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Rosso con Rosso non tinge

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con Rasetsu, Sango

21:14 Sango:
 Oh che tempesta coi fiocchi eh? Nulla di più bello e orribile allo stesso modo in quel momento. Acqua che scende sul viso frteddo e gelido, il bianco che diviene roseo per via del troppo freddo che le sferza sul viso. Li in quel loco, over il mare risuona tumultuoso in quella agognata uscita, in quella specie di fuga da tutto. Non ama Oto, non ama nulla, sempre in un limbo che le permette di esser ovunque ma mai dove desidera. Che carcere eh? Un mondo in tempesta ma questo è solo che il riflesso di quel che accadrà. Avanza a fatica, perfino lei cha ha la possibilità di andare in quel loco protetta non lo fa, solo con le sue vesti fradice dell'Akatsuki, con quei tonici nascosti di recupero chakra e di chakra speciale, e la sua pelle. Ma adesso sotto solo sotto una di quelle rocce che si inclinano sulla terra stessa, che possa proteggerla in un certo modo e che possa abbandonarvi in essa. Non è Ishiba, non è di Ame, è solo una donna , non è nemmeno un jonin adesso, mentre scivola su quel piccolissimo sprazzo di terra riparato e bianco che può rimanere asciutto. Una piccola insenatura che la protegge mentre il vento e la pioggia battono non verso di lei, ma contro di lei, così che l'acqua possa ancora non bagnarla. Un piccolo riparo temporaneo, ma anche per lei che ama la pioggia, tutta quell'acqua è solo di troppo per adesso. Non avanza, mantiene le gambe stese e la schiena sulla fredda e umida roccia, e le mani vicino al petto per potersi riscaldare. Perchè non rimanere in casa? Perchè non rimanere al riparo da tutto e proteggersi con quelle mura? Domande, dubbi che sorgono adesso ma ancora non ha una risposta. Solo il sentore di doversi muovere, discostare, di esser rimasta sola in qualche maniera.. ma come fa ancora a non prendere il suo fratellino la ? Rimasto a Kusa? [chakra on][vesti akatsuki][ tonico recupero chakra + speciale]

21:29 Rasetsu:
 Come da quando è uscito da Kusa e cerca d'avvicinarsi ad Oto per avere udienza dal Kokukage, gira sempre protetto o comunque pronto a qualsiasi evenienza. Non comprende il perché di tanta attesa e, inoltre, fuori dalle mura di quel Villaggio, è un ricercato coi fiocchi. Quindi, deve premunirsi e pararsi le chiappe fin quando sarà necessario. Nel dubbio, appunto, la sua innata è attiva. Si è autoinflitto una ferita sul polso, grattando con foga e recidendo una delle tante croste che si sono formate sulla pelle pallida, per poi unire il Chakra Elementale del Suiton al proprio stesso Sangue Nero. Da qui, continua ad uscire una piccola stilla di sangue. Una volta esternatosi dalla ferita aperta, inizierebbe ad aleggiare attorno alla figura del Rosso. Due lacrime di sangue scenderebbero dalle guance, fermandosi alla base del mento. Renderebbero persino gli occhi più scuri, adornati della stessa aurea maligna e divenuti altresì giallastri come quelli della piccola Serpe. Il sangue che gli aleggerebbe attorno ne ricoprirebbe l'intero corpo con una cappa composto dello stesso liquido, coagulatosi per prendere la forma d'un cappuccio che si poserebbe sul capo. La tunica scenderebbe dabbasso, sfilacciata, etera come se fosse esattamente la morte ch'è venuta a prendersi i suoi amati peccatori. Gli manca soltanto la falce, ma non è mai stato in grado d'usarla e possiede veramente poca forza per farlo. Un'aura violacea ricca di piccole scariche elettriche -insignificanti e solamente sceniche- lo dovrebbe circondare così come la tunica appena descritta. Alle estremità di braccia e gambe, si troverebbero delle goccioline nerastre che potrebbero essere usate nella creazione dei costrutti qualora ve ne sia la necessità in futuro. Veste con una camicia bianca ben abbottonata, con tanto di giaccone nero e lungo. Fino all'anno scorso, lo avrebbe portato bordeaux. Ora sembra volersi adeguare alla sua natura di Demone e a quella di capo della Yakuza. Al di sotto, troviamo un paio di pantaloni neri con righe viola scuro in verticale. Ai piedi, ha un paio di scarpe normalissime nere, chiuse. Il simbolo del Clan, pur sempre violaceo, è stato disegnato e ricamato sulla schiena. Il giaccone indossato, inoltre, è provvisto di alcune tasche interne. Vi ha inserito tre bustine di ogni Sbrilluccica, per una totalità di nove bustine. Ogni bustina trasparente ne contiene tre, per un totale di ventisette. Che fai, esci dal Paese dell'Erba e non ti porti la scorta di pilloline? Saresti soltanto un folle. Chiaramente, il vestiario sottostante è comunque visibile, ma in minor parte essendo stato poi surclassato dall'innata. Sotto i vestiti, son anche indossati un paio di vambracci ed un paio di schinieri. D'essenziale, non sembra avere nient'altro, se non qualche centinaio di Ryo per mera precauzione e dei sigilli potenzianti sul petto. Cammina con tranquillità per il promontorio, non aspettandosi proprio nulla se non l'ululato del vento. Piove, ma non gli tange minimamente, anzi permette alla stessa pioggia di bagnarne le carni e le vesti, mescolandosi col sangue Nero che lo riveste. Non s'accorge ancora di Sango, preso a bighellonare e a pensare a piani malefici o perversi per i propri locali illegali. [ Chakra ON ][ Innata ON ]

