L'inizio della fine
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Giocata del 30/01/2021 dalle 15:22 alle 20:57 nella chat "Luogo Sconosciuto"
La luce dell'alba e del sole non la sfiorano in quell'oscurità, si gira, si volge dentro quelle morbide lenzuola senza comprender dove si trovi. Le iridi che si aprono al mondo non riconoscendo subito quella parte della casa, quella stanza, la stessa che ha lasciato a Tomoko ma che adesso non c'è. Lento il corpo che si solleva , i capelli arruffati che scendono sulle spalle e gli occhi che s'abituano al buio della stanza. E' sola. Di nuovo. Un pensiero che prova a scacciare, è ancora troppo presto per impelagarsi in tali oscuri pensieri per poterne sopravvivere senza ripercussioni. Rivivere gli ultimi momenti della notte precedente non è salutare, eppure ricorda di esser tornata in quella casa vuota, senza di lui, non vi era alcun altro oltre la piccola bambina ad attenderla perfino a quell'ora tarda, la stessa con cui ha dormito cullandola a se. Un senso di vuoto si propaga nel petto, si allarga, e li scuote il capo sollevandosi dal fuuton a terra per potersi osservare. Non ha il mantello dell'akatsuki, solo una veste chiara e lunga che si stringe in vita come un kimono, ma molto più semplice, e intima. Decisamente troppo. Le mani che cercano a tentoni la porta aprendola, la stessa che da su un corridoio davanti la propria stanza - la loro stanza - e sulla sinistra verso il salone. Non lo ha sentito rientrare, un pensiero che la rattrista, eppure è lei che s'è allontanata per prima. Per il suo bene, specialmente per il proprio, per non dover continuar a soffrire, per chiudere la mente e il cuore quando più ne ha bisogno ed esser solo una macchina. Quanto vorrebbe esserlo, non provare nulla, non sentire quel vuoto e quella paura di nuovo nelle vene a prenderla e renderla così pateticamente debole. Patetica. Una parola che si fissa nella propria mente mentre varca la soglia per il salone immenso, ma gli occhi, traditori della propria anima, lo stanno cercando, vogliono vedere che sia davvero li , prima di provar ad essere ciò che è, ciò per cui è stata creata. Una copia. [chakra on] [Salone] Ha ragione Sango, non è rientrato quella sera, è rimasto su quella panchina ad aspettare, aspettare di avere la forza di muoversi. Ora però, che lei è arrivata in quel salone, lo può vedere. Davanti a quel tavolo basso, con lo stesso kimono grigio ghiaccio della sera prima e due occhiaie palesi sotto gli occhi. Si trova in ginocchio con la piccola Tomoko in grembo. Davanti a loro una ciotola di riso per colazione. Il ragazzo farebbe un respiro profondo mentre osserverebbe la ragazza < allora…guarda…> direbbe solamente andando a prendere delicatamente la mano della bambina e le farebbe impugnare un paio di bacchette. Il viso è comunque duro, come al suo solito, ma quella scena, con la luce della mattina che va ad illuminarli, sembra quasi un quadro. I capelli argentei che cadono dietro la schiena mentre cerca di insegnare alla piccola l’uso di quegli utensili < …ecco così, ora muovi questo dito…> indicherebbe l’indice facendo muovere solo la bacchetta superiore < brava così.> direbbe il giovane prima di provare a darle una pattata sulla testa < ora prova a mangiare…prendi un po’ di riso> la intima delicatamente prima di vederla fare un paio di prove, in cui il riso cadrebbe da quelle bacchette < ci sei quasi, provaci di nuo-> ma si ferma quando percepisce la figura di Sango. Ecco che gli occhi celesti andrebbero su di lei, con quella vestaglia così intima che le sta divinamente. <Buongiorno.> direbbe solamente il ragazzo guardandola mentre la bambina esulterebbe nel riuscire a mangiare quella manciata di riso, saltellando con il fondoschiena sulle gambe del ragazzo facendolo sussultare di tanto in tanto < ora finisci la ciotola > direbbe il ragazzo prima di guardare di nuovo la rossa < Hai dormito bene?> non sa che ha dormito con lei, non essendo proprio entrato nella loro stanza. La bottiglia di sakè della sera prima è sul tavolo, al centro, lavata, come lavato è stato il tappo che ha lasciato per terra la ragazza dopo essere andata via di corsa. < c’è del riso anche per te..> indicando una ciotola proprio accanto alla bambina, un bel riso gohan brillante, bianco come la neve e morbido quanto la stessa. Due bacchette eleganti sono affondate al suo interno, pronte per essere impugnate. La stanza per quanto sia grande, non è immensa tanto da non vederlo. Lo trova li, anzi, li trova li, su quel tavolo, seduti vicini, uno sopra l'altro a far qualcosa . Osserva quella scena dall'esterno, non desidera interromperla, ma osservar il loro fare , quelle lezioni che vengono apprese , quelle parole che scivolano gentili dal ragazzo, o uomo, una fase ancora delicata forse del suo essere per non esser ne l'uno ne l'altro, solo nel mezzo a cercar di essere entrambi. Sospira lievemente , le ombre sugli occhi lievi rispetto a quelle che incontrerà nel vederlo sollevarsi, e le iridi se per un momento indugiano nelle sue, scivolano di lato cercando qualcosa che non c'è < buongiorno > la voce tesa fin da adesso, sebbene senta come la voce altrui resti morbida ma non dolce, sente lo sguardo su di se mentre si avvia verso quella parte della cucina < abbiamo dormito, Motoko sicuramente meglio > sorride nell'osservar quella bambina, capitata li per caso, per esser salvata da quei chiodi, i cui segni sono ancora impressi nelle sue mani e nei suoi piedi , ma quando lo sguardo scivola su quel volto delicato e pallido la ruga nella fronte va a farsi presente, scura e incisa sulla pelle della non più tanto giovane kunoichi.< non sei rientrato stanotte > sussurra come nulla fosse, ci prova almeno, portando il corpo verso quella caffettiera ancora vuota per iniziar ad armeggiare, e donargli le spalle. Il viso scuro , cerca di controllare la propria espressione, il proprio respiro, il proprio battito per esser la persona di sempre. Non solare, quello non le appartiene, ma almeno rilassata in casa propria. < si, arrivo > sussurra con un cenno, lasciando la caffettiera su quel fornello in attesa che possa accadere il miracolo della vita. Dar luce a del caffè, nero, bollente, di quelli che ti danno una botta al cuore e che ti riporta in vita. Lentamente andrebbe a voltarsi, il fondoschiena poggiato alla cucina e gli occhi scivolano su quella bottiglia al centro del tavolo per qualche attimo < spero non sia successo nulla fuori > lo ha mollato li, da solo, per andarsene. E il senso di colpa s'acuisce, di nuovo. [chakra on] [Salone] Sente il suo saluto, percepisce la voce tesa. No, non è stato un sogno allora. Annuisce lentamente quando lei spiega la sua posizione durante la notte e guarderebbe la nuca della ragazza, intenta a migliorare la sua presa con le bacchette < capisco.