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con Raido, Hoshiko

22:41 Hoshiko:
 Meravigliosa la Luna alta nel cielo, si mostra nella sua pienezza, nonostante le imperfezioni e la sua superficie butterata esattamente come gli animi degli esseri umani. Non è questo il momento, però, di innalzar le sue lodi, altri sono i pensieri che ottenebrano la lucidità della sua mente, fin troppo molestata dal sol desiderio di vendicare i compagni caduti, sgretolar tra le mani il diominio dei Bastardi che hanno messo in ginocchio il suo popolo, regnando con il terrore, imponendo il loro dominio attraverso una crudeltà ingiustificata ed insensata. <Maledetti...> sussurra a voce sommessa nel mentre proseguono le falcate lungo il corridoio che la portano alla camerata condivisa con Raido, ormai da tempo ne accetta la presenza continua all'interno delle sue giornate, diventando il suo punto di riferimento, la colonna portante al quale aggrapparsi quando il Mondo la lascia affogare, senza darle la possibilità di respirare. Eppure, vi sono cose che non possono essere rivelate, marciscono nello stomaco, una carcassa in putrefazione con gas così tossici da avvertir malessere in ogni particella del corpo. Mancina sollevata per poggiarsi sul pomello della porta lignea, un voler varcare la soglia interrotto però da un dettaglio non indifferente. Scivola lo sguardo sul pavimento, là dove una lettera per essere stata infilata al di sotto dell'infisso legnoso, stessa tecnica rimembrata al richiamo precedente effettuato dallo strano tizio mascherato. S'assottigliano le palpebre, raccoglie il cartaceo richiudendo l'uscio alle sue spalle <mh..> mugugnio mescolato allo scacciar dell'aria attraverso le narici, che sia di nuovo lui? Legge il contenuto ed istintivamente l'attenzione scatta sul cassetto del mobile dove, riposta, vi è la maschera recuperata con minuziosa riservatezza. Quindi può svuotar il peso fin ora trattenuto, tuttavia, un dubbio sboccia nel cuore, possibile che sia immischiato anche il Jonin nella faccenda? Schiocca la lingua biforcuta contro il palato prima d'appurar la presenza del Compagno nella stanza <Raido...ci sei?> magari è in bagno, chi lo sa. Smuove i passi per avvicinarsi al Fusuma, picchietta con la nocca sul rinforzo <Ohi..> delicata, dalle tonalità dolci seppur lascino trasparire un velo di serietà e preoccupazione <dobbiamo parlare sai?> informa allontanandosi di qualche passo. Minuta la statura, non più di centocinquanta centimetri, ciò che spicca sono sicuramente i capelli, una cascata argentea e setosa terminante le fosse di venere. Epidermide chiara come la Luna; accentuata la colorazione degli occhi esaltati da un leggero trucco a valorizzarne la forma. Curve accattivanti, ma saranno i fianchi ad essere più sviluppati del seno, coperti da abiti scolareschi: una gonna con i volant verde lunga sino metà coscia, camicetta castigata fin sotto la gola dove, un nastro infiocchettato, ricade morvido sul petto, parigine nere tuffate in stivaletti semplici ed una cinghia in cuoio che la aiuta a trasportare le classiche armi. Kunai, Fuuda, carte bomba e fumogeni. Le mani sono guantate, eccetto l'unghia dell'indice, appuntita e nera dove, attorno alla falange, vi è attorcigliato un anello d'oro a forma di serpe. Ricordiamoci del bavagioa coprirle i connotati fino a raggiungere le clavicole.

