Famiglia
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Giocata del 05/01/2021 dalle 15:19 alle 16:57 nella chat "Lago Nero"
E' seduta a qualche centimetro dalla riva del lago. Le gambe sono piegate sul lato sinistro, in modo alquanto femminile. Tra le labbra, un lecca-lecca alla ciliegia, che rende le rosee più colorate del solito. La mancina andrebbe a stringere un lembo di quell'haori bianco, con alle spalle il simbolo del Crepuscolo. Però, i pensieri sono altrove. Ripensa ad Onosuke. Ripensa di aver promesso a Tsuki di tornare a prenderlo. Ma come può tornare, senza prima aver trovato una soluzione? Come può tornare senza sapere come salvarlo? Lei, infatti, non vuole Tsuki. Vuole chi è nascosto nella sua mente, vuole raggiungere l'Aburame e tirarlo fuori. Ha bisogno di entrare nella sua mente. Un'idea ce l'ha già, ma per farlo ha bisogno di conferme. Ha bisogno di capire come funzioni. Come funzioni lo Sharingan, quell'arte oculare che aveva stravolto la sua stessa vita, ai piedi di quel faro a Kiri. Rimugina, dunque, la rosata, pensando ad un modo per avere più informazioni riguardo quegli occhi. E pensare che, se non fosse stato per Ekazu, l'idea non le sarebbe mai venuta in mente. Osserva, dunque, la gente passare, divertirsi accanto a quel lago, senza prestarvi attenzione, in realtà. Agli occhi degli altri, appare come una semplice ragazzina dai lunghi capelli rosa. E' minuta ed esile, sembrerebbe quasi che possa spezzarsi da un momento all'altro. Quel lecca-lecca tra le labbra, poi, la rende ancor più bambinesca. Ma, sicuramente, è proprio quell'haori bianco ad attirare l'attenzione dei più. Al di sotto di esso, in un netto contrasto di colori, porta un top nero, corto, a maniche lunghe, che lascia scoperta una parte del ventre. Le gambe sono semi-coperte da una lunga gonna nera, che le arriva fino alle caviglie. Essa presenta due lunghi spacchi, uno per lato, fin sopra metà coscia. Da quegli spacchi si possono intravedere le gambe nivee, nude. Ai piedi porta, invece, degli anfibi neri, che si allacciano fin sopra le caviglie. Il Chakra scorre già violentemente all'interno del proprio corpo. Ed osserva ora quel lago e quelle leggere onde provocate dal venticello invernale. Nulla sembrerebbe distoglierla dai propri pensieri, che la trasportano in un mondo lontano e, forse, surreale. [Chakra on] Al diammine le risaie, si era stufato di rimanere lì a fare la guardia per un qualcosa che a quanto pare non stava per accadere o forse perchè lui, Itsu e Rio erano stati sgamati e chi doveva fare il colpo, notando il maggior numero di guardie , ci aveva ripensato per il momento. Si incammina quindi verso 'casa', Oto, quell'appartamento che aveva preso insieme a Tenshi. Era vestito pure bene dato che comunque era in missione, con una camicia bianca dove i primi bottoni sono slacciati. A coprire le gambe dei jeans neri strappati sulle ginocchia e i soliti anfibi neri che ormai si sono talmente tanto sporcati nelle risaie che probabilmente dovrà cambiarli! Per tornare a casa passa per il lago, fonde acquifera dalla quale le risaie prendono l'acqua... o almeno così crede, non è esperto di geografia del paese dell'aria! La mano sinistra è in tasca mentre la destra continua a spostare la sigaretta dalla bocca, avanti e indietro giusto per buttare fuori il fumo. Era anche a corto di tabacco dopo quel lungo presidio e quindi un motivo in più per tornare a casa. I capelli neri sono lasciati liberi di muoversi insieme ai passi che affondano nel terreno nudo e morbido mentre sul viso c'è un accenno di barba incolta, non è stato a casa sua per prendersi esattamente cura del suo aspetto durante questo periodo. Rimane assorto nei suoi pensieri, a quel mese buttato a fare la ronda come se fosse un soldato, una guardia e atutto ciò che si è perso, le feste, il capodanno, festeggiati a distanza tramite un rotolo spedito alle uniche due persone di cui gli frega qualcosa: le sue due amiche, ren e tenshi. Degli auguri rapidi, pieni di rimorsi per non essere lì presente a festeggiare insieme, lontano da tutto e tutti. Passa letteralmente di fianco a Tenshi senza rendersi conto di lei se non fosse per il suo profumo che è qualcosa che non può non riconoscere. Volta lo sguardo proprio verso l'origine, ignaro se l'abbia già visto o meno, con il passo che aveva, probabilmente si. Si muove solo di fianco a lei, sedendosi alla sua sinistra ma per ora non dice niente, gira il capo e la guarda in viso. E' stato un mese di stallo. Un mese in cui i dubbi hanno continuato a crescere. Riuscirà davvero a tornare a Konoha? Riuscirà davvero a riportare indietro Onosuke? La speranza, a poco a poco, va quasi svanendo. E la persona che più le era stata accanto nel periodo precedente, durante quel mese non c'era. Eryk, infatti, era stato mandato alle risaie, in missione. La loro casa era diventata d'un tratto vuota. Non le aveva mai dato fastidio rimanere da sola, anzi, a volte la solitudine le faceva bene. Ma avvertiva quel vuoto. Non poteva più parlargli dei propri dubbi, dei propri sentimenti. Non poteva più svegliarsi di notte e vedere il Doku dormire, spesso di fianco a lei. Non poteva più passare le proprie dite sui capelli corvini altrui. Insomma, sente la mancanza del chunin. Perché avevano giurato di non metterci il cuore in quella relazione. Eppure, una parte del cuore della rosata appartiene a lui. Ha imparato a volergli bene senza nemmeno accorgersi. Si è resa conto che era diventato una persona importante per lei quando ormai era troppo tardi. E non si poteva più tornare indietro. E, ripensandoci, non vuole affatto tornare indietro. Perché, probabilmente, lei non sarebbe lì, oggi, se al suo fianco non avesse avuto anche Eryk. Adesso, le sembra quasi di sentire i suoi passi riecheggiare proprio in quel luogo. Persa nei suoi pensieri riguardo Onosuke, sente ancora quei passi, che si avvicinano ancora e ancora. Sarà forse la nostalgia? Gli occhi cerulei continuano ad osservare quelle lievi onde sulla superficie del lago. Tutto cambia, tutto si trasforma. E la realtà è in continuo cambiamento. Sente ancora quei passi, che