Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

- Ko & Sora -

Free

0
0
con Tenshi, Shiroyuki

19:50 Shiroyuki:
  [seconda piazza] [seconda piazza] La sera sopraggiunge ed il ragazzo non è ancora tornato all’interno del Quartiere Ishiba dove oltre a Sango lo sta aspettando anche Chihiro, sua madre, la quale lo ha mandato a fare quelle compere. Lo si può vedere seduto su una panchina, occhi chiusi, a godersi però la brezza serale. Capelli candidi quanto la neve che scendono lungo la sua schiena, schiacciandosi tra essa e la panchina stessa. Piccole labbra rosse che vengono maltrattate dai denti di tanto in tanto. Un lungo yukata di colore blu notte a coprire il fisico filiforme con quale linea di muscolatura in superficie. Calze pesanti e tabi ninja ai piedi per non sentire troppo freddo. Accanto a se, in una busta, vi sono gli ingredienti per fare diversi piatti, tra cui i takoyaki. Si morde l’interno della guancia destra mentre ascolta il rumore delle persone davanti a se che continuano il loro gironzolare forse con mete ben diversi di quelle del quasi Seiun. Lentamente apre gli occhi osservando per bene e studiandosi la statua di Sasuke e Seiri Uchiha. Non conosce bene quel clan, non sono neanche originari di Ame, quindi poco gli importa ma la lavorazione della pietra lo affascina, particolarmente. La mano sinistra che si muoverebbe verso la corrispettiva guancia prima di carezzarla con i polpastrelli, lentamente, come a sentire qualcosa in particolare. Lo sguardo alla fine si abbassa e si nasconderebbe di nuovo tornando a lasciare l’udito come senso primario in quel momento.

19:51 Tenshi:
 In quelle ultime settimane, tutto è cambiato. La sua vita è stata in un certo senso stravolta dalle decisioni che ha preso. Decisioni tutte incentrate sull'allontanarsi definitivamente dal proprio passato. Un passato tossico, che non la porta ad aprire le ali al mondo e la tiene ancora legata. Ma quelle catene, pian piano, la rosata le sta sfaldando. Le sta rompendo, con le mani, con i denti, per affrontare finalmente il proprio futuro. Qualcosa in lei è cambiato, sia fisicamente che internamente. Una garza bianca attraversa quasi metà del proprio viso, coprendo parte della guancia sinistra e parte della fronte sulla destra. Circonda, poi, il capo, diagonalmente. Il suo occhio sinistro è completamente coperto. Si tratta di una benda medica, provvisoria, da tenere fino a quando non sarà sicura che quella ferita non si infetterà. Ma lei crede nelle capacità di Eryk, per cui già sa che quella ferita è ormai guarita del tutto. Però, meglio seguire le direttive del proprio medico personale, altrimenti lei potrebbe correre il rischio di fare qualche altra cazzata e lui non la prenderebbe di certo bene, dicendole sicuramente 'Te lo avevo detto'. Ed avendolo visto tremare, avendo percepito la sua paura quella sera, dopo averle dato le cure necessarie, ha capito una cosa: non può più agire d'impulso, senza prima pensare che a casa c'è qualcuno che la sta aspettando. Anche per questo motivo, quest'oggi ha deciso di rimanere all'interno delle mura di Oto: il Doku le ha detto che ha bisogno di riposo e, stavolta, lei lo ascolterà. Insomma, ha pur sempre appena perso un occhio! Per cui, si ritrova a passeggiare nella piazza dove si trovano le statue di Sasuke e Seiri Uchiha. Uchiha. Sì, anche lei vuole quel potere. E lo otterrà. Molto presto. I lunghi capelli rosa sono lasciati liberamente ricadere sulle spalle, attraversati, dunque, da quella garza bianca che regge il bendaggio in quella cavità in cui prima vi era l'occhio ceruleo sinistro. Tra le labbra, tiene un lecca-lecca alla ciliegia, che ogni tanto tira fuori con la destrorsa. Come sempre, ormai, indossa quella candida veste della Yugure, con dietro il simbolo dell'organizzazione, una luna crescente. Al di sotto di quella veste, si possono intravedere una felpa nera corta ed una gonna nera a ruota, che le arriva a metà coscia, lasciando scoperte quelle gambe nivee, percorse da calze a rete nere. Ai piedi porta degli anfibi neri che si allacciano a metà caviglia. Il Chakra scorre già con potenza all'interno del suo esile corpo. L'occhio destro, blu notte, andrebbe alla ricerca di una panchina su cui potersi riposare per qualche momento. Così, si avvicinerebbe alla stessa panchina sulla quale è seduto un ragazzo dai capelli nivei, che potrebbero attirare l'attenzione tanto quanto quelli rosa della Senjuu. Si siederebbe accanto all'altro, dunque, senza in realtà prestargli molta attenzione, e continuerebbe a dedicarsi al proprio lecca-lecca alla ciliegia. [Chakra on]