> non lo sapeva, avrebbe anche trovato il fuuton vuoto quindi? < Questa ragazzina non ha paura di nulla, quando sono rientrato è venuta fino al foyer e mi fissava in silenzio. > spiega il ragazzo cercando di sistemarle una ciocca di capelli che stava per andare sul riso < aveva fame, ma quando le ho dato il riso lo mangiava con le mani.> insomma, non si fa. Ecco perché le sta insegnando a mangiare con le bacchette. Eccola, la sua osservazione di quel suo rientrare la stessa mattina. Si ferma in qualsiasi cosa stesse facendo prima di schiarirsi la gola. < no.> direbbe solamente prima di fare un cenno di diniego con la testa prima di socchiudere gli occhi < ho camminato.> in effetti un pochino l’ha fatto. La bambina continua a mangiare, sempre più veloce, come se si stesse prendendo gusto e la mano nell’usare quelle posate. Inarca un sopracciglio osservando Sango, la copia, colei che si è palesata quella sera < niente di particolarmente eclatante.> direbbe il ragazzo prima di fare un respiro profondo. In effetti non sono successi troppi guai per il villaggio del suono. Si umetta le labbra osservando Sango e rimane per un attimo in silenzio, riflettendo prima di fare un respiro profondo < la bottiglia è un ottimo centro tavolo.> direbbe poi facendo un cenno proprio verso di essa prima mordersi il labbro inferiore. Sullo scribacchino, poggiato ed arrotolato, il foglio di pergamena si trova accanto al pennello per scrivere. Si possono notare qualche goccia di inchiostro vicino al calamaio, sintomo che qualcuno lo ha usato di recente insomma. < Dove sei andata quando…beh ti sei allontanata?> chiede poi verso Sango prima di andare a prendere le bacchette e schiacciare un pochino il riso per la piccola in modo che sia più semplice da prendere per lei. Non si sta comportando in maniera normale, sente la tensione scivolare dai loro corpi mentre cercano lentamente di studiarsi e capirsi, di cercar di esser delicati e nel non rivelar qualcosa che possa far male. Ma tutto fa male, anche le cose più innocenti, sebbene ne l'uno ne l'altro possano rendersene conto. Ciechi davanti l'evidenza. Attende il caffè, e osserva il duo, ascoltando la storia del ragazzo per la bambina < è molto.. tosta > sia come carattere che come animo, un animo che ricorda sebbene la mente non lo faccia più , che rimembra la fame vera, e l'orribile uccisione di una madre. Sospira lievemente < mi sembra però star meglio di prima > osserva quella fanciulla, i lunghi capelli neri, quegli occhi rossi da piccolo demone, ma non si lascia ingannare dal suo mero aspetto . No. Quel no in quel modo, tanto secco quanto privato le fa spostar lo sguardo, non vuole vedere, se non vede non potrà comprendere e sentirsi ancor più a disagio. Ma una fitta li ove ci sarebbe il cuore arriva, come una stilettata profonda e dolorosa . Proprio li va a voltarsi di nuovo, cercando di far finta di nulla, come se nulla fosse accaduto, come se non vi fosse accusa e colpa dentro quella stanza a cercar il proprio spazio e vincere sull'altro. Le mani lente vanno a recuperar la tazza, il caffè che viene fatto scivolare dentro con un pò di zucchero e si prepara, con un profondo respiro, a portarsi anche lei a quel tavolo e sedendosi di fronte al duo < Oto ultimamente è molto calma > come riempire i silenzi con parole di contorno e circostanza? Così. Senza affrontare il problema, senza volersi rendere partecipe di una discussione che non vuole affrontare, non può farlo adesso < è molto bella > un sorriso sfiora le labbra ma non prende gli occhi, solo un modo per far andare tutto bene davanti gli occhi rossi , e davanti ai propri occhi, che svincolano da quel contatto per guardarsi un poco attorno, notando tutto quanto uguale, eppure quella pergamena è li, di nuovo, la stessa della notte prima? < è la tua pergamena di ieri? > la curiosità che la fa vacillare , la consapevolezza che torna insieme ad un rossore di vergogna sulle gote < scusa, non sono affari miei > mormora a mezza voce per affondar le labbra nella tazza e volendo annegarvi dentro , fino a quella domanda < sono andata da Kamachiteki > è la verità, è andata da lei nel mezzo della foresta della morte < è mia amica e non parla molto > insomma, un ottima compagnia da avere in quelle notti in cui la voglia di tornar alla propria solitudine si acuisce violentemente < poi sono tornata qui > tace di nuovo senza pensare, solo godendosi quel caffè < e c'era Motoko in piedi ad aspettare, siamo andate a letto subito dopo > ecco la sua nottata insomma < non ti ho sentito rientrare, per questo non mi sono alzata > si giustifica, è evidente, per riprender in mano il caffè. [chakra on] [Salone] Annuisce lentamente mentre i pensieri diventano vacui per un attimo. < Si, ti assomgilia…a parte per la dieta..:> in effetti era una battuta la sua visto che non pensa che Sango mangi carne umana insomma < Beh, prima mi ringhiava…> direbbe vedendola provare ad arrampicarsi su di lui come se fosse un albero < …fai attenzione Motoko!> direbbe il ragazzo cercando di prenderla ed alzarla da quella posizione facendola tornare seduta sulle proprie gambe < uff…devi finire il riso, non diventerai alta, bella e forte come Sango se non mangi..> direbbe il ragazzo accennando alla ninja rima di fare un respiro profondo < In realtà no, sembra in fermento, come se qualcosa stia succedendo, ho sentito di un gruppo di ninja che tende a fare le cose sottobanco…ma non sono di qui.> conclude prima di avvertire la donna < se dovessi avere a che fare con loro, stai attenta, non so quanto possano essere pericolosi.> conclude prima di socchiudere gli occhi. Quando lei parla della pergamena andrebbe a girarsi verso quel rotolo. Annuirebbe lentamente prima di tornare verso di lei < si.> direbbe solamente con un mezzo sorriso < in realtà sono affari tuoi.> direbbe stringendosi nelle spalle < era una lettera che volevo scrivere per te, per avermi vicino anche quando partivi..