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{Luce e Memoria. E tu, chi sei?}

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con Kioku, Furaya, Haru

21:24 Kioku:
  [Risveglio(?) Campo di Battaglia] <IO SONO UN DIO> griderebbe con tutte le sue forze <Sono colui che ha trasceso ogni potere, ha trasceso il concetto di ninja> la voce si spezzerebbe quasi per il forte tuonare, rovinando ogni sua singola fibra, le sue corde vocali, incurante di questo <IO NON CEDERÒ> con le sue ultime forze vitali e non farebbe quanta più pressione possibile a partire dalle braccia, non cederà mai, né ora né tra mille lune. Romperebbe la propria cristallizzazione, sbavando ed inveendo frasi già pronunciate poc’anzi <IO SONO UN DIO> ripeterebbe tra il forsennato, incredulo e disperato, liberando le proprie braccia e cominciando a staccare pezzi di cristallo solamente per rendersi conto che un istante dopo novelli cristalli avvolgerebbero il suo corpo <pensi di potermi eliminare così facilmente?> ringhierebbe nei confronti della figura mistica palesatasi <questa è la logica di un perdente> inveirebbe nuovamente cercando di staccarsi con le ultime forze i cristalli ma senza successo, rimanendo ancora intrappolato, con solamente il viso e la bocca ancora tuonerebbe probabilmente per l’ultima volta il proprio nome <Un vincente non deve pensare a come è fatto il mondo, ma a come il mondo dovrebbe essere> ormai senza forze e senza fiato <ecco perché non riuscirai mai ad eliminarmi><ecco chi sono> sbavando ormai sangue, quasi scellerato in quelle che la sua mente ormai hanno compreso essere i suoi ultimi istanti, in balia e succube di un potere più grande <IO SONO AKE-> il cristallo solidificarsi completamente, avvolgendo la figura del Rikudo Sennin e spegnendo questi suoi ultimi istanti di follia. <Non respiro, non vedo, eppure mi sembra di essere cosciente? Cosa è questo? Un sogno? Cosa sono queste urla? Queste parole? Non capisco> cercherebbe di muovere qualsiasi muscolo ma non gli sarebbe possibile, cosa sta accadendo? In cuor suo non ne ha idea, percepisce qualcosa intorno a se stesso eppure non si capacità di come non gli sia possibile vedere nulla, sospeso in un limbo, completamente abbandonato a se stesso, come in un infinito incubo, l’unica cosa che ogni volta torna a fargli compagnia sono quelle parole, spezzate, rotte, urla, sofferenza, impotenza, non comprende cosa siano, sprazzi d’immagini. Ancor più allarmante il fatto che prima di allora, nemmeno questo percepiva, quando è cominciato tutto? Ma soprattutto chi è quella persona che urla? Ake? Lentamente come avrebbe ripreso conoscenza, così comincerebbe a fare sempre più forza, cercando assistenza nei propri muscoli, cercare di muoversi da questa morsa per lui, ai suoi sensi, invisibile, che lo circonda e non gli permette di muoversi. Dopo diversi tentativi, sentirebbe qualcosa cominciare a muoversi, i muscoli cominciare lentamente a reagire agli input mandati dal suo cervello, qualcosa sgretolarsi attorno a lui, con un ultimo spasmo di forze cercherebbe di “spingere” mentalmente parlando, cercando di far accadere qualcosa. Qualcosa accadrebbe eccome se accadrebbe, di colpo si risveglierebbe d’un tratto come un lungo tepore, sentirebbe il proprio corpo in balia della gravità stessa, rumori e vento trascinarlo giù da quel dirupo, ruzzolare fino a valle ed infine infrangersi con altre schegge di cristallo sparpagliarsi. Dunque, infine il suo risveglio avverrebbe, non più Akendo Seiun, non più gli stessi occhi, qualcosa di diverso, qualcosa di differente, ma ci sarà tempo per questa storia, ciò che resterebbe di Akendo Seiun non sarebbe altro che un ragazzo, un po’ più ringiovanito, un po’ più deperito e smorto, i suoi occhi non vedrebbero più le violacee iridi dai cerchi concentrici lasciando posto ad un nero intenso e profondo <anf anf anf> ansimerebbe, come dopo lungo tempo in apnea <ahhhh> un rilascio tra energia, stress e ossigeno catturato, il fu Akendo Seiun, rinato come Kioku infine è tornato nel mondo ninja. Lentamente si alzerebbe, si prenderebbe tutto il tempo necessario, rimanendo sulle ginocchia, prendendo fiato ed ossigeno, lo sguardo, seppur doloro ed affaticato, potrebbe ora scorgere l’immensa pianura che si pone d’innanzi a lui, coprendosi temporaneamente gli occhi, lentamente riprendere a vedere tutto chiaramente, un campo di battaglia sembrerebbe a prima vista, giubbini strani, oggetti conficcati dalle strane forme che mai aveva visto, bandiere di altro tipo <aaahh> questa volta un dolore lancinante colpirlo alla testa al primo minimo sforzo nel capire cosa stesse accadendo. Lentamente si rimetterebbe sui propri arti inferiori, retto in piedi, un passo alla volta comincerebbe a vagare per l’immenso campo alla ricerca di qualcosa, non sa bene cosa, non capisce cosa sia accaduto, dove si trovi, che cosa sia successo in questo loco e soprattutto cosa gli sia accaduto fino ad ora, anima errante rinata vagherebbe per la landa.