22:58 Raido:
  [Stanza] La luna si mostra alta nel cielo illuminando quell'oscurità continua e perpetua di un periodo tanto in tumulto. Le stelle fanno compagnia alla loro sorella più grande, numerose, sparse ovunque come meri punti di riferimento. Uno spettacolo unico, inimitabile sotto qualsiasi punto di vista e loro, mortali e terreni, possono solo sognare di arrivare ad un simile splendore. Quei momenti tanto pesanti stanno riempiendo le giornate del Jonin il quale cerca costantemente un piano decente per evitare di perdere più vite del necessario, una mossa vincente che gli consenta non solo di riportare a casa la pelle ma proteggere anche Hoshiko. Essa si presenta come un tarlo fisso nella di lui mente, un pensiero impossibile da scacciare ed il di lei viso viene visto costantemente. Non passa minuto che esso non appaia portandolo a domandarsi, a chiedersi cosa gli stia accadendo. Anni fa il giuramento viene fatto, mai più si sarebbe lasciato andare eppure adesso lo sta facendo lasciandosi trasportare dalle emozioni, forti e decise che imperversano in lui. Allenamenti sono stati fatti in quella giornata, così come le ricerche e Hoshiko, una volta dentro, può notare su un tavolino un libro chiuso con segnalibro in mezzo, le tematiche sono quelle dell'insegnamento e tutta la filosofia che vi è dietro ma non è il dettaglio principale in quanto, al fianco del tomo, sono posti un paio di occhiali dalla montatura nera e le lenti appena rettangolari, aperti ed appoggiati. Il bianco attualmente si trova in bagno, nella stanza adibita alla doccia senza niente indosso. L'acqua scorre lungo il di lui corpo bagnandone ogni singola porzione, i capelli vengono tirati all'indietro mostrandosi più lunghi del normale, oltrepassando il centro della schiena per arrivare quasi alla vita. Il fisico del Jonin è oramai tornato quello di un tempo, non più sciupato e deperito, seppur rimanga più snello, con i muscoli definiti sulle braccia e sul petto, ventre avente i quattro rettangolini della tartaruga classica così come le gambe mostrano i muscoli sviluppati e delineati. Non completamente asciutto e non troppo tirato. Le azzurre iridi osservano dinanzi a se, lo scorrere dell'acqua riempie l'ambiente circostante, il fumo viene su rendendo umida l'intera stanza ed appannando i vetri. Rilassato si gode quel momento, il fisico sciolto ma la voce di Hoshiko lo riporta con i piedi per terra facendogli voltare il capo in direzione della porta <Si...arrivo> alza appena la voce per farsi sentire dalla Doku ed andando a chiudere le manopole dell'acqua. Esce dalla vasca incamminandosi verso un'asciugamano nei pressi del lavandino e, prendendolo, inizierebbe ad asciugarsi il corpo velocemente per poi legarlo intorno alla vita per coprire il proprio intimo. Un secondo asciugamano viene preso con il quale comincia ad asciugare i capelli tramite la mano destra ed iniziando a muoversi uscendo dal bagno, camminando oltre la stanza e giungendo in quella in cui sosta la genin. Inspira ed espira mostrandosi all'altra <Dove sei stata? E' successo qualcosa?> sorridendole, esibendo un piccolo sorriso accennato, rilassando e sciogliendo il viso alla di lei vista, ancor di più dopo aver udito il proprio nome venir fuori dalle di lei labbra.

