La troka!
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Giocata dal 08/02/2021 21:50 al 09/02/2021 00:18 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Una sera che potrebbe sembrare come tante altre. Ma che in realtà non lo è. PERCHE' OGGI E' FESTA, B*TCHES. E festa vuol dire solo una cosa: quartiere notturno. LA TROKA RAGAZZI. Ma cerchiamo di fare i seri. O, perlomeno, ci proviamo. Perché quella ragazzina prossima ai quindici anni, seria non lo è mai stata. Un po' psicopatica sì, ma non seria. Trotterella, letteralmente, in quel quartiere, in cerca del suo spaccino di fiducia. I capelli biondi, raccolti in due chignon scompigliati, uno sulla destra ed uno sulla sinistra, vanno su e giù, seguendo il movimento dei suoi saltelli. Gli occhi ambrati sembrano essere costantemente spalancati ed il sorriso ampio lascia intravedere i suoi canini appuntiti. Che dire, è euforica. Indossa un giubbotto rosa fragola, con la cerniera lasciata aperta. Al di sotto di esso, è visibile una felpa corta di un verde acceso, quasi evidenziatore. Su di essa compare una scritta in nero, 'Queen'. Perché sì, lei si sente una queen. La vita è coperta da una gonna rosa che le arriva a metà coscia. Delle calze parigine a strisce, in bianco e verde, le coprono le gambe fino alle ginocchia. Degli anfibi rosa completano il suo outfit stravagante, che dà sicuramente all'occhio. Saltella, dunque, al fianco di colui che è riuscito, in quegli anni, ad esserle amico. Insomma, Aki deve avere una gran bella pazienza, per poter sopportare un tipetto come lei. Sono molto simili. E pensare che da piccoli erano così diversi! < Ne, Naku > esclamerebbe, chiamando il Kakuzu con quel nomignolo. Nomignolo che la biondina gli ha affibbiato quando aveva soli cinque anni e che significa 'Piangere'. < QUESTO POSTO E' SEMPRE COSI'... SUGOOOOI > urlerebbe, quasi, con quella vocina acuta che potrebbe entrarti nel cervello e spappolarlo. Si fermerebbe per qualche attimo, guardandosi intorno. Farebbe spallucce, come a dire 'Lo faccio?'. E poi lo fa, sì. Congiungerebbe le mani all'altezza del petto, formando il sigillo della capra. Immaginerebbe due sfere, una rosa e l'altra verde. La prima, all'altezza della fronte, simboleggerebbe l'energia spirituale. L'energia che quella dannata euforica si porta dentro. La seconda, all'altezza dello stomaco, simboleggerebbe invece l'energia fisica che quel corpo così piccolo e minuto nasconde. Dopodiché, comincerebbe a farle ruotare sul proprio asse, per poi spingerle all'altezza del petto. Qui vorrebbe congiungerle, per formarne una sola: quella del Chakra. E così, se tutto fosse andato a buon fine, quella grandissima energia invaderebbe quel piccolo corpo saltellante. [Chakra 30/30][Tentativo richiamo del Chakra] Tutti a parlare della Guerra. Hanno deciso di fare un festival vicino all'anniversario di questa Guerra, senza ricordare le persone morte durante quella faccenda. Lui ha perso i suoi genitori durante quell'inverno, quando aveva solamente cinque anni da poco compiuti. Da quel momento vive in un orfanotrofio. Un orfanotrofio che gli ha dato tanto, ma che non è mai riuscito a risanare quel buco dentro di lui. Proprio da questo arriva. Lo ha lasciato pochi minuti fa per dirigersi verso il quartiere notturno che si trova all'incirca al centro di questo enorme villaggio che ormai ospita quasi tutta la popolazione mondiale. Indossa una felpa nera aperta davanti. Non ha una zip che gli permette di chiuderla, ma la forza delle mani all'interno delle tasche gli permettono di tenerla ferma. Questa arriva fino alle ginocchia e ha un cappuccio bello largo che, per ora, è ancora appoggiato sulle spalle. Sotto indossa una maglietta bianca girocollo. Non un bianco troppo acceso che fa capire che la maglietta è stata usata spesso. Alle gambe un paio di jeans neri e ai piedi delle scarpe da ginnastica azzurre. Azzurri sono anche i suoi occhi e vanno a contrastare il colore scuro dei suoi capelli spettinati. Non porta nulla con lui tranne il cellulare, il portafogli e una bomboletta di vernice spray viola chiaro. Questa è nascosta in tasca e viene tenuta ferma con la mano destra. Di fianco a lei una persona che, invece, è riuscita a riempirgli quel buco tanto profondo che vive con lui da 10 anni a questa parte. Nana, infatti, passeggia al suo fianco. Intorno a lui un sacco di luci al neon, come gli piace tanto. Ha sempre adorato quel posto proprio per questa atmosfera. Ha deciso, per questo, di mettere un suo marchio su questo pezzo di villaggio. Un qualcosa che rimanga con il tempo. In più, con la sua amica, è venuto in cerca di cose che solo qua si possono trovare da quanto dicono. < Ehi Hikui. Puoi dirlo forte. > le risponderebbe utilizzando quel nomignolo inventato solo per ripicca con voce abbastanza profonda, per un ragazzino di quindici anni ovviamente. Non è un tipo di molte parole. Intanto cammina e decide di provare ad attivare il chakra dopo che la sua amica decide di farlo. Così porterebbe le mani al petto congiungendole provando a formare il sigillo della capra. Successivamente proverebbe ad immaginare le due sfere: quella della forza spirituale a livello della testa che presenta un moto a spirale e quella della forza fisica a livello della pancia che presenta lo stesso movimento della prima. Infine proverebbe a immaginare di unirle proprio all'altezza del sigillo e mescolarle per formare