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con Sango, Tsumi

21:40 Sango:
 La notte è giunta insieme a quel temporale, e per quanto ami la pioggia, quell'accompagnamento di tuoni e fulmini non lo gradisce, quasi per nulla insomma , la neve sarebbe quasi perfetta. Ma poco importa per la jonin che si muove a passo normale per tornare a oto, per essere dentro quel centro non pieno di vita, ma chiuso, sigillato, quando poche baracche rimangono aperte a sfidar la tempesta e qualche vecchio bar sgangherato. Inutile dire quanto sia zuppa, il mantello nero a nuvole rosse che nemmeno oscilla, è pregno d'acqua gelida che le congela il corpo che trema, ma proverebbe a non darlo a vedere. Lo stesso vale per i capelli lunghi e rossi, resi tanto scuri e pesanti da pesarle sul capo. Il viso rimarrebbe semi coperto solo per aver tirato sopra la cappa nera, fin sopra il naso, ma anche li le gocce si son sapute fare strada bagnando i vestiti sottostanti . Il corpo veloce che adesso si muoverebbe di lato, verso una di quelle piccole bettole aperte e dalla fioca luce arancione, per proteggersi dalla tempesta sotto il parapetto. Quel piccolo lieve riparo che le dona un momento di tregua, quando lei sgocciola come un gattino mezzo annegato < etchù> uno starnuto lieve fuoriesce dalle labbra morbide, il corpo intirizzito per la violenza del gelo invernale < non me le ricordavo così le tempeste > perchè non c'ha passato mai troppo tempo sotto, non come questa notte. La propria casa che rimane lontana, molti gli avvenimenti che la stanno facendo oscillare nel proprio essere, eppure accettati. Sospira, una nuvola di calore che si leva verso il cielo prima di sparire. Si volta a guardare il locale, indecisa se entrare a scaldarsi o meno, alle volte anche la vita di una jonin può esser difficile, no? [chakra on][vesti akatsuki]

22:05 Tsumi:
 La pioggia imperversa in quel di Oto, scrosciando copiosamente e insistentemente da quasi tutta la giornata. Non avrebbe problemi con la pioggia, se non fosse per i tuoni. Non ha mai sopportati i rumori troppo forti, non sa spiegarsi il perchè. Non gli piacciono e basta. E lui, come al solito, perde la cognizione del tempo, nuovamente in ritardo per tornare nei suoi alloggi. < maledizione > affermerebbe indispettito, mentre cammina per i vicoli del villaggio, maledicendo il giorno in cui non guarda l'ora, nè il tempo fuori. Forse anche il giorno in cui è "nato" non doveva essere dei migliori. Inutile i tentativi di proteggere i suoi vestiti dall'incessante pioggia che si sta abbattendo su di lui con quel cappotto lungo e scuro con tanto di cappuccio. La sua giacca nera è impregnata d'acqua così come i suoi pantaloni, per non parlare dei sandali ai piedi. Non esattamente la migliore scelta per camminare sotto la pioggia. Ad ogni passo le goccioline smosse dal suo incedere, fanno capolino senza tanti complimenti, bagnandogli completamente i piedi. Accellera il passo quanto può, cercando di raggiungere il primo tetto che possa dargli un minimo riparo e anche un attimo di respiro. < mi sa che dovrò correre dopo > favella tra sè e sè, visibilmente contrariato dalla situazione. La pioggia non gli consente di vedere per bene dove sta andando. Riesce solo a scorgere quella fioca luce arancione, probabilmente un bar, e una figura che si staglia davanti la porta. Solo poco dopo riesce a notare delle nuvolette rosse a decorare quel mantello. < uh? > mugugna, pensando possa essere la Jonin < SENSEH? > urlerebbe, come se fosse a chissà quale distanza, solo per accertarsi della sua identità. D'altronde, non conosce altre persone con le vesti dell'Akatsuki passeggiare per le strade del villaggio.