20:02 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Si morde ancora il labbro inferiore mentre tiene gli occhi chiusi. Non si accorge per niente della figura di Yami che si avvicina con fare tranquillo. Solo quando si siede potrà avvertire la sua presenza. Farebbe un respiro profondo muovendo il collo per rilassare la muscolatura prima di rialzare lo sguardo ed aprirlo. Gli occhi color del cielo Estivo si sposterebbero verso la figura della rosa. Osserva la colorazione dei suoi capelli tanto particolare quanto i suoi prima di muovere la mano sinistra in sua direzione, in realtà in direzione della busta, prendendola ed avvicinandosela lentamente. Non le parla inizialmente, limitandosi a diversi respiri profondi. Lo sguardo andrebbero a studiare quelle bende, anche se di profilo sono un pochino difficili da scorgere prima di umettarsi le labbra. Non vede il simbolo dei ninja di Oto, ma alla fine neanche lui sta portando il coprifronte ora, quindi perché non fare lo stesso?. Alza le spalle, incassando la testa per qualche secondo e bagnandosi le fauci secce. Deglutisce quella saliva in eccesso prima di tornare ad osservare davanti a se. Non è mai stato un tipo socievole, anzi, non vuole proprio esserlo, e non inizierà quella sera, ma qualcosa, nella figura di Tenshi, lo obbliga a spostarsi di nuovo con la vista sulla sua figura. Una bella donna, non c’è che dire, oggettivamente, ma sembra così diversa dai ninja che è abituato a vedere qui, nel Suono più nascosto. Sta per aprire le labbra per tirare fuori un sussurro, un qualcosa che assomiglia alla sua stessa voce, calda e bassa, quasi perennemente scocciata, ma la richiude quasi immediatamente. Sbuffa dal naso osservando dall’altra parte prima di socchiudere gli occhi. < Di solito uno chiede se il posto è occupato prima di sedersi…> ecco, l’unica cosa che riesce a dire, sgarbato come non mai. Non la guarda, tende solamente a guardarsi in avanti prima di tirare fuori dalla manica dello yukata quel pacchetto di sigarette nascosto. Gli è proibito fumare vicino casa o nei pressi della capoclan Ishiba, quindi questi sono gli unici momenti in cui può godersi quel suo veleno.

20:18 Tenshi:
 Neanche lei, d'altronde, è mai stata socievole. Prima per timidezza, ora per semplice diffidenza nei confronti del genere umano. Sono poche le persone con cui parla. Anzi, ripensandoci, è solo una la persona con cui riesce a parlare apertamente. Per il resto, sa essere solo sgarbata e di poche parole, anche se dall'aspetto non sembrerebbe proprio essere il tipo di persona con la lingua biforcuta. Difatti, è alta poco più di un metro e mezzo e quei suoi lineamenti, contornati da quei capelli rosa, la fanno sembrare una bambina. Una bambina un po' dark, visto il suo abbigliamento, ma pur sempre una bambina. L'unica cosa, effettivamente, che potrebbe far capire che si tratta di un'adolescente è quel suo seno abbastanza prosperoso e la forma dei suoi fianchi. Non le importa, comunque, chi ha accanto. Lo sguardo si sposta semplicemente su quelle statue, osservandole nella loro potenza. Sì, potenza, perché dopo anni quegli individui vengono ricordati ancora. E lei, dall'alto del proprio egoismo, un giorno vorrebbe essere ricordata come una di loro. Come la ninja che è riuscita a mescolare dentro di sé il sangue dei Senjuu e quello degli Uchiha, riportandoli nuovamente ad essere una sola cosa. Quando l'altro esprime la propria opinione, la rosata, semplicemente, andrebbe ad accavallare le gambe e si volterebbe verso di lui, mostrando adesso completamente quella benda che percorre quasi metà del proprio viso, coprendo totalmente l'occhio sinistro. Il gomito si poggerebbe sulla spalliera della panchina, mentre la mano andrebbe a tirar fuori il lecca-lecca dalle labbra. < Ti disturbo, forse? > andrebbe a rispondere a tono e, sicuramente, dalla posizione comoda che ha appena assunto e da quel tono quasi stizzito, l'altro potrebbe intuire come la Senjuu non abbia la minima intenzione di alzarsi da quella panchina ed andarsene. Non riesce a tenere a freno quei suoi comportamenti egoistici, soprattutto con gli stranieri. Forse è solo perché nessuno, prima degli ultimi mesi, aveva mai puntato gli occhi contro di lei. Perché nessuno l'aveva mai notata prima d'ora. E adesso che, invece, riesce ad acchiappare quegli sguardi, quelle attenzioni, ne vorrebbe sempre di più, come una bambina capricciosa. [Chakra on]

20:32 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Beh difficile non notare il suo fisico comunque, basterebbe solo uno sguardo per capire subito che non sia una bambina, ma i comportamenti sono quelli, più o meno, di una bambina pestifera. Quando lei si volta, si poggia con quel gomito sullo schienale e gli parla con quel tono levandosi il leccalecca dalle labbra, lui si volterebbe. Lentamente poggerebbe il braccio come ha fatto lei, mantenendo comunque le gambe incrociate. Non si sposta con il busto non volendo rischiare di schiacciare quegli ingredienti, altrimenti chi la sente. Mostrerebbe un leggero sorriso ora il bianco, fissandola con i suoi occhi azzurri. No, non gli fa ne caldo e ne freddo quella benda sull’occhio, fissandosi su quello visibile < Oh no.> direbbe solamente finto dispiaciuto dalla cosa. < Mi stavo solo chiedendo se avessero giusto chiuso il parco giochi per bambini qui vicino.> direbbe andando a stringere con i polpastrelli il legno della panchina continuando a guardarla intensamente < o magari se ti sei persa…> insomma, agli occhi può essere un adolescente, ma non è così che la tratta il ragazzo, anzi, proprio al contrario. Si umetterebbe le labbra prima di abbandonare quella presa e tornare con la schiena poggiata alla panchina, facendo un respiro profondo < In quel caso arrangiati, ma piangere, lì si, mi daresti fastidio.> conclude quel suo discorso accendendosi quella sigaretta e godendosi quel soffio di fumo nei polmoni. Andrebbe poi ad espellerlo verso l’alto gustandosi l’attimo della nicotina che entra in circolo mentre il fumo si dilegua, danzando, nell’etere. Non guarda la ragazza ma sicuro si aspetta una risposta a tono, visto come si è posta, quindi lentamente andrebbe a prendere il sacchetto e lo porterebbe dall’altra parte, lontana da qualsiasi gesto potrebbe perpetuare la giovane Senjuu.

