Percezione di ogni elemento naturale
Free
Giocata del 27/11/2020 dalle 15:12 alle 15:33 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Dovrebbe esserci riuscita, nel dubbio insomma lei è convinta di aver aperto completamente i cancelli della sua mente. Si è una piccola pausa per respirare e far passare almeno parte della fatica provata fino a quel momento. La tempesta ghiacciata che imperversa intorno a lei le ha seccato la pelle, le labbra vengono tirate nel compiere un semplice mezzo sorriso di soddisfazione ed è lì che la pelle finisce semplicemente con lo spaccarsi, gocce di sangue fuoriescono e subito si seccano su di lei, sente il sapore del ferro e del veleno stesso sulla punta della sua lingua nel momento in cui andrebbe a leccarsi le ferite. Il momento di riprendere è giunto. Le mani sono ancora al sicuro dentro alle maniche, ancora congiunte davanti al suo petto, inspira lentamente per poi concentrarsi nuovamente, sa cosa deve fare. Andrebbe quindi ad abbattere ogni singola barriera nella sua mente, vorrebbe espandere la sua coscienza oltre sé stessa, abbattere qualsiasi cosa la limiti e la rinchiuda in quella semplice forma. Dovrebbe aver imparato come fare, si affiderebbe nuovamente ad ogni senso così da poter percepire tutto in contemporanea senza tralasciare nemmeno il più piccolo dei dettagli. Un passaggio che dovrebbe aver appena appreso e che per questo la vede concentrarsi con tutta sé stessa al fine di portarlo a termine correttamente e prepararsi così alla seconda fase, alla seconda parte. Per questo se fosse effettivamente riuscita ora andrebbe a concentrarsi maggiormente verso il suo flusso di chakra e cercherebbe semplicemente di farlo fuoriuscire da lei, da spingerlo oltre andando così a espanderlo e cercando di far comprendere ciò che può percepire dal suo stesso chakra[chk on]
Giocata del 15/01/2021 dalle 22:15 alle 23:07 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Mentre le sue percezioni sono spinte al di là di sè stesse, cosa che dovrebbe permetterle di comprendere il mondo fuori di lei meglio di quanto abbia mai fatto, al punto stesso da non doversi preoccupare dei dettagli per poterli percepire, li conosce e sente, incapace di fare altrimenti ora che è concentrata fino a quel punto. Ispira profondamente ponendo la sua attenzione principalmente sul flusso di chakra, è questo che le manca ora. Diventare davvero parte di quella natura, poterla percepire come se fosse sé stessa, una sua emanazione, collegata a filo unico con ciò che è il suo corpo e la sua essenza. Divenirne davvero parte, senza più una netta distinzione, deve immergersi al punto da non sapere più cosa le appartiene e cosa invece appartiene al mondo, in questo caso al Naraka. Il flusso quindi come un’onda fuoriesce dal suo corpo, naviga su quel terreno freddo andando a ricoprirlo. Per ora andrebbe quindi a concentrarsi solo sopra di esso, lasciando che una patina lo ricopra intorno a lei, in un raggio di venti metri per ora, senza spingersi oltre, senza provare a superare le sue abilità. La mente resta vuota, concentrata solamente su ciò che la circonda, cercando di percepire la fredda terra come i suoi stessi piedi, come parte di lei. Non solo capace di percepire tutto ciò che la circonda allo stesso tempo ma punterebbe adesso a diventare lei stessa terreno. La mente è sgombera da ogni sofferenza terrena, da ogni preoccupazione effimera che altrimenti l’avrebbe occupata. Niente veleno per ora se non quello nel suo sangue, veleno che ribolle mentre muove il chakra come a voler diventare lui stesso parte di quel terreno. Una nebbia fitta, un’acqua densa ora il suo chakra che andrebbe a ricoprire tutto il terreno, lasciando che fluisca in lei, permettendole non solo di percepire la vita o la morte al suo interno ma lasciandogliele vivere. Lei nasce insieme a quella piccola larva e al