21:45 Sango:
 Il bello di quella posizione? Che può vedere chiunque si avvicendi in quei territori dalla propria posizione. Bassa si, senza dubbio, ma al limitare della propria postazione, li vicino al fuori vero della tempesta, il rumore del vento porterà al proprio orecchio ogni minimo rumore che non sia dettato da madre natura. E li ve ne è uno. L'orecchio si tende, così come il viso che si verte verso l'esterno, il viso umido che si bagna un poco e li il corpo si rimette in piedi, sporca la veste ma cosa importa quando ci sarà l'acqua a lavar via il lerciume? Nulla. Perchè si, avanza, si sposta lei stessa verso la fredda pioggia, il temporale, pronta a combattere adesso. Si sposta di poco verso fuori, una nera figura e rossa come l'altro, quanto posson esser simili in tale diluvio? Tanto, troppo forse. Eppure i piedi si spostano avanzando, non corre troppo, anzi, si sposta quasi lentamente verso lo sciaguattare dell'altro, coi propri piedi ninja semi nudi e gelidi che si spostano con rumore. Vuole far sapere allo sconosciuto che anche lei sia li, in quel loco, che possa esservi un pericolo, che lei stessa lo sia insomma! Lo sguardo che si farebbe attento, che cerca di lambire oltre l'aria, oltre la pioggia, li verso di lui, non troppo sul suo retro ma sulla sua destra < sei tu > un vociare che forse non giunge l'altro, un vociare forte per via dei tuoni mentre si trova un rosso di sua conoscenza vicino. Dieci metri quasi a distanziarli e lei non ne farebbe altri nel suo corso, anzi, rimarrebbe ferma a farsi vedere, a farsi ammirare, in quelle forme accentuate solo dall'enrome mole di acqua nel proprio essere che l'appesantisce. Non dice altro, che cosa avrebbe da dire eppure non sa cosa ci faccia lui li, in quei momenti, quando non lo ha più visto. Ma è stato anche proprio compagno in diverse missione per grazia di Oto, in quei momenti in cui ne lei ne lui conoscevano nemmeno la conformazione di tale paese. [stessi tag]

22:27 Rasetsu:
 Continua a camminare privo di vera enfasi o di una meta, soltanto per comprendere come si sia evoluta la faccenda in questi tempi. Una voce raggiunge il suo apparato uditivo di conseguenza, l'espressione che diventa seria di botto, per quanto già poc'anzi lo fosse per quanto più spensierata potesse sembrare. Attorniato dal sangue nero, in effetti, tutto appare fuorché una persona divertente o felice. Ammantato d'oscurità, questa è la sua vocazione. Strascica dietro di sé quella lunga tunica nera con il colore del proprio sangue, fermandosi e volgendo l'attenzione dunque alla volta di Sango. Gli occhi s'assottigliano, precipitandosi a comprendere se si tratti d'un nuovo nemico o di qualcuno che possa fargli passare un piacevole quarto d'ora. <Belle chiappe> La saluta così facendo, poiché mai imparerà i nomi degli altri e al momento non rammenta quello di Sango. <che ci fai da queste parti? Ah già, Oto.> Gesticolando con la mancina nell'etere. La stragrande maggioranza del tempo la passa a strafarsi, quindi non è innaturale che la memoria vacilli quando si tratta di ricordare qualcosa che neppure gli interessa. Porta ambedue le mani ad altezza dei fianchi, sostando frontale all'interlocutrice o comunque rivolgendole il volto. <Da quanto tempo.> Prosegue nel proprio dire, giusto per mantenere una parvenza di conversazione, aspettando con ansia il prosieguo e la sua stessa risposta. [ Chakra ON ]