20:34 Shiroyuki:
  [seconda piazza] [Edit]: Ma NON piangere...

21:55 Tenshi:
 E' strano, a volte, come il destino faccia incontrare persone così simili, che potrebbero gridarsi addosso qualsiasi cosa da un momento all'altro a causa dei loro caratteracci. Ma, del resto, alla rosata piacciono queste situazioni. Perché è proprio in questi momenti che lei è in grado di mostrare la propria superiorità, la propria diversità rispetto agli altri. Perché, in fondo, lei è quella goccia di pioggia che riesce a distinguersi. Una goccia di pioggia rossa, come il colore del sangue. Come il colore dello Sharingan. E quella situazione la diverte. La diverte da morire sentire quelle parole da parte dell'altro. Tanto che, invece di offendersi, sul suo viso si disegna un sorrisetto. Un sorrisetto malizioso e sadico, mentre quell'unico occhio, il destro, viene attraversato da una luce nuova. Brilla nel buio, come uno zaffiro. E lei non ribatterebbe, o almeno non a parole. Semplicemente, proprio nel momento in cui l'altro si gira dall'altra parte, la rosata andrebbe ad unire le mani. Ed esse si muoverebbero velocemente, a formare il sigillo del Serpente. Immaginerebbe due sfere: una forte e dura, nei pressi del suo polso destro, che simboleggia il Doton, l'altra fluida e fresca, vicino al polso sinistro, che simboleggia il Suiton. Farebbe ruotare queste due sfere, spingendole con forza l'una verso l'altra. Non appena esse si toccherebbero, si unirebbero in un vortice veloce e creerebbero un nuovo elemento, fluido ma allo stesso tempo duro: il Mokuton. Se tutto fosse andato a buon fine, la sua innata sarebbe pronta a qualsiasi evenienza. E quell'evenienza, lei la troverebbe in quella panchina, fatta di legno. Scioglierebbe il sigillo, andando a poggiare il gomito nuovamente sulla spalliera della panca. Osserverebbe ancora l'altro, con quel suo modo di fare molto simile al proprio. Ma ancora non risponderebbe. Semplicemente, andrebbe a concentrarsi sugli tsubo del proprio braccio poggiato alla panchina. Attraverso di essi, vorrebbe infondere in quel legno il proprio Chakra Mokuton, per invaderla completamente, in ogni suo angolo, in ogni sua scheggia. L'occhio destro si sgranerebbe appena, in un movimento involontario dettato dall'adrenalina. Concentrerebbe il proprio Mokuton sulla spalliera dove l'altro è poggiato, facendolo roteare, per cercare di modellare quel legno. A quel punto vorrebbe allungare una parte di essa, creando una specie di ramo che, dapprima, girerebbe attorno al busto del ragazzo, per poi stringerlo, bloccando i suoi movimenti. Ah, quanto le piace giocare! < La risposta è che sì, sono una bambina > farebbe una pausa, mentre l'occhio destro continuerebbe a brillare sotto la luce notturna < una bambina a cui piace giocare >. Ed ancora, sul suo volto, farebbe capolino quel sorrisetto sadico. [Chakra 58/60][2/4 attivazione innata - 2/4 spostamento legno]

22:13 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Il ragazzo si sta beatamente fumando quella prima sigaretta della giornata senza accorgersene dello “Scherzo” che sta preparando proprio la Senjuu. Gli occhi sono socchiusi, lei non parla e quindi lui pensa di averla giustamente azzittita, meglio così. Un mezzo sorrisetto prima di andare a sentire una pressione al busto, che abbia mangiato male? Abbassa lo sguardo ed osserva quel rampo attorcigliarsi intorno al suo corpo. Lascia cadere la sigaretta a terra che per l’umidità si spegnerebbe quasi in modo istantaneo. Si morderebbe il labbro inferiore andando a fare un respiro profondo, facendo uscire l’ultima nuvola di fumo che aveva nei polmoni prima di ascoltare il dire della rosata. Socchiuderebbe gli occhi, sembra non muovere muscolo, anche perché se non l’ha visto prima sarebbe stato inutile provare a schivarlo. <Te l’ho detto. Il parco giochi si trova a qualche isolato da qui, ci sono anche delle belle altalene se vuoi.> direbbe il ragazzo con la voce un pochino più roca < io non ti spingo sia chiaro, sei grande abbastanza da fare tutto da sola.> conclude prima di abbassare il capo ed osservare quel rampo prenderlo e legarlo, immobilizzandolo. Proverebbe a muovere le braccia cercando di capire quanto resistente e quanto teso sia il legno che adesso gli sta privando del movimento < quindi ora va e lasciami stare.> no, non sa di che tecnica o innata si tratti, lontano dal suo paese non conosce niente al di fuori, e poco gli importa, se non quelle pergamene Seiun che vuole rubare, quello screzio al padre che lo vuole morto. Rimarrebbe in silenzio facendo un altro sospirone cercando di battere le dita sulla parte di panchina rimanente, come in attesa di essere liberato da quella presa legnosa.

