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con Furaya, Mekura

Attendere esito.

Un gran bel temporale ha fatto capolino in quel di Konoha. Gli edifici tondeggianti adibiti ad uffici e a Magione dell'Hokage sono lucidi per via delle gocce d'acqua piovana, le stesse che s'adagiano sulle membra dell'ex Gran Consigliera che avanza in direzione di queste strutture. Non sono molto diverse da quelle che la vecchia Konoha aveva, nelle quali lei stessa ha potuto lavorare per molto tempo al fianco di illustri shinobi. Il portone principale è aperto, permettendole così d'accedere e ripararsi dalla pioggia qualora preferisca, anziché restare fuori ad attendere un avviso o un ingresso particolare da qualcuno. Qualora entrasse, davanti ai suoi occhi può vedere un piano inferiore adibito a reception, laddove la gente è solita recarsi per eventuali missioni da parte dell'Hokage. Non sembra esserci molta gente dato l'orario prettamente pomeridiano e successivo al pranzo. Qualcuno passeggia nel corridoio per salire al piano superiore portando un vassoio contenente una tazza fumante ed una brocca apparentemente piena, in fine porcellana bianca. Prima di salire gli scalini, si rende conto della presenza di Mekura verso cui rivolge un'occhiata attenta, squadrandola dalla testa ai piedi. La fanciulla ha i capelli biondicci raccolti in uno chignon sulla nuca, un paio di occhiali dalla montatura rettangolare nera permettono agli occhi violacei di fissar la neo giunta con estrema attenzione e serietà. Le labbra sono tinte d'un rossetto rosso piuttosto acceso che mette in risalto il chiarore della pelle. A differenza dei soliti abiti da ninja ai quali potrebbe essere abituata la nostra Mekura, la donna sulle scale indossa un tailleur completamente nero, con una camicia bianca sotto alla giacca ben abbottonata sin ad altezza dello stomaco, con la piega ben fatta e gli abiti sapientemente stirati. <Mi dica, signora. Cerca qualcuno in particolare?> Non la riconosce, ovvio. Son passati dieci anni, la gran parte dei ninja del passato sono per loro morti o dispersi, la vita è andata avanti così come anche i ricordi. Quindi, lei può decidere come agire e come comportarsi. Il silenzio regna sovrano in quell'antro, al momento, mentre da fuori il picchettare della pioggia contro il terreno e il resto delle abitazioni fa soltanto da contorno al loro animo. [ Ambient - CHIUSA ]

15:27 Mekura:
 Se una cosa l'ha imparata è che l'apparenza ha la sua importanza. Per questo è rimasta diverso tempo a decidere che cosa mettersi per parlare con questa figura di riferimento che non ha mai conosciuto. Ha deciso di mettere una foggia moderna, che potesse "simulare" una coesione con i tempi attuali e inserire un alemento del passato. Deve apparire presentabile, formale, l'ultima cosa che vuole dare è l'impressione di essere completamente dissociata. Insomma, non vuole apparire quello che realmente è: una senzatetto. Ha un abito di lana color terra tendente più all'arancione, con il collo alto e le maniche lunghe arrivando fino alle ginocchia. Delle calze nere e stivaletti bassi scuri mentre a coprire le spalle un Haori di vecchia foggia che le arriverebbe fino ai gomiti lasciato aperto. A prescindere dello stile, il tessuto è umile, a buon mercato, L'haori non è della sua misura, è di una taglia più grande, del resto le è stato prestato. Ad ogni modo, attende di accedere all'ufficio dell'hokage nella struttura centrale della magione, rimanendo, con le dita strette tra loro ad arrovellarsi. Era una buona idea? stava facendo una cosa giusta? dovrebbe lasciare perdere le persone si adatteranno alla città, magari non volevano neppure essere trovati per diventare degli zimbelli del villaggio, forse sta facendo più del male a delle persone che del bene, forse dovrebbe davvero scusarsi e sfruttare questo tempo per chiedere qualcosa di personale, ovvero farsi raccontare cosa è successo dal punto di vista del villaggio in quei dieci anni e capire se ci sono stati degli spostamenti insoliti con i bambini, tipo il caso di Aya. Fatto sta che è ancora li, presa dai suoi dubbi meditando ulteriormente sulla faccenda. Lascia l'ombrello all'entrata non trovandovi anbu ad attenderla, cosa che la lascia perplessa mentre rimane in contropiede quando sente quella voce chiamarla. La guarderebbe anche lei, quella donna in abiti civili che la osserva, come tutti, senza sapere neppure chi ha di fronte. <buongiorno> afferma cercando di riprendersi con un sorriso composto verso quella che sembra una segretaria più che una assistente dell'hokage. <mi chiamo Mekura Kagura Hyuga piacere di fare la vostra conoscienza, sono una cittadina che avrebbe bisogno di parlare con L'Hokage, bel vestito comunque> domanda la donna cercando di buttare giù un approccio affabile <lo so che sono arrivata con poco preavviso e senza comunicarlo preventivamente ma, ho problemi con il...> ha un vuoto, come si chiama? cellu coso? cellulato, no no altro nome il tefono, Teflono? <...i sistemi di comunicazione, non sono molto portata con la tecnologia attuale..> porta una mano avanti elegamentemente mentre azzarda un sorrisino e una battuta <eh non sono al passo con i tempi ne sono consapevole, però se devo parlare con qualcuno perché non farlo a voce guardandosi faccia a faccia> ritorna composta portando le mani giunte in grembo prendendosi una piccola pausa per capire con chi sta parlando. <lei come si chiama se posso chiederle?> chiede alla fine aspettando una risposta [ch off]