22:38 Sango:
 Nonostante la propria voce non possa rompere il baccano di quella notte, riescono a giunger fino al rosso. Lo riconosce in quel viso, nonostante la tunica nera di sangue non sia un suo tratto distintivo per lei, e vede, più che sentire, quelle sue parole. < devi sempre chiamarmi in quel modo?> non che sia disturbata dalla questione, non che le importi proprio sebbene non sia mai stata sotto sostanze stupefacenti, insomma, una volta l'ha fatto sempre per colpa del rosso in questione. < tu cosa fai da queste parti>non ha ancora deciso cosa sia davvero l'altro, amico o nemico, anzi, alleato o non alleato. Non ha amici che possano starle dietro, ha sempre varcato troppi confini perchè una volta soltanto abbia donato qualcuno quel ruolo. Una forse. Hitomu Kibou, ma qualcuno di così tanto diverso quanto simile, un amico se così lo si possa definire, solo perchè come lei ha un sogno tanto grande quanto il proprio. Lo rispetta molto, eppure non è li adesso. Volge le spalle al Rasetsu, il nome con cui lo riconosce davvero per pii fare un cenno con la mano destra < vieni > non vi è dubbio, incertezza, odio , solo il voler avere sollievo da quel che il cielo ha donato loro questa notte. Un occhiata lunga su di lui, nonostante ne apprezzi davvero molto la bellezza del colore che porta seco, per condurlo infine in quel piccolo spazio non troppo lontano e posto controvento, così da avere un minimo di protezione in più. I lunghi capelli rosso sangue che si fanno più scuri, carichi di molta acqua, li liscia con le mani così da creare quella piccola cascata ma attendendo che l'altro arrivi infine, sempre che arrivi. < non ti ho più visto dopo la battaglia alle prigioni > ultimo loco che li ha visti alleati, ma lo sguardo intenso si poserà su di lui, vicino o lontano che sia < ne ho sentito il tuo nome ve ire invocato tanto quanto il mio. In bene o in male > no, non ha sentito altro su di lui, come se fosse scomparso, come se fosse una nuvola nel vento, per poi trovarselo li < credo che tu debba qualche spiegazione, sempre che serva e che ci sia > non sa cosa ci sia infondo, non sa quali cose ha progettato Yukio per lui. Sa solo quello che non sa. Che non è stato li a Oto, che non è stato braccato forse, ma comunque non un nome troppo discusso in quanto mukenin dell'alleanza. Attende dritta e bagnata, un gatto mezzo annegato, ma non distoglierà mai lo sguardo dall'altro, pronta a tutto. [stessi tag]

23:30 Rasetsu:
 Annuisce con vigore al primo quesito di Sango, la quale giustamente gli chiede se debba sempre chiamarla così. <Non ricordo il tuo nome, ma rammento fin troppo bene quelle belle chiappe che ti ritrovi.> Ammette, facendo spallucce e mostrando il suo solito sorrisone acchiappa-schiaffi che fa risaltare la lunga arcata dentaria. Resta nei pressi dell'altra, senza però far nient'altro che possa in qualche modo allarmarla. Sia Itsuki che Kasei gli hanno sconsigliato di rompere le palle in casa degli altri, pertanto vuole dapprima sondare il terreno e valutare la situazione. Talvolta, riesce a sfruttare quel cervello incastrato nella calotta cranica forse per errore, tanto formidabile quanto malleabile per via delle pasticche che è solito ingerire. <Sto aspettando che il vostro Kage mi faccia la grazia e mi permetta di entrare! Vedo che è molto indaffarato, dato che sto cazzeggiando fuori dalle mura.> Lascia ricadere le braccia verso il basso, a contatto con le gambe, lasciando schizzare via sia qualche goccia d'acqua piovana che di sangue nero che ancora ne ricopre il corpo. L'innata resta perennemente attiva e soltanto in questo momento la adotterebbe per creare qualcosa di suo. Lo farebbe agglomerare affinché prenda la forma di un costrutto fatto interamente di quel liquido, facendolo solidificare soltanto con il controllo mentale. Assumerebbe la grandezza di due metri per due, un quadrato perfetto che sarebbe posto in obliquo sopra la propria testa. In questo modo, oltre a poter controllare la situazione sopra e davanti a sé, l'acqua non s'accumulerà sul costrutto, ma scenderà a terra. La raggiunge subito dopo, percorrendo con lentezza la strada tra loro due, fermandosi comunque in prossimità ma mai facendosi troppo vicino. E' Sango, andiamo. E' capace d'evocare una tigre e fargliela entrare nell'ano. Non le starà mai davvero vicino. <Sai com'è> Gesticola con la dritta. <sono tornato a Kusa, dato che ho un locale che vieta l'ingresso persino all'Hasukage. Per calmare le acque, mi sono chiuso immediatamente lì, almeno nessuno poteva venirmi a rompere le palle. O almeno credevo. Yukio è parecchio incazzato con me, quindi restare nel locale finché non si fosse calmato era la mia unica soluzione.> Fa spallucce, piegando il capo verso la spalla mancina. Non sta mentendo, davvero. Per una volta, è assolutamente sincero! Perché dovrebbe dir menzogne quando lei stessa è un traditore dell'Alleanza e Yukio neanche vuole vederla nei confini del proprio villaggio? <A chi devo dare spiegazioni, belle chiappe? Sei l'unica che mi ha chiesto che fine avessi fatto. C'è chi neanche sa che ho aiutato voialtri a prendere Oto. Non è questo che speravo d'ottenere con la mia presenza. Ho un conto in sospeso con il vostro Kage, ma fa finta magicamente che io non esista!> Infastidito oltre ogni misura, fa schioccare poi la lingua contro il palato. <Non basta che quella acidella del cazzo mi stava lasciando a morire nelle prigioni.> Chiaro riferimento a Kimi, ovviamente, a chi sennò? [ Chakra ON ][ Innata ON ]

