Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Haha che ridere

Free

0
0
con Hanabi, Itsuki

18:50 Hanabi:
  [Tetto | Piazza di Sasuke e Seiri] Doveva andare cosi? … NO. Non sarebbe MAI E POI MAI dovuta andare così. Avrebbe dovuto essere li per vedere l’ultimo bagliore di quell’insignificante vita spegnersi negli occhi di Kunimitsu. Avrebbe voluto strapparle le viscere priva di qualsiasi eleganza e osservare sprezzante la carcassa di quella donna, verso la quale provava vendetta da oltre 12 anni, perdere qualsiasi ogni traccia di vitalità. Avrebbe voluto rivedere Oto, il SUO PAESE, spegnere le fiamme della ribellione e tornare ai suoi cupi albori, pregni di tormentati ricordi, urla e sofferenza, pregni del suo passato. E avrebbe voluto essere la prima. DOVEVA essere la prima. Ogni minuto, ogni mese, anno passato ad allenarsi in vista di quel giorno, ora non è stato che un inutile spreco di tempo; ancora una volta, è stata sconfitta. Ancora una volta, la propria debolezza non le ha permesso di raggiungere il proprio obbiettivo. Oto è stata ripresa, Kunimitsu è morta. E lei? Lei era priva di sensi in uno dei covi dell’Akatsuki dove un impietosito Akendo ha scelto di soccorrerla. Sarebbe morta, se non fosse stato per la pietà di quel ninja leggendario. Pietà. <…> i pugnetti si stringono portando le nocche delle dita affusolate a sbiancare. La mascella indurita in quell’indomito digrignare i dentini nonostante le chiuse labbra tentino di celarne parzialmente lo stato d’animo. Lei, Hanabi Uchiha, l’ultima purosangue della sua stirpe, ha avuto per l’ennesima volta bisogno di essere salvata. Avrebbe preferito morire? Difficile supporlo. Tutto ciò che è possibile capire di quella provata mente risiede in quell’indecifrabile gelida espressione, con cui quasi con disprezzo starebbe ad ora contemplando la piazza sottostante, ove troneggia la riproduzione in pietra di Sasuke, spalla a spalla con Seiri. Le gambe allenate sono distese lungo il tetto di uno dei tanti palazzi circostanti lo spiazzo, una allungata, l’altra piegata affinchè un braccio possa poggiare svogliatamente sopra il ginocchio, reggendo a sua volta il volto della Pura. Indosso finalmente dei vestiti “freschi”: un haori nero di seta riportante lo stemma Uchiha dietro le scapole ricade aperto sulle sue spalle senza che le maniche siano state infilate; al di sotto una maglia elastica nera dalla scollatura a V in rete, aderisce perfettamente alle toniche forme di quella ormai quasi donna, seguendole in tutta la loro esile sinuosità. Pantaloni larghi che andrebbero a stringersi sulla caviglia seguirebbero poi il coprire le gambe, stranamente prive di porta kunai rispetto al solito. Alcun copri fonte, alcun giubotto da Special Jounin. Solamente quanto basterebbe per coprire quell’orrenda cicatrice da ustione che attualmente le sfigura la candida pelle della schiena. Un tentativo di essere colta impreparata? Un’ostinarsi a mostrarsi fin troppo sicura di se per sconfiggere l’umiliazione che le impregna l’animo? Impossibile capirlo. Impossibile leggere qualcosa dietro quegli occhi grigi dal taglio allungato scuriti da profonde occhiaie; impossibile decifrare quei lineamenti tanto belli quanto di un’uguaglianza nauseante con suo Fratello, contratti ora in un connubio tra distacco assoluto e disprezzo verso un qualcosa che forse non starebbe osservando realmente. Giace seduta li, scomposta eppure d’un eleganza innata; lontana osservatrice del mondo sottostante, quasi quest’ultimo non fosse che uno spettacolo mediocre, incapace di ottenere la sua totale attenzione. {Chakra ON}

19:28 Itsuki:
  [Tetti > dat tetto] L'aria è carica di fermento ed adrenalina, la Quinta grande Guerra Ninja è stata ufficialmente dichiarata e sono loro i fautori di quell'evento atto a sconvolgere e scuotere le fondamenta del mondo Ninja. Il Crepuscolo, seduto al tavolo di quel treno, ha dichiarato lo scacco matto di quel borioso e noioso mondo che oramai merita di morire, una bestia che si trascina avanti in maniera claudicante senza nemmeno avere una meta precisa verso la quale dirigersi. Eppure, per quanto loro abbiano decretato in tal modo e tale decisione rimane inamovibile negli animi degli Yokai, vi è ancora il bisogno di sentire il parere della Decima della Foglia, secondo il volere di Gashadokuro, rispettato e condiviso da tutti per poter valutare effettivamente il punto dal quale far iniziare tutto, quel dove nel quale scoccherà la scintilla che come la prima tessera del domino, causerà un'effetto a catena ed allo stesso tempo a farfalla, permettendo al mondo di morire e spirare il suo ultimo respiro, ottenendo quindi la possibilità di - finalmente - rinascere. Inspira ed espira regolarmente, il Gryo, nessun particolare sforzo in quel librarsi di tetto in tetto, un qualcosa che non è tanto più avvezzo ad Itsuki quanto più ad Eiji, selvatico e felino ai tempi tanto da sentire la nostalgia nella mancanza di tale gesto, del panorama luccicante del Suono che si può scorgere solo dall'alto di quei tetti, di quegli edifici dalle diverse altezze e forme, per quanto le tinte scure siano sempre quelle e la notte che ammanta ed avvolge le strade dona all'atmosfera quel giusto tocco oscuro che tutti, prima o poi, finiscono per amare, lì ad Oto < Se non altro, è comodo. > commenta il Moro, sospingendosi con le leve inferiori dopo essersi poggiato brevemente su alcune tegole, sollevandosi da quell'appoggio per proseguire un balzo dopo l'alto, qualche passo per giungere più in là, al limitare di alcune strutture, per avvicinarsi ancora di più verso il prossimo punto d'atterraggio e successivo trampolino, e via dicendo <{ Già, ed inoltre non ti fa sentire veramente libero? Poter guardare tutti dall'alto, decidere le sorti di questo mondo... Ah, come avrei potuto arrendermi alla morte, mi domando? }> sospira Eiji beandosi delle sensazioni tattili e percettive che può sentire attraverso il corpo che condivide con Itsuki, la brezza e l'aria contraria che smuove le vesti della Yugure indossate con fierezza: un haori bianco con dietro l'ideogramma del Bakeneko, tracciato spesso e racchiuso in un rombo perfetto, giace sormontando un kimono nero quanto più classico e tradizionale, il quale per comodità casca su degli stivali chiusi, ne troppo banali ne esageratamente eleganti. Dei sandali, per quanto tradizionali, non offrirebbero mai una mobilità tanto precisa e comoda < Mh? > le