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Risveglio o Trip?

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con Rasetsu, Saigo

12:27 Saigo:
 Va tutto bene, andrà tutto bene. Per la prima volta dopo dieci anni è uscita dalle mura, certo ha chiesto il permesso ed è stata autorizzata ma la cosa non la fa comunque sentire tranquilla, per aiutarsi infatti decide di andare a comporre il sigillo della capra mentre con la mente cercherebbe di concentrarsi sulle sue forze fisiche e quelle psichiche, le visualizzerebbe in due differenti sfere che ora vorrebbe andar a far convergere ed unire nel plesso solare, se fosse riuscita quindi dovrebbe sentir scorrere il chakra nel suo corpo, quel pizzico di coraggio che le manca. Sono stati dieci anni orribili e uscire dal villaggio la fa tornare quella bambina di sei anni che ha vissuto un incubo. Cammina lentamente, i nervi sono tesi e sembra essere in procinto di fuggire ad ogni passo che fa. Gli occhi sono appena appena lucidi, come qualcuno che è sull’orlo di una crisi di pianto. Ha paura ed essendo da sola non prova nemmeno a nasconderlo. Indossa un paio di pantaloni elasticizzati neri, le fasciano il corpo, quelle curve ancora acerbe ma che già si stanno sviluppando. I muscoli sono ben allenati e in questo momento gonfi per via della tensione. Poggia i piedi con estrema attenzione, è vero il Dio è stato sconfitto ma quelle dannate bestie? Che ne è delle bestie? Forse ha sbagliato ad uscire, deve tornare indietro. Si ferma e sfrega le mani, appena sudate a causa dell’ansia, sulla sua lunga felpa rossa. Alza il capo al cielo <no ho sbagliato> osserva con i suoi occhi rossi quel cielo pieno di nuvole, doveva capirlo, un bel sole sarebbe stato il segnale che era giunto il momento di affrontare i propri demoni, le proprie paure ma le nuvole portano solo sfortuna, lo sanno tutti. Sta per morire è chiaro. I capelli con quella luce appaiono di un biondo cenere piuttosto spento, non ci sono i riflessi rosa che di solito donano colore a quel viso estremamente chiaro, decisamente troppo pallido per essere un’originaria di Suna, inutile sottolineare quante volte nella sua vita da bambina si è dovuta coprire più del dovuto solo per non ustionarsi. Mentre fissa il cielo e si perde in questi pensieri si distrae abbastanza per trovare la forza necessaria a proseguire, seppur il cuore le martelli nella testa, vuole fuggire dal suo petto, ogni singola fibra del suo essere le sta urlando di andarsene, di tornare indietro. Ci riproverà un altro giorno. Il fiato è corto, ansima e anche parecchio. Cerca di estrarre dalla grossa tasca centrale della sua felpa il cellulare, sa perfettamente che non ci sarà linea ma questo non le impedisce di scrivere un messaggio, decisamente melodrammatico ed inviare. Tutto pur di distrarsi, tutto pur di non lasciare che le immagini di quel tremendo attacco montino in lei, offuschino la realtà e la trascinino a quando aveva sei anni. Ora è più forte, ora sa come combattere e come salvarsi, deve solo ricordarlo a sé stressa, può farcela. Dovesse incontrare una bestia può scappare, sa come fare. Ha combattuto e difeso le mura in questi anni ma nulla le fa più paura di trovarsi all’esterno. Perché si + impuntata così tanto sulla crescita personale? Insomma a chi interessa? <sei proprio idiota Saigo> mormora, borbotta tra sé e sé. Eppure seppur si insulti da sola, si odii e sia occupata a combattere contro il suo stesso istinto di sopravvivenza lei sta avanzando e senza nemmeno saperlo si trova proprio nel punto in cui tutti furono spazzati via, sopra a ciò che rimane di quel campo di battaglia, sospesa su qualche centimetro di terra che nasconde un bel segreto. [chk on]

12:42 Rasetsu:
 Ehi, Demone, cos'è successo l'ultima volta ch'eri sveglio? Ricordi d'una battaglia di dimensioni bibliche che attanagliava l'intero campo dei Monti Ardenti. Ma d'altronde cosa ricordi davvero? Eri euforico, t'eri appena sparato una dose di Sbrilluccica Rossa che ti sfalsava tutte le visioni percettive. E rammenti perfettamente la grave perdita di sangue dovuta all'utilizzo dello tsunami, generato soltanto per infastidire quelle tigri, per distruggere il bosco che avevi di fronte e per far manbassa sia dell'Alleanza che della Yugure. E adesso, ti manca l'aria. Non sai la ragione, ma spalanchi gli occhi. Non ti rendi conto neppure di dove sei, non sai neppure se questa è casa tua o se sei stato sconfitto in battaglia. E se fosse il Naraka? Per tutti i Kami, no! Altrimenti dovresti restare in compagnia di Kimi per l'eternità e non so quanto convenga ad entrambi: uno dei due vorrà sicuramente fuggire il prima possibile. Gli abiti che indossa sono praticamente logori, sporchi della terra in cui è rimasto seppellito per questi dieci anni, fino alla sconfitta della divinità che aveva messo a soqquadro tutte le terre ninja, distruggendole e costringendo i sopravvissuti a crearsi un loro villaggio nuovo. Tossisce, mentre cerca d'annaspare e di scavarsi una via d'uscita nella terra. Distenderebbe l'arto mancino verso l'alto, con il quale intende sferrare un colpo con quella poca forza che possiede (figurarsi col chakra spento, poi), affinché possa in qualche modo emergere. Le unghie scavano, i polpastrelli arraffano qualunque zolla di terra e vermi che si siano annidati in essa, tirandola via. Dal terreno, non molto distante dalle gambe d'una fanciulla, il di lui braccio dovrebbe finalmente riuscire a riafforare come se fosse quello d'uno zombie appena risvegliatosi dal suo triste sonno fatto di morte e putrefazione. Annaspa, cerca di arraffare qualunque cosa si trovi a tiro, persino le gambe d'una bella ragazzina (da bravo pedofilo, avevate dubbi?) che s'aggira nei dintorni. Tentar non nuoce... In fondo, non vede! [ Chakra OFF ]

12:52 Saigo:
 Tutto precipita rapidamente. Spunta una mano, sbatte gli occhi un paio di volte spalancando la bocca. Non ha idea di cosa stia succedendo ma sicuramente non è una cosa buona che appaia una maledetta mano dal terreno. Pietrificata. La paura ha la meglio e la blocca per qualche istante lì, esattamente dove sta, come se bastasse restare immobili per non farsi vedere. Ci manca poco che si faccia la pipì addosso, bisogna solo ringraziare che abbia la vescica vuota. Gli occhi si sbarrano, lo sapeva che era una pessima idea, lo sapeva lei che non poteva finire bene la questione, doveva aspettarselo, cosa pretendeva di trovare fuori dalle mura? Felicità? Ritardata. Anche se era quasi convinta che non potesse mettersi peggio per lei in qualche modo la situazione va rendendosi ancora più nera. Quella mano si muove, come se fosse viva, parliamoci VIVA e le afferra la gamba destra. Cosa cavolo <CAZZO CAZZO CAZZO CAZZO> e continua ancora a lungo, riesce solo ad inveire mentre il panico si impossessa di lei portandola a compiere l’unica azione sensata che trova: la fuga. O almeno una cosa molto simile. Cercherebbe di spostare il peso sulla gamba sinistra lasciando cos’ la destra libera di venir strattonata con forza, il massimo di quella che possiede, che comunque è qualcosa, per cercare di liberarsi da quella maledetta presa, il tutto mentre le sue ora continuano, non ci doveva andare ai Monti Ardenti, lo sapeva lei. Non piange però, in questo momento ha così tanta paura che non riesce nemmeno a piangere, vuole solo salvarsi la vita, deve solo salvarsi la pelle. Se dunque fosse riuscita a liberarsi, ma anche se non ce l’avesse fatta, ora andrebbe a spostare il peso sulla gamba destra così da iniziare freneticamente a calciare il terreno con la sua gamba sinistra, l’unico obiettivo è quello di andare a sotterrare quella maledetta mano sotto più terra possibile. Si muove quindi al massimo delle sue capacità, una tutta la sua forza e il fiatone aumenta, stancandosi più velocemente del previsto a causa dell’ansia. Non che senta qualcosa, al momento la sua adrenalina è schizzata a livelli non indifferenti tanto da non farle percepire i normali limiti corporei. <UNA FOTTUTA MANO MA COSA STRACAZZO> urla adesso mentre continua in quell’opera di ri-sotterramento. Non si fermerà nemmeno se dovesse sparire nuovamente dalla sua vista, deve assicurarsi che qualsiasi cosa sia non la insegua, non vuole scappare da un braccio. Ma perché capitano tutte a lei? Non poteva che ne so succedere a Fuji? No lei la deve trovare la mano maledetta [chk on]