poi si arrestano. Qualcuno si siede al suo fianco. Ed i pensieri sull'Aburame vengono allontanati, mentre il volto si gira verso sinistra. Mentre gli occhi si spalancano, diventando di colpo più lucidi del solito, come se stesse per piangere. Osserva quei lineamenti, quella pelle scura, quei capelli corvini, quegli occhi ambrati e quella sigaretta che brucia. Le braccia di lei si allargano e, se le fosse permesso, vorrebbe gettarle attorno al collo altrui, per nascondere il volto tra la pelle scura del Doku. E lì, stringendolo, sussurrerebbe < Sei tornato >. [Chakra on] Non le dice nulla, si lascia solo abbracciare in quel sentimento forte e reale che sta provando la senjuu in questo momento, felicità, gioia, sollievo? Non sa definirlo solo dal modo in cui lo stringe. La destra allontana la sigaretta dalle proprie labbra mentre la sinistra si muove sulla schiena di Tenshi fino a passare su, oltre il collo, con le dita aperte tra quei capelli rosa, fino ad appoggiare il palmo contro la nuca della ragazza, come a nasconderla a sua volta nel suo petto. La accarezza per tutto il tempo necessario che rimarrà lì ad abbracciarlo, a riempire i polmoni del suo odore e soddisfare il bisogno di quel contatto con il doku. Solo quando avrebbe alzato lo sguardo per vederlo in faccia, ecco che Eryk sarebbe li a guardarla negli occhi cerulei. Annuendo in risposta a quel commento sul suo ritorno. Era tornato in effetti e purtroppo quella missione era stata totalmente inutile per ora. Non le chiede cosa ha fatto o se ci sono state novità importanti, essendo con itsuki e rio le avrebbe sapute se la yugure si fosse mossa o meno anche volendo! Abbassa il volto verso quello della ex konohana, fino a piantare le labbra carnose sulla fronte di Tenshi in quel bacio che vale più di qualsiasi altra parola potesse anche solo abbozzare nei suoi confronti! Le era mancato così come lei a lui, i loro momenti insieme, le chiacchierate a letto e anche, perchè no, i loro momenti di intimità. < è stato un mese... difficile. > Già, perchè è stato lontano da tutti per quei lunghissimi giorni con il nulla cosmico attorno a loro se non i familiari proprietari appunto della risaia che si dicevano dovevano essere colpiti da quell'assalto ma che fino ad allora non era successo nulla. Così, incurante della loro fine o che venga classificata come missione fallita, se ne era andato, tornando indietro appunto a Oto, da lei. < Non mi aspettavo di trovarti sulla strada del ritorno. Che ci fai qui da sola? > le chiede curioso con quella voce roca e profonda che non ha sentito per parecchio tempo Sente il suo profumo, adesso. Sente quelle mani che le accarezzano il corpo, risvegliandone ogni angolo, ogni cellula. Le braccia di lei continuano a stringerlo, mentre il volto si perde ancora tra la sua pelle, tra i suoi vestiti, incurante di chi sta osservando quella scena così smielata. Anche i ninja, ogni tanto, hanno bisogno di affetto. Sì, anche quelli della Yugure. Adesso alza lo sguardo verso il volto altrui, mostrando all'altro anche il proprio. Quegli occhi cerulei incontrano così quelli ambrati di lui, che non aveva visto per fin troppo tempo. Il Doku, abbassando il viso, le lascia un bacio, candido e senza secondi fini, sulla fronte. Lui è molto più di un amico. Non sa ancora spiegarlo e, forse, non riuscirà mai a capire cosa lui sia per lei. Però, quelle braccia, quel corpo, la fanno sentire a casa. Sì, forse è proprio così che il Doku potrebbe essere definito. Casa. Un luogo sicuro dentro il quale perdersi per poi ritrovarsi. < Già, lo è stato > annuirebbe alle parole altrui, per staccarsi finalmente dalla sua pelle calda e tornare in posizione eretta, con lo sguardo ancora fisso sul volto altrui. < E' stato qui che ho incontrato Kimi qualche mese fa, dopo la mia entrata nella Yugure >. Ricorda ancora quell'incontro. Per la prima volta, la propria personalità era venuta fuori, senza lasciarsi trasportare dalle parole e dalle azioni altrui. Una personalità pura, ma allo stesso tempo oscura. Una personalità amante dei sentimenti forti, come l'amore ma anche la rabbia. < Da allora ci torno spesso > direbbe all'altro, con l'estremità destra delle labbra che si alza appena, accennando un sorriso. Quell'incontro con Yurei lo tiene per sé, non rivelando nulla. Perché sa che quella volta non ci sono stati né vincitori né vinti. < La tua missione? > cambierebbe discorso, adesso, incentrandosi su ciò che ha fatto l'altro durante quel suo mese d'assenza < Spero sia andata bene > esclamerebbe verso l'altro. Adesso la destrorsa, che tiene ancora il lecca-lecca tra le dita, si solleverebbe. Il dolcetto rosso ciliegia verrebbe portato alle labbra, mentre quell'aroma zuccherato inonda le proprie papille gustative. [Chakra on]
Giocata dal 05/01/2021 22:24 al 06/01/2021 00:44 nella chat "Lago Nero"
La ascolta in quelle parole mentre si volta a guardare di nuovo il lago in quel pomeriggio con la luce del sole, tiepido dato il clima invernale, che si rispecchia su quel piattume del lago. Le iridi ambrate guardano le increspature delle onde quando queste vengono generate da quel flebile filo di vento che tira, perdendosi in esse. < La mia missione? Bella domanda, un buco nell'acqua... un mese di sopralluogo e presidio. Probabilmente hanno avvistato Rio mentre faceva la cacca in qualche fosso e non si sono fatti vedere. > le risponde con forse una punto di ironia in quella frase. Hanno tanto da raccontarsi, tutte quelle cose che sono accadute in quel mese dove sono stati lontan l'uno dall'altra e fatti che la corrispondenza tramite missiva non era posto opportuno dove discuterne. Riavvicina quindi la sigaretta alle labbra, inspirando a pieni polmoni, spingendo quel fumo rumorosamente in fondo, ancora, lasciando che gli bruci in petto. < Deve averti fatto proprio una bella impressione quella stronza se torni qui spesso. > le risponde senza metti termini, riferendosi a Kimi. Si sa che tra lui e il capo clan non scorre esattamente buon sangue e no, non è una battuta che si riferisce al sangue velenoso che i Doku hanno. Probabilmente ci stanno ancora le sue chiappe