21:34 Haru:
 Le saette squarciano il cielo nero. I lampi illuminano i contorni frastagliati di quei monti. I tuoni rompono con un boato echeggiante il silenzio in quelle valli. Sembra la fine del mondo ed invece è soltanto l'inizio di una nuova storia. L'atmosfera intorno a quel luogo è elettrico. Il panorama sembra apocalittico, la terra è stata distrutta in più parti. Parlare di guerra in questo luogo potrebbe essere troppo riduttivo. Tutti conoscono la storia. Tutti conoscono cosa successe quel giorno e cosa avvenne negli anni dopo. E trovarsi qui oggi dona a chiunque una sensazione strana. La libertà è stata conquistata. La giustizia ha fatto il suo corso. Un mondo libero e giusto. Cosa ci potrebbe essere di migliore rispetto a questo? La sconfitta del Dio ha donato una nuova luce a tutto il mondo, davvero cambiato dall'ultima volta che era stato visto dai lettori di queste azioni. Da quel giorno, tutto è diverso. Ogni villaggio trova rifugio all'interno delle mura di Kagegakure comandato da un Consiglio. Gli shinobi hanno perso parte del loro potere decisionale dopo la loro sconfitta e le loro azioni non sono più impunibili. Tutti rispondono al Consiglio, dal primo all'ultimo. E che tu sia d'accordo o no, devi fartelo andare bene. Una figura si aggira tra quelle strisce di roccia. Se il bagliore di un lampo potesse illuminarlo, darebbe luce ad un kimono di colore nero con una fascia bianca legata in vita e un haori senza maniche di colore bianco indossato sopra. I capelli bianchi verrebbero illuminati da quella luce offrendo a loro una lucentezza particolare. E, infine, quel bagliore lascerebbe intravedere due occhi di color ghiaccio, un azzurro così chiaro da poter essere scambiato per un bianco. I lineamenti sottili e tagliati del viso mostrano un'eta adolescenziale a quella figura. Il suo nome è portatore di luce, come un'alba che porta lo splendore del Sole a irradiare le terre. Il suo nome è Haru. Ora si trova lì, su quei monti, ad osservare quei ninja rimasti congelati quel giorno di dieci anni fa. Immobili, ancora intatti, senza un minimo graffio. Le sue iridi chiare guardano uno ad uno quei corpi. Ed ecco che proprio in quell'attimo, qualcosa cattura totalmente la sua attenzione. Uno di quei corpi cristalizzati inizia a perdere quel potere che lo aveva tenuto ghiacciato in questo lungo periodo e inizia a muoversi, fino a precipitare giù senza controllo. Quel corpo cade poco distante da Haru che osserva la scena incredulo. Cosa gli è successo realmente a quella persona? E soprattutto <Tu chi sei?> la voce del ragazzo risuona nel vento improvvisamente e sovrasta ora il rumore della pioggia che cade incessante su quei monti. Lui chi è? E per quale motivo è rimasto congelato tutto quel tempo? C'è una storia da scoprire. Diamo il via alle danze. [chk on]

22:05 Kioku:
  [Risveglio(?) Campo di Battaglia] Tuoni e lampi adornano il cielo di quel loco, come se la nascita di Kioku fosse stata accompagnata da un cielo in lacrime, come se gli stessi Kami stessero piangendo l’aver perso il loro unico figlio prediletto ma come già detto questa sarà un’altra storia, una storia ben più contorta e oscura, una di quelle che ricompariranno tra un bel po’. Lampi e fulmini, pioggia che accompagna ogni suo passo, indosso un kimono nero, qualunque altra cosa avesse con sé probabilmente è andata perduta al suo risveglio dalla caduta, troppo stordito per cercare qualcosa intorno a sé, troppo confuso anche solo per capire dove si trovi. Fa anche freddo per di più e quel kimono sembra tutto fuorché qualcosa che possa coprirlo, ciononostante non trova fastidiosa la pioggia, trovando per qualche istante quasi una sensazione di pace nell’incontro tra le gocce del cielo e la sua pelle. Ulteriori passi verrebbe fatti, spingendosi sempre più in la dal luogo del suo impatto con il terreno, disorientato vagherebbe, finché, una voce non lo raggiungerebbe, squarciando il rumore dei fulmini e del cielo, si arresterebbe, volgendo il capo nella direzione ove cui ha percepito quella voce, una figura ben distinte, non molto distante da lui si paleserebbe d’innanzi ai suoi occhi nero pece <chi..chi-s-ono?> Vocerebbe quasi più come a domandarlo a se stesso che a lui, in evidente stato confusionale <chi sono io?> con voce un pochino più sicura e salda nuovamente favellerebbe, una domanda, si una domanda posta a se stesso <io..io—no-n> si interromperebbe nuovamente, percepirebbe delle piccolissime fitte coinvolgere tutto il suo capo, abbasserebbe lo sguardo e con esso il viso verso terra, lasciando che il fango prenda il sopravvento sui suoi indumenti e piedi nudi, con quell’unico kimono grigio scuro a protezione <io non ne ho idea> vocerebbe quanto basta per essere udito, successivamente riporterebbe sguardo e viso in direzione del ragazzo <io…non me lo ricordo> rimarrebbe fisso così, di stucco, il suo sguardo perso nel volto altrui, quasi come una richiesta di soccorso, sull’orlo di una crisi totale, spogliato di tutto, di ogni cosa, sia materiale che spirituale o mentale che sia. Un involucro vuoto vagare per le lande, il respiro quasi soffocato, più ci penserebbe più sgranerebbe gli occhi, proverebbe a parlare ma da quella bocca non uscirebbe nient’altro che un rantolio < cosa è successo qui? Dove mi trovo?> cercherebbe di comprendere qualcosa, sull’orlo dello shock e di uno scompenso, cercherebbe di muovere timidi passi in direzione di quell’unica figura che ora come ora potrebbe rappresentare per Kioku la salvezza. [chakra off] [kimono on]

