Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Il rito di passaggio

Free

0
0
con Mekura, Kamichi

15:38 Mekura:
  [testa Furaya] Situazione terribile. E non sembra che ci sia qualcuno che si occupi di questo problema seriamente si intende. Stanno tornando i ninja del passato, completamente dimenticati, non hanno neanche pensato di andarli a cercare. Hanno voluto deliberatamente lasciarli morti e...chissà magari era davvero meglio così. Voleva sapere come stavano le sue evocazioni, voleva andare al più presto a Konoha, o ancora voleva andare a cercare gli altri che sono ancora li. Forse riusciva a convincere gli altri "risvegliati" ad andare a cercare i restanti. Potevano essere in pericolo, potevano essere morti certamente. Ma a questo punto voleva trovare i corpi, dieci anni non sono abbastanza lunghi da giustificare questa inefficienza globale. Non ha visto Mattyse, non ha visto Furaya. Deve fare qualcosa, ma lo deve fare in modo tale da trovare più gente possibile in poco tempo. Bhe sembra la filosofia di questi tempi no? fare tutto in poco tempo. <ahh> sospira toccando la testa della riproduzione della testa di Furaya. <...dove siete?> scuote la testa e guarda il villaggio davanti a lei: le fa strano perché le sembra ieri di vedere li sotto Konoha invece questi non sono gli stessi monti, non è lo stesso luogo, non è lo stesso villaggio...niente è più lo stesso. Mekura si tiene un tayaki tra le mani, appena fuori dalla confezione di carta del negozietto. Lo ha proprio cercato il compino che non sembrasse qualcosa di alieno e moderno che sta iniziando a darle la nausea. Maglia bianca a collo alto, pantaloni neri aderenti e stivali neri. Il cappotto color Cachi lasciato per terra in modo che lo potesse usare come "coperta" per sedercisi sopra. [ch off]

15:54 Kamichi:
  [Monte] Ormai il mondo dei ninja che conoscevamo è andato quasi del tutto perduto: 10 anni d'innovazioni, tecnologia, scoperte e chissà ancora cos'altro, tutto compresso in uno spazio di tempo così mero, ma tale da rendere i ricordi delle "antiche" guerre, ormai un eco del passato. Eppure, qualcosa è cambiato, per tutti e per tutto, persino per il nostro giovin biondo, ormai recatosi nei presso della fu Konoha, come da prassi per i ragazzi maggiorenni della sua piccola tribù autoctona. Gli abiti non sono sicuramente dei più comuni, e ricordano sicuramente epoche e tempi decisamente più remoti rispetto a quelli odierni, mostrando sfoggio di quei panneggi chiari e lunghi, di colore azzurro e bianco, avendo cura di tenere il capo coperto da un cappuccio delle stesse tempere, diametralmente opposto invece alle marroni scarpe di tessuto che indossa. La prima tappa del di lui pellegrinaggio è abbastanza semplice, come inculcatogli dal capò tribù, bisogna far rotta alle teste dei Kage, per decidere a quale dei 10 OFFRIRE il proprio animo, per percorrerne le virtù principali. Un rito puramente pindarico, ma che nella sua cultura richiama sicuramente un posto importante invece, soprattutto per l'accrescimento della proprio volontà. <Mh?> eppure, a non troppi passi da lui, pare avvedersi di una figura femminile seduta sulla testa di una dei 10 kage di konoha, proprio come dovrebbe fare lui a breve per incanalarne l'essenza spiritica... che sia una sua concittadina? Difficile a dirsi, quello che possiamo dire però, è che il biondo indigeno, farebbe per avvicinarsi a tale figura con passo spedito [Tap-Tap]