22:32 Tenshi:
 Nota come l'altro nemmeno si accorga di ciò che la Senjuu stia facendo. Non nota come quel pezzo di legno si attorcigli attorno al suo busto e capisce che è successo qualcosa solo quando quel legno viene a contatto con il proprio corpo. E questo rende tutto ancora più divertente. Perché vuol dire che il ragazzo non è all'altezza delle capacità della Senjuu, la quale, se lo volesse, potrebbe facilmente ucciderlo, facendo semplicemente pressione sul suo petto, togliendogli il respiro e fracassandogli lentamente la cassa toracica. Ma non lo fa, per il momento. Vuole vedere fino a che punto un debole del genere è disposto a spingersi. Vuole vedere se realmente l'altro è come lei, disposto a rischiare pur di ottenere qualcosa. La lingua andrebbe a muoversi all'interno della bocca, assaporando ancora quell'aroma dolce di ciliegia del lecca-lecca che ha tra le labbra. Farebbe spallucce al dire altrui. La destrorsa andrebbe a sfilare quel lecca-lecca e poi le labbra si muoverebbero liberamente < Ma io ho appena trovato il mio giocattolo >. E sarebbe il quel momento che la destrorsa e quel lecca-lecca si avvicinerebbero al viso altrui. Il busto della rosata si sporgerebbe in avanti, per permettere a quel lecca-lecca di poggiarsi proprio sulla guancia dell'altro. E da lì, con un movimento circolare, come se quel lecca-lecca fosse un pennello, seguirebbe i lineamenti del volto altrui, così candido e perfetto, scivolando verso il mento. < Non posso lasciarti andare proprio adesso > sussurrerebbe la rosata, quasi con fare sensuale, come se sapesse già che le proprie provocazioni hanno sempre un certo effetto sugli altri. Ma vuole vedere che effetto faranno su questo cucciolo sperduto, che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. La lingua verrebbe fuori dalle proprie labbra, per poi leccarsele, in un movimento circolare, divertita da tutto ciò che sta accadendo in quella piazza. D'altronde, siamo ad Otogakure ed i passanti mai proverebbero a fermare quel gioco sadico della rosata. Perché lì, in quel luogo, sono tutti un po' sadici. E quel ragazzo dai capelli bianchi? Quell'aura candida che lo circonda sarà davvero pura? Staremo a vedere. [Chakra 56/60][innata on]

22:51 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Un respiro profondo andando a fare un cenno di diniego con la testa. No, liberarsi non è fattibile. Si stringerebbe nelle spalle sentendo quelle parole. Un mezzo sorriso prima di socchiudere gli occhi e voltarsi da quella parte. <Non ci provare nemmeno se non sai come giocarci con questo giocattolo.> direbbe solamente il ragazzo prima di aprire gli occhi. Sentirebbe l’appiccicume di quel lecca-lecca sulla pelle. Inarca un sopracciglio sapendo bene di essere in sua balia. Proverebbe con rapido movimento di testa di prendere quel dolcetto tra i denti ed iniziarlo a succhiare, come per screzio prima di tentare di staccarne una parte con i denti. < Preferisco l’arancia, ma grazie.> direbbe solamente. Tanto se deve morire, così sia, inutile avere paura. Farebbe un respiro profondo prima di andare a guardare di nuovo Tenshi mordendosi il labbro inferiore < oh beh, se ti diverti così… Mamma non ti ha mai detto che è maleducazione bloccare la gente con le panchine?> si ferma poi fissandola con i suoi occhi celesti < O magari hai deciso di chiudere un occhio su quella faccenda?> cercando di schernirla sulla sua menomazione prima di sbuffare una mezza risata < …se devi uccidermi, fallo subito però non ho tutta la sera.> conclude andando ad abbassare lentamente il capo cercando di sistemarsi almeno meglio in quella presa legnosa prima di voltarsi di nuovo verso la maestra del Mokuton attendendo una sua risposta.

23:14 Tenshi:
 Beh, in realtà, sa eccome eccome giocare con quel giocattolo. Insomma, le esperienze che ha avuto in quella breve vita le hanno insegnato molto. Potrebbe semplicemente usarlo come sacco da boxe o come cavalluccio, entrambe le cose sarebbero abbastanza soddisfacenti per lei. Ma non è il caso di scegliere la seconda opzione, dato che ha già il suo cavalluccio personale (...). Quindi sì, ucciderlo sarebbe alquanto gratificante: sfogherebbe lo stress che le dà quell'unico occhio rimasto, a cui ancora si deve abituare. Noterebbe, quindi, come l'altro stia effettivamente al gioco. Acchiappa quel lecca-lecca tra le proprie labbra, staccandone un pezzo. Good boy. E subito sul volto della Senjuu comparirebbe un altro sorrisetto, compiaciuto dall'azione dell'altro. < Arancia? Troppo acida per i miei gusti >. Adesso, avvicinerebbe nuovamente quel lecca-lecca alle proprie labbra, continuando a gustarselo come se nulla fosse. Poi l'altro cita la madre di lei. Beh, forse non è il miglior argomento da toccare in sua presenza, dato che non ha mai conosciuto sua madre. Ma va bene così. Anche questo la diverte. Ed anche questo le fa capire quanto i due siano simili. La lingua biforcuta li accomuna. < Oh beh, l'occhio l'ho dovuto chiudere per forza > farebbe spallucce, senza in effetti offendersi delle parole dell'altro. Non le è mai importato il pensiero degli altri, né tantomeno quello di uno sconosciuto. Adesso, concentrerebbe nuovamente il proprio chakra su quella panchina e su quel pezzo di legno che circonda ancora l'altro. Vorrebbe nuovamente modellarlo, tirandolo indietro e rendendo nuovamente la panchina una normale panchina. Così, libererebbe il ragazzo da quella morsa. Avrebbe potuto ucciderlo e sarebbe stato anche divertente, ma c'è qualcosa che l'ha spinta a non farlo. Tirerebbe nuovamente fuori quel lecca-lecca, per poi esclamare < Tu mi piaci > non sentimentalmente, s'intende. Semplicemente, la personalità altrui le ha comunicato qualcosa, le ha dato quel qualcosa che l'ha spinta a liberarlo. < Qual è il tuo nome? > chiederebbe, infine, mostrandosi finalmente cordiale, certamente entro i suoi limiti di cordialità, con lui. [Chakra 54/60][innata on][2/4 spostamento legno]

