Una serata comune
Free
Giocata dal 26/01/2021 21:10 al 27/01/2021 02:08 nella chat "Chiosco di Ramen "
C'è nebbia in quel di Konoha, seppur nell'alto del cielo notturno sia parzialmente visibile una mezza luna che illumina debolmente il cielo. Si presenta con un lungo pantalone nero, aderente alle forme della fanciulla, che ne copre le inferior leve. E' sorretto da un cinturone in cuoio con fibbia argentata, avente sul fianco mancino dei ganci per i foderi delle rispettive katana. Non si separa da nessuna delle due, fedeli compagne di battaglia nel corso di tutta la sua esistenza come Ninja. A coprire l'addome, una camicia bianca con il colletto ben piegato, poggiato sui lati e lasciando visibile parte del collo e il ciondolo con il simbolo del Clan Uchiha. Al di sopra, vi è un maglione nero che ne fascia l'addome permettendole di stare anche al caldo, per via delle temperature prettamente invernali che stanno raggiungendo anche Konoha. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri rinforzati metallicamente tramite degli schinieri. Sotto le maniche della camicia, sono stati posizionati anche dei vambracci per qualunque evenienza. Il coprifronte della Foglia è ben legato tra i capelli rosei della fanciulla, lunghi sino a metà della schiena in piccoli boccoli curati e profumati. Con sé, ha portato soltanto qualche tonico coagulante e di recupero chakra, nessun'altra arma od oggetto essenziale oltre alle proprie spade e al Ninjutsu che sa utilizzare alla perfezione. S'appresta a raggiungere il chiosco di ramen di Ichiraku dove opta di prendere qualcosa da mangiare. Con sè, ha anche la carrozzina in cui porta la bambina che, per il momento, pare dormiente e affatto infastidita. Una piccola zazzera di capelli rosati ne coprono la cute, le guanciotte rosee appena celate dal lenzuolino bianco. Le ha infilato una tuta dalla forma stravagante: una volpina arancione con tanto di orecchie e piccola coda. E' tipo una delle cose più carina esistenti. Spinge la carrozzina sin al chiosco, attenta ovviamente a dove mette i piedi, proseguendo lentamente e donando un cenno appena soltanto a coloro che le rivolgono la parola, senza eccedere. [ Chakra ON ] La classica sera da lupi, con nebbia e quello spicchio di luna piazzato a caso in cielo. E lei? Lei sceglie questa sera per giocare con Akuma per la via principale <...> Sta correndo, con il cane alle calcagna che cerca di farla cadere a terra. Capelli neri, lunghi fino alle spalle che incorniciano il viso dalla pelle olivastra e gli occhi neri. Qualche ciuffo nasconde di tanto in tanto i triangolini rossi che ha sulle guance. Indossa la felpona nera con il cappuccio sulle spalle, il pantalone lungo e le scarpe chiuse. Tutto rigorosamente nero. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con dentro kunai, shuriken e fuuda. Legata a sinistra della vita c'è tasca porta oggetti con dentro solo tonici, sia curativi sia di recupero chakra. Non ha mai il coprifronte con sè, chissà perchè. Non sembra preoccuparsi della nebbia che insiste al villaggio. Akuma, piccolo pastore italiano completamente nero, riesce ad infilarlesi tra i piedi facendola cadere, in quella corsa nella via principale <Ngh..> un lieve brontolio appena cade a terra ma non sembra volersi fermare. Infatti i due iniziano una delle loro lotte cretine, avanzando in stile palla verso il chiosco. Una sorta di palla dalla quale escono braccia, zampe, ringhi e imprecazioni. Diciamo che non è granchè silenziosa in questo momento. <Aaarrhg! Stronzo!> Esclama dopo essersi presa un mozzicone da Akuma che poco dopo guaisce a sua volta visto che lei gli ha mozzicato un orecchio. Carini quanto stupidi, non c'è che dire. E rotolando, tra un morso ed una graffiata in faccia raggiungono il chiosco, andandoci a sbattere contro. E direi anche menomale, o sarebbero stati capaci di arrivare chissà dove. Così entrambi, uno accanto all'altro, col fiatone, restano un attimo fermi per riprendersi dalla piccola lotta. Ed ovviamente quella che ne risente di più è sempre lei che si ritrova sempre con la faccia graffiata e quei dannati dentini conficcati ovunque <Ancora ringhi? Guarda cosa mi hai fatto!