rosse si sollevano verso un tetto più in alto di un paio di metri, quel tetto è davanti a loro e si soffermano sul limitare di uno più in basso, guardando verso l'alto e notando una figura seduta a contemplare la piazza, si acciglia appena nonostante il volto sia sempre perlopiù inespressivo e mentre la lunga coda d'ebano si sofferma distante qualche centimetro dalle sue spalle, Eiji, incuriosito ed allo stesso tempo forse innervosito, commenta quella visione con un <{ Che sia...? }> e senza ulteriore indugio, il Chunin spiccherebbe un'altro balzo verso l'alto, atterrando lì, praticamente sulla sinistra di Hanabi, per quanto disti da lei di almeno cinque metri e non sia manco parallelo alla figura della Pura, risultando più indietro di almeno altri cinque, se non sei metri. Un fruscio di vesti nere, capelli scuri e quell'aria annoiata che allo stesso tempo ha un che di affascinante < Sei tornata, allora. > la voce è secca, fredda e priva di qualsiasi inflessione, il viso chiaramente scoperto poichè lì ad Oto non ha bisogno di nascondersi da nessuno, Eiji rimane con il fiato mozzo ed in un inatteso silenzio, mentre Itsuki si sistema i guanti, dritta che tira il polso del sinistro e viceversa, immobile in quel punto, tornando poi con le braccia lungo i fianchi, il bianco dell'haori che quasi sfiora la punta delle dita. Silenzio. { ck on }

20:05 Hanabi:
  [Tetto | Piazza di Sasuke e Seiri] Un minuto di silenzio per la player che deve riprendersi dai guanti di Itsuki. Detto ciò. Oh, se solo la Pura sapesse CHI da un momento all’altro comparirà nel suo campo visivo periferico. Se solo fosse a conoscenza di cosa le riserva il destino ogni volta che la sua tormentata anima cerca rifugio nella solitudine. Ma del resto, è mai riuscita realmente ad isolarsi su quei tetti? Non sono forse stati teatro di lugubri spettacoli fatti di perversioni e abusi, piuttosto che rari momenti di felicità? Dovrebbe aspettarselo. Ma forse, orgogliosa e incurante di quella sorta di maledizione che incombe su quel paese e su quei tetti, per l’ennesima volta ha scelto di ignorare e sfidare la sorte. I capelli corvini, lisci e lucenti in quelle irregolari ciocche che ribelli ne andrebbero a rigare gli zigomi pallidi, ancora una volta sono stati legati nelle ciocche più lunghe in una piccola coda bassa, incapace di imprigionare anche le ciocche frontali per via di quel taglio tutt’altro che studiato – piuttosto bisognerebbe sorprendersi che non si notino le mozzature dovute al taglio tramite kunai - . Le labbra sono contratte, intente a celare quel ringhio che ancora ne indurirebbe la mascella. Inspira, espira. La mano sulla quale sarebbe poggiato il viso che andrebbe pigramente a sfregarsi il volto stanco, la gemella, con il palmo piantato in terra, a sostenere il busto leggermente inclinato nella distaccata contemplazione di quel panorama; ma questa stasi è destinata a finire a breve. Tonfi sordi alla sua sinistra, fruscii di abiti in progressivo avvicinamento; dovrebbe interessarla? No. Chi mai, apparte Ekazu, potrebbe interessarle nel suo avvicinarsi? Altri tonfi, più vicini. E’ il momento di girarsi e vedere chi possa essere? No, sarà sicuramente qualche stupido ninja di ronda. Un battito delle folte ciglia, lo sguardo a tornare più lucido, senza tuttavia ancora voltarsi. Ma ecco che quel frusciare di abiti non varca la soglia della distanza massima che un estraneo può permettersi senza passare inosservato. I secondi sembrano dilatarsi: il viso di Hanabi ruota pigramente in un raggelante distacco, gli occhi sottili che in uno svogliato scatto andrebbero a puntarsi come aghi sul quella figura che candida nel suo bianco haori, elegantemente starebbe per poggiare i suoi piedi sul suo stesso tetto. Quell’attimo di consapevolezza ad aprirsi negli occhi della Pura; i lineamenti che tradirebbero per un solo istante quell’annodarsi delle viscere dinnanzi a quei lunghi capelli corvini, contrastanti con i suoi occhi cremisi. Lui. Itsuki. Portatore di nientemeno che… < …! > il cuore a sprofondarle nella cassa toracica. Il fiato a mancarle. Lui. LORO. Resta immobile, i muscoli nascosti al di sotto degli abiti a tendersi. “Sei tornata, allora” silenzio. Un lontano chiacchiericcio della piazza sottostante. Le labbra a schiudersi appena, il viso a ruotare di taglio, il mento appena sollevato in un che di sprezzante. Una volta la vista di Itsuki l’avrebbe resa sicuramente meno ostile che quella del fu Principe; ma ora, dopo l’ultimo incontro. Dopo che quella voce mefistofelica quanto apatica del ragazzo l’ha istigata con successo nell’attaccare quella Chunin al Promontorio, riuscendo a suonare delle corde che NON DOVEVANO essere più stimolate. Dopo che le loro labbra erano a pochi millimetri, sibilando minacce contrapposte a tentazioni… < Che occhio.. > il timbro oscuro e vellutato a tentare di celare la ribollente umiliazione dell’essere caduta in battaglia, con quell’orgoglio di fuoco e macabra ironia che la caratterizza. Lo sguardo a cadere per un solo istante sul di lui movimento delle mani, sull’aggiustarsi quei guanti neri. Il contrasto del bianco dell’haori con il di lui crine, quei dannati occhi cremisi. Distoglie lo sguardo, puntandolo sprezzante verso la piazza ed inconsapevolmente verso la statua di Sasuke sottostante < … tu invece sei ancora vivo > commenta in quel misto tra cinismo e arroganza, le sopracciglia a sollevarsi leggermente in una falsa incredulità; del resto l’ultimo ricordo che ha del moretto è il suo sprofondare nell’oscurità durante il crollo del palazzo in missione. {Chakra ON}

21:09 Itsuki:
