Alleati
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Giocata del 09/02/2021 dalle 15:44 alle 20:48 nella chat "Quartiere Notturno"
La serata è stata devastante. Sono realmente riusciti a portarsi dietro tre donzelle che lui, sia chiaro, non ha saputo pagare se non con quelle poche pasticche che aveva ancora dietro. E per fortuna, oseremmo dire. E' riuscito a racimolare qualche ryo rubandolo direttamente dalle borsette delle fanciulle, scappando via subito dopo. Adesso s'è messo a fare il borseggiatore, ovviamente. Mica scemo, in qualche modo deve riuscire a racimolare il bottino perso, anche se si tratta d'un sogno deve seguire delle regole ben precise. Indossa gli stessi abiti della sera prima: una camicia a righe dalle tonalità sgargianti del giallo, del viola e dell'arancio; un paio di pantaloni neri sorretti da un paio di bretelle e delle scarpe semplici ma di due colori differenti. Probabilmente non sono neanche del suo numero, ma questo non è un dettaglio fondamentale. Cercare i vestiti nei cassonetti porta inesorabilmente a questo. Ed è esattamente tra questi che giace dormiente. La testa gettata all'indietro, a stella marina. Braccia e gambe totalmente divaricate, schiena poggiata contro dei sacchi dell'immondizia neri e dei cartoni utilizzati come cuscino per cercare di trovare una posizione quanto più comoda possibile. Alla sua sinistra, dei cassonetti; alla sua destra, una pozza di vomito presumibilmente appartenente proprio a Rasetsu. Russa anche piuttosto rumorosamente in quel vicolo, mentre tutt'attorno a lui la vita notturna è ormai passata, lasciando posto al deserto mattutino della gente che deve ancora riprendersi da quanto fatto la sera precedente. Lui, in primis: notte della quale ha ben poca memoria. Adesso, poi, sta persino dormendo tranquillo e beato. Non siamo contenti per lui? Ha trovato almeno un posticino per la notte. [ Chakra OFF ] Tra tutti quelli che avrebbe potuto trovare... proprio il rosso? Ma ricominciamo da capo, riavvolgiamo il nastro della situazione. E' andata a dormire a casa di Shiroyuki - con il terrore che non fosse lui - ed è sgattaiolata la mattina presto da quella casa, non dopo una doccia e un cambio di vestiti. La fortuna di vivere ad Ame? La gente sa come vestirsi, i tessuti sono ottimi , i kimoni splendidamente rifiniti, e ciò le ha ridonato l'aria di un tempo. I lunghi capelli sono raccolti in una cosa alta sul capo, i fili rossi che scivolano sotto le natiche ormai e il viso sottile si limita a guardar di bieco la vita che trascorre, frenetica, veloce, i canti e i balli che si son fatti più sfrenati sebbene sia ancora il pomeriggio e la luce del sole è alta ancora per permettersi di bere. Si, vorrebbe farlo, svenire in un incoscienza tale da non svegliarsi, eppure farlo dentro la magione di qualcun altro non è esattamente una buona maniera, se non si pensa il farlo sole e fuori, ecco perchè si trova in quel quartiere - sebbene sia sulla terra di Kusa, tanto odiata, ma adesso quell'odio sembra esser sparito come il viso di Yukio stesso - camminando rasente ai muri per evitar d'esser vista, sebbene la propria veste, bianca con quei ricami argentati sia potente quanto un riflettore. E' in quella camminata, alla ricerca di "qualcosa" che s'avvede d'un rosso tanto simile al proprio e riconoscibile. L'unico altro in grado di portare quel colore < RASETSU > un grido, le mani che proverebbero a schiaffeggiarlo ignorando la puzza che sale da quel cassonetto < svegliati > e li continuerebbe con quelle torture per far svegliare il rosso. Tra tutti quanti, proprio lui? E' una maledizione. E' talmente rilassato da non immaginare neanche per un istante che qualcuno possa svegliarlo di soprassalto. A stella marina, non sembra muoversi affatto. Anzi, brontola qualcosa nel sonno e si gira su un fianco come un bambino. Posizione fetale quella assunta, pare stia persino sognando. Agita una mano nell'aria come se le dita stessero afferrando qualcosa, qualcosa di morbido, magari una natica che non sarà, per ovvi motivi, quella di Sango. Resta ancora perfettamente coricato quando la fanciulla grida a gran voce il suo nome. <Sì, ti prego, urlalo più forte.> Sogghigna mostrando quei lunghi dentini acuminati, ghignando come suo solito persino nel sonno. Tuttavia, son quelle mani che lo schiaffeggiano che fanno in modo che apra appena un occhio verdastro screziato di giallo, adocchiando la figura della Ishiba che sembra proprio tentare di svegliarlo in tutti i modi. <OOOOOOH!