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La prima volta di Kamichi

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con Kamichi, Naomi

16:02 Naomi:
  [Casa > Strade] Un bel respiro, ogni volta deve prepararsi mentalmente, ha appena chiuso la porta di casa e sta facendo la sua solita opera di autoconvincimento per poter camminare tra le strade senza alcun problema di troppo. Un controllo rapido, ha tutto l'indispensabile con se: ovvero il portatile, la batteria di riserva praticamente infilata nei passanti dei pantaloni, i soldi ed i vestiti. Elencati in ordine di importanza. Schiude le fucsia screziate di lilla, espira e muove gli occhietti a destra e a sinistra, si volta appena guardando la finestra di casa, sei gatti che la guardano da uno dei vari tettucci che si affacciano su di una piccola finestrella a loro adibita, qualsiasi umano farebbe fatica a passare, anzi, anche un paio dei suoi gatti ciccioni fanno fatica quindi non c'è problema se rimane sempre aperta, senza contare che almeno arieggia casa sua, che non è nelle migliori delle condizioni< Torno dopo, nyan ~ > miagola ai mici, salutandoli sorridendo, mentre altri due sbucano all'improvviso, chissà da dove, strusciandosi sulle di lei gambe avvolte in quei pantaloni appena lucidi in pelle finta < Ah.. Maru, Sharu.. Volete venire anche voi? Mh.. Basta che fate i bravi eh.. > e quindi, dopo aver concesso una carezza in testa ad entrambi, uno alla volta e con la mano libera che non regge il portatile, eccola che aprirebbe subito lo schermo del piccolo computer per incollarci gli occhi sopra, anche quando scende le scale di quell'edificio, un passo dopo l'altro in maniera ritmica e sistematica, a memoria, oramai è più che abituata a muoversi con il braccio sinistro che regge il portatile e la destra che clicca, preme tastini, fa questo e quello insomma. Comunque, pantaloni a parte, quelli si infilano in degli stivaletti dall'aria appena punk, anch'essi neri ed appena lucidi, la suola è relativamente alta ma non troppo, nulla di cattivo gusto, capelli verde acido lasciati liberi come al solito in quella sorta di ampio caschetto, felpa grigia con una banda rosa ed una verdeacqua ai lati, l'interno del cappuccio è invece di un verde ancora più acido dei capelli, posato sulla testa, occhialetti che sfumano dal rosa al verdeacqua a coprirle gli occhi dal sole, dopotutto è pure sempre fermamente convinta di essere di salute cagionevole, per quanto in realtà non sia così. Glielo hanno fatto credere, ma questa è un'altra storia. Comunque, sfila stando a lato delle strade, deve andare a rifornirsi di cibo spazzatura almeno una volta alla settimana, alle altre volte ci pensa Nene invece, il portatile ha ovviamente il suono al massimo, non gli interessa di chi o cosa possa esserci intorno perchè lei è nel suo mondo, non esiste niente e nessuno e scosta lo sguardo dallo schermo solo per brevissimi istanti, di tanto in tanto, giusto a voler evitare di finire contro qualcuno, accompagnato da un miagolio ed un altro di Maru e Sharu che giocano attorno a lei, senza perdersi qualche strusciarsi ruffiano, quasi rischiano di farla cadere ma ci è abituata, si destreggia a sua volta per evitare di pestargli le zampe e loro stessi sembrano del tutto abituati al di lei camminare parzialmente distratto, assente.

