La morte ad ogni passo
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Giocata dal 07/12/2020 21:00 al 08/12/2020 03:02 nella chat "Prateria della Memoria"
[Prossimità monumento] Il sole invernale ha ormai ceduto il passo alla luna, nonostante il suo splendore sia oscurato dalle folte nembi di tempesta che imperversano su tutta la zona. Lo scroscio temporalesco è forte e insistente, ovattando tutti gli i rumori della zona. Il Deshi si muove in quella zona, in prossimità del monumento ai caduti di Konoha. Un ungo mantello nero ricopre e spezza la figura longilinea del ragazzo, ad eccezion fatta del cappuccio, lasciato volutamente calato, palesando una lunga chioma color cremisi raccolti in una semplice coda di cavallo. Si guarda attorno, lo sguardo che punta prima in direzione della torre di guarda,poi giarda in direzione diametralmente opposta,verso Konoha. un profondo sospiro mentre fa qualche passo verso il monumento,zona in cui probabilmente sosterà. Un lungo pantalone nero, aderente alle forme della fanciulla, ne copre le inferior leve. E' sorretto da un cinturone in cuoio con fibbia argentata, avente sul fianco mancino dei ganci per i foderi delle rispettive katana. Non si separa da nessuna delle due, fedeli compagne di battaglia nel corso di tutta la sua esistenza come Ninja. A coprire l'addome, una camicia bianca con il colletto ben piegato, poggiato sui lati e lasciando visibile parte del collo e il ciondolo con il simbolo del Clan Uchiha. Al di sopra, vi è un maglione nero che ne fascia l'addome permettendole di stare anche al caldo, per via delle temperature prettamente invernali che stanno raggiungendo anche Konoha. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri rinforzati metallicamente tramite degli schinieri. Sotto le maniche della camicia, sono stati posizionati anche dei vambracci per qualunque evenienza. Infine, come ultimo vestiario visibile e da mesi poggiato sulle sue spalle, l'haori bianco da Hokage con la dicitura recante il suo ruolo di Decimo sulla schiena in rosso capeggia fiero. Il coprifronte della Foglia è ben legato tra i capelli rosei della fanciulla, lunghi sino a metà della schiena in piccoli boccoli curati e profumati. Con sé, ha portato soltanto qualche tonico coagulante e di recupero chakra, nessun'altra arma od oggetto essenziale oltre alle proprie spade e al Ninjutsu che sa utilizzare alla perfezione. Piove, quindi ha deciso di portarsi dietro un ombrello trasparente, ma che funziona perfettamente per quello che deve. Ha bisogno di staccare sovente, quindi ha lasciato la bambina alla balia che l'aiuta quando è a lavoro, cosicché possa rilassarsi almeno cinque minuti e scegliere, magari, di far visita alla madre proprio alla Prateria della Memoria. Passi lenti i suoi, affatto frettolosa nel suo fare, godendosi il rumore della pioggia che scende dal cielo notturno. Nell'avanzare e nell'avvicinarsi alla struttura che funge da commemorazione, una figura dovrebbe spiccare direttamente agli occhi chiari dell'Hokage. <'sera.> Un saluto, niente di più e niente di meno, educazione che non ha mai dimenticato. [ Chakra ON ] Lo sguardo rosso si perde sul monumento commemorativo,silente ne contempla la bellezza artistica così come l'importante valore simbolico attribuitogli.Non una parola, solo in leggero movimento delle mani che sbucano dalla mantella che, palesando delle fasciature che avvolgono il polso fino all'avambraccio, vanno a siatemare la grossa fascia nera che tiene sulla sua fronte, ormai appesantita dalla pioggia.Gli occhi si chiudono lentamente, mentre mormora quello che sembrerebbe una nenia, spezzata dalla voce che sopraggiunge nel luogo <sera..