13:23 Rasetsu:
 Pensi davvero che possa trattarsi d'una mano qualunque? Una mano che si muove da sola come in una di quelle trasmissioni televisive? Povera innocente Saigo. Non sai neanche quello che t'aspetta. La mano cerca d'accalappiare la gamba della fanciulla, stringendo con quella poca forza posseduta nel corpo del rosso, or drasticamente diminuita senza che se ne sia ancora reso conto. Tuttavia, quel qualcosa che sta stringendo, continua a muoversi, ad agitarsi come se fosse vivo. Ed evidentemente lo è, ma non riuscendo a vederlo è difficile giudicare. Addirittura viene preso a calci da quel /qualcosa/ e ritrae la mano. Chiude le dita e unisce le cinque punte tra di loro, all'italiana diremmo, agitando la mano come per dire: "ma che cazzo stai facendo?!", anche piuttosto arrabbiato a giudicare da quanto gesticola. Dapprima potrebbe sentire qualche mugugno provenire direttamente dal terreno, come se fosse un suono che non riesce ad uscire proprio per via del sotterramento a cui è sottoposta la fonte. <OOOOOOOOOOH!> Di getto, farebbe comparire almeno la faccia fuori per cercare di respirare. Come un bambino appena nato che piange per incamerare quanta più aria possibile, lui urla per cercare di riprendersi quella che gli è appartenuta prima di restare bloccato in quel cristallo per dieci anni. E nel farlo, uscendo fuori senza preavviso, oltre ad aver spaventato la povera sventurata, si ritroverà direttamente una scarpata in fronte dettata dal sotterramento a cui vuole di nuovo sottoporlo. Ma guarda un po', uno torna dalla morte dopo dieci anni e questo è il benvenuto che gli si offre! Questa gioventù bruciata... Non la capirà mai. <Ma come cazzo ti permetti, mocciosa impertinente?!> Un volto sporco di terra, con occhi verdastri che si ripercuotono sulla Manami, mostrando un fastidioso ghigno all'ingiù. Resta ancor lì, sotterrato per quasi la totalità del suo corpo, con una scarpa in fronte e l'atteggiamento di chi avrebbe sicuramente preferito restare sottoterra per qualche altro decennio se è questo il benvenuto che si dà ai neo-arrivati! <Però, mamma che trip, raga!> Ma che stai dicendo? <Cioè, sangue che volava da tutte le parti, gente morta! Uno sballo, ma come cazzo ci sono finito sotto terra? Sarà stata l'overdose. Probabile.> E t'hanno scambiato per morto? Quasi quasi avrebbe un suo senso logico. <E poi apro gli occhi e trovo una gnoccona a gambe aperte!> Non ha le gambe aperte... Cioè, le sta usando per pestarti, ma non è questo il punto. <Ti farai perdonare, nevvero?> Non iniziare... Ti prego, davvero, non è il caso. [ Chakra OFF ]

13:36 Saigo:
 Potrebbe offendersi per tutto quello che si sente dire, potrebbe arrabbiarsi ma parliamoci chiaro secondo voi quando vede spuntare una faccia resta lì ferma ad aspettare che il resto del mostruoso corpo si riveli? No. Ha paura, una paura così forte che dopo aver tirato l’ennesimo urlo se la da a gambe levate, verso la prima piccola montagnetta che trova. Scatta così al massimo della sua velocità per ben venti metri fino al primo cumulo di pietre abbastanza alto che le permetta di accovacciarsi lì dietro e sparire <rifletti, rifletti, rifletti maledizione> mormora a sé stessa mentre cerca qualcosa di utile da fare in questo esatto momento. Fortuna che sapeva cavarsela lì fuori, fortuna che poteva scapare. La prima cosa che le viene in mente è cercare di comprendere l’entità del pericolo. Per cui, ignorando ancora le parole che le vengono dette ma soprattutto quella figura andrebbe semplicemente a sporgersi appena appena, voltando verso destra il busto e lasciando che i suoi lunghi capelli sfiorino il terreno e la polvere. Deve capire contro