23:52 Sango:
 < Byakko > non si scandalizza, non dopo avergli sentito dire di peggio, quello è niente in confronto al suo linguaggio poco forbito < se fossi un Ishiba, ti laverei la lingua con l acido. E sarebbe la prima e unica volta > beh si, perchè dopo non ne rimarrebbe nulla. Probabilmente conserverebbe solo i suoi capelli per farci qualcosa, ma qui non siamo nel loco giusto per indagare sui possibili discernimenti di una mente poco lucida e magari malata, no? < nostro? > inarca le sopracciglia camminando, non perndendolo mai davvero di vista eppure senza sentirsi realmente in pericolo. Se morisse contro di lui sarebbe solo una questione di sopravvivenza, non di anima, e ciò ha un peso livemeente minore rispetto ad una morte qualsiasi, la propria insomma. Avanza per poi fermarsi e poterlo infine davvero vedere in viso, con quella massa nera addosso, la destra che pulisce il viso dall'acqua in modo dolce si ma deciso per poterlo ascoltare in quel che pronuncia. Le occhiaie son presenti, scure , ma lo sguardo pare attento ad ogni suo movimento . Ma passerà qaulche minuto prima di sbilanciarsi davvero in qualsiasi considerazione < Rasetsu, ti ho conosciuto in guerra al mio fianco. E' quello che mi importa. Mi sono fidata di te in quei momenti e non mi hai ucciso, attaccato, ne io l'ho fatto con te > onore. Non vi è altro dentro quel che pronuncia insomma. < sei vicino l'hasukage > fa bene ad evitare il nome, lo evita come il viso, il pensiero, si collega solo con il suo titolo come se non fosse davvero vestito da qualcuno < se solo fossi qui per mano sua, se solo fossi qui per suo volere..ti ucciderei e farei del tuo rosso solo il mangime per anime che verranno > sottile e tagliente, come lo sguardo affilato che segue prima che un sospiro venga incontro < io non ho alcun kage, Rasetsu > fuoco e fiamme che si levano con tutto quel che pronuncia, con il fuoco che divampa dentro di lei, rosso a bruciarla e voler prendere anche lui < sono qui come te, per aiutare? Oh no. Nemmeno per quello. Ma non paragonarmi mai a coloro che abitano Oto per loro nascita, sono qui solo per necessità > la verità che ha sempre pronunciato, adesso ancor più viva < stai per caso parlando di Medusa? > dopotutto in quelle prigioni non erano soli, sa i movimenti, quel che avvenuto quando lei stessa si muoveva nell'ombra, come quei due si siano forse trovati troppo vicini. Eppure entrambi legati a Yukio, oh ma in quel mondo tutti sembrano esser legati a lui nel bene o nel male e li un pensiero malsano cresce, come quel sorriso che si solleva sul viso della rossa < pensa, son pure divenuta Jonin di Oto. La questione mi lascia ancora basita..ma potrei aiutarti ad avere un incontro con Kioshi Uchiha > il kage di Oto in persona < ma avrei bisogno di te, tu che sei rimasto a Kusa > oh si, nulla per nulla insomma. E li si poggia sulla fredda roccia con le spalle, in attesa di lui. [stesse coseeeeH]

00:48 Rasetsu:
 <Byakko?> Ripete ad alta voce, il mento preso tra pollice e indice facendosi pensieroso. <Sono sicuro del fatto che non ti fossi presentata così la prima volta, ma onestamente non m'interessa.> Sincero, fa spallucce e torna ad ascoltare tutto quello che lei ha da dirgli. Il costrutto permane ancora sopra e dietro le sue spalle, piegando le ginocchia e arcuando le gambe cosicché possa prendere posto al suolo. Si mette comodo, fissando dunque Sango dal basso. E che visuale, signori! <Sicuramente non mio. Non credo d'aver mai avuto una figura di riferimento in vita mia.> Yukio non lo reputa affatto un Kage, tutt'al più un compagno di sbronze che sovente lo sgrida, ma che gli ha concesso due nipoti fuori di testa. Quei ragazzini potrebbero far esplodere il mondo da soli se non fossero tenuti strettamente a bada. <Non mi hai dato nessun motivo per ammazzarti, Byakko, a differenza di Kimi.> Acido nel pronunciare il nome della fanciulla che ha osato sperare morisse in quelle prigioni, lasciandolo al suo destino. <Io non mi sono fidato di nessuno, non vi ho considerato miei compagni. Ero consapevole che potevate colpirmi alle spalle in ogni momento e così è stato.> Ammette senza tergiversare, facendo spallucce. Solleva la gamba manca, poggiandovi contro il braccio corrispondente. L'altro, invece, viene spinto poco più indietro per sorreggerlo meglio. <Mi reputa come suo figlio e sua moglie Kurona era mia sorella. Fa parte della famiglia come io faccio parte della sua, ma ciò non implica che io debba ascoltare tutto quello che vuole.> Fa schioccare la lingua contro il palato. Si puntella la testa con le dita della mano poggiata in precedenza sulla coscia, un paio di volte appena. <Ti ho appena finito di dire che abbiamo litigato. Mi ha cacciato e sono stato definito Mukenin anche dentro il suo villaggio. Mi ha ripudiato perché non trova il nesso con quanto io abbia aiutato a fare.> Riferendosi sempre alla conquista di Oto. <Devo farti un disegnino? No perché non sono bravo e l'unica altra soluzione sarebbe quella di farti entrare qui dentro, ma temo troveresti soltanto spogliarelliste, prostitute, tuuutto coperto di tante pasticche colorate!> Allungando dunque gli arti superiori verso l'esterno con far estremamente teatrale, lasciandosi andare in una sonora quanto fragorosa risata. <NYAHAHAHAH!> Incurante di farsi sentire dai passanti o da chiunque sia lì nelle vicinanze del Promontorio. <Mi stai minacciando come fanno tutti. Non ascoltate neanche cosa io abbia da dire o quello che sappia fare. Siete una manica di presuntuosi che crede d'avere il mondo nel pugno della propria mano.> Nuovo schiocco della lingua contro gli incisivi, scuotendo mestamente il capo da un lato all'altro, totalmente in disaccordo con le minacce che gli sono appena state pervenute. <Per necessità? Perché a Kusa non puoi più tornare così come non puoi mettere piede nei paesi dell'Alleanza?> Chiede, forse in maniera troppo presuntuosa e diretta, ma non riesce a stare in silenzio. L'argomentazione è interessante, specialmente adesso che non è completamente strafatto e riesce a ragionare in maniera adeguata con qualcun altro alla sua altezza. <Medusa, Kimi. La figlia di Yukio o comunque voglia farsi chiamare. Perché vi fidate di lei? Vi volta le spalle non appena ne ha la necessità. Se l'ha fatto con me, potrà farlo con chiunque.> Pur non conscio che lui l'abbia talmente provocata da indurla ad agire in quel modo, mantenendosi sempre lontano dalle colpe che tutti gli affibbiano per un motivo o per un altro. <Dimmi i motivi della tua perplessità, allora.> Tira su col naso. <E mi sarebbe d'aiuto, ma non chiedi qualcosa per nulla.> Come poi dimostra di conseguenza. Porta gli occhietti chiari alla di lei volta, in attesa di quelle risposte. Pende dalle sue labbra adesso. <Mi sarà difficile rientrare, così come lo è stato uscire. Quindi, non prometto nulla, ma parla.> Incuriosito, non fa altro che attendere e restare cheto, per qualche istante. [ Chakra ON ][ Innata ON ]