> proferisce con tono neutro, posato,adatto al luogo che ospita le due figure. Uno sguardo veloce per notare,in un secondo momento, la caratura della persona al suo fianco. Si porta con un movimento rapido in direzione della donna, quindi un inchino, formale <perdonatemi Hokage, ero talmente assorto nei miei pensieri che non ho prestato attenzione al vostro arrivo, vogliate perdonarmi..> rimarrebbe dunque in quella posizione, in quell'inchino mantenuto a discapito dei capelli che, a causa del peso e della pioggia, scivolano pesantemente verso basso, coprendo il volto del Deshi. E' ormai da tanto tempo che non s'avvicina alla Prateria della Memoria. Non ha letteralmente mai il tempo per muovere un passo fuori dal proprio ufficio o dalla magione. In fondo, è appena diventata madre, quindi non è tanto fuori luogo il mero fatto che sia oltremodo impegnata, come se il ruolo che ha non le dia abbastanza turbe. Un sospiro quello che proviene dalle sue labbra schiuse, le spalle appena incurvate per via della pesantezza che avverte sulle stesse, per quanto metaforica possa essere. Gli occhi chiari vengono rapiti, poi, dalla figura che pare averla riconosciuta, inchinandosi persino in fronte a lei. <Dovresti inchinarti di fronte a loro> Indicando il monumento recante il nome dei morti al quale si è soliti fare visita. <io non ne ho bisogno.> Ammette con un piccolo sorriso di circostanza, dal momento che questa non vuole sembrare una ramanzina, ma soltanto un commento a caldo come fa di solito. <Spero di non averti disturbato io, non credevo ci fosse ancora qualcuno in giro a quest'ora.> Commenta alla di lui volta, stringendosi appena nelle spalle e soffermandosi a qualche metro di distanza da Touma, non volendo invadere in maniera fin troppo fastidiosa il suo spazio vitale. La pioggia continua a cadere, scivolando sulla tesa dell'ombrello che ancor le difende il capo. <Hai bisogno?> Indicando appunto l'oggetto che regge nella dritta, qualora gli dovesse tornar comodo a sua volta potrebbe facilmente condividerlo. [ Chakra ON ] La pioggia fa da eco al silenzio che incombe nell'ambiente circostante. Son lunghi attimi in cui il Deshi rimane inchinato dinnanzi all'Hokage, fino a quando non è lei a spezzare il silenzio. Alza la testa verso la donna, contrapponendo il suo sguardo cremisi a quello chiaro della sua interlocutrice, infine si mette in posizione ritta, annuendo alle parole di Furaya <Il mio saluto viene sempre rivolto a coloro che son caduti per il villaggio, è a loro che dobbiamo più rispetto..> non vi è stucchevolezza in quelle parole, sono una profonda convinzione in quello che crede <Vi ringrazio comunque della vostra gentilezza..> commenta abbozzando un sorriso, appena tirato, di circostanza. Scrolla dunque la testa, facendo oscillare la pesante coda dietro di se <No, non mi avete disturbato..> umettandosi le labbra <..anche io credevo di non trovar nessuno in questo luogo, a quest'ora...> incassando la testa tra le spalle, poi volge lo sguardo verso il monumento <Ogni tanto fa bene venire qui..> ammette, mantenendosi sul vago, infine un cenno con il capo <Quando vengo qui tengo sempre il cappuccio abbassato in segno di rispetto per i nostri cari, ma non posso di certo rifiutare la vostra gentilezza..> commenta avvicinandosi verso l'hokage e attendendo la condivisione dell'ombrello. Mentre si avvicina allunga la dritta verso la fronte, afferra la fascia e lentamente la sfila via, palesando due tatuaggi simmetrici che dai lati dell fronte scivolano in maniera spigolosa verso il rispettivi sopraccigli, un motivo inusuale. Decisamente. Ascolta con attenzione le parole di Touma, senza perdersi neanche una d'esse. Gli occhi azzurro cielo si spostano dalla pietra che racchiude tutti i nomi dei defunti ai lineamenti del volto altrui. Vi sosta qualche istante, un piccolo sorriso che prende forma in risposta alle parole pronunciate da questi. <Coloro meritano tutto il rispetto che riusciamo a dargli, in qualunque forma, anche quella più silenziosa.