quella che sarebbe la terza sfera: quella del chakra. Questo, nel caso tutto fosse andato per il verso giusto, si spargerebbe all'interno di tutto il copro in modo tale da rinvigorire tutti i tessuti. < Ti ricordi per quale motivo siamo venuti qua vero? Ecco, diciamo che se pensi di fare tutto questo casino allora possiamo rinunciarci. Nessuno accetterebbe di 'commerciare' con noi. Quindi.. chiudi quella bocca. >. [Chakra 30/30][Tentativo richiamo del Chakra]Respirate miei cari, respirate l'aria di festa e di leggiadria che vi circonda, di come danzino quelle bellissime ballerine dalla pelle d'ambra per le strade e dentro i locali promettendo ai baldi giovini un divertimento diverso e fuori dalle righe, ma tutto è concesso questa settimana, sempre nella legalità della cose , almeno è questo quello che traspare nella facciata di coloro che non s'addentrano in vicoli bui, ma qui è la parte della città ove lontane e dubbie voci girano su merci non adatte ai minori . Le luci rimbalzano su tutti i vostri volti, le donne vi sorridono dalle vetrine dei bar , dei pub, dei locali a luci rosse. Donne dalla bellezza estrema ove la carne è il loro punto forte, nelle loro forme sinuose e abbondanti, di seni e di fianchi che vi passano d'innanzi. Il paradiso per ogni uomo insomma, ma vi sono anche parti dedicata alle donne con uomini ben piazzati e muscolosi, ma tutti sono qui per esaudire i vostri desideri più sfrenati - sotto pagamento, nulla è gratis se non la vista! L'aria di coloro che non vivono più una guerra, che sorridono, che si divertono. I canti e i balli sono dei più sfrenati, li sentite intorno a voi, sentite come vi inebriano le viscere? "è morto!" ecco alcune delle urla che potrete sentire tra la folla che si accalca nei vari mercati e nelle strade, felice d'esser ancora viva e pensante, che la morte non li abbia nemmeno toccati "tenete, oggi è un giorno di festa" una donnina tarchiata vi si avvicinerà, vi poserà al collo di forza una collanina fatta di fiori e andrà in giro di nuovo, saltellando felice con quella grande cesta sotto un braccio. Beh di certo non si può dire che l'accoglienza sia brutta no? I due ragazzi però potranno vedere una sorte di ..scambio? Due uomini all'angolo opposto a voi, a circa 10 metri di distanza dopo una breve chiacchierata ed essersi separati sfuggono a voi. Ma avete visto, un pacchetto fuoriuscito dalla tasca di uno e l'altro se l'è preso. Veloce e preciso, si, ma vi è stato sotto i vostri occhietti, e l'uomo finisce per poggiar la schiena a quell'angolo oscuro con una sigaretta in bocca. No, non è il vostro spaccino di fiducia, di lui non vi è traccia, ma come ben sapete dopotutto è facile che questi cambino zona, o che non si rivedano mai più.
Saltella ancora, mentre le braccia vanno in avanti e indietro. Si guarderebbe attorno, ancora e ancora. Le vetrine, le luci, AAAAAA. SUGOI. A rompere l'atmosfera esilarante, solo quella voce bassa di Aki. < NAKUUU > l'espressione si farebbe di colpo arrabbiata, come quella di una bambina capricciosa. La mano destra si allungherebbe verso la felpa altrui, prendendone un lembo, se le fosse permesso. < Non dirmi quello che devo fare, bakayaro > e lascerebbe la presa, insultando gratuitamente il proprio migliore amico. Adesso, tornerebbe a sorridere con quel sorriso inquietante. E quando i suoi occhietti ambrati incrocerebbero le vetrine a luci rosse in cui vi sono quei bei manzi, i suoi saltelli si fermerebbero per un attimo. Gli occhi si spalancherebbero ancora, il sorriso si allargherebbe, mostrando tutta la dentatura. Porterebbe entrambe le manine al viso e tirerebbe appena le guance verso il basso con i palmi delle mani, facendo allargare ancor di più le orbite oculari. < SUGOOOOOI > esclamerebbe ancora una volta, ignorando l'invito del Kakuzu a tenere la bocca chiusa. Nessuno le può dire cosa deve o non deve fare, nemmeno quel dannato di Naku. In quel momento, una vecchia le si avvicina, donandole una collana di fiori. < Mmm > li toccherebbe e li osserverebbe a lungo. Ancora e ancora. Per poi esclamare verso il proprio amico < Secondo te possiamo fumarli? > ancora una volta l'espressione è euforica, come quella di una bambina davanti ad un giocattolo. Ma poi quegli occhietti maliziosi coglierebbero una scena ancor più interessante. SI SPACCIAAAAAA. La mano destra si solleverebbe ed il ditino indice, il quale è il solo a sbucare fuori dalla manica del giubbotto, vorrebbe indicare quello spaccino. Uno sconosciuto, ma pur sempre uno spaccino. Sarebbe silenziosa, in quel momento, ma la sua espressione continuerebbe ad essere euforica in modo inquietante. Il sorriso si spalancherebbe ancora, mentre quel ditino continuerebbe ad indicare l'uomo. La mancina acchiapperebbe nuovamente un lembo della felpa altrui, tirandola appena più volte, come a dire 'ANDIAMOCI, TI PREGO'. Povero Aki. Probabilmente, nessuno vorrebbe essere nei suoi panni. [Chakra on] Sapeva benissimo a cosa andava in contro dicendo a Nana cosa fare. Regola numero uno per convivere, o anche vivere, con lei? Non dirle cosa fare. Infatti la reazione che segue non lo tocca nemmeno. Non reagisce. Solo poche parole prima di andare a stirare la felpa appena stropicciata con la mano sinistra. < Non ti stacco la testa solamente perchè poi sarei il primo sospettato dato che siamo sempre insieme. Non conosciamo un cazzo di nessuno in questo posto. > direbbe sempre