01:07 Sango:
 < mh mh > non aggiunge altro al rosso, non ne ha bisogno così come lui non necessita di spiegazioni, entrambi accettano l'altro così com'è. < tu stesso non me ne hai dato atto Rasetsu, non uccido se non necessario > non è un orribile carnefice di innocenti, eppure li in quel mondo, chi può definirsi tale? In un modo o nell'altro, in quelle scelte anche inconsapevoli, tutti si sono macchiati di qualcosa , tutti devono essere giudicati un giorno . Ma quel tradimento di cui l'altro parla le è estraneo, così come diverse cose del rosso in effetti. Lo ascolta silente in attesa del momento propizio per insinuarsi nella conversazione < la famiglia alle volte non ci rispecchia > un sibilo che si perde nell'etere, sottile e basso, lo stesso che lei ha provato sulla sua pelle. Lei non è la sua capo clan sebbene i legami che le uniscano < non sono io quella da convincere per la tua presunta lealtà al suono , spero che questo tu lo sappia > lei è quanto di più diverso e lontano dalla mente di coloro che sono vissuti li, eppure un pensiero l'attraversa, un ricordo che sa di biondo e di occhi azzurri, e di nove code < non entrerei mai nella mente di altri, sapendo quanto possa detestare davvero quando lo si faccia con me > non sa che l'altro sia possessore di tale arte ne lo vorrebbe sapere nel caso, ma mettere in chiaro la propria posizione è il minimo adesso . Ignora, ci prova almeno! Quelle parole e pensieri fuori luogo, di tale bassezza morale la fanno rabbrividire. Non è nemmeno così pura eppure dar voce a quei pensieri celati e intimi la fanno sentire sbagliata < Ryuuma, minaccio ciò che posso reputare pericoloso. Ti ho visto combattere dopotutto, ho visto cosa potresti fare, e posso aver paura di perder ciò per cui ho combattuto > le iridi azzurre che si pongono di nuovo verso di lui, vere, sincere, due specchi in cui si nfrange l'acqua circostante < non si minaccia per presunzione, ma per paura, credo che questo possa cambiare anche la tua visione delle cose > un piccolo sincero suggerimento < ti sto ascoltando. Forse troverai in me più ascolto di quanto possa trovarne in qualsiasi villaggio, perchè nessuno di questo mi appartiene > sempre una pedina, sempre qualcuno che si muove per altri , ma sempre qualcuno che si muove solo per se stessa < non mi manca metter piede ovunque > non aggiunge altro ma la voce si fa poco più morbida, nemmeno si arrabbia col rasetsu dalla quale ha sempre avuto pensieri più o meno positivi < perchè per ognuno bisogna comprendere per cosa combatte. Se combatti al suo fianco per quella cosa, non ti volterà le spalle. Sono sicura di lei > la stessa a cui ha volto le spalle in combattimento sapendo, volendo sperare, che non le accadesse nulla. Quando si sono aiutate con le evocazioni, rispettandosi vicendevolmente ha istigato anche quel senso di appartenenza comune < jonin di un paese che non mi appartiene, è raro specialmente per Oto > solo quello viene pronunciato ancora prima che il tempo voli nella mente, che i pensieri stessi si accavallino tra loro < non i chiedo di restare > non imporrebbe mai una cosa del genere < ma voglio sapere le difese di Kusa. Chi e cosa è stato messo da parte ... sua ... nei confronti del paese dell'erba > ecco il proprio volere, alla fine sarà lei a dover togliere la vita a Yukio Kokketsuki. < sta a te dirmi o non dirmi, sei libero per me di vagare in questa terra perchè te lo sei guadagnato, ma anche libero di non incontrare mai il kokukage stesso > il bivio è li, lo pone semplice davanti l'altro , il tempo che si riduce drasticamente e la tempesta che continua a tuonare sulle loro teste. [stesse cosette]