> Le urla contro una volta resosi conto che sta proprio cercando di infastidirlo in tutti i modi conosciuti. <Sbottonami i pantaloni e prenditelo se lo vuoi così tanto> Lo ha già provato una volta e temo le basti per tutta la vita, quindi magari metti bene a fuoco la figura che hai davanti prima di fare delle stronzate delle quali potresti oltremodo pentirti. Okay? Va bene? E invece no. <ma lasciami dormire che ho fatto baldoria tutta la notte.> Mugugna, mentre andrebbe subito a chiudere di nuovo gli occhi. Insomma, lo vogliamo lasciar in pace questo povero ragazzo che ha cercato soltanto di dormire un pochetto di più? Certo, in mezzo ai cassonetti, ma meglio di dormire sotto un ponte. Oh beh, non saprei dirlo con esattezza, ma lui sembra veramente tanto contento e non ha ancora riconosciuto Sango. [ Chakra OFF ] Le mani scuotono quel corpo privo di forze, sebbene una delle sue vadano per il proprio sedere tastandolo e una vena si gonfia sulla tempia di irritazione, sebbene rimembri come l'altro l'abbia sempre apprezzata per il suo lato B che per altro, probabilmente non ricorda nemmeno il proprio nome. Il silenzio del piccolo vicolo che viene rotto da quelle urla e quella frase che escono biascicate dall'uomo < ti pare modo di comportarti con una signora? > il ringhio basso e "SBAM" prova a dargli un ceffone così forte direttamente sulla guancia libera, un modo molto rude per svegliare qualcuno, ma un modo efficace. Le dita che stringerebbero solo adesso le sue vesti da circo provando a tirarlo verso di se, e verso la strada per farlo ruzzolare ovviamente giù < puzzi e sei completamente sporco, chi mai verrebbe a letto con te in questo modo? > beh qualcuno lo ha fatto, ma l'esser pagati significa ignorar anche il fetore della quale s'è impregnato < potevi dormire tra la plastica, quella puzza meno > un pensiero che sfugge via, sembra poter perder neuroni in sua compagnia, rimembrando l'unica volta in cui sono stati insieme, in un loco lontano da li e in una notte strana, troppo strana per potersi ripetere < Rasetsu > lo agita ancora come una bambolina , piegandosi a terra per farlo svegliare e passar la sbornia < ho bisogno di te svegliati dannazione non farmi imprecare > le parole sono basse, per lui, per evitar che altri sentano quel che sta dicendo e che possano trovarla. No, non ha documenti ne altro. Nulla di nulla. La fortuna di Sango è che il peso di Rasetsu è letteralmente nullo. Pesa cinquanta chilogrammi da bagnato, anche perché non mangia qualcosa da ieri sera, quindi inizia anche ad avere appetito e dovrebbe mettere qualcosa sotto le fauci: qualcosa che non sia un'altra donna o uomo, s'intende. Realmente del cibo. <Tratto le persone come cazzo voglio> Biascica ancora, tornando a chiudere gli occhi, sentendosi poi un ceffone prepotente contro la guancia. Sbarra immediatamente gli occhi adesso, sentendo il dolore avvilupparsi per tutta la faccia. Una forma a cinque dita inizia a pulsare contro la guancia pallida del demone, il quale si drizza rapidamente a sedere. <AHIOOO!> Si morde il labbro inferiore, una piccola lacrimuccia si forma sulla palpebre inferiore destra. <Mi hai fatto---> E poi lo scrolla persino, lanciandolo per strada per cercare di farlo alzare, svegliare, affinché possa donare la sua completa attenzione alla fanciulla. <---malEeEeEeEeEe!> Ruzzola, rotolando su se stesso un paio di volte, assestandosi perfettamente in mezzo alla strada con le natiche rivolte verso il cielo ancor sereno. Scuote il capo, mentre le parole di Sango adesso gli scivolano addosso per un istante. Deve riuscire a riprendersi il prima possibile altrimenti quella l'ammazza. <Senti, se si tratta dei soldi di ieri sera, guarda che non è colpa mia> Le stai dando della baldracca, fai attenzione, ti prego. <ti giuro che non li ho presi io. Non capisco perché debba sempre essere io il capro espiatorio!> Guarda che non ha detto proprio nulla, quindi magari evita di fare la vittima se neanche sai la motivazione che spinge qualcuno a malmenarti: magari si tratta soltanto della tua faccia da schiaffi, che dici? <Comunque, ti svelo un segreto. Tu a letto con me ci sei venuta di sicuro. Mi sembri familiare.