> Commenta, mentre la mancina scivola a contatto con la pietra, come se fosse un saluto, come se fosse una tacita preghiera da rivolgere a questi ultimi. Un sospiro, piccolo e lento, che va via assieme al vento. <Dammi del "tu", per favore, e chiamami Furaya.> Come al solito, predilige che vi sia un clima confidenziale, seppur sia proprio questo suo modo di fare che ha portato molti a tradire, non vedendola probabilmente adibita al comando che cerca di instaurare. Non vuole essere un dittatore, per quanto tale sia stata comunque definita poiché volenterosa di portare la pace a qualunque costo, senza guardare in faccia nessuno. <Cerco d'uscire in tarda serata, magari evito la trafila di gente che mi chiede nuove direttive o novità sulla nascitura.> Sghignazza al sol pensiero, scuotendo appena il capo, volendo questa essere una battuta o provandoci almeno. <Non serve prenderti un malanno per onorare i defunti. Sono sicura che loro non vorrebbero questo.> Afferma alla di lui volta, mentre protenderebbe il braccio destrorso anche in sua direzione, facendo sì che il capo altrui possa essere oltremodo coperto e difenderlo dalla pioggia battente della sera. <Hai perso qualcuno di molto caro?> Ma si rende conto che forse non è la migliore delle domande da fare. <Perdona la sfacciataggine. Comprenderò se non vuoi rispondere.> Brava, raddrizza il tiro. Le relazioni umane non sono il tuo forte. [ Chakra ON ] Lo sguardo è fisso sulla monumento scolpito con maestria mentre la destra ne va ad accarezzarne la viscida e fredda pietra. Annuisce dunque alle parole dell'hokage <Concordo pienamente..> si limita a dire lasciando che adesso sia il silenzio a fare da padrona tra i due. Le mani scivolano lungo fianchi e vanno a sparire dentro il mantello. Un piccolo cenno col capo all'approccio confidenziale della donna, quindi annuisce <Va bene..Furaya...> un leggera pausa seguito da un sorriso <Io sono Touma..> si limita a dire posando lo sguardo verso Furaya, increpando le labbra in un tiepido sorriso. Ascolta le motivazioni della sua interlocutrice con molta attenzione, facendo un piccolo ghigno, un mezza risata <Chiunque ha bisogno di un attimo per rimanere da soli con se stessi, credo che sia fisiologico ed aiuta la propria mente, non trovi?> abbozza cercando anche lui di mantenere il tenore confidenziale che la conversazione ha preso. Si limita ad annuire mentre si accomoda sotto la protezione dell'ombrello. Alla domanda dell'hokage rimane in silenzio per lunghi istanti, riempiendo i silenzi con profondi ed ampi sospiri <Non sei sfacciata Furaya..> socchiude gli occhi per un istante <...dopotutto è un luogo commemorativo questo...> ammette con una certa schiettezza. Si umetta le labbra <Ayano, mia sorella..> Si limita a dire, quasi mormorato <Tu? Vieni anche tu a commmemorare persone a te care?> Una pausa, breve <Ovviamente sei anche tu libera di non rispondere> conclude, placidamente. Socchiude le palpebre per pochi istanti, assaporando quel silenzio interrotto soltanto dal cadere della pioggia tutt'attorno a loro. Gocce che si poggiano sulla tesa dell'ombrello, scivolando piano sin sul terreno, unendosi alla nuda terra. <Piacere di conoscerti, Touma.