contempo muore insieme a quelle radici ormai rinsecchite. [chk on] Proprio a quella prima morte il suo cuore sussulta, lei che si ritiene la morte ora che si sente morire, che una piccola parte di lei svanisce, in questo istante tutto viene meno. Senza nemmeno accorgersene si separa da quel flusso di chakra, lo interrompe e all’improvviso si ritrova distaccata. Continua a percepire il tutto ma smette di sentirlo davvero. Un profondo respiro, affanno da parte sua mentre la mano si posa sul cuore <e così ecco la morte> ne prende atto, fa sua quella sensazione continuando a concentrarsi alla ricerca di quella fonte che prima aveva sentito semplicemente spegnersi, non la trova ed è questo a farla sorridere. Sembra stia funzionando. La nuova consapevolezza la spinge a riprovarci. Insomma, pensa di aver trovato la strada. Eccola quindi riportarsi sul suo flusso di chakra, concentrarsi ancora per poi andare ad espanderlo fuori da sé stessa, esattamente come prima lo riporterebbe sul terreno, per diventarne parte, questa volta proverebbe a penetrare nelle sue profondità così da poterne diventare parte integrante per davvero. Lentamente espanderebbe il proprio chakra cercando semplicemente di abituarsi alle piccole lucine di vita che si spengono, se di vita si può parlare nell’ade. Ancora attenta a non incontrare le anime urlanti che la circondano, ascoltando ma ignorando quelle sofferenze. Il freddo viene lasciato da parte, come se non le causasse davvero problemi. Nuovamente si sente morire, ma non si ritrae questa volta, lascia che la sensazione la pervada senza fermarsi ma tenendo in considerazione anche il resto della vita di quel terreno. Si fa strada fino alle viscere, alle sue profondità al massimo delle proprie capacità andando a fondersi con la terra, non ha più piedi e gambe, lei ha radici ora, sassi e insetti, ne è parte. O almeno questo è ciò che crede di sentire, ciò che sentirebbe se fosse riuscita [chk on] Stabilizzerebbe la situazione, non ci sarebbero più sensazioni in lei, ormai è vuota e al tempo stesso piena di quello che il terreno, la natura stessa. Si prenderebbe il tempo quindi per abituarsi a quella sensazione, per essere davvero terra e non solo donna, parte integrante di ciò che sta sotto. Se fosse riuscita a questo punto andrebbe a far risalire il chakra, aumentando il flusso così da poter andare a comprendere anche l’aria, estendendosi adesso verso l’alto, attenta a non esagerare e muovendosi metro per metro. Ogni volta che scopre qualcosa si nuovo si ferma appena, qualche istante per abituarsi a quella sensazione, per non lasciarsi sopraffare e quindi di conseguenza distrarre, si muove lenta, con estrema attenzione senza mai sottovalutare l’allenamento che sta facendo. L’inferno è suo e l’ha sempre saputo eppure mai avrebbe pensato di poterlo conoscere così profondamente. L’aria che spira ora diventa la sua stessa forza, si sente potente, comprende davvero cosa sia il fuuton, cosa significhi spirare senza pietà e senza fare differenze, lei stessa ora si sente vento, chiude gli occhi e si sente salda come la terra in cui si è immersa e al contempo libera come l’aria che ora percepisce come sé stessa. Non c’è più differenza tra il suo corpo e il vento che la circonda. Libera e piantata, due cose nello stesso tempo, lei è una ma è anche tutto in questo momento, percependo sé stessa come parte integrante di quello che la circonda. Le urla si perdono nelle sue orecchie, perché è lei stessa da ululare, è lei il vento e non saprebbe dire però se ha aperto le sue labbra per urlare o sé è solo il suo essere fuuton a farglielo credere. Non è in grado di percepire le sue labbra, sa di averle ma è solo una conoscenza razionale non essendo più in grado, al momento, di percepire il suo corpo singolarmente e separato da ciò che è il Naraka ora[chk on] Il freddo resta ora, l’unica cosa in