22:30 Haru:
 Gli occhi di Haru hanno assistito a qualcosa che nemmeno lui si sarebbe mai immaginato. Erano ormai dieci lunghi anni che quelle persone si trovavano in quello stato di crisalide ghiacciata. Ed ora una di loro ne è appena uscito. Quella figura sembra stare bene, anche se appare visibilmente confusa. L'Otsutsuki lo fissa. Le spalle larghe sembrano mostrare in Haru un completo controllo della situazione. Il ragazzo compie dei passi avanti che riducono la distanza con quella presenza sconosciuta. Il portamento è composto, elegante. Il chunin sembra muovere ogni arto del suo corpo secondo un regime da seguire con ordine, come se la sua infanzia fosse stata composta da disciplina e regole ferree. Haru non si sente una persona come le altre. Nel suo sangue, scorre la dinastia di una casata che ha radici più profonde di qualsiasi altra persona presente sulla faccia delle terra. Lui conosce il suo passato, anche se non ha informazioni sulle origini della sua casata. Una pagina oscura a chiunque sia presente all'interno della Casata degli Otsutsuki. Il suo popolo è migrato stabilendosi in luoghi nascosti e lì è nato un nuovo corso per i suoi familiari. Haru porta con onore lo stemma del suo clan disegnato dietro quell'haori bianco indossato e ne applica i valori insegnati. Soltanto la gioventù lo trascina a volte in situazioni lontamente insegnate dai membri più anziani della Casata. Le parole confuse di Kioku vengono udite dallo stesso Otsutsuki. Il giovane riflette su quella situazione <Sembra che hai qualche problema, amico> mette in evidenza quel che ha notato, niente di più. La domanda dell'altro costringe Haru a raccontare qualcosa che per lui è ovvio <Ti trovi ai piedi dei Monti Ardenti> risponde mantenendo un tono calmo e pacato. <Questo luogo è diventato famoso. Esattamente dieci anni fa..> le prime informazioni iniziano ad essere rilasciate all'altro per dargli un'idea generale di ciò che si trova ora nel mondo. <Qui è avvenuta la più grande sconfitta degli shinobi di tutti i tempi. Nessuno è riuscito a fermare la furia del Kami, almeno fino a pochi giorni fa> si ferma per ora per non lasciare all'altro troppe notizie che potrebbero portarlo ad entrare ancor di più in uno stato di panico. Lo sguardo di ghiaccio di Haru permane sull'altro. Il corpo immobile rimane sempre composto mentre il ciuffo bianco bagnato dalla pioggia copre parte del suo occhio sinistro. [chk on]

Io sono un Dio. Queste le parole che pronunciasti prima di cadere. Te la ricordi la tua vita passata? Definito al pari d'una divinità, reincarnazione e discendente del famigerato Madara Uchiha. Storie narrate passate come polvere sospinta dal vento. E ora, ora chi sei se non l'ombra di te stesso, di quello che una volta potevi dichiarare d'essere? Ti rialzi da terra, stanco, privo della memoria e incontri un ragazzo, bianco il crine, che t'offre delle risposte. E' un attimo. Grossi nuvoloni hanno iniziato a formarsi sulle teste d'entrambi, sull'intero ammasso di monti definito Ardenti per via della stragrande maggioranza di vulcani. La pioggia investe entrambi, iniziando a bagnarne le vesti, appiccicando questi ultimi addosso ai corpi assieme ai ciuffi dei capelli. C'è qualcosa di magico in questo posto, un posto che nasconde tutt'ora grandi misteri del passato: Kioku pare esserne un esempio. Sotto i vostri piedi, la storia: la morte di portentosi ninja che non sono riusciti ad adempiere al loro compito, macchiandosi d'una tremenda colpa che si porteranno dietro come un'onta per l'eternità. Non più maestosi esseri che proteggevano al tempo i villaggi, non più quel che erano prima di venire cristallizzati per questi lunghi dieci anni o perire direttamente sul campo di battaglia. Qualunque cosa i Monti Ardenti nascondano ancora, una sola cosa è chiara. Un fulmine, d'improvviso, apparso dalle nubi in alto nel cielo notturno, illumina quasi a giorno questa distesa di vulcani, alcuni spenti ed altri ancor attivi. Illumina i lineamenti dei due uomini appena incontratisi, illumina un terreno che vi sembrerà macchiato di sangue, il sangue di coloro che un tempo varcavano quelle lande vulcaniche e che oggi non ci sono più... o che forse stanno tornando in vita? Sta di fatto che la stessa pioggia che cade dal cielo, d'un tratto, vi sembrerà qualcosa di più, come se quel mistero di cui le vostre menti s'inebriano si sia magicamente espanso e vi abbia accolti a braccia aperte. Guardandovi l'un l'altro, l'ombra e la luce lasciata da quel fulmine vi farà credere che stia piovendo proprio del sangue. Cremisi liquido che scivola dabbasso e si insinua nel terreno ai vostri piedi, macchiandovi irrimediabilmente vesti e volti. E quando questo fulmine sarà sparito... nulla. Si rivedranno ancor una volta davanti all'altro, così com'erano all'inizio. Qualunque visione o mistero si fosse appropriato della loro comprensione, ormai svanito. Null'altro che acqua quella che cade dal cielo, pochi istanti quelli in cui v'è quasi sembrato di veder tutt'altro. Suggestione? Il luogo in questione potrebbe suggerirla. Tuttavia... rivangar il passato non servirà a molto, quindi guardate avanti. Un occhio al futuro. [ Ambient - Bye bye ♥ ]