con quell'aria spenta, anche se in realtà non è proprio così. Il tono profondo lo frega, ma allo stesso tempo rende le cose che dice ancora più serie. Fisserebbe la ragazza mentre questa si presta ad osservare quei maschi che stanno nelle vetrine dei locali a luci rosse. La conferma che la ragazza non ascolta nessuno tranne il proprio cervello fuso arriva poco dopo. Un altro grido, ma a questo lui non risponde. Commenta però quei poveri uomini che per qualche soldo vendono il loro corpo. < Anche se li pagassi non verrebbero con te. Dopo due minuti non ti sopporterebbero più. >. Come mai queste cattiverie? Il loro rapporto è così. Lui non è sempre stato una persona di questo tipo. Ha dovuto cambiare con gli anni, durante il periodo che ha anticipato la adolescenza. Ma questa è un'altra storia. In più soffre un po' di gelosia e non vuole perderla e quei manzi potrebbero fare proprio questo. Poi arriva una donna con dei fiori. Li appoggia attorno al collo del ragazzo e se ne va. < Prova e sappimi dire. > risponderebbe alla sua amica, per poi ripensarci. Conosce bene la ragazza e sa che dicendole questo, lei potrebbe farlo. < Sto scherzando. Non farlo. >. Poi nota qualcosa. Uno scambio di qualcosa. Sa bene cosa è successo e sa bene che anche la sua amica se ne è accorta. La differenza di reazione tra i due è, però, il problema. Lui se ne è accorto e sta zitto. Lei invece comincia a indicare e a tirargli la felpa. < Sisi ora andiamo, ma non indicare. Sai com'è.. non è il massimo delle cose. > le direbbe a voce bassa girandosi verso di lei e mantenendo le mani in tasca. < Anticipami tu. Io ti seguo. Ho la bomboletta in tasca e non voglio che me la vedano. Dovrai parlargli tu, Hikui. Per favore.. Non farlo scappare. Ne ho bisogno, altrimenti non ti sopporterò più. >. [Chakra on] Che dire, proprio due bei caratterini. Il più delle volte stanno lì a punzecchiarsi, ma la verità è che si vogliono bene. E quello è il loro modo di mostrare affetto. < Provaci, poi vedrai come invece io ti spaccherò il c*lo > l'occhietto destro si chiuderebbe appena, in un occhiolino verso l'amico. Ma sì, quelle sono solo dichiarazioni d'affetto! Le manine adesso verrebbero nascoste nelle tasche del giubbotto, mentre continuerebbe a guardare quella vetrina piena di manzi della madonna. Ringraziamo il dio che ha messo al mondo queste bellissime creature. < Questo lo dici tu > si volterebbe verso di lui, tirando fuori la lingua e facendogli, appunto, una linguaccia < Magari ho delle doti nascoste per attirare gli uomini > lo sguardo malizioso sarebbe ancora fisso su quelle bellissime creature della natura, mentre quella lingua biforcuta provoca Aki. Sa quanto l'altro sia geloso nei propri confronti e quindi quella provocazione è voluta, calza proprio a pennello. Poi gli occhi si sposterebbero su quella collana, distratta dalle parole di Naku. Mmm sì, potrebbe provare, effettivamente. Magari hanno un buon sapore. Magari hanno degli effetti esilaranti che lei nono conosce. Ci pensa su, dunque, la biondina, immaginando i possibili effetti su di lei. Per fortuna, c'è Aki ad arrestare il flusso dei suoi strani pensieri. < Oh > una pausa, mentre gli occhi si sposterebbero nuovamente su quei fiori < peccato > esclamerebbe, quasi sbuffando. Peccato davvero. Lei lo avrebbe fatto. E chissà, forse sarebbe finita in ospedale. Non potremo mai saperlo. Ed è decisamente meglio così. Quel ditino si abbasserebbe, quando l'altro acconsentirebbe a quel silenzioso invito. Per la felicità di entrambi, SI VA A COMPRARE LA TROKAAA. Certo, è strano che due ragazzetti della loro età già pensino a queste cose. Ma cosa ci si potrebbe mai aspettare da due adolescenti che non ricordano quasi la propria famiglia? Quella guerra ha sottratto ad entrambi i genitori. E, mentre lei tende a non ricordarli, a non pensare a quella parte del passato, mostrando quel caratteraccio, l'altro invece ha un vuoto dentro di sé. Un vuoto che solo lei riesce a colmare. E la droga fa da contorno alla loro triste storia. Si avvicinerebbe, dunque, all'uomo/spaccino, continuando a voltarsi verso Aki ogni tanto. Non vuole che qualcuno lo tocchi. Solo lei può farlo. Ed anzi, in quel momento che lui si mantiene a distanza, lo sguardo di lei fulminerebbe chiunque si avvicini a lui. < Buonasera > la mano destra verrebbe tirata fuori dal giubbotto e due ditini si solleverebbero, l'indice ed il medio, formando il simbolo della pace, ovvero il numero due. Quello è il suo saluto e su questo non si discute. < Cosa avete questa sera per due ragazzacci di quartiere? >. Nuovamente, verrebbe fuori quel sorriso euforico ed inquietante allo stesso tempo che la caratterizza. [Chakra on] Da quanto ha la lingua velenosa con quelle sue frecciatine, Nana potrebbe essere una Doku. Ma il mondo non vuole essere prevedibile e così ha fatto nascere questa ragazzina in un clan diverso. Sicuramente lui non è da meno. Infatti aspetterebbe la fine della frase di lei riguardante le doti segrete, per poi far uscire la mano sinistra dalla tasca. Con questa chiusa a pugno andrebbe ad alzare solamente il dito medio per rivolgerlo alla ragazza. < Ah, sei troppo hikui, Hikui. >. Sa che non sopporta molto quel nomignolo, ma questo a lui non interessa niente. Lui sta sopportando il soprannome che lei gli ha dato da molto di più. Successivamente la ragazza si dirige verso quello che sembra essere uno spaccino. Lui la