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Quando due mondi s'incontrano

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con Keiga, Tsuyunotama

21:08 Tsuyunotama:
  [Strada maestra] I Monti Ardenti, le pareti vulcaniche, la neve e il freddo sono alle sue spalle, ormai lontani diverse ore di cammino; ieri è stata l'ultima notte passata sulla Montagna Fredda e seguendo la via occidentale è disceso verso le dolci e più accoglienti vallate della piccola cittadina. Di certo meglio del trambusto di Konoha al quale - è certo - non è abituato per nulla. A coprire la calva testa il suo cappello a tele larghe in bambù, un leggero mantello in panno tirato sulle spalle, lo zaino in cuoio con appeso al lato sinistro l'ombrello anch'esso in bambù, sul corpo un semplice kimono pesante che lo protegge dal freddo più intenso. Legato al fianco la fascia nel quale è nascosto il pugnale che lo ha accompagnato nella sua traversata montana. C'è però una novità, tre uccelli di medie dimensioni pendono dallo zaino legati a un piccolo anello di ferro posizionato poco sopra la fascia nel quale è fissato l'ombrello: scendendo a valle ha potuto fare scorta di cibo e di provviste. Ora cammina lungo la via maestra del bosco cercando di avvicinarsi il più possibile verso la cittadina, non ha mangiato perché spera di alloggiare direttamente in qualche ostello o anche solo sotto un porticato ma almeno potrà fare una notte coi nervi distesi. Il viso è tirato, serio, per nulla gioioso nonostante sia riuscito a sopravvivere due notti sui Monti Ardenti pare visibilmente preoccupato o meglio, stranito.

21:14 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Si è spinta oltre, stavolta. Si è spinta dove non è mai stata. Eppure ha trovato questo posto che non sembra neanche troppo male. Vestiario total black che prevede una felpa con cappuccio, un pantalone lungo e delle scarpe chiuse. I capelli neri e lunghi fino alle spalle sono legati dietro la nuca e nascosti sotto al cappuccio. Cappuccio che ne nasconde in parte i lineamenti del viso dalla pelle olivastra, gli occhi neri ed in parte anche i due triangolini rossi sulle guance, simbolo del clan. Legato alla coscia destra c'è il porta armi mentre legata in vita, a sinistra c'è la tasca porta oggetti. Sta camminando nella direzione opposta rispetto al bonzo. Percorre quel sentiero principale ma passando dalla boscaglia. Si fa strada tra arbusti e cespugli, come un'ombra. Accanto a lei, il cucciolo di pastore italiano totalmente nero come la pece. Ancora cucciolo ma degno shinobi del villaggio della foglia. Ed è proprio lui che con un ringhio sommesso, avverte l'umana della presenza di qualcuno in avvicinamento. Lei si ferma e si nasconde dietro un albero dal tronco abbastanza spesso. Farebbe solo girare la testa verso la direzione in cui stava andando per tener d'occhio la strada. Akuma punta quella direzione, quindi dovrebbe arrivare da lì.

21:22 Tsuyunotama:
  [Strada maestra] Lui prosegue lunga la strada maestra guardandosi a destra e a sinistra, certo, è abituato alla fauna del bosco, rapaci, lepri notturne e anche altri animali ma d'un tratto il rumore aumenta fin troppo per poter fugare ogni dubbio pensando che ci siano dei semplici uccelli serali, infine, il ringhio del canide lo fa arrestare immediatamente <Un lupo? Difficile...> troppo rumore se avesse voluto attaccarlo, di cani randagi non ne ha visti fino ad ora quindi i dubbi iniziano a fare capolino qua e là per la sua mente; la mano destra viene posta rapidamente verso il piccolo manico in bambù del coltello, le labbra si schiudono e fermamente chiede <chi c'è> non vede un volto umano da quasi tre giorni, i pochi casolari trovati lungo la discesa dai monti erano già serrati, e i locali già dormivano o mangiavano nelle loro calde case. Prosegue di qualche passo mentre con lo sguardo scandaglia tutto attorno a sé, proseguendo con estrema calma cercando di tenersi più al centro possibile della via che seppur maestra non è molto larga. Non può permettersi che qualcuno lo prenda di soppiatto.

21:34 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Resta nascosta, cercando di muoversi lentamente e non fare rumori che possano farla scoprire. Guarda verso la direzione indicata dal cane fino a che la sagoma dell'uomo non compare ai suoi occhi. Le nero lo fissano, cercando di ricordarne i tratti ma nulla. Tratti ben difficili da adocchiare alla perfezione dato il buio. Quando l'altro si ferma e pone la domanda, lei non risponde. Ruota il capo, portando le mani a formare il sigillo della capra. Immagina le due energie, psichica e fisica, e cerca di farle muovere verso la bocca dello stomaco per unirle e fonderle. Nella fusione, se andasse a segno, dovrebbe poter riuscire a sentire quella forza maggiore scorrerle in tutto il corpo. Una sensazione di vivacità e forza la pervade. Solo al termine scioglierebbe il sigillo, tornando a guardare quell'uomo. Non sembra giovane. Schiude poi le labbra, abbassando la testa su Akuma. Un cenno del capo verso il cagnolino che si sposta, allontanandosi di qualche metro. Una trappola? No, semplicemente il cane è quello che di solito attira l'attenzione. Ed infatti, eccolo sbucare con il musetto da un cespuglio verso la strada maestra. A circa due metri dal pelato> *Wof!* <Esclama il cucciolotto, inclinando il musetto di lato nel guardare l'uomo. Resta comunque ancora nascosto con la maggior parte del corpo. Sta testando lo sconosciuto. A che serve? Lo sa lei. [Tentativo Impasto]