16:08 Mekura:
  [testa Furaya] Prende un lungo respiro continuando a mangiare in silenzio, divorando la testa con un paio di mozzichi ben assestati. Piega la carta del pacchetto e con una mano va nella tasca del cappotto tirando fuori una vecchissima fotografia di una famiglia. Una famiglia che diciamo la verità aveva una felicità fasulla, ma i suoi figli piccoli erano li, c'era suo marito e c'era la normalità. Aveva messo anche Aya. le mancano così tanto, sopratutto lei, vorrebbe cercarla attivamente una delle tante cose che deve fare. Le hanno dato anche una foto di Andoss e cent'occhi il corvo animali che le sono stati dati in passato e ora morti di vecchiaia il primo e scomparso il secondo. Ha una stretta al petto mentre stringe i denti e le labbra ripensando al suo passato e come i suoi figli l'hanno trattata come una sconosciuta anche se sono cresciuti sapendo di chi erano i figli. Ma è normale, dopo anni, anche se giustificata, assenza hanno pesato sopratutto su dei bambini in crescita. Le è stato consigliato di allontanarsi e per ora le va bene, ma quelli sono i suoi figli e ritorneranno da lei, si guadagnerà ogni giorno in questo nuovo mondo e si riprenderà tutto e di più di quello che le è stato sottratto. Butta giù il magone e mette le foto nella tasca proteggendole come un tesoro e finisce di mangiare alzandosi in piedi dando un'ultima occhiata prima di girarsi per andarsene. S'accorgerebbe alla fine del ragazzo raggiungere le teste vestendo degli abiti che sembrano antichi, anche più antiquati di quelli di dieci anni fa dal suo punto di vista. Corruga la fronte ma non dice nulla, si piega a prendere il cappotto per poi scrollarlo e infilarselo addosso mettendo poi le mani dentro le tasche, pronta ad andarsene. [ch off]

16:20 Kamichi:
  [Monte] Le nuvole imperano nel pomeriggio di Kagegakure, ormai centro nevralgico di tutto il sistema di villaggi del mondo ninja conosciuto, e luogo di metà per il nostro giovane biondo, per ora occupato ad avvicinarsi a quella figura femminile lì presente. <Hey, tu> secco, deciso, mentre con fare ardito s'avvicina alla donna, avvedendosi si, del suo riporre qualcosa nelle tasche, ma non prestandoci assolutamente peso. <Cosa ci fai qui sopra tutta sola?> chiede, dubbioso, inclinando leggermente il cranio verso la manca spalla, lasciando indi trapelare un senso di dubbio anche abbastanza palese. <Sei anche tu qui a compiere il rito d'iniziazione?> ingenuamente forse, una domanda decisamente unica da sentire in un luogo del genere, ma che come sappiamo dalla sua storia, è un passaggio obbligatorio nella vita di ogni membro della sua tribù. Sembra cercare di carpire quanti più elementi della donna, squadrandola fisicamente, e cercando nella sua figura qualcosa che possa anche in minima parte, ricondurla alla sua tribù, come potrebbe essere un vestito, un oggetto o chissà quale altro stupido oggetto di appartenenza indigena. Forse inappropriato nei modi, e fuorviante nelle azioni, di certo però un gesto privo di malizia il suo, anche se dall'esterno pare in tutto e per tutto un ragazzo che sta "fissando" il corpo di una donna appena incontrata. Della tribù o no, pare essere incuriosito dalla donna, chissà cosa ne uscirà fuori.

16:38 Mekura:
 La donna era presa dai suoi pensieri e sentendo come viene appostrofata si rivolge a questo sconosciuto con freddezza, si potrebbe dire anche contrariata <Hey, tu, signora volevi dire> suggerisce in questo modo il ragazzo di moderare l'informalità con la quale l'ha "salutata". Mekura corruga la fronte e solleva un sopracciglio e la domanda le esce spontanea <in che senso?> davvero rimane interdetta a fissarlo senza capire di che razza di rito stesse parlando. Mekura è il chiaro prototipo di donna Hyuga: Capelli scuri quasi corvino, occhi perlacei senza pupilla, non troppo alta e sottile. Fisicamente è molto più vicina a quello di una ballerina, si avvicina per l'appunto, cosa che è cambiata drasticamente rispetto al suo passato: un tempo il suo fisico era sicuramente più allenato ed insieme a quella grazia c'era anche un muscolo asciutto e tonico. Tuttavia anni di scontri, guerre, lasciano comunque delle tracce e anche nello sguardo lei sembra una tigre in gabbia. I capelli sono tenuti corti poco sotto le orecchie e l'unica cosa che la rendeva non proprio Hyuga erano i lineamenti induriti del volto. <comunque ero qui a guardare il panorama, niente di che> afferma questa dando un'altra occhiata vuota verso il villaggio.