22:25 Sango:
 Il freddo non colpisce solo la propria persona, anche qualche altra figura in fuga lontana eppure una di quelle la sente ma soprattutto la vedrebbe avvicinarsi. Coperta, nera, scura, potrebbe esser chiunque insomma, e per questo non s'avvicinerebbe oltre lanciandogli solo un occhiata indagatrice, veloce, bieca, nulla di importante , ma la sua voce la faranno di nuovo girare, le azzurre iridi con le lunghe ciglia bagnate che si spostano su quel volto semi nascosto, anche lui zuppo d'acqua < mh > un gemito sommesso eppure quel SENSEH lo riconosce bene, e li affiora un sorriso lieve, nonostante il tremore che si va a diffondere con impeto nelle proprie carni fino alle ossa < Koto > sussurra quasi eppure si muoverebbe verso di lui, ma senza andare verso la pioggia che comunque la raggiunge e la ghermisce in viso < c-che ci fai qui a-desso > brividi su brividi che la gelano davvero, starnuti si susseguono imperversando la propria figura < stavo per entrare ad asciugarmi, fa molto freddo qui fuori > un chiaro invito quando andrà ad aprire la porta ed entrando, e tenendosi la porta aperta. Il calore che la avvolge come un abbraccio violento < sbrigati che fa freddo > si lamenta la stessa quasi indispettita, in attesa che l'altro entri e possa chiuder lei stessa la porta in legno che lascia che qualche spiffero di freddo continui ad entrare, ma i camini accesi fanno da padrone a quella lunga e bassa stanza. Completamente in legno, un bancone alla fine della loro via, e diversi tavoli sedie e panche ad adornare il tutto < spartano > mormora mentre un ricordo sembra voler affiorare con forza alla mente, ma lo mette a tacere con uno scossone , ancora in piedi, alla ricerca di un posto in cui possa sentirsi sicura, d'altronde è ghermito di gente non molto invitante per una donna. [chakra on][akatsuki vesti]

22:44 Tsumi:
 Il suo nome viene pronunciato forte e chiaro da quella che ora è la nitida figura della Jonin. Un lieve sorriso si forma sul suo volto, per lo più coperto dal telo scuro. Aumenta il passo facendo delle piccole falcate per accelerare l'arrivo. < uff. > sbufferebbe una volta arrivato, portando le mani verso il suo viso, scostando velocemente il cappuccio. Si scuote un po' i capelli come a volerli riordinare ma non fa altro che scompigliarli ancora di più. Solo la ciocca rossa sembra essere intatta dalla veemente pioggia che si sta abbattendo. < mi sono attardato in accademia. > andrebbe a proferire un po' imbarazzato, visto che non è la prima volta. E per quanto ogni volta si riprometta di non farlo più, non c'è proprio verso che il ragazzo impari. < Stai gelando, meglio entrare > direbbe confermando il suo volere. D'altronde il tempo sta iniziando a dargli fastidio alle carni. Ha proprio bisogno di riscaldarsi un poco, magari con del sakè. Entra dentro il loco, lasciando che sia Sango a chiudere la porta dietro di lui. Non bada neanche alle sue parole, limitandosi a guardarsi intorno. Il tepore dei camini si fa strada e inizia a portare un po di sano tepore alle sue carni ormai provate dal freddo. Poche facce, ma allo stesso tempo poco rassicuranti. Lo sguardo si fa cupo e le iridi si spostano velocemente andando a scorgere ogni tavolo, prima di scorgerne uno in un angolo, lontano dal bancone e a giusta distanza dagli altri presenti < Sediamoci lì > Quasi una imposizione quella del giovane, tanto che, senza rendersene conto, cerca di afferrare con la mano destra quella di Sango, dirigendola verso il tavolo indicatogli. Divertente, visto che la Jonin non ha certo bisogno di protezione, ma gli è venuto talmente spontaneo da non accorgersene neanche. Lo sguardo continua a volgersi verso gli altri presenti, quasi sull'attenti. Le lascia la mano poi, andando a scostare la sedia e a poggiare le sue belle chiappette nella sedia. < aaah, finalmente > sbuffa, godendo del fatto che si può finalmente sedere al caldo.