23:30 Hoshiko:
 La risposta è tempestiva e, dato che si ritrova ad attendere al di là della porta, indietreggia ulteriormente donandole le spalle. S'osserva attorno, forse con un pizzico di distrazione, nel mentre la mancina - libera - s'approdiga a sfilar il bavaglio affinchè i connotati siano finalmente liberati. Il nasino risulta essere arrossato, previa la passeggiata tra le strade cittadine di Konoha dove il freddo invernale picchia prepotente sull'epidermide, oltrepassando i tessuti sino a farli divenir superflui. Svetta il libro sul tavolo, tenta di comprenderne il contenuto dalla copertina, ma vien interrotta bruscamente dalla comparsa dell'uomo che la costringe a sobbalzare, coadiuviando il fronteggiarlo neanche fosse stata colta in fragrante come una bambina durante la marachella. Spalanca impercettibilmente le palpebre, scivolano le cremisi su quel corpo nudo, coperto in parte dal semplice velo dell'asciugamano che, capiamoci, non lascia molto all'immaginazione <...> divampano le gote, fatica a trattenere lo sguardo sul suo viso, una calamita che inizia ad accendere il calore a risalir tra le sue cosce, ma tenta di soffocarlo con semplici colpetti di tosse <ho..ho fatto un giro, mi piace l'aria che si respira in questo Villaggio, inoltre, la gente sembra essere molto più gentile ed aperta rispetto quella di Oto...> giustifica così l'assenza della giornata, ed effettivamente, ha adorato crogiolarsi nello studio di tale luogo per mera curiosità personale. <Comunque, ci tenevo a farti leggere questa> lo raggiunge per porgergli la lettera ricevuta, non aggiunge altro, limitandosi ad dirigersi verso il cassetto dal quale estrae la maschera. Qualora egli avesse recuperato il cartaceo, gli arti superiori s'impegnerebbero a trattenere Lilith, accarezzandola con l'ausilio dei pollici <qualche sera fà, ho incontrato quest'uomo insieme ad una tizia di nome Tachiko> solleva le spalle con sufficenza <ammetto di aver accettato la sua proposta, dichiarando la segretezza di tale gruppo a tal punto da non poterne parlare con terzi> sospira profondamente per poi accorciar le distanze vigenti. La nuca vien indietreggiata quanto basta a sopperir della differenza d'altezza, perdersi nell'azzurro cielo dove sin ora è riuscita a ritrovar la quiete un tempo perduta per la crudeltà subita <ne sai qualcosa per caso?> altrimenti sarebbe inutile stilar dettagli, vuole comprendere se è immischiato come dettato dal dubbio aleggiante nell'animo. Ma non rimane immobile. Fa capolino, circumnavigandolo nonostante lo spazio limitato, il fianco struscia sulla sua coscia inconsapevolmente, varcando la soglia del bagno dove la vasca l'attende. Apre le manopole, l'umidità creatasi precedentemente impatta deliziosamente sulla pelle, recandole piacere.

00:03 Raido:
 Si presenta dinanzi agli occhi di Hoshiko in quello stato, non se ne vergogna, dopotutto lo ha visto in modi ben più scoperti e più appariscenti e dopo quello che hanno condiviso, diciamo che si ritrova a suo agio anche in tali frangenti. La osserva continuando a mantenere quel sorriso, constatando l'assenza della mascherina sul viso ed il rossore sulle gote, spingendolo a sorridere di più eppure il petto pulsa, il cuore batte ben più forte nel guardarla. Inspira ed espira aria dai polmoni facendo avanzare il petto in avanti, sempre di più per riprendere un po' di calma, la stessa che lo contraddistingue da sempre. Continua a guardarla senza distogliere minimamente lo sguardo da lei, osservandone il corpo ed il modo in cui è vestita, ogni piccolo dettaglio presente in lei viene adocchiato. Rilassato è lo sguardo mentre lascia che la Doku parli. Quelle parole giungono come poesia alle orecchie del bianco ed evita di interromperla per godersi ogni sillaba, ogni parola per poi, alla fine, schiudere inevitabilmente le labbra <Lo so, Konoha è un bel posto in cui vivere dopotutto> ammettendolo tranquillamente e senza problema alcuno <Ma la prossima volta avvisami. Ho il compito di non perderti mai di vista, se vuoi farti un giro, almeno mi preparo prima una scusa che giustifichi la mia assenza> insomma, non glielo vieta ma deve pararsi le chiappe in qualche modo e saperlo in anticipo gli permette tutto ciò. Non dice mai bugie, al massimo altera la verità a suo favore. Il tutto viene detto con tono basso e tranquillo, la rabbia non appartiene a lui quest'oggi ma la questione diviene decisamente più complicata. Corruccia il viso allungando il braccio per ricevere quella lettera, la prende tra le dita iniziando a leggerla, parola per parola con la dovuta attenzione e quello che legge lo stranisce. Corruccia il viso guardando la Doku con la coda dell'occhio ed andando a comprendere la sparizione di quella sera dalla stanza, così improvvisa ed immediata. Non dice niente preferendo guardarla e nel farlo nota il suo moto verso il cassetto, l'estrarre la maschera mentre il discordo prosegue così come le spiegazioni. Deglutisce lasciando la lettera sul tavolo, vicino al libro ed agli occhiali <Un uomo insieme ad un'altra donna?> non vi è gelosia nelle sue parole ma voglia di comprensione <Di quale gruppo si sta parlando e di quale proposta? E cosa vuol dire incontrarmi di nuovo? Chi è questo tizio?> tante le domande ma sono inevitabili vista la situazione. Strana, troppo per i suoi gusti. Non cessa di guardarla, anche volendo una calamita lo attira verso di lei <Magari ne sapessi qualcosa ma non conosco ne questa Tachiko ne questo tizio e tanto meno questo gruppo e la cosa mi perplime> non sapere, non conoscere ma essere conosciuto da qualcuno. Non per fama probabilmente ma da altro. Sbuffa camminando, facendo qualche passo in avanti in sua direzione per vederla muoversi, aggirarlo ed andare in direzione del bagno, non si fa molte domande andando a raggiungerla in quella stanza da cui è appena uscito <Se mi avessi avvisto, avrei aspettato te> non che sia un problema farlo due volte.