23:07 Kioku:
  [[Risveglio(?) Campo di Battaglia] Non comprende assolutamente cosa stia accadendo, né chi sia, né dove sia, non ha più alcuna memoria e anche il solo pensarci gli provocherebbe un forte senso di disgusto e nausea, l’unica cosa che sa per certo è che fino a poco fa sembrava essere intrappolato in qualcosa per poi riuscire a liberarsi, nulla di più, nulla di meno. La figura d’innanzi a lui accompagnare i suoi stessi passi così da accorciare ulteriormente le distanze, la sua postura mantenuta e ferrea, non lascia intravedere alcun vacillamento al contrario di Kioku, completamente in balia del momento e delle confuse emozioni che dentro di lui si scatenano, oscillando tra il panico di non ricordare più nulla ed una sorta di strana quiete nell’essere certi che se non altro nulla sa, questo almeno può dire di saperlo. Ironia della sorte, quelle fameliche parole di un tempo “ti priveremo del tuo potere e della tua conoscenza” a quanto pare non erano semplici parole buttate nel vento, ma questo il ragazzo non può saperlo, privato di ogni cosa, ora fissa il volto del ragazzo, così sicuro di sé e tranquillo, cercando quasi delle risposte in lui, così come nelle domande da lui poste al giovane che non tarderebbero ad arrivare a quanto pare. Senza perdersi troppo in chiacchiere, cercherebbe di massaggiarsi il capo con la destrosa, reagendo a quella sua prima affermazione <sembra eh? Già> cercherebbe quasi di abbozzare un sorriso ma il suo sguardo spento ne prenderebbe sopravvento subito dopo, lasciando al ragazzo il tempo di rispondere a quelle domande iniziali, domande che potrebbe letteralmente fare un nascituro, ecco chi è lui, una nuova creatura nata chissà dove e chissà quando. Ascolta quelle parole e non le comprende, non come vorrebbe, non si capacità, ad ogni sua risposta altre domande sorgerebbe, più che cercarne di risposte, si moltiplicherebbero le domande, la testa comincerebbe a girare nuovamente in maniera vorticosa e frenetica, un mal di testa percepibile, un iper ventilazione cominciare a farsi strada <una guerra? Dieci anni fa? E io cosa ci faccio qui allora…perché mi ritrovo qui? Non capisco> volgerebbe il suo sguardo con maggior decisione verso il ragazzo <tu sai dirmi chi sono? Perché sono qui? Perché non ho più alcuna memoria? EH? > il suo tono si infervorerebbe, non è aggressivo quanto più disperato, nei suoi occhi una visibile commozione psichica farsi largo, più ci pensa meno capisce, meno capisce più si agita e rimane vittima di quelle emozione che lo sovrastano, muoverebbe la gamba destra, un passo accennato verso il ragazzo, la mano destra levarsi verso di lui <tu-> un fulmine poco distante da loro, brillerebbe, illuminando tutto l’ambiente circostante, comprese le due intere figure, d’un tratto la pioggia divenire sangue, sporcare i loro vestiti, Kioku volgere il proprio sguardo al cielo, unendo a quelle lacrime di sangue le proprie <perché? Perché non ricordo niente? > strozzate quelle parole, spezzate dai singhiozzi e dalla sensazione di vuoto incredibile. Il fulmine passerebbe e con esso quella scena raccapricciante, il sangue sparirebbe dai loro visi ed indumenti, come ridestatosi, comincerebbe a respirare a pieni polmoni, il capo riportato in posizione originale, palesemente in iper ventilazione ora, poterebbe quella stessa destrosa verso il proprio petto, volto stringersi la pelle attorno al cuore, respirando sempre più velocemente. Le gambe cederebbero d’un tratto, portandolo in ginocchio, con la sinistra a farsi da perno <anf anf anf> ansimerebbe, incapace di controllare il proprio respiro, nuovamente quella voce palesarsi nella sua mente, Ake - Dio – Non è possibile> un forte mal di testa accompagnare il tutto <aaaaaah> un urlo evocativo, liberare le sue energie, scacciare quelle strane voci e frammenti scomposti d’immagine. n quell’urlo qualcosa risvegliarsi in lui, il chakra, sopito fino ad allora, si sprigionerebbe come un torrente in piena, percepirebbe un dolore ai propri occhi, solleverebbe il capo in direzione del ragazzo come a chiedergli quasi aiuto, figurarsi che immagine possa presentarsi agli occhi di Haru, con il capo verso il ragazzo, aprirebbe gli occhi, le iridi colorarsi di un rosso intenso e delle piccole tomoe, due adornarne la cremisi iride. Sbatterebbe nuovamente le palpebre dopo pochi istanti ed un nero pece tornerebbe a fare da padrona come colore originale <ah ah > affannato cercherebbe di vociare <cosa mi sta succedendo? Chi sono io?> nulla di più, rimanendo per qualche istante ancora in ginocchio per poi lentamente cercare di rialzarsi. [risveglio Sharingan due Tomoe]