16:21 Kamichi:
  [StradeDiOto] Il sole splende e brilla alto nell'empireo sopra le teste dei ninja di Oto, in quello che appare essere un pomeriggio calmo e tranquillo nei pressi dei cunicoli sotterranei del ex villaggio stesso. Il momento appare pacato anche per il nostro biondo ninja, ormai impegnato nel suo dolce vagare tra i vari luoghi d'interesse della sua mappa verso "l'ascensione" a qualcosa di più grande: Prima la fu konoha, ora il vecchio villaggio di Oto. Veste con i soliti panneggi tribali, quelli che continua a sfoggiare al pubblico, che il più delle volte appare per lo più estraneo alla provenienza di tali indumenti. Il capo è coperto da un cappuccio di cole bianco, mentre i colori delle vesti sul corpo si tingono di azzurro e bianco chiaro, con qualche sfumatura sulle maniche di ocra, il tutto a terminare con le solite scarpe di colore marrone ai piedi. Cammina pacato, alterna ambo le leve in maniera pressoché sinfonica al cozzar dei piedi sul terreno dei cunicoli commerciali di Oto [Tap-Tap]. Il silenzio dovrebbe però essere quasi del tutto attenuato all'ascolto dal vociare delle persone lì presenti, il rumore dei negozio, dei locali e quant'altro, in quello che a tutti gli effetti è praticamente il centro commerciali nevralgico del contesto di viuzze e cunicoli del loco. <è decisamente diversa da come me la raccontavano nelle storie> tra se e se, in maniera quasi del tutto impercepibile, al pari di un ventriloquo professionista, lasciando che il suo stesso pensiero si manifesti in parole auto-indirizzate a se stesso. Vi sono persone di tutti i tipi, che vanno e vengono, adulti e bambini, chi per un motivo chi per un altro, impegnati tutti nel viversi la giornata, proprio come il nostro ninja tribale. Non ha mai visto un distretto di negozio e locali così costruito, complice anche il suo aver vissuto per tutti questi anni in un contesto tribale molto all'antica, del tutto estraneo al cambio tecnologico, e del tutto esente dal cambiamento vivendo principalmente di ciò che le terra offre, tra acqua, vitto e alloggio. Eppure, nel mezzo di tutta quella folla, forse per caso, forse per fortuna, s'avvede ai margini di una delle stradine, di una ragazza in cammino, del tutto incappucciata, solitaria nella presenza e rapida nelle movenze di esecuzione. Ha visto anche questa volta un cappuccio, sappiamo tutti cosa sta per succedere. <Hey, tu!> a voce abbastanza alta, con tono secco <Parlo con te, ragazza col cappuccio verde!> tuona quasi, cercando di attirare l'attenzione della ragazza, ignara di cosa sta per succedere, probabilmente.

16:43 Naomi:
  [Casa > Strade] Cammina imperterrita, non ha intenzione di farsi distrarre da nulla di esterno, anche perchè nella sua concezione non esistono manco, è un po come se fosse una figura che si muove su uno sfondo fisso con qualche rumore di sottofondo, fastidioso ma sopportabile, negli occhietti si riflettono tante finestrelle aperte qua e la, in una sta scrivendo una cosa, nell'altra ha aperto una delle solite compilation di video di gatti, mutata per lasciare che in un altra finestra venga riprodotto un mix di musica elettronica, nulla di troppo grezzo e ritmato, è una musica abbastanza rilassante che ha semplicemente un gusto ben distante dai suoni tradizionali di anni fa, del passato insomma. Conosce la strada a memoria e per fortuna non è nemmeno troppa, è uno dei suoi konbini di fiducia se non probabilmente l'unico, considerando che è abbastanza selettiva e precisa anche per il cibo spazzatura, cioè, mica può mangiare tutte le schifezze del mondo, o meglio, può farlo senza alcun problema, ma ce ne alcune che sono decisamente meglio, schifezze gourmet, ecco < Oh.. Questo gioco sembra carino.. Guardate, lla protagonista ha i capelli rosa e degli orecchini al neon.. Lo compro? Lo compro. > sta parlando con i gatti, ovviamente, del tutto esente dalla realtà, ha finito di rispondere a quella chat per poi passare su un negozio digitale, convincendosi da sola dell'acquisto, come se i gatti potessero rispondere. In realtà miagolano pure quando lei lì interpella, ma non è dato sapere se sia coincidenza o se si capiscano sul serio, mistero. Eppure, sembra che il suo viaggetto verso il negozio sia lì lì per subire un intoppo, un'incidente di percorso che non aveva calcolato minimamente o che comunque non sperava di imbattersi: uno sconosciuto, qualcun altro di reale. Inizialmente non lo sente manco, sente solo le sue ultime due parole giungere da lontano come se le avesse urlate dall'apice di un monte verso valle, l'espressione sul viso di quando tiene gli occhi sullo schermo, rilassata e sorridente, sfuma in un che di piatto, si ferma sul posto non del tutto convinta di essere stata chiamata, ma poi metabolizza e realizza che è lei la ragazza con il cappuccio verde, pare che anche Maru e Sharu abbiamo colto quel richiamo, probabilmente più di lei che sembra più o meno cascare dal pero < monkaS..? > questo lo sibila appena tra se e se, muove le labbra appena appena in quell'esprimere un pizzico di timore, ansia dietro l'angolo, disagio, non adora avere a che fare con gli estranei e di solito è Nene a parlarci, ma oggi Nene non c'è quindi.. Si guarda appena intorno, l'indice della mano che si solleva dall tastiera, andando appunto ad indicarsi, con aria a metà tra il curioso ed il timoroso < ... > non esprime verbo alcuno, guarda il tizio in questione che l'ha chiamata, non lo conosce, ma l'ha già guardato per tipo tre secondi e non manterrà il contatto visivo a lungo, ne tanto meno si avvicinerà, sta ferma lì, ma si rifugia nuovamente nello schermo del portatile, i gatti invece sull'attenti.