21:40 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] Ancora qualche passo fatto con passo lento, l'ultimo sguardo a destra e a sinistra per sincerarsi ancora una volta di chi possa esserci ma ecco che il musetto del cane e il suo innocente wof rompono la tensione, i nervi per un secondo si smollano, le braccia si abbassano, il respiro si estende leggermente. Nonostante la leggera distensione la mano rimane sul manico in bambù, per quel che ne sa potrebbe essere anche essere una trappola <va a casa> esclama accennando un sorriso da sotto le lunghe falde del copricapo in bambù. Osserva il cane, è curato, di certo non è un randagio <qualcuno ti starà aspettando e io, non posso avere compagni in questo viaggio> sentenzia senza nessuna nota di tristezza per quella sua penosa situazione in cui il destino lo ha messo. <Il cane che ha fame è un cane che morde> afferma tra i denti, rispolverando le massime dei suoi maestri nel Tempio. Sospira lentamente guardando la strada davanti a sé <manca ancora molto a Shokusato... Forse dovrei accamparmi qui in zona e posticipare a domattina l'arrivo>. Guarda ancora con insistenza attorno a sé, di tanto in tanto riposa lo sguardo sul canide appena incontrato.

21:49 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] E niente, nessuno resiste a quel musetto. Buon per lei, che ne approfitta di quel momento in cui Akuma appare agli occhi del tizio ed il tizio parla, per portarsi faccia contro l'albero. Il chakra viene fatto fluire sui piedi, in modo da avere maggiore stabilità una volta che si sarà arrampicata. Cerca di rendere il chakra sotto la pianta una sorta di colla. Una quantità omogenea, così da riuscire anche a camminare a testa in giù, volendo. Con le mani, ricoperte dai guanti placcati sul dorso e neri, cercherebbe di agganciarsi ai rami, cercando quelli più spessi. La presa verrebbe stretta sull'estremità attaccate al tronco, per essere sicura che non si spezzino. Se ci fosse riuscita, senza essere vista, si piazzarebbe china su un ramo spesso non poco distante dalla pelata del tizio. Più in alta di tre metri almeno, rispetto alla posizione dell'altro. Ed ancora non parla, perchè è Akuma a fare gli onori di casa al momento> *Wof! Grrrr* Indietreggia appena il cucciolo per poi fare un piccolo balzo verso l'uomo. Non si capisce se sia giocoso o meno> [CHAKRA ON] [Rilascio del chakra base]

21:58 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] Il cane fa un balzo in avanti, lui ne fa uno indietro, certo, non è spaventato dal cane per ora, ma il suo abbaiare disturbano la sua quiete. Sul volto si tira una nota di fastidio, il viaggio è ancora lungo e lui sta perdendo tempo prezioso per via di questo buffo animale. <Tanto vale fermarsi qua a questo punto> sentenzia ormai rassegnato, avrebbe voluto fare ancora qualche metro prima di accamparsi ma a quanto pare il Fato vuole che stasera lui dorma qua. Certo, dopo le notti sui Monti Ardenti questo è tutto di guadagnato e poi, ha fatto provvista sia di legno che di cibo, può tranquillamente fare un piccolo campo. Si toglie lo zaino posando a terra anche l'ombrello e i tre uccelli legati dal collo. <Non ti azzardare a toccare questi uccelli> dice indicandoli con la mano destra. Nonostante non nevichi come ieri notte ha comunque bisogno che la testa sia al riparo più possibile da ogni sorta di intemperia che potrebbe scatenarsi durante la notte o direttamente la mattina presto. Ecco che lo sguardo viene alzato verso il cielo per vedere se le fronde sono abbastanza fitte da poter fungere da tetto. <Mh, che strano> dice a bassa voce guardando sopra di sé delle fronte che gli sembrano fin troppo fitte rispetto la vegetazione superata qualche metro fa. La mano accarezza nuovamente in manico in bambù verde.

22:17 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Akuma continua nel suo tentativo di distrazione, inclinando la testa quando l'altro parla. Le orecchie sballonzolano a ritmo del movimento> *Grrrrr* <E ringhia verso l'uomo, uscendo del tutto dalla boscaglia per piazzarglisi davanti. Resta comunque a due metri circa da lui. <Woff! Woff, Woff!*> Insiste, ne richiama l'attenzione. Guarda poi gli uccelli a terra, muovendo il tartufo per captarne l'odore. Carne morta. Tkz. Torna sull'uomo e si avvicina di qualche centimetro quando guarda in alto, provando ad allungare il muso verso i cadaveri piumati. Lei, silenziosa, resta su quell'albero. Soprattutto quando l'altro guarda in alto. Non si muove di un centimetro. L'abbigliamento nero è sempre dalla sua parte in questi casi. Aspetta. Come nella caccia, sebbene questa non sia tale. <Grrrr...Wof!> [CHAKRA ON]

22:23 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] Il cane continua ad allungare il nasino ma pare che non gradisca troppo la carne morta, che al contrario, delizia l'uomo in quanto di carne e pesce secco ne ha la nausea. La sua attenzione viene comunque captata ancora da sopra di sé ma non riesce a distinguere esattamente cosa ci sia sopra di lui ma il dubbio gli rimane comunque <chi va là... Se cerchi soldi o qualsiasi cosa di valore, ti conviene cambiare vittima, sprecheresti solo tempo> poche monete in tasca e tanti utensili nello zaino: nulla di valore. <Al pellegrino che prende la via non sbarrare la strada e non farlo dormire più di due notti a casa tua> cantilena verso le fronde sopra il suo capo. <E questa è già la prima notte che sono qua, non vorrai farmi avere problemi coi locali> nonostante non li abbia ancora visti preferisce non averci molto a che fare. <Se invece hai soltanto fame, un uccello possiamo dividerlo> sì, ma solo uno, e basta. Non sa esattamente cosa ci sia lì sopra, ma sa che c'è qualcosa, se fosse un umano avrebbe di sicuro potuto sentire quello che ha detto, al contrario, se sul ramo ci fosse un animale avrebbe sicuramente sprecato soltanto fiato.