  [Dat Tetto] Un poggiarsi leggiadro e leggero per quanto comunque palesemente udibile così come le parole che sopraggiungono dopo a spezzare il silenzio permettendo alla Uchiha di conformare del tutto il supporre chi sia giunto su quel tetto, credendo probabilmente che sarebbe stato soltanto il solito Ninja curioso di turno, intento ad interagire con la persona sbagliata al momento decisamente sbagliato. E invece. Lo sguardo che gli rivolge la Pura è un misto tra fredda supremazia ed un caloroso pungerlo, un lievissimo quanto impercettibile sorrisetto soddisfatto velato di malizia si dipinge sul volto del Goryo nel rimembrare il loro ultimo incontro, preoccupatisi poi entrambi - più Eiji a dire il vero - di che fine avesse fatto la Mora, sparita dalla circolazione e ben lontana da quel di Oto, portata via dal Rikudo senza che nessuno effettivamente sapesse nulla di preciso a riguardo. Gli occhi del Kagurakaza, all'interno, sono incollati su quell'amata figura che mai avrebbe smesso di rivolere indietro, non tanto lei nella sua semplice figura quanto quei sentimenti che un tempo aveva destato dentro al cuore oramai freddo e distaccato di Hanabi, per quanto continui ad ardere di un fuoco personale che sembra non estinguersi mai < Mpfh... Quello è stato solo un errore di calcolo, tu piuttosto, dove sei stata? Ti sei persa il grosso della festa sai.. > l'ultima non è manco una vera e propria domanda quanto più un'affermazione bella e buona, per quanto suoni prima di qualsiasi particolare inflessione come quasi tutto quello che vien processato dalle piatte corde vocali di Itsuki, come fossero uno strumento musicale troppo delicato per essere utilizzato nel massimo delle sue capacità. Smuove attenti passi in direzione di lei senza mai scostargli gli occhi di dosso, sostenendo il suo grigio con i propri rubini, gemme che si riversano nel sangue e viceversa, arrivando lì al limitare del tetto, distante oramai poco meno di un metro dalla Mora, lo sguardo che cade su di Oto senza puntarsi da nessuna parte in particolare, le mani che si infilano in tasca all'hakama lasciando che le maniche bianche rimangano fuori all'altezza dei polsi < Volevi dire /siamo/ ancora vivi. > enfatizza la parola sottolineandola con il tono per quanto la modulazione è sempre sottile e percepibile solo all'orecchio più attento, mentre la brezza del Paese dell'Aria carezza le vesti di entrambe smuovendole con sinuosa dolcezza, così come la lunga coda nero pece del Corvetto, il quale poi continuerebbe mantenendo gli occhi verso la piazza < C'è odore di rivoluzione Hanabi, la senti nell'aria? > direbbe con fare distaccato quanto allo stesso tempo relativamente teatrale, ubriacato e contagiato dai modi di fare di Eiji che a volte si fondono a quelli più freddi del Goryo, il quale sentirebbe da dentro Eiji che commenta, curioso riguardo a dove si sarebbe potuta cacciare la Uchiha, con i propri modi e la sua capacità di mettersi nei guai più di molti altri individui che conosce <{ Sarei curioso di capire cos'ha fatto in questi giorni.. }> ed un breve cenno d'assenso di Itsuki andrebbe a corrispondere ad un effettivo far comprendere al Kagurakaza che glielo domanderà, a tempo debito, sempre che non sarà Eiji stesso a domandarglielo prendendo il posto di Itsuki, lasciando poi spazio ad altre parole spente che trasudano però un brivido di eccitazione celato in maniera diligente < La Quinta Guerra incombe. > e loro sono i marionettisti che reggono i fili tra le dita, senza niente e nessuno da temere, deterrenti di un'agglomerato di forze capace di opporsi a chiunque possa volersi parare sul loro cammino, sul loro rivoluzionante e glorioso marciare avanti a testa alta, senza contare le forze di Oto che potrebbero essere dalla loro parte, prendendosi nel singolo lui assieme agli altri Yokai della Yugure. Le rosse si muoverebbero poi quindi sul viso di lei, poco più in basso di lui, il capo che ovviamente si volge in sua direzione per poter cogliere le espressioni e le reazioni della Pura, sempre e comunque più profonde e vivide di quelle di Itsuki, per quanto non ci voglia poi molto. { Ck on }

21:39 Hanabi:
  [Tetto | Piazza di Sasuke e Seiri] Come potrebbe restare indifferente a quella presenza accanto a lei? Come potrebbero i suoi modi, il suo sguardo, permanere neutri di fianco a colui al cui interno risiede la prima persona che ha davvero amato e che ha dovuto uccidere con le proprie mani? Come può quell’animo irrequieto di natura poter sopportare senza conseguenze la prossimità di quell’esistenza tornata in vita senza alcun consenso e che ora la reclama come se ne avesse il diritto? Apparente è li, “tranquilla” e distaccata a contemplare la statua sottostante senza realmente metterla a fuoco; la posa non è cambiata, tantomeno apparente sembra avere intenzione di alzarsi; eppure, se solo gli si potesse scrutare nell’animo. Se solo si potesse guardare in quell’abisso di caos pulsante che risuona alla vicinanza di Itsuki e di Eiji. Il primo, uno spocchioso ragazzino che ha osato toccare delle leve che NESSUNO al mondo doveva più riuscire a raggiungere in un solo incontro; un maledettissimo ninja che con una facilità disarmante è riuscito a manovrarne l’ira, proiettandola come un marionettista a rilasciare la propria rabbia senza controllo. Lo detesta. Detesta quel ricordo, quella facilità con la quale l’ha raggiunta. Detesta la sua vicinanza, e il potenziale del Goryo che inconsciamente si ostina a rinnegare a se stessa. Il secondo… c’è davvero bisogno di spiegare il perché quei metri in diminuzione comportino un annodarsi delle viscere e un ribollire del sangue nelle vene? Dobbiamo davvero descrivere il loro ultimo incontro, quel minacciarla di emulare la follia di suo Fratello pur di possederla di nuovo, quel dichiarare apertamente di avere dei diritti su di lei? Se Itsuki ora mantiene lo sguardo su di lei, lei ora si ostina a fissare altrove; sia mai che possa leggerlesi di nuovo qualcosa. Sia mai che riesca a raggiungere altre leve di quel caso in fermento dentro di lei. “Tu piuttosto, dove sei stata?” < …Da quando sono cazzi tuoi? > una risposta brusca, diretta, fin troppo aggressiva forse per una che vorrebbe ostentare un qualsiasi tipo di calma apparente. Brucia. La presenza di Itsuki la turba, la infastidisce. La rende irrequieta. Inclina appena il viso, quasi volesse sgranchirsi il collo; e in quel gesto, proverebbe a cercare un barlume di razionalità. “DEVI CALMARTI CAZZO, VUOI FINIRE COME AL PROMONTORIO?” . Un breve inspirare. Ma poi quel “Siamo ancora vivi”. Presente un bel coltello che affonda nel fegato? La lama fredda che si insinua nelle viscere? Ecco. Un flash. Il viso di Eiji. Il suo ultimo sorriso. Il suo sangue. Capelli ora bianchi. Lui a incombere su di lei al promontorio. Un rapido gesto, entrambe le mani che raggiungerebbero il suolo per tentare, con una spinta agile, di darsi lo slancio per permettere a entrambe le ginocchia di issare il proprio corpo in posizione eretta. Regale, sollenne in quell’haori nero di seta che poggiato sulle spalle ondeggerebbe come un mantello. Il viso che di taglio tornerebbe su Itsuki < … Per me è morto. > un sibilo, veleno grondante da quelle labbra sottili. Veleno che la starebbe corrodendo dall’interno, in quel dolore straziante mal sopito nel corso degli anni. Dunque andrebbe a voltarsi, dando le spalle al Goryo; uno, due passi a distanziarla dal Chunin. Alcuna fretta nei suoi movimenti, quasi stesse valutando un’eventuale allontanarsi senza più degnarlo di attenzione. Seppur parliamoci chiaro, ora tutta la sua dannatissima attenzione, nonostante gli stia dando le spalle, sarebbe su di lui < Non me ne frega un cazzo delle vostre guerre. Non me ne è mai fregato un cazzo. > il viso si solleverebbe verso l’alto in un falso contemplare un cielo assente < Rivoluzioni, politica.. fottetevi tutti. > anarchica, caotica come sempre. Mai niente e nessuno è riuscito ad inquadrarla in qualsivoglia piano di azione. Che conversazione rilassata e gioviale eh? {//Mi ammazzo} {Chakra ON}