che tipo di bestia si trova. Gli occhi quindi si stringono appena cercando di cogliere più dettagli possibili mentre tenterebbe di muoversi il più silenziosamente possibile, facendo anche ricorso a quelle conoscenze imparate ormai tanti anni fa all’accademia, cercando dunque di celare la sua presenza, inspirando lentamente per provare a celare lo scorrere del suo chakra e il suo stesso essere dietro a quelle pietre, a quel piccolo cumolo diventato ora il suo muro di protezione. Cerca la bestia, il nemico, qualsiasi cosa stia per attaccarla e dovrebbe trovare solo un essere umano, una donna per quello che ne capisce lei. A questo punto si alza in piedi, uscendo dalla sua tana, rivelandosi <MA COSA STRACAZZO CI FACEVI SOTTO TERRA MA SEI SCEMA?> domanda urlando spazientita. Forse non è il caso di urlare ma non può farci nulla, ha avuto così tanta paura che adesso ha bisogno di sfogarsi, nemmeno se ne rende conto eh ma le lacrime scorrono sul suo volto, ora che la tensione sta venendo meno, almeno in parte, non si controlla e semplicemente piange sempre per sfogare in qualche modo tutta quell’ansia, quell’adrenalina [chk on][2/4 scatto 20 mt][arte della dissimulazione]

13:49 Rasetsu:
 Personalmente, mi dissocio fortissimo da quello che sta avvenendo in questo risveglio del rosso. Davvero perché sembra essere più sclerato di prima e questo non è un vantaggio per nessuno, tanto meno per se stesso. La fanciulla s'allontana a gambe levate, lui sta talmente sfatto che neanche se ne rende conto, s'accorge soltanto di potersi finalmente liberare dalla costrizione del terreno attorno al corpo. Quindi, farebbe forza con ambo i palmi contro il terriccio, provando a sollevarsi e a tirare fuori anche il resto del busto. Qualora sia riuscito, con evidente fatica data dall'ovvia debilitazione della quale ancora non è conscio (in fondo, fisicamente è sempre stato molto debole, dunque non è la prima volta che si sente così), porterebbe il ginocchio della dritta contro il suolo. Su di questo, cerca di fare abbastanza peso per tirarsi verso l'alto, restando però seduto a riprendere aria. Prova a spolverarsi di dosso qualunque residuo abbia su di sé: la camicia è ormai diventata abbastanza logora, stessa cosa per i pantaloni che si sono impolverati e posseggono un alone non indifferente di polvere. Con virulenti movimenti d'ambo le mani cerca di spazzare via tutto lo sporco specialmente dai capelli rossicci, scuotendo persino il capo come farebbe un cane appena uscito dall'acqua. <Ma che cazzo, potevano almeno controllare se fossi ancora vivo. Insomma, primo soccorso, respirazione, qualcosa.> Sbuffa, poggiando finalmente le mani sulle caviglie incrociate e andando alla ricerca della ragazza che pare averlo scovato per prima. Sobbalza immantinente, sputando gli occhi fuori dalle orbite quando Saigo ricompare subito dopo, urlando ovviamente alla di lui volta, e ponendogli una domanda sulla quale si sofferma qualche secondo come se fosse lei quella pazza del duo. <Scema lo dici a tua sorella, intanto. Specialmente se lo dici al femminile, mannaggia ai Kami. Vuoi che m'abbassi i pantaloni?> No, Rasetsu, dai. Non è il caso. Sei appena uscito da sottoterra, cerchiamo di fare amicizia, vuoi? Che domande... Potrebbe essere l'unica superstite in grado di darti delle informazioni utili, ma d'altro canto cosa te ne importa? Non s'è ancora guardato attorno, quindi non capisce. Piega la testa da un lato, dandosi piccoli schiaffetti dall'altro lato con il palmo, cercando di far uscire la terra da dentro le orecchie. Almeno tornerà finalmente a sentirci bene come una volta. <E comunque che ne so? Stavo combattendo, credo d'essere andato in overdose a una certa. Infatti mi sento ancora strafatto, porca troia!> Tira su col naso, stendendo le braccia verso l'alto per cercare di stiracchiarsi. Nonostante tutto, l'adrenalina in circolo non sembra lasciarlo andare o, comunque, è il suo solito modo di porsi. <Cioè, dove sono finiti tutti? Il combattimento s'è spostato? Spero che quella stronza di Kimi sia almeno morta.> ...No, ma mica l'ha presa sul personale la faccenda della Doku, eh. E' solo l'impressione. [ Chakra OFF ]