01:28 Rasetsu:
 Si stringe nuovamente nelle spalle. Non ha altro da aggiungere all'affermazione iniziale, concludendolo così. <Non credo d'averne mai avuta una vera. Quando credevo d'averla trovata, mi hanno portato via Kurona.> Quindi, non ha mai capito cosa vuol dire davvero avere una famiglia. Forse, arrivato a questa età, non lo capirà mai davvero. <Non ho neanche mai detto che giurerò fedeltà al Suono. Non l'ho giurata a Kusa a suo tempo, cosa ti fa credere che lo farei con Oto? Mi hanno sbattuto il portone in faccia, non mi lasciano entrare e aspetto soltanto che Kioshi si ricordi che io esisto, quando mi son fatto il culo con te e Kimi per aiutarlo in questa conquista.> Inveisce ancora contro l'Uchiha il cui peccato è esattamente quello di non averlo fatto entrare nel villaggio, dimenticandosi del Rosso. <Allora, fidati delle mie parole. Se volessi fotterti> La squadra dalla testa ai piedi, voluttuoso. <e fidati se ti dico che lo farei> Ammicca di rimando. <l'avrei già fatto.> Sincero, per una volta ancora nella sua vita, sentendosi in qualche modo libero di parlare con Sango, entità neutrale a tutti gli effetti nel villaggio del Suono verso cui s'appropinqua ormai da tempo. <Se minacci ciò che reputi pericoloso> Andando oltre nel discorso, tenendo gli occhi fissi sulla figura che ha davanti a sé. <vuol dire che mostri una tua debolezza agli altri. Minacciare serve per intimorire le persone, per fare in modo che queste ultime facciano esattamente quello che tu vuoi.> Insegnamenti da Yakuza, ovviamente. <Minacciare perché impaurita non fa altro che renderti ancor più debole agli occhi degli altri.> Di tanto in tanto, riesce ad usufruire del buonsenso di cui di solito è piuttosto privo. Ma, come detto, Sango riesce a risvegliarlo bene, non soltanto perché ha due buoni e grossi motivi sul petto che lo invogliano particolarmente. <La mia presunzione mi porta a minacciare per ottenere quello che voglio. Non è un mistero il fatto che io sia il capo della Yakuza, quindi comprenderai anche i metodi differenti che passano da un lavoro all'altro.> Gesticola con la mancina in aria, lasciandola poi ricadere delicatamente sulla gamba rispettiva. Non si trova totalmente d'accordo con lei, ma non per questo sta in silenzio, tutt'al più trova un punto d'incontro per riuscire a farsi capire da lei. <Considerando che a Konoha non potevo avvicinarmi neanche prima> Per ordine di Yukio, concedendogli il possesso d'un locale privo di regole se non quella dell'assenza di queste ultime. <e che a Kusa non sono ben visto> Quanto gli manca l'ospedale voi non potete capirlo! <per non parlare di Oto che mi tiene sbattuto fuori> Fa spallucce, di nuovo. <direi che sì sei l'unica con cui io possa confrontarmi. Itsuki mi ha consigliato di farmi i cazzi miei e restare ad aspettare. Ma aspettare cosa? Ho aiutato questo villaggio con questo stesso sangue.> Facendo svolazzare una piccola goccia proprio ad altezza di Sango, a metà tra lei e lui. La controlla mentalmente, facendola coagulare. <Non mi convince e continuerà a non convincermi.> Riferendosi ovviamente ancora a Medusa che pare averlo tanto deluso. <Ti darò queste informazioni se mi farai da intermediario con Kioshi, allora. Non capisco cosa sia successo e il motivo per il quale io non possa entrare.> Sicuramente Kimi ha sparlato di lui. Sicurissimo! Non sa neppure cosa stia davvero facendo. Ha dato le informazioni di Oto a Yukio, tutti i piani e tutti i nomi dei partecipanti alla rivolta, facendosi poi cancellare la memoria per difendersi da eventuali letture della mente. E ora? Avanza le difese di Kusa per poter entrare in un villaggio che palesemente non lo vuole? Cos'hai in mente, Kokujin? [ Chakra ON ][ Innata ON ]

