, al suo fianco vi sarà lui, Kioku Nashi <no, puoi stare certa che non sarà l’ultimo> vocerebbe infine, mentre i loro passi li porterebbero fuori dal bosco centrale, verso l’orfanotrofio, di cui ancora non sa l’ubicazione ma che scoprirà insieme a Nana come guida <Baka> il versetto finale lasciando per adesso quei boschi di ciliegio. Infine, una volta arrivati a destinazione, ricercherebbe per un’ultima volta, di quel giorno, il di lei sguardo, l’indice ed il medio della destra unirsi, ed adagiarsi sulla fronte della ragazza <a domani> che sia effettivamente domani o qualche altro giorno starà a loro deciderlo ma una cosa è certa, non dimenticherà mai lei. [END]

Kioku decide di dirigersi verso il Bosco centrale e i suoi famosi fiori di Ciliegio. Li, incontra Nana, alle prese con i suoi videogame, quello che entrambi non possono sapere è come da una semplice discussione e prese in giro, arrivino a promettersi qualcosa di molto importante che li legherà per sempre.