17:14 Kamichi:
  [StradeDiOto] Pare proprio che la ragazza in questione abbia ascoltato il richiamo tuonante del nostro tribal ninja, atto in questo momento a lasciarsi andare a dei sentimentalismi inutili, richiamati dal copricapo nella di lei figura. Appare abbastanza fredda nell'approccio, distaccata almeno o alquanto timorosa di volersi fare avanti, considerando soprattutto che i suoi occhi si son fiondati su qualcosa di ... diabolico? Cos'è quello? Un tablet? Un computer? Un portatile? Quale strana diavoleria tecnologica è mai quella posseduta dalla giovane? E soprattutto, chi glielo spiega ora al biondo cos' è quella roba? <Hey> prende fiato, essendosi avvicinato di fretta e furia alla ragazza che di prima risposta, aveva continuato ad avanzare. S'avvede dei due animali che paiono essere molto più coraggiosi della padrona, che invece resta imbambolata ad osservare quel qualcosa tenuto ben saldo tra le mani. <Per caso> prende fiato ancora <Fai parte anche tu della mia tribù?> continua, lasciando che la man dritta vada ad alzare leggermente la manica dell'indumento posta sulla gemella mano, in modo da scoprirne del tutto il palmo dell'omonimo lato; Un disegno, del tutto esente da quelli classici che si potrebbero trovare all'interno dei vari complessi presenti ad Oto e dintorni, un simbolo tribale, un tatuaggio che viene fatto quasi alla nascita agli iniziati della Tribù. <Lo hai anche tu questo?> chiede, in maniera curiosa e alquanto ingenua, lasciando intuire dunque che crede, anche questa volta, che un semplice cappuccio colorato possa essere in ogni caso, sinonimo di appartenenza alla sua tribù d'origine, amante dei cappuccio per l'appunto. <Ho visto che possiedi il cappuccio del colore verde, forse sei una di quelli nati dopo di me> riferendosi alle usanze del colore, che variano via via andando con le annate di nascita <Il mio è il bianco, come puoi vedere> mostrandone fiero la tinta, e lasciando ovviamente del tempo alla giovane per immagazzinare le domande, ed anche la situazione. Il nostro biondo non dovrebbe apparire minaccioso, quanto più dovrebbe dare l'impressione di qualcuno euforico, del tutto preso dal momento, e anche abbastanza invadente nelle interazioni con le persone che non conosce affatto. Eppure è così, non possiamo di certo fargliene una colpa, ma starà alla ragazza e ai suoi micetti decidere il da farsi.

17:30 Naomi:
  [Casa > Strade] Tutto sommato, poteva anche andarle peggio. L'unica cosa è quando lui si avvicina di fretta, lei si accosta ancora di più agli edifici che stava costeggiando e si strine appena nelle spalle vedendolo avvicinarsi, tornando poi ancora sul portatile, senza risollevare lo sguardo fino a quando non arriva quella parola misteriosa e curiosa allo stesso tempo, in un certo senso fuori luogo, per quanto in un certo senso sembri attirare appena l'attenzione della verdina < Mh..? Tribù..? > non capisce, ma di che sta parlando? Piega la testolina di lato mentre lo guarda, cerca di capire, intanto Maru, il maschietto della coppia felina, si avvicinerebbe per annusarlo, più curioso ed intraprendente di Sharu, che invece si accoda alla diffidenza di Naomi, che ci sta provando a capire a cosa quel biondino si riferisca, ma anche quando assottiglia lo sguardo cercando di cogliere il nocciolo del discorso, dopo che lui si riferisce al proprio cappuccio bianco lei torna lesta sullo schermo del portatile quasi gli fosse costato caro tener lo sguardo su quella figura estranea < Non so di che parli.. > ed il tono è tinto da un velo di disagio, non tanto per il fare euforico di lui che a confronto di lei sprizza energia da tutti i pori, più per il semplice fatto che sta parlando con un estraneo e per lei è più complicato di qualsiasi altra cosa al mondo, insomma, fino a quando lo si fa da dietro ad una tastiera o davanti ad un cabinato, si può fare, ma dal vivo è tutta un'altra storia < Io.. Sono Naomi. > sì, Nene gli ha detto che di solito ci si presenta alle persone la prima volta che le si incontra, ma il suo più che un presentarsi sembra quasi un giustificarsi, titubante con le iridi fucsia torna a guardarlo per qualche attimo, non ha niente di più e niente di meno da dire, lei è semplicemente Naomi, ne più ne meno. Non viene da una tribù, ha comprato quella felpa perchè gli piaceva, ma non è così tanto socievole da esternare questi concetti, rimane semplicemente lì, rimproverando appena Maru, che comunque non la ascolterà < Maru.. Non dare fastidio. > ed il gattone bianco tinto dalle macchie astratte color caffelatte si volta verso di lei, miagolando in maniera scostante, riprendendo poi ad annusare i vestiti insolito di Kamichi. Lei intanto è di nuovo immersa nello schermo del portatile, sia mai si scolli per più di trenta secondi dal suo sostegno vitale, continua a cliccare e premere tasti come se non ci fosse un domani.