> Si indica la faccia mentre Akuma le ringhia contro, probabilmente arrabbiato per il suo orecchio mozzicato prima. Cielo, mo ricominciano.. [Strade] le strade continuano ad essere popolate da qualche presenza in procinto di tornare alle rispettive abitazioni per gustare un pasto caldo dopo una giornata di duro lavoro o di addestramento, ma non tutti fanno rientro alle proprie alcove, altre preferiscono le coccole amorevoli del buon Ichiraku che, col suo ramen, riuscirebbe a risollevare qualsiasi animo. Anche il buon Touma sfiderebbe la folta coltre di neve pur di assaporare quelle bontà. Si presenta con uno spesso magione nero a collo alto a fasciare la parte superiore del corpo, sovrastato da un Kimono a scacchi bianco e rosso, anch'esso con una stoffa pesante per permettergli di resistere alla morsa gelida della sera. Un pantalone nero con tasconi laterali mentre alla vita una cintura in pelle con una semplice cinghia metallica sorregge la tascsa porta oggetti e il porta kunai, elemento imprescindibile ormai. Vambracci e schinieri son coperti dal tessuto. I capelli sono completamente liberi di muoversi,, mentre il coprifronte si ritrova legato al collo, lasciando la fronte libera, palesando i due tatuaggi gemelli che dalle sopracciglia si aprono fino alle tempio. Fuuda, tonici e carte bomba sono sparse tra sacche e tasche. Si avvicina infine al chiosco ed è lì che nota la figura di Furaya e alla carrozzina. Un semplice movimento con la mano in cenno di saluto, senza voler apparire particolarmente invasivo ma l'attenzione viene donata in direzione di Keiga, anche se la direzione è meramente dettata dalla provenienza della voce, visto che la nebbia ne copre la vista <Keiga?> si limita a dire con fare perplesso, inarcando le sopracciglia rosse. Muove un piede avanti all'altro, riuscendo così a raggiungere rapidamente e senza troppi problemi il chiosco di Ichiraku dove vorrebbe fermarsi. La di lei attenzione viene attirata da Touma che pare farle soltanto un cenno, a cui si rivolgerebbe utilizzando la propria voce. <Buonasera.> Tanto per essere cortese. Dopodiché lo sguardo glisserebbe ovviamente anche verso Keiga ed il suo cagnolino, piegando appena un sopracciglio per via della sorpresa e della coincidenza di trovarsi tutti lì. La bambina sembra ancora dormire beata, mentre la Nara si decide a muovere leggermente la carrozzina avanti ed indietro, permettendo così a Senshi di venire oltremodo cullata e di continuare a riposare tranquillamente. <Come state?> Una domanda, anch'essa, fatta più per educazione che per altro, tenendo conto che la Inuzuka comunque vive sotto il suo tetto. Dunque, riesce a controllarla bene o male spesso, sincerandosi che non abbia problemi fisici od altro, potendola aiutare come meglio crede. Il suo controllo su tutto è sempre al massimo delle capacità, nonostante si tratti soltanto d'una copia e non dell'originale che, ricordiamo, è ancora confinata nella caverna dei lupi dove sta apprendendo come sviluppare al meglio l'arte eremitica del Senjutsu. [ Chakra ON | Copia ] <Orecchio? I buchi, Akuma. I buchi!> Ringhia verso il cane, che ringhia verso di lei, che al mercato mio padre comprò (?). Il tutto però è fortunatamente interrotto dalla voce di Touma, prima e poi dalla voce di Furaya. Non tanto per il primo, ma per la seconda gli occhi si sgranano e vanno subito a cercarla. La vede spesso, ma potrebbe vederla ogni singolo giorno e non si stancherebbe mai. <Ciao..> Alza poi le spalle alla domanda della donna e distoglie però lo sguardo, perchè lo sappiamo che ha i problemi. Guarda Touma <...> Non parla ma a sua volta alza un sopracciglio nel guardarlo. Non se lo ricorda? Si che se lo ricorda, quello che che non ricorda è se ci è andata a letto o meno. Dovrebbe segnarseli. <*Woff!*> Esclama Akuma che scodinzolante sfreccia verso Furaya per farle tutte le feste del mondo. Lei poi guarda sulla carrozzina, avvicinandosi per guardare dentro. <...