scolpite sulle mura esterne di Oto per quel battimano e nonostante le cicatrici sul corpo le abbia guarite, quelle dell'anima sono ancora lì, la ferita è stata saturata però rimane comunque quel segno all'interno del suo io a ricordargli cosa è successo! Scioglie quell'abbraccio, appoggiando la mano sinistra con il palmo aperto per terra in maniera da spingersi in maniera eretta con quei quasi due metri di altezza. Si pulisce il jeans in zona del sedere dal terriccio. <Che ne dici se tornassimo a casa? Ne ho abbastanza le palle piene della campagna e delle risaie dopo un mese che ho visto solo quelle. Ho voglia di farmi una doccia calda, cucinare qualcosa e buttarmi a letto. > le spiega, lasciando intuire la sua stanchezza nel rimanere lontano dalla sua casa per così tanto tempo. I suoi occhi cerulei, adesso, non tornano più a soffermarsi sul lago. Osservano ancora il viso del Doku, che non vedeva da troppo tempo. Solo adesso realizza che quella è stata la prima volta in cui i due sono stati lontani per così tanto tempo. E quella mancanza non poteva essere colmata. Con il tempo ha capito che nulla può essere rimpiazzato. Né Onosuke. Né Eryk. Né se stessa. E' così, tutto cambia. Si è allontanata da Onosuke quasi da un anno ormai e quel vuoto non può essere colmato. Ha solamente accettato la sua assenza. Così come ha accettato l'assenza del Doku in quel mese appena trascorso. Ma quei vuoti le restano dentro. E solo adesso che il chunin è davanti a lei, finalmente quel vuoto si riempie. Si riempie di ricordi. Delle notti trascorse sul letto, uno di fianco all'altra, a parlare. E, perché no, ad esplorarsi, a cercarsi, come due calamite. Forse è proprio questo ciò che i due sono: calamite. Calamite che si attraggono, ma che a volte si respingono. Calamite che esistono solo in funzione l'uno dell'altra. Ed anche quando tutto questo sarà finito, anche quando saranno lontani, si cercheranno. E si troveranno nuovamente. Adesso lei ride alle prime parole altrui. Ride come non faceva da tempo, troppo persa nei suoi pensieri per farlo. La mancina si stringerebbe in un pugno, mentre il braccio si allungherebbe, per andare a colpire il braccio destro altrui. Non un pugno doloroso, bensì un buffetto, dolce ed amichevole, accompagnato dalle parole < Mi sei mancato >. Le era mancato lui, le era mancato tutto. Le sue parole, il suo corpo, la sua cucina. Perché, si sa, tra i due il più bravo a cucinare è proprio il Doku. Adesso abbasserebbe quel braccio, mentre la destrorsa porterebbe nuovamente alle labbra il lecca-lecca alla ciliegia. Solo adesso che il discorso torna su Kimi, lo sguardo viene distolto e riportato sul lago, che riflette la luce solare di quel tiepido pomeriggio invernale. < Non esattamente > le spalle si alzerebbero appena, mentre torna a ricordare quell'incontro. < Pensavo fosse una donna forte, che crede in ciò che dice > una piccola pausa, per poi riprendere < ma mi sbagliavo >. Lo sguardo tornerebbe nuovamente sul Doku, il quale adesso si alza dal suolo. E lei fa lo stesso, entrando quasi in simbiosi con l'altro. < Mmm, la doccia calda potrebbe essere interessante > il tono è malizioso, accompagnato da quel suo solito sguardo da cerbiatta. < Andiamo > e solo adesso, se Eryk si incamminasse verso casa, comincerebbe a camminare anche lei, al suo fianco. [Chakra on] Inarca giusto un lato delle labbra in quel mezzo sorriso quando Tenshi scoppia a ridere e a giudicare da come se la sta ridendo di brutto, era qualcosa che le mancava, anche perchè l'aveva trovata assorta nei pensieri, chissà su che cosa poi. Quel pugno lo incassa come un vero campione, anche perchè non ha forza dietro e alzi, considerando che l'ha preso sulla spalla le chiede pure <Non ti sei fatta male, vero? > Già perchè Eryk è roccioso proprio come sembra: letteralmene un burbero di quasi due metri che del suo corpo ne fa un arma alla quale applicare la razionalità fin troppo presente nelle sue decisioni. Non appena si alza anche Tenshi, ecco che Eryk allunga la mano destra, così grande e massiccia rispetto a quella minuta e aggrazziata di Tenshi. La apre, tenendo le dita ben separate e il palmo aperto per lei, le sta chiedendo di dargli la mano proprio quando lei stessa gli dice di andare, di tornare a casa, la loro. < Kimi è così invece, crede in ciò che dice, forse fin troppo. Non ha un apertura mentale tale da vedere oltre la propria opinione che non sempre è corretta. E se hai un opinione diversa, usa la forza per imporre la sua. > fa spallucce, ribaltando completamente quella frase che lei ha detto su come pensava che fosse Kimi e riadattandola a come la percepisce lui con i suoi occhi e con le sue esperienze. Diciamo che non è esattamente la miglior amica che possa avere Eryk. <Ah guarda non avevo dubbi, qualcosa mi fa pensare che facciamo due docce stasera. > le risponde nella stessa medesima maniera: malizioso, perchè anche la carne ha bisogno di essere nutrita e si sa che il loro è un rapporto carnale in tutto e per tutto, senza peli sulla lingua a riguardo e senza nascondersi dietro falsi per benismi vari. Si incammina quindi, con Tenshi che dovrebbe avergli preso la mano e intrecciato le dita nelle sue. < Non ho neanche il chakra impastato che mi sono pure rotto le palle di tenerlo in circolo, meno male che ci sei te guarda. > la stuzzica, ci scherza e le fa pure un occhiolino se dovesse girarsi a guardarlo in alto, dove il suo viso è già rivolto verso quello delicato della ragazza. Non le risponde in maniera esplicita, fonetica a quella confessione: le sue azioni e il suo atteggiamento era tutta la risposta più che esaustiva che Tenshi potesse avere da lui e sicuramente, conoscendolo bene, sa leggere quei segnali la senju. Adesso tutto sembra ricomporsi. La solitudine la stava portando a sciogliersi, a frammentarsi, a crogiolarsi nei suoi pensieri, che sembravano urlarle contro. Ma ora tutto viene spento da una nuova atmosfera. Tutto viene riacceso dalla nostalgia delle giornate trascorse insieme al Doku. Tutto prende colore, perché finalmente lui è di nuovo lì, al suo fianco. Non ha mai voluto dipendere da