segue stando comunque a un paio di metri di distanza. Le copre le spalle, come sempre d'altronde. Questo fanno e le occhiatacce che lei dà ai passanti sono la prova di questo. Un sorriso spunta sulle labbra di lui mentre alla mente gli tornano quei momenti di quando era piccolo. Quei momenti in cui odiava quegli occhi che adesso vogliono proteggerlo. < Tranquilla sono qui dietro. > le direbbe, solamente per farla stare più tranquilla. Sa che queste poche parole possono rassicurarla. Lei si avvicina e lui si appoggia a un muro a poco più di due metri da lei. Con la mano sinistra cerca nella tasca dei jeans qualcosa. Qualche secondo dopo tirerebbe fuori un pacchetto di sigarette. Ne tira fuori una con le labbra per poi rimettere il pacchetto al suo posto e tirare fuori l'accendino. Porta questo alla bocca e accende per poi riportare la mano in tasca. Inspira e, senza levare la sigaretta dalla bocca, espira buttando fuori tutto il fumo. Intanto con le orecchie ben tese cerca di ascoltare ciò che gli altri due si dicono. Sente arrivare dalla bocca dello spaccino una cosa che un po' gli dà fastidio. Infatti questo le chiede cosa vogliono due bambini che dovrebbero essere a casa da mamma e papà. Mossa sbagliata però e per ora Aki non ha intenzione di intervenire. <Buon divertimento amico.> direbbe a bassa voce tra sè e sè sapendo cosa sta per succedere. [Chakra on] Beh, potrebbe davvero essere una Doku, quella ragazzina dai capelli biondi. Ci ha pensato, a volte, sul perché non sia nata in quel clan. Avrebbe potuto avvelenare ogni persona attorno a lei! Quello sì che sarebbe stato un vero divertimento. Ma la sorte, per lei, riserva altro. Inarcherebbe un sopracciglio, la biondina, a quel gestaccio, segno d'affetto, del Kakuzu. < Baka, odio quel nome. Prova a stare tu qui sotto e poi ne riparliamo >. E, dunque, in quel momento, si volterebbe verso lo spaccino. Entrambi si proteggerebbero a vicenda. No, quella non è mica possessione! Solo affetto, sì. Lei non è per niente ossessionata dal fatto che potrebbero sottrarle Naku. Per niente proprio. Ma, d'altronde, quando si cresce insieme, si finisce sempre per sviluppare una sorta di ossessione o, se vogliamo chiamarla in un altro modo, dipendenza, nei confronti dell'altro. Lui è stato l'unico a capire il carattere di lei. E' stato l'unico ad esserle amico. E' stato l'unico ad essere la propria famiglia. E gli altri non possono toccarlo. Mai. Ecco che, dunque, la biondina comincerebbe a parlare con lo spaccino del quartiere. Ma quello dice qualcosa che la genin proprio non gradisce. Qualcosa che la infastidisce a tal punto che la propria espressione si fa di colpo seria. Solo gli occhi sono spalancati in modo inquietante. La testolina si abbasserebbe verso la spalla sinistra, in una posizione che la fa sembrare una psicopatica. Cioè, lei lo è veramente, ma questi sono dettagli. < N A N I > scandirebbe per bene le lettere che compongono quell'unica parola. Un'unica parola che, accompagnata da quell'espressione, appaiono come una minaccia. Spaccino, vuoi morire? La mano destra, veloce, si tenderebbe verso il collo dell'uomo. Il palmo si poggerebbe del tutto su di esso e le dita comincerebbero a stringere. Il viso è ancora inclinato verso sinistra e lo sguardo truce puntato su quello dello spaccino. < Mi sembra proprio che tu voglia morire oggi, caro il mio spaccino > ed il sorriso malefico tornerebbe sul volto di lei, più inquietante di prima. Quei canini appuntiti verrebbero scoperti quasi con violenza. Così impara, sto scemo, a chiamarli bambini. Dannato spaccino. [Chakra on] Ed ecco la situazione agli occhi di Aki: la sua migliore amica, che ha difficoltà a fermarsi, sta tenendo per il collo un civile e sa che l'unica persona che può fermarla è proprio lui. In questo momento sta fumando una sigaretta. Sta facendo il terzo tiro, quando decide di indirizzarsi verso la coppietta felice, anche se l'espressione di lui non è proprio così contenta. Sembra alquanto sofferente invece, e questo può indicare solamente che lei sta stringendo. Sinceramente se l'è cercata quindi potrebbe essere giusto che in questo momento muoia, ma ci sono troppe persone vicine. Si avvicina. In pochi passi si trova di fianco alla ragazza, più precisamente alla sua destra. Appoggia la mano sinistra sul braccio di lei che in questo momento è teso verso il poveraccio. < Hikui dai, potresti per favore lasciare questo sfigato? Te ne sarei molto grata. >. Nel caso lei lo avesse lasciato, porterebbe la mano alla sigaretta per poi prenderla e portarla alla bocca di lei. < Ecco, già accesa come piace a te. >. Ora ha la bocca libera e può dialogare pacificamente con lo spaccino. < Stai bene? > chiede inizialmente per poi avvicinarsi all'orecchio di lui e continuare < Perchè mi sembri fin troppo noioso. >. Si allontanerebbe per tornare alla posizione originale di fianco alla ragazza. < La mia amica ti ha fatto una domanda e non sei stato molto educato con la tua risposta. Te la rifaccio in modo forse più comprensibile. Hai per caso un grammo di erba per noi? >. Ora ci pensa lui a finire questa buffonata. Il tipo, che ora se la sta facendo addosso, risponde in modo affermativo. < Molto bene. E direi che, dato che ti ho salvato la vita, potresti regalarmela. Che ne dici? >. Una mossa azzardata? Beh a lui, sinceramente, non frega niente. Questo che ha davanti non è sicuramente l'unico che può vendergliela in questo quartiere pieno di tentazioni. Ora sta al tipo decidere cosa fare. [Chakra on]