17:48 Kamichi:
  [StradeDiOto] La ragazza appare alquanto chiusa, fredda ed impacciata nel relazionarsi con le persone, soprattutto con quelle al di fuori del mondo all'interno del lastricato via vai di dati e pacchetti internet. Il concetto appare semplice comunque, quella persona, quella ragazza, ed i suoi gatti, non sanno minimamente nulla della tribù del nostro giovane biondo, tant'è che nessuna risposta pare andarsi a palesare oltre al flebile ma tangibile dubbio, nella parole della di lei figura incappucciata. <Scusami allora> prende fiato, lasciando che quelle sue gambe vadano a ritirare qualche passo verso tergo, in modo tale da laciar un minimo di spazio alla ragazza dai verdi capelli, in una vera e propria situazione con le spalle al muro. <Speravo anche tu venissi dalle mie parti> continua <Di solito perdiamo tutti i contatti con la tribù una volta partiti per il nostro viaggio> prende fiato ancora, lasciando che lo sguardo vada a cadere sulla figura bianca e maculata del gattone ora alle sue gambe. <E tu, come ti chiami invece?> è un'amante della natura, indirettamente ovviamente, essendo una sorta di paladino dell'ordine assoluto delle cose, non può certo disdegnare la presenza dell'equilibrio naturale nella sua vita. <Maru quindi? Non mi sembra un nome da gatto però> ridacchia, rivolgendosi più al gatto che alla padrona, ancora troppo occupata ad osservare quello che pare essere in tutto e per tutto una prodotto diabolico di chissà quale mente malata. <Io mi chiamo Kamichi invece> prende fiato, volgendo lo sguardo alla di lei faccia, ormai persa verso quello schermo <Ma puoi chiamarmi Kami se vuoi> in maniera cordiale, cercando di attirare anche in minima parte lo sguardo della ragazza dai verdi capelli, forse troppo imbarazzata per dare un'attenzione maggiore al nostro biondo. <E non preoccuparti, è un animale, fa parte del suo carattere fare questo tipo di cose> fa per abbassarsi, piegandosi su ambedue le ginocchia in maniera discendente, con una velocità si sostenuta ma con un impeto di movimento del tutto pacato, al fine di non spaventare troppo il micione. <è giusto che ciò che viene creato dall'ordine, applichi un ordine nella propria vita, non trovi?> riferendosi agli atteggiamenti del gatto, del tutto perso in quelli che sono atteggiamenti naturalmente conformi ad un gatto <E tu invece, cosa ci fai qui per Oto tutta sola?> ovviamente, escludendo i gattini, ovviamente.

18:13 Naomi:
  [Strade] Per quanto possa apparire chiusa Naomi, in realtà il ragazzo potrebbe anche già definirla una vittoria essersi avvicinato a lei riuscendo a scambiare qualche parola, lei lì per lì starebbe ancora pensando alla questione di tribù, cercando di cogliere a modo suo cosa potesse significare, illuminandosi all'improvviso, gli occhietti da dietro le lenti sfumate si sgranano appena ed eccola che quindi domanda, tentando di capire, dando la propria definizione di tribù < Ah.. Ma.. Parli di una gilda? > sì insomma, lei al sentire di quel viaggio da lui intrapreso - così come da altri membri della sua tribù - starebbe pensando alla nuova espansione di un gioco di ruolo online, tanto che gli occhietti si illuminano appena ed un sorrisetto gli si dipinge in volto, ora gli concede qualche secondo di più in quel guardarlo, sembra anche animarsi più di prima < Anche io gioco a World of Ninjacraft, ho tre personaggi, sto livellando il mago ma non riesco a droppare il gear giusto.. > irrecuperabile, anche se ha un'espressione maledettamente carina all'inizio, quando inizia a parlare del proprio mondo, uno dei tanti micromondi in quel macrouniverso digitale, inizialmente contenta, incupendosi poi qualche istante dopo quando gli racconta delle sue avventure con il terzo personaggio, anche se probabilmente per Kamichi sarà ben difficile comprendere, per lei che è più o meno partita in quinta, anche se il tono è più o meno lo stesso, giusto un pizzico di titubanza in meno, ma non appare ne convinta ne spigliata. Comunque, al sentire del domandar conferma riguardo il nome, lei che è tornata sul portatile, si acciglia appena quando lui ridacchia, non comprendendo il perchè non sia un nome da gatto, eppure sono quelli con i nomi più normali quei