20:41 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Parlano di agrumi i due e lui schioccherebbe la lingua sul palato abbastanza irritato dalla situazione < Hai anche i gusti acerbi.> insomma, le sta dando della piccola in tutto e per tutto < Vai solo di dolci scommetto.> un’osservazione la sua prima di fare un respiro profondo. Quando sente quella risposta alla battuta ecco che si volterebbe verso Tenshi andando ad osservarla con i suoi occhi azzurro cielo. Si schiarirebbe la gola un attimo prima di muovere il collo per farlo scrocchiare e sentire quella sensazione di sollievo < Allora chiudi anche l’altro e gioca ad acchiappademone a Suna.> direbbe il ragazzo come per mandarla a quel paese. Si umetta le labbra quando nota che il legno sembra ritirarsi. Annuirebbe a qualche suo pensiero prima di fare un sospiro < finalmente.> una parola, lapidario. A quella espressione di giudizio si girerebbe verso di lei < tu no invece. Per niente.> ovviamente, come fai a rimaner simpatico alle persone? Chiede il suo nome e lui alzerebbe le spalle andando a vedere la sigaretta per terra, ormai spenta e non riutilizzabile. Un altro schiocco di lingua prima di biascicare un insulto a mezza bocca. Si guarderebbe intorno prima di tirarne fuori un’altra e poggiarla tra le labbra< Questa. Fammela. Fumare.> scandisce quelle parole con la voce impastata dalla presenza del cono di tabacco in bocca prima di accendersela e fare un lungo tiro. < Dimmi prima il tuo, così so a chi lamentarmi.> direbbe solamente prima di socchiudere gli occhi e smettere di guardarla, osservando quella statua imponente all’interno della piazza.

21:01 Tenshi:
 Il legno, dunque, viene ritratto, lasciando che l'altro possa muoversi liberamente. Quella sua lingua biforcuta rende la situazione altamente divertente per la rosata. Perché quello sembrerebbe davvero una sfida a colpi di parole. E a lei non piace perdere. Perché lei vuole sempre essere quella goccia che si distingue dalle altre. Vuole sempre avere qualcosa in più rispetto agli altri. Non può essere accontentata facilmente. E, per questo motivo, risulta essere estremamente egoista. Egoista con il mondo intero, come se lei fosse l'unica stella a brillare nel cielo. O, almeno, questo è ciò che vorrebbe essere. Alzerebbe appena le spalle alle prime parole dell'altro, andando quindi a fare spallucce. < Anche di bistecche > e sì, quella frase nasconde quel doppio senso a cui tutti state pensando. Quel suo carattere eccentrico ed i suoi modi di fare, la rendono diversa. Ed è proprio quello che lei vuole essere. Diversa. Diversificarsi dalla massa, sempre. Forse, è proprio per quel motivo che ha deciso di farsi bruciare quell'occhio sinistro, adesso coperto da quelle bende. Perché una persona normale non lo avrebbe fatto. E invece lei sì. E' come se fosse sempre controcorrente. Ma questo, dove la porterà? A giocare con il fuoco, spesso ci si brucia. < Non mi va > sbufferebbe verso l'altro, mostrandosi come la ragazzina capricciosa che è. Perché lei non è semplicemente un'adolescente in fase di crescita. E' una bambina. E' un'adulta. E' umana. Forse anche più di quanto debba. Il lecca-lecca verrebbe nuovamente portato alle labbra, assaporando di nuovo quella fragranza dolciastra. < Non ho bisogno di piacere agli altri > direbbe, dopo aver tirato fuori quel dolciume. E lì, in quella frase, si noterebbe un tono diverso rispetto al precedente. Un tono dannatamente serio, che smorza quell'aria fanciullesca del proprio viso. Non ha bisogno di piacere alla gente. Non ha bisogno del loro appoggio. Ha bisogno di essere diversa. Ha bisogno di essere quella goccia di pioggia che si distingue dalle altre. Lascerebbe, dunque, che l'altro accenda quella sigaretta, senza attentare nuovamente alla sua vita. E poi, una domanda. Rivelargli per prima il proprio nome. < Han'nya > è tutto ciò che direbbe. Un nome che probabilmente negli ultimi mesi si è diffuso, lì ad Otogakure, come appartenente ad un membro della Yugure. Il nome di un demone geloso. [Chakra 52/60][innata on]