01:58 Sango:
 < Kurona.. credo di aver già sentito questo nome > un nome antico, pregno di un significato ormai morto, eppure risente di quel suono , di quelle sillabe < non devi dirlo a me, devi convincere chi sia che non lo tradirai per Kusa > un semplice dire < io ho i miei motivi, devi dire i tuoi > e che siano validi, molto validi insomma < non so perchè Kioshi non ti abbia fatto entrare, non mi compete. Ma potrei scoprirlo > un potrebbe grande quanto tutta Ame, ma ha molta più possibilità dell'altro di poterlo fare. Sente quel suo sguardo scivolarle addosso, lambire la stessa carne come fosse un animale < Rasetsu > sorride mesta in quel pieno di violenza che la natura sta donando loro < se tu l'avessi voluto fare, avresti solo dovuto incappare nel mio semplice desiderio > ognuno ha ciò che l'altro desidera insomma ma non sono qui per quello < debolezza? Si > lo sussurra al vento stesso mentre lente le palpebre si chiudono, lo sguardo si cela al mondo < aver paura che qualcuno possa portarti via ciò che più ami e desideri.. provare paura è umano, è in ognuno di noi.. ed è anche giusto provarla > lei stessa che quel brivido di terrore lo prova dentro allo stomaco, che la svenire la notte, che la fa non mangiare per giorni, che le tolga la stessa vita . Lente anche quelle palpebre si riapriranno solo per lui, in un lungo e dolce sguardo stranito < provar paura è anche un lusso non credi? Ti permette di esser fragile con altri, di poterti mettere in posizioni gravi.. eppure ti fa sentire così vivo e sai che quel che fai è giusto..per te stesso > solo per te stesso Rasetsu. Non lo senti lo sguardo della rossa che quasi dolce ti scivola addosso? Che ti lambisce e ti avvolge in un calore diverso da quello di una mera casa, più umano e da donna? < non sei l'unico che non si possa avvicinare ad altro, potranno comprenderti in pochi in questo momento > un discorso che volge sull'amaro stesso < Itsuki è un buon ragazzo, lo stimo a modo mio > in un dolore profondo che hanno condiviso molto tempo prima < ma è di Oto, appartiene a questa terra, ne sente il canto come quello di una sirena > un canto illusorio forse, una ninna nanna che li accoglie in quella fredda e dura cupola di terra ad avvolgerli tutti quanti < ti farò da intermediaria con Kioshi. Mi prenderò la responsabilità di averti aiutato > la stessa che potrebbe costarle la vita e la testa < se tu mi dirai tutto ciò che sai di Kusa. > un patto chiaro < tutto quello che sai. Figli, nipoti, Pierrot, tutto quanto > tutta la vita del villaggio in mano sua < una cosa che terrò per me, informazioni che verranno utilizzate per un bene superiore. Te la senti dopotutto..> e li con un colpo della schiena si drizzerebbe completamente, lo stesso corpo che si muoverebbe verso di lui, per porre i propri seni sul suo petto, la mano destra che salirebbe gentile su quel viso malefico e il viso verso il suo < Rasetsu?> una richiesta, e sa che l'altro saprà come sugellare quel patto a modo loro. [stesse coseee]

02:34 Rasetsu:
 <Già.> Commenta soltanto quando parla di Kurona, non aggiungendo altro al contesto. Parlare di sua sorella gli causa ancora tanto, troppo male. Sango avanza proposte che il Rosso potrebbe tenere in considerazione meglio di chiunque altro. Drizza le orecchie immediatamente, mentre il costrutto viene sciolto. Quello grande posto a difesa dalla pioggia torna ad essere mero sangue, evitando sprechi inutili di Chakra che potrebbe sempre tornargli utile. <Fallo.> Mormora, rialzandosi in piedi, spazzolandosi via eventuale terriccio o sporco dai pantaloni, per quanto sia coperto dal Sangue Nero. Scopri per lui il motivo per il quale è ancora fuori dalle cinta murarie di Oto. <Saprò ricompensarti.> Nuovo malizioso sorrisetto quel che compare sul viso del Demone, lasciando intendere una risposta dal doppio senso lampante, seppur miri soltanto ad una vera e propria ricompensa che sarà quella richiesta da lei. <Chiunque prova paura per qualcosa. Non posso darti torto.> Ammette, stendendo ambedue le braccia verso l'alto, arcuando la schiena, cercando di sgranchirsi le ossa del corpo in qualche modo. Piano, senza eccessivi sforzi dal momento che rischia di spezzarseli da solo, resistente come un grissino. <E' difficile fidarsi di qualcun altro che non sia te stesso in questo mondo. Specialmente se ti sbattono fuori da qualunque villaggio.> Meno male che c'è il Tanzaku, la sua seconda dimora, paladino indiscusso dei bordelli, cliente assiduo delle sale da gioco. Si trova sì d'accordo con quello proferito da Sango, ma restio ad aprirsi con lei. Ha avuto modo di farlo con ben poche persone nel corso della sua vita ed una di queste è la Yakushi che ha ancora in mano l'ospedale. Soltanto per questo non ha ancora fatto carte false per entrare di nuovo a Kusa, consapevole che nelle di lei mani l'ospedale è al sicuro. Non si lascia abbindolare da Sango; ha avuto a che fare con cosi tante prostitute pronte a fregargli il denaro in millanta modi possibili, figurarsi se la Ishiba riesce ad averlo in pugno mostrandogli un po' di scollatura (spoiler: sì). <Itsuki mi sta simpatico, devo ammetterlo.> Anche se dall'ultimo incontro non sembrava poi così felice di vederlo, specialmente quando è uscito fuori l'argomento di Kurona. Si ritrova a dover vendere Kusa a qualcun altro, in fondo perché non dovrebbe? Ha perso la memoria, dunque che il doppio gioco abbia inizio. Cosa potrà fargli Yukio? Ammazzarlo? Ha agito di coerenza, riprendendosi la loro fiducia in un modo o nell'altro. Non ha fatto niente di diverso dal solito Rasetsu. Non fidarti d'un demone: ti ruberà l'anima. <Come faccio a dirti di no?> Lascivo, la vede avvicinarsi a lui, poggiando le bombe a mano contro il petto altrui, facendosi a sua volta maliziosa per abbordarlo, palese. Classica mossa. Peccato funzioni. Sì, spoiler di nuovo. Adopererebbe il proprio sangue, facendolo nuovamente coagulare, formando una mano non molto grande ma con la quale dovrebbe riuscire a coprire il petto e la fascia alta addominale della fanciulla, avente le cinque dita divaricate come se fossero degli artigli. Senza troppa forza né cercando di farle alcun male, non farebbe altro che cercare di far penetrare il sangue tra lui e lei. La spingerebbe contro il muro della caverna dove prima era poggiata, con dolcezza quasi. Un modo come un altro per avere il controllo. Le s'avvicina, qualora lei non abbia fatto altro per ribellarsi o sottrarsi: è palese l'intenzione quanto la negazione di farle del male. Non stringe, vuole soltanto portarla di spalle al muro. Il Rosso è appena più alto di lei, quindi la differenza è quasi nulla. Si sporgerebbe in sua direzione, il capo che ruota e la lingua che vien sporta fuori. Un passaggio fugace di quest'ultima contro la pelle del collo altrui, qualora -ovviamente- non si sia ritratta prima o non abbia cercato di fermarlo. <Non farmene pentire, Byakko> Roco il tono, occhi schivi. <per il bis, mi trovi al Tanzaku. Porta le tue informazioni ed io porterò le mie.> Soltanto allora avverrà lo scambio. [ END ][ Innata ON ]