14:07 Saigo:
 Lo sguardo muta dal perplesso, al confuso allo spaventato e infine alla rabbia mentre l’altro parla, ad ogni frase pronunciata cambia il sentimento provato, in un arcobaleno frenetico di sentimenti che non è in grado di controllare e non prova nemmeno a dissimulare, se ne resta comunque lì, dietro quel cumulo di massi, a debita distanza dall’altro che non si sa mai, anche se ha fattezze umane ancora non le è ben chiaro cosa sia lui. Una linguaccia a quella prima proposta, come se non avesse mai visto le mutande di un ragazzo, ma che domande fa. Mostra i denti bianchissimi, merito di quel nuovo dentifricio sbiancante per cui ha girato quello spot pubblicitario, non sa se funzioni davvero ma per rendere credibile la sua recitazione le hanno sistemato per bene il colore della dentatura. Eccola quindi andare a pettinarsi con la mano i lunghi capelli, come a volerli pulire dalla polvere raccolta in quei suoi attimi, un gesto sa di nervosismo, ripetuto con una cura tale come se si volesse distrarre dal fatto che potrebbe essere attaccata da un momento all’altro e che quell’incontro non ha fatto che peggiorare la sua paura di quello che sta fuori dalle mura. Silenzio da parte sua inizialmente mentre cerca di ragionare il più lucidamente possibile <beh> replica con un tono che sa molto di astio, una piccola saccentella in questo momento <qui è dove tutti gli idioti di Ninja che potevano difenderci si sono fatti uccidere dal Dio> replica lei schietta, dando tra le righe a lui dell’idiota <infatti se stavi combattendo DOVRESTI> e questo lo sottolinea con una certa intensità <essere morto> lei ha paura ma soprattutto odia. Ha imparato a dare la colpa a tutti quei grandi nomi che scelsero egoisticamente di farsi la guerra per il potere invece di restare nei loro villaggi ed essere pronti a salvare i villaggi, li odia perché se loro ci fossero stati la sua classe non sarebbe morta, il suo senpai non sarebbe su una sedia a rotelle e li non avrebbe un trauma infantile di dimensioni così ampie che non si sa nemmeno da dove iniziare a descriverlo <SIETE TUTTI MORTI QUI> panico nella sua voce. Ci sono due possibilità: quello è un morto tornato in vita e non sarebbe una buona cosa o la gente non è davvero morta il che forse sarebbe anche peggio, questo rimetterebbe in discussione tante delle certezze della sua vita <e ora mi conviene tornare al villaggio se non voglio morire qui anche io a causa di qualche bestia> il tono con cui lo dice lascia trasparire tutta la paura che prova, la tensione, i muscoli che al solo pronunciare quel discorso tornano ad irrigidirsi, per un solo attimo si era dimenticata del pericolo che corre stando lì fuori <e se tu fossi furbo torneresti morto> conclude dunque esitando però qualche altro attimo. Da una parte vorrebbe attaccarlo con tutta sé stessa ma sa di essere troppo debole rispetto a coloro che presero parte a quella guerra, ha bisogno di più potere ma non è questo né il momento né il luogo per cercarlo e men che meno è il posto giusto per sfogare la sua rabbia [chk on]

15:20 Rasetsu:
 La ragazza gli risponde subito a quelle affermazioni, seppur l'espressione sul di lei viso sia talmente cristallina da permettergli di notare tutti i suoi cambiamenti repentini d'umore. Un sopracciglio viene alzato con evidente cipiglio dettato dal modo di comportarsi della fanciulla, la quale sembra conoscere piuttosto bene quel che è successo di recente... Oh beh, recente per te che ti sembra non sia passato manco un giorno, differente per chi ha continuato a vivere per quei dieci anni. <Stai dicendo che la battaglia è finita ed io sono rimasto sotto terra? Che bastardi. Ma non dovrebbero esserci dei morti?