> Dorme. Tira pure un sospiro di sollievo. Sebbene provi un certo odio per i bambini, con Senshi sembra aver preso quel briciolo di confidenza che la porta a sopportarla. Alla fine quando non strilla come un'aquila è pure carina. Guarda poi di nuovo i due, allontanandosi appena. Sempre in disparte mi raccomando. Al contrario di Akuma che con chi conosce non si fa problemi a farsi coccolare. Il cenno diventa un leggero sorriso ora mentre fa un paio di passi verso l’hokage <Buonasera a te..> proferisce col suo timbro greve anche se la parvenza di pacatezza pervade il suo tono. Lancia una leggera occhiata verso la carrozzina, sostando qualche istante con lo sguardo poi riporta le cremisi verso Furaya <Porti la piccola in uno dei posti migliori del villaggio?> chiede mantenendo il contatto visivo verso la donna. Le braccia vanno ad intrecciarsi al petto, un po’ per l’umidità e il freddo, un po’ per mantenere una postura più comoda <Come sto..> inizia rispondendo <..diciamo che dopo aver rotto il ghiaccio dopo la prima missione, seppur non particolarmente complesso, mi ha più fiducia…> in maniera pacata. Lo sguardo si porterebbe verso Keiga, a cui accenna un movimento con il capo in segno d’intesa, ormai conscio della sua incapacità di parlare con persone estranee. <Voi come state?> riferito ovviamente a entrambe <Io sono qui in cerca di una cena calda, non avevo particolare voglia di rimanere solo a casa…> Lo sguardo si posa su Keiga e su Akuma, in modo che possa assistere al teatrino che stanno creando proprio davanti al chiosco. Si lascia scappare un mezzo sorriso. <Sta dormendo, non preoccuparti.> Commenta all'indirizzo dell'Inuzuka, consapevole che non le piace granché quando Senshi piange. Ma figurarsi se n'è contenta Furaya, insomma! E' costretta talvolta ad alzarsi nel cuore della notte per via della piccola che inizia a sbraitare, in cerca probabilmente di cibo. La di lei attenzione or torna nei riguardi di Touma che le risponde subito dopo. Lei, nel frattempo, si piega sulle ginocchia per accogliere Akuma, il quale le corre in contro per farle le feste. La dritta vien fatta passare tra le orecchie del cane, muovendo piano i polpastrelli tra il pelo altrui. <Sì, preferivo portarla a fare due passi con me anziché lasciarla sempre nella magione.> Ammette, stringendosi nelle spalle e lasciando tornare il cagnolino dalla padrona, mentre lei pensa al suo cucciolo d'uomo. <Inoltre, credo che Saisashi si stia ancora allenando.> Dunque, non potrebbe prendersi cura della bambina al suo posto. O forse è andato a donnine allegre! No, non diciamolo neanche per scherzo perché la Nara rischierebbe di far esplodere qualunque locale del Tanzaku, portandosi dietro Mattyse, soltanto per fargliela pagare in grande stile, soltanto per far sì che possa temerla. <Ottimo, prendere confidenza con le missioni è un passo importante.> Senza dubbio, anche perché in seguito ve ne saranno di più complesse. Vorrebbe prendere posto, avvicinandosi quindi ad uno sgabello libero. <Mangiamo qualcosa assieme?> Tanto vale, no? In compagnia, si mangia e si beve sempre meglio, permettendo così anche alla Judai d'uscire dalla sua solita routine. [ Chakra ON ] L'atteggiamento di Touma viene apprezzato. Poche parole sono sempre ben accette. Akuma accoglie di buon grado la carezza sul muso, lasciando la lingua a penzoloni. Proprio il tempo di qualche coccola per poi entrare per primo nel chiosco. L'odore che arriva da lì dentro è una cosa ma dentro è il paradiso. E pensare che vorrebbe anche lei dire qualcosa. Ma purtroppo proprio non ci riesce. Si limita ad ascoltare seguendo Akuma dentro il chiosco. Non sta neanche a guardare i posti presenti perchè sta già puntando quello su cui si siede sempre. Quello tutto a destra, attaccato al muro che non si sa perchè non ha mai nessuno di fianco. Ecco il motivo per cui si siede sempre lì. E prende posto, lasciando che lo sguardo sfrecci verso il vecchio Ichiraku, incrociandone lo sguardo. Di certo non viene guardata bene neanche da lui, dato che proprio lì ha preso a pugni Dyacon l'ultima volta. Aggrotta la fronte e le mani si alzano in cerca del cappuccio che si piazza quasi con prepotenza