Giocata dal 09/02/2021 19:52 al 10/02/2021 00:00 nella chat "Luogo Sconosciuto"
La mano, dunque, stringe il collo del povero malcapitato. Cioè, non molto povero malcapitato, dato che se l'è proprio cercata. Mai dire certe parole alla biondina, potrebbe non prenderla bene. E potrebbe reagire molto male. Per cui, le proprie unghie affilate premono sulla gola dell'uomo, mentre il sorriso, estasiato, s'allargherebbe, ancora ed ancora e quei canini si farebbero sempre più minacciosi. Sembra come una bambola di ceramica, tanto carina quanto inquietante. In quel momento, Aki si avvicina a lei e le chiede di lasciare andare lo spaccino. Ma lei vuole portare la questione fino in fondo. E la sua testolina si sposterebbe da un lato all'altro, in un chiaro 'no'. Stringerebbe ancora, facendo venir fuori dalla gola di quello qualche goccia di sangue. Nessuno le dice cosa deve o non deve fare. Ma ciò che le fa cambiare idea e le fa mollare la presa, è proprio quella sigaretta che si avvicina alle proprie labbra. Solo in quel momento, dunque, lascerebbe andare l'uomo, per acchiappare, con la stessa mano, quella sigaretta. La terrebbe ben stretta, tra indice e medio, e la porterebbe alle labbra, inspirando. Nicotina. Quello stronze*to di Naku sa sempre come tentarla. E menomale che lui si trova lì in quel momento, altrimenti, probabilmente, lei lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte. Il busto si piegherebbe in avanti, verso l'uomo. E dalle labbra di lei verrebbe fuori una nuvoletta di fumo, diretta proprio sul volto dello spaccino. < Str*nzo, la prossima volta vedi di capire con chi hai a che fare, prima di parlare a vanvera > sibilerebbe quelle parole, quasi come se fosse un serpente, con quel sorriso inquietante ancora stampato in viso. E poi, si tirerebbe su, lasciando che il Kakuzu faccia la sua parte. E così, l'uomo, con un'espressione perplessa ma allo stesso tempo spaventata, tira fuori dalla tasca della carta alluminio, ben chiusa. Al suo interno si trova ciò che i due poco prima erano disposti a pagare. Peccato che poi quello spaccino abbia usato parole sbagliate. Quindi niente soldi per lui. Per cui, la piccola psicopatica, allungherebbe la manina, strappandogli l'oggetto dalle mani. Lo porterebbe all'interno della tasca destra del giubbotto, nascondendolo ad occhi indiscreti. E poi si volterebbe, dandogli le spalle < Sparisci, str*nzo, o ti ammazzo veramente >. Insomma, la biondina non se la dà vinta. Mai. [Chakra on][equip: troka] Neanche chiedendo per piacere la ragazza molla la presa. Si tratta veramente di una testa calda, ma proprio per questo motivo Aki ha cominciato a seguirla, se così si può dire. Solamente una volta mostrata la sigaretta, l'animo di lei decide di calmarsi. Del sangue esce dal collo di lui, ma vista la situazione sarebbe potuta andare molto peggio. Il tipo decide di seguire le indicazioni di Aki e, senza pressione alcuna, decide di regalare di propria volontà quello che i due ragazzi stavano cercando dall'inizio della serata. Nana prende il tutto e una volta nascosto all'interno del giubbotto gli consiglierebbe di andare. < Ti conviene andartene, perchè se non sparisci ti cucino. Non osare mai più parlarle così perchè se lo dovessi venire a sapere, e lo verrei a sapere, ti staccherei la testa dal collo per pisciarti dentro l'esofago. > gli direbbe dopo essersi riavvicinato all'orecchio come fatto poco prima. Solamente lui e la ragazza potrebbero sentirlo. Si allontanerebbe tornando in posizione retta. Guarderebbe l'uomo negli occhi per poi battergli un colpo sulla spalla. < Grazie mille. Buona serata. >. E così facendo si girerebbe non aspettando che quell'altro se ne vada. Rimetterebbe anche la mano sinistra all'interno della tasca e, guardando Nana, direbbe < io vado.. se vuoi seguirmi vieni. Ho una cosa da fare. >. Così si incamminerebbe continuando verso la strada che prima stavano percorrendo. Le luci di quel posto accendono in lui qualcosa di particolare. I suoni e gli odori che escono dai locali colpiscono duramente chiunque si trovi per quelle vie affollate. i capelli si muovono con quella poca arietta che sta rinfrescando la città. La lingua uscirebbe e si leccherebbe le labbra inferiori una volta allontanato da quel verme che ha provato a insultare lui e, soprattutto, la sua amica. < Anche oggi abbiamo avuto a che fare con una scimmia. > direbbe alla ragazza se questa si dovesse essere riposizionata al suo fianco. < e anche oggi non sei riuscita a trattenerti. Ma è stato giusto così. Se lo meritava, Hikui. >. Quel nomignolo messo là solamente per la voglia di dirlo, come se non dicendolo lei si possa allontanare. [chakra on] Quando la biondina ha appena concluso la propria minaccia di morte ed intasca il bottino, ecco che Naku minaccia nuovamente l'uomo. E gli occhi ambrati della genin si illuminerebbero, il sorriso si allargherebbe di nuovo. Le manine andrebbero a posizionarsi nuovamente sulle guance, estasiata dalle parole dell'amico. Di certo quei due hanno qualche rotella fuori posto. Ma va bene così. Perché, forse, se non reagissero in quel modo, se non avessero quel carattere, la tristezza prenderebbe il sopravvento. La loro non è stata una vita semplice. E lei ha sempre cercato di difendersi dal male del mondo portando altro male. Portando