qualcuno, la rosata, eppure è sempre rimasta un animale sociale. Un essere che senza gli altri non ha motivo d'esistere. La sua personalità viene fuori soltanto quando ha qualcuno di vero, qualcuno che le vuole bene, al suo fianco. La sua mente comincia ad alleggerirsi solo in quei momenti. I suoi problemi sembrano farsi meno pesanti. Non perché sono trasportati anche da chi le sta accanto. Ma semplicemente perché quando si trova accanto ad una persona speciale, automaticamente lei stessa ne viene rinforzata. Ed il carico si fa più leggero. Si guarderebbe la mancina per qualche secondo, la stessa mano con cui aveva colpito la spalla del Doku. La rigirerebbe più volte, osservandola. < Nah > risponderebbe alla sua domanda, facendo spallucce. Il dolore fisico non è per nulla comparabile a quello emotivo. A quei dubbi atroci che le intasano i pensieri. Ma adesso quegli stessi dubbi sembrano sparire. Perché la mancina viene allungata verso la destrorsa altrui. Le dita si allargano per accogliere quelle dell'altro. Le mani che si intrecciano, palmo contro palmo, pelle contro pelle. E si sente a casa. < Potrebbe anche essere così, ma... > una pausa, mentre i passi comincerebbero ad avanzare < più volte mi ha detto di spegnere i sentimenti. Diceva che sarebbe stata la scelta giusta. Eppure > un'altra pausa, mentre lo sguardo si sposta sul sentiero davanti a loro < lei stessa prova dei sentimenti >. Lo aveva intuito. Dal modo in cui la guardava. Dai suoi modi. E da Nemurimasen. Quella notte, nel vagone della Yugure, aveva capito. Semplici sguardi, eppure quel sentimento era percepibile. Adesso quei pensieri svaniscono nuovamente, mentre Eryk coglie al balzo la maliziosità della rosata. E lei, voltandosi verso di lui, lo osserva, rispondendo con un semplice sorrisetto malizioso, che fa intendere come sarebbe finita quella serata. Strattonandogli la mano, che tiene ben stretta alla propria, esclama < D'altronde, si sa che sono io la più forte > e con un leggero movimento del capo, andrebbe a fare 'swish' con la lunga chioma rosata. Non c'è bisogno di sottolineare il fatto che lei stia scherzando: il Doku sa cogliere ogni cosa della chunin del legno. [Chakra on] Guarda la strada anche perchè si sente quelle iridi cerulee addosso che lo guardano, che si perdono nei suoi lineamenti spigolosi e ruvidi, altrimenti andrebbero a finire contro un albero e va bene che Tenshi è amica degli alberi essendo Senju ma non ha esattamente voglia di abbracciare un tronco in questo momento o fare quelle robe juju strane che fanno i flippati. Cammina mano nella mano come se fosse l'unica cosa che contasse, e potete star certi che quei polpastrelli stringono contro il dorso della mano di Tenshi, attivamente tenendola stretta a se nella maniera migliore per poter camminare nel frattempo. <Come ti avevo già detto, trovo sbagliato il modo di fare di coloro che vogliono importi le loro decisioni. Non è detto che una soluzione sia universale, anzi. > discorso che avevano fatto, quando però Tenshi lo prese più come un non voler entrare a Oto da parte di Eryk, un posto che non gli dice comunque nulla a conti fatti. Si era ambientato in quei mesi al villaggio del suono, anche perchè un posto vale l'altro e forse l'unico vero per lui familiare è Kumo anche se ha troppi ricordi spiacevoli per potersi trasferire effettivamente lì, da quel passato dalla quale era scappato. < Ipocrisia di Kimi a parte, puoi sempre ascoltare diverse campane, ma il corpo e la mente sono tue e delle azioni che compi chi se ne assume la responsabilità e ne paga dazio, sei proprio te! > fa spallucce, ribadendo un discorso che per lui era ben chiaro, coerente con il suo modo di vivere libertino da imposizioni altrui o dogmi vari. La mano libera lascia cadere la sigaretta un ultima volta, calpestandola con l'anfibio nero per spegnerla e infine la guarda fare uno swish coni capelli, dichiarandosi la più forte. Sorride < Oh mia salvatrice, grazie. Ero proprio disperso in questa radura, non saprei come avrei fatto. > le intona con una voce da fanciulla indifesa e bisognosa di aiuto, la classica Mary Sue che si può trovare in ogni trama, facendo a sua volta uno swish con quel crine nero che non era legato nel suo solito codino o chignon. Quelle mani strette sembrano farsi forza a vicenda. E' come se i due avessero bisogno solo di quel contatto in quel momento, dopo tempo distanti. Più tardi, andranno sicuramente alla ricerca di altri luoghi da toccare, eppure per il momento quel contatto, così dolce e smielato, sembra appagarli perfettamente. I passi si muovono in sintonia con quelli dell'altro e, se lei ha sempre la testa tra le nuvole, lui è quello della coppia che guida tutto. Mentre la rosata si perde ancora una volta nei lineamenti dell'altro, è lui a farle da guida. Ed il modo in cui lei si fida di lui è qualcosa che non può essere spiegato con semplici parole. Le loro personalità si uniscono alla perfezione, come se fossero due pezzi consecutivi dello stesso puzzle. Lei lunatica e sognatrice, lui sempre con i piedi ben attaccati al suolo, realista ed analizzatore. < Alla fine... ho deciso da sola chi essere >. Sapeva già chi lei fosse. Chi fosse la rosata, coraggiosa ma spesso insicura, sempre indecisa sul domani e con la testa tra le nuvole. E, più di ogni altra cosa, quasi sentimentale. Una persona che ha bisogno di sentimenti veri, reali, per vivere. Di qualunque tipo essi siano. Dall'odio all'amore, dalla benevolenza alla rabbia. Lo ha sempre saputo. Ma per un breve periodo non aveva più creduto in se stessa. Ed aveva avuto bisogno di affidarsi a parole di altri, aveva avuto bisogno di colmare i propri vuoti. < E credo di essere abbastanza felice del risultato > farebbe spallucce, cercando di non essere troppo seria e di non rendere quel discorso troppo pesante. Ha bisogno di leggerezza. Ha bisogno di sorridere, di ridere, di amare. E, mentre i passi avanzano, lo sguardo viene riportato sul sentiero che li porterà verso la loro casa. Quella casa che era apparsa vuota da quando lui non c'era più. Quella casa che adesso tornerà a riempirsi nuovamente, con i loro baci, con le loro parole ed anche con le loro litigate. < La sottoscritta, queen rosa delle terre ninja, ti porterà in salvo! > ed adesso riderebbe alle sue stesse parole. Perché è proprio di questo che ha bisogno: stare bene. Con gli altri e con se stessa. [Chakra on]
