Giocata del 09/02/2021 dalle 16:25 alle 21:52 nella chat "Bazaar"
Altra giornata di conseguenza altri giri. In mano ha un foglio di carta arrotolato, un piccolo copione che si sta impegnando per imparare a memoria, gironzola per il bazar in festa senza nemmeno far troppo caso alla gente, mormora giusto quelle parole, ogni tanto si limita a buttare un occhio ai fogli che ha in mano come per assicurarsi di aver usato le parole corrette o per aiutarsi a continuare in quello che è a tutti gli effetti un monologo, insomma lei è occupata a studiare per riuscire a guadagnare qualcosina con la futura comparsata, il provino che ha tra pochi giorni e per cui si sta preparando. Cammina per il territorio, tra i vari Bazar solo alla ricerca di qualche abito adatto, secondo lei, al personaggio che dovrà interpretare, gli occhi rossi quindi si muovono veloci seppur distratti in attesa di essere catturati da qualcosa e da qualcuno. Completamente struccata, si mostra senza alcuna maschera, i lunghi capelli, che ogni con la poca luce solare appaiono biondo cenere, raccolto in un messy bun sulla sommità della sua testa e un lunghissimo e sfibrato maglione nero, abbastanza lungo da coprirle fin sotto le natiche, così da fare da vestito, la spalla destra scoperta a causa di quello scollo ampio che comunque non mostra altro. Le calze a rete sulle gambe, non la coprono davvero dalle temperature meno calde rispetto a quelle del vero deserto ma le danno comunque l’impressione di essere protetta da eventuali folate di vento fredde. Ai piedi un paio di pesanti anfibi neri con le stringhe gialle, allacciati larghi così che non seguano precisamente ogni movimento del piede e risultino comodi da togliere. Palesemente era presa a far tutt’altro quando ha deciso di farsi un giretto all’esterno. Alza davvero poco i piedi da terra, quasi trascinandosi stanca, ieri è tornata a casa molto tardi e si è comunque dovuta svegliare ad un orario decente per iniziare ad immergersi in quella parte, senza contare le lezioni di recitazione a cui ha dovuto partecipare, seppur forse sia il caso di cambiare insegnanti, la sua carriera non sta ancora mostrando i risultati dei suoi studi, quindi, chiaramente è colpa dei suoi insegnanti. Sospira appena mentre rallenta il passo così da non andare a schiantarsi contro la signora davanti a lei. Sono tutti così felici per la sconfitta del Dio ma non se la sente di condividere gli stessi sentimenti, già due vecchi ninja sono riapparsi e rischia di ritrovarseli ovunque, non è un mondo che le piace quello in cui quegli sfigati idioti tornano a fare la bella vita come se nulla fosse, come se le loro mani non fossero sporche del sangue delle vittime del Dio e delle sue bestie [Bazaar] Quello non è un posto da lui spesso visitato, lo stile degli articoli venduti dai mercanti si allontana troppo dal suo, per non parlare dei colori poi, non apprezza più di tanto i colori caldi a meno che non siano accompagnati da altri colori freddi. Va in giro con i suoi tipici abiti comodi e urbani, formati perlopiù da pantaloni della tua, t-shirt, felpe con la cerniera e scarpe da ginnastica, ha abbandonato il codice delle uniformi shinobi da almeno un anno senza però lasciar andare i pigmenti simbolici di Kiri. Riesce a esprimere la sua appartenenza al villaggio anche attraverso le decorazioni infilate sui suoi rasta che, pur cambiandole spesso, rimangono sempre sulle tonalità del blu e del viola. Non indossa nemmeno il coprifronte della Nebbia, non avrebbe senso, ormai è diventato al pari di un accessorio superfluo, per stare in quartieri affollati, poi, è meglio essere neutri il più possibile. Certo, la sua presenza non è difficile da notare considerando che il suo abbigliamento è nettamente diverso dalla maggior parte dei passanti, è anche vero che non è così raro trovare visitatori provenienti da altri villaggi. Il meteo nuvoloso sarebbe perfetto per una passeggiata tranquilla nel Bazar, puntando l'occhio qua e là alla ricerca di qualche affare. Ma no, non sarebbe andata così. Niente di quel momento sarebbe stato tranquillo, per Daido, che pur essendosi svegliato di buon umore, era in preda al panico. Già, aveva preso appuntamento con un ignoto venditore, scoperto quasi per caso su ninjagram, con cui avrebbe dovuto concludere uno scambio, per ottenere cosa? Uno yo-yo, sì, il giocattolo. È così vecchio e poco considerato come giocattolo che non c'è mercato e non interessa a nessuno, motivo per cui i pochi artigiani che producono e vendono quegli oggetti semplicissimi sono rari e in certi casi intransigenti. Sì, perchè Daido non solo non ha la più pallida idea di dove si trovi il suo contatto, ma sa anche di essere in ritardo rispetto a quando si sono accordati per l'incontro. Quindi, molto semplicemente, sta correndo, come un pazzo, di qua e di là, senza meta, inciampando contro bancarelle e passanti, come una pallina dentro a un flipper. < Scusi! > Esclama dopo aver tirato accidentalmente una gomitata contro un povero signore. Mentre scattava da una parte all'altra come un cinghiale rabbioso, provava con i suoi occhi castani a intravedere tra la folla un giovane ragazzo dall'aspetto urbano simile al suo, possibilmente con uno yo-yo in mano. < Di quà! > Dice a un certo punto, non accorgendosi di star tornando indietro. Si sta muovendo contro l'afflusso dei passanti, che andava verso la direzione opposta alla sua. < Fatemi passare, via via! > Gli abitanti, a quel punto, iniziano inevitabilmente a squadrarlo, infastiditi da quell'atteggiamento irruente. Più passa il tempo e più sale la pressione, con la lieve consapevolezza che il suo venditore si possa stufare e andarsene da un momento all'altro. < Yoo! > Esordisce con un verso. < Yoo-yoo! > Questa volta emula lo stesso verso riferendosi però al giocattolo, quale modo azzeccato di farsi notare e, al tempo stesso, farsi ignorare spudoratamente dai passanti, probabilmente disinteressati da tale esuberanza. Spera davvero in una risposta quel suo yo-yo. [Bancarelle] Che tempo del cazzo. Se non fosse per le tanto acclamate bacheche dei cacciatori probabilmente non si sarebbe defilata dal suo buco d'appartamento neanche morta. Il pollice alliscia lo schermo del cellulare dal basso verso l'alto creando un movimento repentino e palesemente annoiato. Nessuna taglia. Le labbra esangui sembrano masticarsi l'un l'altra ingollando parole e imprecazioni nei riguardi di qualcuno, o forse qualcosa - o forse qualche antica entità nascosta nei meandri delle terre ninja. O nelle arcate celesti. < deve esser stata quella grande puttana > parla con lo schermo del cellulare, schivando abilmente le siluhette che affollano le vie del baazar cercando tra le molte bancarelle quella che vende il curry che, come tutti sappiamo, arriva proprio dalle antiche