22:49 Itsuki:
  [Dat Tetto] UChiaramente, nessuno dei presenti vorrebbe andare a porsi oltre la linea di confine che non dovrebbe essere valicata, per quanto questo limite sia effettivamente tanto più sottile di quanto ci si immagini, basta un passo falso e tutto rischia di finire a sfacelo. Nel bene o nel male, s'intende. Lui che gli ricorda quell'altro raffigurato e scolpito nella pietra qualche metro più giù, lei che racchiude probabilmente ciò che di più prezioso vi sarebbe ancora in questo mondo per il Kagurakaza, un valore inestimabile che non può essere soppesato in alcuna maniera, che va oltre al potere che riacquisirebbe riottenendo il Nibi, un qualcosa di indomito che ha contribuito a quel pazientare come si deve, quell'attendere che gli anni sarebbero trascorsi cercando lei in ogni angolo possibile ed immaginabile, ritrovandola poi a Kusa, all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno. Le parole di lei sono sempre le solite, o meglio, il modo di porsi colorito e sprezzante è un qualcosa al quale persino Itsuki oramai ci si sarebbe abituato, considerato il fatto che è stato messo in guardia sin da subito. da parte di Eiji, riguardo quell'atteggiamento fiero e ribelle conosciuto anche ai più che hanno avuto modo di comprendere la fama che ruota intorno alla sorella di Sasuke < È normale che mi preoccupi per te, o meglio, che lui si preoccupi per te. > modifica la frase giusto in tempo, una brusca sterzata dovuta anche al fatto che Eiji da dentro stava già stringendo lo sguardo ed esprimendo il proprio disappunto per quel coinvolgimento improvviso di un'incauto Itsuki, che senza lasciarsi sminuire dalle di lei parole, vedrebbe di continuare, lasciando che lei si alzi in piedi come una bestia ferina pronta ad attaccare. Che vogliano azzuffarsi di nuovo? Rotolarsi in preda a strattoni e sfuriate ritrovandosi uno sopra l'altro a turno? Che sia già il caso di far uscire l'impellente e trepidante Eiji che osserva tutto da dentro? Non ora, non ancora, il Moro si volta del tutto in sua direzione e percepisce quell'astio che ella gli porge, lo assapora quasi a farlo suo, intrigato dall'animo conturbato e bruciante della Pura, deliziato quasi da quanto tanto Caos possa tradursi in un animo così irrequieto e bruciante, quasi come la potenza di un vulcano che non si cura di cosa possa bruciare o meno, una volta che erutta. Un sollevare breve delle spalle, sul viso un pizzico di indifferenza mista a delusione, non è propriamente così la questione e glielo ha reso palese il Corvetto, mostrando a lei quell'entità che ha reagito proprio a contatto con la Uchiha, permettendogli di ridiventare ancor di più quel che era recuperando i ricordi a loro due inerenti < Mh.. Se lo dici tu, eppure sai bene che non è così. > e la segue con lo sugurdo quando lei vedrebbe di allontanarsi di un paio di passi, volgendosi con la propria figura in direzione di quello spostarsi per porre quei centimetri in più di distanza, quasi fosse una misura precauzionale atta a non far scattare le scintille che porterebbero poi ad un'incendio difficilmente domabile, seppur un flebile risata, minima e risicata, si perde lì tra le labbra serrate di lui, pizzicando pigramente le corde vocali < Vedi? Hai detto bene ora: /vostre/. > la incalza e la pungola facendo valere le di lei parole a proprio parole, senza modificarle, giocando semplicemente con la loro essenza per riproporle in maniera un pò più ironica, per quanto quell'ironizzare si riveli un vero e proprio giocare col fuoco, un mantice che soffia sulle braci già roventi di una forgia capace di dar vita a teatrini non indifferenti < Quelle sono cose da poco Hanabi, minuzie, piccoli ingranaggi di un piano ben più grande.. Un nuovo mondo che risorgerà dalle proprie ceneri.. > una breve pausa, le parole non sono state scelte di certo a caso, vengono espresse in maniera precisa e concisa, tanto da far ridacchiare anche Eiji in maniera truculenta, lì all'intento del corpo che condividono, commentando <{ Sei proprio un bastardo.. }> sia per aver usato le sue stesse parole, sia per averle poste proprio nei confronti di Hanabi, per quanto il sadico Principe in un certo senso trova tutto ciò terribilmente divertente, ama vedere il fuoco di lei bruciare senza contegno e - purtroppo - lo stesso inizia a valere anche per Itsuki. Ah, che meraviglia, un trio peggiore non poteva capitare, no? O forse migliore, dipende dai punti di vista. Conclude poi, riallacciandosi alle parole precedenti < Che dici, parole già sentite, non è vero? > fermatelo prima che sia troppo tardi. { Ck on }

23:23 Hanabi:
  [Tetto | Piazza di Sasuke e Seiri] Non lo vede. Ringraziando i kami NON VEDE quella leggera delusione di Itsuki al proprio calmarsi. Non percepisce il di lui divertimento contrapposto al proprio tentativo di non essere più stimolata in quelle corde di caos che ormai, purtroppo, hanno finito per contaminare il suo animo. E’ li, a dargli le spalle, volontariamente irrispettosa nei suoi confronti; potrebbe andarsene e mollarlo di, allontanarsi prima che uno di quei due finisca per voler giocare con un fuoco che la Pura ha deciso di non voler liberare. O meglio, che non vorrebbe farlo. “E’ normale che mi preoccupi per te” < . > una freccia nella schiena. Le scapole si irrigidiscono, l’irritazione a scorrerle nelle vene, ribollente, pericolosa “ o meglio, che lui si preoccupi per te” < … tsk- > i dentini a venir scoperti, il viso che si inclinerebbe in avanti, ancora nascosta nelle espressioni da quell’ostinarsi a dargli le spalle < A nessuno di voi due- > il tono inizia a tingersi di qualcosa di pericolosamente trattenuto < dovrebbe fregargliene un cazzo di quello che faccio > il musino si inclina lateralmente, le ciocche corvine a tagliarle gli zigomi. “Calma Hanabi, calma. Trattieniti. Non mostrarti. Non a lui. Non a loro.” < tantomeno… > difficile per la Pura non ringhiare. Difficile mantenere quel timbro vellutato e distaccato quando dentro ribolle il fuoco < … la mia vita dovrebbe in qualche fottuto modo riguardarvi > gli occhietti a chiudersi, un breve e controllato inspirare ed espirare. “Calma” < Quindi.. per l’ennesima volta: non sono. Cazzi. Vostri. > un monito? Probabile. E’ incredibile come ora, in quell’astio sia entrato anche Itsuki. Quasi quei due fossero realmente una cosa sola, due facciate di una medaglia che non riesce a sopportare. Starebbe dunque per muovere altri passi verso il bordo del palazzo, in procinto probabilmente di saltare e allontanarsi senza nemmeno un congedo, ma ecco che di nuovo la voce di Itsuki la raggiunge. “Hai detto bene ora: vostre”. Il passo si arresta, quasi una nota di un pianoforte avesse rimbombato nel silenzio in un cupo riecheggiare. Di nuovo lui parla, continua. Il capo si abbassa, il respiro si irregolarizza. “CALMA HANABI, VATTENE ORA” ma qualcosa la trattiene su quel tetto. La di lui voce continua il suo mefistofelico canto, fin quando “… un nuovo mondo che risogerà dalle proprie ceneri”. Un’altra nota. Silenzio assoluto. Il contesto sembra all’improvviso gelarsi, sospendersi. Lentamente, ecco che il busto della Pura prenderebbe a ruotare. Una lentezza fin troppo calma, seguita dal proprio volto, fino a rivolgersi completamente al Goryo. Gli occhi grigi andrebbero a puntarsi in quelli cremisi di lui pregni di una violenza mal trattenuta; le spalle appena incurvate in avanti. Un breve sorrisino improvvisamente a tendere un angolo delle sottili labbra; un sorrisino che nulla avrebbe di felice o divertito. Una smorfia raggelante. Un piccolo sbuffo, una sottospecie di risolino sommesso. Dunque, ecco che muoverebbe un passo in avanti verso Itsuki < Oh.. > solleva il mento. Un altro passo, l’haori a frusciare < … Fai attenzione, Itsuki… > un altro passo, il sorrisino gelido che permane su quel volto ora adombrato da un qualcosa che non può più trattenere < … con tutte queste emozioni… potresti avere.. come dire.. > un altro passo, la distanza ora ridotta a poco meno di un metro. Il busto si sporgerebbe in avanti, le ciocche corvine a danzarle davanti al volto < … la sensazione di un buco nello stomaco > la voce ridotta ora ad un sussurro melodico, falsamente malizioso. {//Valium, grazie} {Chakra ON}

21:08 Itsuki:
  [Tetto] E se l'aria non sembrava già abbastanza tesa, il proseguire di quella situazione sicuramente non la si potrebbe definire tra le migliori, tra il freddo gelido tinto di note pngenti di lui e l'ardore indomabile del di lei carattere, uno fastidiosamente calmo, l'altra abitualmente nervosa. La osserva in quella maniera semi morbosa, lo sguardo piatto la punta con quel rosso rubino che si scolla di rado dal di lei viso, la lascia parlare e la lascia fare senza preoccuparsi particolarmente di ciò che abbia intenzione di fare, quelle parole sono come un qualcosa che lo stuzzicano ad un godersele, mettendole insieme quando lei precisa per quell'ennesima volta, sospirando brevemente, probabilmente risultando ancora più fastidioso in quel semplice non rispondere, come se la Pura avesse parlato al vento, aggiungendo anche un minimo sollevarsi delle spalle, standosene lì con le mani in tasca all'hakama nero, ruotandosi verso la Mora senza mai perderla di vista <{ Mi chiedo se non sia ora di mostrare un pò più di polso.. }> una frase che suona come un rintocco nel buio, un sommesso sussurro ghiacciato che gela le corde vocali dello stesso Goryo, il quale al percepire del Chakra che vien smosso, istigato dalla volontà di Eiji, che non ha intenzione di esprimersi a riguardo, quasi esasperato da quell'atteggiamento della Uchiha, restia ad accettarlo. Sapeva che non sarebbe stato semplice ma in un certo senso, si sa bene che il lupo perpe il pelo ma non il vizio, o forse, dovremmo dire il gatto in questo caso? Dettagli, un'espressione di sufficienza verrebbe rivolta verso la Pura, solleva appena il labbro inferiore inclinando gli angoli verso il basso, quasi come se non volesse nemmeno provare a fermarla, qualora lei voglia andarsene, anche se a quanto pare quelle parole incalzanti trattengono lì la Special, il Corvetto annuisce e senza voler indugiare ulteriormente, la lascia avvicinarsi, concordando con il Kagurakaza, mantenendo però quelle sue rossastre sul viso di lei che i avvicina , sussurra, sottolinea, ribatte in maniera cruda e cinica. L'accenno di una risata, uno sbuffo appena più nasale che altro, minimo così come quell'inclinazione che potrebbe forse definirsi un sorriso, che importa, è ora di cambiare ruolo < Mh, no... Ti ringrazio, ma non sono io l'esperto in materia, allora, ci vediamo eh.. > ed in fretta il Chakra verrebe smosso in direzione della mente attraverso il sistema circolatorio, la fenditura al centro dell'organo si irrora dell'energia e di lì in poi il cambiamento, il mutare dei lineamenti, è relativamente immediato. Capelli bianchi, occhi viola, lineamenti che si affilano perdono quella traccia androgina riconducendo molto di più a colui che ora è al comando, l'espressione sin da subito più determinata e nobilmente scontrosa, quasi come se fose più abituato a dibattere con la Uchiha. Che poi è effettivamente così considerati i ricordi recuperati, comunque, le mani vengono tole dalle tasche e portate dietro la schiena, solleva le spalle ed apre appena il petto, piccole accortezze che gli concedono quella posa regale solita, la coda innevata si muove al vento < Avanti allora, fallo. Continui a rifiutarmi, fallo allora, come con quella ragazzina al Promontorio.. > la istiga, lo sguardo di ghiaccio, noncurante effettivamente di quel star soffiando su un fuoco che non dovrebbe ardere ancor di più di quanto non stia facendo < .. Sapevo che sarebbe stato difficile ma non pensavo che fossi diventata una stronza come tuo fratello, Tsk. > ed eccoci, qui probablimente crollerebbe qualcosa da qualche parte, una montagna frana, una diga si sfonda o qualcosa di simil,e magari in maniera figurativa potrebbe essere la disga stessa che teneva a bada i sentimenti della Pura, che continua ad essere osservata dal Kagurakaza, ora con le ametiste, Itsuki da dentro ridacchia. Aiuto. {//Haha...} {Ck On - Goryo II on}