sulla testa, cercando di nascondersi il più possibile da quegli sguardi che sembrano puntare il dito. Certo è che il suo atteggiamento non la porta mai ad essere ben vista. Recidiva, dopo tutto. Appoggerebbe poi i gomiti sul bancone, incrociando le braccia proprio su quella stessa superficie orizzontale. E giusto per estraniarsi ancora un pò, appoggia la testa sulle braccia, tenendo però il viso in direzione del muro e non verso il resto del chiosco. Disagio. Che palle. Akuma si siede da bravo canide a terra, accanto allo sgabello della sua umana. Aspetta che gli chiedano cosa vuole mangiare, ovviamente. Le cremisi vagano curiosamente in tutti i movimenti di Furaya, senza comunque apparire invadente, solo la mera curiosità nel vederla in quella mise da madre, decisamente inusuale, almeno per il genin. <Posso vederla…?> chiede con un certo timore visto che non ha mai visto la donna assieme a sua figlia, rimanendo decisamente fermo sulle sue, aspettando prima il dire di lei per potersi muovere in tal senso. Rivoli di vapore salgono ad ogni respiro dell’uomo, segno che la temperatura si fa pungente <Beh, hai fatto bene, anche se fa freddo, sicuramente il tepore di Ichiraku non può farle che bene> incassando la testa tra le spalle con fare pacato <oggi non mi sono allenato, ho preferito dedicarmi un po’ a me per oggi, quindi non ho visto Saisashi quest’oggi.> diniegando col capo e facendo scendere qualche ciocca cremisi dalla spalla verso il petto, Infine annuisce <Perché no, d’altronde è sempre bello mangiare in compagnia..> osserva per qualche altro istante Keiga, soprattutto nei suoi movimenti sgraziati, rudi ma che denotano comunque una personalità ben spiccata. Si avvicina verso lo sgabello posizionato tra Keiga e Furaya, in modo da dare all’Inuzuka la protezione del muro e alla Nara la possibilità di stare più comoda col passeggino <Cosa prendete?> chiede alternando lo sguardo verso entrambe le ragazze. Anche gli altri due si sono seduti. Alza la testa e la ruota per adocchiare chi si è seduto vicino a lei. Touma. Impassibile in viso, abbassa lo sguardo un attimo, forse perchè sperava si sedesse Furaya, lì. Purtroppo si è beccata il giovanotto. Sospira e mantiene lo sguardo basso, perchè di incrociare quello del vecchio e la figlia proprio non ne ha voglia. Poi ecco che Touma chiede cosa vogliano da mangiare. Akuma è il primo a scodinzolare ed abbaiare <*Woff! Wof, Woff!*> Ed eccolo ordinare. <Akuma vuole carne con osso senza salse> Traduce, dal momento che lo capisce solo lei. <Io..> Piccola pausa per poi continuare <Ramen senza le schifezze a rotella> Solito, in pratica. Poi però si inclina verso Touma, cercando di raggiungere il suo orecchio con le labbra. Come al solito i suoi movimenti e gesti potrebbero essere considerati un tantino audaci e maliziosi, amen. <Qualcosa di forte da bere> Sussurra all'orecchio del ragazzo. A lei non lo danno perchè conoscono la sua età, dannati. <E dell'acqua per Akuma> Aggiunge tornando dritta col busto, al suo posto. Ma tiene lo sguardo basso, spostando i gomiti dal bancone per infilare le mani nelle tasche del pantalone nero. Torna in quel suo silenzio solito. L’attenzione si focalizza su Ichiraku e alle sue preparazioni, quindi si porta verso Furaya che, col un piccolo cenno, gli permette di vedere la piccola. Il sorriso si apre in maniera ampia, quindi si alza dallo sgabello, fa un paio di passi e poi si sporge verso il passeggino per vedere la piccola cucciola di shinobi. <Che guanciotte..> sussurra facendo un piccolo sbuffo, soddisfatto, poi torna a sedere in maniera più composta <è qualcosa di meraviglioso..complimenti..> riferito verso Furaya, poi si porta verso Keiga, mantenendo il silenzio e lasciandole i suoi spazi e i miei momenti di silenzio che per certi versi possono risultare imbarazzanti agli occhi di chi guarda. Quando la ragazza proferisce parola lascia che termini, poi inclina la testa verso Keiga, porgendone l’orecchio, poi un sorriso e un cenno di assenso. Poi un cenno a Ichiraku <Ichiraku-sama vorremmo ordinare…> un attimo di pausa <Un ramen di carne senza naruto, un osso con carne senza salse sopra…> scorre velocemente lo sguardo verso il menu, mugugnando appena portando la mancina al mento <Poi un ramen di carne completo e una caraffa di sake con una tazza..