terre di Suna. I capelli corvini raccolti in uno chignon basso sulla nuca la fanno apparire come un corvetto diafano dagli occhi di ghiaccio che non hanno attenzione per null'altro se non quello schermo. A dire il vero non sta guardando niente, sta scorrendo a tempo perso - ancora - ancora, ed ancora. Fino ad impalarsi proprio davanti alla bancarella. Fissa lo schermo. Fissa la signora. Lo schermo. La signora. < hahaha > Madò, ma sto meme? Deve esser nuovo. Se la ride di gusto, fino a far diventare gli occhietti lucidi e le gote appena rosate. In un modo adorabile. < cazzo di cagnolini stupidi. Eff. > ... < Mi dia del curry vah, che mangio pollo da almeno un mese. > Un cinguettare rauco, la rende borderline tra una ragazza e un fanciullo efebico, se non fosse per le curvette infilate tutte nel posto giusto. Vestita di una camicetta grigia dall'odore di tabacco e lavanderia - ed un paio di pantaloni di jeans nero a vita alta con una catenella dorata al posto della cintura. < Ma secondo lei io come /cazzo/ ottengo un lavoro se mi scavallano tutte le taglie?! I kami mi fulminino se quella troia maledetta non cambia agenzia di cacciatori - ma vedi. Vedi se lo fa'. Vedi. > Oh come siete felici, vero? La città, tutto è in festa, pure gli animali che vedrete accoppiarsi in qualche anfratto, ma non è questo il momento di dedicarsi a loro . Non quando tutti attorno a voi sono felici e sorridenti, vi invitano a provar pietanze sconosciute e giochi particolari "E' FINITA QUESTO E' L'INIZIO DELLA NUOVA ERA DI PACE" ecco le voci e i cori che ptorete sentire . Tutto attorno a voi è colorato, felice , quelle tende circondate dalla sabbia che vi entra ovunque - anche in posti che non desiderate - i colori, gli odori orientali di spezie forti entrano su per le narici e vi impregnano, quasi vi gira la testa per alcune di quelle, ma una sensazione piacevole "venite miei cari, provate la nostra canapa speciale, vi rilasserà e vi farà vedere cosa si trova dentro i vostri esseri, dentro i vostri cuori! Volete sapere cosa si cela agli occhi? Venite pure a provare! " un venditore ambulante vi richiama tutti e tre, un uomo sulla quarantina con una pelle abbronzata e dorata, i muscoli che scivolano fuori dai pettorali scoperti , mentre i pantaloni bianchi e candidi coprono la parte bassa. La sua voce quasi vi ipnotizza mentre viene accompagnato da ballerine dalla pelle scura e dagli occhi verdi, dalle forme sinuose e dolci come i loro sorrisi che si rivolgono direttamente a Daido, e da quei ragazzi col fisico in mostra che sorridono principalmente alle donne come Nene e Saigo, coi loro denti bianchi e perfetti , coi loro corpi scolpiti e tonici, tutti vi invitano a prender posto sotto una tenda per metà aperta ove potrete vedere dei tavoli bassi circondati da cuscini sopra un tappeto enorme dai mille colori . I fumi che escono vi invitano ad entrare, a provare l'ebrezza di un viaggio fuori dal normale , fumi colorati che si inerpicano verso l'alto con disegni astratti, di esperienze da raccontare o da celare dentro i vostri animi. A voi la scelta, rischiare di scoprire cosa abita in voi o no? [ambient - se volete entrare ditemelo pure , altrimenti continuate pure in free ]
Non si accorge di tutto questo scombussolamento causato da un semplice ragazzo in panico, è troppo presa dal suo studio in questo momento e lo avrebbe anche ignorato se non venisse spinta a causa della folla che si sposta per fargli più o meno spazio e finisce per schiantarsi sulla sua spalla, sballottarla quel tonto che basta per farla barcollare ed imprecare, senza contare che fa cadere il copione <OH!> urla andando a cercare il colpevole nella folla e trovandolo anche abbastanza facilmente <ma ti pare> borbotta mentre veloce va a flettere in avanti la schiene allunga la mano destra verso il terreno solo per raggiungere il suo copione. Certo la folla alza la sabbia che le finisce persino nei capelli ma non è che le importi al momento, è praticamente con gli stessi abiti con cui se ne sta in casa sua, o meglio nel secondo appartamento dato che da quando ha scoperto l’innata qualcuno preme affinché si trasferisca tra le abitazioni del clan a Kusa. Effettua quel movimento velocemente, per non rischiare di farsi trascinare lontana o farsi schiacciare dalla folla. Sente quella voce, quel dolce annuncio e subito si rialza < QUEL RAGAZZO DEVE CALMARSI> urla così che tutti la sentano mentre la mano sinistra si porta ad indicare proprio Daido. Non sarebbe interessata poi a quell’offerta se non fosse che l’occhio cade sul copione e lette le sante parole *morta di overdose*. Fa spallucce, beh che male c’è a provare, si chiama solo ricerca, studio del personaggio, così le hanno insegnato. Motivo per cui cambierebbe direzione per curvare e portarsi proprio verso quella tenda, quel venditore pieno di vita che propone strani viaggi. Non si accorge subito della sua cara conoscenza, di quell’amica incontrata la prima volta per la stessa ragione per cui ora si è avvicinata al venditore <lo faccio solo per una parte> ci tiene a puntualizzarlo, lei non farebbe mai apertamente qualcosa di illegale, a lei piace mettere la gente della merda mica finirci. Sorride mostrando i denti bianchissimi grazie a quel super dentifricio sbiancante e l’intervento subito per essere credibili durante le riprese, beh almeno ha dei denti bellissimi ed è pure stata pagata, mostra quel sorriso tutta fiera. Non ha nulla di gentile la sua espressione intendiamoci bene è solo molto divertita e anche un pizzico supponente [Bazaar] Non importa quale direzione il suo sguardo avrebbe preso, di quell'ignoto venditore di yo-yo non sembra essercene traccia. Interrompendo quella corsa incontrollata si accorge del trambusto che lui stesso ha causato, presto riceve tale conferma dalle urla di una ragazza, che a occhio e croce può avere la sua età, il quale lo indica come se fosse il colpevole da linciare. Compie un paio di passi indietro e mette le mani avanti, scuotendole con imbarazzo. < Eheheh! Scusate. > Spera di cavarsela così, d'altronde non ha mai avuto la seria intenzione di inimicarsi un numero così spropositato di passanti. Nel porgere quelle scuse, tuttavia, non può fare a meno di accorgersi della presenza di carne. Curve definite e semplici, a rievocare la più passionevole e carnale delle pratiche sessuali. Il ragazzo ha appena quindici anni ma a livello ormonale si sente più che pronto ad abusare di quelle forme tanto sensuali. È attratto e stregato dalla bellezza quasi fiabesca di quelle danzatrici che, vicine a quei fumi, sembrano quasi venire da un altro mondo. < Uuh. Che roba! > Il colorito, dapprima neutro e scuro dei suoi zigomi, ora si fa sempre più rosso, formando un marroncino contaminato dall'evidente imbarazzo di un giovane alle prime armi. < Spero