La donna solleva un sopracciglio, tenendo ancor tra le mani, ed in perfetto equilibrio, il vassoio con le varie bevande già citate. <Mekura-san, sarebbe consono prenotare un incontro con l'Hokage. Tuttavia, è fortunata. In questo momento, ha un buco prima della prossima riunione che potrebbe tornare utile ammesso che la sua richiesta sia qualcosa di ben poco conto.> Inizia a salire gli scalini uno dopo l'altro, facendo risuonare il suono dei suoi tacchi. <La ringrazio per il vestito.> Replica con un piccolo cenno del capo, invitandola dunque a salire verso l'ufficio dell'attuale Hokage. La scalinata è completamente bianca con delle rifiniture dorate nelle mattonelle con un passamano sulla sinistra in metallo argentato. Porta al piano superiore tramite due scalinate composte da circa dieci gradini l'una che la Hyuuga potrà salire con tranquillità, venendo sempre preceduta dalla presunta segretaria. <Viveva fuori dal villaggio?> Una domanda ovvia poiché soltanto chi vive ancora fuori da Kagegakure non ha accesso alla tecnologia del villaggio centrale, quindi dà per scontato che possa esser un abitante esterno che sia giunta soltanto di recente nel nuovo centro urbano. Una volta saliti al piano superiore, direttamente sulla sinistra del pianerottolo vi è una porta chiusa in legno, sicuramente anche molto pesante. <Sono sicura che anche l'Hokage preferisca guardare faccia a faccia le persone con cui ha a che fare, tuttavia le chiedo di avvisare in via preventiva la prossima volta. Il mio nome è Maneko-san.> Replica prontamente alla fanciulla, mentre le nocche della dritta, tenendo in equilibrio il vassoio con la mancina, bussano un paio di volte prima d'aprire la maniglia. Dall'interno, può sentire una voce femminile esordire con un: "Avanti". Niente di più e niente di meno. Maneko la precede, ovviamente, aprendo soltanto un piccolo spiraglio per far passare la sua esile corporatura. <E' appena arrivata una signora che chiede di parlare con lei. Non le ruberà molto tempo> A prescindere dalla risposta di Mekura e a priori dalla realtà dei fatti, avrà i minuti contati e non dovrà sprecarli. <può starne certa. Nel frattempo> Apre delicatamente la porta con un colpo di anche, permettendo così anche alla Hyuuga di notare davanti ai suoi occhi perlacei un'altra coppia di quegli stessi occhi. <le poggio qui il vassoio.> L'ufficio è abbastanza capiente, esattamente identico a quello della vecchia Magione la cui vetrata dà direttamente sul Monte dei Volti di Pietra, quello nuovo. L'Hokage volge le spalle alla vetrata, seduta dietro una scrivania semicircolare su cui è poggiato e collegato un computer con un monitor parecchio sottile, tastiera e mouse poggiati sulla superficie del tavolo. Può notare anche delle casse per il volume, un telefonino e dei quadri che rappresentano la sua famiglia o quella che potrebbe appunto essere la sua infanzia. Vi sono scartoffie sull'altro quadrante, come al solito, in prossimità del vassoio che ha appena poggiato Maneko. "Prego, entrate pure", professa il capo del settore mentre la segretaria svicola fuori dalla stanza lanciando un ultimo avvertimento alla Hyuuga. <Faccia presto.> e lasciandola in compagnia d'una donna sicuramente di bell'aspetto. Capelli sottili, tagliarti corti che scendono a caschetto sin ad altezza delle guance e sfiorando appena il delicato collo; occhi perlacei appartenenti alla casata degli Hyuuga; vestiari comodi quali una gonnella nera con un piccolo spacco laterale sulla coscia sinistra, una camicia bianca e una giacca poggiata sullo schienale della sedia oltre le sue spalle. "Oh, che sorpresa!" mostra uno scintillante sorriso, fissando l'attenzione proprio sugli occhi di Mekura. "Si accomodi pure. Con chi ho il piacere di parlare?", allunga la mano verso la Hyuuga, indicandole una delle due poltroncine poste frontali alla scrivania dove può prendere posto senza troppi convenevoli. [ Satomi: https://i.pinimg.com/564x/34/4d/1a/344d1a046c07d656577a60c54ab13b47.jpg ][ Ambient - CHIUSA ]

