Giocata
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Giocata del 14/02/2021 dalle 16:41 alle 19:22 nella chat "Quartiere dei Clan [Konoha]"
[Dojo Hyuga] Al dojo Hyuga, oggi, si può vedere una scena che raramente avviene. Questo perché? Perché abbiamo una ragazza che è solita usare le tecniche Genjutsu, allenarsi invece sul Juken. Era già una anomalia per lei, Hyuga per discendenza, usare tecniche Genjutsu. Ora, dopo dieci anni, la situazione di certo non è cambiata. Piove, ovviamente, ma questo non preoccupa minimamente la ragazza. Sebbene la temperatura sia bassa, l'allenamento di oggi avviene all'interno delle sale del Clan. Indossa un paio di pantaloni elasticizzati, abbianti ad un corpetto fatto interamente di bende. Stretto quanto basta, ricopre la parte superiore del corpo, foderando le curve e permettendo al tempo stesso dei buoni movimenti. I lunghi capelli sono raccolti in una morbida coda di cavallo bassa. Si trova dentro il Dojo, interamente in legno. Al centro di esso troviamo la ragazza che ora è alle prese con il richiamo del chakra. Dieci anni di inutilizzo, l'hanno portata a doverlo richiamare nuovamente. Strane cose.. Comunque, tornando a noi, le mani verrebbero posizionate all'altezza del plesso solare, andando a formare il sigillo della capra. Come negli anni accademici, andrebbe a chiudere gli occhi, per poter immaginare e visualizzare le due forze che compongono il chakra: l'energia fisica e quella mentale. Cercherebbe di immaginarle come due grandi sfere, una blu ed una verde, all'inizio separate. Cercherebbe di unirle, in modo tale da andare a creare il chakra; le due forze proverebbero dunque a mescolarsi, così da andare a fondersi in una unica sfera di energia. I due colori, miscelandosi, dovrebbero formarne uno nuovo, più intenso e potente, ossia il blu del chakra. Le due forze, vorticando su se stesse e miscelandosi, dovrebbero andare a creare quel potente mezzo che sfrutta, di solito, per i suoi potenti genjutsu. Ormai vecchi genjutsu. Comunque, una volta che quelle energie si saranno mescolate, proverebbe dunque ad espanderle in modo tale da portarle su tutto il corpo. Il risultato dovrebbe appunto, portarla ad aumentare non solo le sue energie, ma anche le sue capacità. Aprirebbe dunque gli occhi, andando a guardare il luogo. E' praticamente deserto, se non fosse che ci sono i classici strumenti di allenamento. <Bene, dovrei esserci..> L'obiettivo di oggi sembrerebbe diverso rispetto agli altri. Molto diverso, ma lo vedremo tra poco. Sempre se ci riuscirà, ovviamente. <Richiamo del Chakra 3/4> La pioggia non accenna a smettere, da qualche giorno ormai continua a cadere inesorabilmente sulle teste degli abitanti di questo mondo che, ovviamente, cercano in tutti i modi di evitarla nella maniera più categorica, per le strade infatti, alcuni abitanti potrebbero venir avvistati correre via dalle strade principale, passando per i portici e le vie secondarie in modo da poter ricevere più riparo possibile da quelle gocce d'acqua che cadono inesorabili al suolo. In questa grigia giornata e dopo la festa fatta in piazza, lo Hyuga ha deciso, con non poca riluttanza, di fare ritorno al Dojo Hyuga, dove da ormai qualche giorno sta passando la notte, anche se contro voglia si intende, infatti se lo si osservasse per bene, si potrebbe tranquillamente notare come egli sia in realtà stizzito e contrario riguardo al luogo in cui è auto imprigionato, nonostante siano passati ormai dieci anni, non si sente ancora pronto a perdonare il proprio Clan e la propria innata, ma è solo questione di tempo, si spera almeno. Nonostante la bassa temperatura, l'abbigliamento dell'uomo è fin troppo leggero, indossa infatti una maglietta senza maniche di colore nero, attillata e con il colletto largo, abbastanza da far vedere le sue clavicole, il fisico ben piazzato ovviamente si intravede attraverso quello stesso indumento, le due braccia sono libere da ogni impedimento, il destro in quella scintillante lega metallica viene lasciato a ciondolare lungo il fianco gemello, mentre la sinistra, portatrice di tatuaggi colorati a tema floreale e