> si porta verso la donna, allungandosi appena ricercandone l’orecchio qualora lei acconsenta <Bevi dalla mia tazzina se per te non è un problema, almeno evitiamo che Ichiraku faccia la paternale…> scosta subito lo sguardo verso il bancone <Ah e una caraffa d’acqua…> infine volge verso Furaya <Tu che prendi?> chiede con una leggera curiosità. Poggia delicatamente i glutei sullo sgabello, avvicinando a sé la carrozzina evitando che le resti troppo lontana. Un cenno d'assenso vien rivolto a Touma, replicando al di lui dire, anche quello precedente, mantenendo pur sempre un tono pacato. <Oh, purtroppo so che il clima non è propriamente adatto ad una bambina. Però, è coperta meglio di me.> Tutina integrale con tanto di cappuccio, lenzuolo e copertina. Sta divinamente! Almeno finché dorme. Potrebbero sentirla fino a Kusa qualora aprisse le fauci di botto perché è stata svegliata in malomodo. Keiga ne sa qualcosa. <Finché non somiglia troppo al padre, son sicura che sarà meravigliosa.> Da dove sbuca fuori questa falsa modestia? Mh? Inizi finalmente a considerarti bella, intelligente e forte come in effetti sei? La fiducia in te stessa che crollerà immancabilmente nel futuro? Ma sorvoliamo, non sono discorsi dei quali bisogna parlare proprio adesso. Ce ne sarà il tempo ed il modo. <Una ciotola normale di ramen. Lascia i naruto nella ciotola della ragazza o altrimenti inseriscili nella mia, per favore.> Pronuncia in direzione di Ichiraku, lanciando un'occhiata a Keiga con tanto di bacino volante. Fermate la giostra, voglio scendere. Rischiano di finire entrambe sul bancone se Fru continua a dare una confidenza del genere all'Inuzuka. Piano! Ci sono dei minori e non stiamo parlando di Touma. <Niente alcolici.> Non dovrebbe manco mangiare trattandosi d'una copia, ma sorvoliamo anche da questo punto di vista dato che, per il momento, nessuno dei presenti pare esserne informato. <Non bere troppo, Keiga.> Così, giusto per fare la mammina di turno e dar fastidio proprio alla ragazza. Sia mai che si faccia gli affari propri e non abbia tutta la situazione sotto controllo. [ Chakra ON ] Guarda Touma che ordina ed annuisce alla sua volta, accettando di bere dalla sua tazzina. Se non ricorda male hanno già bevuto una volta assieme ma è quello che è successo dopo che non ricorda, mannaggia. Keiga lo sa, si. Senshi è il soprano di Konoha. Quanto strilla. Piccola quanto letale per i timpani. Quando Furaya ordina non la guarda ma sente le sue parole, sgrana gli occhi e si gira per cercarne lo sguardo, beccandosi pure un bacio volante. Touma, non avevi da fare? Se poi questa si mette pure a bere, ciao mondo. Non beve da un pò in realtà e può anche essere che non regga poi così tanto. Ma ecco che Furaya interviene, riguardo al bere. Solitamente avrebbe sbottato dicendo *fatti gli affari tuoi* o simili. Ma ormai ha accettato quella donna e invece di trattarla male preferisce dormirci assieme. Ecco. <Io non posso bere. Sono minorenne> Risponde, tornando a guardare il bancone. Certo è che probabilmente sbaglierà a prendere la caraffa di lì a breve. Ah non era acqua? E giù di sake. Certo è che passano pochi secondi ed ecco che un piccione entra nel chiosco. Un piccione poi. Ruota il capo sentendolo svolazzare, come se quel suo essere predatore si sia risvegliato. Leo segue con lo sguardo finchè quello non atterra sul bancone proprio davanti a lei. Guarda il piccione. Il piccione guarda lei. Così per svariati secondi finchè non abbassa gli occhi sul piccolo rotolo legato alla zampetta. C'è solo una persona che le manda i piccioni. Allunga le mani per toglierglielo dalla zampa e tempo zero quello se ne va, svolazzando nella nebbia. Non sembra aprirlo ancora, piuttosto lo infila in tasca. Ha paura di dover andare a fare qualche lezione straordinaria. Non adesso, eddai. Mo se magna. <Ovviamente non metto in dubbio che non sia ben coperto…> lo sguardo si abbassa appena verso il bancone, limitandosi ad aspettare il suo ordine con una certa tranquillità, poi fa uno sbuffo seguito da una leggera risata <suvvia, non era mica brutto…> una pausa <..certo tu hai il tuo fascino..