> Capo che ruota e le permette d'adocchiare la figura altrui, a cui rivolge un altro innocente sorriso di circostanza. Non è bene far notare agli altri quanto difficile sia la sua vita di recente, quindi nasconde, come sempre ha fatto, qualunque evento negativo che possa abbattersi sul suo viso e sull'espressione, a meno che non si tratti di gente fidata che la conosce anche fin troppo bene; gente con cui magari condivide persino un sigillo empatico. <Aiuta a prendere coscienza di se stessi, a capire bene cosa siamo e cosa vogliamo essere, aiuta a fare mente locale.> Su qualunque argomentazione, qualunque vicissitudine possa infastidire o tormentare l'animo umano in questione. Di conseguenza, si trova ovviamente d'accordo col dire dell'altro. Per fortuna, non risulta essere sfacciata e Touma sceglie persino di risponderle, facendo in modo che si senta meno fuori luogo dopo quanto pronunciato. <E' successo di recente?> Ci sono battaglie ogni giorno, missioni nelle quali alcuni ninja tornano ovviamente deceduti o non tornano affatto. Se ne dispiace, tanto da serrar nuovamente le palpebre e rivolgere preghiera verso l'anima altrui. <Solitamente, vengo a trovare mia madre e mio fratello, oltre a vecchi amici caduti in missione.> Hiashi e Shusui, principalmente. Non lo dice con tristezza, è come se venisse davvero a trovare qualcuno di caro, quindi ormai lo fa col sorriso. Niente e nessuno li riporterà indietro. <Mi hai concesso risposta, quindi sarebbe ingrato non farlo a mia volta.> La sacra legge della parità. [ Chakra ON ] <Il piacere è tutto mio..> asserisce con un sorriso di circostanza. Lascia nuovamente che il silenzio faccia da padrona, come se parlare possa rompere la magia di quel luogo . Il capo ruota in direzione di Furaya, osservandone la figura coperta dal mantello simbolo del suo status di hokage, osserva ogni singolo movimento, ogni sua reazione, il tutto cercando di non essere molesto o fuori luogo. Annuisce alle sue parole abbozzando un leggero sorriso <..concordo..alle volte venire qui mi fa sentire un pò meno solo..> commenta con un filo di amarezza. La mancina, nascosta dentro il mantello si stringe un pugno, serrato. Lo sguardo si porta nuovamente sul monumento, si morde il labbro <Un paio d'anni, ma è ancora una ferita aperta..> commenta con un filo di amarezza <era una shinobi..> si limita ad aggiungere prontamente. Le iridi cremisi vanno ad incastonarsi sul volto di Furaya, ascoltando per chi viene, per chi prega <Abbiamo molte persone a cui volgere le nostre preghiere..> ammette con un sorriso, cercando di smorzare la malinconia del monento <Alle volte le ferite son talmente ampie che il solo parlarne provoca dolore...avrei accettato anche il tuo silenzio..> ammette con la tranquillità di chi sa benissimo cosa si prova ad avere ferite aperte nel proprio animo. Le parole di Touma fanno sì che possa esporsi a propria volta. <Nella mia carriera da shinobi> Poiché qualora parlasse di vita, potrebbe citare soltanto pochi decenni, seppur pare ne siano passati il triplo, tanto da farla sentire vecchia dentro per quanto fuori non lo sia. <ho subito tante perdite, come tutti gli altri che hanno partecipato alle guerre del passato e del presente.> Una di quelle più recenti riguardanti il Finto Dio ed Hotsuma Oboro, per non parlare di quella imminente col Villaggio del Suono e la Yugure. <Le ferite fanno sempre parte dell'animo umano, a prescindere da quanto tempo sia passato, non fanno altro che ricordarti esattamente quello che è successo affinché non venga mai dimenticato.> Un discorso che, per quanto rivolto sia a Touma, pare sia rivolto alla stessa pietra che rappresenta tutti i nomi di coloro che sono caduti in battaglia, in particolar modo. <Probabilmente, anche la tua ferita non sanerà mai. Quando si perde qualcuno di caro> Le sopracciglia si piegano appena verso il centro della fronte, come se fosse appunto una questione importante della quale discutere ed abbia bisogno d'attenzione ai particolari. <è come perdere un pezzo di noi stessi.