che raffigura un drago, anche se la testa non è visibile, è situata nella tasca gemella del pantalone che sta indossando, che a tal proposito, si tratta di un semplice pantalone in tema cinese, in tela bianca e con i gambali abbastanza larghi, simili allo stile mushu, mentre ai piedi, dato che si trova all'interno del Dojo, non porta nulla, rimane scalzo, facendo risuonare il rumore della sua gamba sinistra, anch'essa della stessa lega metallica del braccio destro. I capelli, lunghi filamenti di seta corvina che raggiungono i suoi polpacci, sono raccolti in una vistosissima coda di cavallo alta, con de ciuffi che cadono annoiati sul volto dell'uomo stesso. Nel camminare lungo un corridoio interamente in legno, costui si ritrova di fronte alla stessa stanza dove un'altra Hyuga sta cercando di richiamare il Chakra "Hey Ichi-Nii, conosci tutti i membri del Clan per caso?" subito nella sua mente si presenta quella vocina petulante, alla quale a denti stretti, per evitare di farsi sentire troppo, andrebbe a rispondere <E' passato troppo tempo, credo siano loro che non si ricordano di me.. non li biasimerei se fosse così..> andrebbe a dire quindi a se stesso. Raggiunge dunque l'entrata di quella stanza e con tutta calma, andrebbe ad inginocchiarsi davanti ad essa con rispetto ed in silenzio, andando semplicemente a salutare la presente <Buon pomeriggio..> un lieve sorriso le viene donato in fine, mentre ambedue le mani andrebbero a posizionarsi su entrambe le ginocchia, facendo rimanere l'uomo in silenzio, in attesa ch'ella dica qualcosa. [Dojo Hyuga] Eccolo la, il chakra. Le mancava sentire quella sensazione che pervade ogni singolo muscolo, nervo, articolazione.. Quella stessa sensazione di forza vigorosa. C'è da dire che dieci anni sono passati e l'ammontare di chakra non è poi quello di una volta. Andrebbe a sciogliere il sigillo caprino, mentre con gli occhi cercherebbe di cogliere qualche cosa. Non sa di preciso cosa, all'effettivo. Ma sicuramente è un'abitudine che le è rimasta, da quando andava in missione per conto dell'Hokage. Troppe cose sono cambiate. Tornando al presente, la mano destra andrebbe a prendere la coda di cavallo, tirandola su così da poter sistemare i capelli in modo tale che non ostacolino i suoi movimenti. L'allenamento di oggi verte solo ed esclusivamente sulle tecniche del Juken. E per quanto aggraziati siano i movimenti, i capelli così lunghi possono essere di intralcio. Sistemata dunque la coda, andrebbe a riposizionare l ebraccia lungo il busto, giusto in tempo per sentire e vedere una figura. Una figura possente che dopo un inchino, la saluta. Inquadra l'individuo. Non sembra che lo conosca. Socchiude gli occhi, mostrando un'espressione leggermente dubbiosa. Le iridi perlacee solcano i tratti del volto dell'uomo, andando poi a dire. <Buon pomeriggio.> Non troppo secco, ma si nota un certo qual imbarazzo nella sua voce. In fin dei conti, si trova in condizioni non troppo piacevoli,per conoscere qualcuno. Avesse avuto qualcosa di più addosso, probabilmente ora mostrerebbe un lato un po' più umano. Le braccia cercherebbero di coprire i segni di cicatrici e bruciature sul petto, quelle messe in mostra. Gli occhi rimangono fermi sul volto dell'uomo. A primo avviso, sembrerebbe appartenere al clan, considerato che si trova dentro il Dojo Hyuga. Potrebbe essere qualcuno che ha trovato il suo clan in questi dieci anni di assenza? Oppure semplicemente qualcuno che era già presente? Nato magari prima del suo congelamento. <Sono Sakura. Hyuga.> Il suo cognome, quello del clan, ha deciso di usarlo una volta tornata in vita. Quello dei suoi genitori adottivi, ormai, è andato in disuso. <E tu sei..?> Domanderebbe, continuando a nascondere quel lato del corpo nudo. Pudica, per le sue cicatrici. Forse troppo.<Ch:On> L'uomo nota come lei sia imbarazzata, più per le sue cicatrici a quanto pare, la cosa non lo stupisce affatto, un tempo anche lui non si sarebbe fatto vedere da nessuno senza un braccio ed una gamba, quindi da quella posizione, andrebbe ad alzarsi in piedi per avvicinarsi al cospetto della ragazza stessa, che continua ad osservarlo come se cercasse in tutti i modi di capire chi esso sia, andandosi a fermare però a tre metri da lei, non vuole essere per niente invadente. Le presentazioni iniziano però e subito, la domanda arriva da parte della stessa interlocutrice, che gli chiede a sua volta chi egli sia <Ichirou Hyuga.. piacere..