21:27 Shiroyuki:
  [seconda piazza] <Bistecche pff..> direbbe solamente prima di fare un cenno di diniego con la testa. Fortuna che adesso si sta calmando con il sapore di tabacco sulla lingua mentre la ragazza parla proprio come una bambina capricciosa. Si umetta le labbra prima di abbassare il capo < …guarda te che pazienza.> sussurrerebbe poi, sebbene di pazienza lui ne abbia veramente molto poca. Si bloccherebbe però quando la voce della Senjuu diverrebbe più seriosa. Gli occhi azzurri cercherebbero la sua forma tramite la vista periferica. Uno sbuffo leggero il suo prima di scuotere la testa < finalmente la prima cosa che dici che ha senso.> direbbe poi prima di tornare con la schiena dritta, appoggiata alla panchina. Non parla, semplicemente cerca le stelle in mezzo a quelle nuvole mentre il fumo tenta di volteggiare in aria e poi sparire. < Non hai bisogno neanche di piacere a te stessa.> direbbe poi. Non è uno scherno quello, per la prima volta, ma una risposta seria data dal ragazzo che adesso si girerebbe tra le dita quella sigaretta accesa. < …Si fanno cose di cui non si va fieri, anche se è giusto farle.> una piccola risata amara la sua prima di voltarsi verso di lei < Ma penso che tu lo sappia già, quindi lasciamo stare.> conclude prima di osservare ancora una volta le sue bende prima di annuire < ho sentito vociferare…> e farebbe spallucce < ti chiamerò Ko. Il tuo nome è troppo lungo.> Direbbe solamente prima di distogliere lo sguardo da lei. Le azzurre andrebbero verso i propri piedi prima di muovere i tabi e far volare un sassolino < …> non parla, non ne ha bisogno in quel frangente. Farebbe solamente un respiro profondo prima di muovere la destra in modo fluido, il polso che ruota mentre le dita andrebbero verso la guancia corrispettiva, grattandosela e portando un ciuffo di capelli argentati dietro le orecchie. Si morderebbe il labbro inferiore riportando sul viso la sigaretta ed illuminando l’apice opposto in quello sfrigolio di carta < Shiroyuki.> e si presenterebbe alla fine il ragazzo, per niente allettato dall’idea, ma un patto è un patto. Abbasserebbe di nuovo lo sguardo verso terra mentre attenderebbe quindi qualche reazione dalla rosata.

22:24 Tenshi:
 E' vero, chi vuole stare al suo fianco deve avere molta pazienza. Forse, è proprio per questo che l'unica persona che la sopporta è proprio Eryk. Non capisce ancora come l'altro possa stare con una come lei. Scostante, lunatica, bambinesca, incauta, irrazionale. Forse, perché il Doku è proprio il contrario di lei. Fermo nelle proprie convinzioni, razionale, deciso. Forse perché lei ha proprio bisogno di una persona come lui nella sua vita. Una persona che la tempri. Anche se poi la rosata continua ugualmente a prendere le decisioni sbagliate. Ma c'è una cosa, che è sicura: non la giudicherà. Non la abbandonerà. Sa bene che non è facile starle accanto. Proprio per questo motivo, forse, si era continuata a dire quella bugia. Ed aveva continuato a dire ad Eryk quella bugia: che nel loro rapporto i sentimenti fossero stati messi da parte. Forse, proprio perché non voleva fargli del male. Il volto diventa subito serio, tornando al pensiero di lui, tremante, su quel divano. < Eppure non è così > il tono è nuovamente adulto, come se quell'aria fanciullesca che poco prima la avvolgeva, fosse definitivamente sparita. < Come si fa ad andare avanti se non ci si piace? > e lei, questo, lo ha vissuto proprio sulla sua pelle. E' cambiata tanto. Da ragazzina timida qual era, adesso è ciò che avrebbe sempre voluto essere. Libera. Libera di esprimersi come più vuole. Libera di dire ciò che vuole. Libera di fare quel che vuole, senza rimorsi. Ed anche quelle cosa di cui non si va fieri, bisogna accettarle. Altrimenti, si vive eternamente con il rimorso, con il senso di colpa. Quello stesso senso di colpa che l'ha portata a fare quella promessa a se stessa: salvare Onosuke. E quella, è una costrizione per non essersi accettata. Per non essersi piaciuta. Per non essersi amata. Il lecca-lecca verrebbe nuovamente portato alle labbra, quasi in modo distaccato. Lo sguardo si soffermerebbe sui passanti, assente. Si volterebbe verso l'altro solo quando avrà parlato nuovamente. < Chiamami come ti pare > esclamerebbe. Quel nome verrà aggiunto alla lista di tutti gli altri. Tenshi. Yami. Han'nya. Ko. Perché, alla fine, ognuno di loro la descrive in ogni sua sfaccettatura. Angelo. Oscurità. Demone geloso. Bambina. < Neve bianca > ribatterebbe lei, cercando di cogliere il significato dietro quel nome. < Credi che ti si addica? >. Pensa che i nomi siano tutti legati alla persona che lo porta. Che anche quello dell'altro nasconda qualcosa di più profondo? [Chakra 50/60][innata on]