> Si massaggia il capo che gli duole giustamente, dopo aver fatto festa tutta la notte. A malapena ricorda qualcosa di sensato, deve svegliarsi del tutto e sta facendo fatica. Lo sguardo però glissa verso le gambe della giovane, soffermandosi sulle curve della donna e sbadigliando in maniera rumorosa e sgraziata. <Chiappe d'oro? Lo sapevo che prima o poi saresti venuta anche tu nel mio sogno.> Compiaciuto, sta ancora seduto a terra, incapace di alzarsi come vorrebbe e stanco di fare baldoria, ma non per questo domo. Stasera tornerà sicuramente a fare festa in qualche locale, spendendo gli ultimi spicci che gli sono rimasti nelle tasche. Deve trovare delle slot machine, lì è sicuro di poter vincere qualcosa. [ Chakra OFF ] Osserva il Rasetsu, farfugliare, parlare, uno scroscio di parole senza fine che non andrà ad interrompere, deve svegliarsi e rendersi conto di chi si trova d'innanzi e della situazione in generale. Lo lascia svegliarsi, chiamarla chiappe d'oro, un nomignolo che dopotutto non la disturba davvero per poi semplicemente andare ad appoggiarsi al muro vicino, donandogli quella sua intimità per non stargli addosso. Le braccia che si incrociano sotto i seni morbidi < siamo stati a letto, tempo fa.. troppo tempo fa > non vi è rabbia ne imbarazzo, solo dolore che si porta al petto. Un peso che la soffoca, la pressa, le toglie il respiro e la voglia perfino di continuare a vivere < sogno? > solleva quel sopracciglio non comprendendo i suoi deliri < non importa, sono venuta qui per.. qualcosa > un qualcosa che l altro potrebbe donarle insomma < ho bisogno di pace e perdo la cognizione di tempo e spazio, non so dove mi trovo ne quanto tempo rimango ferma > blackout che si scavallano togliendola dalla realtà, allora perchè non provare ad aumentarla al massimo, perchè non sciogliersi un poco ? < ricordo quella notte con l'hasukage a Kiri, e quelle tue pillole. Ne vorrei una, o se conosci qualcos'altro mi va bene uguale > si insomma, vuole solo distaccarsi dalla realtà. Un pensiero che la imbarazza, le gote che s'arrossano, di chi non è mai stato capace di far ciò e di richiederlo con tanta leggerezza. Sospira, in attesa che l'altro possa donarle qualcosa, anche solo un indicazione. E' lui l'esser perfetto per quelle occasioni, no? < ti offrirò qualcosa prometto, che sia alcool , niente donne gentilmente d'innanzi a me > è pronta a togliersi di dosso parte della propria rigidità in favore della morbidezza dei sensi. Lo vuole , lo desidera, e non se ne andrà senza aver ricevuto tutto quanto. Messosi a sedere, deve solo capire chi è. Sul serio, deve svegliarsi dalla notte di pura follia che ha appena attraversato. <A me sembra passato giusto un paio di mesi, non di più, eh.> Giusto per sottolineare il poco tempo che, dal canto proprio, reputa che sia davvero passato. Finalmente cerca di rimettersi in piedi, poggiando ambedue le suole delle scarpe a terra e facendo forza sulle ginocchia e sulle gambe, tirandosi su per quanto possibile. Spazzola via i residui di sporco dai propri vestiti, sistemando anche gli abiti che porta indosso in modo che sia parzialmente presentabile. <Senti, se sei venuta qui per qualcosa, non credo sia di nuovo il mio apparato sessuale, pertanto saltiamo subito al dunque.> Beh, è abbastanza comprensibile che non voglia in nessun modo aver ancora a che fare con uno come lui, almeno dal lato della sfera sessuale. Chi è che lo vorrebbe? In fondo, anche prima, gli ha ricordato che nessuna andrebbe a letto con lui... a meno che non venga pagata. Sbuffa, infilando le mani nelle tasche ed aspettando che quella possa rivolgergli tutte le domande o la richiesta che, da quel che vede e sente, pare volergli fare. <La Sbrilluccica? Non pensavo ti piacessero queste cose.> Ghigna, mentre si tasta freneticamente le tasche, schioccando poi la lingua contro il palato. Abbassa lo sguardo, rendendosi conto che sono rimaste decisamente poche pillole e che non ha nessun dannato macchinario con cui crearle, oltre agli ingredienti che sono quelli più importanti. Per i macchinari, s'inventerà qualcosa. <Chiappe d'oro, voglio essere sincero con te. L'ultima volta, m'è andata di lusso quando si trattava d'informazioni, quindi sono sicuro che tu possa fare al caso mio.> Sospira, passandosi una mano tra i capelli adesso, tirando fuori dalla tasca, con l'altra, una Sbrilluccica dei Suoni. La tiene ancora nella dritta. <Questa è una delle più costose. Te la do gratuitamente.> Non vuole denaro, non questa volta e sembra essere piuttosto serio in volto. <Tuttavia, ho bisogno che tu mi procuri del veleno. Mi servirebbe quello Doku, ma a questo punto mi va bene qualunque tu riesca a trovare per arrangiare.