grado di farle percepire il suo corpo come separato è il freddo pungente dei suoi vestiti sulla pelle candida, il freddo sulle dita affusolate e magre, per quanto lo ignori è in grado di percepirlo, persino le labbra screpolate che tirano. Non sa dire se sta urlando ma sa percepire il piacere di quello che dovrebbe essere dolore. Eccola quindi espandere il suo chakra all’interno delle particelle stesse dell’atmosfera che la circonda. Cerca quindi di spezzare le stesse particelle, di infiltrarsi in esse e diventare il freddo. Non più solo terra o vento ma anche freddo, ossigeno e qualsiasi altra componente ci sia intorno a lei. Se riuscisse quindi una sensazione di assoluto nulla ora dovrebbe pervaderla, niente freddo pungente nel momento stesso il cui perderebbe il contatto certo con i suoi percettori, non sarebbe più corpo ma solo natura. Non ha smesso di esistere come essere vivente l’ha solo inglobato in qualcosa di più grosso, ha la percezione e la consapevolezza di essere ancora, dovrebbe averla se fosse riuscita a giungere fino a questo punto, ma al contempo sente qualcosa di più grosso, di più grande cosa che la porta quindi a non rinchiudere la sua mente solo alle sensazioni del suo corpo o di quelle di qualsiasi altra cosa poteva prima sentire. In lontananza continua a sentire le urla dei dannati ma sono adesso irrilevanti davanti all’immenso potere che dovrebbe sentire di possedere in quanto natura. Cielo e terra in lei o meglio lei all’interno del cielo e della terra, non ci sono più barriere che senta come tali, non ci sono più consapevolezze che pensi di non poter distruggere, abbattere. Lei in questo momento dovrebbe percepire di non essere nessuno e al contempo essere tutto, una sensazione ed una consapevolezza che non saprebbe spiegare ma che comprende pienamente proprio perché parte di tutto questo[chk on] Percepisce tutto questo ma al contempo si rende perfettamente conto di aver appena grattato la superficie, non è in grado di controllare e non riesce a dividerla da sé stessa, a sentirla percepire in lei. Si è unita ma null’altro. Non cerca di affrettare le fasi però, non prova ad affrettare i passi, ricorda solo le parole della regina e si limita a godersi quella sensazione. Se fosse effettivamente riuscita ad arrivare fin qui si abituerebbe solamente a ciò che è in grado di sentire e percepire ora, ciò che è diventata. Una volta stabilizzato tutto questo andrebbe solo ad aumentare il suo flusso di chakra, imprimendo maggiore energia in questo allenamento così da andare ad espandere il suo raggio di influenza, cercando di andare sempre più in là, aumentando metro per metro, la superfice che è in grado di percepire come parte di sé, come se lei stessa fosse il chakra che viscidamente si infiltra nel reticolato della natura. Non saprebbe più dire se sta respirando, non è in grado di dire quanto il suo respiro si sia fatto affannato mentre le energie escono da sé ma continua, incapace di percepire semplicemente la sua fatica, sentendola come remota ma senza alcuna voglia di fermarsi, ciò che sta scoprendo vale il rischio di spingersi oltre a ciò che normalmente farebbe. Andrebbe avanti, ancora e ancora così da superare ogni suo limite, con calma e attenzione ma affamata da quella sensazione, da quel potere che percepisce intorno a sé, quel potere che sente come suo essendo lei stessa parte di quella natura. Non è la natura a scorrere in lei ma è lei che si è unita alla natura per ora. Ne intuisce le potenzialità ma non le stringe tra le sue dita, può solo esserne portavoce. Continuerebbe ancora fino a sentire lo sfinimento in quel corpo che ha abbandonato prima di rientrare, un saluto alla vasta potenza e poi tornerebbe nel suo corpo, un battito di ciglia e si accascia stanca a terra. Mostra quanto l’abbia stremata adagiandosi al terreno e respirando con affanno[chk on][end]