> sapendo che lei partiva spesso < l’ho finita, se la vuoi..> conclude prima di guardare Motoko < vuoi andare da mamma?> direbbe solamente prima di vederla annuire < si, ti ha chiamata così prima, quindi penso che…beh…non ti sta male come nome..> fa un respiro profondo lasciando muovere la bambina che prende la sua ciotola ed andrebbe verso Sango sorridendo con qualche dentino da latte caduto < Capisco, beh la regina è sempre la regina> direbbe, avendola conosciuta.. Sente la sua giustificazione ed annuirebbe < ti credo.> dice, ma è un ti credo più profondo, più intimo, come se riferito anche ad altre cose < ma ho preferito vedere l’alba da un punto alto…ad Ame lo facevo spesso.> conclude prima di fare un respiro profondo e sistemarsi meglio il kimono < dovrei fare un bagno caldo…> direbbe muovendo la spalla in movimenti circolari come se fosse indolenzita < il freddo deve avermi preso le ossa..> conclude prima di mostrare una sorta di espressione di vero fastidio ad ogni movimento della giuntura della sua struttura. Le parole altrui che si sciolgono nel tempo, quella tensione che lentamente va via eppure permane, come un filo sottile di elettricità che li unisce e che li porta a scontrarsi, sebbene con quelle parole di circostanza, tenute a bada, scelte con cautela per non ferir l'altro < voglio solo che non perda la sua innocenza > confessa semplicemente, nonostante quei ringhi, quel suo cercare di arrampicarsi lungo il corpo dell'altro . Accoglie quelle notizie, quel fermento che sembra aver intuito l'altro e che è sfuggito a lei stessa < per entrare a Oto devi passare per gli occhi Uchiha e per il veleno dei Doku , senza contare la mia tigre e la farfalla e le serpi degli Yakushi > insomma, le loro protezioni sono al massimo livello, qualcosa che qualcuno di semplicemente esterno non potrebbe passare facilmente senza esser ne visto ne notato, anzi < farò attenzione > e senza pensarci continua quella frase < la mia vita non è in pericolo qui, sono una copia. Finito il mio chakra sparirò semplicemente > dura in quelle parole, ma vere, non vuole nascondergli nulla e adesso che lui sa, perchè far finta che non sia quello che è? Una copia, sebbene abbia gli stessi pensieri e le emozioni dell'originale < un vero vantaggio al momento > la mente di guerra che sboccia fuori senza problemi, in casi di tensione le viene perfetto e molto semplice . Osserva quella pergamena, la curiosità che scivola fuori accendendole lo sguardo ma trattiene la propria lingua < potrai donarla a chi è meritevole > non lei insomma, dovrà attendere che torni la vera Sango, e sa che non ci vorrà poi molto tempo ancora. Quel viaggio, per quanto tortuoso difficile e potenzialmente fatale sta per giungere al suo termine . < mamma? > sussurra non comprendendo, eppure sa a cosa si riferisca < non sono la sua vera madre > sussurra a mezza voce, così bassa che lo sentirà l'altro coi suoi sensi più sottili che quella bambina , che si vede venir vicina e sedersi accanto a lei . Non la allontana, la mano che scivola lungo i suoi capelli neri e soffici e si ritrova a sospirare. Com'è finita ad esser considerata quella figura che mai ha voluto essere? Come potrebbe proteggerla davvero? Una bambina che ha voluto salvare ma che avrebbe potuto abbandonare in qualche orfanotrofio, ovunque, eppure l'ha trascinata li solo per donarle una vera possibilità < sei più bravo tu di me > nonostante si dimostri freddo, distante, in quei piccoli gesti è molto più umano di lei . Lascia che continui a mangiare, sente quel suo dire eppure non s'avvicina, non vuole ferirlo costantemente < sono stata egoista > inizia lei, con quelle parole < adesso ne hai avuto la prova > si, lo ha dimostrato nel suo modo più terribile < prometto che proverò a non mentirti o a legarti ossessivamente alla mia vita > parole che fanno male, ma doverose < ti starò vicina come farebbe una copia, nulla di più > egoista anche in quello. Incapace di vederlo davvero immediatamente eppure consapevole di esserlo. < se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi pure , ovviamente dovrò girarti intorno, come anche al clan per proteggerlo. Non manca molto che lei torni, spero che tu ne sia contento, almeno un pò > e li sorride, che falsa facciata che tira su, ma deve farlo, per una volta per il bene di qualcun altro e non solo per il proprio. [chakra on] [Salone] La sua innocenza… un cenno di diniego con la testa. La sua innocenza è stata presa quando è stata crocifissa. Si umetta le labbra prima di annuire < si questo lo so…> sebbene la farfalla non l’ha ancora vista < ma nessuno vieta di fare accordi in segreto.> conclude infine prima di stringersi nelle spalle. Quando dice “sono una copia” ecco che una fitta al cuore pervade il ragazzo. Deglutisce prima annuire < lo so…ma fai attenzione comunque…non vorrei scomparissi…> direbbe solamente verso di lei prima di distogliere lo sguardo. Si umetta le labbra prima di guardare di nuovo quella pergamena < …se la vorrà> conclude prima di mordersi il labbro inferiore. La guarderebbe prima di fare un mezzo sorriso < non credo che a Mokoto importi la linea di sangue.> direbbe quasi scherzoso prima di osservare la bambina < l’hai salvata, l’hai portata qui, sei più vicina ad una madre di qualunque altra persona…> converrebbe il ragazzo prima di fare un respiro profondo. Inarca un sopracciglio prima di fare un cenno di diniego con la testa < non ho avuto un buon esempio…> parlando di suo padre e sua madre insomma. Si stringerebbe nelle spalle di nuovo forse anche per cancellare quell’indolenzimento che si sente ancora determinato a dare fastidio al bianco. Non si aspettava un suo avvicinarsi, ed infatti è quello che accade. Si umetta le labbra da una parte dispiaciuto della cosa ma dall’altra capendo il suo discorso < …> non parla solamente prima di socchiudere gli occhi. Rimane in silenzio per un attimo prima di pensare, di riflettere su qualcosa < allora se ritornerà tra non molto…> direbbe solamente prima di abbassare il capo < certo che sono contento…> non del tutto, non per Sango ovviamente, ma per la copia, cosa che sembra strana a dirsi, ma per lui, che non capisce bene ancora questa tecnica superiore tutto diventa più strano. < Sono Egoista anche io, e quindi voglio chiederti..> deglutisce sonoramente prima di guardarla < prima di sparire, per questo tempo che ci rimane…insieme…> si umetta le labbra < sii la mia Sango.