Sei viva..
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Giocata del 16/02/2021 dalle 13:55 alle 20:10 nella chat "Nuovo Monte dei Volti di Pietra"
Immancabilmente, la pioggia non cessa di cadere sulle teste degli abitanti del mondo Ninja, uno in particolare, non sembra disprezzare affatto quella condizione atmosferica, anche se gli dono più pensieri negativi che positivi, lo Hyuga infatti, ha vissuto solo momenti terribili sotto quella stessa pioggia, i momenti di prigionia peggiori, dove quasi annegava per via delle condizioni in cui versava quella cella che lo imprigionava, riportandogli alla memoria tutte le torture subite in quei tre mesi, come la carne gli venisse strappata dal corpo, come ogni singolo lembo di pelle venisse tirato fino a venire strappato come una insulsa pellicina vicino alle unghie; il ricordo di Kiri, durante quella guerra che gli ha, anch'essa donato dolori che non sapeva di poter provare, come quello della perdita della prima donna per la quale ha provato qualcosa, certo era solo un'illusione quella vista da lui, ma il corpo dilaniato, stuprato e senza vita che per di più ti parla dicendo che è colpa tua, non è una bella scena alla quale assistere. Ad ogni modo, in questo turbinio di emozioni contrastanti, lo Hyuga, ormai diventato un uomo in tutto e per tutto, staziona seduto davanti al precipizio di quella riproduzione del monte dei volti di pietra, osserva la nuova cittadina ed i suoi quartieri, come essi vengano divisi e distinti tra loro, non è una visuale che disprezza in fin dei conti "Ichi-Nii, guarda che prendi freddo a stare qua sotto la pioggia.. *etchì!* Dai.. mi sto già raffreddaddo..!" ed immancabilmente, all'interno della sua testa si presenta quella vocina petulante, alla quale, essendo da solo, andrebbe a rispondere con calma <Che vuoi che sia un po' di pioggia innocua.. e poi sei al caldo nella mia testa, stai solo facendo una scenetta per farmi preoccupare di me stesso..> andrebbe a rispondersi da solo "B-beh.. allora ammalati, sai che mi importa..! *ETCHù!!*" e così, un'altra volta, quella vocina è stata zittita per qualche minuto, almeno finché non torna all'attacco della psiche dell'uomo. In questo grigio giorno umido, lo Hyuga indossa una casacca nera, in stile cinese e senza maniche, ormai non si vergogna più di mostrare quel suo braccio destro in lega metallica e poi adora guardare i suoi tatuaggi, sul sinistro, che rappresentano il corpo di un drago, anch'esso cinese, circondato da rose rosse e le loro foglie, la testa ancora non si sa dove sia posizionata, bisognerebbe toglierli la casacca per trovarla. Le sue gambe, data la pioggia, vengono coperte da un paio di pantaloni in stile mushu del medesimo colore, nero pece, ma con dei motivi dorati, mentre ai piedi delle semplicissime tabi nere. I lunghi capelli dell'uomo rimangono come sempre legati in una coda alta, con alcuni ciuffi che rimangono sul volto di lui, un po' appiccicati al viso stesso per via della pioggia, la loro lunghezza è tale da farli sembrare un serpente sul terreno che cerca di salire sulla schiena di lui. Rimane lì dunque, la testa viene appoggiata su quell'arto metallico, mentre le sue iridi perlacee, sempre vigili ma senza innata attiva, osservano quei villaggi sottostanti, in attesa che qualcosa accada. Anche la donna si trova su quei monti, mentre la pioggia incede accompagnandola con quell'antica dolcezza che rende l'aria respirabile, pulita come poche volte nelle terre di konoha, non è così? Eppure questa sembra la stagione adatta a lei , un'eterna pioggia che scende dal cielo e piange insieme a loro, lava via i peccati per ridonar alito vero alla natura. Un pensiero dolce mentre sale quelle stesse scale che un tempo si trovavano sugli originali monti di pietra , mentre s'appropinqua alle ultime scale, protetta da quell'ombrello nero che copre la testa si, ma non i capelli, di quel rosso sangue che scivola oltre il seno, oltre la vita , fin sotto i glutei, molto più lunghi d'un tempo. Gli ultimi saranno fatti nelle vicinanze proprio dello Hyuga, un piccolo passo prima di fermarsi a riposare da quella camminata "umana" e poco ninja che la vede senza chakra attivo. Un piccolo strattone all'ombrello per poggiarlo sulla spalla destra e mostrar il viso al mondo senza però essere bagnata da quell'acqua gelida. "mmh" un sospiro prima di voltarsi anche lei verso il ragazzo, inconsapevole, vestita di quel kimono antico si, eppure non bello quanto i vecchi propri, non ha nemmeno abbastanza soldi per commissionarne uno come si deve direttamente agli Ishiba, e si accontenta. Una veste molto più corta delle solite che giunge sotto i glutei con quella gonnella naturale, le maniche lunghe e svasate verso i polsi , e quella scollatura profonda a V sul seno che mette in mostra le proprie forme. Un tessuto di un blu scuro intenso, decorato da filamenti d'argento puro lungo le maniche e in quella cintura che regge tutto quanto. Le labbra che si mostrano d'un rosso acceso eppure non ha altro a insozzar il viso , pulito di tutto il resto tranne per quel tocco di colore, e per l'azzurro intenso che si mostra allo Hyuga stesso. Uno sguardo bieco ai suoi occhi per comprenderne il