00:29 Hoshiko:
 Sospira profondamente, cercando di placar l'imbarazzo persistente che sfocia in un rossore ingiustificato ad attanagliarle le gote. Schiarisce più volte la voce, nel mentre prosegue l'avanzata verso la vasca dove, sul bordo, posa con delicatezza la maschera decisamente inquietante. Completamente bianca, priva d'espressione ed identità, con fessure sugli occhi e la bocca sorridenti retinati da tela nera <Posso comprendere...tuttavia non credo io stia creando grossi problemi per il Villaggio> non le piace essere controllata continuamente, specie per le intenzioni pacifiche che l'hanno spinta a rischiar la vita uscendo dal Villaggio natale e piazzandosi dinanzi a Furaya, inerme. Scivolano le cremisi sull'acqua c'aumenta di volume, caldo il vapore dissipato nell'etere, senza mai lasciar in pace i poveri vetri perennemente appannati <quest'uomo ha detto di chiamarsi Tobirama...> snocciola le nozioni prese in possesso quella sera, evidentemente davvero Raido è all'oscuro <sa la mia storia, o almeno, il viaggio affrontato in tua compagnia> seriosa l'espressione, distaccata a tal punto da divenir sovrapensiero <dice che può usarmi per ricattarti, volendo, dato il rapporto vigente e la giacenza tra le lenzuola che abbiamo> solleva le spalle con sufficenza, dimostrando una raccapricciante quiete, neanche fosse su un piano diverso dalla reale minaccia rappresentata da tale individuo <ha fondato una specie di gruppo, Task Force, così è stata denominata. Ci ha scelte per delle qualità denotate dai suoi superiori, non di dirti molto, ma, sostanzialmente, noi ci sporchiamo le mani compiendo missioni in anonimato. Per questo l'utilizzo di queste> indica l'oggetto precedente <il suo nome è Lilith> Demonio, sposa di Lucifero, donna indipendente, peccaminosa, forte. Raddrizza il busto, sbottona la cintola subito dopo aver eliminato i guanti dalle mani, l'intento è scontato, eppure, lo attua con estrema lentezza, dal sapore sensuale, ricercando le azzurre con vaga malizia <se accetti di incontrarlo, forse potrai capirci qualcosa, con il viso coperto, è stato difficile cogliere dettagli per poterti aiutare adesso> scuote il capo, ondeggia la chioma albina, libera di discendere sino a fermasi sulle fosse di venere. Piedino, privato del calzare, sopraelevato ad aderir solo la punta sulla porcellana, dita che, meticolose, pinzano la parigina per poterla abbassare e scoprir, passo dopo passo, l'epidermide candida delle cosce. Liscia, irresistibilmente giovane <Puoi sempre aspettarmi in salotto..> risponde esibendo un sorrisetto bastardo sulle labbra carnose. Sventola per aria l'indumento, curate le unghie dell'arto inferiore, così piccolo e delicato da sembrar quello di una bambolina. Mera sfida, o forse, è divertita dalla consapevolezza di scatenar reazioni forti nell'uomo, desiderosa di superar il limite.