caos. D'altronde, dal caos è nato tutto. Dal caos della guerra è nata la loro amicizia. Quell'amicizia un po' strana, ma che a loro appare normalissima. E lei adora quando Aki la difende. Adora quando fa il gradasso con la gente che non le porta rispetto. Per quello la sua espressione è così euforica, in quel momento. Adesso abbasserebbe quelle manine, nascondendole nelle tasche del giubbotto rosa fragola. E si allontanerebbe da quel luogo. < Uh? > la testolina verrebbe nuovamente inclinata, mentre i passi continuerebbero ad avanzare. < Ne, Naku, cosa devi fare? > il tono è acuto, come sempre, ed incuriosito. Ma non aspetterebbe, comunque, che l'altro le risponda, perché prenderebbe a seguirlo come se nulla fosse. Insomma, non può mica lasciarlo da solo in mezzo a tutta quella folla. Se qualcuno, per puro caso, lo toccasse? No, no, deve seguirlo, non può lasciare che qualcuno lo guardi. Perciò, ricomincerebbe a saltellare tra le vie del quartiere notturno, allontanandosi con il proprio amico. Le luci al neon illuminerebbero quei vestiti dai colori vivaci quanto bizzarri. I capelli, raccolti in quei due chignon spettinati, ricomincerebbero ad andare su e giù, seguendo i suoi saltelli. < E' stato proprio uno str*nzo > tono euforico, come al solito, come se il fatto che stesse per ucciderlo non la toccasse nemmeno. < Come si è permesso a chiamarci bambini? Pff >. Mica lei ha solo quattordici anni. Mica veste da bambina. Mica quel suo comportamento ricalca proprio quello di una bambina capricciosa. Figuriamoci! Lei è una Queen e come tale va trattata! [Chakra on] La ragazza lo segue, come sempre negli ultimi cinque anni. Anche lui farebbe lo stesso se fosse lei a chiederle di seguirla. In questo momento, e per il resto della vita probabilmente, sarà così. Hanno vissuto una storia difficile, un'infanzia di merda. Stanno camminando uno di fianco all'altro illuminati da quelle luci. < Ho pensato che dovremmo dare a questo posto una prova del nostro passaggio. > le direbbe per poi far uscire un attimo la bomboletta spray dalla tasca per fargliela vedere. < Una bella scritta che dice 'fuck yourself'. Che ne dici? >. Il mood della serata è questo ormai. Non vede l'ora di rilassarsi con quella cosa che si sono meritati. < Intanto ti andrebbe di fare su? Mentre io faccio il resto intanto. >. Continua a guardare in avanti, guardando Nana con la coda dell'occhio molto spesso. La sua spensieratezza la invidia ogni volta. Il tipo si cheè stato stronzo, ma la cosa che gli ha fatto più male non è sentire che è stato chiamato bambino. Decide di dirglielo, giustamente. < Lo sai che non è stato molto quello a farmi innervosire. Vuoi evitare il discorso per non farmi stare ulteriormente male? >. Infatti lui odia il non avere dei genitori, e odia ancora di più non ricordare i loro volti. Delle immagini sfuocate nella sua mente. Si dirige verso un vicolo buio, all'ombra di tutti i neon che caratterizzano il quartiere. Proprio là andrà a fare la sua opera d'arte. < Non andartene mai, ok? >. In questo momento è triste e pensa. Sa che quello che è stato prima non lo è dalla nascita, ma lo è diventato per difendersi dalle minacce che il mondo offre. Tirerebbe fuori lo spray e, dopo essersi guardato intorno, andrebbe a tirarsi su il cappuccio. Andrebbe ad agitare il colore, per poi puntarlo al muro. < Coprimi per favore. >[chakra on] Lo seguirebbe ciecamente in qualunque posto, anche il più buio e misterioso, semplicemente perché si fida di lui. E' la sua famiglia, l'unica persona a cui tenga veramente. Gli altri marmocchi dell'orfanotrofio proprio non li sopporta. Poi, l'altro annuncia ciò che vuole fare quella sera. Gli occhietti ambrati ricadrebbero su quella bomboletta spray ed il sorriso nuovamente si allargherebbe, mostrando quei canini appuntiti. < SUGOOOOOI NAKU. FACCIAMOLA FUCSIA, SI'! > ed eccola nuovamente lì, ad urlare in modo euforico. Quella sua vocina acuta attirerebbe l'attenzione di chiunque. Ma, per loro fortuna, i passi li condurrebbero in un vicoletto più buio. Andrebbe ad annuire ripetutamente ed in modo quasi compulsivo, quando l'altro la invita a preparare il piatto forte della serata. La manina destra acchiapperebbe la carta alluminio arrotolata nella tasca del giubbotto, ma di colpo si fermerebbe, udendo le parole successive dell'altro. L'espressione si farebbe seria, inespressiva, in realtà. Per la prima volta, durante quella sera, la sua iperattività viene bloccata. Bloccata da quelle parole. < Non mi piace quando Naku sta male > e la testolina si muoverebbe da un lato all'altro, in un nuovo 'no', seguita da quei capelli raccolti alla rinfusa. Sembrerebbe proprio una bambina in quel momento, una bambina piccola ed indifesa. Il viso si abbasserebbe. Poi distoglierebbe lo sguardo verso la strada principale. < F*CK YOURSELF, TRISTEZZA! > urlerebbe, contro quell'emozione che la coglie quando Aki sta male. Un lungo respiro, dopo quell'urlo liberatorio. Ed il sorriso tornerebbe su quel visino. Adesso tirerebbe fuori la carta alluminio. La schiena si poggerebbe contro il muro, per scivolare, sempre più in giù, finché i suoi glutei non tocchino terra. Incrocerebbe le gambe, portando quella carta alluminio arrotolata sul ventre. < Mai, Naku > prometterebbe. Mai. Perché se non sa quello che l'altro fa, se non sa con chi è, rischia di impazzire. Aki è la sua ossessione. < Ti copro > esclamerebbe, poi, abbassando