> Mancina che sale ad altezza del petto, vicino al cuore, mentre l'ombrello permane nei pressi d'entrambi, al centro esatto, riuscendo in questo modo a coprire sia l'una che l'altro senza che nessuno si bagni eccessivamente. <Avrei voluto portare dei fiori> Ammette, stringendosi appena nelle spalle. <ma non ho avuto il tempo materiale per passare a prenderli. A volte, vorrei tanto avere più tempo per dedicarmi a queste cose.> Un piccolo desiderio che forse non dovrebbe esprimere, ma che si sente adesso in dovere di fare. [ Chakra ON ] <Immagino che sia la cosa più difficile da digerire...> aprendosi un pò per volta, seguendo il modo confidenziale della donna <..subire perdite, amici, conoscenti..non credo che sia una cosa facile..> continua con tono greve, basso. Le iridi accarezzano la pietra, leggendo qualche nome inciso, cercando di immaginarne la persona <Immagino che tu abbia ragione..> commenta riferito alle ferite, portando di richiamo la mano destra al petto, proprio sotto il cuore <Son passati anni, ma sento come se fosse successo ieri..> sorridendo amaramente, poi incassa la testa tra le spalle, abbozzando un lieve sorriso <magari, la prossima volta possiamo ritrovarci a pregare i nostri cari, li porto io i fiori così da non dovere pensare a queste cose...> un ghigno <Sempre se gli impegni all'accademia me lo consentiranno> glissando il discorso su altro <A cosa vorresti dedicarti in questo momento, se potessi farlo, ovviamente..> posando lo sguardo su di lei con un velo di dolcezza e premura, mantenendo comunque un certo distacco.
<Immagino che sia la cosa più difficile da digerire...> aprendosi un pò per volta, seguendo il modo confidenziale della donna <..subire perdite, amici, conoscenti..non credo che sia una cosa facile..> continua con tono greve, basso. Le iridi accarezzano la pietra, leggendo qualche nome inciso, cercando di immaginarne la persona <Immagino che tu abbia ragione..> commenta riferito alle ferite, portando di richiamo la mano destra al petto, proprio sotto il cuore <Son passati anni, ma sento come se fosse successo ieri..> sorridendo amaramente, poi incassa la testa tra le spalle, abbozzando un lieve sorriso <magari, la prossima volta possiamo ritrovarci a pregare i nostri cari, li porto io i fiori così da non dovere pensare a queste cose...> un ghigno <Sempre se gli impegni all'accademia me lo consentiranno> glissando il discorso su altro <A cosa vorresti dedicarti in questo momento, se potessi farlo, ovviamente..> posando lo sguardo su di lei con un velo di dolcezza e premura, mantenendo comunque un certo distacco.
<Immagino che sia la cosa più difficile da digerire...> aprendosi un pò per volta, seguendo il modo confidenziale della donna <..subire perdite, amici, conoscenti..non credo che sia una cosa facile..> continua con tono greve, basso. Le iridi accarezzano la pietra, leggendo qualche nome inciso, cercando di immaginarne la persona <Immagino che tu abbia ragione..> commenta riferito alle ferite, portando di richiamo la mano destra al petto, proprio sotto il cuore <Son passati anni, ma sento come se fosse successo ieri..> sorridendo amaramente, poi incassa la testa tra le spalle, abbozzando un lieve sorriso <magari, la prossima volta possiamo ritrovarci a pregare i nostri cari, li porto io i fiori così da non dovere pensare a queste cose...> un ghigno <Sempre se gli impegni all'accademia me lo consentiranno> glissando il discorso su altro <A cosa vorresti dedicarti in questo momento, se potessi farlo, ovviamente..> posando lo sguardo su di lei con un velo di dolcezza e premura, mantenendo comunque un certo distacco.