23:12 Sango:
 La mano altrui che si intreccia alla propria, presa alla sprovvista da quel gesto sebbene sappia che gli sguardi non siano dei migliori , anzi, e solo li proverebbe a lasciar andare il proprio chakra verso di loro < continuate nelle vostre faccende > un ordine perentorio quello che dona, ma sarà l'altro a guidarla verso quel tavolo lontano prima di lasciarla andare < credo tu sappia che sono capace di difendermi > dice quasi piccata eppure si scrolla lasciando che la veste possa scivolare pesante sulla sedia vicina, per mostrarsi con un kimono molto corto e nero, con una cintola bianca in vita a sorreggerla, molto semplice seppur la stoffa e la fattura siano delle più pregiate. Lenta andrebbe anche lei a sedersi su quella sedia, e con uno sguardo minaccioso e un breve cenno al barista vorrebbe farlo venire da loro per ordinare . Si scosta lievemente, infreddolita e congelata ancora sebbene il calore la faccia lentamente rilassare < amo la pioggia, ma così è come se ame ci volesse annegare > beh si, la vede dal suo punto di vista insomma. Le mani che salgono alle braccia fredde e le sfregano per portare calore < ma non mi hai risposto ancora > delucida lei, cercando di ottener l'attenzione del bel moro seduto di fronte lei , le ciglia che sbattono più volte per via delle varie gocce che scendono dalla chioma rossa e la raggiungono < il fatto che tu sia uscito così in questo tempo da solo è pericoloso > protettiva come una chioccia verso di lui, il suo allievo . Lo sguardo che corre verso l'uomo che s'avvicina, nemmeno grasso stranamente, magro e con un bel viso circondato da capelli biondi pronto li a sorridere forzatamente per loro < del sakè caldo per favore, e gentilmente, dei bicchieri che siano ben lavati > e l'ultima frase appare come una minaccia con un sorriso stampato, il peggior pericolo insomma. Lo vede andar via dopo un cenno prima di ritornare a Koto, ad osservarne il viso, delicato, e la giugular- No. scuote il viso per riprendersi ancora < spero ti piaccia il sakè > .. < quanti anni hai? > quello non lo sa davvero in effetti, e li quasi freme, ma cerca di non darlo a vedere, vi è il corpo che trema ancora un poco per via del freddo che ha preso. [stesse coseH]

23:33 Tsumi:
 Solo quando lascia la sua mano si rende conto che, forse, non era il caso di trascinarla così < ... scusa, non so che mi è preso > direbbe in tono secco, non resosi conto di aver agito quasi d'istinto. Delle scuse più che formarli sopraggiungono dal giovane che ora poggia il sedere su quella sedia, piuttosto scomoda. Almeno il tepore del luogo inizia a insinuarsi nelle sue carni. Si rilassa un attimo, perdendo il suo sguardo nel nulla per un attimo, come se fosse in una sorta di trance. Così, senza un valido motivo. La osserva togliersi il mantello dell'akatsuki, rivelando un bel kimono corto e nero. La osserva, senza proferire parola, quasi la stesse squadrando da capo a piede. Non ne avrebbe bisogno, in realtà. Poco dopo si leva anche il suo di cappotto, andandolo a poggiare malamente sullo schienale della sedia, lascia trasparire quella giacca nera, semplice e monocolore. < uh? > si desta quasi, sentendo le sue parole rivolte a lui. < te l'ho detto poco fa. > direbbe quasi a volerla correggere. Probabilmente troppo presa dal freddo per dargli ascolto in quel momento. < Mi sono attardato in accademia. Di nuovo > Direbbe rimproverando se stesso. Non è ovviamente la prima volta che capita. E ormai il comportamento protettivo di Sango non gli è di certo nuovo. Si limita soltanto ad aspettare un probabile ed ennesimo rimprovero. < Mi stai allenando per sconfiggere shinobi e devo preoccuparmi della pioggia? > direbbe in un tono quasi curioso verso la donna. Lo sguardo si poggia poi verso il cameriere e sorride nel vederlo così in difficoltà davanti a quel caratterino molto dominante e alle richieste precise della kunoichi. Lo sguardo si risposta verso di lei, incuriosito dalla sua domanda. Poggia dunque i gomiti nel tavolo e le mani vanno a fare da sostegno per il suo viso. Si avvicina poco con il viso, guardandola dritto negli occhi. < Avresti dovuto chiedermelo prima. > Direbbe sfidandola. < Ne ho compiuti diciotto quattro giorni fa. > Un tono flebile, per farlo sentire solo a lei. Lo sguardo serio ma un sorrisino solca il suo volto. Potrebbe essere una coltellata per lei in questo momento < Comunque si, mi piace il Sakè > Direbbe infine con tono normale, rompendo la posizione assunta precedentemente, riponendosi dritto con la schiena che poggia sullo schienale della sedia.