> un attimo di silenzio < so che magari non ti servirà a niente ma…> direbbe prima di socchiudere < prima che tu sparisca…vorrei…farti sorridere ancora un poco…> un attimo di silenzio prima di abbassare lo sguardo. Non sa cosa succederà con la vera Sango, non sa neanche se lei si comporterà nello stesso identico modo della copia con cui ha vissuto, ma per quell’ultimo momento, come regalo d’addio, come richiesta egoista, come momento in cui far sentire quella copia “Reale” in un certo senso. Accordi, segreti, quel mondo è composto solo da quello, di tutto ciò che si muove senza esser visto ma che possa accadere, sempre < non so a che gioco stiano giocando, la Yugure , Kioshi > mormora a mezza voce, ma queste informazioni le saranno molto utili < provo un grande rispetto per Nemurimasen, ma so che le sue intenzioni sono diverse dalle mie > pensieri che l'affollano , probabilità che possano avverarsi , tutto ciò che non può controllare la agita e la indurisce < non sentirebbe dolore, non troppo > dipende dalla fine insomma che pervaderebbe l'originale. Una tecnica quella molto particolare, eppure molto potente , che può esser utilizzata in molti modi creativi, anche come quello < penso che la vorrà > lei stessa la vuole, e prova a donargli quella piccola pillola di dolcezza, dopotutto è sempre lei a provar tutto quello , quei desideri, quell'amore, quel senso di nausea e anche odio per se stessa . Osserva la bambina, le carezza e le sposta i capelli mentre continua con il suo pranzo, provando ad immaginarsi con quel nome, con quel titolo di madre. < capisco > davvero? O forse solo ci prova, magari anche a non pensare realmente < oh nessuno ha avuto il buon esempio, non con questa vita. > sospira riportando gli occhi su di lui < non volevo figli per non fargli provare ciò che ho provato io, e il passato torna a ripetersi , sempre > con le generazioni il dolore permane lo stesso, identico e sempre peggiore, più presente e pressante , un dolore che avrebbe tramandato in qualche modo anche a quella piccola . Silente osserva l'altro, intimidita anche da quel suo sguardo, da quel che potrebbe dire, dall'accusarla giustamente di tutto ciò che gli ha nascosto . Ma lascia che parli lui, davvero, che possa farle sentir quel brivido lungo la schiena, su per il corpo , in tutto il proprio essere < non voglio che pensi che tutto ciò che faccio sia solo una menzogna > va ad umettarsi le labbra < che quello che provo sia solo per prenderti in giro > no, non lo avrebbe sopportato < tutto ciò che ho detto è la verità, ho omesso troppe cose, troppi segreti che mi porto dietro da tanto tempo > sospira chiudendo gli occhi < e so che questi segreti peseranno su di noi come un macigno ogni volta che sfuggiranno dalle mie labbra > le mani che salgono alla testa , massaggiandosi le tempie con movimenti circolari < chiedimi tutto, cercherò di esser più sincera che posso > lentamente andrà ad aprire le palpebre tremanti e osservarlo, senza difese e senza chiusure , che sia quello il suo regale vero. E li rimembra come desidera averlo potuto toccare, eppure si trattiene, rimembrando come la notte prima si sia tirato indietro. Non lo avrebbe più fatto, sarebbbe stato ingiusto. [chakra on] [Salone] Un cenno di diniego con la testa, ignorante completamente delle trame a corte che si stanno svolgendo nei meandri di Oto. Un brivido dietro la schiena prima di guardarla <a prescindere che tu sia una copia o meno, non farti male te ne prego.> concluderebbe prima di umettarsi le labbra. Un mezzo sorriso quando sentirebbe quella pillola di dolcezza da parte di Sango. Alzerebbe una spalla andando a sistemarsi meglio il kimono < ed invece, ne hai una adesso.> direbbe mostrando un sorriso prima di farlo scomparire rapidissimo. Un cenno di diniego con la testa < …ci ho pensato ieri notte.> direbbe prima di fare un respiro profondo < e non penso che tu possa fingere quel sentimento che ho visto negli occhi.> si morde il labbro inferiore < ti chiedo scusa..> eh? Davvero? Anche lui sa chiedere scusa? < per come mi sono comportato ieri…ma…mi hai preso alla sprovvista…> delgutirebbe < quindi…si scusami.> direbbe quasi a mezza bocca imbarazzato dal suo orgoglio e dal suo essere freddo e distaccato, cosa che non riesce mai a fare con Sango. Lei si sistema e si prepara alla imminente sfilza di domande che potrebbe fargli il bianco. Lui però sta zitto prima di fare un respiro profondo <Ho solo una domanda per te.> direbbe prima di fare un cenno con la testa < ho capito che avrai sempre segreti con me, e va bene, non voglio saperli se potrebbero diventare pericoloso per te averne anche solo accennato.> si umetta le labbra prima di sistemarsi meglio su quel cuscino < e so che quando è il momento di dire le cose, me le diresti, come ieri.> direbbe prima di chinare la testa di lato < riuscirai mai ad avvicinarti a me come facevi prima ora? > le domanda prima di abbassare il capo…< la vera Sango…sai cosa pensa?...Sai cosa pensa…di me?> direbbe infine prima di rimanere in silenzio, attendendo la risposta della donna mentre gli occhi azzurri andrebbero ad osservare la piccola che ha quasi finito la sua ciotola < Come ti ho detto Motoko…quando si è finito di mangiare cosa devi fare?> e la piccola direbbe solo due cose sbiascicate “Ringraziare…e lavare”. Il ragazzo annuirebbe prima di fare un respiro profondo < esatto, si ringrazia per il pasto e si lava ciotola e posate.