22:38 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Akuma si siede, perchè l'altro non lo caga poi granchè. E dunque cambio tattica. Cerca di avvicinarsi ancora, quasi a raggiungere i piedi dell'uomo che sta guardando in alto <Caaaaai caicaicaicai caiiii!> Guaisce, come un pazzo, con il rischio di attirare pure le peggio bestie. Lei, accucciata su quel ramo, sente eccome le parole dello sconosciuto. Il fatto che non la veda è un sacco divertente. Si sta divertendo. <Che hai fatto al cane> Ad un tratto la voce si espande dall'alto verso il basso. Una voce femminile, profonda. Akuma addirittura si butta a terra, pancia all'aria. Un piccolo attore nato e nero <Non ti ha fatto nulla.> Aggiunge, senza muoversi da quella posizione, sebbene debba serrare le labbra per non farsi scappare un sorriso al fare del cucciolo che stasera sta superando sè stesso. <*Caaaaaaai cai cai cai!*>

22:45 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] Il guaito del cane lo distoglie un secondo dalle fronde ma lo attraggono poco, in fondo, lui a quel cane non ha fatto assolutamente nulla quindi non si fa intimorire da quella scenetta, ritorna con lo sguardo verso l'alto <nulla> ormai è chiaro che sopra di sé ci sia una persona e non un animale, grazie al suono che proviene dalla voce della ragazza riesce ad orientarsi in tutto quel buio notando meglio la sagoma della ragazza nonostante non riesca a carpirne il volto e i tratti senza contare il fatto che lui di donne non ha praticamente mai viste se non in età anziana ma nonostante la sua inesperienza alla vita ma attitudine alla durezza del vivere riesce a capire che non sta avendo a che fare con un maschio <non sarai mica... Una donna?!> Domanda strabuzzando gli occhi. Una donna? Pazzesco, non ne ha mai vista una in giovane età il suo stupore è più che giustificato. La tensione si abbassa lentamente e l'Iniziato si siede lentamente atterra affianco al suo zaino con la cacciagione appesa. <Chiunque tu sia, mi hai fatto fare tardi pure per accendere un fuoco> sospira, aprendo velocemente lo zaino e tirando fuori il suo solito armamentario per attizzare un piccolo fuocherello. Uno sguardo va nel frattempo al cane che continua a dimenarsi <e tu smettila o davvero arriverà qualcosa di poco piacevole> la notte incombe, così come i suoi predatori.

23:04 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Akuma ne attira l'attenzione per un attimo ma non troppo da permetterle di scendere senza farsi vedere. Le nere sono fisse sull'uomo, dall'alto in basso. Ma viene presto spiazzata dalla sua domanda. Aggrotta la fronte, sbottando come suo solito e probabilmente rovinando quell'aria di mistero che si era creata. <E anche se fosse?> Chiede aspettando ancora un poco prima di scendere dall'albero. L'altro si siede, praticamente accanto al cane che smette di rotolarsi. Appoggia il culetto a terra, e lo guarda inclinando il musetto di lato. Lei, solo adesso decide che si è rotta di palle di fare l'appesa e scende giù, aiutandosi con le braccia che la reggono su quel ramo, per avere le gambe più vicine al suolo. Lascerebbe poi andare la presa, flettendo le ginocchia una volta che le piante dei piedi, ancora piene di chakra, toccano il suolo. Nell'impatto, le mani si appoggiano a terra, e le ginocchia restano piegate. Cercherebbe di atterrare accanto al monaco, o qualsiasi cosa sia. Restando in quella posizione, molto simile ad Akuma. A dire il verso sono praticamente uguali. <...> Non aggiunge altro, guardando però i cadaveri con le piume. [CHAKRA ON]

23:12 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] Finalmente il mistero si scioglie, l'Inuzuka scende dall'albero e si fa vedere. Certo, è proprio figlia del suo sangue, quasi in simbiosi con il proprio compagno a quattro zampe addirittura nelle posizioni. Guarda adesso la ragazza, giovane, bella, piena di vita, una cosa mai vista dai suoi occhi <ah> esclama leggermente interdetto. <E' così è questo il corpo del femmineo> esclama decisamente stupito di quello che vede. Nel frattempo il suo piccolo mucchio di arbusti e paglia era già stato sistemato pronto ad accogliere la fiamma che il fidato acciarino del ragazzo sprigiona con un movimento rapido del pugnale che ora, per la prima volta, viene estratto completamente dalla fascia che cinge la sua stretta vita. <Avevo visto avuto modo di conoscere il femmineo tanto tempo fa ma mai nel suo... Corpo> sentenzia squadrandola da testa a piedi. Il fuoco si attizza lentamente, prendendo vita grazie alla legna secca e al clima non più umido e freddo come quello dei Monti Ardenti superati da poche ore. <Mi avevano detto che le femmine stanno a casa la notte...> Dice ad alta voce ripassando il breviario che gli avevano dato in dono i suoi confratelli prima che abbandonasse il Tempio. Si sfila nel frattempo il copricapo mostrando la testa calva, la luce risplende illuminando il suo corpo: nervoso, privo di grasso, provato ma sano. Diciotto Primavere che ora si stagliano con la luce, certo, la durezza del vivere ha invecchiato con rughe più marcate il suo volto ma non la sua muscolatura ne ha beneficiato non poco. <Se sei qua per quegli uccelli mi sono assicurato che non fossero addomesticati> e velocemente ne prende uno dalle zampe liberando la testa dal laccio sullo zaino.

