pioggia,cane e ramen
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Giocata dal 14/12/2020 21:57 al 15/12/2020 01:22 nella chat "Centro di Konoha Saccheggiato"
Capelli neri, sciolti che raggiungon le spalle che incorniciano un viso dagli occhi neri, scuri, intensi. L'espressione che emana apatia pura. Un classico. Il vestiario è totalmente di colore nero e prevede una felpa con cappuccio, felpata. Un pantalone lungo e delle scarpe chiuse. Legato alla coscia destra il porta armi con uno shuriken, un kunai e 5 fuuda da sostituzione. Alle mani, nascoste nelle tasche, porta i guanti senza dita con le placche di ferro che proteggono i dorsi. Sta camminando per quella che dovrebbe essere la via principale del centro con Akuma, il cucciolo di pastore italiano tutto nero, che trotterella poco più avanti con il tartufo a terra intento ad annusare chissà quale pista. Lei lo guarda di tanto in tanto ma principalmente lo sguardo sta davanti, con qualche borbottio della poca gente presente che conosce il suo pessimo carattere. Se ne sbatte, per ora. La pioggia scende incessante ormai da tutto il pomeriggio, trasformando le strade polverose di Konoha in meravigliore piscine di fango. La poca e coraggiosa gente che ha deciso di sfidare il tempaccio si ritrova riversata sotto le tettoie e lungo i muri dei locali e delle abitazioni, in cerca di protezione dall'acqua. Il Deshi, invece, cammina tranquillamente al centro della strada, coperto da un lungo mantello nero che ricopre la quasi totalità della sua figura slanciata ed atletica ad eccezione delle zona sei polpacci ove spiccano degli scarponi neri. La testa è coperta da un kasa che,nonostante tutto, non copre la vistosa chioma cremisi sapientemente legata in una coda bassa che sparisce allinterno del folto mantello, mentre sulla fonte la sua solita fascia a coprire i tatuaggi gemelli sulle sue tempie. Cammina con passo cadenzato ma rimanendo comunque flemmatico nonostante la pioggia, movimento dettato più dalla stanchezza degli allenamenti e alla fame. Lo sguardo saetta tra i presenti fino a notare la figura di Keiga e del suo pastore italiano. Li osserva con curiosità, procedendo casualmente il passo in direzione di quest'ultima. La pioggia. Ormai ci passa le giornate lì sotto che manco se ne accorge. Akuma alza il muso perchè ha spalmato il tartufo proprio dento una pozzanghera. Si ferma, starnutisce e nel riprendere guarda quella figura in avvicinamento. Inclina il musetto di lato, senza andare oltre. Lei, attirata prima dallo starnuto, avverte il comportamento solito di quando c'è qualcuno che ne attira l'attenzione. ruota quindi il capo, il tanto che basta per adocchiare l'incappucciato. Rallenta di poco il passo per poi proseguire. Non si fa di certo troppi problemi. Ed il cucciolo la segue, balzando una pozzanghera fino a tornare a trotterellare al fianco dell'umana. Touma, quando sarà più vicino, potrà vedere i triangolini rossi sulle guance della ragazza, simbolo del clan Inuzuka. Sta zitta e continua, pesta anche le pozzanghere, non fa niente. Mantiene lo sguardo sul rosso, perchè man mano ne nota i dettagli. Non l'ha mai visto ma di certo non si può dire che conosca tutta sta gente, al contrario, per via delle sue marachelle, se così si possono chiamare, molti conoscono lei. Il passo non tiene minimamente conto delle pozzanghere che vengono completamente pestate in totale non curanza, soprattutto di bagnarsi, visto che il mantello è talmente madido da inumidire il vestiario appema sotto di essi, Dal kusa si palesa un'espressione di evidente fastidio dalla situazione, soprattutto dal rumoroso brontolio del sup stomaco, appena attuttito dal rumore della pioggia <qui ci vuole qualcosa di caldo, prima di svenire dalla fame..> proferisce a mezza bocca guardandosi attorno alla ricerca di un locale a lui congeniale. Il deshi scruta ogni locale come un condor in attesa della sua carcassa, in leggero mugulio prima di fare il primo passo verso un locale che seerve ramen ma, si avvede appena in tempo del piccolo Akuma che gli taglia la strada, cosí come la figura di Keiga. Decisamente la fame ha fatto perdere do vista le persone attorno a se. Un movimento con il piede evita di pochissimo il cucciolo <Oh scusami cucciolo!