23:33 Haru:
 Ed ecco che con le parole di Haru che scorrono via via sempre più veloci, il cielo inizia a mutare la sua forma. Nuvole ancor più scure si posano sopra le teste dei due presenti. La pioggia sembra scender ancor più fitta mentre le iridi azzurre del ragazzo osservano quel campo in cui migliaia di ninja persero la vita. Un fulmine cattura l'attenzione dell'Otsutsuki e il viso ruota veloce in quella direzione. Un lampo che ha illuminato quei monti sembrando di portare per un attimo il giorno al posto della notte. E nel frattempo, Kioku sembra non capacitarsi di ciò che è accaduto. L'altro non capisce nulla della situazione in cui ora si trova e tocca ad Haru provare ad aiutarlo. Si è trovato lì in quel momento e non può di certo lasciare quel ragazzo nelle condizioni in cui si trova ora. Ma ecco che ad un certo punto la pioggia si tramuta in sangue che cola a gocce dal cielo. Lo sguardo di Haru si alza lasciando che il suo viso si sporchi di quel liquido cremiso. <E ora cosa succede?> si domanda sussurrando il giovane. Dopo aver visto rinascere un uomo dal ghiaccio in cui si è trovato per dieci anni, l'Otsutsuki sta assistendo ad una pioggia di sangue che bagna entrambi i presenti. La testa del chunin si abbassa osservando quel sangue sul terreno, come se fosse il sangue versato da ogni shinobi in quella guerra lontana negli anni ormai. Ed ecco che Haru riflette su quella scena, senza lasciarla passare inosservata. Quanto sangue è servito per arrivare alla libertà di oggi? Finito il bagliore del fulmine però, quel sangue scompare come se non fosse mai esistito. Haru osserva il suo corpo, privo di qualsiasi goccia di liquido rosso. Le iridi di ghiaccio cadono nuovamente sull'altro. Lo deve aiutare, in qualunque modo. <Tu, amico..> il tono usato è sempre pacato per non dare notizie improvvise in modo brusco a lui che potrebbero sconvolgerlo. <.. sei uno di quei ninja rimasti congelati per dieci anni. Per tutte le altre risposte che cerchi, al momento non posso aiutarti> sinceramente, Haru ammette di aver dei limiti in questo momento per poter risolvere la situazione altrui. Kioku sembra impazzir ad un tratto ed Haru cerca di capire cosa stia accadendo. <Ehi ma cosa ti prende?!> cerca di avvicinarsi di un passo per poi paralizzarsi nel momento in cui lo Sharingan si mostra nelle iridi altrui. <Uchiha?> sussurra in quei secondi, prima che il potere oculare sparisca nuovamente. Haru osserva quel ragazzo mentre prova a chiedergli aiuto e cerca di rialzarsi. La mano dell'Otsutsuki viene tesa in avanti cercando di stringere quella altrui e donargli un supporto. <Non so chi sei, amico. Ma credo sia giusto che il tuo passato sia rivelato a te> lascerebbe la presa se il possessore dello Sharingan fosse in piedi adesso. <Lascia che ti porti in un posto che sicuramente non conoscerai. Per scoprire il tuo passato, devi iniziare a vivere questo presente> dice lui sapendo bene cosa significhi avere incertezze e vuoti sul proprio passato e sulle proprie origini. I due hanno qualcosa in comune, a quanto pare. <E per vivere, hai bisogno di un nome> conciso e rapido, Haru continua il suo discorso. <Sei un uomo senza memoria, ecco chi sei> si interrompe un secondo guardando negli occhi l'altro, ancora scosso. <Tu sei Kioku> un nome per iniziare a vivere. Questo è l'inizio. [chk on]