<Immagino che sia la cosa più difficile da digerire...> aprendosi un pò per volta, seguendo il modo confidenziale della donna <..subire perdite, amici, conoscenti..non credo che sia una cosa facile..> continua con tono greve, basso. Le iridi accarezzano la pietra, leggendo qualche nome inciso, cercando di immaginarne la persona <Immagino che tu abbia ragione..> commenta riferito alle ferite, portando di richiamo la mano destra al petto, proprio sotto il cuore <Son passati anni, ma sento come se fosse successo ieri..> sorridendo amaramente, poi incassa la testa tra le spalle, abbozzando un lieve sorriso <magari, la prossima volta possiamo ritrovarci a pregare i nostri cari, li porto io i fiori così da non dovere pensare a queste cose...> un ghigno <Sempre se gli impegni all'accademia me lo consentiranno> glissando il discorso su altro <A cosa vorresti dedicarti in questo momento, se potessi farlo, ovviamente..> posando lo sguardo su di lei con un velo di dolcezza e premura, mantenendo comunque un certo distacco.
<Immagino che sia la cosa più difficile da digerire...> aprendosi un pò per volta, seguendo il modo confidenziale della donna <..subire perdite, amici, conoscenti..non credo che sia una cosa facile..> continua con tono greve, basso. Le iridi accarezzano la pietra, leggendo qualche nome inciso, cercando di immaginarne la persona <Immagino che tu abbia ragione..> commenta riferito alle ferite, portando di richiamo la mano destra al petto, proprio sotto il cuore <Son passati anni, ma sento come se fosse successo ieri..> sorridendo amaramente, poi incassa la testa tra le spalle, abbozzando un lieve sorriso <magari, la prossima volta possiamo ritrovarci a pregare i nostri cari, li porto io i fiori così da non dovere pensare a queste cose...> un ghigno <Sempre se gli impegni all'accademia me lo consentiranno> glissando il discorso su altro <A cosa vorresti dedicarti in questo momento, se potessi farlo, ovviamente..> posando lo sguardo su di lei con un velo di dolcezza e premura, mantenendo comunque un certo distacco. <Credo sia molto brutto quel che sto per dire.> Lo anticipa, in modo che non se ne abbia male nel momento in cui pronuncia quel che sta per dire. <Ad un certo punto della tua vita, ti abituerai anche a perdere chi hai di fianco.> Parla lei che letteralmente ha perso chiunque si fosse innamorato di lei o di cui lei stessa s'era invaghita. <Le ferite ci saranno sempre, ma inizierai a vedere la morte con occhi diversi. Sai che è una compagna che ti segue in ogni battaglia, che è pronta dietro l'angolo a raccogliere il tuo corpo e la tua anima.> Un discorso macabro e sinistro per chi è appena diventata madre ed ha dunque appena dato la vita a qualcuno. Sospira, la mano che prima aveva portato al petto or risale sino alla fronte, dove scosta alcune ciocche dietro l'orecchio. <E' un'ottima idea.> Incontrarsi di nuovo lì per pregare i loro cari e fare in modo che lui possa portare dei fiori. <Mi daresti una mano non indifferente.> E l'accetta volentieri, proprio perché il tempo materiale non riesce a trovarlo, specialmente adesso che è diventata madre e deve stare attenta a qualunque esigenza della bambina. <L'Accademia non è così pesante come credi. Devi soltanto seguire le lezioni con costanza, in modo tale da non restare troppo indietro.> Gli spiega, cercando ovviamente di invogliarlo a seguire comunque la via del ninja, anche perché sembra essere tranquillamente improntato già di sua volontà. Ci pensa qualche istante, facendosi pensierosa, innanzi alla domanda che le viene posta in ultimo. <Sarebbe banale, ma vorrei essere una persona normale.