> il suo tono è molto pacato, tranquillo e gentile, il sorriso che viene mostrato poi alla ragazza racchiude quel quadro di gentilezza in una sorta di affetto fraterno, ma anche no si intende, dipende da come lo vedrà la sua interlocutrice "Io invece sono Fuyuki Hyuga! Ichi-Nii diglielo un po' dai!!" tralasciando commenti inutili ed inappropriati "HEY!!". Le sue iridi perlacee, subito vanno a notare come lei copra parti ben precise del suo corpo, come se volesse nascondere qualcosa che fa parte di lei, riuscendoci anche abbastanza bene, infatti non riesce a scorgere alcuna di quelle cicatrici pocanzi citate, lui ormai ci ha fatto l'abitudine, in dieci anni, chiunque l'ha visto con e senza le protesi che indossa, ma non ha intenzione di dire nulla a riguardo, non si trova lì per dare lezioni di vita a chi magari non ne vuole neanche ricevere, quindi si limiterebbe a farle una semplice domanda <Ti stavi preparando per un allenamento, per caso ti disturba la mia presenza..?> il sorriso lentamente va a ad assottigliarsi, facendogli tornare in volto un espressione seria, niente di minaccioso, ma neanche di troppo amichevole, una semplice espressione indifferente, mentre le sue iridi, rapide come quelle di un piccione, vano a studiare nel minimo dettaglio il volto della Hyuga che si para dinnanzi a lui, portandolo a fare un semplice accorgimento in sua direzione <Non credo di averti mai vista.. ma ad esser sincero, ho perso di vista anche la Maestra dopo la distruzione del villaggio..> quell'ultima parte di commento verrebbe fatta a voce un po' più bassa mentre lo sguardo verrebbe portato altrove in segno di rammarico e riflessione. [Dojo Hyuga] Ichirou Hyuga. Mai sentito. Ma d'altronde non si può di certo dire che lo possa aver mai sentito. In un certo senso, tutti quegli anni di completa e totale assenza dal villaggio avranno fatto si che i vari clan assumessero tratti diversi da quelli che ricordava. Non che dopo il suo ritorno siano passati troppi mesi, eh. Però.. <Ichirou..>Si assottiglia lo sguardo, puntando ora verso il basso. Non ha la benché minima idea di dove sia finito il suo di Ichirou, il leone che aveva con se, ormai diversi anni fa. Probabilmente sarà morto.. Il che la rende ancora meno favorevole al vivere una vita normale. Ma questo è il ciclo della vita e giustamente bisogna andare avanti, anche per coloro che non ci sono più. Le braccia si rilassano appena e le spalle calano, lentamente, mentre gli occhi ritornano sulla figura statuaria che si erge dinanzi a lei. E' uo Hyuga, il che lo rende parte integrante della sua famiglia. Sebbene non ci siano diretti legami di sangue, fa comunque parte di quella famiglia che ha imparato ad apprezzare. Amare ancora no. Allunga giusto lo sguardo verso la sala, andando poi a dire. <Sì, in effetti.. Volevo provare a vedere fino a che punto fossi calata..> calata in che senso? <..Non so se è capitato anche a te, ma ho notato un calo di.. Chakra>Ecco, chiariamo questo fatto qui. Il calo è sicuramente dovuto alla presenza di quell'involucro cristallino che l'ha ricoperta per anni. E per l'immobilità causata da questo. <E volevo vedere fino a che punto.> Insomma, giusto per rendersi maggiormente conto delle sue possibilità e se fosse ancora capace, o meno, di rendere giustizia durante le missioni. Di essere adatta o quanto meno buona per portarle a termine. < Beh, diciamo che sono mancata dal villaggio per diversi.. Anni. >E qui esce fuori proprio il suo di passato. Un passato che diciamocelo, non vuole tirare fuori. Abbasserebbe dunque la testa, andando successivamente a sospirare. <Comunque, piacere di conoscerti!>Direbbe, sorridendo appena. Ma giusto appena, perché un sorriso completo non lo da mai a nessuno.