lo sguardo su quella carta alluminio. Dalla tasca sinistra tirerebbe fuori un pezzo di cartoncino e lo arrotolerebbe in un filtrino, posizionandolo poi sulle labbra. Dalla tasca tirerebbe fuori un pacco di tabacco ed una cartina, lunga, ovviamente. Aprirebbe la carta alluminio e prenderebbe un po' di quel contenuto, mettendolo nella cartina e mescolandolo al tabacco. COMINCIAMO AD IMPASTAREEE. [Chakra on] La ragazza sembra entusiasta della idea e di questo Aki ne era certo. Quel suo urlo ha attirato più sguardi del previsto, ma il Kakuzu se ne frega. Sta solamente pensando a quelle parole che il tipo ha detto e alle parole che vuole scrivere sul muro per urlare al mondo ciò che ora sta provando. Arrivati al vicoletto, lei si fa seria alle parole di lui. Ha capito subito che in quel momento aveva bisogno di alcune parole e queste sono arrivate puntuali. Facendo un sorriso, andrebbe ad appoggiare la mano destra sulla testa della ragazza per poi accarezzarla delicatamente. < Fuck yourself, tristezza. > ripeterebbe per evidenziare quel messaggio che condivide. Poi lei si siede a terra e dice quella parola. Proprio mai. Non devono lascarsi andare. Ora la testa di Aki è nascosta dal cappuccio e, utilizzando questa piccola copertura, andrebbe a dirigere la bocchetta dello spray verso il muro. Andrebbe a premere il cappuccio apposito e andrebbe a muovere la mano e il braccio in modo tale da forare la prima lettera. Pochi secondi dopo una bella 'F' si potrebbe leggere nel muro di un bel fucsia acceso. Il rumore di quella bomboletta e l'odore di vernice gli piacciono e lo rilassano più di ogni altra cosa, o quasi almeno. Sicuramente è tra le tre cose che lo rilassano al mondo. In più va a mescolarsi a quel profumo anche un altro odore che tanto ama e questo proviene da Nana. Infatti subito dopo aver rotto il foglietto di alluminio, una folata di profumo naturale ha investito il naso del ragazzo, il quale si girerebbe prontamente verso l'amica. Subito dopo qualche secondo si rigirerebbe verso il muro. Ha un lavoro da completare. Andrebbe a completare la prima parola, non censurando nulla. < Come ti sembra? > domanderebbe. La scritta si presenterebbe in corsivo. I caratteri sono ben tondeggianti e di una dimensione notevole. Il colore è uno solo, quindi non è il massimo, ma al ragazzo piace molto. [chakra on] L'altro condivide, dunque, quel suo grido liberatorio, dandole una pacca sul capo. Ed i suoi occhietti si illuminerebbero, felice di quel tocco, felice del fatto che la tristezza dell'altro sia stata colmata. Nessuno può renderlo triste. Nessuno. Ucciderebbe chiunque lo facesse. Potete starne certi. Adesso, le sue manine si muoverebbero veloci ed abilmente, come se da sempre fosse abituata a fare quelle cose. Eppure, ha solo quattordici anni. A volte, la vita è davvero ingiusta. E con loro lo è stata parecchio. Ma non ci pensa, la biondina. Non pensa a quanto la vita sia stata ingiusta con lei. Perché a lei va bene così. E' nata dal caos. E continuerà a vivere nel caos, l'unico luogo in cui si sente se stessa. L'odore della vernice si mescola, in quel vicolo, a quello di ciò che lei tiene tra le mani in quel momento. Due odori particolari e familiari, che la fanno stare bene. La vernice la tranquillizza: vuol dire che Aki è lì con lei e nessuno può toccarlo; l'erba, invece, la rasserena: il suo animo irrequieto si calma. Dopo aver posizionato il filtro sulla cartina, andrebbe a girarla per bene. Sul suo viso vi è un'espressione strana, ma concentrata: la punta della lingua è fuori dalle labbra,, posizionata sul lato destro; la fronte è corrugata, gli occhietti attenti. Stringe per bene la cartina dalla parte del filtro, per lasciarla, invece, più larga dalla parte opposta. Avvicinerebbe il tutto alla lingua ed in un attimo il piatto forte della serata sarebbe pronto. In quel momento si volterebbe verso Aki, che ha appena finito la prima parte della propria opera. Gli occhietti si spalancherebbero ed il sorriso nuovamente si allargherebbe. < WAAA SUGOOOI NAKUU >. Lei adora il fucsia. Ma, più di ogni cosa, adora i murales del Kakuzu. Posizionerebbe la propria opera sulle labbra, riponendo in tasca tutto ciò che non serve più. Tirerebbe fuori, invece, il proprio cellulare. E comincerebbe a scattare foto al proprio amico mentre completa quel piccolo murales. < Sugoi > esclamerebbe, riguardando quelle foto < Sugoi > esclamerebbe ancora. Una volta soddisfatta, riporrebbe il cellulare nella tasca, tirando fuori un accendino rosa fragola. Non accenderebbe, ancora, aspettando che l'altro finisca la propria opera d'arte. [chakra on] La ragazza sta facendo ciò che le è stato chiesto di fare. Quella cosa che verrà fuori calmerà tutti e due, e ne hanno bisogno. Ne hanno bisogno perchè vivere in quell'orfanotrofio non è male, ma tutti i bambini che stanno là dentro sono insopportabili, proprio come quando erano loro due piccoli. L'odore di erba sta riempiendo i metri intorno a Nana e la vernice sta riempiendo i metri intorno a Aki. Le lettere stampate nel muro sembrano, agli occhi del Kakuzu, sprigionare luce propria. Finalmente la ragazza ha finito e ascolta ciò che lui ha da dire. L'espressione di lei si fa vivace e sembra che il murales le piaccia molto. Le piace così tanto da tirare fuori il telefono per fare delle foto. < Mi raccomando. Niente foto su Ninjagram. Non me ne fotte un cazzo dei tuoi