Giocata del 06/01/2021 dalle 22:22 alle 23:53 nella chat "Lago Nero"
Continua con quell'incedere, dettando i ritmi e la velocità del passo, tenendo conto della falcata ridotta a disposizione di Tenshi rispetto alla sua. Non ha voglia di correre, motivo per il quale non sta con il chakra impastato e il controllo a saltare da albero ad albero per arrivare prima, non ha fretta e, a giudicare dalla velocità di movimento che sta adottando per entrambi, per cena dovrebbero arrivare a casa, inolltre c'è bel tempo e farsi una passeggiata fuori porta può essere considerata anche un uscita tra i due. < E dici niente? Se non stai bene con te stessa come fai a stare bene con altri? > fa spallucce pure in risposta, forse appunto Tenshi stava cercando una sicurezza personale nelle persone accanto a se invece che dentro se stessa. < Ah guarda, io sono più contento così. Da 'cinica' eri troppo acidella. Cominciavo a pensare che avessi un palo su per il deretano che non era il mio! > le da pure un colpetto con il gomito della mano che sorregge la propria mentre la prende in giro con fare ironico. Non le risponde oltre invece sulla battuta dell'essere tratto in salvo, se la ride semplicemente sotto i baffi con un paio di risate sommesse che gli scappano dalle labbra ma niente di che, quasi come il rumore di un motore ingolfato. <Dunque, che hai fatto in sto mese a parte venire qui a meditare? Dubito che hai fatto solo quello e pensare a quanto ti mancavo tra un mio rotolo e l'altro. Che si dice in Yugure? > le domanda senza girarci troppo attorno anche perchè si sa che Oto ormai è la Yugure, a partire dall'attuale reggente e la sua collaborazione. La mancina stringe ancora la destrorsa altrui. In quel momento, probabilmente, quello è l'unico posto in cui vorrebbe essere. Si sente finalmente viva, al sicuro. Non che lei non riesca con le sole proprie forze fisiche a proteggere se stessa, non è questo il problema. Il problema sono quei pensieri. Quella paura di non farcela. Che viene allontanata soltanto quando accanto a sé ha delle persone speciali come Eryk. E nonostante tutto, nonostante quella paura, sta bene con se stessa. Ha ripreso in mano la propria vita. Ha ripreso in mano i propri sentimenti, che stava cercando in ogni modo di allontanare. < Hai ragione. Non si può stare bene con il mondo, se prima non si sta bene con se stessi > ribadisce il concetto espresso dal Doku, facendolo proprio, meditandolo, memorizzandolo. Un tempo, avrebbe dato vita e corpo per gli altri, a prescindere da chi fosse. Avrebbe sacrificato se stessa per vedere la felicità degli altri. Ma non è così che funziona il mondo. Il mondo è egoista. E, dunque, anche lei ha imparato ad esserlo. Sano e puro egoismo, che vede proprio lei stessa come regina della propria vita. Non Eryk, non Onosuke. Se stessa. Sarebbe potuta rimanere a Konoha, a fianco di Onosuke, cercando proprio lì una soluzione per riportarlo indietro. Ma non era ciò che desiderava fare veramente. Ciò che desidera è divenire sempre più forte, più potente. Per eliminare chi non l'ha fatta sentire in pace con se stessa. E per avere la certezza di riuscire davvero a salvare l'Aburame. Ed in quel momento, potrà sentirlo nuovamente parlare come un tempo. Gli mostrerà chi lei sia diventata. E starà a lui la scelta se camminare al fianco di lei o se dividersi una volta per tutte. Non è l'amore dell'Aburame ciò di cui ha bisogno. E' semplicemente eliminare Tsuki ciò che lei vuole veramente. Adesso, la rosata riceve il colpetto di Eryk, ridendo alle sue parole e strattonando a sua volta il braccio altrui. Sì, forse era troppo cinica. Forse aveva provato sin troppo dolore e tutto ciò che voleva era solo non provare più nulla, senza rischiare di farsi male nuovamente. Ma l'apatia non fa per lei. < Piani loschi alla conquista del mondo che ancora non vengono attuati > farebbe spallucce, scherzando effettivamente su ciò che è stato detto durante l'ultima riunione della Yugure. [Chakra on] Non li conosce abbastanza per identichifare chi faccia il mignolo e chi il prof, non sa chi sono tutti i membri di quella corporazione, chi è a capo e chi è manovalanza anche se un idea su chi possa essere il mignolo tra le sue conoscenze le ha: inizia con R e finisce con io. Ah se solo Tenshi potesse far dal nulla una bella carrozza di radici e farli trasportare fino a destinazione, si farebbe pure una pennichella durante il tragitto. Ha bisogno di azione, di un qualcosa che lo distragga dal pensiero di non tornare a Oto, di andarsene lì e ritirarsi dalla carriera ninja fatta di missioni come quella, di abbandonare i 'sogni di gloria' che prevedono la libertà sua e di chi come lui, lasciandola appunto a loro stessi se dovessero volerla. È passato solo un mese eppure quella lontananza gli ha fatto riflettere su se stesso e sul suo futuro, come penso sia normale quando si ha tanto tempo libero a disposizione. La mano libera si ripete, cercando di estrarre una sigaretta ma appunto, le aveva finite, quella di prima era l'ultima. Abbassa quindi il capo verso Tenshi e quel lecca lecca, cercando quindi di sottrarglielo e infilarselo lui in bocca per tenersi le labbra occupate con qualcosa che non sia la nicotina. Parole che sono sulla punta della lingua ma che vengono uccise e ingoiate come il più amaro dei rospi, scuotendo il capo da solo come a scacciare via quei pensieri. A lui dei piani di sconquista del mondo non importa nulla, non ha ambizioni così grandi e non vuole comandare sopratutto. La Yugure era un mezzo anche se, da come ne stava parlando, forse troppo ingombrante per lui. Volta lo sguardo all'orizzonte di nuovo, dietro il volto di Tenshi in quel tramonto che trapela tra gli alberi che circondano il lago che si erano lasciati alle spalle, una vista romantica con il rosso del cielo che si rispoecchia sui capelli rosa della Senjuu.