> Dei feriti, anche. Infatti, inizierebbe a guardarsi attorno alla ricerca di corpi colpiti e feriti, crateri delle battaglie passate, qualunque cosa possa far riaffiorare a lui i fatti inerenti alla battaglia che, ripetiamo, dal canto del demone, è recentissima. <Insomma, dove diamine sono finiti tutti? Da quanto hanno finito di fare baldoria? E perché io non sto distruggendo o ammazzando qualcuno?> Bella domanda, vero? Cerca di reggersi in piedi adesso, ovviamente sentendosi debole, una sensazione che risulta essere però strana. Non comprende la ragione, le pasticche ingerite dovrebbero dargli la facoltà di essere nel pieno delle proprie forze. Son molti i pensieri che attanagliano la gente del Genetista, il quale cerca di farsi un'analisi completa. Le gambe sono a posto, riesce a muoverle come si deve; le braccia non sembrano rotte in nessun punto e si rigira le mani per comprendere se vi siano o meno ferite. I polsi sono costellati di cicatrici da morso e taglio, ma niente che non sia del tutto normale per lui. La pelle è cadaverica come al solito, facendo risaltare le vene nerastre sotto cute. <Sono immortale, bambolina.> Lo crede lui, soltanto perché è incapace di invecchiare come tutti i Kokketsu. Dunque, sorvoliamo oltre. Solleva lo sguardo in sua direzione, tirando su col naso. C'è abituato, eheh. <Non sarei morto comunque.> Il solito sborone. Se ti piantano un coltello in gola vedi come spruzzi come una fontanella, dunque sarebbe meglio tacere. Tuttavia, è Rasetsu, sappiamo bene che non lo farà. Saigo continua ad inveire contro di lui, asserendo che dovrebbe essere morto. <Allora, mi rispondi? Che cazzo di fine ha fatto la battaglia? Si è spostata?> Una domanda che lui reputa lecita. <Voglio andare a fare casino, dannazione!> Qualunque cosa purché scarichi quell'adrenalina che ogni tanto gli sale alle stelle, nonostante la debolezza fisica si faccia sentire più di quello che crede. <A quale villaggio appartieni? Secondo me, sei una mangiaramen.> Ma ancora? Solleva l'indice della dritta contro la tempia corrispondente, iniziando a muoverlo in circolo. <Tu sei tutta pazza.> LEI. [ Chakra OFF ]

15:34 Saigo:
 Forse quel tipo ha subito anche dei danni mentali in tutti quegli anni. Lo osserva mentre continua a cercare qualcuno, feriti, corpi. Lo osserva silenziosa e perplessa, non ha già detto quanti anni sono passati? Riflette sul suo stesso discorso andando a pensarci con estrema attenzione <sono passati dieci anni di battaglie a senso unico continue, è già tanto che sia rimasta della terra> puntualizza quindi nel momento stesso in cui si rende conto che le era sfuggito di specificare quel dettaglio. Lui continua in predo a quello che lei interpreta come un delirio perché non trova altre spiegazioni, quello è palesemente un fantasma impazzito. Se ne sta silente e continua a guardarlo, lo ascolta e resta a distanza di sicurezza ma non è che collabori più di tanto in quella sua ricerca di risposte, almeno finché non viene interpellata <ma te l’ho detto!> forse. Lei è sicura di aver risposto su come sia finita la battaglia, in ogni caso eccola mostrare nuovamente odio, rancore quasi verso di lui e tutti quelli che come lui sono stati sconfitti <avete perso contro il Dio> replica nuovamente, la mano destra si muove vicino al suo collo, come ad imitare una gola tagliata, così per rendere il concetto ancora più chiaro, caso mai il suo continuare a ripetere che sono tutti morti non bastasse. Eccola quindi andare a fare un singolo passo in sua direzione, ormai è palese che non la stia prendendo in giro, qualcosa è successo davvero <ti pare che puzzo come una Konohana? Apparteniamo tutti a Kagegakure> risponde. Torna a pettinarsi i capelli, le mette ansia stare lì, all’aperto sui monti ardenti, lei vorrebbe solo poter tornare a casa, rincasare ed essere grata d’essere uscita per l’ultima volta in vita sua, perché con cavolo che lo fa un’altra volta, dopo le bestie finisce per beccarsi anche un fantasma o uno che non era morto nella guerra ed è rimasto lì per dieci anni, il che creerebbe una sequela di domande che al momento non ha voglia di porsi<seguimi se vuoi entrare a far parte del