16:52 Kamichi:
  [Monte] Pare proprio che la giovane ninja dai rari occhi non abbia preso di buon gusto il modo in cui il nostro biondo si sia approcciata a lei, iniziando a parlargli con un aria ed un tono tutt'altro che dolce e gentile. <Il tuo aspetto trae in inganno, sembri giovane per essere una signora> afferma, non curante che in culture diverse dalla sua, le donne possano sposarsi anche da più "giovani", nonché decidere di aver figli ad età non prestabilite da regole rigide di tribù. La donna, probabilmente del tutto estranea alle vicende della discendenza del nostro biondo, chiedi con giusto dubbio a cosa si stia riferendo, lasciando intuire che ovviamente, non faccia parte della medesima tribù del nostro guerriero. <Credevo venissi anche tu dalla mia terra, a quanto pare però, è solo una coincidenza il tuo trovarti qui in questo momento> prende fiato, avvicinandosi alla donna, guardando nella sua stessa direzione, ad osservare la vastità del villaggio sottostante. <C'è una bella vista in effetti, ma non sono qui per ammirare un cielo nuvoloso ed un villaggio in movimento> espira, quasi come se fosse un pò provato in quello che sta facendo, o forse perchè sa che è appena all'inizio di questo suo percorso d'iniziazione. <è un giorno importante per me questo, sai?> muovo il collo a destra e manca, in maniera quasi serpentina, lasciando che le articolazioni vadano ad a produrre il classico rumore di chi si sta "scrocchiando le ossa", mentre la man dritta viene portata dietro la di lui nuca, a massaggiarne la cute, al pari di un leggero prurito da lenire. <Ah> si ferma, quasi di colpo, in un momento del tutto spezzato ed estraneo al discorso che stava portando avanti qualche istante prima <Quasi dimenticavo, il mio nome è Kamichi> continua <Ma di solito, nella mia Tribù mi chiamano Kami> lasciando indi alla donna le dovute presentazioni, qualora ella volesse farne, sia chiaro.

17:04 Mekura:
 Mekura scuote la testa e sospira <ah...credimi, me lo domando anche io> spiega la donna senza realmente curarsi di dare una informazione che sia completa o che spiegasse il perché del suo comportamento. Ma non è la sola, anche Kamichi non aiuta. Il sopracciglio si solleva ancora di più quando questo parla di terra. <intendi... che sei del paese del fuoco?> che succede? cosa sta succedendo in questo posto maledetto? cosa è andato perso in 10 anni? Sbatte gli occhi e per la prima volta fa un leggero sorriso <ah! congratulazioni allora> è distaccata ma non ha nessun motivo per continuare a essere scorbutica o polemica anche se non capisce più di tanto <sei...per il rito di iniziazione? quello che hai citato prima> ma bah sarà qualcosa legato alla sua famiglia, magari deve camminare su un monte, magari deve trovare qualcosa li. Massì, magari ha delle origini di un'altro paese e ha assunto una cultura differente. Poi però rimane spiazzata quando questo parla di Trubù <come scusa?> trubù, paese del fuoco, iniziazione sui monti. RImane li in attesa, seria ma gli occhi sono spalancati come una rana che guarda i fanali di un tir che le arriva addosso. <m-mi chiamo Mekura Hyuga comunque...che rito? che tribù se posso chiedere?>[ch off]