di avere uno yo-yo dentro di me! > Afferma, forse per spezzare l'atmosfera e apparire divertenti a una di quelle ballerine. Ci farebbe volentieri un giro panoramico sulle loro dune. < Perché solo una parte? > Domanda alla bionda rosata. < Dai, sembra figo. Io provo fino in fondo. > Spera di convincerla con la sua tranquillità nel sottoporsi alle speciali offerte del venditore ambulante. D'altronde Daido è sempre stata una persona particolarmente simpatica e persuasiva, il tipo di amico che vorresti sempre avere accanto e che riesce a convincerti a lasciarti andare anche durante le situazioni più rigide. Certo, ora la situazione appena creatasi è un po' particolare, ma mai dire mai. Senza ciondolare, dunque, avrebbe seguito le prossime indicazioni del venditore. [Bancarelle] Non è facile combattere con la sopravvivenza da quando Yasuo - anche detto 'papà' l'ha mollata dandole un due di picche grosso quanto una casa ed un paio di bollette di troppo da pagare. Soprattutto se contate che sta quella amabile ragazza che le frega continuamente le taglie più succose, o più alla sua portata. Una volta fatto sparire il cellulare dalla sua vista, finito sul fondo di una borsa a tracolla di pelle della classica forma a bauletto - finisce per ricavar il ragnetto dal suo famoso buco fissandosi sul proprio palmo. Dita come nodosi steli d'albero fanno tintinnare i pochi ryo rimasti dall'ultima grande caccia facendo comparire una gocciolina di sudore. E' sicura di voler del curry? Il pollo alla fine è saporito anche senza curry. Forse può campare di noodles bagnati. Forse. < ah... > Niente, vada per il curry. Alla fine lascia cadere le monete sul tavolo guadagnandosi un saluto cortese da parte della donna e finendo per naufragare dispersa nelle maree della povertà più assoluta. Yasuo è meglio per te se torni da noi perchè essere poveri è maledettamente stancante. Espira fuori un fiotto di frustrazione densa mentre il vociare del mercato la ingolla, puntellando gli occhi sulla schiena di Saigo - riconoscendone le vibe in mezzo ad un miliardo di persone; Falcate nevrotiche la fanno viaggiare tra i corpi di quest'ecosistema in osmosi che è il bazar, alzando il palmo in aria come se ne ricercasse l'attenzione. < Saigo > Nessuna enfasi, nessun tipo di eccitazione - però un sorriso fa' capolino sulle labbra, per quanto strano possa apparire. Per un istante non si cura di Daido - probabilmente distratta da qualcosa - però sembra inseguire la figura di quella fragolina tra le spire di un tossico. Come una fessa sta immobile, occheggiando quì e lì - ammollando la posizione per allacciarsi le braccia sotto il petto e rivolgere tutto il proprio vibe di scazzo travolgendo parte della popolazione di Kagegakure, probabilmente. < E' una truffa Saigo... E' solo un tossico. > Così come chi profetizza di leggere le carte, praticamente. Uno slancio del busto la fa' riemergere da un paio di spalle che le coprivano la visuale, allungando la mano verso l'uomo. E famoci sto viaggio introspettivo, vah. < Lo faccio con te, almeno non ho sulla coscienza il fatto che non t'ho portata a casa > Patti chiari amicizia lunga, come disse il saggio eremita. Ed è proprio mentre avanza verso l'ambulante che lancia uno sguardo di sbricio a Daido . . . E il suo yo-yo interno. < Vai per primo, yo-yo. > Tutti e tre decidete di entrare e mettervi alla prova, i fumi vi avvolgono come una nuvola, sentirete sibilare delle voci incomprensibili, lontane e ovattate e la luce del giorno andrà ad affievolirsi per divenire completamente notte. Le tende si chiudono , vi lasciano immersi in quel buio spirituale mentre verrete condotti ai vostri posti, Nene e Saigo accanto e Daido di fronte "miei cari, questa notte vedrete oltre il visibile, riuscirete a vedere i morti perfino se è vostro desiderio ma soprattutto cosa volete davvero da questa vita" il sorriso delle donne sembra quasi inquietante con le luci delle candele che s'accendono d'improvviso "sedetevi e godetevi la serata " sorridono tutti, e vi invitano coi loro tocchi a prender l'altro per mano "la canapa non andrà fumata" un dire strano eh? Eppure la canapa davanti a voi verrà accesa dalle candele stesse a da mani esperte "il loro fumo basterà" e quello che respirate miei cari non è fumo, non di quello che vi farà tossire, ma dolce o aspro, tutto avrà il sapore delle cose che più amate. Del cibo viene messo d'innanzi a voi e la testa inizierà a girare sempre di più per lasciarvi andare in un mondo spirituale "pensate ai vostri desideri di adesso, e le vostre bocche invece pronunceranno solo ciò che volete davvero" il sorriso dell'uomo scompare, così come la sua presenza, lasciandovi soli in compagnia di uomini che si avvicinano alle donzelle e alle donne per il ragazzo. Respirate ed enunciate ciò che volete davvero, ogni vostro pensiero sarà amplificato, ogni vostro desiderio pure, potrete far ciò che desiderate, potrete rendervi conto di ciò che siete . Carnalità e spiritualità adesso si incontrano. "la tenda è vostra" per davvero, e qui potrete far ciò che desiderate. Divertitevi . [continuate pure in free - utilizzate i png come volete nella legalità pls - per qualsiasi domanda chiedetemi pure - Buon divertimento miei cari]
Ed eccolo il casinista che prova a farsi perdonare, un’occhiataccia torva a quella che lei prende semplicemente come una battuta che non fa ridere. Scuote il suo grosso messy bun sulla testa scuotendo anche il viso, sconsolata davanti alle sue parole <mai uno furbo> commenta tra sé e sé, senza però far attenzione e non farsi sentire e sospira. Ecco poi una vocina chiamarla, una voce che ricorda sin troppo bene, anche se poi il ruolo di cacciatrice di tagli nel film non è andato a lei. Forse sarà che la ragazza difficilmente riesce a trovarsi lavoro e che quindi ha potuto imparare ben poco? Non importa le sta simpatica <Ohi Nene> replica semplicemente sorridendo e andando a infine e lasciare che quei fumi arrivino a lei prima che possa partorire altri pensieri più o meno sensati <andiamo su> ultime parole pronunciate prima di entrare e lasciarsi avvolgere dal buio, si schiarisce la gola un paio di volte nel dubbio. Forse non è stata una buona idea, appena si finisce a parlare di morti ogni singolo nervo in lei, ogni muscolo, ogni neurone spingono per farla scappare fuori, non vuole rivedere i suoi compagni, no grazie. Non è stata in grado di salvare anche loro, li ha persi tutti e di certo non vuole trovarsi ad affrontare una schiera di morti incazzati. Scuote il capo rabbrividendo a quelle parole mentre la testa inizia a girarle un pochino. Si infila il copione nell’elastico del reggiseno nero che spunta sulla spalla destra lasciata nuda dal cadere del maglione e poi allarga le braccia, una mano verso Nene, lei non sa nulla della storia