due, dovreste sapere i nomi degli altri, ma niente spoiler, terremo la sorpresa per le prossime volte < Mh.. A me piace.. > dice semplicemente quello, con tono vago, guardando il ragazzo biondo con aria piatta, per poi riformulare quindi quando lui va ad abbreviare il suo nome in maniera amichevole e più familiare, lei che ci pensa un attimo guardandolo, alza lo sguardo verso il cielo - sì, a volte guarda anche quello - poi se ne esce con la sua vocina pacata e sommessa, a volte sembra quasi ci si debba sforzare per sentirla ma fortunatamente non vi è troppo inquinamento acustico per le strade < Nene spesso mi chiama Nao.. > forse è il suo modo di andare a dire il proprio nomignolo, anche se non sembra nemmeno tanto sicura della cosa, del poter preferire o meno essere chiamata in maniera breve da uno sconosciuto, tanto che si stringe nuovamente nelle spalle dopo averlo guardato per pochi istanti, guardando di lato per poi tornare inevitabilmente sullo schermo, intanto ha messo in pausa la musica ma il video dei gattini continua, infinito < Ah.. Sì, tanto non mi ascolta mai.. > e mentre il ragazzo si abbassa, Maru, ruffiano com''è si drizza sulle zampe, arcua la schiena e si struscia su di una gamba di Kamichi, senza farsi troppi problemi, pronto a beccarsi le coccole che secondo lui si merita, Sharu invece lo guarda da lì dove si trova, di fianco a Nao, incominciando a leccarsi una zampina < Credo.. di sì? > quando vien esposto quel concetto un poco più profondo nell'alludere alla liberta di essere del felino, anche se lei ci mette un po' ad elaborare, ha capito il senso della frase ma non è così rapida a dire la sua, piuttosto, torniamo a ciò che aveva da fare < La spesa.. Ho finito i cup noodles. > un brividino lungo la schiena, si sente quasi male a dirlo, senza contare che il precisare che sia tutta sola un minimo la mette a disagio, ma quello spostare lo sguardo dal gatto alla gatta la rassicurano, non è del tutto sola fino a quando ci sono loro, anche se andare in giro con Nene è più facile. A volte, altre invece rende tutto più complicato quella matta della sorella.

18:45 Kamichi:
  [StradeDiOto] La ragazza continua ad avere qualche problema ad aprirsi del tutto, forse anche complice il non saper trovare un giusto argomento cardine in cui portarla a parlare un pò di più, ma di questo non possiamo certo tacciare il nostro biondo di qualcosa. Eppure una sorta di discorso pare davvero iniziare a portarlo avanti, mistificando con ardore una spiegazione di un videogame da ninja ultimamente in voga tra i più giovani, ovviamente del tutto estraneo al nostro giovane eroe. <Gilda? Gear?> prende fiato <Non so di che gioco tu stia parlando> lasciando ovviamente intuire alla giovane che il ragazzo qui presente, anche se 18 enne da poco, non conosce nulla della tecnologia che lo circonda. <è usanza della mia tribù pellegrinare verso la meta in cui siamo nati, essendo nomadi, difficilmente ci troviamo per più di qualche settimana in un luogo> prende fiato, dando un piccolo accenno di lore della sua vita, ma nulla di troppo complicato o articolato. <Non ho detto che non mi piace il nome, ho solo detto che secondo me potevi sceglierne qualcuno di più... gattesco?> accenna un sorrisetto, mentre lascia spazio al gattino attorno alla sua gamba di strusciarsi come meglio crede, non gli da fastidio alla fine dei conti. Ascolta poi le parole della giovane dai capelli verdi, che risponde alla sua domanda <Bhe, non è un concetto semplice da assimilare> prende fiato, alzandosi in piedi, facendo leva su gambe e ginocchia <magari qualche volta te lo spiego meglio, così vediamo se sei d'accordo con me> ora non gli sembra il caso, la ragazza è imbarazzata e fin troppo impacciata per filosofeggiare con lui, che sia del più o del meno. <Ah, e cosa sarebbero i cap nodols?> è ignorante, mangia frutta e verdura, e taaaaaanta carne selvatica, ma nulla di tutto quel cibo da ristorante o supermercati vari che esistono in giro a iosa. <è buono? Di che sa?> chiede alla ragazza dai capelli verdi, che per questa volta dovrebbe iniziare ad immedesimarsi un pò in una figura del tutto estranea a questo mondo innovativo di oggi, cercando ovviamente di dargli qualche spiegazione.