> alzando appena il tono della voce. Un accenno di sguardo verso Keiga, notando i triangoli sulle guance della donna non piò fare a meno che abbozzare un placido sorriso, quindi si chinerebbe verso Akuma, allungando la mano verso lui e rimanendo fermo per permettere al cucciolo di poterla odorare <Per un attimo stavo per colpire il tuo cucciolo, ti chiedo scusa..> afferma, infine, verso Keiga. <Quel piccolo lupetto nero la sa lunga sul come approcciare le persone. Stava tenendo d'occhio da prima il ragazzo e di certo non si fa pestare aggratiss. Balza di lato, mostrando appena i dentini bianchi, ancora da latte forse. Lei si arresta, con le braccia lungo i fianchi e le mani nelle rispettive tasche del pantalone nero. Non toglie gli occhi da quel ragazzo che sembra pure dispiaciuto per aver quasi investito il cane. Cane che quando l'altro si china, indietreggia un poco, allungando il collo per cercar di annusare quella mano con la dovuta distanza. <Per farti perdonare potresti offrirci la cena> Oh le pensa tutte per scroccare una ciotola di ramen. Certo è che saprà ben ricompensare il ragazzo, nel caso la porti a mangiare qualcosa. <...> Torna poi zitta nel guardarlo. E' già tanto che abbia parlato fin da subito. Akuma però, forse troppo simile all'umana, non si avvicina a quella mano. Anzi si allontana tornando vicino all'inuzuka, dopo una bella scotolata per levare dal pelo tutta quell'acqua in eccesso. Osserva attentamente la figura del piccolo cane davanti a se, senza prestare, inizialmemte, attenzioni particolari nei confronti di Keiga, rimanendo in silenzio fino a quando il cane non si allontana dalla mano del Deshi. Ancora fermo sulla sua posiziona prona, alza lo sguardo, oltre il kusa, per poter ammirare la figura di Keiga per qualche secondo, infine un sospiro, ampio e profondo, dunque si alza facendo forza sulle gambe, mostrando una figura alta annastnaza da superare la donna <Perchè no, d'altronde non ho voglia di cenare da solo e la pioggia sta cominciando ad essere particolarmente dastidiosa..> ammette alzando per un secondo il viso verso l'alto, lasciamdo che qualche goccia accarezzi il suo viso, poi ritorna sulla donna <Piacere Touma..> si limita a dire iniziando a fare qualche passo verso locale, senza indugio. Lo guarda come se dovesse studiarlo. Ne segue i movimenti da quando è chino fino a quando torna eretto. Akuma abbaia e questo la fa abbassar il capo proprio sul cucciolo. Ma torna sull'altro quando questo accetta di offir la cena. E come al solito, e forse nello stesso momento in cui l'altro si sta presentando, anche lei parla <Andiamo, allora> Il tono di voce è profondo sebbene femminile. Gli da le spalle ed inizia a camminare. C'è Akuma che resta a guardarlo così da coprirle le spalle, in ogni caso. Ed azzarderebbe anche un lieve ringhio, facendo intravedere quei dentini bianchi, sebbene con quegli occhioni è difficile che faccia paura a qualcuno. <Ti muovi?> Alza appena la voce per richiamare il ragazzo. E' sempre così, ci vuole pazienza. Povero Touma. Inarca un sopracciglio nel vedere, amzi, il non sentire risposta dopo la sua presentazione. L'espressione è decisamente spiazzata e decisamemte perplessa mentre ne segue le forme con lo sguardo salvo poo scivolsre verdo Akuma, a cui abbozza un lieve sorriso <ha giá un bel caratterino..> proferisxe con pacatezza, nessuna ironia di sorts si condensa in quelle parole Si avvicina alla donna, si posiziona al suo fianco e continua la sua camminata verso il locale <arrivo, arrivo..> placidamente, alllungando la falcata <Sai già dove andare a mangiare?