clan stesso < Hyuga > un mormorio basso, non è Mekura, decisamente no in quell'altezza mastodontica che si mostra a lei, e che la costringe a sollevar per davvero il viso ma non sarà quello ad attrarla, ma quella mano visibile in metallo, quel braccio che gli manca. Una comprensione al proprio essere, e vi rimane ferma, dritta di fronte a lui con gli occhi spalancati < Ichirou > un richiamo, che sia davvero lui? La noia lo pervade, la pioggia lo rilassa, fin troppo a dire il vero, per i ricordi che vengono risvegliati in lui, l'uomo è fin troppo calmo in questo momento, potrebbe star ad indicare che si è abituato a quei pensieri, ma in realtà è tutto il contrario, nella sua mente non sarebbe presente quella vocina se fosse tutto un semplice ricordo lontano, quella sua vocina che ogni tanto lo fa parlare da solo e che, purtroppo per lui, gli tiene compagnia nei momenti più bui "HEY!!" ..è solo la verità, da ragazzo timido e gentile, si è trasformato in un uomo si gentile, ma quasi apatico e sull'orlo di una depressione che non avrebbe eguali, quindi diciamo che un po' anche grazie a quella vocina non sta impazzendo del tutto, per quanto sentire le voci non voglia indicare pazzia "Grazie, finalmente un po' di riconoscimenti! Ichi-Nii, mi tratta male e dice che sono brutta e cattiva!" lo sguardo dello Hyuga si sposta al cielo in segno di spazientimento <A volte dici delle cose che non stanno ne in cielo ne in terra.. chi ti sta trattando male scusa.. ci sono solo io qua..> scuotendo la testa e smuovendo a malapena quella enorme coda situata dietro la sua schiena. Dopo quella inutile scenetta, lo Hyuga si alza in piedi dalla sua seduta, un po' per scomodità, un po' per potersi sgranchire le ossa che gli sono rimaste, andrebbe infatti a sollevare ambedue le braccia in direzione del cielo stesso, provocando dei sonori *crack* e anche qualche *klink* per via dei legamenti in metallo e tessuto sintetico che rivestono quell'arto fantasma. Quello stesso arto, andrebbe poi a posizionarsi sul collo dell'uomo, mentre il sinistro verrebbe posizionato sul suo fianco andando a creare un angolo acuto, o retto, dipende dai punti di vista, mentre il collo verrebbe stirato nella direzione della spalla sinistra, provocando anch'esso, un copioso numero di *crack e crock* che gli rimettono in posizione le vertebre alte della schiena e, fatto ciò, andrebbe a far roteare le braccia per mettere di nuovo a posto anche le scapole, andando di conseguenza a roteare anche il busto per le restanti vertebre e la schiena stessa. Dunque, ormai in piedi e tutto sciolto, e forse anche un po' spezzato, lo Hyuga ritorna in posizione eretta, le braccia vengono lasciate cadere lungo i propri fianchi, mentre il viso viene portato al cielo per poter raccogliere qualche gocciolina d'acqua con esso, almeno fin quando una voce non troppo lontana da lui lo raggiunge, portandolo a voltare il viso in direzione di essa, un brivido gli percorre la schiena, tutto il corpo a dire il vero, il braccio sinistro presenterebbe infatti una copiosa pelle d'oca, la sola vista di quelle ciocche di sangue e di quegli occhi color del cielo più limpido lo riportano indietro di troppo tempo, la voce di lei la ricorda fin troppo bene e forse anche le sue forme, ma la cosa che ricorda meglio è il suo volto, delicato come la più bella delle orchidee e niveo come la neve più candida, anche se un po' ingrigito dal colore che ha assunto il luogo intorno ai due. Il corpo di lui, viene ora completamente ruotato verso di lei, in modo da averla di fronte e, avvicinandosi lentamente, una semplice domanda viene posta a quella apparizione <N-non sei nella mia testa.. vero..?> fatta quella domanda, forse, la sua interlocutrice potrebbe rimanervi un po' stranita, ma ormai non importa molto allo Hyuga, dato che non ha avuto più sue notizie da quando si è allontanata per Oto, per quanto ne sa lui, la vera Sango potrebbe essere morta anni orsono, quindi la mano sinistra si allungherebbe per cercare di toccarle il viso, come se volesse assicurarsi del fatto che sia effettivamente li davanti a lui, mentre i brividi che sta avendo si fanno talmente forti ed acuti da causargli delle lacrime agli occhi <S-S-Sango..?> la voce gli esce a malapena, ma rimane profonda e gentile come sempre, vediamo se gli lascerà toccare il viso "Ma chi è questa scusa..?" ..lasciamo perdere. Avanza un poco, eppure quelle sue parole che son giunte col vento sono passate inosservate, non ha avuto le abilità per udirle davvero, per scoprire come quella giovane mente alla fine si sia splittata in due, creando una forma nuova e sconosciuta, invisibile a tutti tranne che a lui. Lo osserva in quello stretching, il braccio che viene mosso in alto mostrando il suo essere metallico, l'arto che gli mancava è stato infine sostituito. Come la gamba? Allungherebbe gli occhi su quella eppure si ritrova paralizzata d'innanzi alla possibilità che non sia lui, che sia qualcun altro con gli stessi occhi e capelli, con lo stesso arto mancante. Chi vuol prendere in giro? Alcuno , sa benissimo che non possa trattarsi di alcun altro, eppure in quel momento non sa cosa poter aggiungere, se voler aggiungere qualcosa a interrompere