> commenta in maniera senza malizia, osservandola con qualche istante, poi si riporta verso Keiga sulla questione alcolici <tranquilla, lei mica può bere..giusto?> facendo un occhiolino, fugace. All’improvviso vedere arrivare un piccione per Keiga, non commenta, limitandosi ad osservare tutta la scena senza porsi domande. Finalmente le pietanze sono arrivare, così come il sakè che viene preso con la mancina e lo allunga verso Furaya <Vuoi un po’?> facendo roteare la caraffina verso di lei. Se furaya si sarà servita, verserà un po’ di sake nel suo bicchiere, quindi lo lascia alla sua destra in modo che Keiga possa prenderla con non chalance. <Beh, buon appetito allora> aprendo un ampio sorriso. Prende le bacchette di legno e le spezza per sancire l’inizio del pasto. Certe volte dimentica che Keiga è minorenne, davvero. Quindi, ruota il capo in sua direzione come se avesse appena sentito una parolaccia. <Oh, giusto. Beh, c'è comunque la supervisione di un adulto.> Autoindicandosi con la mancina. Non è neanche tanto una cazzata, ad esempio. Vive sotto il tetto della Nara, dunque n'è direttamente responsabile proprio quest'ultima. Lo sguardo si posa sul piccione che si posa sul bancone davanti alla ragazzina, piegando un sopracciglio per via della situazione poco analoga. Sposta le iridi sul viso di Keiga, rivolgendole una domanda tacita alla quale, quasi sicuramente, non riceverà neanche risposta. Ride innanzi alle affermazioni di Touma, aspettando la sua ordinazione nel frattempo. <Lo so, lo so, non preoccuparti.> Godetevi gli ultimi attimi di felicità, miseri mortali. E lei sembra essere così tanto spensierata senza sapere, senza conoscere ciò che nel futuro l'attende. <Intendevo a livello caratteriale, in realtà. Se si comportasse come il padre, vuol dire che, non appena inizierà a gattonare, tirerà pugni a qualunque cosa.> Mobili, gatti, cani, fogli di giornale e tutto quel che si muove, ma in realtà anche quel che sta fermo. Scuote il capo innanzi alla richiesta di bere, volendo opportunamente evitare di gettar tra le fauci alcolici. L'ultima volta, potremmo dire che non è finita bene, ma neanche benissimo. <Devo mantenere un certo decoro.> Si schiarisce la voce, lasciando ovviamente intendere come si tratti di mero sarcasmo. Sì, ogni tanto ci riesce anche lei a farlo, seppur sovente tenti di restare piuttosto seria. Fin troppo, anzi. [ Chakra ON ] Il fatto che quel piccione abbia attirato l'attenzione la spinge a ruotare lo sguardo prima su Touma che pare comunque stare nel suo e poi su Furaya, che sembra quasi più interessata. Ma lei lo ha cacciato in tasca. Ehi ehi, *anche tu hai il tuo fascino* a chi. Ruota il capo manco dovesse lanciare a Touma un raggio laser dagli occhi. Gelosa? Da morire. Motivo? Ancora deve capirlo. Dettagli. Ma si salva il ragazzo, quando sta al gioco, e quindi gli occhi tornano ad essere quelli soliti. Freddi. Lo sguardo poi segue i movimenti della caraffa di sake manco ci fosse dentro l'elisir dell'eterna giovinezza. E poi ecco la tazzina. E' lì, così vicina. Deglutisce ed allunga la mano per prenderla, portandola alla bocca e tracannando quel liquido che quando scende nell'esofago sembra lava. Probabilmente nello stesso momento in cui Furaya si proclama l'adulta di riferimento. Ops. Forse ancora non si è resa conto che potrebbe dare più grattacapi della piccola Senshi che grazie al cielo continua a dormire. Arriva poi anche il ramen assieme al resto. Akuma scodinzola, aspettando che il suo piatto di carne venga messo a terra. Ed è lei a prenderlo per poi inclinarsi all'indietro e dare al cucciolo la sua carne. Fa pure un pò di fatica a ritirarsi su ma alla fine riesce a recuperare la postura. Può finalmente mettere la faccia sul suo ramen e <Le ha messe davvero..