22:50 Shiroyuki:
  [seconda piazza] La sua domanda giunge alle orecchie del ragazzo di Ame. Si umetta le labbra rimanendo in silenzio, sbuffando, sospirando, riflettendo. Il pollice e l’indice che andrebbero a prendere il mento prima di socchiudere gli occhi godendosi il buio delle palpebre abbassate prima di andare a prendere fiato < Come fanno tutti.> direbbe solamente mentre la voce rimane bassa e dura, sembrante scocciata < Come si fa ad andare avanti se ci si piace?> domanderebbe il ragazzo prima di piegare la schiena poggiando i gomiti sulle ginocchia, muovendo le dita per far cadere quella cenere a terra < se non ti piaci, puoi lottare per cambiare, per diventare quello che vuoi.> direbbe poi in un soffio prima di mordersi l’interno della guancia < se invece ti piaci, non ti muoverai mai.> conclude prima di spostare lo sguardo dalla parte opposta della posizione della rosata < Preferisco andare avanti e non piacermi, che rimanere fermo e non fare nemmeno un passo.> concluderebbe tra le labbra come se stesse per ringhiare. <Bene allora, Ko sia. > direbbe solamente verso la ragazza a cui ha dato quel nomignolo < …> un brivido dietro la schiena quando sente il suo nome. Farebbe un respiro profondo dal naso prima di tenere l’aria nei polmoni ed espellerla solamente a rispondere < e che ne so, chiedilo a mia madre.> un cenno di diniego con la testa < io so soltanto che di bianco ho solo questi.> andando ad osservare una ciocca della sua folta capigliatura prima di guardare < non mi importa molto del mio nome…> anche perché è lo stesso nome che sa anche quel bastardo che vuole ucciderlo. Stringe la mano a pugno, stritolando il filtro della sigaretta. Se ne accorge subito dopo andando a lanciarla per terra e schiacciarla con il tabi destro < no, non credo mi si addica…> confessa infine in uno sbuffo scazzato prima di mordersi di nuovo l’interno della guancia come se non volesse parlare oltre quello che ha già detto.

23:10 Tenshi:
 Piacersi per lei non significa stare fermi. Essere morti. Significa essere liberi. Dalle convenzioni sociali. Dai pensieri altrui. Dal giudizio. Dalle dicerie. Perché quando ci si ama, tutto questo non importa più. Si inizia a vivere per se stessi. E proprio perché lei vive per se stessa, quella sera non continuerà quella discussione, perché sa che non porterà i due alla stessa meta. Due pensieri troppo diversi che è meglio non far scontrare. E lei non vuole inculcare il proprio pensiero a nessuno. Sta all'altro trovare la strada per sé, così come lei ha già fatto. Sebbene somigli ad una bambina e sebbene ancora quella sua vita sia stata breve, ha intrapreso un percorso. Un percorso interiore che l'ha portata ad essere ciò che è oggi. E che, probabilmente, la porterà, giorno dopo giorno a migliorare, ancora ed ancora. Ma non per gli altri. Esclusivamente per se stessa. < Se è così che la pensi > farebbe spallucce, cercando lo sguardo dell'altro < chi sono io per dirti che è sbagliato? >. Lei vuol essere quella goccia che tra tutte si distingue. Ma non dirà mai agli altri ciò che devono o non devono fare. La vita è un percorso che si intraprende prima di tutto con se stessi. E' questo ciò che ha imparato in quei mesi con Eryk: cambiare, migliorare, accettarsi, amarsi. E tutto questo si può fare solamente con le proprie forze. Non aggrappandosi a qualcun altro. Ma aggrappandosi a se stessi. E se è proprio il nostro ego che rigettiamo, allora a cosa dovremmo aggrapparci? Allora, è proprio in quel momento che la vita diverrebbe vuota. Quando non si crede più nelle proprie abilità, nella propria persona, si è già morti. Come lo era lei prima del proprio incontro con Kioshi, ai piedi di quel faro. Questo è ciò che lei pensa. E, per il momento, lo tiene per sé. < Devi essere tu stesso a decidere cosa fare con la tua vita > concluderebbe, infine, con quella frase scontata, ma ricolma di significato. Perché lei non aveva mai deciso per se stessa, quando ancora le catene la tenevano a Konoha. Aveva deciso in funzione degli altri. O erano stati proprio gli altri a decidere per sé. Ed un errore così grande non lo compirà mai più. < Credo che i nomi siano uno specchio > basta capire solamente cosa essi riflettano. Esclamerebbe, dunque, questo verso l'altro, tornando poi a portare alle labbra quel lecca-lecca, segno del fatto che ha appena finito il proprio discorso. Basta capire solamente cosa essi riflettano. Poche parole, ma semplici per capire il proprio punto di vista, senza imporlo sull'altro. [Chakra 48/60][innata on]

23:41 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Annuisce lentamente mentre la osserva. < …> non dice niente altro prima di fare un respiro profondo. La mano destra che lascia cadere quella sigaretta ormai finita e schiacciata senza pietà < anche questa è una cosa giusta, mi stai sorprendendo Ko.> direbbe lui scherzosamente prima di fare un respiro profondo ed iniziare ad osservare quella luna a spicchio nascosta dalle nuvole < già, per questo vado avanti.> direbbe solamente prima di fare un respiro profondo. Ecco che si alzerebbe in piedi ora andando a sistemarsi meglio quello yukata prima di voltarsi verso la rosata < Allora il mio si è incrinato.> direbbe solamente mostrando un sorriso spento, amaro< forse è meglio così.> direbbe solamente prima di socchiudere gli occhi e fare un grande respirone. Ecco che si sposterebbe con la gamba, facendo perno sulla destra per sgranchirsi entrambi gli arti e la schiena < E tu? Di chi sei gelosa?> direbbe riguardante il suo nome da demone. Ecco che farebbe un respiro profondo attendendo la risposta della rosata prima di andare a fare un cenno con la testa come a passare la palla a lei < Ti si addice?> conclude poi rispecchiando la stessa domanda che ha fatto lei al niveo prima di chinare la schiena per avvicinarsi alla stessa altezza dello sguardo della Senjuu senza nessun problema, senza nessuna remora. Si umetterebbe le labbra andando a fissarla con i suoi occhi azzurri prima di rialzarsi eretto con la schiena < Beh a prescindere che ti si addica o meno, per me sarai Ko. Ed è anche più veloce da pronunciare> conclude andando a decidere quella cosa unanime prima di ridacchiare < E tu? Che nome mi daresti?> direbbe poi verso di lei, curioso questa volta della sua risposta andando a portare le braccia conserte all’altezza del petto, come in attesa di qualche cosa di offensivo o irritante. Si è capito che il ragazzo è iracondo il giusto per arrabbiarsi anche alla minima pressione, ed è forse quello che diverte la Yami? Chi lo sa.