quella pioggia , quel loro incontro dopo più di dieci anni, ben prima della guerra di Oto. L'ultima volta lo ha lasciato dentro una stanza d'ospedale al villaggio della foglia, e da li il nulla. Lo aveva atteso per qualche mese finchè la fine era giunta chiara, non voleva essere li, non voleva davvero venire ad Oto ed ella non l'avrebbe costretto a farlo. Rimembra quel senso di stizza e di rabbia, eppure perchè doverlo relegare a se con quell'invisibile catena di nulla? La solita questione di egoismo, per accentrar quelle poche anime alla propria, singola e unica. Ne osserva quel viso adesso maturo, anch'egli nuovo uomo i cui dieci anni si son fatti sentire, perfino su quel corpo ormai cresciuto che ha raggiunto l'apice sia delle propria altezza che del proprio allenamento puramente fisico. Ma nulla sembra esser cambiato nello sguardo gentile del giovane uomo, solo qualche ruga, si, ma del resto sembra poterne vedere l'anima attraverso le iridi perlacee. Lo osserva avvicinarsi senza muover alcun dito, impossibilitata a muoversi di nulla < n-no > non è ovviamente nella sua testa, perchè dovrebbe? Una domanda che viene lasciata in una parte della propria mente per domande future, concentrandosi sul presente, su quella mano calda che si infrange sulla propria pelle, umida e fredda per via della pioggia, e su quel brivido che scende sul collo e la schiena stessa a quel suo calore , a quella mano cresciuta e grande alla quale appoggerebbe la propria, libera dal peso dell'ombrello, per stringerla a sua volta con dolcezza < sei vivo > lo è, dopo tutti quegli anni si ritrova sempre quello Hyuga nel proprio cammino, e per quanto ne sia stata arrabbiata, delusa perfino, non può che sorridergli < dieci anni son passati > eppure il proprio viso, nulla di se è cambiato, solo le vesti poco più moderne, ma alcuna ruga s'è aggiunta al viso della giovane donna, solo capelli più lunghi ma nemmeno così tanto, non come quelli altrui, non come il suo evidente cambiamento < sono felice che tu sia vivo > sussurra per lasciar che quella bolla possa riempirsi di un antica felicità, non sapendo dell'altra presenza nella sua testa. Gelosa probabilmente. Nel toccare la fresca pelle della sua interlocutrice, la mano dell'uomo ha un leggero sussulto, come se si aspettasse di vederla sparire davanti ai suoi occhi non appena le sue dita fossero entrate in contatto con la sua carne, ma la cosa non succede e anzi, la mano di lei lo raggiunge, decisamente più piccola rispetto alla sua di mano, gli occhi non riescono a trattenere quelle lacrime, i brividi che prova in questo momento sono troppo forti, ed il suo volto, da incredulo e spiazzato passa ad assumere un'espressione malinconica ma comunque sorridente, la classica espressione di Ichirou insomma, rimasta invariata dopo tutto questo tempo, un po' come lei in effetti, che nonostante i dieci anni e più passati, a parte i capelli non è praticamente cambiata. La mano dello Hyuga, dalla guancia della Ishiba passa alla sua stessa mano, afferrandola con gentilezza e delicatezza, non le ha mai causato del dolore, non fisico almeno, e non vuole di certo cominciare adesso, nel sentire quel diniego arriverebbe giusto a stringerla un po' di più, per poi bellamente tirarla a se per abbracciarla, ovviamente la differenza di altezza tra i due è piuttosto evidente, se lei lo avrebbe permesso infatti, ora starebbe ascoltando il cuore dell'uomo, che è si tranquillo, ma con qualche battito in più rispetto al normale "Hey.. mi dici chi è questa signorina..?" ovviamente quella voce nella sua testa viene completamente ignorata, la sua attenzione viene completamente rapita dalla Ishiba in questo momento. Inizialmente lascia cadere quelle parole, quel 'sei vivo' pronunciato da lei, non sa effettivamente neanche lui quanto questo sia un bene dato che si sente responsabile per parecchie cose accadute dieci anni prima, la mano metallica dell'uomo non tocca alcuna parte scoperta della Ishiba, si limita a tentare di mantenere quell'arto ove il corpo della ragazza è coperto, non le vuole far provare il freddo ed insensibile tatto di quel suo arto fantasma, non ora, mentre con l'unico braccio sano, andrebbe ad accarezzarle il braccio con il semplice ausilio del pollice, andando a rivelarle <Mi sono sembrati molti di più ad esser sincero..> andrebbe ad ammettere abbassando la testa per tentare di appoggiare la fronte sulla testa altrui <E io sono felice che lo sia tu.. Dopo la distruzione di Konoha, mi sono allontanato da tutto e da tutti, mi sono dato ed assunto le colpe per non esser riuscito a fermare quell'attacco..> spiegherebbe <Ho anche provato a raggiungere Oto, ma la vergogna che provavo era troppa.. non avrei saputo nemmeno guardarti in faccia..> sussurrerebbe dunque alla volta della giovane donna, che stringendola a se un po' di più, se gli fosse stato ovviamente permesso, andrebbe ad aggiungere in un sottile bisbiglio <Mi dispiace.. non ti avrei mai abbandonata.. lo sai vero..?