16:36 Mekura:
 <in un certo senso signorina Maneko> commenta la donna rispondendo alla segretaria prima di arrivare alla porta dell'Hokage, superarla e rimanere da sola con questa. "grazie" lo sussurra guardando la segretaria e accennando un leggero inchino lasciandola tornare alle sue mansioni prima di dedicarsi all'attuale Hokage. Rimane di stucco rendendosi conto che è una Hyuga. Una della sua casata è diventata Hokage....quanto si è persa in questi anni. La guarda con un misto di orgoglio e malinconia: i suoi Hyuga se la sono cavata bene in questi anni senza di lei, ne è felice ed allo stesso tempo si sente il peso del suo fallimento. Erano solo passati dieci anni, era il loro capo clan...le fa sempre male questo ma cerca di non darlo a vedere abbozzando un sorriso pacifico verso la donna facendole un inchino profondo come si conviene alla figura. Si tratta di una mossa istintiva e quando se ne accorgerebbe cosa ha fatto si imbarazza <oh mi scusi, vecchie maniere, difficili da togliere> e le porgerebbe la mano stringendola. RImane in silenzio a fissarla con vera soddisfazione nel vedere quegli occhi dentro quel ufficio seppure essere Hokage ora sia molto differente da quello che era Hokage prima. <certo, mi chiamo Mekura Kagura Hyuga, sono una nipote di Juusan Kagura Hyuga> sorride facendo il nome di suo zio, lui non lo possono aver dimenticato è stato l'uomo che ha tolto le casate interne. <ad ogni modo, volevo prima scusarmi, la signorina Maneko è stata gentile ma confermo che non proverò di torgliervi troppo tempo> prende un lungo respiro mentre inizierebbe a parlare <sono stata distante dai villaggi per molto tempo, diciamo che ero in una situazione...che mi ha tenuta lontana dal villaggio negli ultimi 10 anni per la precisione> Sospira <sono stata lontana dalla civiltà in questo periodo e sono tornata soltanto ora...ho notato che il villaggio è cresciuto parecchio> insomma cerca di prenderla un po' alla larga, conversando con il capo villaggio. <e che il mio conto diciamo era bloccato, eh...fortunamente sono ospite di qualcuno quindi me la cavo> da un piccolo colpo di tosse coprendolo con la mano prima di procedere. <ma... mi sono permessa di andare in giro per questo enorme villaggio ed ho notato un problema crescente...giorno dopo giorno> prende un lungo respiro e alla fine cerca di arrivare al punto <voi quanto sapete sul passato degli Shinobi mia signora? e delle guerra, sopratutto della guerra, io so solo una parte e avrei bisogno di un quadro più grande, ad esempio stavo cercando dei ninja e non li ho trovati, non ho trovato neppure delle effigi se fossero morti, il vecchio hokage ad esempio> [ch off]