23:31 Kioku:
  [Risveglio(?) Campo di Battaglia] A terra, in quella pozza di fango, perduto nelle proprie memorie ormai perse, comincerebbe a calmarsi, o almeno ci proverebbe, cercando di ascoltare la voce del giovane ragazzo d’innanzi, accogliendo volentieri il suo aiuto nel rialzarsi e cercare di tornare ad uno stato psico fisico equilibrato, per quanto si possa fare nella sua situazione. Ascolta quelle parole, continuando a non capacitarsi di come sia finito “congelato” ma sono sensazioni a lui non nuove, ma dieci anni? Così tanto tempo? Vorrebbe non credere a quelle parole ma tra i due chi sa qualcosa è proprio quel ragazzo dai bianchi capelli e la pelle perfetta. Stando a quanto dice lui, a quanto pare quella sorta di congelamento ha cessato di funzionare, questo spiegherebbe come mai i suoi “primi” ricordi lo vedono dimenarsi inutilmente all’interno di qualcosa, senza poter vedere ne sentire ne percepire i propri spasmi muscolari, fino allo scioglimento parziale che ha permesso al proprio corpo di riacquistare del movimento. Ascolta le di lui parole, comprendendo anche come da parte da parte sua, tanto più non può dire, neanche volendo, il fatto che Kioku non si ricordi assolutamente nulla a quanto pare è qualcosa legata unicamente alla sua figura, rimarrà in silenzio per adesso riguardo quei frammenti d’immagine come fossero ricordi e quelle urla, antecedenti al suo risveglio, poco prima che riprendesse conoscenza e si “scongelasse”. Una parola però verrebbe rimarcata da Haru <Uchiha?> andrebbe a ripetere con tono oltremodo interrogativo <cosa vuol dire Uchiha?> evidente è il suo stato confusionale e soprattutto di totale perdita della memoria, ritornato alla vita come un nuovo essere, privato e spogliato di ogni cosa, in lui non vi è altro che un involucro nuovo, da plasmare ma soprattutto privo di qualunque conoscenza che non siano la parola, il pensiero (poco utile ora) e i movimenti muscolari, un bambino quasi. Si avvicinerebbe ulteriormente al ragazzo facendo leva proprio sul suo aiuto per poi ripetere con lui quelle sue ultime parole, tra l’affermazione e il dubbio <senza…memoria?> un respiro, ascoltando quello che seppur scherzosamente o meno è un primo passo verso una nuova vita, cominciare a vivere a discapito di tutto ciò che è accaduto oggi <ho bisogno di un nome per vivere> sussurrerebbe quasi a se stesso, seppur ben udibile data la poca distanza, una frase che gli rimarrà impressa per sempre nella sua mente e la persona da cui è scaturita <Kioku?> Senza memoria, letteralmente il suo nome nato dalla coincidenza del momento e dalla casualità dell’incontro <Kioku> esclamerebbe per qualche istante, trovando un attimo di pace e rasserenamento nell’avere qualcosa, anche se magari insignificante rispetto al vuoto di memoria totale, ora ha qualcosa che nemmeno prima aveva, un primo passo verso una nuova vita. Mostrerebbe un sorriso, seppur affaticato, come potrebbe data al situazione per poi vociare in direzione del giovane <quale è il tuo nome?> per poi aggiungere scherzosamente <tu ne hai uno no?> già il fatto che voglia un minimo scherzare è un segno positivo. In attesa della risposta, indicherebbe rovine e una struttura ben più ampia molto lontano da qui, segno comunque che la sua vista seppur non perfettamente in forma e ancora danneggiata, in qualche modo era stata allenata in passato <Quello li è il posto?> nulla di più attendendo risposte, conferme e una nuova strada da percorrere. [sharingan off]

00:01 Haru:
 Quella stretta di mano sancisce il primo contatto tra i due. Una stretta rappresentante una risposta ad una richiesta di aiuto. Ecco di cosa si tratta. La presa di Haru viene meno quando l'altro si alza in piedi. Il panico iniziale sembra sparire lentamente in Kioku ed ora inizia a comprendere la situazione. Haru deve invece capire che l'altro non ricorda assolutamente nulla della sua vita ne tanto meno di tutte le informazioni che aveva raccolto fino a dieci anni fa. Non conosce neanche il potere dello Sharingan, pur possedendolo. <Si tratta di un Clan con un potere oculare. Proprio come quello che è comparso nei tuoi occhi poco fa> cerca di spiegargli in poche parole per dargli una visione più che sufficiente della vita che lo aspetta. <Ci sono Casate che sviluppano dalla nascita un'abilità innata. La maggior parte degli shinobi ne possiede una> sembra banale dirlo ma vuol essere sicuro che lui capisca come stiano i fatti. Lo sguardo di Haru rimane concentrato su quelle iridi davanti a lui. Vuole essere sicuro che ora sia tranquillo, in modo che possa spiegargli altre informazioni e iniziare il percorso che li separano dal Villaggio. La pioggia continua a cadere, nel frattempo. L'Otsutsuki è ormai fradicio, così come le sue vesti. I capelli bianchi cadono davanti ai suoi occhi e la mano destra si muove in loro direzione spostandoli all'indietro. Ogni ciocca passa attraverso lo spazio tra le dita e si sistemano lasciando la fronte del ragazzo scoperta. <Tutti ne hanno uno, Kioku. Tutti quelli che non hanno perso la memoria, almeno..> fa una considerazione giusta, senza preoccuparsi che l'altro possa magari offendersi. Il suo carattere adolescenziale lo porta a volte a tirar fuori il lato immaturo e lui stesso non è dispiaciuto di ciò. Haru segue le linee guide del Clan in modo egregio ma gli piace aggiungere quel pizzico della sua personalità. <Il mio è Haru. Ricordalo> svela all'altro per poi iniziare a compiere alcuni passi verso Kagegakure. La mano destra si alza nuovamente indicando tramite l'ausilio dell'indice il Villaggio <Esatto, quello è il Villaggio. Dieci anni fa, un Consiglio si è unito offrendo un aiuto a tutte le persone e gli shinobi per proteggersi dal Kami. Prima che tu fossi congelato, vivevi in un mondo in cui ogni Paese del mondo aveva un suo Villaggio..> si ferma alcuni secondi spostando lo sguardo dal Villaggio delle Ombre all'altro accanto a lui. <Oggi, tutti i Villaggi vivono all'interno di quelle mura. Andiamo> conclude il suo discorso iniziando a procedere lentamente verso il nuovo Villaggio. [chk on]