> cerca conferma da parte sua oltre che al perdono, non gli resta che aspettare e vedere se gli viene concesso ora "Io non ci sto capendo niente, questa sarebbe la Sango di cui parla quando ha quegli incubi la notte..? Non mi sembra uguale a come la vedeva lui in sogno, i capelli sono più lunghi! Ichi-Nii, rassegnati, è la persona sbagliata e tu sei ufficialmente un pervertito per aver abbracciato una donna senza il suo consenso.. Vergognati Ichi-Nii!" Seppur veda quelle lacrime, il proprio animo si rasserena, è stato sempre quello per lei, non un motivo di odio o rabbia, solo serenità nella sua gentilezza fuori dal comune, la stessa che incede sul proprio viso, sulla propria mano che stringe anche lei, molto più piccola della sua , in quel calore che viene espresso con serenità, come fosse aria, semplice e puro. Sorride dolcemente, un espressione che in pochi hanno potuto avvederle sul volto quasi sempre distorto da dolore o rabbia, una tranquillità che si espande anche in quell'abbraccia improvviso. L'ombrello cade a terra, lasciato andare dalla mano per provar a circondarlo come può e poggiar il suo stesso viso su quel petto e sospirare, chiudere gli occhi e lasciarsi cullare in un atto che non accade da troppo tempo, un semplice abbraccio da qualcuno con cui ha condiviso una parte della propria vita, la più dolce sebbene quella con più dubbi in merito al proprio essere, a chi volesse essere . Lascia che sia lui adesso a parlarle, a far comprendere cosa abbia fatto per quei dicei anni e seppur vi sia la gioia e la dolcezza dell'essersi ritrovati, quell'amarezza ne guasta il gusto , come una piccola stilettata al petto mentre lentamente andrà a scioglier quell'abbraccio, senza allontanarsi davvero, solo per poterlo veder in viso . Il collo che si solleva verso la stessa pioggia, il sole che ogni tanto fa capolino da quelle nuvole amare che gettan su di loro ombre tetre < per me non sono passati che pochi giorni > lo ammette, e l'altro vedrà che non vi sia molta differenza, dieci anni si sarebbero visti senza alcun dubbio, vicina ormai ai 40 anni, ma dimostrandone nemmeno 30. Il sogno di molte donne si dice d'esser, eppure dieci anni di vita perduti e strappati, che mai torneranno a lei < non mi avresti nemmeno trovata ad oto > il passato che si ritorna come un pugno allo stomaco, molto meno delicato di quel che credeva, ad ogni pensiero l'aria s'incupisce velocemente < è..complicato , tutto lo è stato > anche il suo non esser li, eppure avrebbe voluto vederlo morire? Steso a terra per una crociata non propria? No. < non è colpa tua se il villaggio è caduto, è caduto l'intero mondo ninja > e sa, sente, che molti quella colpa la daranno a coloro che scatenarono quell'antica guerra, a coloro che non furono in grado nemmeno di fermar quelle bestie, quel falso dio. China il capo, scivola verso terra per recuperar l'ombrello e porlo sul proprio capo, quello dell'altro ancora troppo alto per raggiungerlo con comodità < non era la tua guerra, non devi chiedermi scusa ne cercare il mio perdono > non è lui ad esser scomparso per dieci lunghi anni dopotutto, no? < vieni, andiamo in un posto più riparato > bella la pioggia quando non si deve affrontare una discussione del genere, e li andrebbe a cercar la sua mano, quella di latta, quella fredda e dura per trascinarselo dietro verso un riparo migliore < sono stata io quella debole > un soffio basso, di rabbia e di risentimento, è stata lei a non esser abbastanza forte dal proteggere il proprio sogno dopotutto, non l'altro. E ancora non lo guarda, non vi riesce, mentre i sensi di colpa riaffiorano sebbene smussati da uno Shiro che se la vedesse in quel modo, adesso, forse impazzirebbe, ma tutto a suo tempo. Sente come quell'abbraccio nasconda qualcosa, qualcosa che lei non vuole dire, non adesso magari, lo sente un po' distaccato, ma a lui interessa solo ch'ella sia lì in questo istante, niente incubi e niente pensieri funesti che gliela fanno ricordare come se fosse morta tanto tempo fa, è lì, questo è quel che conta per lo Hyuga stesso. Lai inizia la sua spiegazione, lui ovviamente la ascolta senza fiatare, come ha sempre fatto, assimila ogni parola come se fosse la cosa più importante che stia ascoltando in questo momento, il suo sguardo, quando lei lo guarda, si focalizza su quelle sue iridi azzurre, le studia e cerca di carpirne quanto più possibile per imprimerle nella sua mente come riusciva a fare un tempo, i lineamenti di quel volto l'hanno sempre messo di buon umore anche quando non lo era e le lacrime ormai si sono confuse con le gocce d'acqua piovana, i suoi capelli, quei fili di seta corvina, lunghi fino ai suoi stessi polpacci, e sono legati in una coda alta, si agitano appena quando muove la testa per poterla guardare, ma quelle sue parole gli portano via il sorriso, non per rabbia, ma solo perché si tratta di un argomento serio "A volte mi spaventa con quanta velocità tu cambi espressione Ichi-Nii.." la lascia quindi finire, per poi permetterle di afferrare quel suo braccio metallico e farsi accompagnare dove ella preferisca, tuttavia, discostando l'ombrello da sopra la sua testa, andando a tentare di posizionarlo solo sulla testa altrui <Non mi serve l'ombrello, la pioggia mi da sollievo ultimamente.. il tintinnio delle gocce sulla mia testa e sul mio viso, mi dà pace..