17:23 Kamichi:
  [Monte] Sembra che la ragazza si sia sbloccata un pò dalla prima e fredda reazione di dialogo, lasciando trapelare, infine, anche un leggero segno di curiosità riguardo quello che sta succedendo. <Facciamo tutti quanti parte della stessa terra> afferma, lasciando che il suo corpo vada a "cadere" sotto il peso della sua rapida e precisa azione, quella di sedersi lì, sulla testa dell'ultima hokage di konoha. <Camminiamo su quella che entrambi chiamiamo terra, respiriamo quella che entrambi chiamiamo aria e beviamo ciò che entrambi, chiamiamo acqua> filosofeggia con la huyga, lasciando trapelare un senso del tutto naturalistico alla sua conformazione d'intento <Che sia il paese del fuoco, o qualsiasi altro, resterebbe sempre la mia terra> il concetto della sua tribù è semplice, sono semi-nomadi, si spostano poco, ma lo fanno volentieri, sentendosi ogni volta in diritto di viversi i benesseri della terra che li sfama e li ospita. Passa la mano sulla testa dell'hokage, quella dove ora è seduto, quasi come se la stesse spolverando da un leggerissimo strano di polvere, in segno di rispetto, o forse solo come azione contemplativa. <Già, il rito> prende fiato <Al 18 esimo anno di età, noi Babiron viaggiamo verso i i luoghi dove sono situati i più iconici monumento o oggetti risalenti ai ninja del passato> continua, voltando lo sguardo verso la veduta del villaggio <Anche se siamo una piccolissima tribù di nomadi, è una ricorrenza molto affermata nei nostri ranghi, e tendiamo a rispettarla come se fosse una legge vera e propria> respira stringendo la mano ancora a contatto con la pietrosa testa dell'hokage, richimando ordunque un pugno chiuso. <Viene scelto il villaggio di appartenenza durante la nascita, il luogo in cui si è nati e non necessariamente quello in cui si vive> si ferma per qualche secondo, in maniera innaturale, lasciando che lo sguardo vado a passare da dritto verso l'infinito, a basso, verso la stessa roccia ove è seduto <Compiuti i 18 anni, inizia il pellegrinaggio verso la zona decisa, abbandoniamo la nostra famiglia, la nostra tribù> continua <Non importa la distanza, non importa con cosa e come, ma ci viene affidata la prima missione da uomini liberi, quella di legarci al volere di uno degli uomini di cui la storia antica parla> riferendosi agli hokage <Ci ho messo un pò a piedi, ma eccomi qui, sano e salvo al monte degli hokage di Konoha> termina, non prima di <Era da tanto che non tornavo qui>.

17:35 Mekura:
 Continua a non capire, letteralmente fa fatica a capire cosa stia dicendo Kiamichi a si mette a sedere incrociando le gambe tra di loro mentre rimane mano a mano rapita da questa spiegazione: si era più una cosa di famiglia che di vera considerazione del villaggio della foglia. Tira un profondo sospiro di sollievo quando s'accorge che con tribù non intendeva l'ex villaggio di Konoha in se per se. Quello di cui parlava era un'altra cosa...ed è meglio così. <per un attimo ho pensato che con Tribù tu ti riferissi al villaggio di Konoha> sospira la donna dimostrandosi sincera con le sue preoccupazioni verso Kamichi. <ma hai sbagliato, questo non è un monumento> afferma la donna battendo la mano destra per terra <è una riproduzione, forse una fedele riproduzione, ma nulla di più è solo un modo per ricordare un passato che altrimenti sarebbe andato perduto> afferma la donna seria mentre scuote la testa e si rimetterebbe in piedi guardandosi intorno. Ma non sta guardando il villaggio in se, guarderebbe altrove come se stesse cercando qualcos'altro. SI fermerebbe puntando in una certa direzione e la Hyuga allunga il braccio destro in modo da sottolineare cosa stesse facendo <la> spiega lei con sicurezza <la ci sono i resti del vecchio villaggio di Konoha, più o meno, se vuoi andare in questo viaggio di iniziazione dovresti andare li> QUesti non sono i monti, come il settore di Konoha non è il villaggio di Konoha. <comunque... ora sono curiosa: vuoi legarti alla figura dell'Hokage come concetto oppure ad un preciso Hokage?> domanda la Hyuga ormai incuriosita da questo strano ragazzo. [ch off]