ma le piace, la può considerare un’amica e che lo dica ad alta voce o meno è così spaventata che vuole il supporto di qualcuno. L’altra invece viene data a Daido, seppur non gli dia particolare peso, la allunga e aspetta, se dovesse davvero ritrovarsi a vedere tutti i suoi compagni morti meglio contare su uno scudo in più. Inspira profondamente e chiude gli occhi. Cosa vuole? La parte! No non è questo che le esce dalla bocca, forse difendere il villaggio? Nemmeno questo in realtà, vendicarsi? No, non la convince abbastanza da aprire la bocca. Proprio non ha idea di cosa potrebbe volere. La mente si immerge, lascia i pensieri vagare liberi, non che al momento possa contenerli. Vorrebbe che tutti quei maledetti morti restassero tali, quello sicuramente ma non è abbastanza <Potere> un sussurro flebile quello che esce dalle sue labbra. L’unica cosa che accomuna tutti i suoi desideri è quella. Vuole il potere di donare a Fuji la sua vecchia vita, vuole il potere per vendicarsi, vuole il potere per essere in grado di difendersi, lo vuole per smettere di avere paura dell’esterno ed infine lo vuole per ri-uccidere tutti quei maledetti egoisti che stanno tornando dal passato [Tenda] L'atmosfera si fa sempre più mistica, le parole del venditore ispirano sicurezza e tranquillità, come una culla in grado di condurre sempre più alla serenità. Viene a mancare il molesto parlottio dei passanti, lasciando spazio a un silenzio rilassante. < Che figoo... > Esprime a bassa voce lo stupore provato nel vedere il mondo magico e alternativo creato dentro a quella tenda, una piacevole fuga dalla realtà che molto presto si tradurrà in un'incrementale sensazione di piacere e benessere per via del fumo. Daido sente il sapore aspro e acidulo di una caramella con eccessive quantità di zucchero, di quel tipo che ti fanno chiudere gli occhi da quanto sono dolci, nonché uno dei suoi gusti preferiti. Le sue mani scure, dall'interno color nocciola, vengono avvicinate a Saigo e Nene, le ragazze appena incontrare, pronte ad avvolgere i loro palmi come indicato dalle guide di quel viaggio spirituale. Inizia a lasciarsi sempre più andare, a quel punto, facendosi sempre più da quelle rassicuranti parole. Può avere tutto quello che desiderare, sentire tutto quello che vuole, quella è la rapprentazione del paradiso. Sono tante le sue volontà, in quel momento. Gli piacerebbe assaggiare una parte di quelle curve brune che finora ha potuto solo pregustare, vorrebbe tanto trovare quel tipo dello yo-yo con cui era messo d'accordo. < Voglio essere uno yo-yo. > Dice, anzitutto, tenendo gli occhi socchiusi. Si corregge, poi, man mano che si lascia sempre più andare a quella piacevole sensazione di benessere. < No, voglio essere come uno yo-yo... mhhh, sì, come uno yo-yo. > Quel giocattolo può essere visto come l'ago di una bilancia, o anche come un equilibrio volatile, che rischia di iniziare roteare senza controllo da un momento all'altro ma che può essere guidato. Ecco cosa desidera, guidare, tenere a freno quello yo-yo pronto a impazzire, essere una figura d'ispirazione, qualcuno che può aiutare e tenere a bada gli altri. Papà è così, lo è sempre stato, un uomo dalle mille certezze, capace di farti sentire tranquillo e a casa anche mentre stai evacuando il tuo villaggio. < Che bello. > Afferma con certezza, a un certo punto, mentre le ballerine massaggiano il suo corpo come se volessero allentare la tensione accumulata durante la folle corsa di prima. [Bancarelle] La luce cambia al di là delle persone, così come varcando la soglia di quella tenda l'aria rarefatta dalla canapa sembra invaderle narici e labbra lasciandola assuefatta da odori che sembrava aver dimenticato. Il vecchio suono. L'odore della polvere. Il sangue misto alla fanghiglia. L'odore stantio del chiuso, dell'umido, del ferro. Sono davvero i suoi odori preferiti? Probabilmente la mente gioca in un ruolo totalmente difensivo rendendo i ricordi traumatici qualcosa di dolce ed adorato a cui attaccarci per far si che nulla, nulla, ci abbia davvero fatto male. L'odore della vecchia Oto, la stessa Oto caduta quando aveva solamente otto anni. Inspira e più inspira - più il petto le diventa una smorta cassa tremante con all'interno annidato qualcosa di sporco. Quella macchia sudicia della perversione che non puoi raccontare a nessuno, perchè sarebbe incompresa. < ... > Un sospiro zuccherino le sfiora le labbra, ed all'improvviso - sembra che i suoi pensieri vogliano uscire dalla bocca e palesarsi così, d'innanzi a tutti, in modo totalmente impudico. Le gambe flesse verso il pavimento la lasciano adagiarsi con le natiche sui polpacci e le mani poste a specchio sulle rispettive ginocchia. Insegue con gli occhietti la qualunque, quei due tocchetti di ghiaccio che sfilano dall'uomo alle donne che circondano il ragazzo yo-yo, solo per poi accorgersi di aver degli uomini fra lei e Saigo. Il taglio degli occhi s'addolcisce, finisce per render quei ghiacciai due isole adombrate dalla coltre di ciglia corvine. Finisce per stringere la mano di Saigo senza nemmeno sapere da dove sia sbucata. Senza nemmeno sapere se è stata effettivamente lei a cercarla. Cosa vuole? Come una annichilita mano nero pece il tormento la prende per la gola e la trascina verso il basso, la lascia esanime e le dona il brivido, il fiato - il fiato della vita. Le labbra si schiudono inseguendo quella coltre di pensieri, quelle voci che le urlano nella testa dove sovente sembra non volare un solo moscerino. < ? > Il cipiglio di chi vorrebbe riemergere, di chi non ha il controllo della situazione e questo... Inevitabilmente... Le genera panico. La mano gemella di quella che ha cercato ed accolto Saigo, si dirigerebbe verso Daido cercandone le dita. Scavalca donne e uomini divenuti uno sfondo impreciso dove i fumi sembrano portarle via il senno. <Voglio-- Voglio...> Non è facile scegliere una di quelle voci, non è facile scavare in profondità e tirar fuori di tutti, un tassello solo. Un unico, preciso, tassello. <Un sacco di soldi. Voglio fare una rissa e un sacco di soldi.> Oh non avete idea di quanti, un sacco, fino a non sapere dove metterli. Gli occhi come un pendolo colpiscono Daido - per poi ripiegare su Saigo. Potere, eh? La fissa forse troppo a lungo. Potere, beh, avere potere pure è interessante. < ... > Le labbra chiuse sfilano dal loro posto consolate dal passaggio della linguetta - un paio di ciocche d'ebano oscurano la vista sugli occhietti che solo a breve, fanno capolino. <Il potere crea avidità Saigo, dice Yasuo che non va' bene cercare il potere.> ... < E poi chi cazzo è sto qui?