03:01 Sango:
 < mh ? > solleva quel sopracciglio, sorpresa da quel suo ergersi di nuovo, da quel suo tono fermo e ferrei e l'unica ricompensa che vuole, che desidera, farò probabilmente capitolare giù kusa < non so cosa ti spinge a venire Oto, ma se mi doni questo, deve essere molto importante > troppoo perfino, ma non sa nulla di quel suo legame con la Yakushi, di come lei stessa sia legata a quella donna in modo troppo simile < lo comprendo bene , sono stata scacciata fuori da Kusa e konoha. Non desidero nell'una nell'altra, tu si? > chiede ancora a voler incedere in quel che sia davvero l'altro < spero tu lo faccia solo per te stesso > un desiderio di puro egoismo che si pone per lui, come un dolce canto ad avvolgerlo nella voce bassa e calda, un roco calore a volerlo avvolgere < non devi dirmi di no > un sussurro ancor più lascivo, un desiderio solo di carne e sottomissione che sfocia dalle morbide labbra rosee che si asciugano di quelle piccole gocce di pioggia che rigano il viso e che lo segnano . Si avvicina, pone il seno su di lui a sentirne il calore, la mano che sorvola tutto per quel viso, . La mano che si forma sul petto, sa che potrebbe farle male, che potrebbe ucciderla, eppure si trova solo nella pressa tra lui e la terra stessa, con un peso sul petto e le gambe divaricate . Pochi sono i centimetri che li separano, li ove volge il viso e la labbra si schiudono dolci come un fiore tra la neve più densa e un caldo respiro a trascinarsi verso di lui , in un ansimo basso e intenso che sorge soave dalla propria gola ad assaporar quell'assaggio < Rasetsu >non ansima, pronuncia quel nome con estrema lucidità, non si lascerà andare per chiunque ma quel rosso sprigiona ovunque < il bis non esisterà al tanzaku , lo sappiamo bene entrambi, ci possiamo solo accordare per le informazioni , nient'altro > avvisa, penetra e vuole farlo a modo proprio in quel suo essere demoniaco . Non vi sarà altro oltre questa notte, non di pensato, architettato, e li porrebbe se potesse la propria gamba destra attorno ai suoi fianco per attrarlo su di se, la carne nuda che si poggerebbe se permesso su di lui senza alcuna forza se non quella della gravità verso se, un poco piegata verso il muro e il bacino verso di lui. Ma tutto il resto, se accadesse o meno non verrà raccontato in questa storia. Sarà un libro per adulti magari, oppure non sarà successo altro. Adesso è tutto merito del rosso che ci troviamo in mezzo , no? [enx]

I due rossi si incontrano infine, lei cercando risposte, lui cercando domande, tutti e due che si trovano ad aver un fine comune e parlare.

Rasetsu e Sango decidono di interagire ulteriormente, lei facendo da tramite con Kioshi, lui rivelandole posizioni e cose di Kusa.



Bellissimo , ship