23:35 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Finalmente accanto allo sconosciuto, si limita a guardaro, restando in posa cane. Comoda più che mai. Alle sue parole inclina la testa di lato. Lo ascolta sebbene non capisca cosa voglia dire. <che vita di merda che hai avuto> Se ne esce così. Sempre diretta lei. Ma quello che è più strano è che con quell'uomo che non ha mai visto, sta parlando come se nulla fosse. Lei che di solito è sempre zitta ed alla quale bisogna tirare fuori le parole con le pinze. guarda il fuoco poi, chiudendo appena le iridi in fessure. <Ti hanno detto male.> Risponde ancora. A casa? Ma chi, lei? Pff. Allungherebbe poi la mano per cercare di afferrare quella di lui. Un movimento lento, quasi curioso. Come se fosse dispiaciuta per qualcosa. E proverebbe a portarla, nel caso l'altro gliel'avesse fatta prendere, verso di sè, per far aderire il palmo con il proprio seno. <Quindi non hai mai toccato le tette?> Chiede solo dopo il gesto, ovviamente. Akuma usa la destra posteriore per grattarsi il collo, ma se ne sta tranquillo lì, di fronte ai due, dall'altra parte del fuoco. <Se non sono addomesticati vuol dire che possono morire senza problemi?> Stavolta l'espressione cambia appena. Chiede solo, anche lei caccia i conigli con Akuma. [Chakra ON]

23:45 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] Allarga un leggero ghigno all'esclamazione di Keiga, gli occhi si socchiudono leggermente per poi andare a rispondere scuotendo leggermente il capo <in realtà ti dico, che chi ha avuto una vita miserabile siete voi> non c'è giudizio né tantomeno cattiveria in quelle sue parole, lo dice come una constatazione parlando del genere umano tutto, non solo della fanciulla. La sua mano viene presa da quella della ragazza e un brivido lo percorre, che sensazione strana, non era mai stato toccato da una persona del sesso opposto al suo. Lascia che lei gli porti le proprie mani sul seno di lei; lo tocca, lentamente, nonostante si veda che è la prima volta che lo fa <sono... Strani> afferma, o meglio constata come un osservatore in laboratorio, non c'è malizia poiché essa non alberga nell'animo del ragazzo, ogni libido è stata drenata via, sia chimicamente che spiritualmente; accarezza i seni di lei, per poi dopo qualche secondo ritrae la mano riafferrando l'uccello al quale con un gesto rapido della mano opposta taglia la testa aiutato dal pugnale che si porta appresso <il ciclo della vita è inesorabile, così come la ruota che lo muove> risponde iniziando a spiumare l'uccello con velocità gettando successivamente le piume dentro il fuoco <i contadini e le persone del posto utilizzano gli uccelli addomesticati per cacciare, per mandarsi le comunicazioni da una vallata all'altra, per divorare i piccoli animali che rovinano il raccolto e per fare compagnia agli anziani> spiega <cacciare un uccello addomesticato vuol dire arrecare un danno immenso a persone povere che nulla han fatto di male a questo mondo se non nascere tra gli ultimi. Addestrare un uccello può impiegare anche diversi anni e soldi se esso lo si compra al mercato del bestiame> e la guarda, osservando per un secondo Akuma <invece, gli uccelli selvatici vivono all'insaputa del loro grande ruolo, si riproducono velocemente - al contrario di quelli addomesticati che a volte nemmeno figliano - e non hanno intere villaggi che dipendono sulle loro ali>. Una spiegazione razionale, di chi, conosce bene la terra e i popoli ma soprattutto il suo ruolo nel Cosmo.

23:56 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Scuote il capo alle parole dell'altro <...> che già parla troppo difficile per la sua testolina bacata che capisce solo quello che vuole. Quando la mano dell'altro tocca il suo seno non sente..niente. Aggrotta la fronte, senza capire il perchè neanche nell'altro abbia fatto scattare qualcosa. Abbassa anche lo sguardo, che magari sta facendo il duro e nasconde un'erezione coi fiocchi. <Strani?> Risponde, sistemandosi meglio in quella posa da canide. Poi l'altro parte a parlare. Lo guarda mentre spenna il pennuto e butta le piume nel fuoco, lasciando lì lo sguardo durante tutta la storia. Affascinante, non c'è che dire. Akuma si spiattella a terra, appoggiando il musetto nero sulle anteriori dello stesso colore. Le orecchie dritte ascoltano, captano rumori, con il naso che fiuta eventuali odori in avvicinamento. Si sta tranquilli con lui attorno, non c'è che dire. <Anche noi cacciamo> Intende lei e Akuma, ovviamente. Come se quella frase potesse aprire un mondo a sè stante. La finisce lì. Cosa che poteva dire e non dire non saprebbe comunque cambiato nulla. Parla poco. Ma adesso almeno parla. La verità è che è incuriosita da quel tizio. Non sembra ostile ma è completamente diverso dalle persone del villaggio <Che cosa sei?> Chiede poi. Non chi ma cosa. Forse è una strana bestia che non conosce?