> Fissando finalmente Daido. Il viaggio interiore continua, non è l’unica ad avere una paura assurda in quel momento, sa che dietro l’angolo l’aspetta il suo personalissimo demone ed odia essere così debole ed in sua balia. Non si accorge però che la stessa situazione l’accomuna a Nene che per motivi diversi sembra provare la stessa cosa, trema appena anche la sua mano, le sue mani. Si siede, lascia che le gambe si affloscino delicatamente verso il terreno ed ormai dimentica di come si è vestita si limita a poggiare il sedere a terra ed incrociare le gambe come se stesse meditando. Gli occhi ancora chiusi mentre la stretta sui due si fa appena più forte, come se li pregasse di tirarla fuori da quello che sta facendo, quello in cui sta per imbattersi. Lontane però arrivano le loro voci <Certo> il sarcasmo non l’abbandona mai <il potere è avidità i soldi invece no Nene?> per quanto in cuor suo conosca già quella risposta la sua suona proprio come una domanda, come se si aspettasse davvero un ragionamento dietro a quelle sue affermazioni. Comunque, fare una bella rissa non è una cattiva idea, ci si sofferma per un istante e poi ridacchia, gli occhi chiusi e le parole dei due unite, che nelle sue orecchie si sono mescolate la tirano fuori da quello stato di panico. Ridacchia cercando di trattenersi e soffocandola un pochino ma si scuote tutta mentre lo fa. Palpebre ancora calate <una rissa con uno yo-yo> questo il pensiero che la sta facendo divertire così tanto, ciò che la tirando fuori dal tunnel in cui stava per infilarsi da sola <spacchi teste a colpe di Yo-yo> non si sa nemmeno a chi stia rispondendo, parla e si immagina quella scena. Un grosso Yo-Yo che combatte i nemici con lo stesso identico strumento che impersonifica. Ok questo la fa ridere. Non si trattiene e semplicemente scoppia in una bella risata. Poi la sua mente ricollega le domande dell’amica, le aveva chiesto qualcosa. Si è distratta e ha lasciato stare ma con un tempo di latenza non indifferente ora apre la bocca <è un cazzo di Yo-Yo Nene!> finalmente le risponde. La fissa qualche istante intensamente poi passa al ragazzo, lo osserva e scoppia a ridere. Facile capire cosa stia immaginando, ormai quella parola le si è fissata nella testa e si sta facendo dei viaggi non indifferenti in merito. Almeno si così si evita l’attacco di panico e il delirio che ne conseguirebbe [Tenda] Eppure, stranamente, vedere il suo vero desidero accresce la consapevolezza di quanto sia ben distante dal raggiungerlo. Non è nella posizione di guidare qualcuno, ora, non può essere un punto di riferimento, non si sente così tranquillo come suo padre. Non riesce ancora a sentirsi a casa, non sa cosa sono le responsabilità, ha avuto appena un assaggio dello stress, tantomeno è capace di insegnare e di farsi inseguire come un punto di riferimento. Sa solo dare il buon esempio, spaccia la sua simpatia agli altri nella speranza che questi riescano a coglierla e finisce lì il suo impegno, quasi sembra non conoscere un modo per andare oltre. Non crede di poter entrare nell'animo delle persone, né crede che le persone possano vedere in lui qualcuno con chissà quali doti ammirevoli, eppure cerca di capirle. Lo fa sempre, prova a superare le barriere che tutti erigono nel tentativo di proteggere la loro parte più fragile. < Sì, uno yo-yo. > Sorride alle parole di lei, che sembra aver colto il suo spirito. Può sembrare una cosa buffa, per qualcuno anche banale, ma il messaggio che c'è dietro è tutt'altro che scontato. < Uno yo-yo, se non lo controlli, rotola via... lo perdi. > Pensa a quanto possa essere terribile perdere uno yo-yo, esperienza che fortunatamente non ha ancora vissuto. < Controllo, controllo! > Esclama, con un sorriso stampato in volto a creare un netto contrasto tra la sua scura carnagione e i denti color avorio, segno probabilmente di una discreta pulizia dentale. < Controllo è... è potere. > Lo afferma con convinzione, connettendo quel suo tassello con quello appartenente a Saigo. Si sente quasi più come lei ora, più vicino, sebbene non desideri la stessa cosa, sente quasi come se potesse comprendere di più il suo desiderio. D'altronde, spesso il potere deriva dalla volontà di avere tutto sotto controllo, prevedibile e gestibile, in modo che niente possa andare storto, un'incapacità di gestire l'imprevedibilità. < Sono Daido, ma anche Yo-yo mi va bene. > Mantiene quel sorriso felice, coadiuvato soprattutto dagli effetti del fumo. < Che dici, con tutti quei soldi mi compreresti uno yo-yo? > Le domanda a mo' di battuta, cercando di spezzare quella sensazione di diffidenza e incertezza che vedeva nel suo sguardo. Riusciva meno a immedesimarsi in lei, probabilmente perché non aveva idea di quanto aveva dovuto patire fino a quel momento, eppure a modo suo ci prova. Prova ad avvicinarsi a tutti, almeno un po', sempre. Non deve per forza nascere un'amicizia, a lui basta anche solo che il ghiaccio si rompa. [Bancarelle] Si perde, le espressioni si fanno sempre più confuse - come se Saigo fosse capace di smontarle in un attimo in castello di carte eretto su fondamenta fragili che però - ha impegato tutta una vita a costruire del tutto mostrandolo saldo, soprattutto a se' stessa. Quel brivido a cui ci eravamo appellate prima le risale la bocca dello stomaco, come un conato di vomito che le solletica la gola - lasciandola allibita d'innanzi ad una delle molte verità. Yasuo le ha detto una cazzata? Non lo ha mai fatto - non palesemente almeno - e come un buon cane fedele - scuote il capo in un cenno di diniego, cercando di smontare totalmente l'ideale che la rosata cerca di inculcarle. < I soldi sono solo soldi, Saigo. > ... < Al potere ci devi arrivare a dispetto degli altri. E poi con il potere che ci fai? Mica ci mangi. > Alza le spallucce lasciando andare lentamente le mani - le stesse che scorrono piano sulle tasche simulando la ricerca di qualcosa che non ha appresso, probabilmente. O forse cerca il cellulare per vedere se ci sono annunci di taglie da recuperare. Come può esser tutto così leggero, però? Sghignazza come se la stessa Saigo avesse la risata contagiosa - decadendo come pioggia a ridosso delle cosce, curvandosi come un condor in avanti, stabilizzando la posizione. Le anche adagiate piano all'indietro la portano ad allungar le gambette verso il centro della tenda. Braccia che finiscono per oltrepassare i fianchi sostenendosi pigramente con il palmo della mancina. E se Daido cerca la rottura dei ghiacciai - Nene la serve come portata principare d'un piatto avvelenato. Metaforicamente parlando. La ritta leverebbe il gomito dal fianco delle costole, rivolgendo alla volta del cioccolatino l'avabraccio e di conseguenza, il palmo. Come una trappola fatta di palmo e dita. Come una bambola di porcellana che non è esattamente quello che ti aspetti. Tenterebbe di bloccargli il viso tra indice e pollice, sorretto al di sotto del mento. Una forza che non si addice ad una signorina. Uno sguardo che