00:30 Kioku:
  [Risveglio(?) Campo di Battaglia] Ormai completamente riportatosi in posizione eretta, ascolterebbe la prima risposta a lui data riguardante quel nome pronunciato dal ragazzo pochi istanti prima, Uchiha, un nome appartenente ad una casa con un potere a quanto pare, un potere che risiede proprio negli occhi <parli di casate nel senso che ci sono più clan dunque?> curioso adesso nel ricevere dei veloci botta risposta ad ogni sua domanda, che equivale ovviamente ad altre domande ma del resto, superata quella fase di disperazione, sconcerto e caos, Kioku, così ora è il suo nome, si sta aggrappando con tutte le sue forze e disperatamente alle parole di Haru, un nome per vivere, iniziare a vivere questo presente, da quello partirà per mantenere una certa stabilità mentale. Un passo alla volta, un nuovo percorso da intraprendere, con attenzione lascerebbe permeare ogni singola parola del giovane dai bianchi capelli, abbozzando un sorriso a quella risposta tagliente, per quanto diretta ha ragione, non è completamente stupido ha solo dimenticato le nozioni base ma del resto questo incontro è oltremodo particolare se ne rende conto lui e probabilmente anche il ragazzo <piacere di conoscerti allora Haru, ti ringrazio, non fosse per te chissà che fine avrei fatto qui> forse per la prima volta dal suo risveglio, nonostante la stanchezza, mostrerebbe un sorriso, pregno quanto più di speranza e volontà nel non soccombere a tutto questo, andare avanti e farcela come può, allungherebbe la propria mano in maniera istintiva, aprendola come Haru stesso ha fatto con lui poc’anzi per aiutare a rialzarlo, una seconda stretta, qualora avvenga, da cui partirà la sua nuova vita e la sua prima conoscenza di questo nuovo mondo a lui sconosciuto. La pioggia continuare a cadere con insistenza, il volto, così come i lunghi capelli sciolti dai colori nero pece, ricadrebbero sul kimono ormai fradicio, percepisce una sensazione di freddo ma meno accentuata rispetto a prima al suo brusco risveglio, s’incamminerebbe seguendo le orme di Haru nel terreno, guardando in lontananza questo immenso villaggio e di tanto in tanto i dintorni che stanno abbandonando in favore del villaggio stesso <quindi questa guerra immagino abbia portato molta distruzione nel mondo> attimi di pausa mentre continuerebbe a seguire la figura del bianco <è per questo che tutti i villaggi si sono riuniti in un unico?> per adesso, evitando di stressare troppo la sua mente e soprattutto dare fastidio al nuovo ragazzo, terrà per se altre domande più generiche. [sharingan off]

00:49 Haru:
 Ecco che così inizia quel viaggio, seppur non durerà davvero a lungo visto la breve distanza che separa i due luoghi. Incosciamente però, quello è la loro prima avventura in questo nuovo mondo liberato ormai dal terrore delle bestie divine e del loro proprietario. E bisogna saper apprezzare l'inizio di qualcosa di nuovo, come allo stesso modo si apprezza qualcosa quando finisce. Tra tanti anni, si potrà guardare indietro a questo giorno e descriverlo come l'inizio di una grande storia. La mano di Haru si allunga nuovamente verso l'altro. Le dita stringono forte la mano di Kioku, senza donar violenza in quel gesto. <Il piacere è mio. E puoi stare calmo, troveremo una soluzione per riacquisire la tua memoria> afferma con il volto convinto il giovane, sicuro di voler aiutare questo ragazzo che ha appena conosciuto. D'altronde, lui conosce il mondo prima dell'avvento del Kami. E forse nei suoi ricordi possono celarsi informazioni utili anche a lui e alla ricerca delle origini del suo Clan. Osservando quelle persone cristalizzate, Haru non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe potuto parlarci. <Questa guerra ha cambiato completamente il mondo. I vecchi Villaggi sono ormai sono abbandonati e in rovina> svela all'altro che se avesse la memoria, risulterebbe sconvolto da questa notizia. <Esatto, era l'unico modo per stare in un posto sicuro. In quelle mura, si è sviluppata la vita delle persone e con il tempo sono riusciti ad avere la meglio sul nemico> si ferma con le parole avendo risposte a tutto ciò che è stato richiesto. Il giovane dai bianchi capelli continua a camminare nel frattempo. Il Villaggio formato da mura esagonali si avvicina sempre di più. <Dentro quel luogo, i vecchi Villaggi sono divisi in settori. Ti farò accedere dall'entrata della Pioggia ma sei libero di visitare ogni settore> spiega l'Otsutsuki mentre le mura del settore di Ame iniziano ad intravedersi. <Ti senti pronto ad andare? Ormai sei quasi arrivato> domanda ora lui all'altro cercando un modo per spingerlo a superare i timori iniziali. Haru attende in silenzio arrestando il suo passo ora. Volge il viso verso Kioku e aspetta una risposta in modo da decidere come procedere. [chk on]