> andrebbe a confessare in direzione della sua interlocutrice mentre la segue tenendola per mano. Decide di non rispondere subito a quelle sue parole, non ne vede motivo, se non quando confessa la sua debolezza, alla quale lo Hyuga andrebbe a rispondere dicendo <Sai.. una guerra, per quanto possa essere personale, non la si combatte mai da soli..> ammetterebbe <Detto da me so che non ha senso.. ma dal mio punto di vista, non eri da sola e non sei stata tu la debole, ma chi era con te in quella guerra è stato inetto e non ha saputo portarti alla vittoria.. mentre chi non c'è stato.. beh, non era lì a sostenerti..> detto ciò andrebbe ad abbassare lo sguardo in senso di ammissione di colpa <Ma questo è solo il mio punto di vista.. e sai che non cambierà mai, è lo stesso dal primo giorno in cui ti parlai..> una lieve risatina le verrebbe donata ora, portandolo a rimanere in un sincero silenzio, aspetta che sia lei a riprendere parola "Gne gne gne.. E' stata colpa degli altri, non tua gne gne gne.. IO! NON STO! CAPENDO!!" Lo sta evitando, pare tanto chiaro? Si, se sfuggir a quello sguardo è diventato così facile da poter fare. E avanza, lo trascina dietro di se cercando di indirizzare lei stessa il duo verso quella tettoia, li ove piccole panchine sono state predisposte per quelle occasioni. < potresti venire ad Am-> ma la voce che si interrompe, lasciando con calma quella mano prima di prender posto lei stessa in quella panca in legno, un dono dei senju? Sospira < è tutto diverso adesso > un sussurro per osservarlo dal basso, facendogli posto e calando l'ombrello stesso per poterlo richiudere e poggiar di lato < non c'è più un Ame da proteggere o da conquistare > non v'è più la stessa situazione di dieci anni prima, adesso il villaggio è Kagegakure. Un ammasso di nulla e tutto che li ha pressati vicini < ne una konoha dalla quale scappare > sussurra per lui , per quel suo essersi sempre voluto allontanare da quel villaggio che mai gli ha dato modo di amare. Per quegli occhi d'argento che ha sempre dovuto pagare in un modo o nell'altro , nascondendoli o tenendoseli stretti per se . Ode quel suo dire, semplice come quelle chiacchierate a Kiri, mentre una guerra era in corso , l'inizio di tutta quella storia senza alcun senso < sai bene che sono sempre stata sola in questa guerra Ichirou > carezza quel nome con la stessa dolce malinconia d'un tempo < quando Akendo mi ha abbandonata, ho solo trovato pace a Oto > un assurdità insomma a pensarci , trovar pace in quella terra del demonio, eppure la storia di Akendo .. quella non sembra farle più male, sapeva già che un kami non potesse concedersi totalmente ad una mera donna < ho perduto tutto , nemmeno l'arte eremitica mi ha aiutato > nemmeno ciò che pensava l'avrebbe aiutata per difendere il proprio popolo, quante morti, quanto sangue < non sono riuscita in nulla di ciò che era quel sogno.. adesso non vi è altro che un ammasso di detriti > ma il viso pare sereno, come l'ultima volta, quella in cui credeva di poter infine morire in quel modo dolce e sereno, accettando la propria fine < ma raccontami di te, dieci anni son lunghi > un sorriso sboccia su quelle labbra mentre si volta verso di lui, mentre il corpo si poggia con il fianco alla panca provando a metter le proprie gambe sulle sue, sempre che l'altro acconsenta a quel contatto < anche se tu non sei cambiato molto, e non nel senso fisico > beh, l'occhio scivola ed è decisamente più maturo di un tempo, e un rossore tinge quelle gote , le iridi che s'apprestano a tornar su quel viso elegante < sei diventato un bell'uomo > un complimento? Ebbene si, strano a sentirsi da quelle labbra eppure quel loro rapporto è stato sempre particolareggiato, condito da quella dolcezza e una sorta di innocenza ritrovata nonostante l'età, come se potesse davvero fuggire dalla vita e rendersi qualcun altro. Diversa, lo è. Giunti sotto una tettoia non troppo distante, una panchina li attende, sulla quale, immediata, la giovane donna va a sedersi chiudendo quello stesso ombrello e poggiandolo al fianco della panchina, la osserva in quelle sue movenze, leggiadre come sempre, ascolta come lei si vada ad interrompere nel pronunciare il suo vecchio villaggio e come non ne esista più nessuno in realtà, ma c'è solo Kage ora, quell'agglomerato di villaggi che rende tutti i nemici, ''Alleati per costrizione'', quindi andrebbe a sedersi accanto a lei, mentre con la mano sinistra andrebbe a lanciare quella sua coda di seta corvina dietro allo schienale di quella seduta, cercando di non bagnarla con gli schizzi d'acqua che potrebbe provocare. Una volta posizionatosi su quella panchina, le parole della Ishiba lo fanno riflettere e dunque rispondere a quelle prime affermazioni <Hai ragione.. niente più fughe da Konoha ne battaglie per la pioggia.. in un certo qual senso è positiva come cosa..> ambedue le braccia, i gomiti anzi, verrebbero posizionati su quello schienale, mentre il sedere andrebbe a posizionarsi un po' più sull'orlo di quella stessa seduta, giusto per proporzionare la sua statura a quell'oggetto inanimato <Ma è veramente quello che volevamo..? La pace senza aver lottato per ottenerla..?> un quesito alla quale ogni individuo ha una risposta, ma soggettiva e la sua sarebbe <No.. non io per lo meno.. non dopo tutto quello che ho passato..