17:53 Kamichi:
  [Monte] Ascolta le parole della giovane ragazza, ormai donna, ormai madre e probabilmente, vedova. Una triste storia, che però, non ha ancora sancito di certo la fine del di lei percorso. <Ero piccolo quando successero gli avvenimenti di 10 anni fa, ricordo davvero poco> prende fiato <In più eravamo in marcia verso Suna in quel periodo dell'anno, quindi eravamo distanti dalle guerre ai villaggi stessi> forse per fortuna, forse per sfortuna, ma i membri della sua tribù riuscirono in parte a cavarsela. <Già, ma di certo non possiamo riportarli in vita tutti per farmeli conoscere> ironico, riferendosi agli hokage <Ho scelto questo luogo perchè alla fine, è qui che la gente guarda quando pensa agli hokage, è qui che nella roccia sono impressi per sempre i loro sguardi, sempiterni, vigili alla protezione del villaggio, e alla protezione delle terre che questo ingloba> nella sua tribù vige la regola di difendere la terra in cui si nasce, al pari di un paladino, o di un guerriero, bisogna ringraziare non solo a parole colei che ci dona la vita. <Dovrei scegliere quali di questi hokage incorpora in se la virtù che più vorrei acquisire, è usanza dei babiron credere che questa possa unirsi indissolubilmente al mio spirito, facendo si che il mio volere, la mia essenza ed il mio animo, si facciano ricchi delle peculiarità del kage scelto> usanza molto fantasiosa forse, ma per un fedele credente dei Babiron, è tutto vero e comprovato, anche se alquanto difficile da applicare concretamente, soprattutto per uno che neppure conosce il suo attributo chakra <C'è ne sono così tanti qui a konoha, ed io non sono neppure lontanamente forte quanto loro> prende fiato, lasciando che lo sguardo vada a perdersi verso il basso, come se stesse ricordando qualcosa <In realtà non sono mai stato forte paragonato a nessuno, neppure ai miei fratelli di sangue durante le prove> tira a se la gamba destra, lasciando che l'omonimo ginocchio vada a puntare l'empireo nuvoloso sopra di lui <Se non ci fosse stata questa pace così duratura, probabilmente non sarei mai riuscito ad ottenere il permesso del capo tribù per iniziare il mio cammino> incupito, quasi malinconico ad accettare le sue capacità ninja pressoché inesistenti: Non conosce arti, non conosce jutsu segrete nè tantomeno possiede delle innate uniche ... è un piccolo ninja qualunque, con delle capacità tecniche ben più basse della media, incamminatosi in un viaggio assai arduo, laddove le sue stesse possibilità invece lo indicavano ai campi, o forse, ai pascoli della tribù.