rimesta veleno nelle profondità abissali di un anima che, ohinoi, è fetiscente. < Non ti comprerei un cazzo. > Alla fine, è la prima volta che lo vede. Esser affilati come rasoi è riduttivo, così come cercherebbe di tastar la pelle delle guance sotto i polpastrelli stringendogli la mascella leggermente, giusto per pungolarne la paura. Come un gatto che pizzica la coda del topo. < Ma tu vuoi uno yo-yo, o vuoi esserlo? > ... < Se vuoi esserlo, possiamo provare a giocare. > Rauca, una vocina graffiante le risale la gola asciutta - tenterebbe di spinger via il giovane, proprio in direzione di Saigo - esattamente dalla mascella. E finalmente sorride anche lei, come lui ha sorriso fino ad adesso - lasciandosi andare ad una risata adorabile. La classica risata della ragazza di cui ti innamoreresti in accademia, a conti fatti. Il gioco sarebbe appunto far oscillare Daido come uno yo-yo. Guarda il lato positivo, neretto del mio cuore, ancora non ha risvegliato le ghiandole salivari. < hahaha - vai Saigo, il ragazzo vuole esser uno yo-yo, esaudiamo il suo desiderio > Li ascolta permettendosi ora di lasciare le loro mani e andare a fissare il cibo, estraniandosi dai loro discorsi non sa nemmeno quanto tempo. Apre la bocca, la dentatura che spunta appena oltre quelle labbra chiare come la sua pelle, così candida da faticare a crederla un’abitante di Suna o quantomeno una frequentatrice del villaggio quando ancora era tale. Quelli sono dei datteri enormi, ne è decisamente sicura. Datteri. Li fissa. Silenzio e una piccola bavetta che va a formarsi sulla sua lingua. Sporge in avanti il busto. Ora quella bavetta si fa strada aiutata anche dalla gravita fino a giungere alle sue labbra. Spalanca gli occhi. Chiude la bocca e inspira profondamente per cercare di tirar su la bava. Sarà saggio mangiare? Ma ha fame, tanta fame <ho fame cazzo> appunto. Manco sa se la stanno ascoltando, tanto meno è conscia di aver pronunciato quelle parole ad alta voce. La questione Yo-Yo è stata momentaneamente cancellata dalla sua mente, ora tutta presa dai datteri. Come un grillo salta da un argomento all’altro senza mai soffermarsi, come se ne andasse della sua stessa vita, se si fermasse a riflettere ora sarebbe, con ogni probabilità, riversa in un laghetto formato dalle sue stelle lacrime, con i muscoli bloccati dal panico, pietrificata e tremante al contempo. Ma tanto non ci pensa. La mano destra si allunga lentamente, molto lentamente. Lo sguardo si fa concentrato. Ora nessuno potrà saperlo ma lei è convintissima di aver effettuato uno scatto, di aver teso i suoi muscoli al massimo delle loro capacità e aver delicatamente preso un dattero o due. Nella realtà lei si sporge verso il tavolino allunga il braccio come lo scatto di un bradipo e poggia pesante la mano su quel piatto. Chiude le dita avide su quanti più datteri possibili e se li butta in bocca. Se nei suoi piani si è mossa come una delicata farfalla nella realtà è stata come un elefante nella cristalleria tanto che è riuscita a ribaltare tutto il piatto dei datteri a terra. Da considerare in aggiunta in tutto questo c’è il fattore “Daido” che se fosse stato spinto a tutti gli effetti dovrebbe arrivarle addosso proprio nel momento in cui si sta per mettere in bocca il cibo, cosa che le causerebbe un incontrollato movimento del braccio in avanti collegato all’incapacità momentanea di richiudere le dita, riassumendo: altri datteri a terra. Lei comunque mastica cinque secondi buoni prima di sbattere le palpebre e accorgersi del misfatto: non sta mangiando nulla e tutti i datteri sono a terra <chi è stato?> si alzerebbe a questo punto, sempre convinta d’agire di scatto ma nella realtà muovendosi a rallentatore <CHI CAZZO E’ STATO?> urla adesso e si volta verso i due compagni di avventura. Spalanca completamente gli occhi, come a volerli far andare fuori dalle orbite e la destra si chiude a pugno, come se stesse impugnando un Kunai invisibile <non lo vede che sto smarmellata?> domanda piegando solamente il busto in loro direzione. [Tenda] Qualcuno potrebbe pensare: se è un ragazzo così tranquillo, simpatico e amichevole, perché dovrebbe preoccuparsi del controllo? Sembra già abile a controllare sé stesso come uno Yo-Yo, quindi quel desiderio non avrebbe senso. Eppure lui lo sente davvero tanto quel bisogno di sapersi controllare, determinato dal suo più grande punto debole. In parte, lui è proprio come uno Yo-yo, pronto a rotolare da un momento all'altro senza controllo, una bomba pronta ad esplodere dagli effetti devastanti, come un motore che dev'essere costantemente refrigerato. Il suo problema prende forma di un surriscaldamento innescato da emozioni forti, provate fin da bambino, dall'intensità talvolta incontrollabile. Egli oscilla tra una temperatura e l'altra, in cui cerca di tenere il mercurio dentro al termometro senza farlo scoppiare. Sì avverte, in quella tela colorata di felicità e benessere, una macchia scura d'inchiostro, che spezza l'atmosfera, Nana. Parole secche, le sue, taglienti. Come un cancro che compromette le funzioni di un organismo sano. È impossibile continuare a rilassarsi con quella presenza, così subdola e al tempo stesso così rumorosa. < Va bene, allora me lo prendo da solo. > Fa spallucce senza perdersi d'animo, mostrando ancora quel suo sorriso genuino. Certo, non può andare d'accordo con tutti, ma almeno ci sta provando. Poi, però, la situazione prende una piega interessante. A quel punto le parole di Nene sono come una chiazza di petrolio in un mare limpido, l'atmosfera mistica non è più quella di prima, è stata rovinata. Non è più facile come prima perdersi tra quei tocchi delle ballerine e l'effetto del fumo, per quanto lo stia ancora in parte subendo. < Lo posso essere, sì, ma non per gioco. > Si può avvertire un accenno di serietà nelle sue parole, tant'é che per quanto sia impossibile da cogliere per loro lui si sta riferendo a una tecnica appartenente al suo clan capace di farlo diventare come una distruttiva palla rotolante. Aveva imparato a eseguire il Proiettile Umano Travolgente basandosi proprio sul comportamento degli yo-yo. Comunque, nonostante ci sia quella lieve nota di serietà, il suo volto disinibito e allegro tradisce lo tradisce. Non reagisce ai movimenti di lei, non si sposta né ferma quella mano, che ora afferra il suo volto come con un pallone da rugby. Non si oppone a tale azione anche se potrebbe, d'altronde il ragazzo ha delle buone capacità fisiche e ne sa qualcosa di Taijutsu, oltre ad avere una corporatura molto resistente. Palesa, in questo modo, le sue intenzioni pacifiche, non è nemmeno spaventato da lei, piuttosto si sente confuso. Pensa, per un attimo, di aver detto qualcosa di sbagliato, preparandosi a scusarsi di qualcosa che nemmeno ha fatto. Viene spinto e, in assenza