> gli anni passati non l'hanno reso solo più vecchio, ma anche leggermente più saggio a quanto pare. Le sue successive parole lo portano a guardare il soffitto di quella tettoia, che picchiettata dalla pioggia incessante crea quel rumore metallico che a lui non da per niente fastidio, andando poi a rispondere a quelle sue stesse affermazioni con un lieve sorriso <Sei sempre positiva eh..> ammetterebbe con una lieve punta di ironia nella voce <Guarda il lato positivo della cosa..> andrebbe a guardarla ora <Se ci sono dei detriti nel tuo animo, significa che il passato è passato e che ora devi ricostruire le fondamenta del tuo presente per poter guardare al tuo futuro..> un altro piccolo sorriso "Che profondo.. non sto capendo un acca di quello che dici, ma sento che sei molto profondo, sento l'eco qua dentro per quanto sei profondo-ondo-ondoh.." battute a parte. La osserva cambiare posizione, quelle gambe vengono posizionate su quelle altrui, sulle sue cosce, quindi nessun contatto con la gamba di metallo, a lui non dispiace, anzi andrebbe anche ad appoggiare la mano sana sui polpacci altrui, sempre che gli venga permesso, arrossendo un minimo a quel complimento da lei professato, alla quale andrebbe a dire <Beh, ti ringrazio.. diciamo che il tempo è stato gentile con il mio aspetto..> ma non con la tua psiche "Io sono ancora arrabbiata perché nessuno mi sta dicendo chi è questa signorina!!" ..appunto <In questi dieci anni non ho fatto altro che vagabondare di terra in terra, nella più completa solitudine..> ammetterebbe andando a guardarla dritta negli occhi <Per questo pensavo fossi frutto della mia immaginazione.. penso di essere arrivato al punto in cui non riesco più a riconoscere la realtà dalla finzione, e ad esser sincero, penso che tutto questo sia solo nella mia testa, anche se ti sto toccando..> detto ciò, quella mano sinistra andrebbe a fare una leggera pressione che si sposterebbe dal polpaccio di lei alla sua coscia, una sorta di massaggio, nel caso ovviamente gli venisse permesso, nulla di malizioso però <Ho perso gran parte del contatto con la realtà in breve, ma ho continuato a vivere ecco..> concluderebbe quindi lasciando a lei la parola. Siede in quella posizione poco decente, eppure non ci saranno molte anime insieme a loro, la pioggia fa fuggire quasi tutti coloro che non riescono a sopportarne il peso, eppure diviene una sorta di musica lontana, quel ticchettio sul legno sopra, il fruscio che permea la stessa aria e la riempie appesantendola eppure togliendo tutti gli odori della terra e del ferro, delle stesse città per donar una sorta di pace intima . Ode quel suo dire, ma tace ancora, lasciandolo libero di parlar e di esprimersi come meglio desidera , di poter essere lui a interromper il silenzio stesso della quiete < non vi vedo nulla di positivo in questa pace forzata.. creata solo contro un dio adesso inesistente, quanto ci metteranno i villaggi a mettersi l'uno contro l'altro? > una guerra che viene portata avanti da troppo tempo e che finisce sempre per ripetersi < eppure non ho visto veri ninja qui > no, nulla di più lontano dai ninja, tutti presi con quelle strane macchine e tecnologie invasive per la mente sressa < non so quanto sia rimasto davvero di me adesso > simili in quella perdizione che li ha privati del loro essere, anime che vagano senza meta ne futuro, senza un ideale da perseguire . Lascia che quel tocco arrivi, intimo eppure privo di malizia, che possa accarezzarne le gambe donandole un pò di calore insomma, non c'è nulla di male no? < mi dispiace > un sussurro solo, per quel che l'altro ha trascorso, dieci anni senza più nulla, come li avrebbe vissuti lei stessa al suo posto? < volevo morire ad un certo punto , quando quel cristallo mi ha presa > ammette senza rimorso alcuno, senza quell'attaccamento alla vita di cui s'era sempre vantata, che aveva cercato di inculcare nei giovani - mai inchinarsi alla morte ma proseguire per la via più difficile < non s'è avverata sputandomi fuori dopo dieci anni > che fine ingrata, costretta ancora a vivere nonostante avesse deciso e scelto la morte, nemmeno quello le è stato concesso < ma adesso siamo qui, in una terra nuova che non sembra avere alcun senso, parte di un consiglio ignoto ove i villaggi hanno perduto la loro identità > sebbene ricostruiti con quelle loro finte maschere , belli si, ma falsi < voglio tornare ad Ame un ultima volta, la vera Ame, e dirle addio > un passo per lasciarsi davvero indietro quel passato che l'ha logorata per troppo tempo, troppi anni, per cercar qualcosa di nuovo. Una nuova via? Si. La ascolta parlare, mentre quel massaggio viene accettato senza esitazione alcuna, hanno sempre avuto questo rapporto molto intimo i due, sin dal loro primo incontro, circa, tuttavia, quella loro malizia, è andata a finire col perdersi negli anni, ma entrambi se ne sono fatti una ragione, meglio essere legati da questo affetto indissolubile che da un mero desiderio per colmare il vuoto che la solitudine potrebbe arrivare a creare, così la vede lo Hyuga almeno, che da qualche tempo ha un'altra persona per la testa, non in senso troppo chiaro tuttavia, quindi ode la sua voce, mentre si ritrova d'accordo con quello che l'uomo dice e confessa <Non c'è niente di positivo infatti.. non puoi mettere dei paesi che si odiano l'uno accanto all'altro ed aspettarti che non si scateni una rivolta nell'immediato futuro.. hai osservato la Foglia negli ultimi tempi..