19:22 Naomi:
  [Strade] Ci ha provato, avrebbero potuto trovare un argomento in comunque ma a quanto pare quel ragazzo non è per nulla avvezzo alla tecnologia, lei invece ci è cresciuta e l'avvento dell'internet è stato per lei la cosa più bella al mondo, non importa essere tutti riuniti in una sola grande città mettendo da parte i dissapori e le differenze, non importa il poter essere liberi di scegliere cosa si voglia diventare, il progresso tecnologico ha dato vita alla rete e quella gli basta e gli avanza per poter vivere lontano da tutto e da tutti, nel suo mondo, dove le uniche altre cose che hanno importanza sono i gatti ed ovviamente Nene < Ah.. No, allora non fa niente.. > ci rimane un pochinoino male, ma in realtà non è manco così semplice decifrare quanto e se ci sia rimasta male, dato che il musetto rimane comunque con quel velo lieve di disagio perennemente, anche se piano piano potremmo quasi dire che si starebbe abituando. Torna con gli occhi sul computer mentre lui gli spiega del viaggio, degli usi della sua tribu, lei annuisce semplicemente < Mh mh.. Ho capito. > non è che non gli interessi, è che non sa cosa dire, se fosse stata un altra persona avrebbe anche saziato la propria curiosità probabilmente, ponendo qualche domanda, ma no, non è il suo caso < Tipo..? Suonano bene assieme, Maru e Sharu.. > ed appunto al nominare la seconda, la micia, lei gli si struscerebbe sulla gamba e pare quasi esortarla ad andare, miagolando poi verso quel ruffiano di Maru, Nao che abbassa lo sguardo su di lei < Sì sì.. Adesso andiamo Sharu. > e torna sul ragazzo, guardandolo con aria nuovamente perplessa, non sa nemmeno lei cosa dire ma lo guarda piegando la testolina di lato, a metà tra il confuso e l'essere d'accordo, storce il nasino ma poi sembra uscirsene con qualcosa di tutto sommato positivo < Va bene.. Magari la prossima volta. > lascia sempre quelle pausette di mezzo tra una parte delle frasi ed un'altra, parla lentamente e con la voce bassa, sembra quasi che sia delicata come lo stelo di una margherita e lei stessa è convinta di ciò, dato quel che gli è stato inculcato sin da quando era piccola < C-cosa!? > ora è veramente allarmata, sembra quasi spaventata perchè un piccolo sussulto la coglie, alza lo sguardo dal monitor e lo guarda sgranando gli occhi < Non hai mai mangiato i cup noodles?! > ed il tono di voce si alza appena, seppur di poche ottave, se fosse stata intraprendente come la sorella lo avrebbe preso per mano per portarlo al negozio ma l'unica cosa che gli dirà è < Vieni. > quasi imperativa, secca, anche se non ha intenzione di ripetersi due volte, se vorrà seguirlo bene, sennò pazienza. Come può esistere qualcuno al mondo che non ha mai mangiato una tale prelibatezza? Scuote la testolina mentre svolta l'angolo, pur rimanendo sempre appiccicata allo schermo del computer, ha la batteria quasi scarica ma ha l'altra con se, niente panico dunque, almeno per ora < Nya ~ > un saluto amichevole verso chi gestisce il konbini, è cliente abituale e la signora simpatica dietro la cassa la saluta come al solito, dicendole che spera che oggi comprerà qualcosa di più sano, ma si sab bene che neanche oggi andrà come quella donna pensa. Lei si dirige verso la zona dei cibi in scatola, delle schifezze e delle cose pronte, c'è uno scaffale pieno zeppo di quelle magiche coppette colorate con tutti i loro gusti, chiude il portatile e lo stringe a se come se fosse un orsacchiotto, gli occhi si illuminano, il visino a concedersi un'espressione estasiata < Aaah.. È sempre così bello.. > adora quel mosaico di etichette e scritte colorate, i gatti si sono fermati all'ingresso perchè la signora è solita viziarli, lei invece dovrebbe avere di fianco Kamichi, anche se non si è voltata nemmeno una volta per controllare se la stesse seguendo < Quale ti ispira..? Ci sono tanti gusti.. > lo guarda, inclina la testolina di lato di nuovo e rimane lì con la boccucia schiusa, sta cercando di capire quale gusto possa addirsi al ragazzo e soffermandosi sui capelli biondi, sceglierebbe per lui < Io dico questo.. > ed indicherebbe una coppetta che ha dei colori arancioni e gialli, è una ricetta classica a base di verdure e senza carne ne pesce, con dentro dei pezzettini di ananas e mango per dare un sapore più esotico. Seguirà il consiglio di un'esperta? Poco importa, lei lo prende e si dirige verso la cassa, non ha bisogno di prendere nulla di particolare perchè per lei c'è già la busta con il suo solito ordine pronta dietro al bancone, abitudinaria, sistematica. Offre lei, che lui voglia o meno, posa la coppetta di plastica sulla superficie e tira fuori dei ryo stropicciati dai pantaloni, mettendoli lì, mentre la donna si prodiga a prendere la sua busta, i due gatti dopo essersi beccate le crocchettine, da bravi viziati, tornano verso di lei che intanto intona un motivetto a labbra serrate, è contenta, sta facendo scorta dopotutto, gongola appena spostando il peso dal piede destro a quello sinistro.