Gli occhi perlacei di Satomi scrutano con interesse la donna che ha davanti. Adagia la guancia contro il palmo della mancina, mostrandole un piccolo accenno di sorriso. "Non importa, apprezzo il gesto" riferendosi all'inchino, permettendole dunque di prendere posto e d'iniziare il discorso per il quale Mekura s'è recata nell'ufficio dell'altra. "Mekura Kagura Hyuuga"... ripete quel nome ticchettando con l'indice sul mento mostrando un'espressione pensierosa, ma dei lineamenti davvero molto carini per una donna. "nipote per di più di Juusan Kagura Hyuuga" e vi annuisce subito dopo, iniziando a collegare i vari passaggi. Il nome della donna che ha davanti è rinomato specialmente nel clan, essendo stata l'ultimo capo degli Hyuuga prima della disfatta ai Monti Ardenti e la relativa scomparsa. "la nostra precedente Capo clan" e lo sguardo si raggela. "Qual buon vento dunque la porta qui? E dov'è stata per tutti questi anni in cui il suo aiuto avrebbe sicuramente giovato alla nostra gente?", le risposte che le ha dato non sembrano essere sufficienti a colmare le lacune di questo decennio. Lo sguardo si rasserena di nuovo, mentre stende l'arto verso la brocca. Vi è una tazza già piena e fumante, afferrandone invece una pulita rimasta dal precedente servizio. "Vuole un po' di thè caldo, Mekura-san?", mostrandosi quindi anche gentile nonostante le domande appena fatte che potrebbero risultare essere alquanto pungenti. Comprensibile, tuttavia. Si schiarisce un attimo la voce lasciandola parlare, sollevando poi il palmo della dritta come a volerne fermare il dire, interrompendola ma con tutta l'eleganza del mondo. "Chiedo scusa, chiedo scusa", aggrotta persino le sopracciglia con far interrogativo e sorpreso al tempo stesso, formando delle piccole rughe d'espressione sulla fronte. "lei sta chiedendo a *me* cos'è successo dieci anni fa? Non dovrebbe essere lei ad aver testimonianza di ciò? Vi ha combattuto se non sbaglio, assieme ad altri ninja d'elevato spicco", esula dal far commenti poco ortodossi in merito, pertanto attende che Mekura possa darle delle spiegazioni coerenti in merito. Resta ad ascoltarla comunque paziente, lasciando scivolare un piccolo ciuffo bianco lungo la guancia, tagliandola a metà tramite esso. "A quali ninja si riferisce?", deve doverosamente chiedere per comprendere meglio la questione e le possibili risposte che possa darle. "Il Decimo Hokage, dice? Ha lasciato soccombere i ninja sul campo di battaglia, sparendo a sua volta. Non sappiamo se sia morta o se sia soltanto dispersa, spero nella prima ipotesi perché avrebbe davvero tanto da spiegare nel caso in cui fosse ancora viva", e di nuovo quell'occhiata gelida che sparisce in men che non si dica, subito dopo aver pronunciato siffatte parole, cedendole il discorso. [ Ambient - CHIUSA ]