22:12 Hanabi:
  [Tetti] Cos’è rimasto di quel che furono? Cosa resta di quell’amore nato con la stessa spontaneità con cui la primavera di anno in anno torna a risvegliare il candido manto di neve con i suoi tenui colori? Non sarebbe stato meglio mantenere quel ricordo, quell’acerba relazione pura e incontaminata, piuttosto che rivivere continuamente quel dolore soffocato nell’odio e trascinarlo fino all’esasperazione degli animi? …Ormai è troppo tardi per chiedercelo. Itsuki non la ferma, la osserva; quegli occhi cremisi a deriderla internamente, a innervosirla ogni dannato passo di più; i muscoli della schiena sono rigidi, contratti in un misto tra il caricarsi e trattenersi. Ma poi, quella sentenza. “Ci vediamo eh…” una nuova sensazione di vuoto; il significato di quelle brevi parole ad investirla, una presa gelida a serrarle la cassa toracica. Gli occhietti grigi a tradirne per un solo istante la presa di consapevolezza, la mascella che istintivamente andrebbe a serrarsi in un ringhio mal celato che andrebbe a spegnere il precedente mezzo sorriso amaro. I capelli a tingersi di bianco, un vuoto allo stomaco. Quei lineamenti androgini a perdere la loro femminilità, acquisendo quell’affilatezza nobile tanto bella da star male. Quei lineamenti. I suoi lineamenti. Il suo portamento. La sua postura. Lo stomaco a contorcersi sotto un senso di nausea che come veleno andrebbe a propagarsi per la cassa toracica di quell’anima tormentata; le braccia lungo i fianchi andrebbero a irrigidirsi, i pugnetti a serrarsi affondando le unghie nei palmi. E di nuovo, per la terza volta, i loro occhi si incontrano dopo dodici anni. Quel contatto visivo che potrebbe raccontare molto più di quanto possano mai fare quegli scambi di battute rotte dalla rabbia. Eccoli li, l’uno di fronte all’altra. Lui si raddrizza, regale come è sempre stato. Lei a tornare con il busto in posizione eretta, ritirandosi dal precedente sporgersi nella consueta fierezza che le appartiene. Potranno sembrare attimi, eppure, in quelle parole, il tempo sembra dilatarsi. “Avanzi allora, fallo.” I pugni si stringono ancora di più, i dentini vengono scoperti < EIJI > scandisce il suo nome che mai fin’ora aveva avuto la forza di pronunciare senza camuffarlo tra altre parole, quasi il chiamarlo per nome ne confermasse il ritorno, l’esistenza, l’essere ancora in vita < KAGURAKAZA > ringhia, il tono è alto, tremante, mal trattenuto < NON. > gli parla sopra, sovrapponendosi al suo dire < COSTRINGERMI. A- > “stronza come tuo fratello”. Boom. Quella corda. Quel nome. Quell’osare. Gli occhietti a sgranarsi < … > L’ha nominato. Ha nominato Sasuke. L’ha paragonata a lui. Un fischio acuto a saturarle le orecchie nell’assoluto silenzio < … Come… > trema. Ogni muscolo sembra trattenere a stento degli spasmi < … OSI > il timbro a prendere un che di rauco. Il chakra che fuori controllo schizzerebbe lungo il keirakukei fino a raggiungere i bulbi oculari irrorandoli, creando quella spontanea connessione tra occhi e cervello che solo l’impulsività del sangue puro può arrivare a risvegliare con tanta irruenza < TU, MALEDETTO BASTARDO > all’improvviso le iridi grigie muterebbero in un rosso cremisi, tre piccole tomoe a roteare impazzite attorno alla pupilla. La destra che con uno scatto tenterebbe di afferrare il bavero del Principe con un violento strattone, quasi fosse in procinto di spingerlo indietro o in terra < NOMINARE MIO FRATELLO. TU, CHE NON HAI FATTO ALTRO CHE RACCONTARMI CAZZATE DAL PRIMO FOTTUTO GIORNO IN CUI HO AVUTO LA MALEDIZIONE DI INCONTRARTI > l’odio a trasudare da ogni singola parola. Un odio feroce, incontrollato, impulsivo, corrotto dal dolore < HAI IL CAZZO DI CORAGGIO DI DARE DELLA STRONZA A ME, TU CHE HAI DECISO DI ABBANDONARMI IN QUESTO PAESE DI MERDA DOPO AVERMI GIURATO DI NON- > la voce si spezza, la gola è arida. Strizza gli occhi per un istante, un veloce scrollare il capo, quasi a scacciare via qualcosa < SIANO MALEDETTI I KAMI SE HO PENSATO DI TOGLIERMI LA CAZZO DI VITA PER T E > scandisce il pronome a dentini scoperti < CHE SEI RIAPPARSO COME IL PEGGIORE FIGLIO DI PUTTANA SOLO PER RAPIRMI COME UN FOTTUTO OGGETTO. E ORA COSA PRENDERESTI AH? > solleva il mento ad incalzarlo, provocarlo <CHE DOPO CHE MI HAI MESSA DAVANTI ALL’UNICA SCELTA DI AMMAZZARTI E SEPPELLIRTI, DOPO DODICI CAZZO DI ANNI TI CORRA INCONTRO COME UNA VEDOVA DI GUERRA? > se fosse riuscita a prenderlo per il bavero ora tenterebbe di rilasciarlo con una violenta spinta all’indietro < VAI A FARTI FOTTERE EIJI KAGURAKAZA > gli occhietti cremisi prenderebbero un pericoloso bagliore lucido < PREFERIREI ESSERE SCOPATA DI NUOVO DA MIO FRATELLO PIUTTOSTO CHE ACCETTARTI > il lucido degli occhi a crescere < SE NON ALTRO > la voce trema, incespica < NEL SUO ESSERE UNO STRONZO, NON MI HA MAI ILLUSA DI NIENTE > il petto ad alzarsi ed abbassarsi velocemente. Una pausa, le labbra a richiudersi per qualche istante in una piega di puro disprezzo. Uno, due secondi < Lui almeno era sincero > il tono scende, eppure in quel falso calmarsi, vi sarebbe qualcosa di molto peggio. Un’amara e velenosa consapevolezza <... Quindi, il tuo…> potrebbe sentirla: quella mano posarglisi sulla spalla, un viso immaginario ad affiancarsi al proprio orecchio, sfiorando la sua guancia con la propria in un sogghignare compiaciuto <… lo prendo come un complimento. > una lacrima di rabbia a rigarle il viso. E ora, il silenzio. {//vbb}{Chakra ON}

23:18 Itsuki:
 Già, sarebbe stato tutto più semplice probabilmente se l'odio non si fosse messo di mezzo, se non avesse macchiato ed intorbidito quel quadro perfetto che erano un tempo, forse a quest'ora sarebbe tutto più semplice. Tinte scure che hanno causato incrinature e crepe non indifferenti, lì dove vi erano i colori più belli ora giacciono tracce nere, pennellate grezze che sminuiscono la bellezza di ciò che erano un tempo. Peccato, sarebbe potuta andare diversamente, ma oramai la storia è questa e poco si potrebbe fare per risollevarla, o meglio, probabilmente nessuna delle mosse fatte dal Kagurakaza sarebbe la migliore <{ Oi oi.. Ora si arrabbia. }> è il commento da parte di Itsuki che da dentro si gode la scena quando lei scandisce perfettamente nome e cognome di Eiji, un sussulto alle prime due sillabe, poi un brivido al secondo, sa bene contro che tipo di rabbia sta andando incontro ma quella sua nobile fierezza lo mantiene lì, anzi trova pure il tempo di risponde al Goryo, prima che ella esploda <{ Sai che novità. }> e permane in quella posa, mentre di lì a poco la micia svanirebbe, la scintilla raggiunge la bomba e quella detona, oh se lo da, ed il boato si sente forte e chiaro quasi come se vi fosse una minima onda d'urto al di lei incominciare con il maledirlo, lui che semplicemente mantiene quella maliziosa e truculenta, espressione regalmente vile, socchiude gli occhi come se accusasse quel di lei alzar ancora di più il tono, infastidito nei termini della decenza, modi di fare palesemente contrapposti che hanno sempre reso complicate le discussioni tra di loro, fuoco e ghiaccio che si scontrano in un continuo consumarsi a vicenda. Vede lo Sharingan, appena i muscoli quando lei si avvicina e si lascia afferrare, la dritta si solleva e la mancina rimane dietro la schiena, si sosterebbe con la mano destra che dovrebbe aver agguantato l'avambraccio di lei, aiutandosi nel frattempo con un'estrapolare del proprio chakra ventoso. L'energia, immaginata tinta di un verdea acqua limpido, viene fatta fuoriuscire dagli tsubo dietro alla propria figura, sono piccoli correnti innocue ma gli servono per sostenersi in maniera ben più pratica di quanto non farebbe soltanto mediante il proprio fisico. Ed in tutto ciò, si mostra maledettamente calmo, anzi, un mefistofelico gorgoglio ridente avrebbe accompagnato quel di lei afferrarlo, come un'arpeggio beffardo a constatare che una reazione simile sarebbe stata prevedibile, la conosce, su questo non ci piove, ma sapere come andrà avanti d'ora in poi? Impossibile dirlo. Inclina la testa di lato, la incalza tra un momento di pausa ed un altro parlandole automaticamente sotto considerato che il Kagurakaza non è solito alzare la voce, nei conflitti si mantiene razionale e composto quasi in maniera fastidiosa, e dovesse farlo ci dovrebbe essere un motivo abbastanza grave, per ora, placido come un ruscello che sgorga da un ghiacciaio < Come sei esagerata, stavamo bene insieme all'inizio, insomma almeno io ti ho conquistato come si deve e non ti ho costretto a farmi da cane. > già, solleva appena le spalle in quel riferirsi chiaramente al fratello che ha citato sia lui che lei in risposta, sentendo poi riguardo l'abbandono, un qualcosa riguardo al quale non può obiettare, lascia scivolare le ametiste di lato in maniera noncurante glissando sulla cosa, giustificandosi in maniera quanto più logica ed inamovibile possibile < Sono tornato, ti ho dato una scelta, l'hai rifiutata. > esattamente, preciso e conciso, il mondo non sarebbe cambiato da solo ma non rincara la dose aggiungendo parole futili a ciò che è ovvio, qualcosa che lei potrebbe quasi aggiungere a sua volta alle parole di Eiji, tanto che lo conosce, tanto che lo odia in questo momento e pare voglia soltanto ferirlo. Lui, inscalfibile persiste, incassa e subisce senza porre alcuna smorfia di particolare preoccupazione, si rasserena l'espressione ed a volte si vela di nostalgia e malinconia, ma non vacilla in quella sua tronfia eleganza < Guarda il lato positivo, con me avevi diritto sulla tua vita, con quello schifo d'essere non ti saresti neanche potuta suicidare, dopotutto eri la sua... Com'è che era? > solleva le ametiste verso il cielo, l'espressione pensierosa per un paio di istanti, a metà tra lo starci pensando sul serio ed il fingere, conscio di quel che sa, di quelle rivelazioni, quelle volte nelle quali la Pura si aprì da giovane ricordando gli incubi subiti a causa del fratello, piangendo, scalciando e ringhiando come allora, temendo anche solo il ripercorrere di quel passato da bestia in gabbia. Quella breve pausa, quel momento drammatico di mezzo e poi è come scoccare una freccia, un voler trafiggere un'animale feroce messo alle strette e che ha già sfoderato gli artigli < ..Ah, /bambolina/. >L'Uchiha prosegue e probabilmente lo spingerà ancora più rabbiosa dopo quanto appena detto, indietreggiano ancora di qualche passo e lui si mantiene sospinto verso di lei, fino a quando quel di lei impeto, atto a spingerlo più indietro, lo smuove distante dalla figura della Mora, saranno un paio di metri ed il Principe potrebbe sembrar di star cadendo. Ma è ancora il Fuuton ad aiutarlo, lo avvolge in maniera accogliente all'altezza della schiena, viene manipolato saggiamente e con accuratezza ed in un batter d'occhio il Kagurakaza sarebbe seduto su di una invisibile via di mezzo tra un trono ed una poltrona, comodo come su poche altre sedie, fatta alla perfezione tramite l'ausilio del chakra < No, pretendo solo che tu mi dia una possibilità Hanabi, ma se non hai intenzione di farlo me la prenderò a modo mio, così come mi riprenderò tutto ciò che era mio un tempo. > il braccio destro è poggiato su di un bracciolo e le nocche della dritta accolgono il viso affilato e felino del Principe, mentre da dentro Itsuki gode di tutta quella scena, delle sfuriate della Uchiha, punta sul vivo. Quel di lei invitarlo ad andare a farsi fottere - letteralmente - viene accolto con un'espressione che corrisponde a quel classico fingere un che di bruciante nei confronti di una qualsiasi frase si possa ricevere, sminuendola con un lieve sibilo aspirato tra le labbra, l'espressione che si cruccia in maniera palesemente ironica e sarcastica ed immediatamente un < Uuuh ~ > se vogliono giocare a quel gioco, se bisogna vedere chi dei due è quello che possa essere più stronzo allora la sfida è aperta, non è di certo il modo per riconquistare la lei a cui ha pensato per anni, ma se non vi è altro modo allora adotterà i mezzi necessari, si adatterà e vincerà anche questa battaglia, non ha intenzione di perderla per nulla al mondo, importante quella come la Guerra dichiarata, se non di più < Un possessore dello Sharingan, come lui, che non ti ha /mai/ illusa? Pfft, ma per favore, fate tutti schifo voi Uchiha... > e si attacca ai cavilli, sbuffa e va riferendosi in maniera sfrontata e sprezzante proprio a quella loro capacità di illudere e di giocare con la mente altrui, non potendo manco immaginare probabilmente sotto quanti Genjutsu il caro Sasuke possa averla fatta passare per piegarla al suo perverso volere. E meno male che non sà tutto tutto (...) regà. Pesante, viene poi sganciata un'altra bomba, un'esplosione di vetri e di qualcosa che va in frantumi, lunghi attimi di silenzio nei quali il Kagurakaza si prende il tempo necessario per