> un attimo di silenzio < ci saranno domestici che faranno questo per te, ma non realizzerai mai la loro importanza se non l’hai provato sulla tua pelle…> un insegnamento per non vedere gli inservienti come cose…ma come persone. < ci proverò > sebbene sappia che la vita che ha adesso è solo una falsità, fasulla e sacrificabile, ogni punto del proprio chakra che diminuisce torna al mittente, nulla di troppo periglioso, ma inutile continuar a parlare di quello quando cose più importanti sono in ballo < già > ne ha una, eppure non si sente una madre, non ancora, ci vorrà molto più tempo senza dubbio, che quel legame possa rafforzarsi e divenire puro e reale < non devi scusarti > prova ad interrompere quel suo dire < non devi esser tu a scusarti > non deve toccare a lui chieder scusa < posso provare a capire cosa hai provato > un errore che ha fatto solo per se stessa , non è lui ad essersi ricoperto di quell'egoismo insito , s'è solo fidato di lei come poche altre . Si tiene pronta a dirgli quel che vuole e quel che desidera sapere, che non vi siano segreti ma ciò non arriva. < ci sono segreti che li tengo per me, solo perchè non ho mai condiviso tanto con altri > ammette < perchè se ne sono andati sempre tutti, uno dopo l'altro, lasciandomi da sola > ci sono segreti che non sono pericolosi, solo dolorosi e difficile da pronunciare eppure deve farlo, vuole farlo < penserà le stesse cose che penso io. La natura che mi pervade è questa, nel bene e nel male , e ciò che ti ho detto è reale > ciò che pensa è quello, lo ha detto, lo ha provato, ed è reale a modo suo < quando sparirò tutto ciò che c'è stato, ogni parola, ogni tocco, arriverà a lei come se fosse sempre stata qui > viene distratta da quel suo dire verso la bambina, la osserva sollevarsi e andar a fare quello che le viene detto < o potresti un giorno creare una copia che faccia tutto per te > un occhiolino verso la bambina, le copie sono sempre state una manna dal cielo, e anche una maledizione, come in quel dato momento < lei.. > si morde il labbro inferiore < è nel mondo delle tigri. Sta affrontando diversi passi per accedere al potere del senjutsu, e ogni passo potrebbe ucciderla come salvarla. Non posso dirti altro, non posso tradire le tigri > tace adesso, non può lasciarsi sfuggire informazioni troppo intime < chiedimi ciò che desideri, prometto di esser sincera e se non potrò dirtela.. comprendimi per favore > attende adesso di nuovo sorvolando su quella domanda , potrà ritornare di nuovo come prima? Una domanda che merita una degna risposta, eppure sorride, cerca di rilassarsi adesso, cerca di invogliarlo a chiederle per potersi liberare almeno un pò di quel peso che le grava addosso. [chakra on] [Salone] Fa un respiro profondo quando sente che non deve essere lui a scusarsi < non è per quello, è per come ho reagito, dovevo essere più calmo…non..allontanarti.> direbbe poi facendo un lungo sospiro. China la testa di lato prima di guardarla < Sango…io non me ne sono andato, sono sempre qui con te.> direbbe poi facendo un respiro profondo mettendo una mano sul tavolo ed avvicinando il corpo allo spigolo come a dar forza a quelle sue parole. Sollievo quando sente che lei penserà le stesse cose, un cenno di diniego con la testa mentre altri pensieri arrivano alla sua mente come se fossero domande impellenti. Uno sbuffo di risata prima di fare un cenno con la testa < si, ma prima di chiederlo alla copia, almeno un paio di volte falle da sola!> direbbe il ragazzo verso la bambina prima di tornare verso Sango. Eccolo, dove si trova. Sa che non può raggiungere, e lo farebbe se potesse. Annuisce prima di guardarla < capisco, si, un legame come il suo è veramente profondo, sono convinto che non le tradirebbe mai.> si morde per un attimo il labbro inferiore prima di chinare la testa indietro. Ora che gli chiede altre domande sembra che abbia la testa vuota, come se non ci fossero domande da farle. Fa un respiro profondo prima di abbassare il capo. < …anche io ho bisogno di un caffè.> direbbe solamente provando ad alzarsi < e poi tu lo fai veramente bene.> direbbe con disinvoltura quel complimento prima di provare ad avvicinarsi alla cucina per versarsene un bicchiere < … Dopo che hai ottenuto questo Senjutsu, qualsiasi cosa sia, cosa hai intenzione di fare? > chiederebbe andando ad osservare il colore amaro di quella bevanda prima di provare a sedersi su un cuscino accanto alla donna, in modo da esserle più vicino. In mezzo a loro però lascerebbe la postazione libera per Motoko, nel caso volesse stare vicino ad entrambi. Poggerebbe il bicchiere su un piccolo pannetto circolare per non rovinare il legno ed aspetterebbe un pochino prima di berlo < Se non puoi o non vuoi dirmelo, capirò.> cerca di metterla a suo agio prima di guardarla < voglio sapere tutto quello che mi è possibile sapere, di te.> direbbe solamente facendole capire le sue intenzioni…Nota che non sta rispondendo alle domande dirette e questo un pochino lo infastidisce, ma cerca di non darlo a vedere < …> sorseggia quel caffè cercando di non scottarsi prima di fare un lungo sospiro < ritornerai qui? Partirai di nuovo? > direbbe infine prima di abbassare il capo < …> ma più importante di tutto ecco che farebbe la fatidica domanda… una domanda importante che viene però preceduta dalla mano del ragazzo che cercherebbe di prendere la sua < vuoi ancora che io stia qui?> fa un respiro profondo stringendogliela dolcemente, come è solito fare, se glielo avesse permesso. Capisce, comprende, e ricorda quel suo gesto, quel suo rifiutar il proprio tocco la notte prima, ne sente il dolore ma capisce < non preoccuparti > sussurra senza aggiunger altro per il momento, lasciando solo che il tempo si dilunghi ancora un poco < se te lo avessi detto subito, ti saresti comportato così? Allo stesso modo? > chiede per comprenderlo ancor di più , ma sa quale sia già la risposta, forse anche per perdonarsi un poco di quello che ha fatto . Sorride lievemente, ma non aggiunge altro sulla bambina, non vuole intervenire quando vede quel loro legame farsi più forte e intenso < non le tradirei mai > sottolinea, cercando di fargli comprendere che lei sia l'altra, che l'altra sia lei , che siano la stessa cosa insomma . Lo osserva allontanarsi senza dire altro, quando quella domanda le viene posta < penso che dopo aver aiutato la Senju a prendersi i suoi occhi, andremo a parlare con Nemurimasen .. per poi andare ad ame > il piano è quello, scavalcare Yukio e ad arrivare direttamente al cuore del proprio popolo < e li inserirmi direttamente nel consiglio e portarlo via dalle mani dell'Hasukage > il piano è semplice e non ha bisogno di nasconderlo, solo non ha mai avuto modo e tempo di dirlo , quando ancora le cose sono acerbe < si, partirò, questa non è la mia terra, non è la nostra terra > fa notare con calma, eppure non svincola dalla stretta della mano, la stringe a sua volta con delicatezza, assaporandone il tocco caldo e gentile, amato < si che lo desidero, davvero > sospira ancora stringendolo < ma ancora non mi hai chiesto davvero nulla, e non so di cosa parlarti.. non vorrei dover ritornare a questo punto facendo finta di nulla > il passato può sempre tornare a galla come un pugno nello stomaco e calare su di loro < puoi chiedermi qualsiasi cosa > davvero, vuole che lo faccia, mentre quelle catene sembrano stringere ancor più forte i propri desideri e i propri segreti. < ho.. ho chiesto a Nemurimasen, che se un giorno dovessi uccidere Yukio > la voce che si fa bassa, intima, eppure spaventata per il suo giudizio < egli mi darà qualcosa che desidero > trattiene il respiro, la mano che lo stringe forte < sterminare Kusa. Dal primo all'ultimo, senza distinzione > donne, bambini, innocenti, tutti quanti morti, in onore di una vendetta che ancora vuole e che si porta dentro. [chakra on] [Salone] Annuirebbe a quel sussurro prima di guardarla. Un attimo di silenzio a quella domanda, un attimo di silenzio per quella risposta che arriva < è a questo che ho pensato stanotte.