17:45 Mekura:
 E alla fine qualcuno si ricorda di lei. Alla fine qualcuno riesce a ricollegare chi sia. Ritorna seria ad osservare le reazioni della donna e il modo in cui la guarda...è evidente che seppure di facciata, questa nuova generazione non ha nessun rispetto per quelli che sono venuti prima di loro. <si la ringrazio> accetta la tazza di thè con garbo, seppure le sembra di fare un discorso con i suoi figli. <non è di alcun conforto per nessuno me ne rendo conto, ma dove ero non potevo raggiungervi in alcun modo> sospira per un attimo continuando a guardarla prima di tornare a degli argomenti seri <è per questo che non ci siete venuti a cercare al monte immagino, non c'erano testimoni per dirvi dove eravamo> non era davvero colpa loro e per di più avevano da fare con tutto quello che è successo. <si signora è così> fa un cenno del capo comprendendo il perché dovrebbero essere loro a dare delle risposte, in un certo senso <io so solo quello che è capitato nel campo di battaglia: sono stata trascinata sotto terra dopo che mi hanno congelato dentro un cristallo, se sai chi sono e vuole delle prove si deve domandare come posso non essere invecchiata a dieci anni dalla mia scomparsa?> a meno che lei non sia un vampiro si intende. Insomma, le da qualcosa a cui pensare nel caso non la credesse. <non so cosa è successo al decimo, ma se io sono tornata, vuol dire che anche altre persone sono tornate, probabilmente> quello sguardo, quel modo di fare: ormai lei l'ha riconosciuta e non ci può fare molto, ma non le da una buona impressione, tutt'altro, qualcosa le direbbe di non fidarsi più di tanto. <ed è per questo motivo per la quale non è riuscita a difendere i suoi uomini, ne sono certa> afferma la donna cercando di difendere Furaya: non se lo meritava alla fine dei conti una considerazione così bassa. <e sono certa che anche voi come ogni nostro buon Hokage non vi dimenticherete dei vostri cittadini> la figura eredita tutti i cittadini i nuovi ed i vecchi <semmai qualcun'altro tornasse come me al villaggio di Kagegakure dovreste avere a che fare con un improvviso aumento di persone in pericolo e disperse per le strade, persone che avranno bisogno del vostro aiuto e che ne sarebbero riconoscienti> insomma cerca di farli vedere come una risorsa, non come qualcosa da allontanare ma c'è una nota di disagio nel tono....è di nuovo inutile? è dannoso quello che ha fatto? più parla, più le da una orribile impressione. <non sono qui per chiedere la carità, sono disposta a lavorare per questo villaggio e probabilmente come me anche altri, voglio solo trovare il modo di redimermi dai miei fallimenti, voglio solo ritrovare la mia famiglia, tutta> chiede la donna <non chiedo altro, di non dimenticarci> cosa sta facendo? [ch off]

Versa il thè nella tazza pulita che viene poi porta direttamente alla Hyuuga. Per una frazione di secondo, s'immerge negli occhi di lei, identici per via dell'innata che le contraddistingue. "Mi duole dirle che venire a cercare qualcuno ai Monti Ardenti mentre l'intero mondo veniva distrutto dalla forza dei Kami che voi avete sfidato non era nelle nostre prerogative", commenta in sua direzione, mostrando un altro piccolo sorriso di circostanza. "Abbiamo dapprima pensato a salvarci poiché nessuno ci avrebbe difesi. Mentre tutto veniva distrutto, gli ultimi superstiti sono stati aiutati e Kagegakure è sorta", le racconta, giusto per annoverarla circa informazioni importanti e che tutti dovrebbero conoscere. "Nel frattempo, sono passati dieci anni e tutto ciò che è fuori le nostre mura è diventato di proprietà delle bestie divine che fanno manbassa tutt'ora di ciò che è rimasto e dei pochi superstiti che hanno continuato a vivere lontano da noi", prosegue nel spiegarle mentre solleva con ambo le mani la tazza verso le labbra, schiudendole per permettere al caldo liquido di scivolar tra le fauci della fanciulla, deglutendone in piccoli sorsi. Socchiude le palpebre, gustandosi con calma il sapore del thè che ha offerto anche all'altra, senza però perdersi alcuna parola di quelle pronunciate dalla Hyuuga. "Ci sono molteplici motivi per i quali potrebbe non essere invecchiata, tuttavia ritengo molto preziosa quest'informazione che mi ha concesso di conoscere", delicato il suo dire così come l'espressione addolcita che le rivolge. Sono informazioni che la donna racimola, assimila e che conserva perché potrebbero sempre tornare utili. Inoltre, avere dalla sua parte anche qualcuno che è tornato dal passato, in fin dei conti, potrebbe essere sempre utile. Bisogna sfruttare quel che si ha. "Purtroppo non posso fidarmi delle mere parole. Nessuno sa che fine abbia fatto, anzi finora non sapevamo neanche che fine avesse fatto la nostra capo clan. Nessuno ha mai negato che siate state delle grandi kunoichi e nessuno dimentica quel che avete fatto, può starne certa, ma le conseguenze delle vostre azioni restano impresse nella memoria di chi è sopravvissuto e vengono dimenticate dalla nuova generazione", spiega alla di lei volta ancora, mantenendo sempre un tono piuttosto cordiale per poter dare tutte le risposte necessarie alla donna che ha di fronte. "Vuol dire che lei, come nostra amabile cittadina che si sta prodigando per integrarsi nella società e a farne parte, sarà sicuramente contenta di venirci incontro ed avvisarci nel caso in cui compaia altra gente dispersa in battaglia, vero?", non lo sta chiedendo e in realtà non la sta neanche minacciando; è una di quelle richieste alle quali ti conviene rispondere in maniera impeccabile. Poggia delicatamente la tazza sul vassoio, replicando infine alle ultime affermazioni altrui. "Può tornare a rifarsi una nuova vita, Mekura-san. C'è altro che posso fare per lei? Sono a disposizione, ma per qualche altro minuto. Sono sicura che Maneko-san verrà a chiamarmi ben presto", tutto qui. [ Ambient - CHIUSA ]