villaggio ma ti avverto che se proverai a distruggere qualcosa questa volta si assicureranno tutti che tu sia morto> lei in primis, ma evitiamo di sottolinearlo. Non si tocca l’equilibrio del villaggio, l’unica cosa che le ha permesso di sopravvivere, di andare avanti con la sua vita di essere l’ultima della sua classa e di convivere con la questione, non è rimasta ferma nel passato o almeno non lo è fintanto che resta tra le mura. Lì può crescere, diventare sempre più forte così da non dover perdere nuovamente tutti <puoi scoprirlo da solo se sono pazza. Resta qui e fatti mangiare da qualche bestia oppure vaga per i territori del mondo e scopri che fine hanno fatto tutti i ninja e poi quando sarai soddisfatto vieni a Kagegakure> la mano si distacca dai suoi capelli così da andare ad indicare la direzione in cui si trova il villaggio <in quella direzione> spiega e con questo andrebbe a voltarsi lasciando che lui scorga solamente la sua schiena [chk on]

16:35 Rasetsu:
 Non ha subito danni mentali in tutti quegli anni: c'è proprio nato e cresciuto. E' un Kokketsu: sta tutto nel suo DNA. E il Dna che ha in corpo è quello di un pazzo psicopatico come Yukio, insomma, non stiamo parlando di qualcuno preso a caso. Sbarra immediatamente gli occhi quando Saigo asserisce come siano passati qualcosa come dieci anni da quella battaglia citata da Rasetsu, il quale getta immancabilmente la testa all'indietro e sfodera la sua risata. Sì, esattamente quella risata che nel mondo ninja rimasto non viene più sentita da almeno dieci anni, a giudicare dalle parole della sunese. <NYAHAHAHAHAHH!> Erutta fuori dalla gola, le mani sui fianchi in una posa statica atta soltanto a reggersi il più possibile dal momento che potrebbe cascare a terra di lì a poco, non volendosi ovviamente far vedersi debole di fronte ad una ragazza. E' un uomo, lui. Sì, sì, davvero un uomo. <Non prendermi per il culo. Come fanno ad essere passati dieci anni dalla battaglia se è successa due secondi fa? Sarò collassato di overdose per qualche minuto, forse mezz'ora al massimo. Il tempo di riprendermi, andiamo!> Agita la mancina nell'aria. Il primo passo è sempre la negazione. Non riesce a credere che sia potuto succedere qualcosa del genere, dal momento che la sua concezione, la sua mentalità non riesce a recepire un'informazione che, dal canto proprio, è inesistente. Eppure quel nuovo posto potrebbe piacerti, tipo la super tecnologica Ame. Saresti un ottimo scienziato e ti divertiresti, ma che ne sai, continui a credere d'essere nel passato! Ancora se la ride. <Che nome di merda è Kagegakure?> Eccallà, ti pareva. Mai zitto, neanche un secondo, deve continuare a giudicare tutto quello che ha davanti seppur non sia giusto nei confronti degli altri. Prima o poi, qualcuno ti farà zittire per sempre, ma a quanto pare non c'è riuscita manco una divinità, quindi potresti davvero essere definito un immortale a tutti gli effetti. Sei fantastico, veramente. <Dipende. Ci sono donne? Bordelli? Il Tanzaku? Ti prego, dimmi che c'è almeno qualche sostanza stupefacente. Non chiedo i tremila tipi, davvero, ma devo rifornire le mie tasche altrimenti esco scemo!> Ancora più di quello che sei? Stupendo. Unisce le mani a mo' di preghiera, intrecciando le dita tra di loro, sporgendo addirittura il labbro inferiore e mostrando gli occhietti lucidi, di quel verde giallastro nel completo pallore. <Senti, io vengo con te soltanto perché sono curioso.> Non perché si sta cagando in mano al sol pensiero che ci siano delle bestie indomabili e lui si senta irrimediabilmente stanco. <Ma spiegami questa storia della battaglia. Perché dici che sono passati dieci anni?> Perché in effetti ne sono passati tanti, solo che il tuo cervello fa fatica ad arrivarci. [ Chakra OFF ]

16:50 Saigo:
 La prima reazione alle sue parole è sbattere il piede freneticamente a terra, non ha mica tempo da perdere lì fuori lei, potrebbero venir attaccati da un momento all’altro, bisogna essere razionali e soprattutto saggi in questo momento. La seconda reazione è un bel dito medio in sua direzione appena giudica il nuovo villaggio <la prossima volta non partecipare a guerre come un’egoista, non farti uccidere e decidilo tu il nome> per tutta risposta. Spazientita ora, a metà tra lo spaventato e il troppo distratta da quella strana presenza per esserlo. Eppure sapere che fa parte di loro, che è uno dei colpevoli della fine della sua classe le fa ribollire il sangue, non può desiderare di aiutarlo o anche solo sperare per lui in un futuro felice, è solo un egoista che ha consegnato dei bambini nell’inferno. Lo osserva mentre i suoi occhi ribollono, si nota quando non le piaccia ma non solo lui, la questione in generale, gli occhi vagano sul terreno alla ricerca di nuove mani che sbucano. Saranno gli scienziati ad occuparsi di quel fenomeno strano, spera solo che gli esperimenti che dovranno fare per capirlo siano dolorosi ed insopportabili, un po’ come è stata la sua vita fin ora. Ora potrebbe mettere al sicuro Kagegakure, fargli capire che se quelli sono i suoi presupposti non finirà bene, che è meglio stare alla larga ma questo significherebbe che è una persona altruista, davvero interessata al bene del villaggio prima dei suoi stessi desideri, insomma dovrebbe essere una persona diversa da quella che è <beh lo scoprirai da solo, ma sono sicura che lo troverai divertente> divertente quando verrà sbattuto fuori, punito, incarcerato o qualsiasi altra cosa succede a chi non rispetta la legge. Non sa come vadano davvero le cose. Finalmente possono incamminarsi ed eccola quindi andare a muovere i primi passi lentamente, in modo che venga raggiunta prima di andare ad aumentare fin ad arrivare quasi alla corsa, ha una fifa pazzesca di farsi trovare da una bestia, pessima pessima idea quella di uscire dalle mura <eh che ti devo dire, sono passati dieci anni, ne avevo sei e ora ne ho sedici> ma non aggiunge altro, non riesce a parlare di quegli anni, gli occhi si fanno nuovamente pieni di lacrime, fa male ma soprattutto le fa molta paura ricordare o anche solo pensarci per questo non ci saranno ulteriori informazioni in merito. Lei si limiterà a dirigersi verso l’ingresso del villaggio per poi lasciare quello sconosciuto dai capelli rossi a chi di dovere, non è affar suo che fine farà [end] [chk on]

17:00 Rasetsu:
 Saigo è sicuramente razionale e saggia a voler andarsene il prima possibile da quel luogo, ma stessa cosa non può dirsi per Rasetsu il quale è ancor convinto che la ragazzina stia dicendo un pare di fregnacce assurde. Non riesce proprio a crederle. Quindi, esattamente come un dottore che parla col paziente psicopatico e fuori di zucca, sorride e annuisce. Fa finta che sia tutto vero, pur continuando a credere che quello che dice sia soltanto frutto dell'immaginazione di una pazza. Niente di più e niente di meno, seppur sia ovvio che il pazzo sia soltanto lui qui in mezzo. <Okay, appena inizia una nuova guerra fammi sapere, così so come comportarmi per evitare sotto terra. Va bene, va bene.> Agita la dritta, sta davvero dandole modo di credere che la stia prendendo sul serio, quando così ovviamente non è. Solleva gli occhi verso il cielo, mentre avanzerebbe d'un passo appena. <Dai, su. Vai avanti che ti seguo.> Pervertito. E' soltanto uno dei tanti modi che ha per cercare di guardarle la sottana o il didietro mentre cammina, ovviamente. Il ghigno persiste, la schiena ancor mezza arcuata davanti per sorreggere quei cinquanta chilogrammi da bagnato che si porta dietro. La invita, quindi, a precederlo nonostante possa anche benissimo camminarle di fianco. E niente, le farà sicuramente altre domande in merito a quel che accadde dieci anni prima e ciò che è successo adesso, reputando tutto come il miglior trip della sua vita e non credendo neanche ad una sua mezza parola. [ END ]

Ryuuma riemerge (letteralmente) dalla terra, facendo spaventare non poco una già terrorizzata Saigo. Alla fine si dirigono verso Kagegakure dove la ragazza lo abbandonerà al suo destino