00:06 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Con questo caratterino ne ero certo> risponde verso l'Inuzuka <e cosa cacci? Ma soprattutto, lo fai per divertimento?> e si gira a guardarla <ti piace il sangue?> ipotizza osservando ora Akuma che pare tutto tranne che un segugio da caccia anche se le apparenze ingannano e non poco. Il coltello viene conficcato nella gola del pennuto e squarciato in due facendo cadere tutte le interiora tra l'Iniziato e il fuoco le indica con il mento <il tuo compagno vuole favorire? Sono piene di proteine e sangue ferroso> esclama con disinvoltura mentre con la mano libera prende un ramo lungo con il quale infilza il pennuto per poi conficcarlo davanti al fuoco a cuocere. <Prendiamo un tè...> per rispondere, c'è tempo. Il pentolino con già l'acqua viene messo sul fuoco che arde e mentre aspetta il bollore si gira nuovamente a guardare la fanciulla <cosa sono? Niente che tu abbia mai visto in tutta la tua vita> ed è vero <un discepolo, uno che torna alla Casa ma cerca di portare con sé il più gran numero di persone> pescatore di uomini? Forse troppo, sicuramente però un faro nella notte. <Non sono qua né per combattere il male né per combattere il bene. Non ho Patria, non ho Padre e Madre, non ho Sovrano e nessuno ha la mia fedeltà> questo è quanto. <E tu?>

00:29 Keiga:
  [Strada Maestra - Boscaglia] Guarda Akuma e poi ancora l'uomo <Conigli, lepri..> Pausa <No, li mangiamo> Dice come se fosse la cosa più normale del mondo. Anche crudi, volendo <Si.> Risponde diretta riguardo al sangue <Mi piace l'odore> Ammette tornando su Akuma che alza lascia roteare gli occhietti fino all'uomo, senza muoversi <Ne vuoi?> Domanda verso il cagnolino che ringhia appena, voltandosi dall'altra parte. <Non gli piace molto la roba con le piume> Risponde, come se facesse, come al solito, la traduttrice. Al tè, guarda il pentolino e se osserva i movimenti, come a voler apprendere nel caso potesse tornarle utile. Poi ecco che parla di sè. <A che ti servono le persone?> Chiede, semplice. <Io sono di Konoha> Perchè dire il nome è troppo. Non lo fai mai ma tanto al villaggio la conoscono praticamente tutti. Pecora nera del clan e cagna del villaggio. La posizione cambia solo perchè una mano va a grattarsi la faccia, una guancia, lasciando una scia di terra sulla stessa. Non se ne cura. E' selvaggia e non bada molto allo sporcarsi. Quasi per nulla.

00:39 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Sangue chiama sangue> risponde alla ragazza che si rivela una cacciatrice <lepri... Da molto che non ne mangio una> al Tempio la carne così tenera era merce rara ma sempre molto gradi. Il pennuto continua a cuocersi lui ogni tanto lo ruota un po' per sincerarsi che sia cuocia ovunque e nulla rimanga crudo. Al rifiuto di Akuma sorride verso il canide, prende con le mani le interiora e le lancia dentro il fuoco, le mani si sporcano di sangue, alcune gocce cadono a terra. Solo un organo viene salvato dall'olocausto: il cuore. Lo addenta, dividendolo a metà con i denti, mastica velocemente e ingoia mentre un po' di sangue cola anche dall'estremità della labbra, si asciuga lentamente porgendo l'altra metà a Keiga <cuore di fagiano, ferro, proteine ma soprattutto animus. Provalo> in caso di risposta negativa non ci penserebbe due volte a divorare anche la parte tenuta per la ragazza. <Le persone? Nulla> ridacchia mentre l'acqua bolle e dalla manica tira fuori un piccolo intingolo pieno di te che viene buttato dentro l'acqua che immediatamente si colora. <Non sono le persone che mi interessano, nemmeno le loro carni dove la loro anima dimora. Mi interessa il loro spirito, quello è l'unica cosa che davvero serve e mi interessa> nel frattempo fruga nello zaino tirando fuori due tazze che riempi con il pentolino ormai ardente <brucia> una banalità certo, ma non si può dire che non sia gentile. <Konoha...> ripete a bassa voce <sarà la mia prossima tappa, ma prima devo trovare dei soldi per migliorare il mio scarso equipaggiamento oltre che trovare un tetto per lavare i vestiti> contando che non porta nemmeno l'intimo direi che è più che sensato. L'uccello è pronto, lo si vede dalla carne che scrocchia, la sua attenzione ora è tutta lì <ne vuoi?>

20:44 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Sangue chiama sangue> risponde alla ragazza che si rivela una cacciatrice <lepri... Da molto che non ne mangio una> al Tempio la carne così tenera era merce rara ma sempre molto gradi. Il pennuto continua a cuocersi lui ogni tanto lo ruota un po' per sincerarsi che sia cuocia ovunque e nulla rimanga crudo. Al rifiuto di Akuma sorride verso il canide, prende con le mani le interiora e le lancia dentro il fuoco, le mani si sporcano di sangue, alcune gocce cadono a terra. Solo un organo viene salvato dall'olocausto: il cuore. Lo addenta, dividendolo a metà con i denti, mastica velocemente e ingoia mentre un po' di sangue cola anche dall'estremità della labbra, si asciuga lentamente porgendo l'altra metà a Keiga <cuore di fagiano, ferro, proteine ma soprattutto animus. Provalo> in caso di risposta negativa non ci penserebbe due volte a divorare anche la parte tenuta per la ragazza. <Le persone? Nulla> ridacchia mentre l'acqua bolle e dalla manica tira fuori un piccolo intingolo pieno di te che viene buttato dentro l'acqua che immediatamente si colora. <Non sono le persone che mi interessano, nemmeno le loro carni dove la loro anima dimora. Mi interessa il loro spirito, quello è l'unica cosa che davvero serve e mi interessa> nel frattempo fruga nello zaino tirando fuori due tazze che riempi con il pentolino ormai ardente <brucia> una banalità certo, ma non si può dire che non sia gentile. <Konoha...> ripete a bassa voce <sarà la mia prossima tappa, ma prima devo trovare dei soldi per migliorare il mio scarso equipaggiamento oltre che trovare un tetto per lavare i vestiti> contando che non porta nemmeno l'intimo direi che è più che sensato. L'uccello è pronto, lo si vede dalla carne che scrocchia, la sua attenzione ora è tutta lì <ne vuoi?>