18:18 Mekura:
 quando sente il commmento riguardo a quanti Hokage ci sono stati Mekura si mette a ridacchiare. Si tratta di una risata sostenuta, le spalle sollevate e tipica di una madre che ascolta una affermazione ingenua. <si sono tanti> commenta questa portando le mani ai fianchi <ma allo stesso tempo non sono poi così differenti l'uno dagli altri: tutti quanti sono diventati Hokage perché tutti loro sono gli aspetti più importanti della volontà del fuoco> spiega la donna iniziando a puntare le teste partendo dal primo <la volontà del fuoco è un sogno, una speranza contro la guerra: pacifismo> poi passa alla seconda <ma questa pace non può essere mantenuta senza capire l'importanza di avere il controllo sul proprio paese: l'ordine> poi punta il terzo <ma l'ordine e le leggi senza giustizia e comprensione non portano alla coesione: la saggezza è necessaria> sospira mentre continua puntando il quarto Hokage <e questa saggezza deve essere messa a disposizione degli altri, non per te stesso: altruismo> poi passa al quinto <l'altruismo deve portarti ad accettare i tuoi doveri a discapito di quanto sia difficile : stoicismo> poi si passa al sesto <perché devi essere la colonna per le persone sotto di te, e sacrificarti se necessario: sacrificio> punta poi il il settimo <perché se anche fallirai nelle tue intezioni lo avrai fatto per proteggere gli altri: umilità> e poi va all'ottavo <l'umiltà porta all'amore verso se stessi e verso gli altri e viene ricambiato> e alla fine si ferma al nono <...e ti permette di affrontare le tue sfide a prescindere dai dubbi che ti possano assalire> si incupisce per qualche secondo e poi si gira di nuovo verso il ragazzo dopo aver fatto la lezione <puoi scegliere un aspetto della volontà del fuoco, ma significa soltanto riscaldarsi con un cerino quando puoi creare qualcosa di più importante, qualcosa che ha valore> e con questo ha fatto la sua lezione per oggi bhe questo per lei è il riassunto della volontà del fuoco [ch off]

18:42 Kamichi:
  [Monte] Ridacchia Mekura, divertita forse da quanto ingenue possano essere le parole del nostro buon Kamichi, che si fa però tutt'orecchi ad ascoltare le parole della donna, in procinto d'iniziare una vera e propria lezione di storia. <La volontà del fuoco dici?> prende fiato, ascoltando attentamente quei dogmi che quasi gli sta spiegando con tanta pazienza <Quindi ogni singola di queste virtù compone poi tutta la volontà del fuoco?> chiede, sia incuriosito che abbastanza spaesato. Nella sua tribù è credenza dover acquisire una ed una soltanto delle virtù dalla donna elencate, non di certo ereditare la volontà del fuoco, sia chiaro. <Eppure, forse gli ideali più idonei a ciò che vedo io sono i suoi> indicando il secondo Hokage, <e probabilmente i suoi> fa [Tap-Tap] con il palmo della mano sulla testa di pietra, indicando appunto l'ultima hokage raffigurata sul monte. <Una leggenda da noi, narra che questo rituale serva a sviluppare delle capacità simili alla persona di cui si è decisi a seguire la virtù> ridacchia <Immagina se uno che non sa neppure usare il proprio chakra, riesca ad avere abilità come le loro> prende fiato, sorridendo alla donna, ancora un pò giù di morale per la probabile perdita della compagna 10 anni fa. <Anche se a dirla tutta, non saprei neppure dirti cosa fossero in grado di fare loro due> continua <Nella tribù non continuavano mai discorsi da ninja o di guerra con me, mi hanno sempre detto che per i deboli è inutile sognare storie di potere e di gesti inarrivabili> passa dunque la parola alla donna, sperando che ella possa raccontargli qualcosa al riguardo.

18:54 Mekura:
 Mekura lo guarda, rimane per un po' in silenzio e continua di nuovo a dire la sua, a buttarsi sotto con la filosofia. <Quindi ordine e critica> borbotta tra se e se pensando mentre pensa agli argomenti che lo stesso giovane ha tirato fuori <tu pensi che queste persone siano tali per via del chakra? il chakra non è che uno strumento è come l'aria che respiriamo tu ed io, ma sei tu renderle vana o meno> insomma sei tu che decidi se vale la pena che tu respiri. <il chakra non è una magica chiave che se ce l'hai è perché sei speciale e quindi hai un destino segnato. Tu devi usarlo non devi farti usare da questo ed è qui il vero significato di forza o debolezza> afferma la donna guardandolo direttamente <chi sono a decidere se sei degno o meno della forza? la forza e la debolezza sono entrambi condizioni passeggiere, sono quello che permetti a te stesso di essere: apprendere una lezione e saperla sfruttare è da forti, ascoltare un preconcetto e farsi reprimere da questo è da deboli> prende una breve pausa e continua <cosa è per te più debole? la roccia o la pioggia?> domanda la donna incrociando le braccia guardandolo con interesse nella sua risposta [ch off]