> Guarda verso furaya con gli occhi chiusi in fessure. E spezza le bacchette, tornando a guardare la ciotola, cercando di evitare di prendere quelle schifezze megagalattiche e rotonde. Bacchette con la destra e mancina in tasca che rigira il rotolo. Curiosa? Un pò. Caccia in bocca il primo grumo di spaghetti, facendo dondolare gran parte ancora nella brodaglia. Mangia come una bestia che non è tanto diverso da quello che è in realtà. Akuma si lascia andare in qualche ringhio nell'affondare i dentini in quell'osso che tiene con le zampone. Ovviamente a terra sarà tutto da lavare. Ascolta però i due parlare, e di certo vedere Furaya ubriaca è un qualcosa che vorrebbe aggiungere a "Cose da fare con Furaya", presto in tutte le edicole! <Si, ci sono due adulti responsabili qui..no?> dice mentre allunga il sake verso Keiga, in quella manifestazione di responsabilità. Abbozza un piccolo sorriso mentre afferra le bacchette con la mancina, quindi inizia a mescolare la ciotola per far si che le fragranze e il calore inebri i sensi del ragazzo. Inspira pesantemente prima di afferrare i primi fili di noodle e portarli alle labbra senza nemmeno soffiare. Infatti si brucia la lingua, ma si limita a fare una piccola smorfia, chiudendo l’occhio destro. <Beh, almeno si saprebbe difendere fin da subito..> ironizza nemmeno tanto velatamente. Nota lo sguardo di Keiga, ma non ci fa particolarmente caso o semplicemente glissa, semplicemente non lo fa trasparire. Affila un sorriso mentre la vede sorseggiare il sakè, quindi aspetterebbe il suo turno per versare il saké e bere a sua volta. Il liquido scivola, così come il bruciore alla gola che ne consegue. Un sospiro dunque prima di prendere un pezzo di carne con le bacchette <Come va il lavoro Furaya?> quindi verso Keiga <E a te come va?> dice infine portando alle labbra la carne. Un'ulteriore occhiata nei confronti di Keiga, a seguito di quel piccione, sta ad indicare qualcosa come: "appena torniamo a casa, voglio sapere". Deve sempre comportarsi come la comara del quartiere, ci mancherebbe altro. Ogni villaggio ne ha una, in questo caso è la Judai. Per quanto riguarda Kusa, invece, è Yukio: avevate mica dei dubbi a tal proposito? Ora ve li abbiamo risolti. Avvicina la sua ciotola, utilizzando le bacchette com'è uso e abitudine. La carrozzina le resta vicino, la bambina pare ancora profondamente addormentata, forse anche cullata dal lieve ciarlare dei presenti e l'odorino del ramen. Se crescerà incapace di mangiare il ramen, non sarà figlia di Fru. Io ve lo dico apertamente. Allunga la ciotola in direzione di Keiga, la quale non dovrebbe comunque essere tanto distante da lei. Vorrebbe evitare di farla passare sotto al naso di Touma, ovviamente, ma gliela porge soltanto per fare in modo che possa poggiarci i naruto che la Inuzuka non vuole. Niente di più semplice! <Due adulti, vero.> E Ichiraku, pacioccone, pare divertito da queste parole tanto da etichettarsi come il terzo. La Nara torna a lasciarsi sfuggire un'altra risata, consapevole che è una delle poche volte che riesce a vivere una vita normale fuori dal lavoro e dall'incarico che possiede. <Questo è vero.> Potrebbe difendersi fin da subito la bambina, anche se, nascendo da una come la Judai e uno come Saisashi, sicuramente ci si aspetterà grandi cose. <Ah, non si parla di lavoro mentre si mangia! Di qualunque altra cosa, volentieri!> Sghignazza, riprendendo a mangiare con tutta la calma del mondo. Vedetela sorridente adesso, godetevi il suo sprazzo di gioia genuina, vivete appieno questa sua felicità. Potrebbe durare davvero così poco... [ Chakra ON ] Quel ramen cacciato in bocca senza aspettare le ha letteralmente bruciato la bocca. E sta cercando di resistere per non fare la solita porca figura ma.. no. Risputa tutto nella ciotola, tenendo un attimo la bocca aperta e tirando fuori la lingua per far prendere aria alla parte lesa. Galateo, levate. Lo sguardo poi fugge sulla caraffa, che cerca di afferrare in tutta fretta. Caraffa del sake, ovviamente. E se ci fosse riuscita se la porterebbe alla bocca, tracannandola come se fosse acqua. No buono. Riappoggia la caraffa, accorgendosi di aver peggiorato la situazione. Torna quindi