> ovviamente si parla delle ultime settimane <Gente che festeggia, quando in realtà non si rende conto di quanto questa situazione sia solo fittizia, falsa, un contentino per far stare tutti più tranquilli.. mi fanno un po' pena se devo essere sincero.. e la voglia di allontanarmi non è affatto svanita nel mio animo..> andrebbe a professare in direzione della giovane donna, mentre quel massaggio continua sulle sue gambe "Ichi-Nii.. non c'è bisogno di voltare le spalle al proprio villaggio e al Clan per uno stupido fatto avvenuto più di dieci anni fa.." il volto dello Hyuga arriverebbe a strapparsi di quell'espressione tranquilla per qualche secondo, la rabbia ed il dolore si fanno strada tra le sue emozioni, emozioni che non riesce a nascondere davanti a nessuno purtroppo, men che meno di fronte a lei <Stupido fatto..?> direbbe a denti stretti a quella sua voce interiore, accorgendosi dopo qualche istante di star parlando ad alta voce <P-perdonami.. come ti ho detto, ho perso gran parte del contatto che avevo con la realtà durante questi lunghi anni..> non continua quindi la risposta a quella sua voce interiore "Scusami.. " portandolo a scuotere il capo poco dopo. Il massaggio si fa più presente sulla coscia altrui, non ci sta nemmeno pensando a dire il vero, ma ascoltarla parlare non lo fa pensare praticamente, quindi la lascia parlare, assimilando quelle informazioni da lei propinategli, portandolo a rispondere a tutte quelle sue affermazioni <Non sei tu a parlare.. ma i tuoi sensi di colpa.. non diresti una cosa del genere e non l'avresti mai pensata altrimenti.. e soprattutto..> le sue perle andrebbero ad incastrarsi sulle sue iridi adesso <Non ti avrei mai perdonata se fossi morta abbandonando ogni tuo più profondo ideale.. anzi ti avrei odiata a morte..> ammetterebbe serio in direzione altrui, per poi proporle <Andiamoci insieme ad Ame.. un viaggio può fare bene ad entrambi e se questo vuol dire alleviare un minimo il tuo senso di colpa, allora voglio farne parte anche io.. come non ho fatto in passato..> una sorta di redenzione da parte dello Hyuga, che lascia nuovamente a lei la parola, continuando a massaggiarle le cosce spostandovi lo sguardo poco dopo. Eppure l'altro sembra aver ragione in parte, in quel suo inizio soprattutto che ode in silenzio < eppure non posso dire che non abbiano ragione a festeggiare, son passati dieci anni di guerra e adesso si senton liberi e sicure nelle loro piccole case > focolari sempre accesi eppure anche quelli dei morti che hanno costellato quella terra riducendola progressivamente agli ultimi sopravvissuti < un giorno arriverà una guerra , ma non vi sono ninja a combatterla > troppi paesi distrutti e troppi animi che non hanno voglia o desiderio di continuare a morire e ammazzare, un ciclo che un tempo era all'ordine di ogni singolo loro giorno. Uccidere pur di non essere uccisi, far prevaricare i propri desideri sugli altri . Ma a quel suo dire, così impetuoso s'agita aprendo di più le iridi all'altro, non ha detto alcuna cosa su uno stupido fatto dopotutto! < in che senso hai perduto contatto con la realtà Ichirou > seria quella domanda viene posta, e sente la pressione sulla propria gamba senza toglierla ancora da quel contatto, dolce e d'un rapporto che s'è stretto nel tempo, sebbene lo abbia amato a suo modo e continui a farlo, nella felicità perfino di vederlo vivo, sano non proprio per via dei due arti adesso sostituiti, ma ciò non lo ritiene importante . Sorride a quel suo dire, a quell'odio che avrebbe provato < ero come morta > congelata nel tempo < e i miei ideali son morti.. che vita è questa se non posso essere chi sono davvero? > un'assassina? Un'amante? Una donna che ha messo d'innanzi a tutto il proprio sogno fregandosene della vita e dei sogni altrui? Tutto questo sembra averla abbandonata, come la forza di combattere ancora, non vi è nulla per cui combattere adesso, solo accettare quel triste e mancato destino < si > accetta quell'aiuto, quel cammino da intraprendere insieme < sai, quando ero a oto ho conosciuto un ragazzo il cui volto è uguale a quello di Ren > inizia a inceder su quella parte della propria vita < forse mi riterrai un mostro, ma lo amo, in modo diverso da quanto abbia fatto con Ren all'inizio della mia vita > potrebbe davvero vederla come un arpia adesso, di prendersi per se qualcuno il cui volto è uguale ad un morto, a quello di suo fratello, come se in realtà stesse sperando che sia davvero lui ad esser tornato dalla tomba per lei e per donarle l'anima e una sorta di felicità dimenticata ormai da tempo. Attende quel suo dire, sa già che cosa dirà o forse no, ma sa che sarà gentile come suo solito. In quello non sei cambiato affatto, Ichirou Hyuga. La ascolta, quelle parole son così vere che non ci ha mai pensato dal punto di vista dei veri ninja rimasti a protezione di quel paese, che oramai è sprofondato in quella che sembra essere una pace talmente fasulla da non poter nemmeno esser definita pace, ma solo placebo, palliativo, anche se sa che il dolore non svanirà mai del tutto negli animi delle persone <E il vero ed unico peccato, è che sarà il popolo a scatenare quella guerra e non una forza esterna..