00:09 Tenshi:
 Con il tempo ha capito che è inutile cercare di convincere il proprio interlocutore del proprio pensiero, come se quello fosse il più giusto. Perché, in realtà, in quella vita non c'è nulla di giusto o sbagliato. Quei due concetti non esistono. Sono stati creati appositamente per giustificare alcune azioni, piuttosto che altre. E per denigrare ciò che è diverso. Eppure, lei vuole proprio essere quel diverso. Vuole distinguersi ed essere anche ciò che per la gente è sbagliato. Vuol anche fare scandalo, non le importa. Le importa solo di essere sulla bocca di tutti. Di brillare, di splendere in quel mondo grigio. E chi vuole starle accanto, lo farà. Chi non vuole, è libero di andarsene via da lei. Non tratterrà mai nessuno. Neanche Eryk. Quella persona che tanto ama e di cui non può fare a meno. Neanche lui è incatenato a lei. Perché sa cosa significa vivere con delle catene. E lei non vuole incatenare nessuno. Perché ognuno è libero di scegliere per sé la strada che vuole percorrere. < Credo di sì > risponde alla domanda posta dall'altro. Quel nome le si addice. Han'nya. D'altronde, non era stato un nome donato per caso, ma pensato appositamente per lei. < Della mia vita > comincerebbe a dire. Quella vita per cui aveva faticato tanto. Quella vita per cui aveva lottato. Quella vita che l'aveva condotta lì, ad Oto. Che l'aveva condotta ad una riscoperta interiore che ancora deve essere conclusa. E quel giorno arriverà, lei lo sa. Il giorno in cui scalerà quella torre e dimostrerà al mondo chi lei sia. Dimostrerà al mondo che, nonostante tutto, si può essere vincitori. < E della persona che amo > aggiungerebbe poco dopo. Di Eryk. Quel ragazzo a cui aveva mostrato la propria gelosia sin dal primo momento. Perché l'egoismo la porta a pensare di volerlo tutto per sé. Ma in fondo, cos'è l'amore, se non profondo e puro egoismo? Adesso, lo sguardo verrebbe portato verso il cielo notturno, dove qualche nuvola fa capolino. < Sora > ed il volto verrebbe nuovamente abbassato, mentre quell'occhio destro blu-notte andrebbe nuovamente alla ricerca dello sguardo dell'altro. Sora, come il cielo che quella sera Shiroyuki si è soffermato più volte a guardare. Sora, come il cielo che si riflette nei suoi occhi. E si alzerebbe dalla panchina, adesso, la rosata. Il lecca-lecca verrebbe portato nuovamente alle labbra. < Ci vediamo presto, Sora > si volterebbe e, con un cenno della mano, lo saluterebbe, allontanandosi nel buio della notte. [END]

00:17 Shiroyuki:
  [seconda piazza] Rimane in silenzio ora osservandola. Sente le sue risposte e ci riflette sopra. Certamente quella bambina ha molto di più da raccontare di qualche veterano di Ame. Ma non glielo dirà mai, non vuole darle quella soddisfazione mentre il suo metro di giudizio cambia in positivo, almeno per quello che si può dire “positivo.” < Fai bene ad essere gelosa della tua vita e della persona che ami.> dice solamente prima di sorridere < anche per me è così. Non potrei fare a meno di quello che sto costruendo adesso.> il pensiero torna verso Sango, che probabilmente adesso starà alla magione insieme alla madre, quella pettegola. Fa un respiro profondo < Tieniti stretto ciò che ami, perché è tuo e solo tuo.> direbbe solamente prima di andare ad osservare il cielo un’ultima volta < Sora…> beh, non è un nome banale alla fine. Lei si alza e lo saluta con la mano. < spero per me di no. Ko> insomma questo è il suo saluto prima di gonfiare le guance e voltarsi dall’altra parte. Ecco che prenderebbe il sacchetto per fare i takoyaki ben fisso nella sua mano destra. La testa si sposterebbe di profilo per seguire ancora la forma della rosata prima di vederla sparire dalla vista e farebbe un lungo sospiro < … Ko, la bambina con un occhio su un futuro di dolore.> direbbe solamente, dandole quell’epiteto prima di fare un cenno di diniego con la testa <ed io che mi lamentavo dei bambini di Ame.> direbbe prima di stringersi nelle spalle ed iniziare a camminare, con la mano libera nell’hakama per non sentire freddo mentre anche lui si dirigerebbe verso le due donne che ama, anche se una è più palese dell’altra. [End]

Semplice incontro tra Tenshi e Shiroyuki. Inizialmente si sfidano a vicenda, per poi aprirsi l'una all'altro, svelando particolari della propria personalità.