19:07 Kamichi:
 Filosofeggia anche essa in quelle discussioni di vita o di morte, di coraggio e astuzia, e delle decisioni riguardanti il proprio futuro, accostandolo a quello che invece è ora, il passato degli eroi sui quali sono seduti ora. <Si ma come pretendi di vincere le battaglie senza la forza? Come puoi dominare il caos, portando ordine, senza avere la forza necessaria per far tacere tutti> prende fiato <Hai ragione nel dire che bisogna usarlo e non farsi usare... ma bisogna anche essere in grado di poterla fare questa distinzione, bisogna anche averlo un chakra di quel fardello, tanto da dover stare attenti a come usarlo> riferendosi ovviamente, alla condizione di totale anonimità delle sue abilità, che al limite si fermano a lanciare un kunai, o una freccetta se si sente in vena di festa. <Se si presentasse un qualsiasi pericolo alle porte del villaggio, come potrei io difenderlo senza la forza?> prende fiato, lasciando che il pugno chiuso vada a colpire il cranio dell'hokage sotto di lui <E saranno anche cose passeggere> sbuffa dal naso, quasi divertito < ma guardami, percepiscimi, dovrei essere nel pieno dello sviluppo del chakra, della forza> stringe quel pugno producendo un leggero stridore della pelle <Ed invece sono qui per puro caso, a sognare di diventare forte come qualcuno che già lo era da sempre> lascia incupito lo sguardo, malinconico nel tono e triste nello sguardo, cercando dei di lei occhi, un riscontro emotivo <Dovrei essere pronto, forte e vivo ad apprendere come poter migliorarmi e difendere tutti, ed invece sono solo questo> prende fiato <Quello che vedi, uno sciocco e salvo ragazzo> ridacchia <Salvo solo perchè la pace sembra durare molto più del previsto, se no probabilmente neppure sarei riuscito ad arrivarci qui> afferma, avvalendosi delle ultime parole per rispondere <La pioggia> come giusto che un ragazzo come lui risponda.

19:23 Mekura:
 Mekura sorride, comprensiva, in un modo più vicina ai dubbi di quel ragazzo di quanto dovrebbe. <ero come te, neppure troppo tempo fa: secondo il mio punto di vista con tutto quello che avevo passato avrei dovuto fare ed essere molto di più, che era una cosa che mi meritavo> prende un lungo respiro e scuote il capo <quello che parla è solo il tuo ego, il tuo ego ti limita, ti fa fare troppe domande perché ti sei convinto di certe cose e sei a tuo agio con questa idea, devi svuotarti di questi pensieri, non ti servono a nulla> afferma la donna seriamente <per ora sei uno sciocco e salvo ragazzo, perché sei tu che lo vuoi, inconsciamente, la tua vera domanda, quella che devi porti è: perché vuoi diventare forte? se hai chiaro questo e sei disposto a fare il necessario per arrivare dove vuoi arrivare, se dimostri determinazione di fronte al pericolo allora, li, in quel preciso momento hai smesso di essere debole> Sorride <ma lo capirai quando ti metterai in gioco, quando arriverà il momento opportuno> prende un lungo respiro e lo lascia rispondere e anche in quelo caso sogghigna: era li che lo voleva <tu sei sicuro di questa risposta?> domanda la donna sollevando un sopracciglio <è vero: la pioggia deteriora la roccia dopo molto tempo, la corrode e non rimane nulla, la fa franare, ma guardala da un'altra prospettiva: immagina una frana che cade in una diga, la pressione delle rocce fa sollevare l'acqua e la fa strabordare spazzando via tutto quello che è sotto, ma quella è una conseguenza, la forza che ha causato questo è la roccia> arriviamo al punto <la pioggia e la roccia sono egualmente forti e egualmente deboli, entrambi esistono e fanno parte di un equilibrio e se loro esistono e su questa mentalità tu sei debole e forte allo stesso modo di quelli che ti criticano nel tuo clan, l'unica differenza tra te e una roccia è che tu puoi scegliere quanto far durare questa condizione, se essere debole o forte...e comunque non c'è nulla di male a essere deboli, è la tua debolezza che ti permette di apriti con il mondo per imparare> insomma le sta apertamente dicendo di ascoltare la sua lezione e impararla <si è fatto tardi> commenta lei dolcemente mentre lo guarda piegando la testa [ch off]