Giocata dal 06/01/2021 23:54 al 07/01/2021 00:17 nella chat "Luogo Sconosciuto"
I passi avanzano ancora, lungo il sentiero verso casa. Quelle mani si stringono ancora, come se tutto il resto attorno a loro non esistesse. Esiste soltanto il calore della loro pelle. E le loro parole disperse nel vento invernale. Il discorso sembra cadere ed arrivare al proprio termine, lasciando spazio solamente ai gesti naturali dei due. Eryk, infatti, allungando la propria mancina, va a prendere il lecca-lecca alla ciliegia stretto attorno alla destrorsa della rosata. E lei lo lascia fare, cedendogli volentieri il proprio dolcetto, ma esclamando < Mi devi un lecca-lecca > ...che tipo di lecca-lecca, non è dato sapere. Ma ecco che i passi portano i due già all'interno del villaggio di Otogakure. Il sole è del tutto tramontato, ormai, e le luci delle abitazioni sono già accese. Dai tetti delle case viene fuori il fumo grigio dei camini accesi. Quella visione le scalda il cuore. Perché quella casa che avevano preso due mesi prima, oggi sarà di nuovo piena. Delle loro parole. Delle loro risate. Delle loro carezze. La destrorsa, adesso libera, andrebbe alla ricerca delle chiavi di casa, all'interno della tasca dell'haori bianco, mentre la mancina continuerebbe a stringere la mano del Doku. Non intende lasciarla, quella mano, probabilmente ha ancora bisogno di sentire la presenza dell'altro accanto a sé, dopo quel mese di lontananza. I passi si arrestano, davanti alla casa dei due. E' un'abitazione piuttosto piccola, ma che va benissimo per due persone. La destrorsa si allunga verso la porta in legno, inserendo le chiavi nella serratura, girandola ed aprendo la porta. Trascinerebbe con sé Eryk, senza lasciare andare la sua mano. Se, quindi, lui l'avesse seguita, chiuderebbe la porta. < Siamo a casa > si volterebbe adesso verso di lui, sorridendo. Si sente stranamente felice, stranamente serena. Sicuramente, la presenza del Doku le fa bene. I passi vorrebbero avanzare verso il bagno, assecondando così il desiderio del chunin di voler fare una doccia calda. Solo se Eryk l'avesse seguita in bagno, lascerebbe andare la sua mano, per poi avvicinarsi all'altro, facendo aderire per bene il proprio corpo a quello altrui. Non ha bisogno di parlare. L'altro sa cogliere i movimenti di lei. [Chakra on]
Giocata dal 14/01/2021 21:56 al 15/01/2021 01:55 nella chat "Luogo Sconosciuto"
La segue come ha sempre fatto, come è giusto che sia a casa loro, quella casa che avevano preso e che per un motivo o per l'altro non avevano riempito di quella componente che la rende tale: non le mura, non l'arredo, bensì loro due, insieme. Non appena Tenshi chiude la porta dietro di se, Eryk si volterebbe proprio per lei, prima ancora di andare in bagno, trovandosi già quel corpo addosso. Le mani la cercano, questa volta in maniera più carnale, più affamata come si nota in quello sguardo di quelle iridi ambrate che la fissano nelle sue cerulee. La vuole cingere in vita con la sinistra mentre la destra cerca di risalire sulla schiena, lungo la spina dorsale con le dita aperte che dovrebbero penetrarle i capelli sulla nuca per afferrarla saldamente. Abbasserebbe dunque il capo con le proprie labbra alla ricerca delle sue, con la propria lingua che vuole invadere quella bocca. Gli è mancato questo, il suo corpo, quella sensazione... gli è mancata lei più di quanto potesse aspettarsi, più di quello che vuole credere, eppure non gli importa in questo momento delle complicanze, vuole solo colmare quel vuoto che ha, quella voragine che si è aperta in quelle lunghe settimane senza la rosata accanto a se. Se quel bacio si fosse avviato come previsto, avrebbe iniziato a camminare proprio verso il bagno con lei come promesso, ha bisogno di un bagno caldo davvero anche per rilassarsi, eppure già mettendo piede in casa, già sentendo quel corpo e quelle labbra di nuovo sulle sue, è sufficiente a far volare via tutta l'ansia, lo sfinimento e lo stress che aveva accumulato durante tutto questo periodo. C'è tempo per parlare, hanno tutto la sera, ma ora non poteva aspettare un altro minuto, un altro istante senza prenderla tra le sue braccia. Come quando ti prudono le mani e fai finalmente quella cosa che ti fa passare quella sensazione fastidiosa, ecco come si sente ora: felice. Alza le braccia, lasciandole lo spazio necessario a spogliarlo di quei vestiti che indossa e che hanno bisogno di essere lavati, come lui stesso dopo tutto. Non le chiede neanche se vuole unirsi a lui, già lo da per scontato e obbligatorio in maniera tacita che lei si debba unire. La mancanza di qualcosa è ciò che spinge gli esseri umani a cercarsi a vicenda. E loro due si sono mancati a vicenda. E per questo, adesso, le loro mani si cercano. Perché hanno bisogno proprio di quel contatto, così stretto, così confidenziale, così intimo. Il fatto è che ormai non riescono a farne a meno. Non riescono a fare a meno di quella pelle, di quel calore, di quel possedersi e cedersi a vicenda. E la rosata si ferma, poco prima di andare verso il bagno, per assecondare i bisogni altrui. Iridi ambrate che fissano quelle cerulee di lei. Mani che esplorano il suo corpo esile. Il viso viene alzato verso quello dell'altro, e finalmente le sue labbra vengono in contatto con quelle altrui. Un contatto caldo, un contatto umano. Un calore che non percepiva da mesi. Perché quella casa, senza di lui, era stata fredda. Fredda e vuota. Le labbra si schiudono, accogliendo la lingua altrui e ricambiando con un bacio altrettanto passionale e carnale. E poi, si dirigono, insieme, verso il bagno. E la rosata spinge le proprie mani verso l'addome altrui, prendendo i lembi di quella maglietta che l'altro indossa, per poi sfilarla via. Adesso le mani, per qualche secondo, esplorano il petto dell'altro ed i suoi