con la bocca aperta e la lingua di fuori, se non fosse per le gote che si arrossano particolarmente. Calore, troppo calore. Smettere di bere non è stata un'ottima idea. Quell'interruzione la sta sentendo tutta. Ruota il capo verso Touma, con quella faccia arrossata e l'espressione che potrebbe benissimo essere un attimo porno. Ancora sente lo sguardo di Furaya, che guarda con la stessa faccia con cui ha appena guardato Touma. Ma non dice nulla. Brucia un sacco. Irruenta del cazzo. Segue la ciotola della donna e senza dire nulla, come se avesse abbassato le orecchie, inizia a spulciare nella zuppa per mettere le rondelle schifide nella ciotola di Furaya. Questa cosa le ricorda quando l'ha conosciuta ma al momento non può neanche cercare di ricordare come si deve quel momento. <hale, holto hale..> Risponde a Touma, con la bocca aperta. *Male, molto male*. Richiude però piano piano la bocca. Almeno ci prova. La faccia si contorce in una smorfia ma non aggiunge altro. Fa cenno alla donna di riprendersi la ciotola porta lo sguardo verso il sake, di nuovo. Qui, sembra buggarsi un attimo, dannato alcool. Eppure è così buono. Akuma si rosicchia il suo osso, guardando di tanto in tanto la sua umana, senza però scomporsi minimamente. Osserva tutta la cosa abbastanza divertito. Ovviamente ogni tanto allunga il sakè verso Keiga per farla bere, ma ovviamente le fa self service, ritrovandosi in quella mise mise tra la sofferente e l’erotico. Si schiarisce la voce per qualche istante, limitandosi ad allungare con la mano destra la caraffa di acqua e scostare quella di saké in modo che non giunga al coma etilico, non senza prima aver dato almeno un boccone al ramen. Si sposta verso dietro per permettere lo scambio di naruto, quindi fa un profondo sospiro prima di rituffarsi sul ramen con una certa voracità, alzando lo sguardo di tanto in tanto tra le due, cercando di ascoltare le loro parole <Non siamo adulti e vaccinati?> ironizza con un ampio sorriso, giocoso, quindi si rituffa sulla ciotola <Va bene, niente lavoro suvvia, impegniamoci a prendere questo ramen, poi un bel dolcino e altro ramen per completare la serata, giusto?> riferito alle due. Inarca un sopracciglio nei confronti di Keiga, quindi si scioglie un sorriso <Beh puoi sempre parlarne, non credi? Io, al contrario di Akuma, non ti mordo, non dimenticarlo.> rimarrebbe con loro dunque, a parlare del più del meno, cercare di ridere, scherzare e non prendersi non troppo sul serio fino a fine serata. [end] I due sembrano continuare a bere della grossa, specialmente Keiga che non si fa assolutamente mancare quest'opportunità, come se fosse appunto essenziale, necessaria. La Nara non obietta, alla fin fine le ha comunque dato il permesso di bere senza esagerare. Male che va dovrà portarsela dietro a gattoni, magari infilata proprio nella carrozzina assieme a Senshi. Prosegue nel suo cibarsi, bacchettata dopo bacchettata, attenta a non sporcarsi. Mastica con la bocca chiusa, boccone dopo boccone, evitando di buttar giù una pietanza non masticata a dovere. <Se la bambina decide di continuare a dormire, potrei pensarci.> Risponde alla volta di Touma, quindi decidendo di fermarsi un po' di più al chiosco di ramen purché non vi siano problemi di forza maggiore: Saisashi, Senshi, Konoha in fiamme, eccetera. <Stavo proprio confermando il fatto che lo fossimo.> In realtà, aveva semplicemente gettato Touma tra gli adolescenti, dandogli meno anni di quelli che dimostra. Tuttavia, non è pronta a dirglielo ad alta voce! <Che dolce proponi?> Anche se sei pieno fino a scoppiare, ricorda sempre che c'è un posticino per il dolce, uno stomaco a parte e la donna non vuole rinunciarci assolutamente. Di tanto in tanto, tra un boccone e l'altro, lancia un'occhiata alla piccola che dorme beata, dondolandola leggermente ogni qualvolta sente qualche mugugno di troppo. Solo a fine serata, prenderà Keiga ed Akuma, caricati nella carrozzina con molta probabilità, portandoseli alla magione assieme a lei, salutando ovviamente Touma prima di separarsi. Una serata comune... Ti mancava eh, bambina? [ END ]