> ammetterebbe il suo punto di vista dopo le parole della Ishiba, che con tutta la ragione del mondo, va a porre quel quesito allo Hyuga. Non appena arriva quel quesito alle sue orecchie, l'uomo perde ogni espressione positiva, andando ad osservare le gambe della giovane donna e fermandosi in quel massaggio, tuttavia, con l'ausilio del pollice, andrebbe a fare delle lievi carezze sulla morbida carne altrui, per poi prendere coraggio con un sospiro ed andare a rispondere alla sua interlocutrice <Credo, che tutta la solitudine che ho provato in questi ultimi anni..> una breve pausa "Ichi-Nii, no.." la voce nella sua testa tenta di dissuaderlo <Sia chiaro, sei l'unica alla quale lo sto dicendo..> ammetterebbe prima di riprendere <Abbia causato dei seri problemi alla mia psiche.. e per come la vedo io, non sono mai stato da solo, o meglio, non mentalmente..> ammetterebbe dunque "Ichi-Nii.." <Dentro di me, è andata a formarsi una voce.. non so bene di chi..> omette alla donna <Ma c'è questa.. cosa, che mi parla e mi.. fa riflettere sugli errori che ho commesso e mi tiene.. compagnia diciamo..> concluderebbe quel racconto sistemandosi la coda con la mano metallica, coda che ovviamente tocca il suolo "Certo, potevi almeno dirle chi sono!". La ascolta poi in quel suo dire, cominciando di nuovo quel massaggio sulla sua stessa gamba <Sei sempre tu.. una volta distaccata dai tuoi ideali, il tuo animo rimane, e i tuoi principi non cambiano solo con questo.. devi solo riuscire a guardare più al futuro che al passato..> ammette dunque in direzione della giovane donna, la quale ora viene studiata dalle iridi perlacee dello Hyuga. Accetta dunque la proposta di costui, la quale andrebbe a sorridere e nell'ascoltare quelle informazioni riguardante questo ''ragazzo'' andrebbe a guardarla negli occhi, sempre col sorriso, la lascia finire di parlare con calma prima di dire la sua, pensiero che arriva poco dopo a dire il vero <Non cambierà mai questa cosa di te..> andrebbe a profetizzare <Presumi sempre che io pensi qualcosa di negativo nei tuoi confronti.. quando non potrei mai farlo in realtà..> ammetterebbe in direzione altrui spostando di nuovo lo sguardo sulle cosce della giovane donna e continuando quel leggero massaggio <Se ti rende felice, allora sono felice anche io.. e poi..> sorriderebbe socchiudendo gli occhi <Anche io forse ho qualcuno per la testa, ma non ne sono ancora sicuro ad esser sincero.. ti terrò informata però.. e poi tra noi è stato tutto chiaro sin da Kiri se non mi ricordo male.. quindi posso solo dirti che sono contento per te, ma non ti abbandonerò per questo..> voltandosi verso di lei, le donerebbe un occhiolino, mentre con la mano tenterebbe di fare pressione sul nervo del ginocchio per provare a farle fare un sussulto, continuando poi con quel suo massaggio. Ode quel suo dire, seppur non vada a commentare, è chiaro come la luce del sole che tutto ciò avrà una conseguenza, che la guerra tornerà e forse lo desiderano davvero, per potersi di nuovo rendere conto di esser ancora dei ninja d'un tempo. Ma starà a sentire ancora di più il resto della sua psiche, di ciò che si è formato nella sua mente, quella specie di presenza parassita che gli parla, che gli dice cose < Ichirou > l'allarmismo è immediato , specialmente nei propri occhi < non incedere in queste cose, la mente è delicata.. se senti una voce che nessuno può sentire.. non seguirla > ovvio che la pensi in quel modo, che non voglia che l'altro faccia ciò che una vocina nella sua testa gli dica di fare, che non sia la sua chiaramente, e tutto quel suo dire la permea di perplessità interiore < non so cosa sia rimasto dentro di me > ceneri e macerie che vogliono annegarla . Confessa quella sua nuova realtà, ciò che la rende felice seppur sembri volersi coprire dal giudizio dell'altro , eppure è gentile, come sempre dopotutto < sei rimasto forse l'unico di cui mi importi il giudizio, fammi essere così , non è facile legarsi a nessuno, non conosco nessuno > prova a prenderlo in giro, seppur anche lei sia interessata a colei che par voler rapire quell'uomo < va bene, son contenta anche io per te > sbuffa nel dirlo, seppur lo sia davvero nel profondo, che possa andare avanti e trovar anche lui qualcuno a cui donar se stesso, e che lo ricambi < però voglio conoscerla > non lascerà l'altro nelle mani di una qualsiasi folle pazza psicopatica, no? Ma tutto ciò sarò da vedere, dato che rimarrà li fino a quando la luna non sarà alta in cielo e l'oscurità opprimente, per passar quelle ore in sua compagnia, parlando poco e ascoltando una pioggia che non vi è più < ah , dieci anni fa ho adottato > per sbaglio < una bambina.. adesso ha vent'anni, è bella, coi capelli neri lunghissimi, potrei presentartela > si per essere sua suocera. Ma cosa dice? Fatela star zitta per favore, e anche oggi infine il sipario cala su tutti loro, il resto verrà da se col tempo. [end]