<Ch:on> Le parole e le azioni della Hyuga gli fanno capire che ci sono dei ricordi che non vorrebbe rivivere in questo preciso momento, la cosa ovviamente lo tocca in un certo qual senso, infatti anche per lui è la stessa cosa, se si dovesse arrivare a parlare infatti dei suoi arti metallici e di come se li sia procurati, beh probabilmente anche lui assumerebbe uno sguardo triste, come biasimarlo in fin dei conti, non è facile venire torturati per tre mesi interi e vedere due dei propri arti mentre ti vengono strappati via, non lo augurerebbe a nessuno ecco "Il lato positivo che si può comunque trarre da questa tragica storia è che sono arrivata in suo soccorso nel momento del bisogno! Giusto Ichi-Nii?" ... "Ichi-Nii?" Comunque, decide di lasciar cadere ogni singola argomentazione triste per il momento, soffermandosi più sull'allenamento della ragazza che gli si para davanti, andando a proporle <Vuoi una mano per caso?> chiederebbe in maniera del tutto pacata e tranquilla <Io non ho riscontrato alcun problema a dire il vero, mi sa che non posso capire di che sensazione tu stia parlano, mi spiace.. > la sua voce è profonda nel rivelare tale informazione alla sua interlocutrice "Ichi-Nii si è allenato davvero tanto in questi anni! Testimone!" un sospiro verrebbe tirato dall'uomo nel sentire quelle frasi nella sua testa. La ascolta poi, riguardo a quella sua mancanza dal Clan, una sorta di spiegazione sul perché non l'abbia mai vista prima di oggi, e a lui sta bene così alla fin fine <Dopo la sua distruzione, anche io mi sono allontanata da tutto e tutti.. mi vergognavo troppo forse.. > andrebbe ad ammettere "Non dire così Ichi-Nii, non potervi fare nulla e anzi, abbattere due Chimere da Genin non è da tutti sai!" dopo quell episodio però, si è completamente allontanato dalla strada del ninja, quindi quel grado permane sulla sua testa. Sorriderebbe dunque al piacere che prova la ragazza, andando di tutta risposta a contraccambiare quel gesto, un lieve sorriso staziona ora infatti sul suo viso, in attesa ch'ella parli. [Dojo Hyuga] Il calo di potere.. Prima poteva tenere testa ad un buon numero di nemici. Ora, invece, si ritrova a dover affrontare nuovamente tutto il lungo viaggio di allenamento e di miglioramento che fece anni fa. E le tocca farlo, se vuole salvare le persone che ama. O che pensa di amare. Al sentire le parole altrui, rabbuisce un attimo. Possibile che lui sia uno di quelli che non hanno provato l'esperienza di essere racchiuso in una forma cristallina? E' possibile che, in tutti questi anni, siano solamente pochi gli individui che hanno sperimentato questo genere di potere? Lo trova alquanto strano.. Magari si tratta di una persona che è nata in questi anni e che non ha affrontato quell'individuo. <Una mano, dici?> Domanderebe, arretrando di un passo. Come potrebbe aiutarla? Di certo, un esercizio con il Juken sarebbe poco produttivo? No, se lo dovesse conoscere. Potrebbe darle una buona idea di quello che dovrà fare nell'immediato futuro, che tipo di allenamenti dovrà affrontare. E cosa più importante, le darà un'impronta di quello che è il suo attuale limite di combattimento. <Perché no..> Direbbe, sorridendo appena verso lo sconosciuto, continuando. <Uhm, a quanto pare sono davvero poche le persone in questione..> Il che rende la faccenda ancora più strana. Perché proprio quelle hanno sperimentato questo genere di potere? Questo genere di cristallizzazione nel tempo e nello spazio? E' davvero possibile che sia collegato, in qualche modo, al loro sangue? O al loro potere? Quanto alla sua seconda affermazione, andrebbe a dire. <Per quanti anni? Se posso chiedere..> Questo potrebbe all'effettivo darle una buona e quanto più chiara idea. Se la sua assenza è uguale a quella della ragazza e di tutti quelli che erano catturati, è possibile che in qualche modo sia collegata. Forse si potrebbe dire che è sfuggito alle sofferenze di tutti questi anni? Tornando all'argomento principale.. <Sei un membro Hyuga. Presumo che tu conosca le tecniche di combattimento del nostro clan.> Insomma, per eccellenza il pugno gentile. < Ecco, se sai muoverti con il Juken, direi di provare...> Ma solo se dovesse sentirsela. <Ch:on>