> direbbe solamente prima di socchiudere gli occhi < no, non mi sarei comportato allo stesso modo, mi sarei trattenuto dal legarti a me.> direbbe poi facendo un sospiro prima di guardarla < è per questo che mi sono sentito davvero uno stupido ieri.> si morde il labbro inferiore andando a guardarla in modo tranquillo, quello sguardo amaro e disperato di ieri sovrascritto dal solito cielo che cerca il cielo di lei, morbido dietro quei lineamenti duri da uomo più che da ragazzo < lo so. Per questo mi va bene così> Lei risponde a quella sua domanda prima di fare un respiro profondo annuendo < ho capito. Anche io dovevo partire per incontrare Nemurimasen, come mi hai consigliato tu.> direbbe mostrando un cenno di un sorriso <so di essere inutile ora come ora per il tuo sogno. Quindi non ti dirò che verrò con te.> direbbe andando a stringere delicatamente la sua mano, carezzandola col pollice < ti aspetterò qui, con Motoko.> direbbe verso di lei mostrando un leggero sorriso < e quando avrai fatto quello che devi fare, verremo da te…> tutti e due ovviamente. <Non serve a quanto pare..:> in effetti lei sta raccontando di tanto in tanto cose segrete, i suoi segreti. < non ti giudico per quello che è il tuo desiderio, te l’ho detto già> un attimo di silenzio prima di guardarla e fare un leggero sorriso < sarà fatto quello che dovrà essere fatto.> direbbe infine sospirando, anche lei può sentire quella sorta di rilassamento nella muscolatura del genin prima di guardarla < Parlami di Ren…raccontami veramente cosa è successo…> la sua morte insomma. Un argomento spinoso insomma < so che io non sono lui e non intendo prendere il suo posto, preferisco essere il tuo compagno più di essere tuo fratello> un piccolo sbuffo di risata prima di guardarla < ma voglio sapere… di uno degli uomini più importanti della tua vita> togliendo gli altri amanti della donna, della quale forse, sarebbe meglio non sapere insomma. < Parlami del tuo clan, fammi conoscere il tuo potere sulla carta.> insomma le sta chiedendo di raccontare della sua innata, un argomento importante per lei e per la salvezza della sua famiglia, della quale anche Shiro si sente ormai parte. Attende la risposta eppure ne è spaventata, come se in cuor suo sappia la verità, nulla di tutto ciò sarebbe accaduto se egli avesse saputo < lo so > non si sarebbero legati, almeno, lui non lo avrebbe fatto, sarebbe scivolato via dalla sua vita come un apparizione casuale a destabilizzarla, renderla inerme, e poi il nulla totale < sei libero di andare se lo vuoi > una scelta che gli donerà davvero adesso, non avendogliela donata tempo prima, avendogliela negata < mi dispiace di averti ingannato > sussurra spostando lo stesso sguardo, senza riuscire a sostenerlo < ho scritto a Nemurimasen, gli ho scritto che un giorno saresti arrivato sul monte delle serpi per lui, per incontrarlo > confessa qualcos'altro che ha tenuto nascosto, e ancora non lo guarda, si concentra su quel tavolo in legno, solcandone i disegni con lo sguardo < sarà pericoloso ma non posso portarvi con me > troppe cose sono in ballo, la propria vita, non potrebbe mai mettere a rischio quella dei due in quella stessa stanza < non mi giudichi? Nemmeno se sei consapevole che io non provi rimorso o sentimenti per coloro che posson essere innocenti? > lo sguardo quasi furente che si solleva verso di lui < migliaia, milioni forse di innocenti trucidati per la mia guerra, sono anime e vite che peseranno per sempre sulle mie spalle, e tu sarai consapevole di quello che farò > sibila a bassa voce seppur per una volta si trovi lei ad essere veramente arrabbiata con l'altro < sono colpevole del mio egoismo, non esserlo anche tu per favore > taglia corto, con la voce rotta dalla rabbia e affilata più di una spada . E quel che vuole sapere è quello che nasconde agli occhi di tutti, perfino ai propri, per non riaprire quella ferita mai chiusa < mia madre ebbe mio fratello e poi me, non sappiamo chi siano i nostri padri > ma sanno che siano diversi, molto pure < Ren.. lui era colui che avrebbe preso in mano il clan, in linea di sangue discendiamo da Konan > sebbene il primo e unico figlio della donna non sia un legame autentico. La storia che comincia, come una delle tante, raccontando i dettagli senza passione per non immergersi nel dolore ancora una volta < la guerra interna infuriava. Noi eravamo dalla parte del dio Pain. Volevamo il suo ritorno, il ritorno del rinnegan tra le nostre terre e ciò che ci è stato concesso, e volevamo il ritorno di Konan > un ritorno generazionale difatti < non tutti erano d'accordo con noi.. e quella notte.. Ren non c'era, non era alla magione > ricorda ancora quel bellissimo palazzo, delicato e pregno di ornamenti inutili ma belli , e rivive un'altra volta, l'ennesima, tra quei ricordi < era andato a combattere, ad uccidere il nostro stesso popolo > una guerra civile che avrebbe distrutto tutti quanti < avevo paura senza di lui, non ho mai provato affetto per mia madre ne per altri, esisteva solo lui > unico punto cardine di tutta un'esistenza < uscii dalla magione sebbene gli ordini fossero chiari. Dopo il tramonto nessuno doveva uscire.. ma io lo feci per andare a cercarlo.. avevo circa 10 anni > la stessa età di quel piccolo scricciolo dai capelli neri < finii per perdermi tra le strade buie e li mi trovarono, indossavo le vesti degli Ishiba, ero loro nemica > la mano che inizia a stringere forte quella dell'altro, la rabbia che sboccia violenta < avrebbero potuto semplicemente uccidermi, sarebbe stato veloce e indolore > una speranza che le è stata negata < provarono a violentarmi, mi