di equilibrio, finisce inevitabilmente contro Saigo, che però non sembra essere pronta a intercettare quel yo-yo umano, finendole addosso. Usa le mani, a quel punto, per rialzarsi e successivamente recuperare alcuni dei datteri caduti, nel tentativo di rimediare al danno. < Oh... scusami! Mi ha spinto. > La bionda rosata sembra essere davvero infastidita dal malanno, ci tiene così tanto a mangiare quei datteri. < Sei carina. > Afferma a questo punto, di getto, può sembrare quasi detto a caso. In realtà probabilmente è dato dal fatto che un Akimichi non può fare a meno di sentirsi a tratto da una ragazza che mangia cibo con tale passione. Il complimento, in ogni caso, è genuino, e l'avrebbe rivolto volentieri anche alla goccia d'inchiostro, ma la situazione non lo permette. Si volta verso di lei per un attimo. < Se non controlli lo Yo-Yo, rotola via. > Questa volta però non sorride, il suo viso è neutro, le fa notare che quanto aveva detto prima in merito al suo desiderio, si era appena applicato nella realtà con lui che andava addosso alla ragazza affamata. In tutto ciò, le ballerina hanno smesso di palpare Daido, quasi come se stessero notando una presa di coscienza da parte sua. Non sono più interessate, lo vogliono più tranquillo, più relax e meno parole. [Bancarelle] Probabilmente mentre Saigo è incastrata nel suo brevissimo lasso di tempo che dura una vita accade tutto quello che deve accadere, ovvero, Nene che bullizza Daido - o chiunque esso voglia essere per questo adorabile spin-off che nessuno ha veramente richiesto (...) forse. Se la ride, la giovane salamandra, nascondendosi la bocca nel palmo mentre piano il busto ritornerebbe eretto al suo posto di partenza. Le gambe svaccate non hanno pace e ritornano raccolte con le piante che s'approssimano alle natiche e le ginocchia che si schiacciano contro il petto. I datteri? Wo- da quanto tempo sono lì? Mentre volano sembra godersi tutta la scena a rallentatore, totalmente inerme. Avete presente quando vedete una catastrofe incombente e non riuscite a fare niente per dirottarla? Esattamente. Esattamente l'emblema dell'impotenza. <*plick - plick*> Sfarfalla le ciglia due volte mentre inesorabilmente l'espressione cambia, nefasta, dal divertimento più totale - alla quasi disperazione. < guarda cos'hai combinato mozzarellone > Il palmo si rivolta verso i datteri a terra che lui, di tutta risposta - sta raccogliendo per Saigo. Rimane lì, forse troppo poco filosofica per quella stilettata di parole che canta l'akimichi - forse troppo poco romantica per le parole che lui rivolge all'attrice - e per i danzatori che ne ricercano le attenzioni lasciandola solamente un poco infastidita da tutta questa vicinanza. Tutto questo tocchignare. E quando ne allontana uno, lo fa' con un rigetto di spalle, come se avesse finito di schifarla una volta per tutte. < E smettila cazzo > Accompagna docilmente il percorso del ballerino con la mano, allontanandoselo di dosso e spingendo piano i plantari contro il pavimento per raccogliere anche lei un dattero dato che il pacino inizia a miagolare strani versi. Ha fame. Ma non è solamente la fame chimica dovuta all'effetto della canapa. Ha fame in generale, una fame boia. Il musetto riversa il sorriso divertito per aver lanciato Daido addosso a Saigo in un broncio dovuto al non avere niente in frigo, e non aver nessuno su cui contare per risolvere questo stramaledetto problema. < E allora rotola via mozzarella pervertita, la mia amica è fidanzata con uno in sedia a rotelle. Non ti fai schifo a fottere le ragazze agli handicappati? > Sibila lei, incastrandosi il dattero in bocca, con tutto il nocciolino. Lo mastica, lascia che il nocciolino sgusci via, impastandosi la bocca già ampliamente impastata da tutti sti maledetti fumi. Le ciocchette nere che le carezzano la pelle oscillano mentre sfila lo sguardo da lui, alla rosata totalmente immersa nella disperazione della fame. Una condizione che lei conosce bene. < Devo andare Saigo, non ti far toccare le tettine...> Così, una raccomandazione come molte altre, letteralmente come: Non correre in macchina che c'è nebbia. Gambe come fusi che si muovono verso l'uscita dalla tenda, ma prima di andare del tutto la mano s'allunga verso Diado: Un simbolo mistico, arcaico, lontano nello spazio e nel tempo. Come uno dei sigilli, uno completamente nuovo. Dal pugno rivolto verso l'alto emerge il dito medio, affusolato e nodoso per via delle nocchette che sporgono spigolose, mostrandosi in tutta la sua efficienza. < Fottiti > Una leggerissima forma di misandria? Chi lo sa. A prestissimo, fattoni. [ e n d ] Non sa da dove vengano quei datteri e così mentre li fissa tutta smarmellata allunga la mano sinistra, ancora convinta di muoversi veloce. Va a toccare quel cibo raccolto che non si è accorta provenire dal pavimento e li riprende. Non smette di fissarli torna e con le pupille belle dilatate mentre si porta quella manciata in bocca e senza cambiare posizione se ne sta ferma. Unica nota di cambiamento è la mascella che si muove, aprendosi e mostrando il suo bolo più di una volta, per togliere il frutto dal seme e masticarlo. Semi che, manco fosse un criceto, vengono depositati tra denti e guance ai lati lasciando così che il suo viso si allarghi <scvuoi un bascietto yo-yo?> domanda sorridendo lei, mentre parla sputacchia parte di quel cibo che si è infilata in bocca. Deglutisce poi quello se serve voltandosi dunque verso l’amica, i semi ancora in bocca che le impediscono di parlare correttamente <chi è shu una carroshina?> la domanda ha senso davvero e per due motivi, primo non sta con Fuji, secondo nella sua testa Fuji è un ninja dalle ottime abilità e fin troppo spesso dimentica la sua condizione, nella sua testa oscilla tra l’essere un cadavere schiantato contro al muro o un ragazzino pimpante e pieno di talento. Con calma ma ci arriva però, raddrizza la schiena e scuote il capo con vigore, lentamente ma con vigore. Un seme pian piano esce dalla sua posizione e si ferma proprio a metà tra le sue labbra e la libertà. Lo sputa vin mezzo agli altri a terra, tanto ormai <ma io mica sto con quel pirla> puntualizza lei. Oh anni fa avrebbe fatto carte false pur di potersi definire la sua fidanzatina, ma è tutto cambiato da allora, le è persino arrivato il ciclo e figurarsi se i suoi ormoni le permettono di avere sentimenti, provare qualcosa che vada oltre il mero aspetto fisico. Eccola poi sputare a terra anche gli altri semi di dattero per poi imbronciarsi <OH NENE LE MIE TETTE SONO GROSSE IL GIUSTO> puntualizza offesa e si sposta <ci sentiamo comunque> aggiunge mentre abbassa lo sguardo verso il suo maglione e con classe invidiabile usa la destra per allargarselo e osservarsi il petto, confusa e dubbiosa. Forse sono piccole davvero, non lo sa. Ma