20:54 Keiga:
 Non risponde riguardo al sangue, alcune cose se le fa proprio scivolare addosso. Parla di lepri e ancora non dice nulla. Permane in quella posizione da canide, lasciandosi scaldare dal fuoco, ora rinvigorito anche dalle interiora del pennuto. Ma non le sfugge il cuore. Quello lo ha salvato dal rogo. Lo osserva, partendo dalle mani per poi salire fino alla bocca. In particolare si sofferma su quella goccia di sangue che tenta la fuga. Deglutisce, come farebbe una bestia al sentire lo stesso odore. Quando l'altro glielo porge, lei si inclina in avanti, annusandolo proprio come farebbe Akuma. <Animus?> Le scappa questa domanda ma alza una mano e prende quel mezzo cuore dall'arto dell'altro, cacciandoselo in bocca. Si sporca forse ma si lecca anche le dita, così non gode solo a metà. Mastica e butta giù. Apprezza. <E' uguale a quello dei conigli> Ammette poi guardando Akuma, che sembra addormentato ma non lo è per niente. Ed anche AKuma la guarda. Sguardi che solo loro possono capire. Torna poi sull'uomo, inclinando il capo di lato quando lancia la roba nell'acqua. Silenzio. La lingua esce dalla bocca per andare a leccare le labbra. Le mancano orecchie e coda. L'odore del pennuto si fa strada, colpendo stavolta anche il cucciolo nero che alza il capo e a quel *ne vuoi* scodinzola appena. <Come fai a trovarli? Non c'è nulla fino al villaggio> O almeno, per quello che le interessa, non c'era nulla. Non capisce perchè si debba lavare e quindi tace. Ma annuisce quando l'altro offre la carne. Quella è sempre ben accetta.

21:02 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Animus> ripete nuovamente dopo la domanda della ragazza <l'Animus, detto anche Spirito è la componente più importante di ogni essere umano e vivente> E intanto dallo zaino caccia fuori due tazze leggermente sbeccate che riempie con il tè caldo che ancora fuma; rimette a posto il pentolino, questa volta lontano dal fuoco. La tazza è vicina all'Inuzuka <Corpo, mente e animo, questa è la ripartizione dell'Uomo e non ci può essere perfezione se non si raggiunge l'estasi in tutte e tre le componenti> la guarda per un secondo, pulendosi anche lui la bocca dal sangue; ritorna quindi sull'uccello arrostito che ora allontana dal fuoco prendendolo dal ramo con il quale lo stava cuocendo tagliandosene un pezzo con il coltello al suo fianco, dopo, porge il coltello verso di lei affinché si serva come meglio crede. <Queste tre componenti..> riprende <sono dipendenti uno dall'altro ma in maniera indiretta. Il Corpo ha bisogno della Mente che a sua volta ha bisogno dell'Animo, ma l'Animo non ha bisogno di nessuno dei tre anzi, può esistere da solo> e addenta un po' di quella carne ancora rovente. <Diciamo che ho occhio...> e si stringe nelle spalle, alzando lo sguardo verso il cielo.

21:14 Keiga:
 <Animus> Ripete ancora lei, che se lo dice ancora una volta si ritrova nel corpo di Ezio Auditore. L'altro pi spiega, evitando l'ennesima nomina della parola. Lo ascolta, osservando anche i suoi movimenti fino ad arrivare alla tazza vicino a sè. <Io l'estasi la raggiungo più o meno tutti i giorni> Ma forse non parlate della stessa cosa, ecco. Riabbassa lo guardo sul pennuto. Usa un coltello per staccarne la carne ma quando glielo porge lei prende solo il pennuto. Rustica, selvaggia, preferisce fare con le mani a costo di bruciarsi. Ed infatti ne stacca un pezzo. Una smorfia in faccia per il bruciore. Lo fa saltellare da una mano all'altra, fino a che non pare ad una temperatura tale da poterlo tenere. Soffierebbe anche, come fa sul ramen quando se ne ricorda. <Akuma..> Lo richiama e lui le si avvicina tutto scodinzolante e con la linguetta che già si lecca i labbrini e i baffetti neri. Gliene porge un pezzo, che viene spolverato immediatamente, con conseguente piccolo ringhio <...> Anche il cucciolo è vorace. Lei, inizia a mordere ora la carne, tenendola con una mano mentre l'altra torna a terra. Il filo delle parole dell'uomo lo ha perso circa quando ha messo le mani sulla carne. Ma lo guarda, masticando. <Mh..> Annuisce, come se avesse risposto a qualcosa. E continua <Ti ho già chiesto perchè sei qui?> E addenta di nuovo. Piccoli pezzi mentre Akuma la guarda e sbava. Lei lo sente quello sguardo. Morde ancora una volta il pezzo in modo da porgere quello che rimane al cucciolo. Dividono sempre tutto quei due.

21:25 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] I due si divorano il suo pennuto, poco male, almeno qualcosa lo ha mangiato stasera <avevate fame> replica con noncuranza continuando a mangiare il suo pezzo che fortunatamente ha tagliato prima che la coppia lo addentasse. <Sono in missione, Konoha è la prima tappa> afferma prendendo il tè caldo e portandoselo alle labbra <ma il mio viaggio è un viaggio solitario, sotto le nuvole e sopra i prati, non ho spazio per null'altro> a lui, di tutte le faccende che intercorrono nel mondo non gli interessa proprio per nulla, nessun Kage o Daimyo hanno giurisdizione su di lui <conosci il Kage di questo paese? Si chiamano così vero?> dimanda verso la ragazza abbassando lentamente lo sguardo verso di lei alternandolo con quello di Akuma <tu invece? Che cosa fai?> le chiede a sua volta continuando a sorseggiare il suo tè. La notte prosegue tetra sopra di loro ma il fuoco continua ad ardere, di tanto in tanto aggiunge qualche pezzo di legno per ravvivare il fuoco quanto basta per scaldarli e illuminare il perimetro, per dormire e farsi avvolgere dalle tenebre ci sarà tempo.