> chiede con una certa curiosità. [Chiosco] Akuma, una volta che l'altro raggiunge l'umana, si incammina trotterellando come i trentatrè trentini che entravano a Trento (?). Il tartufo viene portato a terra, ad annusare piste, odori, tracce, robe sue. Lei, con la coda dell'occhio s'accorge che l'altro l'ha raggiunta. Cammina ruotando il capo e sembra che stia per guardare lui ma si ferma prima <Qua.> Dice indicando con un cenno del capo il chiosco. Non è quello del solito vecchio ma non è male neanche qui. E muoverebbe il braccio di modo che possa superare la tendina e sedersi, della serie -prima le signore- ma è solo perchè ha le fisse e vuole controllare che non arrivi nessuno. Se l'altro entrerà per primo, si chinerà su Akuma, accarezzandolo dietro un orecchio> Solita carne? <Domanda verso il piccoletto, che scodinzola e lascia cadere la lingua a penzoloni. Abbozza un sorriso e recupera la postura eretta, lasciando che le nere guardino prima a destra e poi a sinistra. Decisamente incuriosito dalla ragazza, soprattutto dagli atteggiamenti di quest'ultima, decide di assecondarla nei nei suoi movimemti e nei suoi modi di fare. Continua a camminare ancora un pò fino a quando la donna non si ferma. Uno sguardo accurato al locale dall'esterno, poi lascia che sia Keiga ad entrare per primo, anche se non gli ha lasciato molta scelta. Dopo l'ingresso della shinobi, snche lui fa il suo ingresso all'interno del locale. Rimane un attimo fermo dsvanti l'uscio, godendo del tepore che l'interno del luogo piò domare, quindi com la destra inizia a slacciare i cordini che fissano il msmtello, lo fa scivolare doetro di se e lo afferra con la mancina, avendo cura di non bagnarsi, infine si siede <che prendo?> domanda,curioso. [Chiosco] Prende posto, sedendosi sullo sgabello. L'altro fa attenzione a non bagnare ovunque e Akuma appena entra si scotola l'acqua dal pelo, lavando dappertutto. Lo guarda, e poi torna sul banco del chioschetto <Io ramen senza le schifezze a forma di rotella, lui> Akuma <della carne. Tu prendi il cazzo che ti pare.> Stellina quanto è tenera. Appoggia poi un gomito sul bancone, in modo da girarsi verso l'altro. La mano di quel braccio appoggiato regge la testa. Le iridi nere sembra vogliano guardarne anche gli organi dell'altro. Penetranti, scuri, sembrano quelli di uno squalo. Sta cercando di capire fino a dove può spingersi quel ragazzo. Ma non riesce mai a capirlo se non quando li mette sotto pressione. Qualche sera prima non le è andata bene, magari stasera non torna a dormire nel vicolo. [Chiosco] L'interno del chiosco è abbastanza caldo da regalare un dolce teppre al deshi che, finalmente, si palesa nel suo vestiario completo. Una semplice maglia di lana a collo alto a fascisre la parte superiore del sup corpo, esile e slanciato mentre un paio di pantaloni neri fasciano le gambe, sl centro della vita una grossa cintura nera, grezza. La mano destra va a sfilare la fascia, palesando due tatuaggi gemelli che dalla fronte si muovono lungo le tempie per poi sparire tra i lembi della maglia. Strizza la fascia memtre ascolta l'ordine della donna <io prendo un ramen di carne piccante..> si limita a dire senza guardare il cuoco. Lo sguardo di studio è reciproco, se lei assomiglia ad uno sguardo, lui di certo non è da meno. Curioso, certamente. <Sei una shinobi..?> domanda a bruciapelo memtre si siede e si ports col busto di fronte al bancone <due bicchieri di sakè> comanda verso il proprietario. [Chiosco] E sembra non finire mai quel momento in cui si guardano. Lei quando lui toglie la fascia, pone attenzioni ai tatuaggi che scompaiono sotto la veste. Il naso sta già sentendo gli odori che arrivano dall'altra parte del bancone dove il cuoco sta cucinando le comande. Alla sua domanda però, sospira e schiude le labbra <No, sto portando a spasso il cane> Non ha il coprifronte, lo scorda sempre, ma ha il porta armi legato in vita, che non nasconde. E quando l'altro ordina il sakè, ha già acquistato punti. Non sa che età abbia ma a lei non lo danno mai perchè è ancora minorenne. ALmeno non deve bullizzarlo per farsi prendere da bere. Sempre ammesso che uno sia per lei e non entrambi per lui. E dopo questo, si rialza, grondando acqua, dal momento che è zuppa. Prova ad accorciare le distanze, se l'altro glielo permette e cerca di avvicinare una mano al suo petto per provar a chiuderla in pugno, così da afferrargli l'indumento, strizzandolo anche, forse. Ma non si fermerebbe perchè la stessa mano salirebbe verso il suo mento in modo da provare a farlo girare verso di lei. Si inclinerebbe in avanti, per andargli vicino, molto vicino. Diretta, senza vergogna. Una cagna, forse questo nome le si addice proprio. Le labbra che se fosse concesso potrebbero essere così vicine da sfiorarsi <Ci divertiamo, dopo?