ricordo la paura di non capire, di non potermene andare, di non riuscire a combattere > una rabbia che si trasforma lentamente in quel dolore antico < arrivò Ren a ucciderli, eppure nonostante il loro sangue bagnasse il mio corpo, non ne avevo paura. Ero felice di vederlo, ero felice di stare con lui.. finchè non vidi il suo sangue scivolare su di me > gli occhi che si riempiono di lacrime, poche, troppe ne sono state ormai versate nel tempo < mi aveva protetto col suo corpo, mi aveva fatto da scudo per salvarmi la vita e l'ho visto morire lentamente prima che arrivassero altri alleati > il corpo del bianco che lentamente s'accascia al suolo, il tonfo, il sangue che scivola a terra legandosi alla pioggia e impregnarle le mani < l'ho ucciso, ho ucciso chi amavo > una consapevolezza che ormai le appartiene < da quel giorno il clan mi allontanò, non avevo più nessuno, non avevo Ren .. e da li sono sempre stata sola > tace adesso, sebbene abbia sentito le sue domande ma ci vorrà qualche minuto prima che quel dolore possa alleviarsi. [chakra on]
Giocata del 01/02/2021 dalle 16:21 alle 17:44 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Salone] Ed ecco che lei gli dona quella libertà, quella libertà che lui non vuole, non merita, non desidera. Sorriderebbe tenendo ancora la mano di lei < non vado da nessuna parte, ti ho promesso che sarei rimasto con te> un mezzo sorriso il suo prima di chinare la testa di lato. Un cenno di diniego con la testa < basta scusarti, non ce ne è bisogno> conclude con voce bassa. Lei sembra furente, una furia che non aveva mai visto. Sente la mano stringere di più ed abbasserebbe lo sguardo per guardare quell’intreccio di anima e corpo. Si morde il labbro inferiore prima di guardare sicuro la sua compagna prima di annuire < lo so. > direbbe infine prima di fare un respiro profondo < lo conosco il prezzo del tuo sogno> già ne avevano parlato < e sei stata tu stessa a dire che non ti fermerai, che per qualsiasi peso dovrai sopportare, andrai avanti.> un respiro profondo prima di annuire < cosa posso dirti io per provare a farti desistere e lasciarti nel rammarico di aver abbandonato un sogno che ti spinge?> direbbe mordendosi il labbro inferiore < certo, un genocidio è sempre male. > un cenno con la testa < ma ti amo. E per questo rimarrò al tuo fianco, anche se per gli altri sarai un’assassina, un mostro, io non ti abbandonerò.> conclude ora verso di lei rispondendo a quella presa con la stessa forza per dare presenza alla sua figura. Ascolta attentamente quel racconto non interrompendola. Annuisce andando a mostrare un’espressione adirata quando sente della tentata violenza nei confronti della rossa. Si morde il labbro inferiore, capendo il perché delle sue parole. Fa un respiro profondo guardandola < adesso capisco…> ci sarebbero tante parole da dire, di circostanza, ma non vuole prenderla in giro < Sango, lui ha dato la sua vita per te.> direbbe solamente prima di abbassare il capo < questo è la massima rappresentazione d’amore…> si morde il labbro inferiore prima di socchiudere gli occhi. Un attimo di silenzio prima di guardarla < scusa…se ti ho fatto ricordare momenti terribili…> ed adesso capisce anche il suo attaccamento. La maledizione di assomigliare a lui, di essere la rappresentazione dei sensi di colpa della donna. Deglutisce, ingoia la sua stessa saliva prima di fare u respiro profondo < mi dispiace per…Ren> sincero il suo dire prima di portare anche l’altra mano sopra quella della donna per provare a donarle conforto prima di guardarla < e gli sono riconoscente…per averti protetta..> cosa che farebbe anche lui, senza battere ciglio, se fosse bastato a salvara. Stringe quella mano, con rabbia, odio, possessione < non essere come me > un insegnamento che gli avrebbe senz'altro salato la vita , sebbene l'altro sembri voler guardare solo ad altro < è tutto per il bene superiore. Sacrificare se stessi è difficile rispetto al sacrificare altri > egoismo nella sua forma peggiore , orribile e oscura. Sospira ma non si interromperà, la storia di Ren prosegue, la mente che viaggia indietro nel tempo fino a tornar bambina, un dolore che si espande nel petto stesso e che le fa male, come mille coltelli ad infilzarla , un dolore che all'improvviso sparirà, così come la copia stessa. Un puff rumoroso , una nuvola di nulla, per lasciar l'uomo completamente da solo. Una coscienza che torna a far parte di un unico, i ricordi, ogni tocco, ogni parola pronunciata e ricevuta che non perderà la sua essenza ma che si unirà a colei che è fatta di carne e sangue, li sulla stessa porta, quella che andrà ad aprire lentamente. Il viso rilassato, non vi è dolore, solo armonia, e ciò che ha trovato con le tigri stesse < lui ha dato la vita per il mio egoismo > sussurra mentre le iridi, le sue vere, andranno a fermarsi su di lui. Sa chi è, sa cosa prova per lui perfino, eppure sembra vederlo davvero per la prima volta < vivo legata al passato, un errore e una salvezza, la mia ancora che non mi farà perdere il senno alla fine > un sospiro, mentre si trascina dentro la casa, le vesti sporche e rovinate dalle intemperie, il viso più asciutto così come il corpo, quell'allenamento che la sfiancata molto col passare dei giorni e delle settimane, tempo in cui è stata fuori senza alcuna protezione, assorbendo freddo e caldo in dipendenza del loco indicato . Il corpo sfiancato eppure la mente libera, non sembra esservi più quell'odio viscerale, solo i segni di una consapevolezza raggiunta e di una maturità accentuata. Ogni passo che la porta vicino ad uno conoscenza maggiore. < ciao Shiro > un lieve sorriso sulle labbra , il viso un poco sporco per il viaggio e il ritorno . Le mani che tolgono via la cappa dell'akatsuki quasi intatta, mostrando il bianco tessuto di un kimono divenuto grigiastro e marrone in certi punti, sui glutei specialmente < pensavo di arrivare in una condizione migliore > adesso non vi è più la copia, adesso è lei per davvero < spero che mi perdonerai > un lieve cenno in sua direzione, portando i passi a risuonare nel salone per raggiungerlo ma ancora non siede, non s'avvicina nemmeno troppo, non sapendo come potrà reagire. [chakra on] [Salone] Un mezzo sorriso prima di quella frase < non sono come te.> direbbe prima di ridacchiare < ma sono con te.