followers. Mi spiace. Se vuoi le tieni per te, altrimenti le elimino io. >. Lui è quello che pensa a queste cose. Lei ha la testa tra le nuvole e va bene così. Nessuno le ha mai chiesto di mettere la testa a posto e sicuramente non sarà lui a farlo. Non farà cambiare la sua amica per qualcosa di stupido come la normalità. Andrebbe a continuare ciò che ha iniziato, completando le parole che tanto sente all'interno del suo animo. Dopo averlo finita, l'opera sembra veramente ben fatta. Lo stile è rimasto uguale per tutta la scritta. Finito, andrebbe a lanciare la bomboletta finita lontano da loro e poi raggiungerebbe Ana. Si sederebbe di fianco a lei e andrebbe a allungare il braccio verso la bocca nella Kokketsu dato che è proprio là che si trova la canna. Cercherebbe di afferrarla e, nel caso lei gliela lascasse prendere, lui se la porterebbe alla bocca. < Ben fatto, Hikui. Propio ben fatto. Ma. l'accendino ce l'ho io. > e con uno sguardo scherzoso andrebbe a prenderlo all'interno della sua tasca per poi andare a portarlo alla bocca. Andrebbe a accenderlo e, osservando quella fiamma che arde tanto forte anche dentro di lui, andrebbe a infuocare la punta della cosa che ha in bocca. Un piccolo respiro che gli scalda i polmoni e una piccola sbuffata in faccia alla ragazza danno il via al vero divertimento. [chakra on]
Giocata del 11/02/2021 dalle 22:07 alle 22:25 nella chat "Quartiere Notturno"
Niente foto su Ninjagram? Sì, come no. Ricordate, non ditele mai cosa deve fare. Annuirebbe semplicemente con quella testolina, portandola su e giù in modo quasi compulsivo. Quello che l'altro non sa è che una delle foto che ha scattato quella sera... è già su ninjagram! Insomma, lei adora quel social ed i suoi followers hanno bisogno di sapere cosa fa durante il giorno! Lei è la psycho-queen! Adesso, l'opera di Aki sarebbe completa. La osserverebbe con un sorriso enorme e gli occhi spalancati, ancora con quella canna tra le labbra. Ma quella le verrebbe strappata dopo qualche secondo dal Kakuzu stesso. E lei metterebbe il broncio. Voleva essere lei la prima! Ma, per stavolta, lo lascerebbe fare. Lascerebbe che l'altro la accenda. E lascerebbe che quella piccola nuvola di fumo le arrivi dritta in viso. E si inebrierebbe. Respirerebbe a fondo quell'odore tanto familiare. La mancina, poi, si infilerebbe sotto il braccio destro dell'altro, cercando calore umano. La testolina si inclinerebbe, poggiandosi sulla spalla altrui. Ogni tanto le piace prendersi e dargli quel tipo di attenzioni, più naturali per due amici. Adesso, in quella posizione accucciata, sembrerebbe proprio una bambina. Muoverebbe un po' il viso, sfregandolo contro la felpa dell'altro. < Naku > esclamerebbe, quasi in un sussurro, stavolta < non avere mai altri amici > ed eccola la sua possessività. Eccola che viene fuori, chiara e limpida come la luce del sole. Ecco che viene fuori il suo lato da yandere, che vuole avere quell'amico tutto per sé, che ucciderebbe se qualcuno per caso lo toccasse. Ed a quel punto, allungherebbe la manina destra verso le labbra altrui, prendendo tra indice e medio quella canna. E se la porterebbe alle labbra. Inspirerebbe. In modo profondo, automatico. E quel fumo le invaderebbe i polmoni e poi tutto il corpo, facendo sciogliere quei muscoli che erano stati sempre all'erta durante la serata, per evitare di non accorgersi che qualcuno stesse toccando Aki. Ed i suoi sensi, finalmente, si rilasserebbero. Fortunatamente, quella sera, tutto è andato bene. [END] Seduto sul quel terreno umido, si trova alla sinistra di Nana. Sono una di fianco all'altra, ancora. Ognuno di loro ha appena finito di creare qualcosa. Entrambi si sono dati all'arte come ultima cosa prima di rilassarsi definitivamente. Una serata che ha avuto degli alti e bassi, soprattutto nell'umore di Aki. Ma per fortuna che con lui c'è la sua migliore amica che, con una delicatezza che solo in quei momenti riesce a usare, si è appoggiata alla sua spalla mentre lui fuma. Il Kakuzu rimarrebbe a guardare ciò che poco prima aveva tra le labbra, ammirando quella cartina che piano piano si brucia. Quel fuoco che dentro di lui arde molto più intensamente. Con la coda dell'occhio, però, fissa Nana che, con un leggero movimento della testa, accarezza la spalla di lui. Solamente dopo aver sentito le parole di lei, Aki si girerebbe a guardarla molto lentamente. Dopo un paio di secondi di silenzio, andrebbe a risponderle. < Perchè non dovrei farmi amici? Solamente perchè potresti ucciderli? Direi che potrei farlo solamente per il fatto che non mi ascolti mai quando ti dico le cose. >. Un altro paio di secondi di silenzio seguirebbero questa provocazione, ma verrebbe interrotto da altre parole del Kakuzu. < Direi che è giusto così però, altrimenti non saresti tu e se tu non fossi te stessa non ti vorrei bene. >. La canna gli viene rubata dalla bocca e ora che è libero, farebbe uscire la lingua per leccarsi le labbra inferiori. < Goditela, Hikui. Non pensare a niente tranne a questo odore di vernice. >. Così chiuderebbe gli occhi e tenderebbe il naso per sentire questo odore e le orecchie per sentire il rumore della cartina che si consuma. La pace dopo la tempesta. La tranquillità dopo un inizio di serata rovinato a causa di un subumano senza cervello, ma con della droga per niente male. Loro però sono ancora insieme e l'importante è questo. Fratello e sorella. [END]