00:55 Raido:
 Non si trova in imbarazzo quanto lei, il suo è per lo più uno stato d'animo diverso, coinvolto e allo stesso tempo in pace. Non riesce a descriverlo ma di certo sta bene con lei ed in sua compagnia. L'occhi cade sulla maschera poggiata sul bordo della vasca, una maschera a dir poco inquietante e che porta lo stesso Oboro a rabbrividire terribilmente; non è un oggetto che si vede tutti i giorni e l'anonimato di tale cosa lo preoccupa <Lo so Hoshiko> capisce le di lei parole non andando ad obiettare <Di problemi non ne crei, sei qui per un giusto scopo. Adesso bisogna solo vincere> quello è l'obiettivo ultimo, vincere contro Oto e debellare un villaggio che sta creando fin troppi problemi, fin troppi casini nel mondo ninja. Comprende i sentimenti che prova in tal momento, tutto quello che sta passando e l'unica cosa che può fare è mantenere la promessa fattale tempo addietro, oltre a tenerla al sicuro. Il vapore fuoriesce dalla vasca, l'acqua calda scorre nuovamente inumidendo ogni singola cosa ma non ci pensa più andando ad inarcare un sopracciglio, preso alla sprovvista <Come il secondo Hokage, curioso> la fama degli Hokage è ben conosciuta anche a lui e sapere che un nome del genere viene fuori gli instilla una certa curiosità ma continua ad ascoltare la Doku e quei discorsi divengono sempre più oscuri, senza senso con informazioni che non dovrebbe sapere nessuno <Come? Nessuno sa di questo...a meno che> china il capo verso il basso guardando il pavimento, facendosi pensieroso per qualche lungo attimo <Certo, dev'essere per forza così> parla da solo prima di tornare a guardare la ragazza <Dev'esserci dietro Furaya, solo lei è al corrente e se qualcuno sa, vuol dire che li ha informati lei direttamente> non trova altra spiegazione, dev'essere tutta opera della Nara. Purtroppo il dire successivo porta il bianco ad agitarsi, le labbra tremano visibilmente ed il sigillo sul collo inizia a brillare di una luce intensa il cui colore ricorda il fuoco. Strofina le labbra tra loro provando a mantenere la calma <Ricattarti?> una domanda retorica la sua <Usare il nostro rapporto per ricattarti?> e alla fine sorge un sorriso sul viso, lievemente più sadico <Ci provasse. Non m'interessa chi ci sia dietro, ci provasse e comincerà a conoscermi> parole che sanno di minaccia in un modo o nell'altro, non nei confronti dell'albina quanto verso Tobirama. Nessuno può permettersi di fare tanto, nessuno <Inoltre, come sa quello che tra noi è...> non continua la frase, riflette ma la risposta non arriva, non la trova limitandosi a prestare una rinnovata attenzione, ora molto più accesa e lo sguardo torna sulla maschera. Un ricordo gli passa in mente, un ricordo ben preciso <Task Force...> ripete ad alta voce <Scoprirò di cosa si tratta. Questo tizio non mi piace> distogliendo lo sguardo, provando una certa rabbia ma non dice niente più a riguardo. Le capacità di Hoshiko sono molte e confida abbastanza in lei da lasciarle percorrere comunque quella strada <Parlerò con Furaya> concludendo con quell'unica frase almeno in apparenza. L'altra comincia a spogliarsi dinanzi a lui, lentamente, quasi a provocarlo <Ovvio che lo incontrerò, devo capire chi sia> e non solo ma son dettagli che per ora non divulga. Deglutisce nel vederla continuare in quell'operazione, spogliarsi, togliere le proprie vesti ed in pochi attimi ricomincia a camminare per giungerne alle spalle. A quelle parole qualcosa in lui scatta alzando le braccia, portandole in avanti per cercare di carezzare quelle di lei con il viso che si avvicina al collo, respirando su di lei, sulla sua pelle <Non ci penso neanche> lasciando un piccolo bacio su di esso, lieve ma presente <Così chiami ciò che abbiamo? Una giacenza tra le lenzuola?> tante parole ma dette con calma, sussurrate vicino all'orecchio strofinando piano il naso sul lobo e poi discendere lungo il collo nuovamente. La voce si abbassa nuovamente, molto meno di un sussurro <Sei bellissima e nessuno ti ricatterà mai fin quando sarò in vita> nessuno avrebbe mai osato tanto e lui lo sa, nessuno si sarebbe avvicinato a lei. Le mani si muovono oltrepassando quelle di lei, arrivando sul corpo, sulla vita e con forza la farebbe voltare verso di se per incrociarne lo sguardo e con la medesima forza e velocità porterebbe le labbra sulle sue avvicinandola a se.