19:54 Kamichi:
  [StradeDiOto] Il pomeriggio sta voltando in maniera celere ed inevitabile a trasformarsi in un qualcosa di molto più buio e solitario, qualcosa di molto simile alla fredda e silente notte, alle porte di questo incontro strambo e poco aspettato. <In realtà no, mangiamo principalmente quello che ci offre la terra, tralasciando ovviamente animali selvatici e pesci vari> prende fiato, lasciando il suo sguardo andare celere a posarsi sull'espressione incredula della ragazza dai verdi capelli. Pare essere sbigottita, allarmata, del tutto esente da quello che il nostro biondo ragazzo gli abbia potuto rivelare. L'espressione attonita, quasi da mozzare il fiato a primo acchito, che vede il suo climax arrivare in una vera e propria fuga verso il kombini più vicino, un negozietto sempiterno ormai metà biblica degli amanti delle spese veloci e spazzatura, non di certo dei cultori della sana cucina come il nostro biondo. Eppure decide di seguire la giovane, seguite a sua volta dai suoi due gattini colorati, che paiono anche loro conoscere bene quella strada, meta abitudinale della ragazza dai verdi capelli. <Dove mi stai portando> chiede, abbastanza dubbioso al riguardo, all'entrata di un negozio, ovviamente nuovo a primo sguardo, ma che anche al secondo, al terzo e al quarto, appare sempre come primissima volta in un negozio del genere. <Non saprei...> risponde, davanti a quella pila interminabile di noodles assortiti, dai più variopinti colori e dai più disparati sapori: Pesce, carne, verdura, frutta, grani, spezie e chi più ne ha più ne metta! Forse disorientato dal loco, forse spaesato dalla situazione, ma il giovane biondo sembra aver seguito il consiglio della ragazza, scegliendo un barattolo composto da gusti strambi, decisamente diversi dai suoi soliti abbinamenti, ma che ad un palato più acculturato, potrebbe risultare un qualcosa di esotico per l'appunto. <Spero sia buono... non vorrei davvero mettere qualcosa nel mio corpo che possa minarne l'ordine> è un cultore della bellezza, non dimentichiamolo, non sa cosa c'è dentro quei cosi <Scusa ma, cosa c'è qui dentro?> prende fiato <E perchè dovrei mangiare questa scatola di...> non sa cosa, quindi non può certo rispondere.

21:04 Naomi:
  [Strade > Casa] Lei oramai è partita per la tangente, anzi, quando ha sentito di quella sua particolare dieta, roba del tutto fuori dal mondo per lei, avrebbe pure annuito con convinzione, musetto da micetta contenta, ci avrebbe azzeccato allora con il gusto che sceglierà più tardi < Capito, ci sarà qualcosa sicuramente. > ora sembra che le tagli le frasi, non le lascia più spirare al vento per lasciare che la brezza serale se le porti via, il tono è appena appena più convinto e sembra un pochettino più umana, meno spenta. Comunque, l'arrivare al negozio avrebbe risposto da se a quella sua domanda, poi tutte le scenette di prima ed infine eccoli al bancone, allunga un braccio per prendere il resto e con l'altra la busta di plastica che gli vien passata, la infila nel braccino sinistro - quello che di solito regge il portatile - e poi si volta, fortunatamente pesano poco quei barattolini pieni di roba liofilizzata < Certo che è buono, vedrai, non potrai più farne a meno! > annuisce un paio di volte per sottolineare quelle sue parole, pregustando già quei due o tre barattolini che si sparerà a casa, ha l'imbarazzo della scelta coi gusti visto che mangia di tutto, anzi, a volte ne mischia pure un paio per vedere quale deliziosa schifezza ne esce, ma quello è solo per i più arditi e raffinati dell'arte del cibo istantaneo < Spaghetti, perlopiù, poi vedrai quando vai a casa.. > gli risponde così, indicandogli con un cenno della testa la coppetta per lui, che intanto è lì sul bancone che aspetta di essere presa su. Si volta verso la signora del konbini e si inchina ringraziando cortesemente, un sorrisetto passivo è ora su quel visino, farebbe per uscire quando poi si ricorderebbe di un'ultima cosa, fondamentale, dato che Maru e Sharu la stanno guardando