00:58 Mekura:
 Questa...persona, questo Hokage, non le torna. I suoi modi affabili, socievoli addirittura, sono determinati da una capacità notevole di mentire. Mekura reggerebbe lo sguardo, non tanto per una questione di orgoglio ma perché non vuole farsi dominare nella conversazione, se lo fa è perduta, come quando ti vedi un serpente davanti, tu lo devi guardare il serpente e non devi scappare. E che serpente che ha davanti: giovane, bella, intelligente, probabilmente forte, opulente e furba. Le ricorda molto di lei, una Mekura che ce l'ha fatta a raggiungere degli scopi nella vita. Mekura sorride maternamente, da un sorsetto al thè e annuisce <comprendo perfettamente signora, non era una domanda era una constatazione> quando poi sente i molteplici motivi Mekura sogghigna piegando la testa di lato quasi beffardamente <lei ha ragione, questo è uno dei vantaggi di essere degli Hyuga, appariamo sempre giovani> appoggia la tazzina di thè e rimane in silenzio ad ascoltarla: non vuole mostrare nessuna espressione, rimanendo neutrale mentre gentilmente le direbbe che era meglio se foste morti e dimenticati per sempre. <ho sempre pensato che una dura lezione debba essere imparata non dimenticata> e questa volta è apertamente critica nelle parole in risposta alla Hokage da un paio di secondi di tempo e poi sorride di nuovo <ma questi sono i pensieri di una vecchia reduce, cosa ne può sapere del nuovo mondo una come me? tempi nuovi, nuovi modi> sospira. Ma basta davvero farsi qualche domanda: questa gente, questo sistema, questo modo di fare è marcio fino al midollo. A furia di continuare su questa via la gente si ritroverà rinchiusa in un recinto come delle pecore...e il pastore verrà a sgozzarle un giorno di queste. Assottiglia le palpebre guardandola come si guarda una persona destinata a morire ma sempre con il sorriso sulle labbra ed è solo un attimo prima di tornare a questo giochino che ha fatto con anni con Orochi. <ma certo mia signora: semmai li vedrò in giro ve lo farò sapere> commenta la donna affabilmente <la ringrazio per il te, era davvero squisito> con quel tanto di veleno al punto giusto <ma si figuri, ha fatto già troppo per me, non vorrei farle perdere troppo tempo> è sinceramente colpita e preoccupata da questa donna, le riempie il cuore d'orgoglio e delusione allo stesso tempo sapere che una Hyuga è riuscita ad arrivare a tanto. é un peccato che sia una tale merdina arrogante la quale probabilmente le metterà dietro delle spie per tenerla controllata, Mekura lo farebbe al posto suo. <la sua segretaria e lei siete state così gentili da permettermi un colloquio, non disporrò oltre della vostra gentilazza> e mi terrò ben lontana per un bel pezzo, ma non lo aggiunge, farebbe solo un inchino verso questa <con permesso> e se ne uscirebbe dalla stanza cercando di mantenere la calma per quello che è appena successo: ha fatto qualcosa per gli altri, sinceramente preoccupata che qualcuno fosse costretto a degradarsi per strada e diventare un pericolo per se stesso e per gli altri e quello che ha trovato è stato una delle delusioni più cocenti della sua esistenza. Non solo una sua Hyuga si comporta in questo modo, ma ha l'impressione che ogni capo villaggio sia allo stesso livello della donna. Con questa cosa ha messo a rischio molte persone, suoi compagni, suoi nemici, tutta gente del passato. In quel momento di sconforto ripensa al monaco e quanto ancora una volta avesse ragione e lei stesse sbagliando: doveva salvare se stessa, non gli altri [end]