01:21 Hoshiko:
 Vien scosso il capo, negazione tacita sfogata attraverso un gesto basilare e fugace affinchè possa dimostrar dissenso su quanto ascoltato <Furaya, nella lettera, non è stata citata, perciò, lasciamo questa supposizione dopo aver incontrato questo tizio> dichiara neanche glielo stesse imponendo. Non vuole trovarsi nei guai, perdere l'occasione dalle dita per un'incognita a trascinar tutto nel baratro, insegnamenti interessanti, missioni ad ampliar la conoscenza sui soggetti in circolazione che potrebbero tornarle utili alla causa del proprio Villaggio natale, sconfiggendo definitivamente i suoi regnanti. Segue i ragionamenti con minuziosa attenzione, seppur lo sguardo permanga sugli indumenti lasciati cader al cuolo insieme agli slip <non hanno ricattato me Raido, ma pensano di poter far leva su di te facendomi, che ne so, del male> sospira profondamente, visibile è la quiete cancellata da tale consapevolezza, il rapporto è una debolezza, il loro tallone di achille pronto ad essere colpito per far cadere al suolo entrambi <non possiede molti componenti, da quel che ho compreso, oltre al suo burattinaio vi siamo io, lui e Tachiko. Le ha dato un primo compito, a breve, dovrà portar da lui una cagna...non so a chi si riferisse> frusta l'aria con la mancina avvertendo calore tra le cosce, ma la gonna permane a coprir le grazie poichè preferisce, per ora, procedere con il busto. Nota come l'uomo osserva la maschera, leggero il sorriso ad accarezzar le labbra, in netto contrasto con la cicatrice arrossata ad usurparne la bellezza <non ti piace? Io la trovo affascinante...non ha dettagli, priva di identità. E' così che immagino la morte. Insipida, neutrale, imparziale. Una marionetta che, infame, si precipita addosso alla vittima privandola dell'alito di vita> poetica la concezione di Lilith, ci danza insieme, accarezzandola con il polpastrello prima d'esser interrotta dall'avvicinarsi avverso dietro di se. Capta la presenza, il calore, il profumo. Un brivido percorre l'intera colonna vertebrale dove, impresso nella pelle, vi è la meravigliosa vipera attorcigliata su ogni vertebra. Inclina lateralmente il capo, sporgendo il collo sotto i baci, assaporando i tocchi delle sue mani, calano le palpebre nel mentre il canino affonda nella carne dell'inferiore <non so come altro definirci altrimenti...> sussurra a sua volta, una risposta sincera all'affermazione, priva di doppi fini, dimostrando davvero l'ignoranza in quanto relazioni <ma...> vorrebbe continuare, tuttavia, la forza impressa nel rotearla per fronteggiarsi la sbigottisce qualche secondo. Affannoso il respiro, irresistibile la distanza misera a dividere il desiderio e la bramosia che l'uno prova verso l'altro. Lo bacia, ne stuzzica l'arco di cupido con la punta della lingua bifrocuta a tracciar il perimetro coadiuviando gli arti superiori a tentar di slacciare l'odioso asciugamano avvolto attorno il bacino <...tu sei molto più del solo sesso...> abbette con voce flebile, tremolante, un'emozione che par farle scoppiar il cuore in un moto folle, pazzo. Confusa, estasiata, timorosa ed eccitata.