ragiona molto lentamente quindi non le viene in mente di mostrarle per chiedere opinioni in merito, almeno quello [Tenda] Trova piuttosto divertenti i tentativi dei bellerini, imperterriti, di giochicchiare con Nene, che dal suo canto fa il possibile per allontanarli ed evitare che le loro mani la tocchino. Altro scenario buffo è quello di Saigo impegnata con i datteri e i semi, sembra comportarsi come un animale in preparazione al letargo. Realizza, mentre Nene gli rivolge un'avvertimento circa la ragazza affamata, che molto probabilmente non è riuscito a entrare in simpatica con lei. Ciò non lo fa stare bene, affatto, in parte sente di aver sbagliato qualcosa, non riesce a capire semplicemente che gli hanno appena messo i piedi sopra la testa e si sono approfittati della sua ingenuità. < Mi sa che non le sto simpatico. > Dice, abbassando lo sguardo, dopo che la nuova conoscenza gli ha rivolto un gesto per niente amichevole. Si sente triste, come se la canapa amplificasse quell'embrionale sentimento di disagio dovuto all'acceso scambio di battute con Nene. Per distrarsi da quella sensazione, sposta lo sguardo su Saigo, ancora impegnata a mangiare. < Stai facendo scorta per l'inverno? > Non pensava che le guance potessero espandersi così tanto per contenere semi, si sta trasformando in un criceto. Anche lui, inevitabilmente, avverte una forte fame, che si manifesta come una fauce all'interno del suo stomaco pronta a divorare qualsiasi cosa. < Anche io ho una fame bestia... dov'è che si mangia bene qui? > Non conosce bene quei quartieri, ma sente il bisogno di mangiare un piatto completo, preferibilmente a base di carne. I datteri, così semplici, non sembrano appetitosi per lui. < Aaah... basta! > Dopo una stiracchiata, si alza a fatica, scollandosi dai morbidi corpi di quelle ballerine. Ormai la fame ha superato l'erotismo, saranno passati almeno una ventina di minuti da quando sono entrati lì. È arrivato il momento di uscire, tornare alla normalità e soprattutto mangiare, mangiare come non mai, abbuffarsi fino a implodere. Il viaggio mistico, in ogni caso, è stato bello, sarebbe stato meglio se Nene fosse stata più amichevole, ma come prima esperienza tutto sommato è andato bene. < Saigo! > Esclama il suo nome, l'aveva appena imparato dalla sua amica. Ha trovato buffo quello scambio di battute sulle sue tette, ma al momento di forme e dune ne ha viste già abbastanza, è saturo, da precedente alla pappa. < Resti lì a mangiare i datteri o vuoi qualcosa di più buono? > Chi lo sa, può anche essere che lei abbia una preferenza per la frutta. Da lì a poco, comunque, sarebbe lentamente uscito dalla tenta, attaccandosi al morbido tessuto di quest'ultima per restare in equilibrio. Niente bacino pare, non è interessato a lei, sarà perché ha le tette piccole? Se le fissa ancora qualche attimo mentre lui continua a parlare. No, non sono poi così piccole, certo non ha due bei meloni ma due piccole mele sì, non è così male. Ora le stanno venendo i dubbi. SI sofferma così a lungo a pensarci che si perde completamente le prime parole del ragazzo, o meglio le sente ma capisce che le sta parlando con una lentezza a dir poco imbarazzante <inverno?> domanda lei che ormai ne ha avuto qualche assaggio negli ultimi anni ma che comunque continua a far fatica a familiarizzare con il concetto, insomma lei è di Suna, fa sempre caldo lì. Riabbassa lo sguardo sul suo seno, senza altro da aggiungere, tace mentre continua a fissarlo. Intanto il ragazzo la chiama, le fa un’offerta ma lei non reagisce, non ancora almeno. Qualche ciuffo biondo cade sulla sua fronte andando semplicemente a coprirle parte del viso, si sta sciogliendo quel complesso di forcine ed elastici che ha in testa. Passa intanto a riflettere sul significato di fare scorte per l’inverno mentre la mano lascia il maglione e lo sguardo si sposta verso tutto il resto di persone lì presenti, che aveva bellamente ignorato. Appare piuttosto sorpresa a dirla tutta, quasi spaventata dal loro essere apparsi dal nulla, non capisce che si è solo dimenticata di loro e che è fatta come una pigna, figurarsi. Sorride sorniona poi alzando lo sguardo verso Daido per rispondere, ma ormai lui si sta allontanando, come si muove veloce ragazzi! La sua capacità di percepire spazio e tempo sono andate un attimo k.o <ma io devo studiare cazzo!> e con questa esclamazione senza più dare retta ad anima viva farebbe per uscire e tornare verso casa sua, il copione lo cercherà a lungo prima di accorgersi di esserselo messa sul petto sotto alla spallina del reggiseno e una volta trovato si addormenterà beata. Forse la parte della morte di overdose in quel nuovo film non riuscirà ad interpretarla, avrebbe avuto giusto un paio di battute ma difficilmente domani le ricorderà o sarà abbastanza sveglia da portele interpretare come si deve. O forse ci riuscirà proprio grazie ai postumi di questa serata? Chi lo sa [end] [Bazaar] Ogni giorno in cui si conosce qualcuno di nuovo è un giorno ben speso per Daido, che tuttavia avrebbe preferito un contesto più tranquillo e meno alterato dal fumo, ma non c'è male. Ha incontrato due nuove ragazze nel quartiere di Suna, si è divertito un po' in quell'esperienza surreale, si è fatto palpare da ballerine formose e infine, molto presto, concluderà con un pasto da gigante. Certo, ammesso che riesca a trovare e raggiungere un ristorante da quelle parti. Mentre attende la risposta di Saigo, si accorge di quanto lei sia persa, probabilmente per via dei pesanti effetti di quel fumo. Anche lui si sente un po' fatto e poco lucido, però prova a trascinarsi in avanti aggrappandosi con le mani a qualsiasi cosa. Uscito fuori dalla tenda, si accorge di come la luce esterna sia amplificata, apparendo accecante, mentre i suoni sono completamente soffocati, come se la folla non producesse alcun rumore. Forse è per quello che dentro la tenda l'ambiente era buio e isolato. Mentre con lo sguardo si faceva strada tra quei flash abbaglianti di luce, alla ricerca di ombre come punti di riferimento, sente Saigo parlare all'interno e poco dopo la vede anche uscire. < Yo-Yo ti saluta, Saigo! > Parla in terza persona nella speranza di farsi capire più facilmente, giacché prima lei sembrava confusa rispetto alle domande da lui poste, magari così è più semplice per lei sentire e rielaborare le frasi. < Quiindi... > Prova a ricapitolare mentalmente quello che vuole fare. < Mangio e poi... e poi, cercoo... torno a cercare lo yo-yo! > Certo, peccato che l'appuntamento era pianificato per cinquanta minuti prima e, non essendosi presentato, il venditore giustamente se n'è andato. Forse la prossima volta sarebbe meglio farsi dire di più sul luogo d'incontro, ma poco male, insomma, Daido non è nemmeno nelle condizioni di pensare a questo al momento. [END]