Mekura potrebbe averla inquadrata a dovere. Se soltanto chiedesse in giro, potrebbe sentire di quanti, nel settore di Konoha, idolatrino quella donna. Falsa? Meschina? Furba? Nessuno oserebbe definirla in questi modi tanto beceri. Nessuno eccetto chi il marcio lo ha visto in ogni salsa, come Mekura, e sappia anche com'è fatto. "Vero? Non direbbe mai che ho quasi trent'anni. Nessuno ci crede mai!" e si lascia sfuggire una piccola risata, cristallina per l'udito, persino musicale. Sembra che non abbia niente di imperfetto. Mentre sorseggia il suo thè, continua a seguire man mano il di lei dire. La osserva da sopra il bordo della tazzina, piegando appena un sopracciglio. "Ma infatti non abbiamo dimenticato questa dura lezione. Il Mirai Festival viene celebrato soprattutto per questo. Siamo riusciti a sconfiggere chi ci teneva sotto torchio anche senza i ninja più forti che il mondo conosceva dieci anni fa", ridacchia di nuovo, contenta di ciò e osannando questa festività della quale la stessa Hyuuga può notare gli strascichi ancor portati durante queste lunghe giornate di fine inverno. "Può adeguarsi, Mekura-san. Il mondo s'è rinnovato dopo esser stato distrutto: è risorto come la fenice dalla sua cenere e questo n'è il risultato", si stringe nelle spalle, abbassando per un attimo lo sguardo e posando la tazzina ormai vuota sul vassoio. La parte divertente è che non c'è bisogno che le metta dietro delle spie per tenerla ancorata a sé, persino questo è superato. Le spie ci sono sempre, c'è qualcuno che nell'ombra osserva tutto e tutti, che va ben oltre il mero controllo, va ben oltre persino il potere che hanno adesso i Kage. "La ringrazio per la sua collaborazione, Mekura-san e spero possa trovarsi bene a Kagegakure", aggiunge alzandosi in piedi a sua volta e salutandola di rimando, continuando a seguirne le movenze finché non sarà fuori dal suo ufficio. Gli occhi perlacei vengono assottigliati, lo sguardo ferale e fiero dell'Undicesima si staglia verso la porta d'ingresso. Una nuova era è appena iniziata e potrebbero essere subentrati già alcuni problemi da dover per forza tollerare. [ END ]

Mekura si reca nella magione dell'Hokage per colmare alcuni dubbi circa dieci anni prima.
Le chiede per quale motivo non siano mai stati cercati e la donna, Satomi Hyuuga - appartenente persino al clan dell'ex capo Hyuuga, le risponde che i loro interessi erano quelli di sopravvivere sicché abbandonati da tutti.

Mekura chiede che non venga dimenticata la dura lezione subita dal Kami, Satomi trova un compromesso. S'è vero che altra gente potrebbe tornare e vagare per le strade come Mekura e s'è altrettanto vero che lei voglia collaborare con Kagegakure, è certa che l'avviserà tempestivamente se qualche altro redivivo si facesse vedere.

No exp. Spero sia piaciuto ♥ e che porti spunti.