> Priva della fama che possiede, delle guerre e dei brutti ricordi di questi ultimi, delle cicatrici che ha addosso e che fanno parte di lei, anche quelle invisibili. <Dedicarmi esclusivamente alla mia bambina, vederla crescere e non doverla lasciare sempre alle cure di qualcun altro. Smettere di combattere, ma so che non è possibile.> Scenderà sempre in prima linea finché campa per Konoha, per la Pace, per l'Alleanza.Fuoco nelle iridi, orgoglio nel cuore. <Tu, invece?> Di rimando. [ Chakra ON ] Le parole vengono ascoltate con attenzione da parte del Deshi e un sospiro gonfia il suo petto,profondo, lento <Non è biasimevole quello che hai detto..> commenta a caldo osservando il monumento con più attenzione, un sorriso <Mia sorella mi diceva sempre che la via dello shinobi è legato a doppio filo con la morte..> gelido nel tono. L'attenzione si riporta a Furaya che pare abbia cambiato di scorso <Basta che mi dici che fiori vorresti e li porterò qui..> più caldo nel tono, adesso, poi un sorrio, fleblile <non vedo l'ora d'iniziare..>commenta enfatizzando quella voglia con un cenno con la mano che sbuca fuori dal mantello.Infine si ferma ascoltare le parol e i desideri dell'hokage alla quale ridponde con un sorriso <è comprensibile...ora che sei diventata madre è un desiderio che si fa pressante...> una pausa per poter riprendere dopo qualche istante <mi stupirebbe il contrario...> ammette con un tenue sorriso in sua direzione, poi uno sguardo verso la torre di guardia, giusto qualche istante<io adesso faccio ritorno in città ma...ho un'idea..> voltandosi verso l'hokage con espressione sprezzante <perchè non torni con me e ci fermiamo per prendere un the caldo? Riscaldiamo le nostre ossa, tu puoi prendere un altro pò di tempo per rilassarti e poi facciamo ritorno nelle nostre dimore..> lo sguardo ricerca quello della giovane <ovviamente sempre se vuoi e se non hai altri impegni> commenta infine iniziando a coprirsi meglio per uscire dalla protezione dell'ombrello. Qualora la donna scegliesse di seguirlo allora aspetterebbe l'hokage per iniziare a muovere i primi passi verso la città, altrimenti si congederebbe per far ritorno verso la città da solo [end] Vi annuisce, la testolina che s'alza e s'abbassa. <Purtroppo, è proprio così. Quando usciamo dall'Accademia, siamo già addestrati alla morte.> Un lento sospiro, un altro commento poco piacevole. <Di conseguenza, cammina di pari passo al nostro, pronta a supportarci, a portarci con sé. Viviamo con la sicurezza che non ci abbandonerà mai.> Si stringe appena nelle spalle, probabilmente per via del freddo che le penetra nelle ossa. L'ora s'è fatta tarda, la pioggia continua a cadere incessante, quindi prende di buon grado l'offerta dell'altro di tornare indietro. <Vanno bene qualsiasi fiore, a dire il vero. A loro basta essere ricordati nella memoria delle persone, non devono essere dimenticati finché c'è qualcuno ancora in vita che era legato a loro.> Un ultimo saluto quello che rivolge in direzione del monumento ai caduti, tendendo nuovamente la mano sotto la pioggia, carezzando la nuda roccia e portandola di nuovo a contatto col fianco corrispondente. <Ti seguo.> Gli rivolge un altro piccolo sorriso prima d'avviarsi assieme a lui, dunque, seguendone i passi e dividendo ancora l'ombrello con Touma. <Dobbiamo fare la stessa strada e un thè caldo non potrebbe che farmi piacere, prima di tornare a casa.> In questo modo, potrà portare qualcosa anche alla babysitter o a chi di dovere, in modo che possa ringraziarla per l'enorme lavoro che fa ogni volta per lei. Infine, quindi, ancor parlottando tra di loro, s'avvieranno verso il villaggio. [ END ]