01:44 Raido:
 Nota il dissenso in quel movimento del viso così come non può darle torto in quella frase. Lui è sicuro che ci sia dietro la Nara, solo lei avrebbe potuto informare degli estranei ma, appunto, non viene citata e questo può aprire a molto altro, forse avvenimenti di cui non sanno neanche l'esistenza <D'accordo anche se non penso ci dirà chi sia veramente> conclude facendosi più pensieroso. Le parole del bianco vengono lasciate andare, riflessioni, minacce che non sopporta ma forse ha capito male, ha frainteso il dire della ragazza e difatti resta, per qualche momento, in silenzio. Labbra appena dischiuse riuscendo a comprendere ciò che ha inteso il Tobirama. Deglutisce ma una risata vien fuori, piccola e trattenuta però esce e c'è <Se c'è una cosa che non devono fare, è farti del male. Se lo fanno, non esisterà niente su questa Terra che mi fermerà fino a quando non avrà la testa di chi ha osato toccarti> camminando sul posto, distogliendo lo sguardo, portandolo altrove <Quanto sono stupidi, non hanno idea contro chi si metterebbero> purtroppo lui lo sa, è consapevole di cosa è capace e arrivare a tanto gli costerebbe un grande sforzo di volontà. Vuol dire mettere da parte l'umanità che lo contraddistingue per lasciar spazio al mostro dentro di lui, un essere che preferisce scacciare il più delle volte. Sapere di Hoshiko in pericolo lo porterebbe davvero a compiere azioni sconsiderate e prive di alcun tipo di ragione, solo per portarla via e tenerla al sicuro <Quindi siete in tre in questa...task force> riluttante a chiamarla così ma solo perchè non ha compresa cosa essa sia veramente e cosa significhi <Portare una cagna? Quale razza di compito è mai questo?> un'altra domanda che non chiede una vera e propria risposta, sono per lo più commenti a quello che ode <Non mi fido Hoshiko, perciò...fai attenzione> lasciando trasparire la propria preoccupazione nei suoi confronti, vera, presente e tangibile non solo nella voce ma nello sguardo, nelle azzurre iridi che ricercano con insistenza quelle di lei <E qualunque cosa accada, io arriverò, sempre> non l'avrebbe mai lasciata sola ad affrontare qualsiasi genere di pericolo. Gli occhi ricadono inevitabilmente sull'anonima maschera, capace di inquietare persino uno come lui. Ascolta, lascia che quelle parole fluiscano in lui mentre umetta le labbra <Un tempo ero conosciuto come Oni in queste terre, il demone> rimembrando il passato e di quella gloria di un tempo. Un demone capace di incutere terrore in chiunque grazie alla propria forza. Non continua, non ha bisogno di aggiungere altro ma l'assonanza tra il nome della maschera ed il suo passato è tanta e non può non essere ricordato. Si avvicina velocemente, la tocca, la bacia e respira vicino a lei, assapora la carne, inspira l'odore del suo corpo trattenendosi più che può mentre il cuore batte più forte, l'adrenalina gli impedisce di calmarsi. Alla fine, prima di rispondere, va a baciarla affondando le labbra in quelle di lei con desiderio e voglia di averla, con malizia e perversione <Lo sei anche tu> sussurrandole mentre allontana di poco il viso <Mi fai sentire vivo, mi fai sentire in pace e...felice> una parola difficile da dire ma ora lo fa, se la sente, ha il desiderio di farglielo sapere. Avvicina le labbra all'orecchio di lei, respira ed ansima <Non sei solo mia> parla sorridendo <Sei la mia donna> un modo per definire lei ma loro? Una frase forte e potente, possessiva certo ma che nasconde qualcosa di più <Sei parte della mia esistenza> cessando di parlare mentre quell'asciugamano viene lasciato calare e lui stesso, le sue mani, vanno ad alzarle, la gonna fino alla vita, toccandone le cosce, sfiorando le gambe con la medesima lentezza, desiderandola ogni secondo che passa <Sai come definirci> riportando le azzurre iridi in quelle cremisi di lei.