21:32 Keiga:
 Loro hanno sempre fame. Soprattutto Akuma che sta crescendo. Una volta finita la carne, mentre lo ascolta, prende la tazza e la porta alla bocca, cercando di non ustionarsi di nuovo. Lo annusa anche, storcendo appena il naso. <Amaro..> Ammette per porgere poi la tazza ad Akuma che allunga il musetto per annusare il liquido, finendo per schifarlo completamente. <Fai bene> .. <A stare da solo> Ammette. Neanche lei è una da compagnia, sebbene con alcune persona abbia piacere di stare. L'altra domanda le fa chiudere gli occhi in fessure mentre lo punta. Ecco, ha appena toccato una di quelle persone. Proprio quella che la sta crescendo e si sta prendendo cura di lei <Si..> Risponde, secca. Ma non aggiunge altro. Della serie, toccatemi tutto (per davvero) ma non toccatemi Furaya. Poi chiede di lei e già gli occhi si allargano. <Sono in giro..> Alza le spalle nel rispondere. Non si presenta e non parla di sè. Non porta neanche il coprifronte che la identifica come genin.

21:40 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Sopra la testa dei giusti gli uccelli non volano, le nuvole non si agitano e nessuno cammina con loro> dice rispondendo a quella sorta di complimento. La risposta di lei gli fa allargare un sorriso ma soprattutto gli semplificano il lavoro <bene, allora prima o poi dovrai condurmi da lui> esclama con disinvoltura ritornando a guardare il cielo <ma prima, ho altre cose da fare, ho altre persone da incontrare, il Kage, o chi per lui, può attendere> un uomo vale l'altro, il problema è il ruolo che la società gli da, ma l'anima di un re pesa come quella di un povero anzi a volte pure di meno. <In giro? Senza uno scopo?> La incalza ancora tornando a puntarla con sguardo per nulla interrogatorio. <Vivete in un mondo strano voi...> ammette scuotendo il capo <e non ho ancora visto le vostre grandi città, la vostra società e chissà quante assurdità vi portate appresso> ipotizza, certo, per ora ha visto la parte rurale ma ha già potuto vedere cose assurde per il suo modello di vita, una fra tutte il disboscamento feroce di questo fazzoletto verde per via della richiesta sempre più massiccia di legname che i grandi centri urbani richiedono.

22:01 Keiga:
 Inclina la testa a quelle parole. Il tizio parla strano e lei non ha le facoltà necessarie per recepire quei messaggi. Se solo facesse attenzione alle parole capirebbe tutto. Ma non chiede nemmeno, annuendo pure come a far capito di aver capito. Le nere però finiscono per assottigliarsi ancora <Perchè.> Il cambiamento repentino di quando si parla dell'hokage è impressionante. Le mani a terra cercherebbero più stabilità, graffiando il terreno e muovendosi per spostare il peso in una posizione più comoda, sebbene sia sempre la stessa. <Allontanarmi dal villaggio e dalla gente> Ecco lo scopo. <tu mi dai meno fastidio degli altri> Aggiunge, giusto per farglielo sapere <Per ora..> E termina adesso. <Potrei dire lo stesso di te.> guarda Akuma che la guarda a sua volta. Anche lui ascolta l'uomo e non solo. Non sembrano esserci percoli attorno, che si tratti di persone o animali. Lei alza le spalle. <Non ti perdi poi molto> Lei sta bene in mezzo ai boschi. Non lo nega. E' abbastanza semplice e forse l'assomigliare più ad una bestia che ad un umano, quando non vuole esserlo, la fa avvicinare maggiormente a questo mondo. E poi può cacciare tranquilla. Al villaggio se rincorre un gatto poi le fanno la ramanzina.

22:10 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] I cambi di umore della ragazza ora si fanno più frequenti e anche lui se ne accorge, prima poteva essere un caso, adesso evidentemente no <ti da fastidio?> le chiede riferendosi all'argomento Hokage <non sarai una di quelle persone che si sono legate a un ideale fatto di uomini e potere... Non mi sembri il tipo> sentenzia <o forse c'è altro?> ma infondo, a lui, queste cose non interessano minimamente e infatti finisce di mangiare il pennuto che gli era rimasto buttando il restante in mezzo al fuoco onde evitare di attrarre animali selvatici per via dell'odore della carne <sai indicarmi la strada più veloce per Konoha? Tra qualche giorno vorrei andare lì dopo aver fatto visita agli indigenti di Shokusato> e non solo, incontrerà anche altre persone ma prima fra tutti andrà tra loro <e magari un posto dove dormire... Non credo che le vostre città permettano alla gente di dormire per strada o fare un campo nelle vostre ampie piazze> ridacchia sapendo già la risposta di lei <gli uccelli...> Riprende, facendosi serio <avvisano grandi cambiamenti e tempi nefasti, i vostri Anziani dovrebbero venirne a conoscenza> non sa perché glielo dice, ma semmai Keiga avesse un guizzo di saggezza potrebbe portare la notizia almeno al suo Clan.