addominali scolpiti, per poi scendere silenziosamente verso i pantaloni. Si fermerebbe un attimo, guardando nuovamente gli occhi ambrati dell'altro. Le piante dei piedi si distenderebbero, per permetterle di sorreggere il proprio corpo solo con le punte. Le labbra vorrebbero spingersi di nuovo verso quelle dell'altro. Vi si poggerebbero sopra, in un contatto dolce. Non si schiuderebbero per un bacio. Ma sussurrerebbe solamente, proprio contro le labbra altrui < Tu sei la mia famiglia >. Non sono esattamente la famiglia perfetta. Molti potrebbero non capire che tipo di rapporto i due abbiano. Ma lui è comunque, per lei, la sua famiglia. Solo adesso le dita si intrufolerebbero dentro i pantaloni altrui, per sbottonarli e poi sfilargli anche quelli, gettandoli in qualche angolo di quella piccola stanza. Quel contatto, adesso, verrebbe interrotto, perché la Senjuu si vorrebbe dirigere verso la vasca da bagno, per riempirla di acqua calda. Le mani, poi, verrebbero portate a quella veste bianca della Yugure, che tiene ancora in dosso, e verrebbe semplicemente fatta scivolare al suolo. Si slaccerebbe gli anfibi, per sfilarseli, per poi togliere freneticamente anche il top e la gonna. Ha voglia di tornare a quel caldo contatto instaurato poco prima, ma stavolta, pelle contro pelle. [Chakra on] Si lascia denudare da lei, con quel corpo che lo conosce a memoria ormai a furia di averlo esplorato, quel territorio nuovo che ormai reca quasi la bandiera di una nazione indipendente venutasi a creare e che solo lei conosce. Dovrebbe già infilarsi in vasca e tutto, eppure non può che rimanere a godersi lo spettacolo di Tenshi che si denuda davanti a lui e per tutti i kami quanto gli erano mancate quelle curve. Se pensa che è passato dal vedere il sedere peloso e sporco di Rio a di nuovo quello scolpito della Senju, quasi quasi gli viene da piangere! Si slega i capelli corvini che sono cresciuti di qualche centimetro mentre presentano diverse doppie punte. Chiude il flusso dell'acqua e, una volta che è piena e bella schiumosa, si immerge lui per primo. Infila prima la gamba destra, seguita dalla sinistra. Si schiaccia contro la parete della vasca, sprofondando lentamene, lasciando che l'acqua bollente lo investa e gli faccia godere di quella comodità che si da per scontato ma che quando non ce l'hai per garantita... beh di che stiamo parlando. La schiuma copre tutte le sue nudità e forse è meglio così. Allunga la mano per Tenshi per aiutarla a raggiungerlo mentre con lo sguardo la osserva in volto, saziandosi di quei tratti che gli erano mancati, di quegli occhi blu come il cielo e i capelli rosa e morbidi come la seta. A lei decidere come unirsi a lui, non le impone niente come al solito. Una volta che pure lei sia con lui all'interno della spaziosa vasca, dimensione tale affinchè uno grande e grosso come Eryk sia 'comodo' ma piccolina per due effettivamente, ecco che la destra va ad afferrare gruppo della doccia, aprendo l'acqua calda per bagnarsi i capelli prima a se stesso e poi a lei, aggiustandoseli in maniera che cadano all'indietro, lasciando i tratti spigolosi di quel volto virile ben liberi. Quanto le sia mancato l'altro, è inspiegabile a parole. Ed adesso osserva quel corpo, così perfetto, del Doku, prendendosi qualche momento di puro apprezzamento, mentre l'altro entra all'interno della vasca, riempita d'acqua calda. Non smette d'osservare quei muscoli così perfetti e solo quando il chunin le porge la mano, l'attenzione della rosata viene distolta. Allora, lei afferra quella mano, forte e calda, immergendo prima un piede e poi l'altro all'interno della vasca, mentre il calore dell'acqua circonda la sua pelle. Ma non è quello il tipo di calore che la Senjuu sta cercando quella sera. Si immerge completamente in quell'acqua, spostandosi di schiena contro Eryk. La propria schiena, quindi, andrebbe ad aderire completamente contro l'addome ed i pettorali dell'altro. La testa verrebbe tesa all'indietro, poggiandosi sull'altrui spalla destra e lasciando interamente scoperto il collo. L'acqua, guidata dal Doku, le bagnerebbe i capelli, in un torpore piacevole, che fa scivolare la mente della rosata nelle proprie fantasie. La mano destra scivolerebbe lungo la pelle del Doku, risalendo verso il collo, per poi posizionarsi alla base della nuca. Le dita stringerebbero una manciata di capelli, mentre il palmo farebbe pressione, per spingere, così, il suo viso contro il proprio collo. Non c'è niente di violento in quei semplici movimenti. Come se in quel momento volesse sentire la sua presenza in quel modo. Come se volesse esprimere la sua felicità proprio attraverso quella che sembra quasi dolcezza. < C'è una cosa che non ti ho ancora detto > esclamerebbe a quel punto. Non sa se è il momento giusto per dirglielo, perché i pensieri di entrambi sono sicuramente altrove in quel momento. Ma non vuole nascondergli ciò che sta facendo attualmente, ciò che ha fatto in quel mese. < Sto raccogliendo informazioni sullo Sharingan >. Gli occhi verrebbero chiusi, mentre un lento respiro alza ed abbassa il suo petto. Se l'altro vorrà rimandare la discussione a più tardi, a lei va più che bene. < Voglio ottenere quel potere > direbbe infine, senza aggiungere altro in più. [Chakra on] Sente come quella schiena aderisce pienamente contro il suo petto e come quel sedere morbido prema contro di se. Ripone il gruppo della doccia ora che l'acqua è spenta e si fa guidare contro il collo di Tenshi, dandole diversi baci a stampo sulla parte che ha lasciato appositamente esposta per lui per poterle dare quelle attenzioni che a entrambi sono mancate. Le mani sue invece, così grandi e callose, salgono sul ventre di Tenshi, afferrandone i seni dove i polpastrelli affondano quella presa, perdendosi nella morbidezza della sua