> solamente una frase. Stringe la mano fino a che non sentirà più niente. Una nuvola di fumo e la copia sparirà. Non realizza subito, no, non riesce. Gli occhi si sgranano prima di fare un respiro profondo calmandosi. La mano destra che va a stringere il polso sinistro mentre la testa rientra nelle spalle. Si morde il labbro inferiore. Non ci vuole tantissimo prima di sentire di nuovo quella voce. La testa si volterebbe di scatto osservando quella figura pellegrina che fa la sua apparizione. Trattiene il fiato mentre la osserva, la ascolta, ma il suo cervello è da un’altra parte. Lei lo saluta e lui non risponde, non per altro ma per la sorpresa. Riprende respiro lentamente, un respiro rotto prima di sentire quelle parole e lentamente alzarsi in piedi. <Sei…sempre bellissima..> la voce è incredula, gioiosa, con quegli occhi lucidi e celesti. Per la prima volta Sango potrà vedere quel muro crollare definitivamente. Lei si avvicina e lui rimane fermo. Ma è quando lei si ferma che farebbe lui un passo verso di lei cercando di toccarle le spalle, come per vedere la sua realtà, come per controllare che sia tutta integra. < Certo, si, ti perdono, non c’è bisogno neanche di chiederlo.> direbbe lui fermandosi, con le mani aperte quasi a sfiorare il suo corpo se glielo avesse permesso in precedenza. Deglutisce, ora sorpreso più che mai. Si umetta le labbra prima di provare ad allargare le braccia e stringerla a se, niente baci per ora, un abbraccio amorevole, di quelli caldi di chi si aspetta dopo tanto tempo < ben tornata Sango.> direbbe ora cercando di carezzarle la schiena < va tutto bene, sei a casa..> un sussurro il suo prima di donarle un bacio sulla spalla. La vera Sango, non una copia, è lì, davanti a lui. Non ci crede ancora ma la stringe a lui come se avesse paura di vederla sparire di nuovo come la copia, in una nuvola di amarezza e disperazione, quella che adesso ha fatto lavare via con solo un “Ciao Shiro”. Lo guarda, sorride dolcemente l'Ishiba comprendendo di averlo colto di sorpresa . La copia è svanita proprio di fronte a lui per lasciarle il posto che solo lei può riempire, in quella casa e nella sua vita. < ho visto periodi peggiori in effetti > sebbene sia un dettaglio trascurabile, non lo è per lei, ove bellezza forza e perfezione devono esser bilanciate in maniera impeccabile, ma non oggi, non con lui che l'ha conosciuta in modo intimo e inusuale per i propri standard . S'avvicinano, attratti l'uno dall'altro, quelle mani che la toccano che la fanno sospirare < così va meglio > lo preferisce davvero li , che possa prendersi lei quelle carezze e sentirle di prima mano, non come un ricordo o dei brividi, ma un contatto più potente e travolgente , migliaia di sensazioni che si annidano nello stomaco e un sospiro a far scivolar via l'ansia. Non vi è rabbia, odio, disperazione, solo quella piccola bolla di pace che pare voler durare per sempre, ma sa che non sarà così. Nella destra, stretta in un pugno, stringe una lettera donatale da un membro del clan . Una lettera stretta in carta straccia, lasciando che il pensiero di quella possa svanir per qualche attimo in quell'abbraccio . Chiude gli occhi, si lascia cullare poggiando il capo sulla sua spalla < credo di puzzare > ammette con vergogna provando a scioglier un poco quella presa, senza davvero allontanarsi , imbarazzata da quella situazione , e necessitando di un vero bagno con acqua calda, sapone e tutte le comodità che possono derivarne < si, sono a casa > un sorriso che però andrà a spegnersi in breve tempo < ma per poco. Stanotte dovrò partire insieme alla Senju > una notizia che arriva come un lampo accecante di dolore, separarsi immediatamente da lui dopo averlo finalmente toccato davvero . Ingiusto. Ecco la parola che si delinea nella propria mente, così come il nervosismo per una guerra davvero imminente, di quelle che deciderà la vita di pochi e la morte di troppi < credo che potremmo passare il tempo che ci resta insieme > il poco tempo, e nemmeno sanno quanto breve sarà e quanto il fato sia orribilmente vendicativo di fronte una piccola gioia. Lo osserva passando le proprie dita sul suo volto, dolcemente a scorrer i suoi lineamenti < ti amo Shiroyuki > un sussurro per lui, solo per lui. [chkara on] [Salone] un mezzo sorriso, uno sbuffo di risata a quelle parole prima di annuire essendo d’accordo con lei < si…decisamente meglio..> ripeterebbe il ragazzo mentre il cuore continua a battere in modo pazzesco. Fa un respiro profondo prima di continuare a stringerla. La terrebbe tra le braccia anche quando lei cerca di lasciare per poco la presa. Un cenno con la testa prima di sorriderle < un po’> direbbe per prenderla un attimo in giro, ma si vede che non è per offenderla. Annuirebbe lentamente prima di guardarla < lo so. Cerca di tornare viva. Io sarò qui sveglio ad aspettarti..> direbbe il ragazzo prima di lasciare lentamente la presa dandole respiro. E’ tornata dopo tanto tempo, meglio non asfissiarla. La lascerebbe quindi godersi quelle quattro mura prima di osservare Motoko < …Motoko, perché non vai in camera tua a disegnare? Ci sono delle pergamene lì.> direbbe solamente prima di fare un respiro profondo e tornare verso Sango <non potrei chiedere di meglio.> direbbe verso di lei con un sorriso prima di chinare la testa di lato < ho in mente già cosa fare.> un respiro profondo < un bel bagno caldo con olii e Sali> un mezzo sorriso verso di lei < io che ti lavo la schiena e ti faccio un massaggio, come la vedi?> direbbe verso di lei. Quelle parole, quelle parole sentite e provate. Si scioglie lentamente con il cuore che perde qualche battito prima di andare ad alzare il capo verso di lei < come io amo te Sango.> direbbe solamente prima di provare ad avvicinarsi per donarle un bacio, delicato, sulle labbra, incurante dell’imbarazzo della donna, no, lo vuole, un vero bacio con la vera Sango, farle sentire quel sentimento attraverso le sue labbra. La mano destra cercherebbe di andare verso il suo viso per carezzarlo prima di socchiudere gli occhi. Non c’è altra donna con cui vorrebbe passare del tempo se non con lei, se non Byakko, la ninja delle Tigri. Dopo quel bacio ricco di emozione ecco che cercherebbe di intrecciare la destra con la sua mostrandole un lieve sorriso < resteremo insieme, finchè non sarà ora per te di andare…mia Sango.> un sussurro il suo, solo per lei, solo per quella donna che adesso è davanti ai suoi occhi.