19:40 Kamichi:
 Continua la rubrica: Filosofi e dove trovarli, in quel loco che ormai è passato dall'abbracciare il dolce andare del sole, ad una buia notte che solitaria s'avvicina sempre di più. <Forse potresti avere ragione, potrei non essere ancora in grado di vedere il reale senso nella condizione in cui mi trovo> prende fiato, ascoltando ed accettando le parole di Mekura <Forse dovrei avere un pò più di fiducia in me stesso... ma questo non potrà succedere dall'oggi al domani, questo è poco ma sicuro> continua, andando ad ascoltare attentamente i discorsi di lei, volti probabilmente a creare e ad inspirare la tanto anelata fiducia nell'animo del biondo. <Chissà cosa mi avrebbero detto loro due questa sera> si domanda, romantico, o semplicemente malinconico <Forse mi avrebbero fatto lo stesso esempio della roccia e della pioggia, o forse avrebbero dato ragione a me ed al mio essere debole> sorride, girandosi verso la ragazza < o forse mi avrebbero incoraggiato ad andare avanti per scoprire cosa mi aspetta> effettivamente, ha iniziato un nuovo capitolo della sua vita, non son mica canzonette. <Spero proprio tu abbia ragione al riguardo, e chissà, magari la prossima volta che ci rivedremo sarò più forte> i villaggi sono enormi, ed entrambi sembrano appartenere a due ceti del tutto diverso <Non ti tratterrò ancora a lungo con le mie storielle malinconiche, anzi, grazie per la compagnia di quest'oggi> prende fiato <Saresti una brava madre secondo me, ne sono certo> nei suoi modi molto apprensivi, nel carattere pacato e dolce, gli ha richiamato un pò la figura materna in mente, nulla però di preoccupante. <A dire il vero nessuno ci spiega come avvenga questo rituale, dovrei restare qui ad aspettare qualcosa...> prende fiato <Forse nel mio caso, era destino che ci fossi proprio tu qui, sopra di lei> riferendosi all'hokage <Ma credo che resterò qui ancora per un pò, ho bisogno sicuramente di tutto quello che possono darmi questi due> scherzosamente <Quindi meglio abbondare haha> se la ridacchia, seduto sulla testa dell'hokage, aspettando una risposta della donna, o il suo allontanarsi.

19:52 Mekura:
 Si ferma quando sente quella affermazione "saresti una brava mamma". In quel momento si vede davanti tutti i suoi fallimenti come maestra e come genitore. Sorride, questa volta è un sorriso amaro. <forse perché sono effettivamente una madre> afferma la donna tenendo quel sorriso tirato prima di annuire e lasciare stare il ragazzo iniziando ad incamminarsi verso la scaletta. <sentiti libero di essere quello che vuoi e desideri essere, non piegarti ad altro se non alla tua volontà> e con questo saluto la donna allunga il passo e si affretta a scendere le scale. Ha il suo momento di debolezza adesso, il suo pensare ai suoi figli, il suo desiderio di essere quella madre che non è riuscita ad essere per dieci anni. Il tempo è volato ed erano cresciuti, sis era persa molto e doveva imparare a conoscerli...questo è il suo scopo e la sua volontà, questa è la sua forza e la sua più intrinseca debolezza ed è una lotta senza fine, una scesa a patti costante con quella bestia che è realmente lei. [end]

Kamichi incontra Mekura ed ha con lei una interessante conversazione sulla forza e sulla debolezza e sulle tradizioni di famiglia del primo.