22:29 Keiga:
 Lo guarda, non troppo bene quando si parla dell'hokage. <Un pò.> Ammette. <...> ma non aggiunge altro. Ancora non si è capito che cosa provi per l'Hokage e quindi si limita a stare zitta. <Non lo so. Io seguo Akuma> Risponde, diretta. <A chi devi fare visita?> Ok, le parole mai sentite no, riguardo a quello chiede. <Se vuoi c'è il mio vicolo. Non credo che qualcuno passi la notte lì> Cioè gli sta offrendo il vicolo dove ha vissuto. Putrido, puzzolente e schifido. Eppure è stata la sua casa per un sacco di tempo. Inclina poi la testa di lato quando parla di uccelli e di getto alza la testa in alto, verso il buio. I triangolini rossi ora si vedono perfettamente nonostante il cappuccio ancora sulla testa. <Perchè fino ad ora sono stati tempi belli?> Domanda a sua volta, alzando le spalle. <Lo dirò a qualcuno> Si, forse. Se trovi ancora qualcuno a cui dirlo. Il clan lo ha lasciato da tempo. L'idea che ha adesso è quella di ammazzarli tutti. Vive proprio con l'Hokage che l'ha adottata e si prende cura di lei. Al massimo lo dice a lei, non al clan.

22:40 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Al popolo, c'è bisogno di Speranza ora, i tempi saranno difficili> risponde verso la ragazza finendo la sua tazza di tè <non ne bevi?> chiede indicando il tè offerto, effettivamente è amaro, ma pur sempre di pregevole qualità. <dov'è il tuo vicolo? Ci andrò appena arriverò nel villaggio> una postazione dove fermarsi è già qualcosa, poi, col tempo, cercherà di trovarsi qualcosa di più funzionale. Alla seconda domanda, retorica forse, ridacchia <vedi? Ne sei conscia anche te. L'uomo non ha fatto altro che uccidersi, chi doveva proteggere non ha protetto, chi doveva saziare non ha saziato> si stringe nelle spalle. <Non ti preoccupare...> La incalza <è mio compito avvisare tutti, non devi farlo tu> esclama cercando di sollevare da ogni responsabilità Keiga. <E' tardi> sentenzia <e io sono appena disceso dei Monti Ardenti> e alza la mano destra indicando un punto indefinito nel buio <per colpa tua devo accamparmi qui e domattina devo muovermi il prima possibile verso la cittadina sperando di trovare i contadini durante la loro pausa, così da poter parlare con tutti loro quando sono riuniti> parlare ai gruppi aiuta sempre quando bisogna parlare di argomenti seri <tu puoi andartene o dormire qui, ma sia chiaro> e indica il fuoco <la legna adesso devi trovarla te> e su questo, non si discute.

23:02 Keiga:
 L'altro continua con quei discorsi strani. Ma che ne sa lei che il peggio sta davvero arrivando? Non ha passato una bella vita fino ad ora. Forse stava recentemente migliorando, grazie all'hokage. <Dopo il chiosco di ramen, a destra della via principale> Pausa <Giù di lì> Si, ma lo vede sicuro. E' quello che fa più schifo. AScolta ancora poi, rendendosi conto che le sue parole non sono del tutto sbagliate. Queste le ha capite. Rialza lo sguardo per guardarlo, mentre accarezza il musetto di Akuma tra le orecchie. <Ok..> Alla fine inizia ad avere sonno anche lei. Colpa sua? Ma scherziamo? Non dice nulla a riguardo. Ma si alza in piedi e lo stesso fa il cucciolotto nero <Andiamo a prenderne un pò> Di legna è ovvio. Ha scelto quindi di dormire lì, ma per ora si infila nella boscaglia con il cagnolino. Torneranno molto più tardi che forse il monaco dormirà già. Hanno dei rametti, che tiene lei ed una lepre tra le fauci di Akuma. Il monaco la troverà vicino a sè la mattina, assieme a Keiga e Akuma che dormono l'uno vicino all'altro, tutti e due appallottolati [X]

23:13 Tsuyunotama:
  [Strada Maestra] <Perfetto, me ne ricorderò appena arriverò a Konoha> annuisce sorridendo verso la ragazza che in fin dei conti, nonostante possegga quell'ingenuità tipicamente umana e adolescenziale si dimostra più di un semplice incontro, ha già potuto capire qualcosa di questo nuovo mondo in cui sta per mettere la testa. <non ti dirò di fare attenzione, perché sai sicuramente badare a te stessa> nel frattempo, tira fuori dallo zaino un po' d'acqua che beve mentre la sua magica e fedele stuoia si srotola affianco al fuoco affinché possa accogliere le stanche membra del monaco. <io pregherò qualche ora... Lo farò anche per te> ma quando lo dice l'Inuzuka è già sparita nella boscaglia quindi tanto vale iniziare. La mano destra porta un piccolo incenso verso un tizzone ardente facendolo infuocare e rilasciare il suo dolce aroma, gli occhi si chiudono, le mani si congiungono sopra il ventre e il respiro si regolarizza, inizia l'estasi del giovane. Non sa se quando tornerà Keiga lui sarà ancora così oppure sarà già nel suo mondo onirico, sicuramente però la lepre che si troverà la mattina sarà di sicuro gradita anche perché non ne mangia una da tanto tempo. [X]

Dopo la discesa dai Monti Ardenti - in particolare dalla Montagna Fredda, così ha rinominato il versante che ha dovuto superare - il Monaco scende verso valle in direzione ovest scendendo verso Shokusato. Lì, dopo aver superato le prime vallate popolate s'addentra nel bosco dove incontra Keiga assieme al suo fedele compagno Akuma. Due mondi s'incontrano e tra una domanda e l'altra la notte incombe su di loro, infine, dopo aver scambiato informazioni utili decidono di accamparsi assieme dopo aver cenato con fagiano arrosto, cuore crudo e tè verde.