sulla porta d'ingresso < Oh, quasi dimenticavo.. > e quindi si volta per afferrare un pacchettino di crocchette per gatti, sono quei classici snack di cui i felini vanno matti ed al vedere del gesto i due frullano i baffi, inarcano la schiena e miagolano come a confermare che sì, si era dimenticata proprio quelle. Si volta verso la cassa ma la signora con un sorriso agita la dritta come a dirle che non vuole farsi pagare, sorridendole, ritrovando nuovamente una sorridente Naomi che solleva un pochino di più gli angoli delle labbra - non troppo eh - compiendo un altro mezzo inchino per poi voltarsi verso Kamichi, un altro cenno con la testolina ad indicare che lei uscirà, lui potrà fare come più gli aggrada, intanto la Verdina starebbe già riaprendo il portatile < Io vado.. Quando si fa buio Nene dice che è pericoloso girare da soli.. Vai a casa e mettici dentro tanta acqua calda, copri, aspetta tre minuti, e poi mangia.. > ora è tornata un pochino più seria, anche se a parlare dei cup noodles, che sono una cosa che gli piacciono, è un pochino più rilassata < Allora io vado.. Ciao.. Ehm.. Kamichi? Sì, Kamichi. > non lo chiamerà col soprannome, anzi, ci pensa un attimo sollevando lo sguardo verso il cielo che inizia ad imbrunirsi, guardando per qualche attimo il ragazzo quando si ricorda del nome, agita pigramente la dritta per poi riportarla sulla tastiera, voltandosi ed incamminandosi con i gatti al seguito, tornando a casa per l'abbuffata della domenica dovuta al rifornimento settimanale di scorte di cibo. {End! Grazie ~}

21:42 Kamichi:
  [StradeDiOto] Persino il tempo è cambiato mentre quei due ragazzi si davano a parlare, in maniera più o meno concitata. Una ragazza impacciata, sensibile ed estremamente timida, alle presa con un giovane ninja di una qualsivoglia tribù indigena, che dell'imbarazzo non sa cosa farsene, non insegnano questi valori dalle sue parti. Sembra essere ormai del tutto vittima di quel piccolo uragano verde, ormai in balia di quel suo stesso gioco, di quello che per lei pare essere un gioco, ma che per il nostro biondo ninja, non lo è affatto. <A me non sembra roba naturale...> parla con la ragazza, mentre questa già si appresta ad andare alla cassa per pagare <Hey hey, dobbiamo pagarli questi!> eppure la ragazza non pare batter ciglio sulla faccenda, sembra avere un qualche accordo con la titolare per non pagare quei due arnesi distruggi-stomaco che hanno voluto comprare, o meglio, che la ragazza ha voluto comprare. <Sicura che non ci arrestino per questa cosa? Non è contro le regole?> una domanda abbastanza inutile, visto e considerato che entrambi i nostri scavezzacolli sono ormai fuori ed abbastanza distanti dal locale stesso, in quella notte sotterranea nei pressi della citta di Oto. <Ma... e come li mangio se sono bollenti? E l'acqua bollente dove cavolo la prendo io?> la ragazza ha leggermente confuso l'idea di ninja indigeno che viva all'aperto come un vero membro tribale, con un abitante della città o dei villaggi sviluppati: L'acqua da lui è fredda, non ha gas, non ha luce ma al massimo fuoco, dove però non ha recipienti al momento per farsi dell'acqua calda! <E poi cosa significa questa scritta? SaiKeBon?> prende fiato, mentre vede la stessa ragazzina affrettarsi per andare via, ritornando nel suo mondo elettronico, fatto di internet e pacchetti dati vari ed eventuali. <POI TI DIRò SE SONO BUONI OPPURE NO, A PRESTO NAOMI!> ad alta voce, mentre la ragazzina scompare tra la folla dei cunicoli, lasciando che la man dritta vada a sventolare ora a destra, ora a sinistra, in modo da salutare la ninja verde, ormai distante dal loco dell'incontro. Cosa che con passo svelto, farà anche il nostro eroe [End]

Incontro abbastanza fortuito tra due ninja alquanto unici nel loro tipo, impegnati in una conoscenza altrettanto inusuale. Naomi è riuscita ad appioppare all'ignaro Kamichi una scatoletta di cibo pronto, che presto cercherà di assaggiare, per poi riferirlo alla giovane Naomi. Il primo passo di Kamichi verso la civiltà.