metabolizzare la frase precedente, quella riguardo al cosa preferirebbe Hanabi e sì insomma, ci siamo capiti, un lieve deglutire nervoso da parte del Principe che stringe la mano destra, le nocche sotto ai guanti sbiancano ma la posa non cambia, serra i denti ma poi sospira, non in maniera arrendevole ma in maniera freddamente rilassata < Uff... Non capisco, cos'è che vuoi Hanabi? Sincerità..? O preferisci veramente uccidermi? Io so cosa voglio e lo avrò, sono un fantasma che ti tormenterà fino a quando uno dei due non morirà, volente o nolente.. > solleva lo sguardo verso il cielo, tutt'ora seduto su quel giaciglio di vento, vedendo poi di ricordarsi di una cosa che voleva dirgli, una questione che gli preme da quando hanno riconquistato effettivamente Oto, riallacciandosi in fretta al dire lasciato in sospeso poco fà < ...Ah! Devo recuperare la mia Spada, tu sai più o meno dov'è vero? Andiamo insieme, che ne dici? > sì ecco, perchè no, già che c'è gli propone una gita e manca soltanto che ci inserisca di mezzo un pranzo al sacco nella proposta. Beh, mandate aiuto magari, grazie. { CK on - Manipolazione + Goryo II 4 fun }

00:16 Hanabi:
  [Tetti] Ma guardateli. La placida versatilità del vento, elegante quanto il suo portatore contro la distruzione del fuoco della Pura, fatto di impulsi e sentimenti così incontrollabili da logorarla ogni secondo che passa sin dall’inizio della sua vita. Lei urla, sbraita. Lui risponde con una calma inspiegabile, malsana. Una calma che come il vento alimenta le fiamme, non farebbe altro che portar quell’esplosione a divampare ogni secondo di più. Se le proprie frasi volevano attaccarlo, ferirlo come una bestia presa dalla disperazione, quelle di lui sono velenosi aghi che glaciali la trafiggono sillaba dopo sillaba, lasciando in un lontano ricordo quella scocca impassibile che aveva tentato di simulare all’inizio di quell’incontro. E’ stanca, è esausta; l’umiliazione delle ferite durante la battaglia di Oto e il senso di impotenza l’hanno usurata ogni singolo giorno prima del suo rientro a Oto. E ora, che quantomeno la vista di Ekazu sembrava averle dato quel barlume di sanità mentale di cui aveva bisogno, ecco che quel Principe decide di distruggerla. Pura incredulità alle iniziali parole di lui; i lineamenti contratti dalla rabbia sembrano avere uno spasmo, una seconda lacrima di odio a seguire la precedente in quel musino ringhiante < MI HAI DATO UNA SCELTA???? TU MI AVRESTI DATO UNA SCELTA?!? > … l’ultima volta in cui ha raggiunto un simile stato risale, molto probabilmente, proprio a quei periodi al Laboratori Uchiha a cui queste povere anime stanno alludendo. Puro odio, pura disperazione. Non vi è traccia di lucidità in lei < PORCA PUTTANA MI HAI LASCIATA QUI SENZA UNA CAZZO DI SPIEGAZIONE PER I TUOI FOTTUTISSIMI INTERESSI DA EGOISTA DI MERDA E POI QUANDO IL SIGNOR PRINCIPE DI STO CAZZO HA DECISO CHE ERA IL MOMENTO, SI E’ RICORDATO DELLA POVERA RAGAZZINA A CUI AVEVA PROMESSO DI RESTARE ACCANTO > una mano viene portata ai capelli, le dita che con uno spasmo andrebbero a intrecciarsi nel folto crine corvino artigliandovisi istericamente < CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE AH? > la mano libera i capelli compiendo un gesto provocatorio aprendosi verso l’esterno quasi invitandolo a sfidarla, tipico del maschiaccio che è sempre stata da ragazzina ma che ora nulla avrebbe della tenerezza che avrebbe suscitato un tempo < TI RISPONDO IO: NON SEI UN CAZZO DI NESSUNO. SEI UN FOTTUTO MORTO PARASSITA DI UN RAGAZZINO PSICOPATICO > … che detto da lei farebbe ridere, ma fidatevi, al momento non c’è nulla da ridere. Ma poi… Ecco che arriva quella frase. Ecco che arriva quella parola. “Bambolina”. Un colpo che la raggiunge dove pochi altri prima di allora, erano riusciti. Resta silente, immobile, quasi fosse stata trafitta da una lama invisibile; la cassa toracica sembra incapace di permetterle una respirazione regolare, le labbra sono schiuse, il viso congelato. Solo lo scorrere delle lacrime sembrerebbe non aver perso il suo moto. Lui continua, affonda i suoi artigli, specula crudeltà indicibili fatte di promesse, minacce e inviti che vorrebbero ignorare qualsiasi tipo di contestualizzazione. Ma lei… lei è rimasta immobile da quell’appellativo. Le labbra vengono lentamente richiuse, l’espressione rabbiosa sembra progressivamente sfumare in qualcosa di peggiore: una rabbia amara, oscura. Una rabbia logorante e disperata, in grado di assuefarle la mente. Un abbozzo di sorriso le piegherebbe gli angoli delle labbra, un sorriso tremante, pregno di odio < … Illuso > il tono trema, un breve risolino misto tra l’isterico e il disperato < … Io resterò sempre- > il tono si rompe, altre lacrime le rigano il viso. Deglutisce, impossibile dire se quella che ora le sta soffocando la voce sia disperazione di una consapevolezza impossibile da accettare o una macabra accettazione di un qualcosa di inaccettabile, prossima al delirio < … la sua Bambolina > respira male, trema. Il sorriso si espande appena, altre lacrime a seguire le precedenti < Non sono mai stata tua. E mai lo sarò. > uno sbuffo, un risolino che la porta ad abbassare il capo. E’ felice? E’ disperata? E’ impazzita? Ha preso ora consapevolezza di un qualcosa di orribile? E’ lei a parlare? < Oh, quelle si che erano illusioni > una risatina isterica, brevi sussulti delle spalle. Il viso viene rialzato, di nuovo lo sharingan di lei cercherebbe gli occhi di quello che fu il suo Principe in quella che per un solo dannatissimo istante potrebbe sembrare un’implorante richiesta di aiuto. Ma non è che un futile momento sospeso nel nulla < … avresti dovuto provarle. Altro che le tue stronzate… Con quelle perlomeno scopavi sotto la benedizione dei Kami. Sai, ce n’era una che gli piaceva particolarmente relativa all’aumento di uno dei cinque sensi… prediligeva quello del tatto.. > lo sguardo si sposta esternamente, quasi stesse sognando, vaneggiando completamente fuori di se. Il sorriso si estende, nostalgico, completamente dissociata. Qualcosa in lei si è rotto, rendendo impossibile capire le sue intenzioni. Piange, quasi un lato di se disperato stesse rivivendo un incubo mai dimenticato. Ride, come se una parte di se volesse sdrammatizzare, ridicolizzare e usare come una sarcastica arma quelle atrocità commesse da suo Fratello quasi apprezzandole. Rinnovo la richiesta di aiuto {//H A L P} {Sharingan: ON}{Chakra ON}