01:24 Kioku:
  [Risveglio(?) Campo di Battaglia] In quella stretta di mano, un nuovo inizio, il suo inizio oltre al primo contro con Haru, passo dopo passo un sentiero si sta delineando, verso il villaggio verso questo suo nuovo presente, trova una sensazione di pace in questi pensieri, aggrappandosi come può a questo concetto donatogli da Haru stesso, in lui una figura, la prima con cui ha avuto contatto da che ne ha memoria, colui che gli ha donato un nome. Procede passo dopo passi in direzione del villaggio seguendo il ragazzo stesso, ascolta le sue parole annuendo e sperando che si, prima o poi quelle memorie possano tornare, ah se solo sapesse la triste verità che lo attenderebbe al varco una volta sbloccati tutti i ricordi, chissà cosa accadrebbe, ma ci sarà tempo per quello <speriamo, ora come ora vorrei solo riposare e cambiarmi> d’altronde si è appena “risvegliato”, traumi e sconvolgimenti vari lo hanno pesantemente debilitato dal punto di vista mentale già provato di suo, senza contare la sua condizione fisica non ottimale per via degli anni passati nel cristallo, mettiamoci anche la pioggia e i suoi vestiti fradici, insomma no vede l’ora di trovare riparo in qualche modo. Il villaggio sempre più vicino, le luci provenire dall’interno e scorgibili anche dall’esterno nonostante le alte mura a circondare il villaggio stesso, ad ogni passo non vede l’ora di potersi avvicinare sempre più ad esso e alla sua nuova vita. Le parole di Haru accompagnano tutta la loro rimanente camminata, partendo da come la guerra abbia cambiato ogni cosa all’interno del mondo ninja, di come i villaggi nel momento del bisogno si siano uniti in un unico villaggio immenso, di come al vita sia ripartita da quell’unione ed ora goda di pace e tranquillità, insomma un buon modo per avere un infarinatura generale di tutto ciò che è accaduto e che anche fosse comunque non avrebbe potuto ricordare essendo rimasto congelato per così tanto tempo. Domande ovviamente che riguarderebbe anche il perché sia stato congelato, come sia potuto sopravvivere per dieci anni e così via, ma sono domande che ora come ora affaticherebbero ancora di più la propria mente e che non vuole assolutamente pensarci, si aggrapperà a quelle prime parole di Haru e da li ricomincerà a vivere. Annuisce di tanto in tanto alle parole del giovane ninja <quindi ad oggi ogni villaggio è liberamente esplorabile siccome è all’interno di quel grande villaggio> annuirebbe nuovamente alla sua stessa affermazione, contento di aver compreso al volo il concetto, lo sguardo forse per la prima volta diverrebbe serio e determinato <Sono pronto Haru> detto ciò si incamminerebbe con vigore, superandolo per qualche istante, arrivato alle porte del villaggio di Amegakure si saluterebbe in tutti i modi possibili con Haru per poi essere lasciato alle cure di chi compete e di chi può fornirgli un assistenza maggiore sia in campo medico che di informazioni, passo dopo passo, sempre più vicino a quel villaggio, nella speranza di trovare risposte sul suo passato e sulla sua memoria ma soprattutto, di cominciare la sua nuova vita, partendo da ora, da oggi. da questo presente. [END]

01:41 Haru:
 Così entrambi giungono nei pressi delle vicinanze del Villaggio. Il brusio delle persone inizia a sentirsi in lontananza. C'è un mondo davvero nuovo dentro quelle mura. Anche per Haru è ancora strano vivere dentro quel Villaggio, lui che per anni nella sua infanzia è rimasto nascosto tra piccoli villaggi fatti di pochi abitanti e caverne in cui trovare riparo. Ora vive lì, in quel luogo che è stato sviluppato dalla tecnologia ed ora i suoi occhi di ghiaccio possono osservare cose inimmaginabili fino a poco tempo fa. La tecnologia ha davvero cambiato il modo di vivere delle persone e Kioku potrà rendersene conto. I loro passi rimangono tracciati nel fango, a causa della tanta pioggia caduta questa notte. Ora i due sono fermi. Haru osserva l'altro mentre cerca il coraggio di iniziare a vivere una nuova vita. <Sono sicuro che te la caverai. Io giro in quel settore, in caso avessi bisogno> si presta ad essergli nuovamente di aiuto se dovesse succedergli qualcosa. Dunque, è tempo che le loro strade si separino ma comunque ci sarà modo per incontrarsi nuovamente. L'Otsutsuki non rientra immediatamente al Villaggio ma andrà alla ricerca di tracce che possono essergli utili. <Vai sempre dritto ed entrerai nella Pioggia> gli dona le ultime informazioni, prima di salutarlo in modo definitivo per oggi e lasciare che sia il destino ad unire ancora una volta i loro percorsi. <A presto, Kioku> un cenno con il viso accompagna le ultime parole. Così, dopo essersi salutati, Haru prosegue per la sua strada prima di far ritorno alla sua dimora nel settore di Ame. Un nuovo viaggio è iniziato. Haru e Kioku. Qualcosa li accomuna e oggi è stato soltanto l'inizio della loro storia. Oggi si comincia a vivere nuovamente nella luce, in attesa dei ricordi. [end]

Un uomo si risveglia dopo dieci anni.
Non sa chi è, non sa nulla di quello che è successo e non ricorda niente della sua vita precedente.
Così, Haru inizia a spiegargli quale mondo lo attende da oggi accompagnandolo al Villaggio delle Ombre.

Tu sei Kioku, uomo senza memoria.