> Domanda, mentre gli occhi si abbassano sulle labbra dell'altro per poi tornare a guardarlo. [Chiosco] Continua il loro gioco do sguardi, il loro studiarsi in maniera reciproca, senza realmente abbasare la guarda. Gli occhi cremisi, furbi mentre accarezzano il profilo della ragazza, ne studia i particolari del vestiario, del viso. Alla risposta della donna affila un sorriso,sornione <diciamo che sei una ragazza che sa difendersi che porta a spasso il cane..> edulcura parecchio mentre il sake arriva sul bancone. Il primo piattino viene posto davanti a lui, il secondo davanti a lei, ma coperto dalla mano del Deshi <..nemmeno ti ho chiesto se volevi dell'altro...> ammette incassando la testa tra le spalle. Quando si sente afferrare la lascia fare, per vedere dove va a parare. Le labbra vicinissme, lei protesa in avanti, la mancina che si sposta e proverebbe ad afferrare il rispettivo fianco di lei, un guizzo sul suo volto <ti vuoi divertire?> commenta schioccando la lingua sul palato <perchè no...d'altronde dobbiamo passare la serata, no?> affilando sorriso <che ne dici di bere un sorso?> afferma, infine. [Chiosco] Grazie al cielo forse qualcuno se la ripiglia. Nonostante quella vicinanza abbassa la testa per guardar quella mano sul fianco e la rialza subito dopo, su di lui. La storia del cane, del mangiare, non risponde. Tempo perso. All'altre altre domande però, nonostante l'apatia regni sovrana, schiude le labbra <Ah-ha..> Ed annuisce. Il braccio vicino al bancone, cerca quel bicchierino di sakè, e ruota il capo per inquadrarlo meglio. Lo porta alla bocca poi, riportando le nere sugli occhi dell'altro. Alza il gomito e lascia che quella bevanda, come lava, scenda lungo la gola. Una lieve smorfia per quel bruciore ma è abituata all'alcool, tanto che non è difficile vederla ubriaca mentre fa casini per il villaggio. <E adesso che ho bevuto?> Ripone il bicchiere sul bancone, neanche troppo piano. Ma guarda le ciotole aggrottando la fronte <E la carne?> Domanda al cuoco. E niente non torna sul ragazzo. Come se per il momento bastasse così. Cerca di rimettersi seduta, perchè adesso si mangia. <...> Gli dona solo uno sguardo prima di prendere le bacchette, spezzarle ed iniziare a mangiare. Arriverebbe anche la carne per Akuma. Si sporge per prendere il piatto e poi scende dallo sgabello per darlo al cucciolo che ci si fionda senza troppi complimenti. [chiosco] i visi sono vicini, dannatamente vicini ma nessuno dei due sembra voglia cedere, una sorta di guerra di nervi tra i due. La mano non viene scostata dal fianco di lei, soprattutto visto che la ragazza non fa nulla per scostarla. Sul suo volto si disegna un sorriso sornione nel vederla calare il sake s'un fiato, quindi fa altrettanto col suo. Lo regge con la destra, lo porta alle labbra e in un movimento secco lo butta giù, una fiammata per gola e petto ma anche il deshi è abituato a bere. Alla provocazione di lei lo sguardo si assottiglia <non credere basti un bicchiere...> commenta, sornione <vediamo fin dove possiamo spingerci..> una pausa, giusto intempo perfetto per la cena <prima mangiamo però...> si limita a dire, complice lo scostarsi di lei, si rimette seduto composto allora, prende le bacchette e le spezza, quindi inizia a mangiare, anche se lo sguardo, di tanto, in tanto va a lei. edit: per tutta la durata del pasto, Rimarrano infine lì, in quel gioco di studio, sguardi e sake. [end x2]