femminilità, coprendoli interamente, sentendo di conseguenda il suo libido contro i propri palmi in quel dislivello dalla cupola che osno le coppe del seno della senjuu. < Hai fatto bene Tenshi, siamo venuti qui per questo o sbaglio? > le dice, non vedendoci troppi problemi a riguardo su quella tematica in realtà, non è quello che gli importa in questo momento parlare dello sharingan ma è anche vero che non lo vede come un vero e proprio problema, anzi, è essere coerenti con il compito che si era predisposta per venire qui a Oto. Aveva lasciato qualcosa di sicuro per un obiettivo, ed era anche giusto proseguire su quell'obiettivo ora che aveva fatto la sua scelta al bivio, intraprendendo la strada da mukenin. Tuttavia sti mesi gli hanno permesso di riflettere ed effettivamente è lui ora che le dice qualcosa che potrebbe non voler sentire. < Non è detto però che a fatti finiti io ti lasci andare indietro a Konoha, dopo che avrai usato lo sharingan e tutto. > interrompe quei baci mentre le mani si spostano dai seni fino ad abbracciarla, incrociando gli avambracci mentre le mani si posano sul costato, tenendola stressa. Se ha capito qualcosa è che non vuole più sentire quel buco, quel vuoto che ha percepito in tutto questo periodo. Egoismo, puro egoismo ma infondo non dovrebbe essere qualcosa di nuovo: entrambi i ninja lo sono ed è sempre andata bene così, indulgiando nei propri desideri e seguendo i propri istinti e piaceri. Sente quei baci sul proprio collo. Baci che le procurano lieve scosse elettriche, che percorrono l'intera spina dorsale della Senjuu. Dopo quel piacevole contatto, sente adesso le mani del Doku che esplorano il proprio addome, per poi posizionarsi proprio lì dove i pensieri di entrambi in quel momento si focalizzano. Sente quel piacevole tocco, che la porta ad afferrarsi il labbro inferiori con gli incisivi superiori. < Mmm > è tutto ciò che mormorerebbe alle prime parole altrui, non in grado di aggiungere altro in quel momento. Non hanno bisogno di parlarne, perché quello è ciò per cui lei è venuta ad Oto: ottenere un potere che possa far tornare Onosuke indietro, alla vita. E lei lo ha individuato nello Sharingan. Non c'è bisogno di dire altro, quindi. Adesso è lei a voltare il viso verso il collo dell'altro. Vi lascia dolci baci, mentre la destrorsa continua a stringere tra le dita quei capelli corvini dell'altro. Poi però, quell'atmosfera viene interrotta dalle parole del chunin. Parole che portano la rosata ad aprire gli occhi e sollevare il viso, per portare lo sguardo ceruleo verso quello altrui. La destrorsa adesso si abbasserebbe, lasciando la presa sulla nuca del Doku. La schiena della Senjuu verrebbe staccata dall'addome dell'altro. Con un altro movimento, cambierebbe posizione, ruotando su se stessa e ritrovandosi proprio di fronte al proprio interlocutore. Ed in quel momento, gli si avvicinerebbe ancora, posizionandosi cavalcioni su di lui e facendo aderire e combaciare completamente e perfettamente il proprio corpo con quello altrui. Entrambe le mani, stavolta, risalirebbero verso la nuca dell'altro, con più violenza rispetto a prima. Il viso si avvicinerebbe a quello altrui e le labbra vorrebbero poggiarsi su quelle dell'altro. Si schiuderebbero, con violenza, quasi come se avesse fame di lui. La lingua vorrebbe incontrare quella dell'altro, per perdersi in un lungo bacio, mentre il corpo cederebbe a quei movimenti naturali. Se il bacio fosse avvenuto, solo dopo qualche lungo istante si staccherebbe, per sussurrargli, labbra contro labbra < Non è detto che io voglia tornare a Konoha >. Lo sguardo sarebbe focalizzato su quello altrui, mentre altre parole verrebbero fuori dalle proprie labbra < Non è detto che io voglia nuovamente stare lontana da te >. E forse, quelle ultime parole, non sono poi così egoistiche. Perché, in qualche modo è un'aperta dichiarazione d'amore. [Chakra on] La lascia girare in quell'impeto di passione, allentando e sciogliendo la presa sulla sua gabbia toracica in maniera che possa voltarsi e guardarlo. Si sposta pure in avanti per far si che abbia spazio dietro alla sua schiena per infilare le gambe. La bacia passionalmente, incontrando quelle emozioni e quel desiderio senza porsi limiti, come ha sempre fatto nel donarsi completamente a lei, non è una novità anche questa. Sente i seni morbidi e formosi schiacciati contro il proprio petto così come il ventre, con il contatto interrotto solo dalla sua virilità fuori controllo in questo momento, causa passione, desiderio, amore e astinenza, perchè no. < E allora non allontanarti neanche a missione compita, perchè di certo io non ti voglio lontana da me, ne tanto meno ho intenzione di spingerti via, non più: mi sono bastate queste settimane per capirlo. > non ci gira troppo attorno, dicendole le cose come sono, che non è più disposto a farsi da parte, che essere lontano ha fatto più male del battimano di susanoo che gli ha tirato contro Kimi e nonostante le sue abilità da chirurgo e medico, alle ferite al cuore non può farci nulla pure lui. Abbassa le mani di nuovo, facendole sprofondare sott'acqua fino ad aprire e usarle per sorreggere le natiche della Senjuu. Il tutto gli serve per sollervarla. Non fa neanche fatica perchè si sa che la massa in acqua viene percepita in maniera diversa. Si sente scivolare in basso da quel sandwitch dove era prima intrappolato fino ad essere libero anche se per poco dato che Tenshi dovrebbe essere allineata proprio sopra di se con le loro parti più intime, concesse solo alle persone speciali. Proprio queste diventano un tutt'uno, come a completamento di un qualcosa che manca, come l'ultimo tassello di un puzzle che aspetti di finire da tempo. Il tutto avviene quando la abbassa anche se è solo l'inizio di un moto perpetuo di quell'atto carnale e passionale.