> Un briciolo di lucidità allora ce l'hai anche tu, vero? Strano. [ Chakra OFF ] Tace adesso, imbarazza e vergognosa di quella richiesta. Chiedere quelle cose, quelle per cui mai ha mai richiesto uso, eppure si ritrova li, in quel vicolo ormai buio e intimo < quando l'abbiamo fatto l'ho voluto, in quell'esatto momento. Se volessi riaverti lo farei > si, lo farebbe di nuovo, quando il mondo è ormai finito e divenuto praticamente no sense. < non mi piacciono > vorrebbe interromperlo per farsi capire e comprendere, niente di tutto ciò brilla nel proprio essere, solo un senso di nausea < non riesco a vivere così, senza nulla, senza passato, senza tutto quanto > non riesce a vivere in quel modo, tanto distante da tutto ciò. Non crolla, non con lui , si stringe nel corpo per apparire quel che era un tempo < vuoi un doku, posso provare a portartelo, non ho conoscenze se non di veleni in generale, ma per le tue cose.. dovrai pensarci tu stesso > quelle che s'è portata da una vecchia vita < ma non so come farle. > non lo sa, lo si legge in faccia, distratta e perduta < ti porterò il veleno che riesco a prendere, ma se riesco, dammi una parte di esso. Non ti chiedo soldi o profitti, solo quelle cose che mi aiutano a vivere adesso > allunga la mano verso lui, per prenderne, per ingollar nel caso quella pillola e rimanere nel mondo dei sogni per tanto tempo, tutto ciò che serve < non riesco ad andare avanti > si chiede come l'altro non sia nelle stesse proprie condizioni. Ma ognuno reagisce a quel mondo come desidera < sono quasi felice d'aver incontrato te > uno dei pochi che si sarebbe immaginato. Ma a quel punto scivolerebbe via da quell'anfratto per potersi dileguare, come desidera, per altri mondi e universi. [end] I discorsi affrontati si riducono ad essere più seri del solito, pertanto anche la sua attenzione ha un notevole miglioramento. S'è comunque finalmente svegliato proprio per riuscire ad affrontarli come si deve. <Se vuoi, io resto a disposizione.> Si stringe nelle spalle, ghignante come suo solito, tronfio di quel che ha conquistato sino a questo momento. <Guarda> Lanciando delle rapide occhiate nei dintorni, restando ovviamente fermo all'imbocco di quel vicolo. <non m'interessa se questo è un sogno o se, come dicono gli altri, sono passati dieci anni da quando abbiamo combattuto.> L'indomani si sarà sicuramente dimenticato anche soltanto d'averne parlato, fidatevi della sottoscritta che ne muove le redini ormai da anni. <Fottitene e fattene una ragione. Questo posto è magnifico, cazzo. E' pieno di divertimento, di sballo, non mi lamenterei affatto fossi in te!> Solo perché lui non ha perso assolutamente nulla di quello che aveva. Il Locale Kukoku non lo ha ancora ritrovato, ma nel dubbio se ne rifarà un altro ben presto se riesce a mettere assieme la mafia, di nuovo. Chissà, magari questo sogno sta diventando più realistico di quello che pensa e potrebbe farcela ad integrarsi. Anzi, in base a come stanno andando le cose, potremmo dire con assoluta sicurezza che è forse l'unico dei "ritornati" ad essersi così dannatamente ambientato da fare quasi paura. <Non mi serve per forza il Doku in questione. Il suo veleno sarà più che sufficiente. Altrimenti ammazzalo e portami direttamente le ghiandole. Insomma, fa un po' come ti pare ma portami il veleno altrimenti non si sballa più nessuno qua.> Sbuffa, sbattendo il piede a terra con insistenza, incrociando anche le braccia al petto dopo averle dato quella pasticca. Gli effetti che questa pasticca causano, una volta che lei l'avrà ingerita, riguardano le percezioni visive. Tutto quello che è possibile SENTIRE, lei lo vedrà. Sarà difficile restare concentrata su qualunque cosa specialmente se si trova in luoghi parecchio rumorosi. Inoltre, l'euforia che la droga dovrebbe darle s'aggiunge al resto, rendendo quella droga qualcosa di speciale, di particolare e che, nella sua epoca, andava anche piuttosto forte a differenza del prezzo elevato. <Possiamo fare affari io e te, mi va bene. Io, nel frattempo, devo procurarmi dell'altro. Sai mica dove si trova l'ospedale?> Si gratta il capo con la mancina. Non ha ancora avuto modo di capire dove sia un ospedale, una clinica, un laboratorio. <Sono sicuro che sarà l'ultima volta che te lo sentirò dire. NYAHAHAHAHH!> In effetti chi è che voleva rivederlo? Solo Sakir. [ Chakra OFF ]